IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Lo show, da parte di Ferrari, avvenuto a Milano ha concluso il teatro di presentazioni, sorrisi e coriandoli che piovono da ogni dove. Fino ad ora, salvo la brevissima parentesi barhenita, si è solo giocato e nel contempo è stato fatto aumentare l’appetito a tutti gli appassionati, aspettando l’inizio del mondiale 2025. Ormai è tutto pronto e, a cominciare da questo fine settimana, scatterà il primo GP dell’anno in luogo del quale nessuno potrà più nascondersi e, gioco forza, dovrà necessariamente scoprire le carte. Inutile dire che c’è tanta carne sulla graticola che mai come quest’anno è veramente rovente. In questa ultima settimana soprattutto, si sono sprecate le potenziali classifiche che stabiliscono le probabili posizioni di forza di ogni singola squadra e, sebbene del così detto midfield frega poco a nessuno (con tutto il rispetto per le squadre che appartengono a questa cerchia), tutte le attenzioni sono concentrate sui primi quattro top team.

Di sicuro tutti sono d’accordo nell’affermare che McLaren, è la squadra da battere in virtù del passo gara che ha sfoggiato nella tre giorni di test, meno sicuri invece lo si è sulla potenziale posizione occupata dalla Rossa di Maranello. Helmut Marko, che non le manda mai a dire, reputa Ferrari terza forza (quindi dietro AMG) il che lascia riflettere non poco visto e considerato che l’eminenza grigia, in un improvviso bagno di umiltà, reputa la sua squadra addirittura dietro la stessa Rossa. Il buon Marko, da vecchia volpe che è, cerca come al solito di gettare fumo negli occhi da un lato e, mettere pressione sugli altri dall’altra parte, cercando nel contempo di proteggere il suo pupillo (lo ha definito “Il nostro numero uno”… con buona pace per Lawson) il quale a sua volta, dovrà fare gli straordinari quest’anno se vuole raggiungere “quota Fangio”. La Red Bull apparentemente è ad un bivio agonistico, visto e considerato che dall’anno prossimo tutto cambierà e, poiché il motore farà la differenza, non ci saranno affatto garanzie che il loro Ford funzioni da subito. Oltretutto la monoposto con la quale scenderanno in pista, è la prima senza alcun contributo da parte di Adrian Newey e, aleggia una strana statistica nel paddock che è quella che tutti i piloti, che sono divenuti campioni del mondo con le macchine progettate dal genio inglese, poi non sono riusciti più a ripetersi con le monoposto disegnati da altri. Suppongo che l’olandese, caso mai dovesse riuscire nell’impresa anche quest’anno, infrangerà un altro record di non poco conto. Calco la mano sui bibitari perché, come già ho scritto in questa rubrica, è da pazzi non considerare la Red Bull come squadra pretendente al titolo, soprattutto in un mondiale come quello che sta per iniziare dove sono tutti molto vicini prestazionalmente e, dove ci sono la bellezza di ben ventiquattro gare da disputare. Ad ogni modo, parafrasando le parole di Vasseur profferite durante lo spettacolo milanese, la pressione positiva a Ferrari piace e non credo dispiaccia agli uomini di Maranello essere seconda o addirittura prima forza. Nel vedere gli atteggiamenti di tutti i componenti della squadra, delle parole forti che hanno pronunciato (Charles e Lewis non si sono nascosti in merito alla lotta per ambo i mondiali), Ferrari mi da l’impressione di chi sappia il fatto suo. Premesso che nemmeno se vedo arrivare Charles e Lewis rispettivamente, settimo ed ottavo, crederò al fatto che la Rossa sia quarta forza vero è che i test del Bahrein hanno detto poco dal punto di vista della reale forza della stessa Ferrari da un lato e, dall’altro, a mio giudizio ha suggerito che a Maranello abbiano giocato a carte coperte, tanto che se domenica prossima una delle rosse dovesse vincere, nemmeno rimarrei meravigliato più del dovuto. Continuo a ripetere che Ferrari, in virtù della progressione mostrata fino a dicembre scorso, non può che confermare questo trend se non addirittura migliorarlo. A Maranello avranno a che fare con due problemi veri (di cui uno è sempre ricorrente) e cioè, sbloccare nel più breve periodo di tempo il potenziale della SF-25 e, dimostrare di saper sviluppare la macchina costantemente bene durante tutto l’anno. Partendo dal secondo punto, purtroppo lo sviluppo è stato sempre il tallone di Achille da parte della Rossa, sviluppo che solo l’anno scorso sembra essere stato imbeccato nella maniera corretta. Certo i pignoli potrebbero storcere il naso in merito a quanto affermo, visti i casini spagnoli, eppure quello che è stato per i rossi lo è stato praticamente per tutti, compresa McLaren la quale a sua volta ha addirittura rifatto la monoposto durante il 2023 per poi non sbagliare più in seguito. La forza della squadra italiana, mostrata proprio l’anno scorso, è stata quella di non perdere il bandolo della matassa riprendendosi alla grande nel finale di stagione, tanto da far risultare LeClerc il pilota con più punti conquistati rispetto a tutti i suoi colleghi. Il nodo gordiano di tutta la stagione, inutile giraci attorno sarà proprio questo, a maggior ragione che in estate tutti i top team (quelli del midfield arriveranno ad Abu Dhabi praticamente per inerzia) dovranno dividersi in due al fine di preparare la stagione 2026 ove debutterà il nuovo regolamento.

In questo contesto, il primo punto, sarà strettamente legato a quanto detto sino ad ora. La SF-25 è una monoposto completamente nuova (il famoso “90%” di cui parlava il team principal rosso) a partire proprio dall’avantreno, il quale monta un nuovo schema sospensivo (pull rod) che in Ferrari non conoscono bene come la diretta concorrenza. La nuova nata di Maranello promette bene, solo che l’estrazione di tutto il suddetto potenziale, passa attraverso la comprensione del suo settaggio (in funzione del circuito da affrontare) e, alla ricerca continua di un equilibrio precario che balla proprio tra l’anteriore ed il posteriore ed è risaputo, quanto siano “delicate” queste monoposto ad effetto suolo in tal senso. Oltretutto non bisogna dimenticare che questo equilibrio sarà turbato dal GP della Spagna, visto e considerato che le ali anteriori saranno sottoposte a prove di flessibilità molto più severe e, già a partire da questo GP australiano, la flessibilità delle ali posteriori sarà già sotto esame. Come amano dire gli addetti ai lavori “Questo è uguale per tutti” solo che, come sempre, ci sarà sicuramente chi si è saputo preparare meglio degli altri a tale evenienza e, Ferrari da tutta l’impressione di essere in questa ristretta cerchia (per non parlare della stessa McLaren). Ormai manca davvero poco e presto ogni arcano sarà svelato a cominciare dalla nuova coppia rossa la quale deve dimostrare nei fatti che funzioni innanzitutto e, che sia davvero la migliore… che poi sia, come detto da Hamilton, la migliore di tutti i tempi questo è tutto da dimostrare.

Buon GP dell’Australia a tutti.

Vito Quaranta