IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Lentamente ci avviciniamo all’inizio della stagione 2025, ultima per quanto riguarda l’attuale regolamento. A tal proposito sono iniziati già a trapelare i primi render delle vetture che verranno, le quali dovranno fare meraviglie, visto che le attuali monoposto sono considerate troppo capricciose. Sebbene ogni cambio regolamentare porta con se inevitabilmente pro e contro, favorevoli e non, è anche vero che continuare a mantenere l’attuale regolamentazione a mio giudizio non solo era possibile, addirittura era doveroso. Il livellamento prestazionale ormai raggiunto dai top team (escluso Mercedes che ancora oggi, nonostante gli sprazzi fatti vedere, non ci ha capito gran che) avrebbe garantito campionati agguerriti e spettacolari per molto tempo ancora. Del resto il mondiale 2024, vinto perentoriamente da Verstappen prima e McLaren dopo, ne è la prova provata. Riflettevo sul fatto di come, proprio quest’ultimo campionato, sia stato pregno di spunti e di discussioni (oltre che di veleni… i social ormai sono una realtà che non può essere più scartata) e di che incertezza abbia regalato fino alla fine. A meno di stravolgimenti improvvisi anche questo 2025 sarà disputato all’insegna dell’oblio predittivo, perché è un fatto che McLaren è ormai una realtà, cosi come Red Bull deve recuperare e, dulcis in fundo, Ferrari dev dimostrare di essere pronta per il grande salto visto e considerato come ha concluso il mondiale scorso. Le nuove vetture sono concepite per non privilegiare l’immensa portata d’aria che dovrà passare per il diffusore e, nel contempo, i cosi detti assetti “rake” potrebbero tornare dato che le altezze da terra non saranno più determinanti come lo sono ora. Ottime notizie in casa Aston Martin, poiché Adrian Newey è maestro nel progettare vetture che riescono a sfruttare questo aspetto. Perciò, come ormai ripeto da tempo, godetevi fino all’ultimo GP questo mondiale perché i presupposti per il ritorno al dominio di una squadra ci sono tutti e, poiché Mercedes è da troppo tempo in ombra e, poiché già da tempo si mormora che il loro motore di nuova generazione sia già a buon punto, il pensiero orribile arriva immediatamente. Sarebbe già grasso che cola se nel famigerato 2026 ci fossero due squadre in lizza per il mondiale… almeno un minimo di incertezza verrebbe salvato. Sebbene queste siano mere congetture, per non dire pippe mentali, vero è che il sistema F1 è sempre in movimento tanto da guardare oltre il 2026.

La settimana scorsa è stato annunciato in pompa magna il rinnovo del GP del Belgio, che detto cosi, sembra quasi una ovvietà. Nella F1 di Liberty Media, con Domenicali che fa da ariete, nulla è scontato ed infatti al rinnovo del circuito delle Ardenne fa seguito una “postilla”, la quale dice che il suddetto evento seguirà l’alternanza con altri circuiti (da decidere), come impone il nuovo corso. Lo smacco, per non dire pugno nello stomaco, è dato proprio dallo stesso Domenicali il quale parla di celebrare il settantacinquesimo campionato del mondo con SPA che c’è dal 1950… quale modo più elegante per solennizzare il rinnovo e quindi la permanenza “dell’università” della F1, sottolineando che sebbene si correrà proprio tra le Ardenne, è anche vero che questo succederà a fasi alterne? La domanda per avere lo spettacolo della massima serie come vetrina è altissima e, naturalmente le offerte sono limitate, ed ecco che si gioca al rilancio. Già ora siamo arrivati all’irragionevole numero di ventiquattro GP (!) e, aumentare ulteriormente, sarebbe uno sproposito logistico oltre che ecologico (sigh!). Perciò a parità di eventi qualcuno deve cedere: ritengo che sebbene per il nostro sport questa overdose di popolarità sia un bene, è anche vero che determinati capisaldi o, se volete istituzioni, non debbano essere toccate… non si dovrebbe prendere nemmeno in considerazione una eventualità del genere. La F1 di oggi se ha raggiunto livelli di popolarità di tipo calcistico, è proprio grazie al suo passato che è fatta di duelli all’ultimo sangue proprio su piste (vere) come quella di Spa Francorchamps. Purtroppo l’attuale politica, voluta dai capi che dirigono il circo, è volta ad anestetizzare le coscienze collettive infilandoci in gola a forza valori che con la F1 non hanno nulla a che vedere: leggi “vietato dire parolacce”, “regole d’ingaggio” e non ultimo “circuiti cittadini”. Sebbene un giovane pilota (quest’anno ne avremo tanti) è sempre più confidente con i circuiti cittadini e non con una pista completa, è altrettanto vero che il suddetto pilota per sua natura ed indole, ci metterebbe poco a trovare le palle di affrontare pieghe come Dio comanda. Al contrario il grande pubblico, perché è questo il vero problema, riuscirebbe ad abituarsi alla F1 che fù (caso mai si ritornasse al passato) in maniera pachidermica, visto e considerato che le nuove generazioni sono state educate in questo modo. Sono perfettamente consapevole che ritornare ai fasti di una volta sarebbe totalmente anacronistico risultando un inutile esercizio nostalgico, vero è che come ho detto poc’anzi, ci sono dei principi che non dovrebbero essere mai messi in discussione e, uno di questi, è la pista belga. Come può un qualunque circuito, ricavato da un qualunque budello stradale di una qualunque metropoli del globo, sostituire l’Eau Rouge? Domanda che forse non avrà mai risposta (se non quella che i soldi muovono le montagne) eppure, per quanto riguarda me stesso, dichiaro che è ingiusto.

Chi con l’ingiustizia dovrà presto fare i conti è il neo pilota Jack Doohan il quale, appena stato ingaggiato da Briatore, si è visto tirare un bel gancio al mento proprio dallo stesso manager italiano, con la firma del contratto da parte di Colapinto proprio con la Alpine. A dire il vero lo stesso contratto del giovane australiano prevede una garanzia di prestazioni entro il primo quarto di stagione e, se cosi non fosse, subentrerà proprio l’argentino al suo posto. L’operazione Colapinto, da parte di Briatore soprattutto, ha assicurato alla squadra un pilota veloce (sebbene acerbo) e soprattutto un bel po’ di capitali portati dai suoi munifici sponsor. Chiaro che l’obiettivo è quello di farlo correre e, sicuramente la stessa Alpine evidentemente, non crede fino in fondo nel potenziale di Doohan il quale, di rimando, dovrà dimostrare immediatamente di meritare quel sedile altrimenti gioco forza dovrà fare posto al suo collega argentino. La dura legge di questo sport non dispensa solo immense gioie (per chi riesce a godersele), bensì anche cocenti delusioni se non si sanno cogliere le occasioni quell’unica volta che si presentano. In tal senso questo mondiale che sta per iniziare sarà un vero banco di prova per i tanti giovani piloti che andranno ad affiancare i veterani loro colleghi.

Concludo questo scritto riportando il fatto che, tra le tante notizie che sono trapelate, c’è quella dell’ormai imminente debutto di Hamilton a Fiorano (settimana prossima) e anche quella riguardante il colore della nuova Ferrari la quale pare, sarà ammantata tutta da un rosso di tonalità più scuro rispetto a quello che abbiamo visto sino all’anno scorso. Posso anche accettare queste variazioni artistiche per cosi dire, spero solo che la Rossa di Hamilton non si spinga oltre in tal senso perché dal rosso scuro alle “venature arcobalenate” sulla livrea… è un attimo!

Vito Quaranta