IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Alla fine il dado è tratto dunque e, il segreto di Pulcinella è stato svelato. No, non mi riferisco all’annuncio di Ferrari del suo Direttore Tecnico a “cinque lettere” (Louic Serra), bensì alla presentazione da parte di Aston Martin di Adrian Newey. Il genio inglese alla fine ha sciolto gli indugi e quindi firmato con “la iconica” scuderia (alla pari di Ferrari dice). Al di la delle parole di circostanza e delle immediate frecciatine nei riguardi proprio di quella Rossa, che non l’ha voluto, per Aston Martin e quindi il suo patron che è coinvolto in prima linea nel progetto F1, è stato un colpo alla pari di Ferrari nell’aver preso Lewis Hamilton, con la differenza che il campione inglese alla causa della Rossa potrà regalare due, al massimo tre anni, mentre il connazionale dell’epta campione, genio indiscusso della aerodinamica, potrà dare un contributo molto più futuribile… salute permettendo si capisce.

Iniziamo col mettere subito l’accento sull’ovvio onde evitare inutili equivoci e fastidiose polemiche: firmare Adrian Newey non è sinonimo di garanzia di vittoria al 100%, perché anche il buon Adrian ha commesso (chi non ne commette?) i suoi errori progettuali eppure (come al solito c’è sempre il trucco!), avere Adrian dalla propria parte significa aumentare vertiginosamente le proprie probabilità di riuscire nell’impresa di vincere e, vincere anche dominando. La scelta di Newey è avvenuta intorno a giugno, più o meno nello stesso periodo in cui è andato a visitare la factory di Aston e quindi di Lawrence Stroll, il quale è stato il vero autore ed artefice di tutto questo. Infatti se il blasonato tecnico inglese ha accettato l’offerta dei “verdi”, è stato proprio perché ha visto la ferrea volontà da parte del management della Aston Martin nel voler mettere a posto le cose e, soprattutto perché lo stesso Stroll è impegnato in prima linea in questo rilancio del marchio inglese. Proprio Newey ha ricordato come egli stesso ha lavorato per Team Principal che nel contempo erano anche proprietari della squadra (mi riferisco a gente che si chiama Ron Dennis e Frank Williams), ed è stato proprio questo impegno in prima persona da parte di Stroll appunto, che è stato il boost necessario affinché Newey si convincesse del tutto. Ad uno come Lawrence gli si può dire di tutto, fuorché non abbia le idee chiare su cosa ci sia da fare per poter mettere una squadra in una situazione vincente: ha legato alla suo team la partnership con i motori Honda, ha coinvolto Aramco come title sponsor e, nel frattempo che si assicurava questi pezzi grossi dal punto di vista imprenditoriale, faceva la spesa proprio dai suoi avversari assumendo gente del calibro di Bell, Cowell e Cardile e, per non farsi mancare nulla, mette su una factory di primo ordine (la ciliegina sulla torta che ha convinto Newey), comprendente una nuova fabbrica, nuovo simulatore e nuova galleria del vento. Cosa gli si vuole dire ad uno come Lawrence Stroll? L’imprenditore canadese ha dimostrato a tutto il mondo della F1, a cominciare proprio dalla Ferrari di Elkann – Vigna – Vasseur, cosa significa il termine voglia di vincere. Da qui le parole caustiche (il tipico humor british non deve mai mancare!) dello stesso Newey nei riguardi di chi lo ha rifiutato, affermando che la Aston è un nome iconico tanto quanto quello della Ferrari: con tutto il rispetto per Adrian e Aston Martin, come squadra ne dovranno mangiare di pane duro, come si dice dalle mie parti, per raggiungere l’iconicità della Rossa eppure a mio giudizio, questa è solo una delle tante frecce avvelenate che arriveranno all’indirizzo di Maranello. Stroll con questa mossa ha fatto un all in clamoroso e sicuramente si sono presi un rischio calcolato. Infatti questo progetto ha solo tre vie da prendere:

  • Aston Martin è dominante da subito nel 2026
  • Aston Martin avrà bisogno di un paio d’anni per poter far quadrare tutta la mole di personale che assunto prima di vincere
  • Aston Martin farà un fiasco clamoroso

Di certo Dio non ama i vigliacchi e Lawrence Stroll (e tutto il consiglio di amministrazione che è alle sue spalle), con questo all in, tutto ha dimostrato tranne che di essere un codardo.

Ciò mi collega direttamente alla Rossa, perché incredibilmente si è parlato di “Coraggio da parte di Ferrari nel non aver preso Newey”! Ebbene sì, i miei stanchi occhi anche questo hanno dovuto leggere. Come mai Ferrari è stata cosi “coraggiosa”? Gli amici di Formu1a.uno ci indicano la via quando scrivono che la Rossa ha “voluto conservare un equilibrio tecnico economico”. Cosa significa? Sempre tramite Formu1a.uno veniamo a sapere che Adrian, oltre a firmare per Aston ne è divenuto anche azionista, ed il gioco signore e signori che mi leggete è tutto qui: soldi e quindi potere. Adrian, nella squadra inglese, praticamente va a guadagnare come un pilota (nella F1 una cosa del genere non era mai successa molto probabilmente) e se Ferrari avesse accettato le sue condizioni, inevitabilmente sarebbe andata a rompere “quell’equilibrio tecnico economico” così delicato che ora evidentemente vige in seno alla Gestione Sportiva, anche se ora non si chiama più così. Le azioni acquisite da parte di Newey fanno capire che il tecnico inglese è entrato in squadra non da semplice dipendente, bensì da “padrone” che tiene alla sua creatura e che quindi non vuole che vederla crescere sana e forte. Come ho già scritto in passato e, mi spiace ripetermi, Ferrari con Newey non ha fatto altro che ripetere il madornale errore che fece con Ross Brawn il quale a sua volta, non voleva fare altro che rimanere a Maranello solo che lo status di “dipendente” non gli stava più bene… poi abbiamo visto tutti com’è andata a finire! La storia si ripete e Ferrari, avendo a disposizione il tecnico più blasonato di sempre, preferisce lasciarlo alla concorrenza semplicemente perché non ha voluto cedergli il potere che evidentemente chiedeva e, naturalmente non era intenzionata a ritoccare nella voce “uscite” la parola “stipendi degli ingegneri”! Perché è un fatto che pagando quella enormità (meritata a mio giudizio, visto il mondo della F1 come funziona) a Newey se l’avesse preso, “quell’equilibrio tecnico economico” si sarebbe incrinato con inevitabili ripercussioni sulla serenità di tutta la gestione Sportiva. La vita, come ho già detto in passato, è fatta di scelte e Ferrari al momento tutto dimostra fuorché di voler vincere sul serio perché ripeto, sebbene Newey non è garanzia di vittoria al 100% è anche vero che invece di lasciarlo alla concorrenza, il minimo sindacale era quello di blindarlo immediatamente. Alla Rossa bastava pareggiare l’offerta di Aston Martin (e con molta probabilità sarebbe venuto anche con qualche milione all’anno in meno) e, il mago dell’aerodinamica a parità di offerta, avrebbe scelto la vera icona del motor sport. Invece la Beneamata non solo ha preferito continuare i soliti giochi di società, scegliendo di vincere in primis in borsa anziché in pista, addirittura ha già dovuto incassare il primo perculo dal rinnegato Newey, paragonando appunto la Aston alla Ferrari. Il 2026 è molto vicino ormai ed il dado è tratto come ho detto all’inizio di questo scritto, a questo punto solo la pista deciderà chi ha avuto veramente ragione. Non resta che aspettare per avere l’ardua sentenza.

Buon GP di Baku a tutti.

Vito Quaranta