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2019 WSBK – ROUND DEL PORTOGALLO

Dopo un mese e mezzo di pausa tornano in pista le superbike per il round portoghese di scena a Portimao. Si riparte con Rea a +81 su Bautista, una cosa che ha del fantascientifico dopo le prime gare dominate dallo spagnolo. Mondiale probabilmente già in cassaforte per Rea, considerando la caratura del pilota e lo stato di forma ma i punti a disposizione sono ancora tanti e una rimonta, quanto meno per una questione di orgoglio dello spagnolo, è quanto meno auspicabile.

Un mese e mezzo avaro di azione in pista ma che ha visto molte novità sul fronte mercato per molti dei piloti di punta. Partiamo proprio da Bautista che abbandonerà Ducati per passare ad Honda, attirato da un impegno della casa giapponese 100% ufficiale e da un sostanzioso ritocco dell’ingaggio.

immagine da corsedimoto.com

Al suo posto arriverà Scott Redding, quest’anno mattatore nel British Superbike in sella ad una V4 Panigale. Un vantaggio perché conosce già la moto su cui correrà nel 2020, uno svantaggio perché i due campionati prevedono differenti regolamenti in termini di elettronica e Scott dovrà adattarsi in fretta ad una V4 con centralina elettronica dedicata invece della centralina unica prevista nel BSB senza traction control e anti-wheelie.

Le novità continuano con l’arrivo del turco Razgatlioglu in Yamaha al posto di Alex Lowes. Il turco ha rotto con Kawasaki poiché non è stato scelto come pilota del team ufficiale che ha corso nella 8 ore di Suzika e ha preferito cambiare aria. Nel contempo Lowes sembra essere in orbita Kawasaki nel sostituire Haslam ed è anche ambito dal team privato Puccetti che ha perso il pilota turco.

Anche Laverty cambia squadra per accasarsi al team ufficiale BMW, prendendo il posto di Reiterberger e facendo coppia con Tom Sykes, il cui rinnovo con BMW è praticamente solo una formalità.

immagine da elaverty.com

A corredo di tutti questi movimenti di mercato ci sono stati i test di Portimao proprio alla vigilia del Round di gare ufficiali. Test che hanno visto primeggiare Lowes con il record della pista seguito da Rea e Razgatlioglu, a testimonianza di una Kawasaki molto in forma e di una Yamaha che è pronta per la ripresa delle ostilità.

Ducati non benissimo soprattutto per quanto riguarda lo stato di forma di Bautista, che soffre ancora dei postumi della caduta rimediata a Laguna Seca e non ha girato nel secondo giorno di test per il dolore alla spalla, cosa che non fa ben sperare per il weekend di gara. Gli altri piloti Ducati non hanno brillato, sintomo che la V4 resta ancora indigesta per tutti quelli che non sono Bautista.

Insomma, le premesse per un bel weekend di gare ci sono tutte, considerando lo stato di forma di tanti protagonisti e il fatto che Bautista è praticamente all’ultima spiaggia per quanto riguarda la rincorsa la leader Rea. Kawasaki e Yamaha sembrano in ottima forma e saranno di sicuro a giocarsi le posizioni che contano. Davies rimane ancora un oggetto misterioso, nonostante il primo successo stagionale strappato a Laguna Seca, piuttosto in ombra nei test di due settimane fa.

Nel 2018, neanche a dirlo, Rea fece doppietta. Dovesse accadere anche quest’anno chiuderebbe i giochi per il mondiale. Incredibile da immaginare ma, forse, l’unica cosa incredibile è proprio il pilota inglese.

*immagine in evidenza da bsimracing.com

Rocco Alessandro

REA TORNA A BATTERE…DUE COLPI

Si diceva che il round imolese poteva essere quello buono per Rea e la Kawasaki per tornare al successo dopo le 11 vittorie di fila del duo Bautista/Ducati e così è stato. E, con qualche sorpresa, non c’è stato neanche bisogno dell’aiuto della pioggia per detronizzare momentaneamente Bautista.

E’ parsa chiara la confidenza e la velocità del pilota nordirlandese sul circuito Enzo e Dino Ferrari, così come l’imbarazzo dello spagnolo, che si è beccato 9 decimi in superpole e che le ha prese anche dal team mate Davies, secondo in superpole a poco meno di due decimi da Rea e conscio di poter finalmente dire la sua per la gara.

GARA 1

E’ stata un po’ una gara come ne abbiamo già viste in questo 2019, solo che Rea e Bautista si sono scambiati i ruoli, con il nordirlandese a fare il vuoto fin dalle prime curve e Bautista che cercava solo di portare a casa un secondo posto neanche così penalizzante. Troppa la differenza di passo tra i due  e inutile prendere rischi inutili se non quelli minimi per portare a casa il secondo posto.

Poteva essere della partita anche Davies ma la sua V4 si è ammutolita di colpo dopo neanche un giro e mezzo quando era secondo e attaccato al codone delle verdona di Rea. I guanti lanciati furiosamente una volta tornato al box la dicono lunga sulla frustrazione del gallese in questo inizio di stagione.

Fatti i giochi per le prime due posizioni, il meglio della gara lo hanno offerto Razgatlioglu, Van der Mark e Haslam per la terza posizione. Il turco sembrava quello messo peggio negli ultimi ma con i denti è riuscito a resistere agli attacchi dell’olandese e dell’inglese per un impronosticabile terzo posto.

immagine da foxsports.it

Poteva andare meglio anche per Sykes che su una pista amica stava facendo una gran gara fino a quando il motore della sua BMW lo ha abbandonato quando era in terza posizione. Prima BMW al traguardo Reiterberger finito decimo.

Sesto Melandri con i soliti problemi di  setup che precede Lowes, Rinaldi e l’ottima wild card Zanetti. Fanalino di coda le due Honda.

Superpole race

Dopo un warm up con pista umida, fortunatamente la gara si è disputata in condizioni di asciutto, almeno in traiettoria, e il copione che doveva vedere Rea di nuovo mattatore è stato rispettato.

Alla partenza Davies riesce a sopravanzare Rea, con terzo Bautista. Sembrava essere l’occasione giusta per il gallese fino all’errore in staccata alla variante bassa, che gli ha fatto perdere due posizioni.

immagine da TuttoMotoriWeb.com

Una volta in testa Rea ha pensato a gestire la gara badando a non farsi impensierire dai due ducatisti alle spalle. Bautista cede il secondo posto a Davies dopo pochi giri e si accontenta del terzo posto mentre Davies prova a recuperare sul nordirlandese ma qualche rischio di troppo lo fa desistere.

Dietro di loro il duo Yamaha Van der Mark/Lowes, seguito da Haslam che ha accumulato ben quindici secondi di distacco dal compagno di squadra. Razgatlioglu settimo non replica la bella gara 1 seguito da Sykes partito dalla pit lane per montare in extremis la gomma da asciutto. Deludente Melandri, addirittura penultimo.

Gara 2

La gara che non ci doveva essere fin dal giovedì quando le previsioni davano pioggia battente…e così è stato. Quando i piloti sul podio della supersport erano alle interviste è iniziato a piovere con sempre maggiore intensità e non ha mai smesso. Partenza ritardata, giri di pista delle safety car che alzavano alti schizzi d’acqua al loro passaggio e le ultime valutazioni dei piloti hanno portato alla ovvia cancellazione della gara, cosa che era parsa chiara fin dal primo rinvio della partenza prevista alle 14.

La situazione sembrava compromessa per chi come me assisteva dalle tribune e la stragrande maggioranza dei piloti non ha potuto che prendere atto della pericolosità della pista, che con il bagnato e i muti troppo vicini in certi punti era davvero troppo pericolosa.

i due alfieri Kawasaki erano pronti a correre, Rea in primis che avrebbe avuto tutto l’interesse per guadagnare ulteriore terreno su Bautista, ma alla fine è stata presa la decisione più saggia.

Al netto dei problemi meteo, l’Enzo e Dino Ferrari si conferma una pista dove lo spettacolo è assicurato e dove i piloti possono ancora fare la differenza.

L’ha fatta Rea, supportato da un’ottima moto mentre Bautista ha pagato lo scotto di una pista poco conosciuta e una Ducati troppo nervosa e imprevedibile. Si può dire che Davies abbia finalmente preso le misure alla V4 e può guardare alla stagione con più ottimismo.

Ci si aspettava le Yamaha più in palla ma la pista le ha relegate fuori dal podio senza rappresentare mai una preoccupazione per Kawasaki e Ducati. Bravo Razgatlioglu che ha arpionato un podio di puro cuore in gara 1. Rimandate le BMW in attesa del nuovo motore previsto per il round spagnolo. Al solito non pervenute le Honda.

Peccato per Laverty e la sua caduta nelle prove del venerdì che gli ha rimediato la frattura di entrambi i polsi. Subito operato, restano incerti i tempi di recupero. In bocca al lupo al pilota irlandese di una pronta guarigione.

P.S: assistere alle gare dal vivo è tutto un altro modo di vivere la passione per il motorsport. Devo dire che, seppur mutilata dalla pioggia, vivere le gare della Domenica in tribuna è stato davvero una grande esperienza.

In primis perché consente di apprezzare tutte quelle piccole differenze tra i piloti e le moto che in tv non si colgono. Come ad esempio “l’urlo” del V4 Ducati, assolutamente il più bello di tutto il lotto e la “normalità” dei motori BMW e Honda, che sembrano davvero quelli di serie che si trovano in concessionaria.

Impressionanti le staccate a moto piegata in entrata alle Acque Minerali, con Rea che riusciva a girare più stretto di tutti e ad aprire prima il gas.

E altrettanto lo erano quelle dei piloti supersport alla variante bassa, comprese quelle della Herrera, unica rappresentante femminile della supersport. Riuscire a compiere anche un solo giro al ritmo della pilotessa spagnola basterebbe a farmi morire come un uomo felice.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

2019 WSBK – GP OLANDA

Neanche il tempo di rifiatare che è già ora di sfida per gli uomini del WSBK. Si fa tappa ad Assen, in quello che una volta era chiamata l’università del motociclismo e che, nonostante qualche modifica al tracciato lo abbia troppo “ammorbidito”, rimane comunque un punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori.

Si arriva con un Bautista assoluto dominatore per vittorie, 9 su 9, e distacchi rifilati in gara. Ma, con tutta probabilità, questo GP potrebbe vedere la fine del suo perfetto ruolino di marcia.

Il layout del tracciato olandese presenta tante curve, molte da raccordare, punti di frenata in piega e ben pochi rettilinei. Tutti aspetti che potrebbero penalizzare il binomio italo-spagnolo considerando che la V4 Panigale si è rivelata molto veloce ma ancora un po’ instabile in staccata e non fluidissima nelle curve in percorrenza. Vedremo se il “fattore Bautista” eliminerà ancora una volta queste pecche, e se Davies riuscirà quanto meno ad essere vicino al compagno di squadra.

immagine da motorbox.com

Per Kawasaki è davvero la prova della verità. Rea nel 2018 ha dominato e il circuito olandese sembra davvero fatto apposta per esaltare le doti della sua moto. O la va o la spacca: se anche ad Assen Bautista dovesse compiere il suo personale “hat trick”, suonerebbe come una sentenza per gli uomini in verde.

Anche per Yamaha ci sono buone possibilità di riscatto. Lowes ha già dimostrato di poter puntare al podio e Van der Mark corre in casa, motivo in più per dare una scossa definitiva alla sua, fin qui, anonima stagione.

Per BMW sarà probabilmente una gara di attesa prima di poter contare sul nuovo motore che esordirà ad Imola. Spetta a Sykes tenere alta la bandiera bavarese, in attesa di tempi migliori.

Honda è chiamata quanto meno ad una prova di orgoglio. Possono contare su ben 500 giri motore in più da mettere in pista. Vedremo che effetti produrrà.

A parte la già citata Honda, Ducati si vede ridurre di 250 giri il regime di rotazione massimo del V4. Considerando che i rumors indicano che il V4 non gira mai al massimo regime consentito, è una misura che potrebbe rivelarsi ininfluente. Invariati i regimi di Kawasaki, Yamaha e BMW.

Per quanto riguarda le concession parts, sono aggiornamenti concessi per motore ed elettronica in base alla classifica per piazzamenti (3 punti al vincitore, 2 al secondo e 1 al terzo posto). La Kawasaki (13) è staccata di 7 punti da Ducati (20) e avrà diritto ad aggiornamenti, che scattano per un distacco superiore a 9 punti. Tutte le altre potranno invece beneficiare di un solo aggiornamento per il 2019.

Gli orari del weekend di gare:

Venerdì 12 Aprile : 10.20 FP1 – 14:50 FP2

Sabato 13 Aprile :

11.00 Superpole SBK – 11.40 Superpole Supersport

14.00 Gara 1 SBK

Domenica 14 Aprile :

11.00 Superpole race SBK – 12.10 Supersport race

14.00 Gara 2 SBK

(immagine di copertina da visordown.com)

Rocco Alessandro

Bautista e la Ducati sanno solo vincere

Prima tappa europea del WSBK ma il risultato non cambia. Bautista e la Ducati sanno solo vincere e anche ad Aragon si confermano gli assoluti dominatori di questo inizio di mondiale.

Mondiale che sembra destinato ad una rapida conclusione a causa proprio dello strapotere del binomio italo-spagnolo e della mancanza di concorrenza che, per il momento, non può ambire neanche ad un successo parziale.

Troppo forte Bautista e troppo performante la V4 Panigale che, esclusa la superpole di Philip Island, ha monopolizzato le nove gare fin qui disputate e le ultime due superpole. Se Bautista è abbonato alla vittoria allora Rea lo è alla seconda piazza, 9 su 9 anche per lui e la speranza di difendere il titolo che si fa sempre più tenue. Dietro di loro tante battaglie ma ben poche minacce al dualismo che sembra dover calamitare le attenzioni degli appassionati per questo 2019.

Ma andiamo con ordine a vedere cosa è successo ad Aragon.

In Gara 1 Bautista parte subito forte e si capisce subito che la sua gara sarà un lungo assolo incontrastato in prima posizione. Interessante la lotta per il podio, con Rea che deve rimontare dalla decima piazza dopo una brutta qualifica e Davies e le Yamaha che cercano un posto al sole. Subito un brivido per Rea che si tocca con Reiterberger allo start e che vede il tedesco andare in terra schivato fortunatamente dalle altre modo , con Rea che riesce ad uscire indenne cominciando la sua rimonta.

Si forma dopo pochi giri un bel pacchetto di mischia formato da Rea, Davies, Sykes, Lowes, Cortese, Van der Mark. Sorpassi e controsorpassi rendono spettacolare questa lotta per il podio che col passare dei giri si restringe, causa la perdita di contatto dei vari Sykes, Cortese e Van der Mark. Anche Rea sembra dover rinunciare alla seconda piazza ai danni di Davies e di un consistente Lowes ma riesce a trovare inaspettate risorse negli ultimi due giri e a recuperare su entrambi chiudendo secondo. Terzo Davies che ha rischiato di vedersi soffiare il podio da un arrembante Laverty che nell’ultima esse prima del lungo rettilineo opposto ai box arriva troppo veloce, tocca Davies ed è costretto ad allargare la traiettoria e a cadere sullo sporco.

immagine da daidegas.it

Superpole race che vede Bautista scattare bene e chiudere il primo giro con già 1.6 secondi sugli altri. Lotta per il podio tra i soliti noti, Rea, Davies e Lowes ma che vede il gallese su Ducati sempre un po’ al gancio e mai davvero in lotta. Dopo una lotta corpo a corpo Rea la spunta di nuovo per la seconda piazza, lasciando Lowes al terzo posto. Quarto un anonimo Davies, gli altri a seguire più staccati.

Gara 2 ha sostanzialmente ricalcato il copione visto in gara 1: Bautista scatta bene e fa gara solitaria. Dietro lotta per il podio che vede la new entry Haslam, che ha evidentemente risolto i problemi di setup della sua Kawasaki. Davies sembra poterla spuntare e conquista un piccolo margine da difendere negli ultimi passaggi. Rea sembra dover abdicare ma prima si libera di Lowes, che finirà poi in crisi di gomme, poi di Haslam e, all’ultimo giro, complice un errore di Davies, riesce a conquistare la seconda piazza per un replay del podio visto in gara 1.

immagine da motociclismo.it

Bautista (186 punti) centra la nona vittoria di fila e sembra davvero imbattibile in sella alla sua V4 Panigale. Non fa altrettanto Davies (56 punti) che ha dato segnali di risveglio ma è ancora un passeggero della sua moto, incapace di adattare il suo stile di guida alla V4. Purtroppo per lui, la Panigale sembra una moto molto rigida all’anteriore, che sbacchetta molto in staccata e nervosa in accellerazione, caratteristiche indigeste per il gallese.

Bautista invece, con il suo stile da MotoGP, riesce a gestire bene la staccata, inserire di forza l’anteriore in curva, “spigolare” molto le curve e raddrizzare la moto per dare gas il prima possibile.

Rea (147 punti) e Haslam (74 punti) fanno quel che possono ma è evidente che la Kawasaki non è adeguata alla sfida che Ducati ha messo in campo. Lowes (100 punti) diventa sempre più consistente mentre ancora disperso Van der Mark (79 punti) la cui crisi non sembra avere fine.

Molto male anche Melandri (63 punti) che, reduce dalle scaramucce con Lowes a mezzo stampa, incappa nel peggio weekend della stagione in cui si è piazzato sempre oltre la decima posizione. Insomma, due passi avanti e tre indietro per il momento la sua stagione.

Discreta anche la prova di Sykes (39 punti) che ha riportato, seppur non costantemente, la BMW nella parte alta della classifica, così come Laverty (27 punti) sembra aver trovato molto più feeling con la V4 privata di cui dispone. Sandro Cortese (56 punti) comincia a impensierire seriamente il suo compagno di squadra ed è stato autore di un ottimo weekend.

Imbarazzante la Honda, con Camier (17 punti) che prova almeno a salvare la faccia, mentre Kiyonari (9 punti) sembra in perenne gita turistica.

Prossima tappa ad Assen dal 12 al 14 Aprile. Nel 2018 fu dominio Kawasaki ma è facile pensare che le cose andranno in maniera molto diversa quest’anno. Vedremo se il layout della pista, con molte curve da raccordare e rettilinei non lunghissimi, potrà permettere alla Kawasaki e Yamaha di lottare per la vittoria. Sarebbe già un gran risultato per chi, al momento, non ha ancora toccato palla in questo inizio di campionato.

(immagine in copertina da Motori.it)

Rocco Alessandro

2019 WSBK – GP SPAGNA

Terzo appuntamento stagionale per il mondiale superbike 2019. Si va in terra iberica, sul circuito MotorLand di Aragon, visto da molti addetti ai lavori come il vero banco di prova in cui misurare i rapporti di forza tra i contendenti al titolo.

Bautista e Ducati arrivano forti delle 6 vittorie a zero nei confronti di Rea e della Kawasaki, con l’obiettivo dichiarato di assestare un’altra mazzata alle speranze di riscatto del duo anglo-giapponese.

Le caratteristiche del circuito sembrano adattarsi bene alla rossa di Borgo Panigale, tant’ è che già nel 2018 Davies era riuscito a portarsi a casa gara 2 e a ben figurare in gara 1. Pensando alla potenza del 4 cilindri Ducati,  il lungo rettilineo opposto al traguardo fa già venire i sudori freddi a tutti quelli che non guidano una V4.

Ducati si presenta dunque in ottimo stato di forma, forte anche della giornata di test privati effettuati due settimane fa sul circuito spagnolo. Obiettivo del test (di cui non sono stati diffusi i dati) quello di permettere a Davies di acquistare quella confidenza con la V4 che lo possa portare ad essere competitivo come il compagno di  squadra.

Sembra siano stati fatte anche prove di motore in vista della riduzione del regime massimo di rotazione di 250 giri previsti nel caso si confermassero vittoriosi ad Aragon.

Davies è chiamato al riscatto come e più di Rea in quanto predilige il circuito spagnolo e ha l’obbligo di raddrizzare una stagione al momento molto sotto le attese.

foto da dueruote.it

Rea e la Kawasaki cercano un riscatto che probabilmente il layout del circuito spagnolo non potrà offrire ma, quanto meno, dovranno dimostrare di poter dare più filo da torcere e, con Haslam, di assicurarsi almeno due su tre posti sul podio.

Dalla loro possono contare sul fatto che nei test prestagionali sono andati molto forte e quindi contare su qualche dato in più che li possa guidare verso un setup adeguato per combattere per la vittoria.

Nervi tesi in casa Yamaha, con una “guerra” tra Lowes e Melandri, additato dall’inglese di essere scorretto e di portare lo sviluppo della moto verso una direzione inconcludente.

Melandri, seppur da “privato”, gode ovviamente di grossa considerazione e questo proprio non va giù a Lowes, che vorrebbe avere la priorità nelle indicazioni da dare nello sviluppo della moto.

L’impressione è che alla Yamaha non manchi una moto competitiva quanto un pilota in grado di fare davvero la differenza, in particolare si sente in questi inizio di stagione la “mancanza” di Van der Mark, apparso piuttosto incolore nelle prestazioni in pista.

Honda e BMW sono le cenerentola di questo mondiale, primi due Gp con poche soddisfazioni e tanti problemi e questo appuntamento spagnolo non sembra riservare un copione diverso. Honda punterà a ridurre i danni in attesa del Gp di Assen in cui potrà contare su 250 giri motore in più.

BMW  invece dovrebbe contare su un nuovo motore tanto atteso da Tom Sykes  e sperare che sia sufficiente per tornare ad essere competitivi.

In conclusione, è ufficiale il ritorno del team Ten Kate sotto l’effige Yamaha e con pilota titolare Loris Baz. Dopo che erano volati gli stracci a fine 2018 con Honda, il team olandese ha trovato l’accordo con la Yamaha che fornirà le stesse moto fornite al team privato GRT di Melandri. Obiettivo dichiarato la lotta per il podio. Si prevede un bel pacchetto di mischia di Yamaha in lotta per il podio, chissà se Lowes sarà contento…

Orari:

Venerdì 5 Aprile

10:20 SBK FP1

14:50 SBK FP2

Sabato 6 Aprile

10:40 SBK Superpole

11:35 Supersport 600 Superpole

14:00 SBK Gara 1

Domenica 7 Aprile

11:00 Superpole Race

12:10 Supersport 600 Gara

14:00 SBK Gara 2

(immagine in copertina da TuttoMotoriWeb.it)

Rocco Alessandro