F2 ARABIA SAUDITA 2025 – VERSCHOOR PIÙ VELOCE DELLA LEGGE

Il weekend di Jeddah ha regalato spettacolo agli appassionati di F2 e ha permesso di delineare l’insieme dei piloti che lotteranno per il titolo quest’anno. Oltre ai consueti colpi di scena, abbiamo anche due nuovi record (uno un po’ ufficioso).

NB: per ragioni di facilità di lettura, data la somiglianza dei cognomi di Victor Martins (ART) e Jose Martì (Campos), indicherò il primo come Martins mentre per il secondo apporrò il suo nomignolo “Pepe” nelle situazioni in cui si potrebbe fare confusione.

Le qualifiche del Venerdì si sono concluse con un colpo di coda di Jak Crawford (DAMS), che mette insieme il giro perfetto proprio all’ultimo momento utile della sessione, beffando di 22 millesimi Victor Martins (ART) che invece aveva comandato dall’inizio. Leonardo Fornaroli (Invicta) conferma la sua grande crescita piazzandosi a soli 92 millesimi dalla vetta. Ottimo anche il quarto posto per Luke Browning (Hitech), seguito da Arvid Lindblad (Campos) e Alexander Dunne (Rodin). Gabriele Minì (Prema), dopo essere stato anche in testa a un certo punto, ha chiuso ottavo.

La Gara Sprint, come da regolamento, vede i primi 10 piloti in posizioni invertite rispetto a quelle delle qualifiche. Roman Stanek (Invicta), decimo nelle qualifiche, partirebbe davanti a tutti ma una penalità per impeding gli causa invece lo arretra in quarta posizione.

Parte quindi in pole Richard Verschoor (MP) con Minì al suo fianco, ma l’italiano pattina e Pepe Martì può rubargli la posizione. Come in Bahrain, un incidente evoca la Safety Car dopo poche decine secondi di bandiera verde (stavolta Shields nelle retrovie va a sbattere ancor prima di arrivare in curva 1); alla ripartenza Martì passa Verschoor ma l’olandese regola il pilota della Campos il giro dopo e si riporta in testa.

Pepe Marti #3 Campos Racing, during round 3 of the FIA Formula 2 Championship at Jeddah Corniche Circuit in Saudi Arabia on April 18-20, 2025. // Dutch Photo Agency / Red Bull Content Pool // SI202504190313 // Usage for editorial use only //

La manovra sul momento era sembrata dura ma regolare, tuttavia più avanti nella gara i giudici gli daranno 5s di penalità per aver forzato Martì fuori pista. Lo spagnolo stesso in seguito giudicherà la decisione come eccessiva. Minì nel frattempo viene passato da Lindblad per la terza posizione.

La gara contina e Pepe Martì finisce largo in curva 10. Riesce in qualche modo a sopravvivere ma rientra in pista alle spalle di Lindblad. I primi tre proseguono a elastico per il resto della gara, con Verschoor che allunga per poi stabilizzare il distacco sui quattro secondi.

Crawford ha un passo pari a quello dei piloti di testa e si porta rapidamente alle spalle di Minì, in difficoltà finora. L’americano tenta l’attacco in curva 1 ma va al bloccaggio, complice lo sporco all’interno, e finisce addosso all’italiano, girandosi e quindi ritirandosi. La Safety Car entra di nuovo in pista ma la ripartenza non porta stravolgimenti nelle posizioni di testa.

Verschoor prova a riallungare sugli inseguitori ma con 4 giri a disposizione non riesce ad andare oltre i due secondi. Lindblad quindi eredita la prima posizione e con 17 anni e 8 mesi diventa il pilota più giovane di sempre a vincere una gara in Formula 2, migliorando il record di Theo Pourchaire, stabilito a Montecarlo nel 2021. Lo avevo detto la scorsa gara, che è la “next big thing”.

Verschoor al contrario non riesce nemmeno a salire sul podio. Non conosco la statistica esatta ma ormai dovrebbe aver fatto il record per il numero di vittorie perse a causa di squalifiche o penalità, almeno per la Formula 2. Pepe Marti conquista la piazza d’onore mentre Dunne ritorna subito sul podio, dopo la vittoria in Bahrain, merito anche di un doppio sorpasso ai danni di Stanek e Minì. Il palermitano nella seconda metà di gara ha lottato a lungo con Fornaroli per la sesta posizione ma alla fine ha mantenuto la posizione.

La partenza di gara 2 è lineare e per la prima volta nelle ultime due settimane non è interrotta da nessuna safety car. Crawford mantiene la prima posizione davanti a Martins e Fornaroli, mentre Lindblad va largo nel tentativo di superare Browning e cede la quinta posizione a Dunne, seppur restando davanti al suo compagno di red bull academy Pepe Martì. Almeno finché questi non lo passa sul rettilineo dei box a inizio del secondo giro. Nei primi giri subisce anche la pressione di Minì, ottavo, almeno finché le gomme non molleranno l’italiano, che infatti sarà tra i primi a cambiarle.

In difficoltà è anche l’altro nostro connazionale, Leonardo Fornaroli, che al quinto giro sbaglia l’uscita di curva 22 e permette a Dunne e Browning di passarlo al tornante. Anche lui andrà ai box non appena possibile (ricordo che, da regolamento, il pit stop obbligatorio della gara lunga è valido solo se effettuato dopo tot giri, in questo caso sei). I piloti di testa li imitano nei giri immediatamente successivi.

Martins prova un overcut di due giri nei confronti di Crawford e riesce a uscirgli davanti; una VSC, chiamata per rimuovere dei detriti, gli fa anche guadagnare tempo prezioso per scaldae le gomme, ma non è sufficiente per impedire a Crawford di riprendersi la posizione non appena si torna sotto bandiera verde.

 

L’attrazione principale dopo le soste è il trenino di Pepe Martì, Dunne, Browning e Minì, in lotta per la quarta posizione virtuale.

Dato che in Arabia Saudita:

  1. non puoi superare al di fuori di curva 1 e curva 27
  2. se passi alla 27, il DRS permette all’altro pilota di riprendersi la posizione sul rettilineo dei box
  3. se il tuo avversario è davanti a te in curva 1, non ci puoi fare molto visto che non si può affrontarla in due senza che uno finisca fuori pista per evitare il contatto
  4. adoro il circuito di Jeddah

le posizioni restano in questo equilibrio instabile per buona parte del secondo stint, con battaglie anche divertenti ma che non risolvono i conflitti. Alla fine l’unico cambiamento di posizione sarà per Dunne, merito di una penalità di 5s per aver forzato Browning fuori pista. Minì dopo metà gara si allontana e finirà preda di Linblad.

Questo duello però fa un po’ perdere di vista quello che succede in testa.

Verschoor è il primo dei piloti su strategia alternativa e nella prima parte di gara aveva ricevuto ben poche attenzioni da parte delle telecamere. Dopo che i piloti su soft si sono fermati invece si scatena e, nonostante la gomma usata, a ogni giro fa registrare il record personale, tanto da guadagnare su Crawford anche a parità di aria pulita.

L’esito di questo stint magistrale è che dopo il pitstop obbligatorio a quattro giri dalla fine Verschoor è a 3.5 secondi da Crawford, che aveva dominato fino a quel momento. Il tempo di scaldare le gomme e gli è addosso, cosicché all’ultimo giro Verschoor può compiere indisturbato il sorpasso che gli vale la prima posizione in pista e la vittoria al traguardo. Stavolta nessun giudice gliela può togliere. Crawford può forse recriminare il duello con Martins, che gli ha fatto perdere quel secondo che alla fine ha permesso a Martins di attaccare all’ultimo momento utile.

Come sette giorni prima in Bahrain, Martins deve difendere l’ultimo gradino del podio dal rientro di Fornaroli ma stavolta l’impresa riesce. Minì resiste al rientro dei piloti su strategia alternativa, che nessuno oltre a Verschoor è riuscito a far funzionare a dovere, e conclude nono.

Questo campionato deve ancora mostrare le sue carte, perché al momento non sono ancora emersi con chiarezza i contendenti per il titolo. In questo contesto Verschoor può essere uno dei favoriti: ha un’esperienza rara per l’attuale F2 (è nel campionato dal 2021), una buona velocità, e corre per il team campione del mondo. Con la vittoria nella gara lunga Verschoor va anche in testa al campionato (e senza il “furto” di gara-1 avrebbe avuto anche un margine maggiore).

Il campionato finora è stato incoraggiante anche per un altro “vecchietto” della F2, Victor Martins (corre dal 2023, per gli standard della serie è a fine carriera). Negli anni passati era sempre partito con i favori del pronostico ma si smarrì strada facendo, quest’anno sembra invece aver ritrovato la consistenza che gli era mancata. Per esempio, è sempre partito secondo in tutte e tre le gare. Browning, Crawford, Pepe Martì ancora non mi convincono del tutto.

 

Parlando invece dei rookie, quello che sta dando più soddisfazioni è Leonardo Fornaroli, forte di una stagione soddisfacente in ogni sessione. L’unico difetto emerso finora è nella gestione delle gomme negli stint lunghi, ma di solito si migliora col tempo.

Alex Dunne è forse più veloce, ma ha una condotta di gara troppo irruenta. Arvid Lindblad è promettente ma è ancora molto giovane e non sono sicuro del ruolo che potrà svolgere in questo campionato. Ma credo che continueremo a sentirne parlare. Minì e la Prema purtroppo non sembrano giocare una parte attiva. Il palermitano ha anche corso bene, ma è stato sulla difensiva per tutti i chilometri della gara sprint e della gara lunga.

Nessuno ha ancora fatto notare al media staff della Formula 2 che Fornaroli è italiano e non irlandese…

La Formula 2 si rivede tra circa un mese a Imola

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dal sito ufficiale fiaformula2.com o dagli account social della Formula 2, salvo dove diversamente indicato]