Ancora qui, sempre in attesa dell’asteroide che eserciti la par condicio a favore dei Dinosauri, a parlare di Formula Uno. Di quello Sport che con sempre peggiore approssimazione possiamo chiamare Formula Uno. Riflettevo sul fatto che nelle due occasioni precedenti si è largamente parlato di cosa accadeva in pista (e come) al che mi è venuto in mente di buttare un’occhio a cosa accadeva ai box o, pure meglio, al muretto. E stilare quindi una lista di TP (nota per chi fa la punta alle matite: intendo anche e soprattutto la persona di riferimento ai box. Se poi “formalmente” il ruolo era ricoperto da un altro gioppino esticazzi eh) che han lasciato un marchio indelebile nella Categoria Regina. Dai che si va:
FURIA
Ultimo ad aver progettato interamente una monoposto dal telaio al motore all’aerodinamica alle sospensioni etc etc etc già questo dovrebbe garantirgli d’ufficio il titolo di GOAT. Non pago andava regolarmente a fare il culo ai Piloti quando in pista giravano col braccino corto e si relazionava personalmente con loro per averne feedback ed idee. Non fu un caso che la pagina più buia della Storia della Ferrari venne scritta in un weekend in cui fu impossibilitato a presenziare;
LO ZIO COLIN
Qui vabbè secondo me parliamo tecnicamente del non plus ultra d’Oltreamanica con buona pace del Vecchio che dava a lui ed agli altri dei “garagisti”. Ok, contrariamente a Furia lui tecnicamente non progettava motori e si affidava al Cossie V8 però vivaddio s’è inventato di sana pianta wing cars e….la Lotus 88 a doppio telaio cosa che, ad occhio e croce, sbaraglia la concorrenza. Un padrone di casa che si sporcava le mani di grasso, poesia. Il suo cappellino che volava alla bandiera a scacchi nei GP vinti dalle sue macchine è entrato nella leggenda, meraviglioso che abbia volato l’ultima volta con Elio a Zeltweg 1982 quando il nostro pilota conquistò la sua prima vittoria in F1
BERNIE
Da pilota fallito a meccanico con occhi ed orecchie sempre aperte a Team Principal ed infine a “padrone” della Formula 1. Mecojoni eh, mica pizza e fichi. Una mentalità per il business semplicemente unica, un istinto per la politica semplicemente geniale. Due esempi: l’aver ritirato dai GP la BT46B (quella col ventilatore) prima che la FISA gliela bannasse evitandosi così una questione lesiva per l’immagine mentre costruiva di fatto la FOCA. O essersela cavata per il rotto della cuffia con la benzina irregolare di fine 1983 che consentì al BMW di Piquet di non esplodere come quello di Patrese e quindi di fargli vincere il Piloti. Leggenda vuole che andò dal Vecchio a chiedere venìa ricordandogli che Ferrari aveva vinto (di nuovo) il Costruttori e che un’azione nei confronti della Brabham non avrebbe minimamente beneficiato la Scuderia nel Piloti. Il Vecchio fece spallucce, mise il trofeo Costruttori in bacheca, licenziò Tambay e prese Alboreto. And justice for all……..
SIR FRANK
Gli appassionati vintage se lo ricordano quando atterrava a Linate negli anni 70 per il GP di Monza ed anzichè prendere un taxi scroccava un passaggio in Brianza per risparmiare sul budget. Uomo eccezionalmente intelligente capì per primo le potenzialità degli Arabi col noto accordo Saudia e quelle dei gialli con l’accordo Honda. La sua feroce determinazione gli diede una seconda parte di carriera ancora più vincente della prima coi trionfi del suo Team negli anni 90 mentre più avanti mancò davvero poco perchè non tornasse di nuovo all’iride durante la collaborazione con BMW, specie nel 2003. La mela (Claire) cascò davvero lontanissima dall’albero ma la cosa non intaccò minimamente il ricordo che tutta la F1 ha di lui
TESTA D’UOVO
Ecco, qui parliamo di uno dei peggiori figli di puttana mai visti al muretto. Basti vedere come riuscì a scippare gli Honda ufficiali alla Williams per il 1988 ed in che circostanze. Indubbiamente un uomo eccezionalmente capace e caparbio, anche lui partì come meccanico ed arrivò a prendersi la Mecca da Meyer e soci col suo Marlboro Project Four. L’occhio lungo usato per garantirsi la partnership con Porsche sapendo della loro esperienza infinita col turbo nell’Endurance gli garantì la tripletta 84/85/86, alla quale seguì la quaterna 88/89/90/91 che però finì per sbilanciare gli equilibri del Team (visto chi c’era alla guida ed il fatto che dopo quegli anni non vedeva l’ora di andarsene). La partnership con Ilmor-Mercedes partita in sordina e culminata coi due Mondiali di Mika (che aspettò pazientemente dopo il botto di Adelaide mentre i medici gli dicevano che non sarebbe più stato il Pilota di prima). L’essersi accaparrato il primo Raikkonen coprendo d’oro Sauber che con quei soldi si comprò la sua galleria del vento, l’iride di Hamilton seguito in prima persona fin dall’infanzia. Il disastro della seconda partnership con Honda sta solo a dimostrare che il suo tempo era passato, as simple as that
IL TRIBULA
Personaggio che divide, certo. Ma che merita il suo posto qua in mezzo. Convince la Famiglia Benetton ad acquistare la Toleman nel 1986 ed in meno di 10 anni li porta a vincere due Mondiali di fila col Kaiser, strappato al volo ad Eddie Jordan il quale era talmente preso dalla figa che a Michael di fatto sottopose un contratto da Pilota pagante che diventò presto coriandoli. Gestisce il subentro di Renault passando attraverso anni grami fino ad un altro biennio trionfale grazie ad un Pilota che s’è cresciuto in casa (aveva una partecipazione nella Minardi dove Alonso iniziò a correre in F1….). Il crashgate di Singapore 2008 magicamente fatto scomparire dalla Governance di F1, il suo ritorno con Alpine che mostra al mondo intero come un ultrasettantenne possa ancora scuotere le fondamenta di un ambiente imbalsamato. To be continued
NAPOLEONE
Son ragionevolmente certo che in pochi sappiano che fu Ecclestone a dire a Montezemolo di portarsi Todt a Maranello. In Ferrari non stavano cavando un ragno dal buco e serviva qualcuno in grado di compiere una rivoluzione epocale. Che iniziò quel pomeriggio a Magny Cours nel 1993 quando le Rosse prendevano distacchi da misurare più con la sveglia che col cronometro. Due anni dopo con l’operazione Schumacher iniziò il vero e proprio acquisto di un altro Team, ovviamente la Benetton, il quale finì per scrivere il capitolo più vincente della Storia della Ferrari. Curiosamente tutte le sciagure dal 2008 ad oggi furono figlie della scellerata decisione di non fargli subentrare Ross Brawn (come aveva chiesto lui stesso e come Todt aveva consigliato a Montezemolo) preferendogli uno che da Melbourne 2008 (prima gara al muretto) a Sakhir 2014 (gara delle dimissioni) finì per fare a pezzi il Team più vincente di sempre e, cosa peggiore, assistere alla rinascita di tutti quei pezzi una volta accasati presso altri lidi. Ma noi si sa, siamo semplicemente invidiosi del successo altrui che non riusciamo a perdonare (sic)
Buona domenica a tutti