MOTOGP 2020-GP DI TERUEL MOTORLAND ARAGON

Cambia il nome del Gp di questa settimana ma si resta ad Aragon per il Gp di Teruel.

Ad una settimana di distanza i valori saranno sovvertiti per l’ennesima volta regalandoci il nono vincitore stagionale? Ci si può scommettere: all’appello manca proprio il nuovo leader del Campionato Joan Mir ancora vergine in tutta la sua carriera nella classe regina.

(immagine tratta da tuttomotoriweb)

Non saprei dire se in passato sia mai accaduto un evento simile (ne dubito onestamente), ma non è mai capitato di assistervi a quattro gare dalla fine. Senza scandagliare approfonditamente le classifiche degli ultimi decenni, gli anni con meno vittorie assolute da parte dei campioni furono:

-1980 Roberts sr. 3 vittorie su 10 gare

-1992 Rainey 3 vittorie su 13 gare

-2006 Hayden 2 vittorie su 17 gare.

Joan ha ancora quattro appuntamenti per vincere per restare in vetta alla classifica e non battere questo record negativo.

Fatta questa premessa, e assodato che questa “stranezza” sia dovuta all’uso degli pneumatici Michelin, bisogna pur dire che tutti sono vittime e che nessun pilota è stato favorito. La costante è quella di approcciarsi alle gare con le dita incrociate tutte le volte.

Ad amplificare la “stranezza” di questa stagione si può aggiungere  che non ci sono state gare in cui agli ultimi giri si sia assistito a duelli per la vittoria (o il podio) tra coloro che sono i principali indiziati alla vittoria finale. Anche la scorsa domenica la vittoria si è giocata tra Rins e Marquez jr che non sono tra i primi quattro in classifica, e la costante sembra essere che i favoriti non siano mai nelle condizioni di affrontarsi ad armi pari negli scontri diretti in pista.

Michelin Tyre logo, British MotoGP 2007

(immagine tratta da motograndprix.com)

Questo è, al di là di tutto, ciò che manca a questa stagione per mettere il sigillo di legittimità al vincitore finale. Sarebbe bello vedere i quattro maggiormente indiziati scontrarsi li davanti tra di loro sempre da qui a Portimao, senza dover assistere a fenomeni strani come il calo improvviso di Fabio Quartararo domenica scorsa. Sarà possibile? Lo scopriremo.

Nel frattempo la stagione “mediocre” del nostro italiano (Dovizioso) sulla nostra eccellenza italiana (Ducati) lo sta portando comunque più vicino al vertice: adesso sono 15 i punti dalla vetta. Se solo riuscisse a far pace con la sua moto e le sue gomme già dal sabato potrebbe ancora farcela. Se a Bologna riuscissero a ritrovare il piglio delle scorse stagioni il bottino grosso sarebbe ancora alla portata (meno 26 punti nel costruttori) e da italiani è giusto sperarci nonostante i comportamenti bizzarri del pilota e della squadra.

I “se” che attanagliano il team italiano sono gli stessi che perseguitano tutti gli altri in primis Yamaha che, dopo aver fatto il pieno nelle Q di Aragon, ha sofferto troppo alla domenica contrariamente a Ducati: così come sono stati bravi a usare le gomme con l’asfalto freddo, altrettanto male le hanno usate quando questo si è un po’ scaldato.

E siamo dovuti arrivare a quattro gare dalla fine per poter finalmente parlare degnamente di Honda.

(immagine tratta da corsedimoto.it)

E’ vero, No Marquez No Honda, ma qualcosa sta cambiando. Il fratellino del Re sta cominciando a far bene e se in terra di Francia si poteva trovare la “scusa” della pista bagnata, la scorsa domenica non ci sono “scuse”. La moto giapponese sta crescendo insieme allo spagnolo che è diventato un serio candidato alla vittoria di domenica. Il lavoro fatto sulla RCV è stato importante al punto che a sprazzi anche lo stesso Crutchlow è apparso competitivo come Takagami che a suon di piazzamenti è quinto in Campionato. Evidentemente l’assenza di Marc ha obbligato e permesso a tutti i tecnici di dedicare del tempo nel trovare un equilibrio nuovo al gioiello di Tokio. A questo punto appare probabile una vittoria di una moto con l’ala dorata anche prima del rientro del marziano.

Moto2 – Moto3

(immagine tratta da motogp.com)

Per una volta le raggruppiamo. In realtà potremmo unirle anche alla classe regina perché il leit motive della stagione par essere che nessuno trovi il coraggio di vincere.

Negli ultimi appuntamenti i rispettivi leader hanno marcato visita perdendo punti pesanti dagli inseguitori, senza che questi potessero però realmente fare la differenza.

Marini ha totalizzato due zeri di fila ma Bastianini e Bezzecchi non ne hanno approfittato sino in fondo.

Enea ha fatto un secondo ed un undicesimo posto, mentre Marco un terzo ed una infelice caduta mentre era in testa domenica scorsa. Alla fine ne ha approfittato Lowes (che era il quarto del gruppo) e che bissando il successo di Le Mans è arrivato a due punti da Bastianini attualmente in vetta.

In cinque punti sono rimasti in tre, Bastianini Lowes e Marini, con Bezzecchi che è staccato di 25 lunghezze ma che non si può ancora tirare fuori dalla lotta.

Domenica sarà battaglia vera con Luca Marini che dovrà darsi una svegliata.

Il discorso è analogo anche per la Moto3.

(immagine tratta da formulapassion.it)

Se è vero che tra i ragazzini fare un pronostico è comunque esercizio di alta preveggenza, anche in questo campionato il leader fa fatica più del solito a svettare. Arenas (che fino a due mesi fa sembrava già iridato) è tornato in testa ma non vince una gara da metà agosto. Ogura, che era riuscito a scalare la vetta, appena raggiunta si è perso: nelle ultime tre gare ha fatto solo 14 punti ma soprattutto è sprofondato nella mediocrità. Con Arbolino ancora in forse per la gara, Vietti resta l’unico italiano veramente in lizza. Il distacco di 22 punti è alto ma non incolmabile: a patto di non sbagliar gomma come la scorsa domenica.

 

Buon divertimento a tutti.

(immagine in evidenza tratta dal sito motorbox.com)

Salvatore V.