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F2 RUSSIA 2021 – A CHANGE OF SEASON

Mentre la stagione 2020 viveva continui ribaltamenti di classifica e colpi di scena, l’edizione del 2021 è sorprendentemente lineare.

Guanyu Zhou (UNI) aveva conquistato un buon vantaggio in Bahrain, da Montecarlo in poi Oscar Piastri (Prema) ha recuperato, lo ha affiancato, ha compiuto il sorpasso a Monza e dopo il round russo lo ha staccato. Robert Shwartzman (Prema) e Dan Ticktum (Carlin) provano a inserirsi nel conflitto ma la traiettoria è ormai tracciata. IMHO.

A Sochi continueranno a correre David Beckmann per la Campos (il cui posto in Charouz viene raccolto da Pietro Fittipaldi) e Jake Hughes per la HWA Racelab al posto di Matteo Nannini. Nel frattempo inizia a delinearsi il futuro della serie, ma questo è argomento per l’articolo successivo…

Nelle prove libere le UNI Virtuosi sembrano le vetture da battere, con Felipe Drugovich che conclude la sessione in testa (per la prima volta quest’anno), seguito dalla Campos di Ralph Boschung, dalla ART di Theo Pourchaire e dal primo dei candidati al titolo, Zhou. Le Prema al contrario paiono in difficoltà, con Shwartzman 7° e Piastri 10° a sei decimi dal leader.

L’esito delle qualifiche ribalta i pronostici. Piastri conquista la terza pole consecutiva e porta a 19 punti il vantaggio su Zhou, con l’unico ostacolo di Jehan Daruvala (Carlin) facilmente dispensato. Nella (breve) storia della F2 tale impresa era stata compiuta solo da altri tre piloti: Leclerc, Russel e Albon. Questo ci dice più di qualcosa sull’australiano. Il dato è ancor più sorprendente se consideriamo che l’anno scorso aveva vinto il campionato di F3 senza mai essersi qualificato neanche in prima fila (!!).

Come nelle prove libere, seguono Pourchaire e Zhou (a quasi mezzo secondo dal rivale), poi il silenzioso-ma-concreto Boschung, il sorprendente Hughes su HWA (la vera impresa del Venerdì: quasi rookie -terzo round di F2 in carriera- ha portato la vettura più scarsa della F2 in top-6!) e Shwartzman. Dopo il russo, il duo della Hitech Liam Lawson e Juri Vips, mentre Ticktum chiude la top 10 e per questo partirà in pole in gara-1.

Il Sabato mattino il cielo elargisce una monsone e gli organizzatori si vedono costretti a rimandare la gara nel pomeriggio e, contestualmente, a cancellare gara-2.  Si torna, sia pur temporaneamente, alla struttura “classica” del weekend di gara.

I colpi di scena principali di gara-1 avvengono ben prima dell’inizio della gara: Zhou scende in pista per il giro di schieramento, esce dalla corsia box e, non appena tocca i freni all’approcciarsi di curva 2, si gira e stalla, tradito dalla pista fredda. Proprio quello che ci vuole, quando devi recuperare venti punti a un avversario che non sembra conoscere momenti di debolezza… la faccia del cinese successiva a tale cazzata sesquipedale tradiva una certa rilassatezza, frutto, secondo me, di un contratto quasi sicuro con la Sauber.

Non passa neanche un minuto e, in una delle sequenze più incredibili che ricordi, Drugovich perde il controllo dell’altra UNI e la stampa a muro con una violenza tale da essere considerato “unfit” anche per la Feature Race. Bella schifezza x2 (ma temo che le sorti del brasiliano ormai interessino solo ai parenti stretti).

Gara-1 si svolge pertanto senza le UNI e prende luogo su un tracciato umido, il che renderà la vita difficile a tutti i piloti, dal momento che le attuali Pirelli faticano tantissimo a entrare in temperatura (e se non ci entrano possono far perdere fino a dieci secondi al giro). Per tale ragioni i piloti per la maggior parte della gara lotteranno in primis con le proprie coperture.

Probabilmente per i rischi connessi al partire con slick gelide, viene effettuata una rolling start dopo due giri di SC. Lo spettacolo è dato principalmente dagli errori dei piloti: Vips sbaglia nell’ultimo settore e viene infilato da Lawson, il quale arriverà lungo in curva 14 e sfascia la sospensione posteriore. Shwartzman finisce fuori pista varie volte e per poco non viene sorpassato da Hughes. Nemmeno Piastri è immune agli errori, e in ripartenza da una VSC va largo e viene sorpassato da tre macchine. Daruvala aveva compiuto la rimonta migliore della giornata ed era in vista di Shwartzman prima di prodigarsi in un testacoda.

Ticktum non sbaglia niente e stacca il gruppo. Dopo 18 giri vince (prima vittoria “vera” dell’anno) davanti a Vips (primo podio da Silverstone), Shwartzman (primo podio in Russia), Hughes (primi punti) e Pourchaire. Piastri conclude fuori dalla zona punti e non approfitta della scemenza di Zhou, mentre Shwartzman e Ticktum gli si avvicinano in classifica.

Il weekend nero del cinese prosegue anche nella Feature Race, dove in uno dei primi giri meno ispirati della carriera perde quattro (!) posizioni e piomba in ottava posizione. Anche Daruvala non ha un grande scatto, sicché dopo Piastri vanno a collocarsi Pourchaire e Boschung (una Campos in zona podio!).

La gara si sviluppa in maniera piuttosto lineare. L’unico avversario per Piastri è il rookie della ART, che lo tallona e, grazie a un overcut, riesce anche a sopravanzarlo ai box – prima ovviamente di essere ripassato a causa delle gomme fredde. Piastri si districa meglio tra i piloti su strategia alternativa e stacca il francese di un paio di secondi. La lotta per la vittoria virtualmente finisce qui, sebbene i due continueranno a spingere come dannati per il resto della gara (all’arrivo il gap con il terzo supererà i 12 secondi).

Alle loro spalle Boschung regge il ritmo degli inseguitori e ha il podio nel mirino. Almeno fino al giro 22, dove, per via della pressione di Daruvala e Shwartzman, spiattella le gomme e lascia passare il duo avversario. Il tedesco svilupperà poi una foratura, che lo porterà a ritirarsi dalla gara.

Dopo 30 giri Piastri vince davanti a Pourchare e Daruvala. Shwartzman e Ticktum si sono prodotti nella consueta rimonta domenicale e concludono 4 e 5. Zhou non riesce a cambiare l’inerzia della gara e conclude 6, mentre Lawson (gpv) è il migliore dei piloti partiti su dure e conclude 7. Richard Verschoor (MP), Christian Lundgaard (ART) e Beckmann concludono la zona punti.

Vips, per la terza gara quest’anno (e seconda Feature Race consecutiva), si ritira nelle prime fasi per problemi tecnici. Peraltro, proprio in questo weekend aveva scoperto di avere avuto un problema al cambio per tutta la stagione che gli faceva perdere tempo a ogni scalata…

Alla fine dei giochi, Piastri (178) ha più che raddoppiato il suo vantaggio su Zhou (142), che sale a 36 punti, mentre Shwartzman (135) e Ticktum (129) continuano il loro lento avvicinamento alla seconda posizione. Non credo che per loro sia lecito sperare di più.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Tutte le immagini sono tratte dagli account istituzionali della F2]

 

 

F2 ITALIA 2021 – AND THEN THERE WERE THREE

Dopo quasi due mesi di stop, a Monza è tornata la F2 e lo ha fatto in grande stile: l’appuntamento di Silverstone era stato tanto scialbo quanto quello brianzolo è stato ricco di sorpassi. L’appuntamento italiano inoltre ha chiarito una volta per tutte che i pretendenti al titolo sono solo Oscar Piastri (Prema), Guanyu Zhou (Uni Virtuosi) e Robert Shwartzman.

Qualche novità sulla composizione della griglia: Matteo Nannini è sostituito da Jack Hughes, mentre Dan Ticktum viene espulso dall’accademia Williams. Non si capisce bene se sia stato espulso per via di certi commenti esplosivi, o se sia stata una reazione conseguente… Durante la pausa estiva si registra anche un test con l’Alfa Romeo per nientemeno che Mahaaver Raghunathan, probabilmente il pilota più scarso che abbia mai visto in F2.

Le prove libere mettono in mostra un’insolita usura delle gomme, sicché i tempi fatti segnare a metà sessione non vengono più battuti – anche per via di una bandiera rossa, uscita per i problemi meccanici delle due DAMS. Alla fine la spunta Dan Ticktum (Carlin), che precede di due decimi l’enfant prodige Theo Pourchaire (ART), di pochi millesimi davanti a Jehan Daruvala (Carlin). Venendo ai pretendenti al titolo, Oscar Piastri (Prema) è quinto, Guanyu Zhou (Virtuosi) è solo 13°, comunque meglio di Robert Shwartzman, addirittura 18°.

Il duello al vertice si infiamma in qualifica. Alla vigilia c’erano preoccupazioni che potesse ripetersi la scena andata in onda nelle qualifiche della F1 nel 2019, con nessun pilota che fece segnare il tempo per evitare di tirare la scia ai rivali. Per la sessione sia stata più incasinata della media, la F2 ha evitato tali eccessi.

Oscar Piastri prende la testa fin dai primi minuti e non la molla più se non per pochi minuti a metà sessione. Seconda pole consecutiva per lui e quattro punti guadagnati sul rivale cinese. Daruvala conferma il feeling con questo tracciato (l’anno scorso conquistò il primo podio) ed è secondo davanti a Zhou, che resta quindi a portata di tiro del rivale. Liam Lawson (Hitech), Drugovich (miglior risultato in qualifica in F2) e Ralph Boschung (Campos, anche per lui miglior risultato in carriera) completano le prime file. Gli altri pretendenti alla vittoria son più lontani: settimo Pourchaire, ottavo Ticktum, nono Juri Vips (Hitech). Shwartman è solo dodicesimo. Il 19° posto di Christian Lundgaard (ART) ormai non fa più notizia.

L’alfiere della Campos David Beckmann si è qualificato decimo, pertanto partirà in pole per la prima sprint race. Vicino a lui partono Vips, Ticktum e Pourchaire.

Nota per il lettore: tutte le gare sono state piuttosto incasinate, quindi i resoconti che seguono devono essere considerati più dei riassunti che non delle cronache dettagliate.

Al via Vips brucia Beckmann, operazione che non riesce a Ticktum. Un giro dopo l’inglese subisce l’attacco di Pourchaire in curva-1, ma vanno lunghi entrambi. Il francese taglia la curva mentre Ticktum prova a restare in pista e viene centrato da Drugovich, finito anch’egli lungo. Ticktum compie un mezzo spin e poi si ferma, mentre il brasiliano deve passare ai box per cambiare l’ala. Ennesimo incidente ed ennesimo ritiro della stagione per l’inglese, ennesimo errore per il brasiliano.

Entra la SC e alla ripartenza Lawson attacca Pourchaire per la seconda posizione. Il francese lo stringe all’uscita della Prima Variante e l’austriaco danneggia l’ala e guadagna e un biglietto di a/r per i box. Drugovich continua la sua miseria schiantandosi da solo alla Ascari.

Dopo due giri di VSC, sale in cattedra Shwartzman, che supera di forza il compagno e rivale Piastri, ora ai margini della top 10 mentre il rivale per il titolo è vicino al podio. Il ritmo del russo è ottimo, ma la sua gara viene rovinata da una penalità di 5 posizioni, inflittagli per aver tagliato curva-1 al primo giro.

Nel frattempo entra in gioco l’ennesima SC per un nuovo incidente, stavolta di Roy Nissany (DAMS), che si gira sempre all’Ascari. La ripartenza innesca numerosi duelli e sorpassi, il più importante dei quali è quello di Pourchaire su Vips, che spiattella le gomme in una difesa troppo energica. Superato l’estone, Pourchaire mette giù giri veloci su giri veloci, mentre la Hitech crolla in classifica e finisce dietro anche al teammate Lawson, che aveva dovuto sostituire l’ala a inizio gara.

Dopo 21 giri di grande spettacolo Pourchaire vince davanti a Zhou, che ha gestito la gara con calma e lungimiranza. Shwartzman è a pochi decimi dal cinese ma la penalità lo conduce in sesta posizione. Il posto sul podio è ereditato da Christian Lundgaard, che recupera sedici (!) posizioni dalla griglia di partenza (il che dà la cifra di quanto la Sprint Race sia stata incasinata). Una buona prestazione all’interno di una stagione veramente misteriosa. Piastri è quarto malgrado un passo non così superlativo e limita i danni a quattro punti. Quinto è Liam Lawson, bravo a recuperare dopo essersi trovato ultimo dopo nove giri su 21.

Il poleman Beckmann ha avuto il passo del gambero ed è piombato in decima posizione, che comunque gli garantisce di nuovo la pole position nella successiva Sprint Race. Vicino a lui partiranno Daruvala, Vips e Bent Viscaal (Trident).

Anche l’avvio sarà però uguale a quello di mezza giornata prima: parte male e Daruvala lo scavalca in cuva-1. Viscaal fa lo stesso con Vips, mentre il mai fortunato Lundgaard viene mandato in testacoda da una DAMS. Alle retrovie c’è un bel duello tra i protagonisti di gara-1, con Pourchaire che passa Piastri e Zhou. Dopo una VSC, necessaria per recuperare le macchine di Jack Hughes (HWA) e Guilherme Samaia (Charouz), i duelli riprendono.

Pourchaire si tiene dietro i due, mentre Shwartzman mostra che la velocità di gara-1 non era casuale e in pochi giri raggiunge la top 5. Il duello tra Beckmann e Viscaal per il secondo posto permette a Daruvala di scappare e a Shwartzman di raggiungerli. Al giro 14 Piastri sorpassa Pourchaire, che viene infilato anche da Zhou. Il francese pare non avere più grip nelle gomme, e finirà per uscire dalla zona punti

Il duello per il podio si conclude quando al penultimo giro Beckmann va lungo in curva 1. Quando restituisce la posizione a Viscaal si espone all’attacco di Shwartzman, cheinfatti  lo infila con un sorpasso alla Ascari con due ruote sull’erba (!). All’ultimo giro il tedesco sarà passato anche da Lawson.

Dopo 21 giri dominati, Daruvala conquista la seconda vittoria in carriera con 6s su Viscaal (primo podio per la Trident nel 2021) e con 9 su Shwartzman, che precede un gruppo di sei macchine piuttosto compatto: Lawson, Beckmann, Vips, Piastri (gpv), Zhou (che perde quattro punti sull’australiano ma che soprattutto non è stato capace di attaccarlo per tutta la gara) sono tutti racchiusi in tre secondi. Nessun rimontante (Drugovich, Ticktum, Lundgaard) entra nei primi 10.

La Domenica mattina si disputa l’unica gara del weekend con le posizioni conquistate in qualifica (quick recap: Piastri Daruvala Zhou Lawson Drugovich). Le temperature inferiori (29 gradi sulla pista) inducono i primi a partire con le morbide. Il primo pilota a tentare la strategia alternativa, quindi a montare le dure, è Ticktum, ottavo.

La partenza una volta tanto non è caotica; l’unico avvenimento tra i primi è Zhou che sorpassa Daruvala. La bandiera verde dura poco: dopo un minuto Samaia si gira (in completa autonomia) alla seconda di Lesmo e stalla in mezzo alla pista, provocando l’ingresso della SC. Alla ripartenza si vedono numerosi duelli: Drugovich sorpassa Daruvala in curva 1, ma viene ripassato in Curva Grande, mentre Zhou viene infilato da Lawson con una bellissima manovra all’esterno della Roggia.

Durante il giro 8 avviene l’evento che definisce la gara: all’uscita della Roggia Vips, in lotta con Ticktum, rallenta improvvisamente per rottura del motore. Ticktum non può non evitarlo e lo tampona col muso. Miracolsamente non subisce danni,  ma il problema per l’inglese è ben altro: tutti i piloti partiti su morbide si fermano ai box per sostituirle e beneficiano così di un pit stop gratuito. Ticktum, insieme a Lundgaard e i pochi altri partiti su dure invece devono proseguire, condannandosi a dover effettuare il pit stop in regime di bandiera verde.

L’inglese non sarà l’unico front runner a vedere la gara rovinata da questa SC: Shwartzman e Drugovich devono mettersi in fila e aspettare che i rispettivi teammate concludano il cambio gomme. Un pit stop lento invece toglie di mezzo Lawson dalle prime posizioni.

La ripartenza vede pertanto Ticktum davanti a Armstrong, Lundgaard e Deledda (un quinto pilota, Marino Sato, viene fermato dal cedimento del propulsore). I leader virtuali danno gran spettacolo: Piastri passa Deledda, mentre Zhou si scambia varie volte la posizione con Daruvala. Al netto dei numerosi duelli, dopo qualche giro i piloti con gomme nuove raggiungono Ticktum ma sembrano non averne per sorpassarlo; in generale il ritmo dei piloti su gomme vecchie è simile a quello degli altri, con Lundgaard che similmente si tiene alle spalle Lawson e Pourchaire.

Più indietro, Shwartzman recupera qualche posizione ma non sembra avere la velocità mostrata nelle Sprint Race, mentre Drugovich resta vittima di un problema di comunicazione con i box, e viene richiamato per sostituire l’ala  in realtà integra.

L’unica strategia per Ticktum è di sperare che i piloti dietro di lui si rovinino le gomme stando nella sua scia. Certo, una SC gli consentirebbe di sostituire le gomme con spesa minima di tempo, ma ormai la gara si avvia alla conclusione. Lundgaard smette di credere nella possibilità e rientra durante il giro 22…

…letteralmente due secondi dopo Lawson (che aveva rimontato fino alla quarta posizione) si ferma sul rettilineo di partenza a causa dell’esplosione dell’estintore di bordo (!!!) e evoca l’ennesima SC di questo weekend. Lundgaard è sfortunato anche nella fortuna. Ticktum al contrario coglie l’occasione e pitta al momento giusto. Dopo la sosta è undicesimo ma può contare sul gruppo compattato e su soft nuove, mentre gli altri sono su dure a fine vita.

La ripartenza è un altro momento chiave della gara, e forse del campionato. Piastri blocca all’ingresso di Curva 1 e finisce lungo perdendo l’abbrivio in accelerazione. Zhou al contrario esce alla perfezione dalla Prima Variante e affianca il rivale in Curva Grande, presentandosi alla Roggia con un metro di vantaggio, ma all’esterno. In un remake del duello tra Schumacher e Montoya del 2003, Piastri si aggrappa ai freni e recupera il metro in frenata, percorrono la Roggia appaiati e in trazione l’australiano riconquista la testa della corsa.

Nel frattempo, sempre alla Roggia, Ticktum si tocca con Boschung, si gira in mezzo al gruppo ma per miracolo non colpisce nessuno, non perde tempo e non danneggia le gomme. Può continuare la rimonta: in due giri è già settimo, e dopo altri due giri è quarto. Supera Pourchaire per il podio, ma, quando ha nel mirino il duo di testa,  Beckmann e Viscaal collidono alla Prima Variante.

La quarta SC della corsa congela le posizioni e mette al riparo i piazzamenti di Piastri e Zhou dalla furia di Ticktum. Pourchaire conclude quarto davanti a Daruvala, dopo aver passato buona parte della gara nella mischia. Shwartzman alla fine conclude sesto, limitando parzialmente i danni dopo aver trascorso metà gara fuori dai punti. Alle sue spalle vanno a punti Richard Verschoor, Lirim Zendeli (entrambi MP Motorsport), Roy Nissany e Marcus Armstrong (entrambi DAMS).

Successivamente Verschoor viene squalificato dopo che la sua macchina è risultata sottopeso alle misurazioni (probabilmente non ha raccolto abbastanza gomma nel giro di rientro). La sua mala sorte permette a Lundgaard di scalare in decima posizione  e di guadagnare pertanto un punticino.

In classifica l’australiano della Prema allunga di nove punti sul cinese e porta il vantaggio a 15 punti, 149 contro 134. Segue Robert Shwartzman, staccato di una trentina di misure, a 113 punti. Quarto è Ticktum con 104, mentre i piloti più indietro sembrano ormai tagliati fuori dalla lotta.
Il weekend di Monza è stato la rappresentazione della stagione 2021: Zhou e Piastri sono stati costantemente veloci e hanno sbagliato pochissimo, con l’australiano un pelo più incisivo dell’inglese (soprattutto nel corpo a corpo). Shwartzman si complica la vita e recupera solo parzialmente. Ticktum è in teoria il più veloce ma non conceetizza quasi mai, anche a causa di eventi sfortunati. Drugovich sarebbe anche discreto ma si trova sempre in mezzo ai guai. Pourchaire veloce anche se gli manca ancora l’esperienza per andare forte in tutte le circostanze. Lundgaard mette in mostra delle buone qualità ma deve urgentemente compiere un pellegrinaggio a Lourdes. Lawson e Vips potrebbero lottare per il titolo ma sono falcidiati dai guasti e da qualche errorino di troppo.
[Tutte le immagini sono tratte dal sito e dagli account social della F2]
Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

F2 GRAN BRETAGNA – BOREDOMS

La lotta per il titolo di F2 è entrata nel vivo. Guanyu Zhou (UniVirtuosi) finora aveva guidato la classifica con autorevolezza ma adesso è stato raggiunto da tutti i principali rivali, come il duo Prema (che lo scavalca in classifica), Dan Ticktum (Carlin) e, un po’ più indietro, le Hitech di Liam Lawson e soprattutto Juri Vips. In generale ora la classifica vede una decina di piloti nell’arco di 50 punti – e un singolo weekend di gara assegna idealmente 69 punti.

Si giunge al weekend di Silverstone con tre notizie. La prima è che il leader Zhou lascerà la serie a fine anno, a prescindere dal risultato; un po’ perché ha la F1 nel mirino (ha anche effettuato una sessione di prove libere in Austria) ma anche perché i costi che la serie richiede ai propri piloti sono diventati così elevati che è impensabile disputare più di due o tre stagioni. Matteo Nannini continuerà a correre col team Campos anche a Silverstone, mentre il giovane talento Theo Pourchaire (ART) ha completato il recupero della frattura del polso, conseguenza di un incidente a Baku.

Le prove libere si svolgono nella norma, con un paio di bandiere rosse e molta azione nei minuti finali. La spunta Dan Ticktum (Carlin) con due decimi e mezzo su Oscar Piastri (Prema), il principale inseguitore di Zhou in classifica, il quale è sesto a poco più di mezzo secondo, davanti a un Christian Lundgaard (ART) in recupero dopo l’inizio di campionato insoddisfacente a dir poco. Robert Shwartzman (Prema), terzo in campionato, è decimo mentre Pourchaire, il giovane talento della serie, è ultimo dopo aver causato la prima bandiera rossa con un testacoda.

[COURTESY OF MOTORSPORT.COM]

Le qualifiche introducono i temi del weekend: Oscar Piastri ottiene la sua prima pole dal 2019 e, grazie al bonus di quattro punti elargito al poleman, ora è solo a un punto da Zhou. Il cinese lo affiancherà in prima fila; resta comunque della partita. L’australiano ha beneficiato dei pasticci del compagno di squadra Shwartzman, il quale nel corso dell’ultimo tentativo è andato in testacoda alla Stowe, provocando una bandiera gialla e rovinando i giri ai suoi principali avversari. Ticktum e Felipe Drugovich (UniVirtuosi), dopo aver lottato per la pole per due terzi di sessione, invece concludono 4 e 6. Hanno invece beneficiato dell’interruzione Richard Verschoor, che porta la modesta MP in terza posizione, e Roy Nissany (DAMS), che ottiene la migliore prestazione in carriera in F2 (ottavo). Lundgaard, decimo, partirà in pole in gara-1 per via dell’inversione della griglia.

[COURTESY OF ROBERT SHWARTZMAN VIA TWITTER.COM]

Gara-1 come di consueto regala poche emozioni. Al via Shwartzman compie una partenza stellare e balza dalla quarta alla prima posizione. Lundgaard cede invece la posizione anche a Juri Vips, qualificatosi nono e partito secondo. A sorpresa, Zhou va in testacoda in completa autonomia in curva 4 e si deve ritirare. Stessa sorte anche per Nissany (partito terzo), vittima di un contatto con Lundgaard nello stesso punto. La gara vedrà altri due testacoda ad opera di Alessio Deledda (HWA) e Guilherme Samaia (Charouz), per il resto non accade nulla.

Vince Shwartzman in controllo su Vips. Lundgaard conquista il primo podio dall’opening in Bahrain, mentre seguono Drugovich, tallonato da Pourchaire, e Piastri, il cui sorpasso su Lawson per la posizione è stata l’unica manovra degna di nota dopo il primo giro. La zona punti è chiusa da Ticktum, mentre la top ten da Marcus Armstrong (DAMS) e Verschoor, maturata dopo aver compiuto una sosta aggiuntiva sotto SC per montare gomme fresche.

Il giro più veloce è stato di Piastri, il che gli permette di guidare la classifica con 83 punti, due di vantaggio su Shwartzman (81) e 5 su Zhou (78). Sono a distanza di una vittoria anche Vips (75), Ticktum (61), Pourchaire (61), Daruvala (53), Lawson (52) e Drugovich (49).

[COURTESY OF AUTOSPORT.COM]

Gara-2, di solito il round più convulso del weekend, è stata calma al limite della noia. Verschoor vince dopo essere partito dalla pole. Per MP è la prima affermazione stagionale, per il pilota olandese invece è la prima dal 2017 (!). Armstrong chiude secondo dopo aver respinto Ticktum, che trascorre la gara in scia all’austriaco senza tentare neanche un attacco. Il fatto che i primi tre sono arrivati nelle stesse posizioni in cui sono partiti spiega efficacemente la gara.

Due incidenti (uno spettacolare tra Nannini, Deledda e Ralph Boschung (Campos) in partenza, uno miserabile tra Daruvala e Bent Viscaal (MP) dopo sei giri) fanno sì che la prima metà a conti fatti vede tre giri di bandiera verde, comunque abbastanza per Zhou per rimontare dodici (!) posizioni. La gara si anima un po’ nei giri finali, quando diversi piloti si trovano in difficoltà con le gomme. Piastri respinge Vips e sorpassa Lawson. L’australiano conferma le sue doti di gestione delle gomme segnando il giro più veloce all’ultimo giro. Più indietro si forma un trenino che va dalla sesta (Vips) alla quattordicesima posizione, ma nessuno azzarda una manovra. L’unica fonte di spettacolo è Shwartzman, che va in testacoda a 10 km dalla fine nel disperato tentativo di raggiungere la zona punti.

La rimonta di Zhou si arena in questo trenino e il cinese non va oltre l’undicesima posizione; la sua resta un’ottima rimonta. Lundgaard poteva essere un protagonista della corsa, ma stalla nel giro di formazione (è incredibile la sfortuna del danese quest’anno). Considerando anche la battuta di arresto di Shwartzman, Piastri allunga sui principali rivali, con l’eccezione di Ticktum.

Dopo lo “spettacolo” di gara-1 e gara-2, non mi aspettavo molto dalla Feature Race. Non sono stato deluso.

[COURTESY OF LIVEGP.IT]

Piastri parte male dalla pole e Zhou lo brucia; allo stesso modo Ticktum passa Verschoor. Piastri tenta l’undercut ed è il primo dei primi a passare ai box, al giro 7. Ticktum risponde il giro dopo ed emerge davanti all’australiano, mentre il cinese prosegue per altri quattro giri con ottimi tempi. Quando si fermerà sarà ben davanti all’inglese della Carlin. Piastri si fa vedere negli specchietti di Ticktum per qualche giro, ma con sorpresa di tutti sembra incapace di replicare il passo visto al Sabato. Passerà la seconda metà di gara a guardarsi le spalle da Verschoor, che aveva allungato lo stint con gomme morbide. Il duello culmina in una sequenza di sorpasso-controsorpasso all’ultimo giro, l’unico momento adrenalinico della corsa.

Neanche alle spalle dei primi succedono cose interessanti. Vips, il migliore dei piloti su strategia alternativa, dopo la sosta è troppo lontano dai primi e manifesta un passo troppo poco veloce per poter ambire anche solo alla top 5. Shwartzman va in crisi con le gomme soft e su dure non riesce a recuperare il gap che si era andato creandosi. Conclude quinto davanti a un trenino aggressivo costituito da Drugovich, Vips, Pourchaire, Lirim Zendeli (MP) e Jehan Daruvala (Carlin). I sei transitano sotto la bandiera a scacchi separati da appena due secondi e nove decimi.

L’unico “drama” della corsa proviene dal mai fortunato Christian Lundgaard, che parte dai box con la posteriore sx non fissata a causa di un dado difettoso. La ruota rimbalza in pitlane e per fortuna nessuno si fa male – a parte la gara del danese, che dopo aver perso un giro ai box è anche oggetto di uno Stop&Go. Nel piattume complessivo si distingue Nissany, che perde il posteriore alla Chapel e si esibisce in una doppia piroetta.

[COURTESY OF THELASTCORNER.IT]

In classifica si assiste al sorpasso di Piastri ma anche alla riscossa di Zhou, che si rilancia dopo quattro gare senza punti. Piastri resta comunque aggrappato alla vetta del campionato, 108 punti contro 103 del cinese. Terzo è Shwartzman a 91 punti, insidiato da Ticktum (89) e Vips (85). Il russo quest’anno sta soffrendo il compagno di squadra: non solo sta facendo molti più errori dello scorso anno, ma anche in termini di passo gara “puro” spesso non è all’altezza di Piastri. Dopo una barriera di venti punti si incontrano gli altri inseguitori, Pourchaire (65), Drugovich (59), Lawson (58) e Daruvala (56).

Quello di Silverstone è stato il peggiore weekend in termini di spettacolo dal 2019. Spero che a Monza sarà meglio.

[Immagine in evidenza tratta da gazzetta.it]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

F2 BAKU 2021 – RELOAD

Guanyu Zhou ha avuto un pessimo fine settimana ma nessuno dei suoi diretti avversari è riuscito ad approfittarne. La classifica si è molto accorciata tuttavia il cinese resta leader in campionato. Ma proseguiamo con ordine.

[COURTESY OF MOTORSPORT.COM]

Ritorna Matteo Nannini, stavolta con la Campos, per sostituire un Gianluca Petecof in crisi di sponsor e di risultati.

Le prove libere sono movimentate da diversi incidenti e da un tracciato in rapida evoluzione. Juri Vips conclude la sessione davanti a tutti con addirittura 7 decimi (!) su un sorprendente Boschung, che anche qui si conferma al top con la Campos (una delle scuderie più scarse del campionato). Le UniVirtuosi paiono in difficoltà, con Zhou 12 e Drugovich 15.

[COURTESY OF REDBULL.COM]

Le qualifiche confermano i risultati delle libere: le due Hitech davanti a tutti, con Liam Lawson che guadagna la pole dopo aver comandato per tutta la sessione, e Juri Vips secondo a un decimo abbondante. I top driver (ormai la definizione è quantomeno dubbia) sono compresi in un decimo… tra l’ottava e la dodicesima posizione a circa un secondo dalla pole: 8 Guanyu Zhou (guadagnata all’ultimo secondo), 10 Robert Shwartzman (Prema), 11 Felipe Drugovich (Uni), 12 Lundgaard (ART). Meglio di loro fanno i propri compagni di squadra, con Oscar Piastri (Prema) terzo e Theo Pourchaire (ART) quarto. Quinto e sesto sono Dan Ticktum (Carlin) e Marcus Armstrong (DAMS), che sembra sul pezzo. Continua a sorprendere Boschung, stavolta settimo.

Il rookie austriaco della Hitech sta dimostrando di avere la velocità per lottare per il campionato.

Robert Shwartzman (RUS) PREMA Racing.
05.06.2021. FIA Formula 2 Championship, Rd 3, Sprint Race 1, Baku, Azerbaijan, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Gara-1 è come al solito la più tranquilla del weekend, anche se è stata più movimentata delle altre viste finora. Per effetto della reverse grid parte in pole Shwartzman, secondo Jehan Daruvala (Carlin) e terzo Zhou. La partenza è lineare nelle prime posizioni, con Daruvala che perde la posizione a beneficio del cinese della UniVirtuosi, ma in curva 2 Drugovich manca di pochi metri il punto di frenata, abbastanza da innescare un tamponamento che mette fuori gioco i due contendenti al titolo Lawson e Piastri (più Alessio Deledda). Il brasiliano sarà punito con 10s di penalità.

[COURTESY OF F2 VIA TWITTER.COM]

Dalla ripartenza alla bandiera a scacchi la gara vive l’assolo di Shwartzman, che prima scava un solco di quattro secondi e poi amministra fino al traguardo. Dopo tante prove opache o sfortunate, una prestazione del genere era necessaria, tanto per la lotta al titolo che per il proprio morale.

Più indietro si fanno largo Ticktum e Pourchaire, il primo a inizio gara e l’altro nella seconda metà. Sono gli unici a mostrare un passo simile a quello di Shwartzman, e alla fine concludono secondo e quinto. Sull’ultimo gradino del podio ci sale Zhou, che riesce a guadagnare su quasi tutti i diretti avversari. Quarto è Daruvala, un po’ deluso dopo la partenza dalla prima fila. Sesto è Boschung, che ormai non fa più notizia. Chiudono la zona punti Armstrong (che perde diverse posizioni) e Vips (che resta più o meno intorno alla posizione di partenza). Lundgaard e Drugovich restano a secco per l’ennesima volta in questo inizio di campionato.

Gara-2 si conferma di nuovo come la gara più caotica del weekend. Per effetto della griglia invertita, le prime file vedono un po’ di outsider: in pole c’è Bent Viscaal (MP) seguito da David Beckmann (Charouz), a seguire Vips e Armstrong. Piastri e Lawson partono in penultima fila.

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La prima metà di gara è confusionaria, come da tradizione a Baku: al via Zhou, tradito dalle gomme fredde, sbaglia in modo assoluto la frenata di curva1 e tampona Dan Ticktum. L’inglese ritorna in pista in ultima posizione, mentre il cinese deve abbandonare la corsa. Anche Pourchaire e Boschung si toccano, con il francese che ci rimette l’ala e si aggrega a Piastri e Lawson nel gruppo dei “rookie in rimonta”. Entra la SC ma alla ripartenza degli incidenti la costringono a rientrare dopo neanche un giro. Il copione si ripete una terza volta; nella mattanza restano coinvolti anche Lundgaard (come al solito sfortunato), Drugovich (come al solito casinista) e Armstrong (come al solito non concretizza).

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Alla ripartenza (giro 9) troviamo quindi Vips davanti Beckmann e Viscaal, dopo averli infilati nei pochi chilometri di bandiera verde disponibile. Shwartzmann è riuscito a passare dalla decima alla quinta posizione, mentre Lawson e Ticktum sono incredibilemente alle sue spalle. Il resto della corsa è tranquillo: Vips scappa, Shwartzman non riesce a recuperare sui piloti che lo precedono. La presenza di lunghi trenini che beneficiano di DRS e scia a quanto pare inibisce i sorpassi. La gara è più movimentata nelle retrovie, con Ticktum, Lawson, Piastri e Pourchaire che portano a compimento le proprie rimonte.

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La centesima gara della F2 è vinta pertanto da Juri Vips, che si prende la rivincita nei confronti di una carriera finora avara di risultati. Alle sue spalle hanno di che festeggiare anche Beckmann (primo podio) e Daruvala, che non lo si vede e non lo si sente ma alla fine ha segnato punti in quasi ogni gara. Hanno motivi di soddisfazione anche Shwartzman, Ticktum, Lawson e Piastri (che fa segnare il giro più veloce), che guadagnano su Zhou. Il cinese resta comunque in testa alla classifica, con 78 punti contro i 55 di Piastri e Pourchaire.

La Feature Race, come da tradizione quest’anno, è invece la gara più tesa. Finalmente i piloti partono secondo l’ordine della qualifica.

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Aitken e Nannini restano fermi sulla griglia di partenza e provocano l’annullamento della partenza e un secondo giro di formazione. La vera  partenza è molto movimentata: Lawson parte male e si fa infilare da Vips e Piastri e si trova costretto a difendersi da Pourchaire, che stringe pericolosamente contro il muro nell’accelerazione dopo curva 1.  Ciò causa un piccolo ingorgo alle sue spalle: Ticktum, Armstrong e Pourchaire arrivano appaiati in curva 4 e, come tutte le azioni in cui prende parte l’inglese della Carlin, si risolve in un incidente. Armstrong e Pourchaire (che peraltro si fa male a una mano) si ritirano, mentre Ticktum continua, al prezzo di un pit stop in più (che non vale come pit stop obbligatorio in quanto effettuato prima del sesto giro) e di una penalità di 10s da scontare.

Alla ripartenza dalla SC Lawson infila Piastri e si accoda a Vips, ma arriva anche per lui una penalizzazione di 10s per la manovra su Pourchaire (lì per lì era sembrata una pena eccessiva, ma in effetti stava per far schiantare Pourchaire contro il muro, quindi ci sta). Shwartzman finora non era riuscito a beneficiare del casino per guadagnare posizioni, compie una serie di sorpassi (sorpassando tra gli altri le due UniVirtuosi) e, dopo aver allungato il primo stint e piegato Boschung, si ritrova a pochi secondi da Piastri, secondo alle spalle di Vips.

Lawson sconta i dieci secondi al pit e riparte fuori dalla top 10, mentre Aitken e Ticktum, che montano gomme dure, si ritrovano a condurre la gara. Piastri guadagna la posizione su Vips grazie all’overcut, ma la perde dopo pochi chilometri per le gomme non ancora in temperatura.

Dopo questa lotta, i valori in campo si assestano. Una penalità di 5s comminata a Piastri sembra cambiare le carte in tavola, ma Shwartzman non sembra capace di colmare il gap dal compagno di squadra. L’unico sussulto proviene da Deledda, che da doppiato per un giro intero chiude la porta a Vips.

A una decina di giri dalla fine Ticktum e Aitken tornano ai box e negli ultimi giri si riportano in zona punti a forza di sorpassi. Nel frattempo Drugovich sorpassa Boschung ai piedi del podio, mentre negli ultimi giri Piastri si piazza in scia a Vips; conscio della penalità di 5s che pende su di lui, l’australiano evita azioni improvvide.

Finora non ho citato Zhou, e per una buona ragione: dopo aver stazionato nella parte alta della top10 nei primi giri, dopo la sosta il suo passo evapora e riesce a concludere davanti solo alle frattaglie dello schieramento.

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Vips diventa pertanto il primo pilota della storia della F2 (escludendo la Gp2) a vincere nello stesso weekend sia la Feature Race che la Sprint Race (per quanto l’operazione sia resa più semplice dal cambio di format). Secondo è Piastri, che sul traguardo ha più di 10s di vantaggio su Shwartzman (!!), quindi la penalità non influisce sul risultato finale. Drugovich copia la gara di Shwartzman e conclude quarto, davanti a Boschung, che è stato uno dei piloti più competitivi negli ultimi due appuntamenti. Alle sue spalle conclude Lawson, che riesce a concludere la gara in una buona posizione dopo la penalità. Stesso discorso per Ticktum, ottavo dietro al teammate Daruvala. Conclude la zona punti un malinconico Lundgaard, che contiene Lirim Zendeli (MP) negli ultimi giri.

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In classifica Zhou (78) conduce davanti a Piastri (73) e Shwartzman (66), che hanno chiuso in fretta il gap. A sorpresa, il quarto è Juri Vips con 63 punti, a dimostrazione di quanto azzeccare un weekend permetta di passare da comprimario a rivale per il titolo. Quinto è Ticktum con 60 punti; l’inglese in questo scorcio di stagione è stato il più veloce in assoluto, però in nove gare ha accumulato abbastanza incidenti da riempire una crash compilation di un paio di minuti. Rispetto agli anni dell’accademia Red Bull ha smesso di buttare volontariamente fuori pista i suoi colleghi, ma è ancora troppo irruento e soprattutto incapace di autocritica (basta ascoltare i suoi team radio dopo ogni contrasto: sempre colpa degli altri).

Sesto è Pourchaire con 55 punti, che per colpe non sue nell’ultimo round è rimasto quasi a secco. Nell’ultimo incidente pare essersi fratturato una mano, spero che si rimetta in tempo per Silverstone, visto che perdere un intero round sarebbe proibitivo per un pilota che aspira al titolo (e il giovanissimo francese ne ha tutte le possibilità). Daruvala è settimo con 53 punti, ma è frutto più della capacità di tenersi alla larga dai guai che non di una reale velocità. Non credo che Marko & co possano ritenersi molto soddisfatti delle prestazioni dell’indiano.

Menzioni finali per Lawson (50), che tra Montecarlo e Baku ha accumulato un certo credito con la fortuna (anche solo senza la squalifica in gara-2 a Monaco sarebbe insieme a Piastri e Shwartzman), Drugovich (41), casinista quanto Ticktum ma meno veloce; nelle poche gare percorse senza incidenti ha comunque mostrato una velocità che lo colloca nel gruppo di testa. Deve solo migliorare la costanza e evitare di compiere errori stupidi (anche lui potrebbe riempire una crash compilation niente male).

Titoli di coda per Christian Lundgaard: entrato da favorito, e considerato ancora tale dopo il Bahrain, sta subendo in pieno la “maledizione del secondo sedile ART”. Oltre a essere diventato di colpo lentissimo, in ogni gara gli succede sempre qualcosa. La lotta per il titolo per lui finisce qui, e temo che la carriera in F2 rischia di non durare molto di più se non riesce a dare un colpo di coda. Considerazioni simili per Marcus Armstrong, con la differenza che lui è già alla seconda possibilità.

[Immagine di copertina tratta da FiaFormula2.com]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

F2 MONTECARLO – FUTURE DAYS

Sapevo di poter contare su Theo Pourchaire ma quanto visto a Montecarlo ha ecceduto le più rosee aspettative. Nel frattempo Zhou ha confermato la sua leadership in campionato, mentre Lundgaard e Shwartzman rischiano di essere tagliati fuori dalla lotta iridata ancor prima che arrivi l’estate. Ma proseguiamo con ordine.

E’ opportuno ricordare che la maggioranza dei piloti corrono a Montecarlo in F2 per la prima volta, visto che l’anno scorso si saltò il round monegasco. L’unico frontrunner ad avere esperienza nel principato è il leader del mondiale Guanyu Zhou, che vi corse nel 2019. Nella strada per Monaco si assiste alla defezione di Matteo Nannini dal campionato per ragioni di sponsor, lasciando Alessio Deledda come unico rappresentante del Belpaese. Il talento italiano continuerà comunque a disputare il campionato di F3.

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Le prove libere sono ricche di incidenti e inconvenienti (come l’esplosione del motore di Petecof alla salita verso Massenet) e alla fine la spunta Robert Shwartzman (Prema), che precede Dan Ticktum (Carlin) e Juri Vips (Hitech) di ben mezzo secondo. Le ART sembrano in difficoltà, con Theo Pourchaire 14 e Christian Lundgaard 18. Si distingue in negativo il rookie Alessio Deledda, che riesce ad accumulare un distacco di 7.3s (!!!) dal leader della sessione.

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Il nuovo format ha forse ridotto l’impatto delle qualifiche sull’economia generale della stagione, ma a Montecarlo sono ancora la chiave per un buon risultato. Il format è adattato alla tortuosità del tracciato: per ridurre i rischi legati al sovraffollamento dell’angusto circuito, i partecipanti vengono distribuiti in due gruppi. Al più veloce in assoluto sarà assegnata la pole; tutti gli altri piloti del suo gruppo si distribuiranno sulla fila dispari della griglia di partenza, mentre l’altro gruppo su quella pari.

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Signori, mi levo il cappello. Theo Pourchaire, un diciassettenne che due anni fa correva ancora in F4, conquista la pole position con mezzo secondo di vantaggio (!!!) su Shwartzman. Oltre alla pole e ai quattro punti, tale prestazione gli frutta anche il record di più giovane poleman in tutta la storia della F2 (quindi anche di Gp2 e F3000). Per intenderci, ha inflitto un secondo a Lundgaard, suo teammate, che è considerato uno dei pretendenti al titolo.

Si registrano comunque altre sorprese. Dopo il francese si schierano le due Prema con Shwartzman e Oscar Piastri, dopodiché i sempre tenaci Ticktum e Vips (che nell’ultimo tentativo va a muro nel primo settore). Seguono due piloti che di norma non si avventurano così in alto nella griglia, ovvero Ralph Boschung (Campos) e Roy Nissany (DAMS), che possono vantare dell’esperienza pregressa nel principato. Chiudono la top ten gli altri favoriti per la lotta iridata: Lundgaard, Felipe Drugovich (UNI virtuosi) e il leader Zhou. Del resto del gruppo, da segnalare Liam Lawson (Hitech) 12 e Marcus Armstrong (DAMS) 14.

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Merita un commento la performance Alessio Deledda, che con 6.3s di distacco dal poleman del suo gruppo diventa il primo pilota dopo dieci anni ad uscire dalla fascia del 107% (neanche il mitico Mahaveer Raghunathan era riuscito nell’impresa). A sua discolpa, la preparazione per il campionato è stata tormentata sia dalla pandemia che da un numero di problemi meccanici superiori alla media dei colleghi, quindi il distacco è frutto anche di una preparazione ridotta. Contando su un suo miglioramento gli steward hanno deciso di fidarsi e lo hanno comunque ammesso al resto del weekend.

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Dopo la brutta qualifica, i due piloti UNI Virtuosi possono consolarsi con la prima fila nella gara del Venerdì mattina.

Il combinato disposto di gara-1 (l’appuntamento del weekend dove i piloti sono meno inclini a rischiare) e tracciato monegasco restituisce una gara priva di azione in pista. Al via, Zhou mantiene la posizione mentre Lundgaard brucia Drugovich. Shwartzman va a strusciare sulle barriere di Massenet e deve dire addio alla sospensione anteriore. Gara-1 finita e gara-2 compromessa (partirà ultimo). Il russo è un pilota tosto, ma se continua con queste scemenze finirà il campionato in zona Bent Viscaal, con tutto il rispetto per l’olandese di MP.

Tornando in testa, la ART del danese accusa problemi fin da subito e perde olio per cinque giri (con grande preoccupazione di Drugovich) prima di ritirarsi. Il ritiro del danese promuove Roy Nissany sul podio, e al netto del ritiro di Gianluca Petecof (Campos) non si verificano azioni degne di nota. L’unico sussulto della corsa avviene all’ultima curva dell’ultimo giro (!) dove Marcus Armstrong infila l’indiano Jehan Daruvala (Carlin) con un sorpasso di alta scuola. Il pilota austriaco conquista così la decima posizione, che sebbene non valga punti, gli frutta la pole position per la gara sprint di Sabato mattina.

Sarò onesto: quando è suonata la sveglia mi sono sentito un po’ stupido: mi stavo alzando presto per seguire una corsa A MONTECARLO. Per fortuna ci ha pensato il meteo a risollevarmi l’umore: durante la notte aveva piovuto, sicché la corsa si sarebbe disputata con l’asfalto bagnato. Mi sono sentito ricolmo di felicità.

Gara-2 è stata frizzante, con un buono spettacolo per gli standard monegaschi. Il primi colpi di scena avvengono prima del via: Ticktum accusa problemi elettrici nel giro di schieramento, che vengono prontamente risolti. Meno fortunato è il poleman Armstrong, vero Paperino di questo inizio di stagione, che a causa di problemi al motore non riesce a raggiungere la griglia. Partirà dai box, ma si ritirerà dopo pochi giri per le stesse ragioni.

Davanti a tutti parte quindi Liam Lawson, ma ha un pessimo avvio e viene bruciato da Oscar Piastri. Idem dietro, con Ticktum che supera Pourchaire.

Il pilota della Prema pare in difficoltà, e Lawson è sempre lì a pungolarlo, ad aspettare un suo passo falso. Credo che fosse da dieci anni che non vedevo un duello in pista per la prima posizione, a Montecarlo. Il duello si risolve al quinto giro quando Lawson, dopo un tentativo fallito alla Nouvelle Chicane, lo infila alla Rascasse. Grande manovra da parte di un pilota che di sicuro farà parlare di sé.

La pista continua ad asciugarsi, col risultato che la traiettoria e i punti di frenata cambiano di giro in giro. Piastri continua ad averne meno dei diretti avversari e subisce il pressing anche di Ticktum. Altri piloti sono in simile difficoltà (come Pourchaire o Nissany), sicché lotte simili avvengono lungo tutta la classifica. Il duello per il podio si risolve al quindicesimo giro, quando Ticktum sorpassa Piastri alla Chicane. Il pilota inglese a questo punto inizia a guadagnare un secondo al giro sulla Hitech in testa. Nel frattempo Vips infila Pourchaire e si lancia anche lui all’inseguimento di Piastri.

Al giro 20 di 32 Ticktum è in scia a Lawson, ma va fuori alla Massenet, tocca le barriere e perde temperatura sugli pneumatici. Il pilota inglese decide che non è più il caso di rischiare. Poco dopo una collisione tra Beckmann e Viscaal chiama la Safety Car, che fa la sua prima apparizione del weekend. Alla ripartenza si hanno solo due giri a disposizione a causa del sopraggiunto limite di tempo, sicché non si svolgono azioni significative.

(L to R): Race winner Liam Lawson (NZL) Hitech and second placed Dan Ticktum (GBR) Red Bull Racing RB15 Test Driver in parc ferme.
22.05.2021. FIA Formula 2 Championship, Rd 2, Sprint Race 2, Monte Carlo, Monaco, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Dopo 50 minuti di gara, vince Liam Lawson con ben otto secondi su Dan Ticktum (niente male, considerando che ci sono stati due soli giri di bandiera verde). Terzo è Piastri, che alla fine è riuscito a difendersi da Vips e Pourchaire. I colpi di scena continuano nel dopo gara: i commissari scoprono che Lawson al via ha usato una mappatura non regolamentare. Malgrado ciò in realtà non gli sia stato d’aiuto, il regolamento viene applicato e l’austriaco espunto dalla classifica. La vittoria è consegnata quindi a Ticktum (una sorta di risarcimento per la gara di Monza dell’anno scorso), Piastri scala secondo e Vips fa il suo ingresso nel podio.

GP MONACO FDA/2021 FORMULA 2 – SABATO 22/05/2021
credit: @Scuderia Ferrari Press Office

Poca gloria per gli altri pretendenti al titolo. Le due UniVirtuosi hanno tentato l’azzardo delle slick a metà gara, ma la pista era ancora troppo fredda e bagnata. Dopo qualche giro passato a perdere trenta secondi da chiunque, tornano sui loro passi ma nel frattempo erano stati doppiati anche da Deledda. Lundgaard va a muro mentre Shwartzman sopravvive alla corsa a eliminazione e conclude decimo. Il russo ha fatto segnare il giro più veloce (grazie a un cambio gomme a pochi giri dalla fine) e alla fine conquista due punti, risultato piuttosto positivo considerando che partiva 22°.

La Feature Race è stata gradevole e animata da diversi sorpassi, grossomodo tutti persi dalla regia (I see a pattern here). Lo spettacolo è stato garantito dalle gomme, che da una parte presentavano un degrado evidente (un pilota con gomme nuove poteva girare facilmente 2s più veloce degli altri) e dall’altra faticavano ad andare in temperatura (un pilota con gomme fredde poteva perdere fino a 10 (!!!) secondi al giro).

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 22: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) leads the field at the start during the Feature Race of Round 2:Monte Carlo of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 22, 2021 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Clive Rose – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La corsa si disputa all’asciutto e, finalmente, con la griglia corrispondente alle qualifiche: Pourchaire, Shwartzman, Piastri, Ticktum, Vips etc. Aitken resta piantato sulla casella, ma per il resto lo start è tranquillo. Pourchaire e Shwartzman staccano gli inseguitori, mentre si rinnova il duello tra Piastri e Ticktum. Significativo è anche il trenino guidato da Nissany, che comprende Lundgaard, Drugovich, Zhou e Armstrong.

Dopo pochi giri iniziano a dipanarsi le variabili strategiche. Drugovich e Armstrong decidono di pittare il prima possibile per scavalcare la DAMS di Nissany; il brasiliano riesce, mentre il pilota austriaco subisce una sosta lenta e fallisce nell’obiettivo. Al contrario il pilota brasiliano, dopo qualche giro per mandare in temperatura le gomme, inizia a girare ben più veloce degli avversari e scalerà la classifica man mano che i piloti si fermeranno.

Intorno a metà gara si fermano Piastri e Ticktum; approfittando di un errore dell’australiano in ripartenza dopo un periodo di VSC, l’inglese tenta un attacco troppo ambizioso all’esterno della Rascasse e manda la sua Carlin a muro. ll fatto che abbia commesso una cazzata sesquipedale è evidenziata dal fatto che l’inglese, notoriamente dall’ego ipertrofico, ha passato il resto della giornata a scusarsi col team.

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A due terzi di gara si ferma anche la coppia di testa. Shwartzman aveva perso il contatto con la ART e pertanto decide di rischiare pittando per primo. Purtroppo la Prema palesa i suoi legami con la Ferrari nel momento sbagliato e la sosta dura dieci secondi di troppo. Da secondo in lotta per la vittoria si ritrova quarto (quinto dopo il sorpasso di Drugovich). Pourchaire a questo punto può pittare in tutta tranquillità e lascia la testa della corsa a Zhou, che ha adottato la strategia opposta a quella del compagno di squadra: rientrare il più tardi possibile.

La  mossa del cinese si stava rivelando vincente (numeri alla mano, poteva uscire dai box in seconda posizione) senonché nel finale di gara delle VSC a catena gli impediscono di rientrare ai box al momento opportuno (in F2, a differenza della F1, è vietato compiere il pit stop obbligatorio sotto VSC) e deve dire addio al podio. Dopo qualche lotta in pista alla fine conclude quinto, cui si aggiungono i punti bonus per il giro più veloce.

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La gara termina con Pourchaire in lacrime per la felicità di essere diventato il più giovane vincitore di sempre in F2 (a 17 anni e 9 mesi migliora il record di Lando Norris, che aveva vinto a 18 anni e 4 mesi). Secondo è Piastri dopo aver disputato una gara (in generale un weekend) à la Schumacher, mentre terzo è Drugovich, che va a podio dopo essere partito nono. Per il brasiliano si è trattato di una delle migliori gare in carriera, di sicuro la migliore del 2021.

Come già detto seguono Zhou e Shwartzman, mentre Boschung completa il suo ottimo weekend (tre arrivi a punti in tre gare) chiudendo davanti ai ben più quotati Liam Lawson e Juri Vips (che oltretutto aveva ottenuto una penalità per aver buttato fuori Armstrong alla Rascasse). Ennesima gara da dimenticare per Lundgaard, addirittura fuori dai punti dopo essere stato l’unico del gruppetto a non aver superato Nissany ai box.

In classifica Zhou mantiene la leadership con 68 punti, mentre secondo ora è Piastri con 52. Con la grande prestazione monegasca Pourchaire si proietta in terza posizione con 47 punti, mentre Ticktum approfitta della vittoria regalata di Sabato mattina per issarsi in quarta posizione con 38 punti, appena davanti a Lawson, quinto con 36.  Sesto e settimo sono Shwartzman e Drugovich (che ha smosso la classifica) con rispettivamente 30 e 29 punti. Dopo 6 gare Lundgaard è fermo alla miseria di 16 punti – per dire, meno di quanti ne conquistò nella sola sprint race di Stiria, l’anno scorso. Il campionato è lungo, ma questi tre piloti devono invertire il trend il prima possibile.

A differenza del gp di Monaco, il prossimo appuntamento del campionato di F2 avrà luogo tra due settimane a Baku. Aspetto trepidante, visto che di solito è una gara ricca di follia.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Immagine di copertina tratta da www.Motorsport.it]