BASTIAN CONTRARIO: PER UN PUGNO D’AVANZI

Questo mio pensiero, prima di essere sciorinato, necessita di una doverosa premessa riguardante quanto abbiamo visto nel GP austriaco, tra venerdì e domenica. La Federazione si ostina a farci ingoiare in gola, a forza e a furia di slogan, il format della sprint race, la quale, neanche a farlo apposta, ha subito un’ulteriore modifica regolamentare a riguardo delle gomme da utilizzare, in quanto l’organizzatore si è reso conto che così come aveva concepito l’ultima sprint (sigh!), non andava bene e quindi ha operato nuovi cambiamenti. Cambiamenti che non hanno portato a nulla di nuovo e non tanto perché, qualunque sia lo scenario, a vincere è sempre Max (il quale a questo punto, arriverebbe sul gradino più alto del podio anche bendato e con mani e piedi legati), quanto perché il format così com’è concepito non aggiunge nulla di nuovo, anzi semmai, toglie, visto e considerato che la sprint, come dico da quando l’hanno messa dalla prima volta, non è altro che uno spoiler di quello che succede il giorno dopo. Solamente la provvidenziale pioggia del sabato ha ravvivato il gioco e rimescolato le carte, lasciando quell’incertezza del finale… tranne per Verstappen si capisce. Non paga, la stessa Federazione si è ostinata a martellare i piloti, e noi da casa, sugli zebedei con la regola dei track limit: la F1 è la massima espressione dello sport che deve osare dentro e soprattutto fuori la pista, è lo sport in cui superare i limiti della stessa pista, del mezzo e delle proprie capacità è un must! Ormai il nostro amato sport, con queste regole da codice stradale, sta diventando qualcosa in cui non mi riconosco più e la classifica, aggiornata fino al giorno dopo il GP, a causa del fatto che i commissari hanno dovuto controllare più di MILLEDUECENTO (!) infrazioni, non è stato altro che la ciliegina su una torta farcita di sterco che ci vogliono far ingollare a forza. Il mio (non credo solo il mio) augurio è che la FIA si ravveda e quanto meno elimini questa bestialità dei limiti di pista… perché chiedere di eliminare anche la sprint race mi rendo conto che appartiene alla categoria dei miracoli.

Il GP d’Austria, per fortuna, ha dato altri spunti su cui concentrarsi (a Dio piacendo!) ed, udite udite, questi argomenti li ha dati proprio la Beneamata. La Ferrari domenica scorsa era dichiaratamente seconda forza in pista, il che, considerando tutti i presupposti di inizio stagione e, quello che hanno mostrato Aston e AMG col suo recupero, è davvero una gran bella notizia. Evidentemente gli aggiornamenti portati funzionano e sicuramente una pista probante come quella di Silverstone darà conferma su quanto visto in Austria, sia stato o meno un fuoco di paglia. Inevitabilmente con una monoposto competitiva (rispetto ai normali e non rispetto all’UFO che pilota Max), i piloti possono dire la loro e a quanto pare il muretto anche. Domenica scorsa la Ferrari ha lottato per un pugno d’avanzi, perché attualmente il convento questo passa. In una situazione del genere, dove non si ha nulla da perdere e forse tutto da guadagnare, ci si aspetta che una squadra reagisca con cattiveria ed osi senza starci troppo a pensare. Non per Ferrari evidentemente, la quale per mano di Vasseur, ha preferito “andare sul sicuro” ed operare una duplice scelta: congelare le posizioni e sacrificare Sainz.

Lo spagnolo ad inizio GP ne aveva di più del compagno, tanto che era a due decimi di distanza e la logica impone, in una situazione in cui appunto non si ha nulla da perdere, che il più veloce passi il più lento. Per la gioia di tutti i tifosi del monegasco (che ripeto senza posa, sono peggio dei tifosi del tedesco che ha vestito di rosso fino al 2020), il muretto ha dato un team order sotto forma di congelamento di posizioni prima e suicidandosi dopo con quell’inutile doppio pit, in cui naturalmente ne ha pagate le conseguenze chi stava dietro e cioè lo spagnolo. Per carità, Charles rimane sempre Charles ed è una spanna sopra Carlos eppure lo spagnolo, domenica scorsa, aveva molta più birra del compagno (almeno all’inizio) e la sua rimonta e lotta senza quartiere con Perez (sorvolo sulla premiazione di Lando come “pilota del giorno”… sigh!), lo stanno a dimostrare. Sono felici i tifosi di Charles, alla fine giustizia è stata fatta e visto che in questi giorni ricorre il primo anniversario del dito di Binotto puntato al viso “innocente” del monegasco, questa vendetta ha un sapore ancora più dolce. Ad essere sinceri c’è ben poco da dire riguardo a quanto accaduto. Il muretto di Vasseur, il quale è stato chiamato (prima che i quattro che sono stati chiamati a loro volta prima di lui e che hanno gentilmente rifiutato) anche per questo, ha preferito puntare su Charles, sacrificando Carlos ed un potenziale doppio podio (se avessero lasciato passare lo spagnolo all’inizio, con molta probabilità non ci saremmo trovati nella condizione di lottare con Perez nel finale), pur di dare la possibilità di far conservare la seconda posizione al monegasco. Per quei pochi che mi leggono sia chiaro,  non ho nulla contro LeClerc, solo (c’è sempre il trucco), che a differenza dei tanti tifosi ad oltranza (prima parlavano tedesco, ora monegasco… con accento bavarese, visto che i tifosi del tedesco sono saliti sul carro di Charles), non ragiona a senso unico e per quanto voglio bene ai nostri piloti, la squadra viene prima di tutto. Davvero la Ferrari si può permettere di sacrificare un potenziale doppio podio in favore di uno solo? Davvero la Rossa può permettersi attriti all’interno della squadra e tra piloti stessi per un misero podio? L’anno scorso si litigava per una vittoria, quest’anno per un pugno d’avanzi, gli stessi avanzi che la stratosferica RB19, per mano (e piedi) del cannibale Verstappen, ci lasciano ogni domenica. Ormai il dado è tratto, la scelta è stata compiuta e sebbene il mondiale lo può vincere un solo pilota ed inevitabilmente ogni squadra deve puntare sul suo cavallo vincente, è anche vero che per Ferrari questo non era il momento di arrivare a tanto. Cosa comporterà questa scelta? Dove porterà? L’anno scorso Binotto ha puntato il “ditino” contro LeClerc, il quale si sentiva derubato di una vittoria, almeno lì c’era stata una scelta che veniva comunque giustificata con una bandiera appesa all’ingresso della Gestione Sportiva. Domenica scorsa che giustificazione hanno usato con Sainz? Per i tifosi (di LeClerc), lo spagnolo corre solo per battere il compagno, si concentra solo su di lui (cose da pazzi quello che devo leggere!), come se fosse un peccato capitale. Chiedo venia, cosa si desidera in un pilota? Che faccia lo zerbino e stia zitto e muto? Contro chi dovrebbe lottare Sainz di grazia? Contro le imprendibili Red Bull che comunque vada non c’è partita? Ovvio che egli si concentra sul compagno, come giusto che sia.

Domenica in Inghilterra vedremo dal comportamento in pista come ha digerito la decisione del muretto, perché da qui non si scappa: o farà il cavalier servente (come la tifoseria auspica) oppure si “metterà di traverso” e cercherà di lottare per stare davanti al compagno. La tragedia, a mio modesto modo di vedere, è che questa si tratti di una preoccupazione più dei supporter del monegasco che di LeClerc stesso, il quale, ha ben altri pensieri per la testa, uno su tutti per quanto tempo rinnovare con Ferrari. Forse la scelta operata domenica scorsa da parte del muretto di Vasseur è proprio rivolta in questa direzione, facendogli capire che egli avrà sempre la priorità per la squadra. Auguri monsieur Frederic, perché fino all’anno scorso, nonostante i mille problemi, i piloti andavano d’accordo, ora che sono stati messi in condizioni di stare l’uno contro l’altro per un pugno d’avanzi, vedremo quanto dura l’armonia in squadra e come verrà gestita.

 

Vito Quaranta