BASTIAN CONTRARIO: RIDI PAGLIACCIO

Dopo una lunga, quanto assurda e paradossale (che senso ha una pausa così lunga con ventitré GP?)  pausa di un mese, la F1 riapre i battenti in terra azera, con la tanto pubblicizzata Sprint Race riveduta e corretta. Quando un organizzatore di una disciplina sportiva cambia le regole a competizione iniziata e, soprattutto, in corso d’opera per giunta, beh quell’organizzatore sta messo veramente male. Ve lo immaginate il comitato olimpico che decide ad Olimpiadi in corso di aggiungere i 150 mt stile libero? Nemmeno io ci riesco, eppure in questa F1 iper tecnologica, affacciata ai nuovi mercati, dove “sono i giovani che comandano la domanda”, tutto è possibile ed ecco che tra venerdì e domenica si è consumata la prima delle sei Sprint Race. Il nuovo format non ha cambiato nulla, anzi forse (sicuramente!) le cose le ha peggiorate. Ciò che è stato vergognoso e vedere come tutti gli addetti ai lavori si sono sbattuti nel tessere le lodi di questo format, che è un vero e proprio insulto all’intelligenza dell’appassionato medio. Mentre assistevo ai canti di festa nei riguardi di questo nuovo modo di concepire il weekend di gara, mi tornava in mente l’opera “Ridi pagliaccio”: questa “viene intonata alla fine del primo atto da Canio, che si prepara per la commedia nel ruolo di Pagliaccio nonostante abbia appena scoperto il tradimento della moglie Nedda. Quest’aria rappresenta il concetto di “clown tragico”, che sostiene il suo ruolo comico senza mostrare alcun turbamento, ma che interiormente vive un dramma personale” (fonte wikipedia).

Ecco cosa mi è sembrata la F1 in questo week end: sorrisi di circostanza, festa nonostante non ci sia nulla da festeggiare, perché i famosi addetti, li hanno letti eccome i commenti di disgusto del popolo e allora ridi pagliaccio, fai felice il pubblico mentre tua moglie ti mette corna in ogni dove! Il vecchio format della sprint race almeno aveva il pregio (se così si può dire) di lasciare la miseria di due ore di FP (una al venerdì ed un al sabato), mentre con questo nuovo abbiamo decurtato un’altra ora, alé per la gioia del commercialista che a fine anno dovrà tirare le somme! Facendo un rapido calcolo, con weekend di gara regolare (con quello che costa un intero fine settimana tra l’altro), ci sono due ore di prove al venerdì, due al sabato (tra FP3 e qualifica) e all’incirca due ore di GP alla domenica, per un totale di sei ore. A parità di prezzo (ammesso che non l’abbiano anche aumentato il costo del biglietto), la F1 offre trenta minuti in meno di permanenza (dato che la Sprint dura mezz’ora, anche se a Baku è durata qualche minuto in più solo perché si correva in quel budello), perché si sa, lo spettacolo è così adrenalinico che le persone, sugli spalti o buttati sul prato, nemmeno se ne accorgono della minore durata.

Ridi pagliaccio, diverti il pubblico a qualunque costo, anche se mi chiedo quale pubblico… quale divertimento? Con questo nuovo format, per non farci mancare nulla, abbiamo un doppio spoiler: infatti se con il vecchio avevamo una sola qualifica (determinava la griglia di partenza della mini gara del sabato e poi l’ordine di arrivo della suddetta mini gara andava a determinare l’ordine di partenza del GP domenicale), così che veniva sputtanata solo (per modo di dire) la partenza alla domenica, ora lo sputtanamento è doppio visto che oltre a due partenze, abbiamo due qualifiche… la fiera dell’assurdo. Cosa c’è di emozionante in tutto questo? Il venerdì la qualifica per la gara di domenica (a scapito delle FP2) ed il sabato la qualifica (il regolamento di quest’ultima mi sono rifiutato di capirlo), a scapito delle FP3, per la gara del pomeriggio. Quello che abbiamo visto nelle qualifiche del venerdì è la fotocopia di quanto visto il giorno dopo: del resto se un pilota (in questo caso un immenso Charles) conquista la pole con un buon margine sul secondo, perché dovrebbe cambiare (salvo incidenti si capisce) qualcosa il giorno dopo? Infatti Charles disegnava traiettorie irraggiungibili per tutti sia al venerdì che al sabato. Lo stesso dicasi per la gara e quindi per la partenza: sabato abbiamo assistito al primo start e le emozioni (come è ovvio che sia) non sono mancate, con Verstappen e Russell che non se le sono mandate a dire. Cosa è successo il giorno dopo? Avete notato che partenza pulita ci sia stata? Persino Stroll non ha fatto casini, mettendosi come un bravo soldatino in fila indiana: tutti il giorno prima hanno prese le misure, tutti sapevano ormai il comportamento della pista e della macchina in quella particolare e concitata fase ed allora per quale motivo rischiare, quando poi c’era una lunga gara che evidentemente consentiva spunti per poter sopravanzare il proprio avversario? Cosa che, per molti, è puntualmente accaduta tra l’altro.

In questa rubrica mi piacerebbe commentare di F1 riferendomi alle gesta dei nostri eroi in pista ed al comportamento adottato dalle varie scuderie in merito alle scelte che operano, invece sono qui a scrivere dell’ovvio e che evidentemente tanto ovvio non è. Davvero la F1 vuole andare avanti con questa pagliacciata? Davvero vuole propinarci e quindi rovinare altri cinque appuntamenti? Possibile che in un futuro prossimo addirittura minacci (perché questi annunci giubilanti nei riguardi della Sprint Race non fanno che assomigliare a delle vere e proprie minacce!) di “inquinare” tutto il campionato? Evidentemente il sottoscritto sta invecchiando e male anche, eppure un conto sono l’assenza di pregiudizi, e quindi di dare una possibilità nel provare ad inserire qualcosa di nuovo che possa mettere pepe allo spettacolo, un altro è ostinarsi a dire che quella novità funziona, piace ed è ben voluta, quando i fatti dicono esattamente l’opposto.

Il buon Max, da parte sua, ha dichiarato di andarsene se le cose dovessero rimanere  così. Sebbene queste sue parole facciano bene a tutti noi, perché con rispetto parlando, un conto è se le dice lui certe cose un altro è se le dice Magnussen, è anche vero che credo che le sue minacce rimarranno solo chiacchiere, anche perché non si è vista nessuna levata di scudi da parte dei suoi obbedienti colleghi, i quali, assieme alle loro scuderie di appartenenza, chinano il capo ossequiosamente ad ogni diktat che mamma FIA decide. Mi pare evidente allora che la fantastica pole (quale delle due decidetelo voi… sic!) di Charles prima e la inevitabile bastonata in gara (decidete sempre voi quale) rimediata dopo, passa in secondo piano, perché quello è il fumo che serve a coprire gli occhi a distrarre dal vero problema che ci si trascinerà per molto a quanto pare. Alla fine della giostra, il circo, imperterrito come sempre, leverà le tende per spostarsi in altri pascoli e fino a quando ci sarà pubblico che sarà contento di vedere quel pagliaccio, che ride in maniera forzata, ci sarà ben poco da fare.

Allora ridi pagliaccio finché potrai e prega che quelle risate false non mutino in lacrime vere.

 

Vito Quaranta