MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI SILVERSTONE

Nel 1950 nomi che oggi suonano ormai mitologici si sfidavano a colpi di fioretto e di coraggio su circuiti altrettanto mitici dando vita al primo campionato del mondo di Formula 1. Nell’estate di quell’anno, Froilàn Gonzales, Alberto Ascari, Luis Chiron, Luigi Fagioli, Juan Manuel Fangio e Nino Farina, sfidavano le numerose insidie del circuito di Spa-Francorschamps, la versione lunga di 14 km, e per 3 ore e 500 km se le sono date di santa ragione alla per l’epoca fantasmagorica media di circa 190 km/h. Vinse Fangio, ça va sans dire, ma non fu sufficiente per fargli conquistare il primo storico titolo della nostra amata formula perché nell’ultima gara, a Monza, il solido Nino Farina su Alfa Romeo riuscì ad approfittare dei guai tecnici dell’argentino per vincere e portarsi a casa il primo storico titolo. Ebbene, nelle stesse ore in cui si svolse quello storico Gran Premio, a mille mila kilometri da Spa e precisamente nella piccola cittadina di Los Alamos, nel remoto stato del New Mexico, pare (nella storia degli aneddoti c’è sempre un “pare”) che si svolse una divertente conversazione tra alcune delle più brillanti menti del tempo durante la pausa pranzo. L’argomento era l’ennesimo avvistamento di UFO. Tra cachinni e sollazzi, gli scienziati (eh, siamo a Los Alamos! Potevano essere idraulici o armocromisti?) si facevano beffa dei boccaloni che si bevevano qualunque storia raccontata dai giornali (e no, a guardare i social oggi le cose non paiono molto cambiate…) ma poi, come immagino sia d’uso tra le grandi menti, la conversazione pare abbia virato su questioni più interessanti. Edward Teller, Emil Konopinski, Herbert York e altri presero a discutere sulla probabilità che, data la vastità dell’universo, potessero esserci davvero altre specie intelligenti là fuori. Partirono calcoli e ragionamenti, ragionamenti e calcoli: mi immagino i tovaglioli di carta usati per tracciare equazioni e disequazioni sulle variabili che andavano considerate. Continuarono per un po’, masticando hamburger e patatine fritte, e man mano che procedevano si rendevano conto che la presenza di altre civiltà intelligenti in mezzo a quei numeri astronomici (letteralmente!) avesse un tasso di probabilità piuttosto elevato. Da una civiltà (la nostra) passarono a 10, poi 100 poi 1000 civiltà extra-terrestri. Tra gli “altri” prima citati ce n’era uno che forse era il più brillante tra i brillanti, tale Enrico Fermi, ne connais-vous pas?, e pare se ne stesse zitto mentre gli altri discutevano su quei numeri da far girare la testa (e secondo me stava zitto solo per cercare di farsi andar bene le schifezze che stava mangiando ricordando con mesta nostalgia le prelibatezze italiche della sua gioventù). Ma quando i numeri delle civiltà extraterrestri virarono pericolosamente verso il milione alzò la testa guardando di sottecchi i suoi colleghi e poi alzò le mani come a zittirli. E loro si zittirono perché quando parla Enrico Fermi si sta zitti e si ascolta. Punto. Calcoli e risate sugli UFO si placarono e quando ebbe l’attenzione di tutti esclamò:

“sì, ok, bravi… ma dove sono tutti quanti?”

Già: dove sono tutti quanti?

Questo aneddoto ha dato origine a ciò che in astrofisica viene definito “il paradosso di Fermi” e sebbene io non abbia la minima idea di dove siano tutti quanti so invece per certo dove se ne può trovare uno: in cima alla lista di non-pagelle che state per leggere!

VERSTAPPEN

Eccola la risposta al paradosso di Fermi: Max Verstappen! Ma che week end ha fatto?! Alla sesta vittoria consecutiva, ottava in totale su 10 gare ci sarebbe già da sfogliare il dizionario alla febbrile ricerca di aggettivi per descrivere tanta abilità, forza, dominio che ha ben pochi pari nella storia della Formula 1. Ma se consideriamo che il compagno di squadra, che pure guida la stessa macchina, nelle ultime 5 gare non è mai arrivato in Q3 in qualifica e ha faticato a prendere punti pare evidente che le prestazioni di Max debbano essere considerate al limite dell’incredibile. Sì, è vero, la RBR rimane, anche a dispetto delle deludenti performance di Perez, la miglior vettura del lotto. Ma l’impietoso confronto deve, ripeto DEVE se si ha anche il minimo barlume di onestà intellettuale, dare la misura della stupefacente stagione che Max ha fatto fino ad oggi. Ed è proprio nelle ultime 5 gare che, se mai ci fossero stati dubbi, il valore aggiunto che Max ha impresso alla stagione è venuto fuori in modo preclaro, cioè quando gli altri hanno cominciato ad avvicinarsi. Mercedes, Ferrari ed ora McLaren hanno via via migliorato la vettura ma Max, come niente!, si è migliorato da sé sfornando performance al limite dell’incredibile. Anche a Silverstone, con le sorprendenti McLaren alle calcagna, non si è minimamente scomposto e dopo aver stampato crono irreali in qualifica sforna una gara in cui ha messo in mostra tutto il suo repertorio. A parte la partenza, s’intende, che lo vede soccombere al prodigioso stacco di Norris. Ma già dopo pochi secondi mostra con cattiveria a Piastri che di lì non si passa. Fa sfogare Norris per qualche giro e poi lo attacca di forza prendendosi la testa della gara. Che McLaren fosse in palla si vede subito: Max forza per due/tre giri ma Norris rimane lì attaccato. Lando, se gli dai la macchina, si dimostra osso duro di quelli veri ma ancora una volta il nostro non si scompone minimamente e la mette sul ritmo, come faceva un certo Michael Schumacher, remember?, staccando tempi fotocopia giro dopo giro e usando ogni decimo a sua disposizione per aumentare i metri d’asfalto che lo separavano dall’arrembante alfiere di Woking. Arrivato a circa 10 secondi si tranquillizza, si fa per dire…, e gestisce con più comodità il resto della gara. La SC non gli fa nulla e, favorito anche dalla conservatività McLaren sulle gomme, sfodera l’ennesima ripartenza da manuale e vince con comodità. Che gli si può dire? Alieno? Eccolo!

NORRIS

Bravo, bravissimo, bravissimissimo! E ancora più di Lando bravissimi gli uomini McLaren! Come è possibile trasformare una vettura che fino a due GP fa navigava nelle ultime posizioni in una vettura che, se non fosse per Max, a Silverstone avrebbe vinto in carrozza? Bella domanda! Il mio tentativo di risposta è: TD39. Ah, ma ancora lì sei?! Ma è acqua passata! Eh no, cari amici, tutto parte da lì e proprio le curiose ed eterogenee performance dei team dietro Max delle ultime 5-6 gare sono lì a dimostrarlo. Se all’introduzione del nuovo regolamento tecnico nel 2022 solo RBR e Ferrari si sono fatte trovare pronte si è visto plasticamente che poi la TD39 ha cambiato tutto. Solo RBR è riuscita a reggere tecnicamente mentre gli altri sono andati in confusione. La TD39 è stata assorbita nel regolamento 2023 ma solo RBR (e, almeno inizialmente, Aston Martin) è riuscita a mantenere la giusta direzione tecnica mentre gli altri hanno continuato a brancolare nel buio. E che gli altri fossero in confusione si è visto chiaramente nelle prime 5 gare della stagione. Confusione che però era ed è destinata a diradarsi, vivaddio. Sicché da qualche GP vediamo le varie squadre, a cominciare da Mercedes che ha deciso di abbandonare il concept 22, che di volta in volta performano in modo inaspettato perché stanno cominciando a trovare la quadra. Fatto sta che Landino nostro appena si è trovato un semi-missile sotto il sedere ha fatto vedere di che pasta è fatto costringendo Max ad un giro monstre in qualifica e dandogli del filo da torcere nella prima parte di gara. L’unico appunto che gli si può fare riguarda il “si accomodi prego” dato a Max in occasione del sorpasso. L’unica cosa che si può tentare contro un Verstappen in tale stato di grazia è provare a mettergli pressione e forse, dico forse, qualche tentativo in più a inizio gara Lando poteva farlo. Del resto non lo si può rimproverare nemmeno più di tanto: se provi a fare baruffa e poi si finisce per prati che si fa? E se poi si scopre che, visto l’andazzo della stagione sin qui, che questa era l’unica gara in cui si poteva andare a podio? Strepitosa è stata anche la sua difesa nel duello con Hamilton, che pure godeva del doppio vantaggio di gomma, dopo la ripartenza da SC: ai limiti della perfezione, come si è potuto apprezzare dai camera car di Lewis durante il duello. Ad ogni modo il secondo posto finale, oltre ad una pantagruelica boccata d’ossigeno per i papaya (insieme al quarto posto di Piastri), è anche il biglietto da visita che Lando stava aspettando: “datemi qualcosa di serio che poi ci penso io” sembra aver detto… e fatto! Grandissimo.

HAMILTON

Zitto zitto, quatto quatto il buon Lewis acchiappa un podio che per come si erano messe le cose in qualifica e nella prima parte di gara non sembrava alla sua portata. In effetti deve soccombere a Giorgino in qualifica e anche in gara non sembra averne tanto quanto il suo team mate. Questione di centesimi, per carità, ma tanto ha detto la pista. Il suo grande pregio? La strategia di gestire le gomme gialle più a lungo possibile per riuscire ad ottimizzare il finale. Certo, la SC è arrivata nel momento giusto ma è proprio lì che ha fatto la differenza con Giorgino il quale nel suo tentativo di overcut su Leclerc non era riuscito a gestire altrettanto bene. E alla fine, sempre zitto zitto quatto quatto, continua ad allungare in classifica mondiale su Giorgino. Volpone!

PIASTRI

Un bravo bravissimo non glie lo leva nessuno. Con Norris super gasato dalla inaspettata competitività della McLaren ti aspetti che un rookie come lui si prenda le piste. E invece no! Tanto in qualifica, in cui si prende solo poco più di un decimo da Norris, quanto in gara il giovane protégée di Mark Webber fa vedere a tutti di che pasta è fatto. Il maggior pericolo per lui era rappresentato dal non saper reggere l’aria rarefatta delle posizioni da podio ma non si è fatto per nulla intimorire e ha detto la sua con decisione. Anche lui ha fatto una partenza eccezionale e probabilmente anche lui avrebbe sopravanzato Max alla prima curva se Max non fosse stato… Max! Mi ha poi molto colpito la sua capacità di stare dietro al magnifico duo di inizio gara con una nonchalance da veterano, come se fosse in attesa della sua occasione. Così bisogna fare: se quelli davanti si scornano devi essere pronto ad approfittare della minima sbavatura. Bravo. Peccato per la strategia conservativa di McLaren che ha messo le bianche nell’unico stop per paura di non riuscire a chiudere la gara il che non gli ha consentito, dopo la SC, di provare ad attaccare Hamilton. Se entrambe le McLaren avessero avuto le rosse il post-SC sarebbe stato ancora più divertente, non credete? Aspettiamo i papaya alle prossime prove – troppe false speranze si sono accumulate nei team di rincalzo per pensare a loro come nuova seconda forza. Però l’impressione è stata eccellente. Bravo e bravi.

RUSSELL

Beffato ancora una volta dall’esperto eptacampeao Giorgino deve accontentarsi di un posto all’ombra. Certo però che il suo l’aveva fatto: in qualifica ha sopravanzato il teammate e in gara si è mosso con un ritmo migliore che se non fosse stato per l’arcigna resistenza di Leclerc nella prima parte gli avrebbe forse consentito di stare insieme alle McLaren. Però ha peccato nella gestione gomme (oppure il ritmo più veloce si è rivelato un boomerang) il che l’ha dapprima costretto a scornarsi con Leclerc (a proposito: sorpasso strepitoso!) e poi, complice SC, a non trovarsi nelle condizioni ottimali per provare a fare qualcosa di più. Diciamo che dopo alcune gare un po’ in ombra qui si è finalmente rivisto un po’ il suo talento. Però ci si aspetta sempre qualcosa in più. Vai Giorgino, vai, suvvia!

PEREZ

Male male male per l’ennesima volta. Ma si può, con una macchina come la RBR mancare la Q3 per la quinta volta consecutiva? Se le prendiamo singolarmente, ogni defaillance in qualifica del nostro sembra essere qualcosa di estemporaneo, un momento di sfortuna, la pioggia presa al momento sbagliato, le gomme fredde, l’errorino nel momento clou che ci può stare, e così via. Ma quando ciò accade per cinque volte consecutive è evidente che è sintomo di un problema grosso. E questo problema grosso, lasciatemelo dire, è un grosso problema! E come si spiega? Checo non è esattamente uno fermo. Quindi? Quindi la RBR è una macchina eccellente ma evidentemente non così tanto come Max la fa sembrare. E appena ti va storta una virgola sei fuori. Perez e i suoi guai stanno dimostrando antiteticamente la grandezza di Max. Poi magari dalla prossima gara torna a battagliare là davanti, e glie lo auguro perché ricordiamoci che il sorrisone di Daniel nel retrobox potrebbe assumere contorni assai inquietanti. Quanto alla sua gara non è stata male e dobbiamo registrare due sorpassi eccellenti: su Stroll al 13° giro e nel finale su Sainz. Ma non è certo a questo che dovrebbe mirare. Anche se la domanda è: ma se fosse partito davanti avrebbe resistito a Norris? Posso permettermi il dubbio?

ALONSO

Dopo l’inguaiato Perez ecco l’inguaiato Alonso. Gara insolitamente anonima per lui e solo grazie alla SC, giunta al momento per lui più propizio, evita il rischio di non andare nemmeno a punti. Onestamente non c’è molto da dire se non rilevare che gli aggiornamenti AM portati in Canada non stanno dando i frutti sperati e, anzi, sembrano pericolosamente pendere verso il salto all’indietro che in avanti. Mah!

ALBON

Se avessimo preso la Williams di inizio stagione e avessimo visto Albon in queste posizioni avremmo gridato al miracolo spellandoci le mani per l’anglo-thailandese. Invece questa gara, che pure porta un risultato in altri tempi totalmente insperato, lascia parecchio amaro in bocca al nostro. Perché? Perché per tutte le prove libere ha fatto vedere cose strepitose: praticamente sempre secondo dietro a Max! Poi in qualifica, pur raggiungendo la Q3 agevolmente, non riesce a dare la zampata che sotto sotto tutti si aspettavano e si deve accontentare, si fa per dire, dell’ottavo posto. Anche in gara non brilla quanto ci si aspettava e fatta eccezione per il sorpasso nel finale su Sainz, fatto con sagacia approfittando delle difficoltà di quest’ultimo nel duello con Perez, non ha mostrato granché. Per com’era messa la Williams quest’anno tanto di cappello ma per quel che aveva fatto vedere nelle premesse allora, be’, uhm… Dolce-amaro.

LECLERC

Ferrari in regresso? Mah! Diciamo che Silverstone era un banco di prova importante per confermare le ultime buone gare. Per com’è andata la gara non ci nascondiamo dietro a un dito e lo diciamo: bocciatura su tutta la linea. A cosa è dovuta? Non saprei. La cosa che più mi ha colpito è stato vedere un po’ di camera car di Charles in cui l’anteriore tendeva a scivolare troppo costringendo CLC a controlli non voluti. Che ciò sia dovuto alla conformazione della pista, che si è sempre detta non adatta a questa vettura, o alle nuove gomme portate da Pirelli è altra cosa che i tecnici Ferrari dovranno indagare. Per il buon Charles si è trattato dell’ennesima gara a cercare di guidare sopra le difficoltà della macchina. Però ci ha provato: nella prima parte di gara la sua resistenza contro l’arrembante Russell è stata eccezionale. Poi non ha potuto fare molto di più peraltro azzoppato da una strategia che mi ha lasciato “molto, tanto, anzi parecchio” (cit.) perplesso: il 19° giro non era troppo presto? Dopo quell’improvvido cambio gomme ha passato il resto della gara a guardare il panorama. Dopo la SC, gomme gialle nuove, è andato molto meglio, compreso il sorpasso al suo confuso compagno di squadra, ma non c’era più tempo per recuperare. Rivedremolo!

SAINZ

Anche lui è parso un po’ confuso dalla vettura ma sfortunatamente non sono riuscito a vedere camera car significativi per capire se soffriva gli stessi problemi di Leclerc. Non parte benissimo e deve accodarsi a Russell ma non riesce a tenerne il ritmo e si stacca via via. Non resiste agli attacchi subiti e non ne porta. Conta comunque su una buona strategia che dopo i vari pit stop degli altri l’avrebbe anche riportato in quinta posizione se non fosse giunta la SC, peraltro gestita magistralmente da Hamilton e Alonso. Poi cerca di resistere a Perez ma lo fa malissimo così che viene infilato come il classico pollo da Albon e dal team mate. Chiude dietro a Leclerc il peggior risultato Ferrari dell’anno dopo l’Australia. Che dire? “C’è ancora tanto da lavorare” (cit.).

NOTE DI MERITO

Non che abbia fatto granché dal punto di vista prestazionale (in Q si è preso 1-secondo-1 da Albon) ma Sargeant, forse per la prima volta da inizio stagione, fa una gara più che discreta che lo porta ad un passo dalla zona punti (anche grazie alla penalità comminata a Stroll, d’accordo, ma intanto era lì). Vediamo se trovarsi una macchina migliore gli dà anche la spinta in più che serve per far decollare una stagione sin qui fallimentare.

Gasly ottimo in qualifica e in gara avrebbe meritato molto di più del DNF ma quel satanasso di Stroll al 45° giro lo butta fuori malamente rompendogli una sospensione. Da notare una Alpine stranamente non incisiva sul dritto quando, nei passati GP, sotto questo aspetto aveva invece fatto vedere ottime cose. Mah!

NOTE DI DEMERITO

Magnussen si prende le piste da Hulk in prova, e non è una novità, e anche in gara, e stavolta è una novità. Deve stare attento il buon Kevin perché se comincia ad andare peggio di Hulk anche in gara, al di là delle contingenze, il suo posto comincerà ad essere seriamente a rischio.

Stroll continua ad andare un po’ a caso. Nello scorso GP avevo notato alcuni camera car in cui staccava la mano sinistra dal volante per riposarla e fare piccoli esercizi e avevo ipotizzato che i problemi ai polsi forse non erano stati del tutto risolti. Sarà così? Non lo so ma quella sportellata a Gasly se la poteva decisamente risparmiare

DeVries purtroppo continua a non riuscire a rendere. Vero che Alpha Tauri è suo malgrado diventata l’ultima forza ma anche stavolta va male in qualifica (non inganni la posizione di Tsunoda appena davanti a lui: si è pigliato mezzo secondo) e in gara ha mestamente navigato in ultima posizione per tutto il tempo. Male male male!

NOTE DI ANONIMATO

Oh Zhou! E dove sei finito? Niente più guizzi? Davvero vuoi tornare dietro a Bottas?

A Ocon do del pietoso solo per il gusto di farlo. Come dite? Stavolta non è colpa sua perché gli si è rotta subito la macchina? Eh ma mi sta ancora facendo ridere per la gara ridicola dell’Austria in cui ha collezionato 30 secondi di penalità per infiniti track limits! Quindi visto che qui vale il cathedra mea regulae meae glie lo do ancora: pietoso!

Ci vediamo all’Hungaroring!

Notizia dell’ultima ora! Stavo per mandare in stampa… oh che bello! è una vita che lo volevo scrivere quindi lo riscrivo in maiuscolo. STAVO PER MANDARE IN STAMPA l’articolo…ok ok ok! Diciamo che avevo già allegato il doc alla mail da mandare ad Andras – quando mi è balzato l’occhio su una succulenta breaking news: Ricciardo sostituisce Nick DeVries in Alpha Tauri!

Che ne dite? Checo tira un sospiro di sollievo o deve preoccuparsi ancora di più?

 

Metrodoro il  Teorematico