BASTIAN CONTRARIO “Parolacce”

Non fatemi dire parolacce nel mio Bastian contrario, né tanto meno bestemmiare, altrimenti oltre che andare ai lavori forzati mi tocca anche andare all’inferno. Eppure il weekend del GP di Singapore, che si è appena concluso qualche porcone, pardon parolaccia, te l’ha tirato da bocca senza tanti complimenti.

Iniziamo con la Beneamata, che di solito ne parlo (volutamente) alla fine affinché il messaggio rimanga bello chiaro, la quale le parolacce te le fa prendere direttamente dal calendario visto e considerato che ha buttato alle ortiche il secondo GP consecutivo. Partendo dalla fine del GP, francamente inizia ad essere veramente avvilente, più che stancante, il siparietto tra Zak Brown e monsieur Vasseur ove quest’ultimo si reca dai vincitori a genuflettersi e, a festeggiare coloro i quali ci hanno da poco presi a calci in culo, prendendo con grande gioia la maglietta papaya. Dopo un GP finito a ramengo in quel modo, il nostro Team Principal, anziché cercare di avere un profilo basso (se non addirittura nascondersi!) si mette addirittura in mostra a favore di telecamere. Sono perfettamente consapevole che questo teatro si presta a molte interpretazioni e, quella più gettonata visto il perbenismo imperante della F1 odierna, è quella della sportività. Vi invito a riflettere sul fatto che Todt&Co. quando prendevano legnate sui denti, prima di iniziare a dominare, non è che andavano da Frank Williams o Ron Dennis una legnata si e una no, per potersi congratulare con loro prendendo cappellini e magliette dei loro team. Un conto è la sportività, il riconoscimento del più forte e quindi la resa delle armi a fine mondiale, un altro è imbastire una scenetta che sfocia nel patetico e, che serve solo ad educare le nuove generazioni ad un falso buonismo appunto. Dov’è la credibilità di questo sport? Cosa devo pensare, che poiché alla fine della gara siamo tutti sul mood “volemose bene”, allora tutto quello che ci mostrano è frutto di un qualcosa di concordato? Dov’è la credibilità della Beneamata che proprio della McLaren è stata acerrima nemica (non solo agonisticamente parlando) e, che proprio contro questa ha consumato numerose battaglie (e che battaglie!)? Suppongo che nella F1 bacchettona del politicamente corretto di Ben Sulayem, tutto questo non può che essere accolto favorevolmente, dato che questo atteggiamento si sposa alla perfezione con l’altra politica che è stata attuata proprio nei confronti di Verstappen… non fatemi bestemmiare, altro che parolacce! Ferrari dicevo, nonostante i sorrisi rubicondi regalati dal suo Team Principal, proprio lui alla viglia del GP dichiarava “A Singapore metteremo in difficoltà i nostri avversari”… cosi in difficoltà che nonostante avessimo il potenziale per stare dietro ad un imprendibile Norris, siamo rimasti infognati alle spalle della Aston Martin di Alonso e della Haas di Hulkenberg! Purtroppo la Rossa, il GP di Singapore, lo ha perso al sabato con quella qualifica disastrosa da parte di ambo i piloti. Davvero è cosi importante capire se quelle benedette termocoperte abbiano funzionato a dovere? La verità è che in una F1 come quella che stiamo vivendo in pista, che è cosi tirata, bisogna badare ad ogni singolo dettaglio, bisogna essere perfetti e, la Ferrari di Vasseur semplicemente non lo è. Rimane il rammarico, perché posso accettare il passo falso della Spagna (alla fine, tranne McLaren, più o meno tutti hanno fatto passi falsi), di certo è inaccettabile lo spreco al quale stiamo assistendo. Di certo Vasseur si consolerà indossando la maglietta papaya che gli è stata donata dall’amico Zak… non fatemi scrivere parolacce che è meglio!

Di certo chi non spreca nulla e massimizza il risultato sempre è Max Verstappen, il quale se vincerà (probabilità elevatissime considerando la diretta concorrenza) questo mondiale, sarà solo per merito suo guadagnandoselo fino all’ultimo chilometro. Cosa gli si può dire a questo campione? Quando ha avuto il mezzo per poter vincere le ha vinte tutte e, quando è stato il momento di essere incudine, ha tenuto e sta tenendo botta fino ad ora, tanto da rimanere alle spalle del suo diretto avversario senza che si frapponesse nessuno tra loro due. Lando Norris si è svegliato? Dai commenti che ne sono seguiti dopo la sua prepotente vittoria sembra di sì, solo che il sottoscritto dei commenti degli altri non sa cosa farsene perché, ammesso e non concesso che sia cosi, il buon Lando si è svegliato troppo tardi. Potrà anche fare incetta di vittorie da qui ad Abu Dhabi, eppure non servirà a nulla se Max sarà sempre immediatamente dietro di lui. Norris ha bisogno che le circostanze gli vengano incontro a partire dal compagno, il quale è necessario che sia più costante perché con quello che ha dimostrato e, con il mezzo che ha a disposizione, mettersi a fare le rincorse per agguantare un misero terzo posto non è sufficiente. Di certo se il pilota inglese della McLaren si trova in questa situazione, come detto già più volte, è solo sua responsabilità e, il regalo che stava facendo a Verstappen andando a tuonare la sua MCL38 per ben due volte contro le protezioni della pista, è una diretta conseguenza della fragile tenuta mentale dell’inglese. Non è la prima volta che Norris si trova davanti e sbaglia facendo tutto da solo, proprio come ad Austin l’anno scorso (che tra le altre cose sarà la sede del prossimo GP tra circa un mese), quindi non c’è da meravigliarsi se questo mondiale anche se incerto, perché lo dice la matematica, sembra avere comunque un esito scontato. Oltretutto proprio nella trasferta americana, la Red Bull di Verstappen, si presenterà con degli aggiornamenti che dovrebbero permettergli di affrontare l’ultima parte del mondiale e, chiudere definitivamente la pratica “titolo pilota”.

In questo momento la preoccupazione di Verstappen è quella di fare attenzione a quali parole usare e, proprio in virtù di questo, ecco che lo ritroviamo alle interviste che risponde a monosillabi perché “ha problemi di voce”. Davvero il problema di questa F1 è cercare di tenere a bada il linguaggio usato dai piloti impedendogli di dire parolacce? Non sapevo cosa Max avesse detto in conferenza stampa e, andandomi ad informare, il campione aveva dichiarato che nel GP di Baku avevano sbagliato assetto e, quando se n’è reso conto: “avevo capito che ero fottuto!”. Il Presidente della FIA non vuole “linguaggio rap” nella sua F1 e, di rimando, interviene Hamilton accusandolo di razzismo perché il rap è principalmente ad appannaggio di artisti di colore… alè. Mi chiedo dove si voglia arrivare veramente se non ad un prodotto preconfezionato, dove tutto deve essere patinato e perfetto quando poi la F1 come tutti gli sport, è fatto di esseri umani con tutto quello che consegue dall’umanità degli stessi protagonisti. Ben Sulayem ritiene inopportuno dire parolacce in diretta e nel contempo trova giusto riammettere nel circus (o dovrei dire circo?) uno come Briatore o, sorvolare su tutta la cloaca che è uscita fuori ad inizio anno con Horner… vi prego, non fatemi scrivere parolacce altrimenti perdo dieci anni di educazione! Vi lascio con le parole del campione del mondo il quale, nonostante la sua giovane età, insegna la vita ai tanti ipocriti che mandano avanti questo carrozzone chiamato F1: “Se non è più possibile essere sé stessi, è meglio non dure nulla. Nessuno lo vuole, giusto? Si diventa un robot, non è cosi che dovrebbe essere in questo sport. Non so quanto la FIA prenda sul serio la mia opinione, ma per me quando è troppo è troppo. Le corse continueranno e la F1 continuerà anche senza di me. Questo discorso d’altra parte vale anche per me: smettere non è un problema. Io rimarrò sempre me stesso e non cambierò. Queste cose decidono sicuramente anche il mio futuro. Non puoi essere te stesso, altrimenti devi affrontare questo tipo di sciocchezze. Penso che ora, nella fase della mia carriera, non si voglia avere a che fare sempre con queste cose, è davvero stancante: certo, è bello avere successo e vincere le gare, ma una volta che hai ottenuto tutto questo, vincendo campionati e gare, vuoi anche divertirti”.

Vito Quaranta