Saranno, queste, le non-pagelle più brevi di sempre?
La domanda è lecita in quanto Suzuka ci ha inaspettatamente fornito un GP dal risultato assai scontato in praticamente tutte le sue posizioni. È stato a tal punto noioso da far riaffiorare il ricordo del trenino turistico visto a Montecarlo nel 2024 e che si ricorda solamente perché Bottas fece un sorpasso (d’accordo, anche per l’emozione di Charles… ma volete mettere?).
Del resto, tra un nuovo asfalto iper…grippante e l’enorme difficoltà di effettuare un sorpasso (non inedita, in Giappone, per questo tipo di vetture), era ben difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Se a questo aggiungiamo la prudenza dei piloti che paiono tutti diventati strateghi che neanche Karpov e Kasparov nei loro celebri match per il campionato del mondo di scacchi allora il piatto di riso in bianco è servito. Eppure la lunghissima stagione che abbiamo davanti potrebbe consentire di prendersi qualche rischio, sapendo di avere il tempo per porvi rimedio. Quel che è vero, invece, è che tutti i team, a parte McLaren, stanno ancora studiando le nuove vetture e pare più importante portare a casa quanti più dati possibili per capire dove e come indirizzare gli sviluppi che non cercare l’exploit.
In questo contesto, dare voti ai piloti in gara diventa assai difficile sicché mi limiterò a qualche considerazione.
Be’, a parte Max, ovviamente.
VERSTAPPEN voto: 10 e lode
Se c’era qualcuno che aveva dubbi sulla possibilità di Max di giocarsi il quinto eccolo servito: Pole position da urlo, partenza perfetta, giri da qualifica per tutta la gara, nemmeno l’ombra di un errore, il tutto condito da una vettura che, dicunt, sia di molto inferiore alle due che ha preceduto sia in griglia che al traguardo (e, forse, anche alle successive quattro). Questo risultato, in queste condizioni tecniche, è decisamente da annali della Formula 1. Peccato che non ci siano state emozioni, diverse da quelle dell’ammirazione per la sua guida perfetta, a infiorettare il GP. Gli aggettivi per raccontare le sue imprese li ho già finiti da tempo quindi mi limito ad applaudire spellandomi le mani. Aggiungo che questo Max, nonostante la vettura palesemente inferiore a McLaren, deve far paura ai due alfieri di Woking. Basta guardare la classifica del mondiale con il nostro a -1 dalla vetta nonostante tutto quanto s’è detto e visto da parte dei papaya. Il lungo campionato che abbiamo davanti rema contro le sue possibilità di titolo (diverso sarebbe se fossimo ancora negli anni 80/90 con 16 gare annue in cui le sue possibilità sarebbero molto più alte) se le condizioni tecniche relative tra le vetture rimarranno più o meno costanti ma grazie a questa gara sappiamo che non lascerà nulla d’intentato.
NORRIS E PIASTRI voto: accontentiamoci
Non c’è molto da dire: il loro l’hanno fatto e se non fosse stato per quel mule asimoviano (cit. per gli appassionati di fantascienza) che è Max la doppietta e il dominio sarebbero stati assoluti. Per il terzo GP di fila vedo un Norris molto calcolatore, attento a non buttare via nulla, segno che sta affrontando questo campionato con il preciso intento di vincerlo. Non so se ce la farà perché come dice il poeta del diman non v’è certezza ma questo è certamente il modo migliore per provarci. Quindi non sono d’accordissimo con le critiche che si leggono qua e là per il fatto che non ci abbia mai davvero provato, in particolare nell’ultimo terzo di gara. Ha passato tutta la gara a 1.5 secondi (con minime oscillazioni) da Max, sempre, ogni giro, ogni curva, ogni pigiata di gas il che significa che aveva certamente la possibilità di ingaggiarlo e poi di staccarlo se il sorpasso fosse riuscito. Tuttavia, sapeva anche che il duello con Max sarebbe stato durissimo, con ampia probabilità di perderlo e di favorire Piastri. Dunque, la sua unica preoccupazione era stabilizzare il suo secondo posto e il terzo dell’australiano che, se non mutano le condizioni tecniche, è il suo vero rivale per il titolo. La strategia deve quindi essere massimizzare ogni GP, arrivare a definire la sua posizione di contender per il titolo e costringere il team a battezzarlo tale costringendo Piastri ad aiutarlo se Max (e/o Russell?!) diventasse davvero pericoloso per l’obiettivo finale. Se questa è la prospettiva allora ha fatto tutto bene. Quanto a Oscar la sua strategia dovrà essere speculare contraria a quella di Norris e il Giappone, sempre in quest’ottica, è per lui un risultato più negativo che positivo soprattutto perché non è mai riuscito, di fatto, a preoccupare Lando.
LECLERC voto: questo è quel che passa il convento
A Suzuka, nonostante la vettura continui a deludere rispetto alle reboanti dichiarazioni prestagionali, rivediamo finalmente il CLC da qualifica che vorremmo sempre vedere. Certo, non è stato sufficiente per agguantare le prime tre posizioni, ma almeno tutti gli altri li ha messi dietro, Russell compreso che era il suo vero rivale di giornata. Troppo forti le McLaren e troppo fenomenale Max, in questo momento, per sperare in qualcosa di più. La sua gara è stata molto lineare, il che non è male intendiamoci, con fasi in cui ha portato in pista ritmi eccellenti e in cui ha tutto sommato controllato senza particolari patemi d’animo Giorgino che, come detto poc’anzi, era il suo vero rivale di giornata. Nella (giusta) differenziazione strategica che Ferrari ha deciso di fare con i due piloti ha pescato il lato giusto della moneta visto com’è andato Lewis dietro. Non resta altro da fare che sperare in miglioramenti della vettura.
RUSSELL voto: accontentiamoci
Anche Giorgino affronta la gara con il pallottoliere in mano. La mentalità del nostro gentleman driver preferito, affinata lo scorso anno, si conferma anche in Giappone: non ha corso alcun rischio e una volta compreso di non averne abbastanza per affrontare Charles in un duello in cui avrebbe avuto soltanto da perdere fa tutta la gara badando a portare a casa il risultato. C’è un “meno” da aggiungere al suo voto, qualunque sia, rappresentato dall’errore compiuto nello snake nell’ultimo tentativo del Q3 senza il quale, forse, avrebbe potuto avanzare in griglia. E qui, onestamente, non saprei dire di quanto avrebbe potuto migliorare perché i parziali visti in diretta sembravano dare a quell’errore un peso di almeno, almeno!, 3 decimi il che, tabellina dei tempi alla mano, poteva collocarlo in una qualsiasi delle prime tre posizioni. E se la pole l’avesse fatta lui?
ANTONELLI voto: 9
Il nostro connazionale sta imparando in fretta. Fa un po’ specie, nelle interviste post-gara, vedergli quel sorriso ancora adolescenziale in volto. Sono abbastanza vecchio da ricordarmi un sorriso analogo sul volto di un giovanissimo Valentino Rossi. O anche quello di Lewis nel 2007 quando alla fine di ogni gara (almeno fino alla Cina…) andava incontro ai giornalisti esibendo lo stesso identico sorriso. E cosa indica, di grazia, questo sorriso? Godimento allo stato puro della velocità. È un sorriso di quelli che, liberi da preoccupazioni, da stress, da pressioni, si hanno in quei momenti. Di quelli che anche noi, nel nostro piccolissimo, abbiamo goduto a quell’età quando raggiungevamo qualche bel risultato. Mi auguro, anche se ovviamente sarà quasi impossibile, che possa raggiungere gli stessi risultati di questi due campionissimi del motorsport e se anche non ce la farà mi accontenterei di vederlo protagonista per molti anni. La strada che ha imboccato, almeno vedendo questa primissima fase, sembra quella giusta. Con qualche stranezza da rilevare che mi auguro sia positiva (lo scopriremo vivendo). Solitamente, infatti, quando un giovane talento arriva in Formula 1 è in qualifica che fa faville mentre in gara è prono ad errori banali derivati dall’affanno di voler dimostrare il proprio valore. Antonelli, invece, in qualifica è il terzo week end di fila che fa fatica (ma qui già un po’ meno) mentre in gara è solido ed efficace. A Melbourne è stato premiato da un risultato, a Shangai il risultato è arrivato nonostante il fondo danneggiato, e qui a Suzuka sfodera la sua miglior gara. Dico solo questo: nella seconda metà di gara il nostro eroe è stato il più veloce in pista. Persino più veloce dei primi tre. Vi basta? Ma non dico altro: lasciamolo crescere e vediamo come va.
HAMILTON voto: ho scelto il verso sbagliato della moneta
Nello sparigliamento delle strategie scelto (giustamente) da Ferrari per affrontare la gara Lewis ha perso il lancio della moneta. La strategia bianche-gialle si è rivelata perdente rispetto a quella gialle-bianche. Alla fine il giudizio sulla sua gara si riduce a questo. Al voto va aggiunto un “meno”, come a Russell, per non essere stato efficace quanto CLC in qualifica. Ed è un “meno” piuttosto rilevante perché in questa gara, dal sorpasso praticamente impossibile (che pure, lui è uno dei pochi ad aver compiuto, su Hadjar), era importante partire più avanti possibile. Rimandato.
HADJAR voto: 9
E bravo Isack! Dopo l’esordio da incubo a Melbourne, la buona gara in Cina ma non premiata da punti, finalmente ci fa vedere di che pasta è fatto. La sua qualifica è strepitosa con un settimo posto da sogno visto che si mette davanti non ad un Carneade qualsiasi ma addirittura a sua maestà Lewis Hamilton. In gara parte molto bene e se la gioca per tutta la prima parte di gara. Non può nulla contro Hamilton quando decide di superarlo ma poi conduce una gara gagliarda risalendo bene dopo il pit ed effettuando il sorpasso più bello di giornata quando al 29° giro si butta all’esterno di Sainz in curva 1 gestendo con grande maestria la vettura che stava per girarsi per via delle vibrazioni. Porta a casa i primi punti in Formula 1 della sua carriera proprio nel momento in cui, a seguito dello scambio Tsunoda/Lawson, il carico di pressione sulle sue giovani spalle aumenta. Se son rose fioriranno.
ALBON E BEARMAN voto: in trincea!
Gli ultimi due a punti confermano, come da premessa di queste non pagelle, la loro posizione in griglia. Dunque il buon voto che certamente meritano è da ascrivere alla ottima qualifica da loro disputata. Per entrambi ci sono ulteriori motivi di soddisfazione legati al gap che hanno scavato con i loro rispettivi compagni di squadra. Albon continua a tenere Sainz molto distante lasciando ancora nel dubbio esperti ed appassionati se ciò sia dovuto a problemi di adattamento dello spagnolo oppure al fatto che l’anglo-thai sia davvero l’eccellente pilota che ha dimostrato di essere nelle ultime due stagioni. Per quanto riguarda Ollie “ciao” Bearman, d’altra parte, c’è la soddisfazione di andare a punti in un week end e in un circuito dove il più esperto Ocon (peraltro reduce da una strepitosa gara in Cina) avrebbe dovuto farlo a fettine. Bravi tutti e due!
NOTE DI MERITO
Alonso non raggiunge i punti ma è protagonista di una gara gagliarda nonostante il pessimo mezzo che ha a disposizione: Suzuka, evidentemente, ce l’ha nel sangue.
Doohan, nonostante la stupidaggine colossale commessa nelle FP in cui ha dimenticato di togliere il DRS (che l’abbia fatto apposta non ci crederò mai) in curva 1 schiantandosi a oltre 300 Km/h (e viva la sicurezza di queste vetture!) e la pessima qualifica ha fatto una gara tutto sommato decente riuscendo a guadagnare qualche posizione e difendendola con i denti. È ancora largamente insufficiente e il suo sedile è ancora a rischio ma esce da Suzuka finalmente senza un giudizio disastroso.
NOTE DI DEMERITO
Stavolta Sauber delude e non poco.
Stroll, dopo le prime due tutto sommato buone gare, si ricorda di essere… Stroll ed è l’unico pilota che in gara commette un errore decisivo
Infine, mi soffermo sul tanto chiacchierato scambio tra Tsunoda e Lawson. Per quanto riguarda il piccolo Yuki lo si è visto molto in palla il venerdì e il sabato fino a tutto il Q1 con tempi del tutto analoghi a quelli di Max. Giunto in Q2, quando c’è stato da fare il salto di qualità, ho notato un palese affanno che lo ha portato a commettere errori soprattutto nello snake e in frenata che alla fine non gli hanno consentito di fare un giro pulito con conseguente eliminazione. In gara, quando è stato inquadrato non ha dato la stessa impressione di affanno: probabilmente era concentrato a portare al traguardo la vettura senza commettere errori il che spiega il ritmo piuttosto lontano da quello di Max. A questo punto, garantendo al piccolo Yuki tutte le attenuanti del debutto su una vettura che in teoria non conosceva, non posso fare a meno di darne un giudizio tutto sommato positivo. Ha fatto Q2, non ha combinato pasticci in gara e, a differenza di quanto combinato da Lawson in precedenza, non è arrivato ultimo. La dodicesima posizione, a 3 secondi dalla zona punti, è per RBR sicuramente un buon passo avanti. Anche a Lawson vanno concesse tutte le attenuanti possibili visto che la sua situazione è assai delicata. La risposta da lui data in questo GP è positiva sotto il profilo della qualifica: è andato per la prima volta in stagione in Q2, peraltro davanti proprio al “falloso” Tsunoda e non troppo lontano da Hadjar (3 decimi). In gara non è stato mai inquadrato se non indirettamente e non ho potuto farmi un’idea della sua guida. Posso solo rilevare che non è arrivato ultimo. Va detto che Lawson, nelle gare in cui ha sostituito Ricciardo, sia nel 2023 che nel 2024 aveva ben impressionato nelle prime due-tre gare per poi scendere di livello. Inoltre, in entrambe le occasioni è stato abbondantemente surclassato da Tsunoda quanto a velocità in qualifica, nel 2024 in particolare. Non c’erano quindi molte ragioni per la promozione in RBR che rimane, a mio modesto avviso, una decisione improvvida sia per la scuderia che per lui che ora si ritrova sul groppone un siluramento assai pesante per la continuazione della sua carriera. Dovrà prestissimo dimostrare di poter competere con Hadjar altrimenti temo che non finirà la stagione.
Ci vediamo in Bahrain!