LE NON PAGELLE DI SPA 2024

Continuano le emozioni in questa stagione di Formula 1 che, se continua così, si avvia a diventare una delle più eccitanti degli ultimi 10 anni. Non che ci voglia molto, a dir il vero, visto che tolti il 2016 e il 2021 e qualche metà di stagione non è che ci sia stato di che esaltarsi ma tant’è e godiamocela. Dei sette vincitori diversi ci eravamo già compiaciuti in Ungheria, ora abbiamo anche due vincitori diversi nello stesso GP! Già, perché dopo qualche ora dalla conclusione del GP i commissari sanciscono la squalifica di Russell causa peso insufficiente privandolo di quella che sarebbe stata una meritatissima terza vittoria in carriera. La conseguenza è che tutti i piloti dietro di lui scalano avanti di una posizione. In primis, è proprio il caso di dirlo, Lewis Hamilton, che passa dalla delusione assoluta alla delusione relativa e incassa la vittoria numero 105 della sua carriera. Da 3 a 2 e da 104 a 105: chi si rammarica di più? Va tuttavia sottolineato che, squalifica a parte, Mercedes aveva fatto una doppietta che non si vedeva da… be’, pensate un po’: dalla prima vittoria di Russell a San Paolo nel 2022 ma prima di quella bisogna risalire al 2020 per trovarne un’altra. Insomma, che Mercedes fosse tornata a dir la sua l’avevamo già capito ma la conferma di Spa, anche viste le vicissitudini del venerdì e il sabato, va oltre ogni aspettativa. Sorprende anche, dal punto di vista tecnico, che RBR non abbia goduto dei vantaggi del DRS che fino all’anno scorso aveva. Ce n’eravamo già accorti a Budapest dove però il corto rettilineo costringeva ad una sospensione del giudizio. Sul Kemmel, invece, di giustificazioni non possono esserci e la visione di Verstappen praticamente impossibilitato a superare una qualunque vettura dei top team a Spa è stata davvero inedita.

Nelle pagelle dell’Ungheria mi sono, per così dire, lamentato della povertà delle strategie poste in essere da praticamente tutte le scuderie nel senso che quasi tutti hanno preso scelte assai discutibili, per usare un eufemismo. In questo GP, tesissimo proprio dal punto di vista strategico, si è visto qualcosa di meglio ma ancora ampiamente insufficiente se pensiamo alla strumentazione di cui i team possono disporre. Va detto però che da un lato un GP di soli 44 giri (il circuito di Spa è il più lungo del mondiale) restringe la finestra decisionale ma dall’altro rende ancora più decisiva ogni decisione presa. Da questo punto di vista, la scelta di andare su una sosta era oggettivamente difficile da prendere, a maggior ragione se si considera il meteo ballerino del venerdì e del sabato che non ha consentito di trarre indicazioni determinanti. Tuttavia, c’è chi l’aveva pianificata: Tsunoda, Magnussen, Stroll e Alonso. A guardare l’esito della gara pare piuttosto evidente che Magnussen e Alonso abbiano ottenuto più di quanto avrebbero ottenuto se invece fossero andati su due soste. Magnussen ha chiuso ben 20 secondi avanti a Hulk e Alonso, primo degli “altri”, ha capitalizzato in questo modo tanto la posizione in griglia quanto l’ottima partenza nonostante un ritmo non esaltante e certamente inferiore ai due Alpine, Ricciardo e Albon che gli sono arrivati dietro. Male invece Tsunoda e Stroll. Ovviamente il più clamoroso effetto della strategia ad una sosta l’abbiamo visto con Russell che però, a differenza dei poc’anzi citati, sembrerebbe che abbia deciso in totale autonomia intuendo che avrebbe potuto rischiare solo a fine GP. Intuizione straordinaria, come abbiamo visto, purtroppo vanificata dai calcoli errati del suo retrobox: il geniale prolungamento dello stint ha portato sì la vittoria sperata ma ha anche consumato a tal punto le gomme fino a far perdere loro 1.5 kg di peso (e forse più a questo punto), poi rivelatisi decisivi nella consueta pesa di fine gara. La decisione si rivela essere dunque geniale dal punto di vista del pilota mentre totalmente sbagliato è l’avallo che è stato dato dal retrobox (o strategy room che dir si voglia) in quanto non hanno calcolato la perdita di peso che avrebbe poi certamente implicato la squalifica a fine gara. Se poi ricordiamo che Spa, al termine della gara, non consente di fare il giro di rientro (a La Source rientrano percorrendo la corsia dei box al contrario) l’errore diventa ancora più macroscopico: può essere che avessero calcolato di recuperare peso raccogliendo i “marble” (e peso) sparsi per il circuito ma dimenticando clamorosamente questa caratteristica di Spa. Insomma, ancora una volta si dimostra che i retrobox e tutta la loro potenza di calcolo si sfalda come neve al sole se non c’è un cervello biologico funzionante dietro. Oppure, il che non cambia l’esito, a che pro avere tutta questa potenza di calcolo se poi non la si sfrutta a dovere? Faccio infine notare che i succitati “onestoppisti” hanno passato i controlli del peso senza problemi: segno che loro, invece, i calcoli li avevano fatti bene.

Ma vediamo più in dettaglio la gara dei piloti e siccome si dice, a ragione, che Spa sia l’università della Formula 1 le non pagelle di oggi si trasformeranno in veri e propri esami universitari.

RUSSELL: 30 e lode (ma non risulterà sul libretto!)

Il libretto di Russell non verrà vergato con il massimo dei voti e toccherà ripetere la sessione l’anno venturo. Spiace, perché la decisione di cambiare strategia era tutta farina del suo sacco ed era un’intuizione giusta. L’errore marchiano quanto clamoroso è compiuto dai cervelloni della “strategy room” che non hanno fatto bene i calcoli oppure hanno dimenticato, come poc’anzi accennato, che a Spa non si fa il giro di rientro. Male, anzi malissimo! Visto che in questo ambito si è decisa la gara del nostro eroe credo sia opportuno notare che il team radio che ha dato origine al cambio di strategia suonava più o meno così: “think about the one stop”. Come a dire: fate i calcoli per capire se si può fare oppure no. Non è che Giorgino se ne è stato zitto o ha rifiutato sdegnosamente ogni altra mossa ma da buon ragazzetto educato inglese ha gentilmente chiesto se si poteva fare. Lì il muretto ha sbagliato: potevano e dovevano sapere il peso della vettura e le conseguenze che sarebbero derivate dal consumo della gomma per 36 giri e non per la dozzina o poco più che era stato calcolato in precedenza. Errore di Mercedes che rischia di costare carissimo nel contesto totale della stagione perché nel costruttori, se verrà confermato il trend attuale, tutto è ancora da decidersi.

HAMILTON: 30 e lode

La lode è postuma per via della squalifica di Russell che lo issa al culmine del podio ma ci sta tutta. Al via oltre all’eccellente scatto lo vediamo fare a ruotate con Perez fino alla Source e poi scendere verso il Radillon non con un pelo ma con un intero tappeto d’angora nello stomaco in un testa a testa da brividi che fa infine cedere il pilota messicano dai suoi intenti di conservare la seconda posizione dietro Leclerc. Non pago, resiste al contrattacco di Perez con una chiusura cattivissima subito prima di Les Combes. Poi gli basta un giro per mettere le cose in chiaro con il suo futuro compagno di squadra con una impietosa sverniciata sul Kemmel. Di lì in avanti è uno spettacolo di ritmo e controllo che non si vedevano dalle stagioni 2017 e 2018 quando l’attacco di Vettel al suo primato (e le strigliate di Niki Lauda) lo indussero ad arricchire il suo stile di guida. Nel post gara era visibilmente furioso perché sapeva di aver fatto una gara eccezionale. Poco male però,  visto l’esito postumo. Ora è l’unico oltre a Verstappen ad avere più di una vittoria in stagione. Promosso!

PIASTRI: 29

Niente massimo dei voti per il buon Oscar anche se ne ero molto tentato. Perché? Vi chiederete. Non è tanto per la posizione (terzo-secondo) quanto per alcuni errori ed errorini che ha sparso qui e là evitando i quali, con il proverbiale senno di poi, avrebbe potuto essere lui a portare a casa la seconda di stagione (e di carriera). Mi riferisco in particolare ad un paio di volte in cui ha messo le posteriori sulla ghiaia e al suo secondo pit in cui non calcola correttamente la frenata e va lungo facendo prendere un bello spavento al meccanico che teneva il cavalletto. In questi frangenti perde suppergiù un totale di 4 secondi, 4 secondi che nel finale gli avrebbero fatto molto comodo. Detto questo, tuttavia, il resto della gara è veramente eccellente. Il consueto eccellente scatto mette in difficoltà il suo team mate che nella foga di resistergli commette l’errore che lo condizionerà per il resto del GP. Si toglie la soddisfazione di superare in pista Russell, Perez e Leclerc e forse, subito dopo, fa anche un pisolino quando dalla terza posizione a circa 7 secondi da Hamilton, per un paio di giri sembra accontentarsi. Dal box lo spingono: guarda che la davanti ci sarà un duello alla fine! Vai! E hanno ragione perché all’ultimo giro è negli specchietti di Hamilton. Sarebbe cambiato qualcosa se si fosse svegliato un paio di giri in anticipo? Probabilmente no ma avrei tanto voluto vederlo. Ad ogni modo, promosso anche lui!

LECLERC: 30

Dopo l’ottima gara in quel di Budapest, Charles si conferma nell’ancora più difficile Spa. Il voto altissimo è conseguenza del sabato superlativo, dello strepitoso scatto al via, della capacità che ha avuto di tenere fondamentalmente lo stesso ritmo di Hamilton nei primi due stint, dell’aver guidato sopra le difficoltà della macchina e di una strategia non ottimale (ci risiamo!) e, infine, nell’arcigna quanto splendida resistenza opposta a Verstappen e Norris negli ultimi giri di gara. Senza scomodare vecchi mantra (date una macchina a questo ragazzo…) è bello vedere che Charles è sempre Charles. La sua versione 2.0, cioè la versione di Charles che sa gestire le gomme, è decisamente migliore di quella precedente. In molti hanno notato che il terzo stint sembra non essere stato all’altezza dei primi due. Vero. Ma la spiegazione va cercata nel porpoising che gli aggiornamenti delle ultime gare hanno fatto ricomparire sulle vetture della scuderia. Qui in Belgio le novità portate hanno effettivamente mitigato il problema che ha innervosito Charles solo nel finale di gara, a serbatoio scarico. Poco, forse, ma abbastanza per impedirgli di puntare con più decisione al podio (che è arrivato solo grazie alla squalifica di Russell). Ad ogni modo, promosso!

VERSTAPPEN: 28

Il voto è la media tra il 30 e lode delle qualifiche e il 25 della gara. Ma cosa ha fatto Max al sabato?! Se ho salutato Charles come superlativo, in quel frangente, cosa dovrei dire di lui? È stato strabiliante vederlo, con pista bagnata alla prima uscita in Q1, andare un secondo e mezzo più veloce del più veloce degli altri. Semplicemente: WOW! Ok, ok lo aggiungo: mai visto questo! Vero è, raccontano le cronache, che l’assetto di RBR fosse particolarmente adatto a quelle condizioni (come ha dimostrato Checo finalmente senza grossi problemi a giocarsi la sua in qualifica) ma i distacchi, santo cielo, i distacchi! La penalità che doveva scontare lo mette tuttavia 11° in griglia e sa già che non avrà vita facile. La scommessa di un assetto siffatto sta probabilmente in un meteo ballerino anche per la domenica. Parte in modo eccellente e guadagna tre posizioni in un giro poi accade l’impensabile. Si accoda a Norris e non riesce a superarlo. Lo fa solo nel valzer dei pit stop giocando con un undercut che alla fine gli vale la posizione solo su Sainz e Norris. Nel finale, Perez viene fatto accomodare di lato per consentirgli il recupero su Leclerc che, a livello cronometrico, riesce ma poi, anche qui con somma sorpresa del sottoscritto, non corona con il sorpasso per via della stupefacente resistenza di quest’ultimo. Nonché, a dirla tutta, a causa di un DRS che non pare più quello che ha lanciato Max nell’olimpo nelle ultime stagioni. Alla fine è soddisfatto per via dei punti guadagnati su Norris ma in questo mese di vacanza non sarà rilassato come lo è stato negli ultimi due anni.

NORRIS: 18

Voto deludentissimo per Lando in quel di Spa. Mi spiace ma non viene bocciato solo perché comunque, alla fine, ha limitato i danni. Dopo il pasticcio del finale di Budapest era assolutamente chiamato ad una gara di alto livello e purtroppo ha “toppato” in modo clamoroso. In qualifica non ha saputo cogliere il momento di difficoltà che la pista offriva a tutti gli altri piloti e deve accontentarsi di un quinto posto non all’altezza delle sue ambizioni. Domenica, offre quello che ormai possiamo considerare il suo consueto campionario di errori in partenza: scatta male al via e, non pago, nel vano tentativo di resistere al suo compagno di squadra va largo a La Source mettendo la posteriore sinistra sulla ghiaia e perdendo così ben tre posizioni. Si fa beffare dall’undercut di Max ma quel che è peggio e che pur trovandosi nella sua scia per gran parte della gara non è mai riuscito a portare un attacco degno di questo nome. Perde anche 2 punti nella lotta mondiale contro Max. Poteva andare peggio? Sì, ed è l’unico motivo per cui non viene bocciato sonoramente all’esame. Poteva ad esempio farsi prendere dalla frustrazione e commettere errori ancora più marchiani e decisivi per la sua classifica. Non è accaduto ma è giusto accontentarsi di questo viste le sue ambizioni? No, per nulla. Come si suol dire questo mese di vacanza dovrà dedicarlo a ricaricare le batterie.

SAINZ: 22

Voti bassi anche per Carlos in quel di Spa. In qualifica delude parecchio subendo un distacco di ben 7 decimi da Leclerc. In gara decidono di differenziare le strategie mettendo a Charles le gialle e a lui le bianche. Parte anche bene, Carlos, e nel primo stint se la cava egregiamente lasciando sperare in una seconda metà di gara di alto livello. Invece, con le gomme gialle non riesce a combinare granché e si rende anche protagonista di una pericolosa escursione sulla ghiaia che per poco non lo mette fuori gara. Costretto al cambio dopo soli 8 giri da lì in avanti si plafona e non si vede più. Peccato.

PEREZ: bocciato.

Spa era per Perez l’ultima spiaggia per tentare di raddrizzare una stagione sin qui molto deludente. Nonostante la firma di poche settimane fa, il paddock era tutto un brulicare di voci su “condizioni matematiche” relative al distacco da Max che trasformerebbe le carte del rinnovo in un depliant per il kebab da asporto. Il fine settimana inizia bene e contrariamente a quanto visto fino ad oggi il buon Checo pare trovarsi a suo agio in qualifica tanto da conquistare una insperata terza posizione in griglia. Certo, il distacco abissale rimediato da Max non lasciava presagire buone sensazioni ma, per una volta, l’occasione era comunque buona per dimostrare alla dirigenza Red Bull di poter ancora fare qualcosa di buono. Peraltro, visto il circuito di estrema difficoltà, ciò avrebbe forse potuto consentirgli di conservare il posto fino a fine stagione. Purtroppo per lui, alla partenza è costretto ad una durissima lotta contro Lewis che lo vede sconfitto. Quando si ritrova alle spalle di Charles si vede plasticamente che non è in grado di reggerne il ritmo. Quest’ultima cosa e ciò che risalta e risulta nella valutazione della sua gara: non regge il ritmo degli altri. Umiliato come da programma da Max al trentesimo giro va poi sempre più indietro fino a ritrovarsi in una terra di nessuno. Il pit stop finale per mettere le rosse e fare il giro più veloce, a questo punto, sembra proprio Il canto del cigno che fa da mesto congedo alla sua avventura in RBR. Zandvoort ci dirà se tutte queste voci sono fondate o se il malloppone che i suoi sponsor versano a RBR è più pesante dei punti persi. Nel frattempo, credo proprio che Checo vivrà le peggiori vacanze da qualche tempo a questa parte. Bocciato!

ALONSO: 24

Tra i pochi ad aver pianificato la strategia ad una sosta riesce a capitalizzare in modo esemplare e senza soverchie difficoltà

OCON: 27

Ottima prova del francese, fresco di nuovo (e forse insperato) contratto con Haas per l’anno prossimo, che si fa ammirare per un’ottima qualifica e la grande combattività mostrata in gara.

RICCIARDO: 24

Il riccio ritrova un po’ del suo sorrisone portando a casa un intero week end con performance migliori di quelle di Tsunoda. In gara si è mosso bene con strategia aggressiva (rosse in partenza) che gli ha consentito di tenere decentemente all’inizio. Il punto conquistato è frutto ovviamente della squalifica di Russell ma va bene così. Vista la contemporanea debacle di Perez le voci che lo vedono su un’altra vettura in quel di Zandvoort si stanno moltiplicando. Sicché la promozione all’esame Spa potrebbe anche diventare una promozione di più ampio respiro. Staremo a vedere.

STROLL: bocciato!

Il candidato ritorni al prossimo appello! Dopo alcune buone prove che sembravano proiettarlo se non davanti quantomeno a fianco di Alonso ecco che all’esame Spa si fa trovare vistosamente impreparato. Qualifica orribile (entra in Q2 per miracolo dove però prende ben 1.5 sec da Alonso) e in gara, a parità di strategia, si prende ben 24 secondi dal suo attempato compagno di squadra.

ALBON: 23

13 millesimi dal Q3 e ad un soffio dai punti. Sfodera una strategia aggressiva (gialle-gialle-bianche) che lo porta negli ultimi giri ad una virgola da Stroll. Non riesce però nell’intento del sorpasso perché era a sua volta pressato da Gasly. Combattivo come sempre!

GASLY: bocciato!

Il candidato ritorni al prossimo appello. In realtà non è andato malissimo, anzi. Però perde nettamente il confronto con Ocon nonostante una strategia leggermente migliore.

MAGNUSSEN: 18 politico.

Evita la bocciatura grazie all’esser riuscito a vincere la gara interna con Hulk e al fatto di aver fatto funzionare la strategia ad una sosta. Ma, onestamente, non c’è di che esser felici visto il passo indietro fatto da Haas dopo le buone prove in Austria e in UK.

BOTTAS: 18 di incoraggiamento.

Visto pimpante (per quanto può essere pimpante Valtteri) in qualifica e addirittura autore di un sorpasso in gara sul Kemmel ai danni di Tsunoda. Il ritmo, nel complesso, delude non poco e solo grazie ad una buona strategia non viene doppiato.

TSUNODA: bocciato!

Il piccolo Yuki si presenta all’esame universitario speranzoso e forte di una fin qui buona stagione. Con il marasma in RBR e il traballante sedile di Perez era chiamato ad una prova che mettesse dubbi a Horner & C. Invece? Invece male in qualifica e inconsistente in gara. Mentre i suoi connazionali fanno incetta di medaglie nel Judo olimpico lui subisce un “Ippon”, una bella schienata, da Ricciardo proprio nel momento più importante. Torni al prossimo appello!

SARGEANT: bocciato!

Mentre Albon si da da fare e porta a casa tutto quel che può Sargeant, che negli ultimi due GP non aveva sfigurato come in passato, torna l’inconsistente pilota che conoscevamo. Non gli consigliamo nemmeno di tornare al prossimo appello quanto, piuttosto, di trovarsi un altro lavoro.

HULKENBERG: Bocciato!

Dopo i fantastici sesti posti di Austri e UK il nostro eroe fa un passo del gambero in stile olimpico: doppio carpiato all’indietro! Mestamente ultimo e ancora una volta con una strategia ai limiti del ridicolo: gialle per 7 giri, bianche per 12 e poi gialle per un lunghissimo stint a concludere la gara. Se in Haas cercano uno stratega candido il simpatico figlioletto di 10 anni dei miei vicini di casa: peggio non può fare.

ZHOU: s.v.

Rompe dopo pochi giri.

 

Buone vacanze!