LE NON PAGELLE DI MELBOURNE 2024

C’era una volta, once upon a time, una Formula 1 in cui ad ogni GP l’incertezza regnava sovrana. C’erano, certamente sì, previsioni riguardo i favoriti e gli sfavoriti, vincitori più o meno annunciati e sconfitti già pronti ad ammettere le proprie debolezze e così via. Tuttavia, per quanto serie ed accurate fossero le analisi e le previsioni, allo spegnimento dei semafori si entrava in una terra incognita ove quasi tutto era possibile. Tra condizioni meteo avverse, piloti in stato di grazia e altri che si spaventavano, tra attacchi al cardiopalma e difese estreme, tra strategie giuste e clamorosamente sbagliate il risultato di una gara soggiaceva a troppi parametri perché le previsioni potessero essere inesorabilmente rispettate. Tra questi parametri, quello di gran lunga più influente, era quello legato all’affidabilità delle vetture. Si potrebbe persino dire che praticamente ogni GP di Formula 1 dal 1950 agli anni 2000 è stato deciso, per un verso o per l’altro, dall’affidabilità della vettura ancor prima che dalla capacità dei piloti o dalle performance della vettura stessa. Sto esagerando, forse sì, ma un appassionato di storia della Formula 1 sa che, se mai volesse punirmi per un’affermazione tanto azzardata, allora dovrà farlo con scudisci di zucchero filato.

Orbene, si giunge a Melbourne per la terza tappa del mondiale 2024 e dopo la bellezza di 44 risultati utili consecutivi, di cui 35 (diconsi trentacinque) vittorie, Max Verstappen è costretto al ritiro per un cedimento tecnico!

Una frase, un report, una cronaca, che fino a qualche anno fa non avrebbe suscitato alcun clamore e che invece oggi sembra tratta di peso da qualche testo mitologico, tanta è la meraviglia e la sorpresa. Un sassolino, un brandello di carbonio, un gingillo, una pinzillacchera, una quisquilia si insinua nei solitamente solidi freni della RB 20 e Max Verstappen è costretto ad alzare bandiera bianca. I solitamente solidi freni, sia chiaro, sono tali su tutte le vetture del Circus: perché sarebbe clamoroso il loro impiccio, sennò?

Quindi: chi l’avrebbe mai detto?

Neanche l’Oracolo di Delfi, questo è sicuro!

Ne è uscita una gara con molteplici spunti di interesse: fuori il dominatore assoluto, che hanno combinato i nostri eroi?

Vista la assoluta anomalia di questa gara anche le NON PAGELLE saranno anomale e diventeranno PAGELLE.

Melbourne è un circuito che unisce le caratteristiche dei due circuiti precedenti, Bahrain e Gedda, inasprendo del primo le condizioni tecniche e limando del secondo le asperità velocistiche. In tali condizioni Ferrari e McLaren si sono messe in luce fin dalle prime prove libere confermando di essere principali contender di Verstappen e la sua RB 20. Tant’è che, complice la rottura di Max, hanno finito per dominare il Gran Premio. Ovviamente non è dato sapere come sarebbe andata la gara se Max, autore di una pole monstre, non avesse subito il guasto che l’ha costretto al ritiro già al 3° giro. Perez, tuttavia, era in gara con la stessa vettura che guida Max e, sebbene non dotato dello stesso sconfinato talento, nei primi due appuntamenti della stagione aveva conquistato con un certo agio il secondo posto. Sicché, il vederlo arrancare a qualche decina (!!!) di secondi dalle succitate Ferrari e McLaren, con un ritmo decisamente più lento, ha avuto dell’incredibile. La domanda è: forse RBR ha “toppato” la configurazione di Melbourne più o meno come “toppò” la configurazione di Singapore 2023? Perché in tal caso Melbourne andrebbe archiviata come un veloce temporale estivo mentre in caso contrario…

Ai posteri l’ardua sentenza.

Per converso, McLaren aveva proclamato con un poco consueto grado di fiducia che Melbourne sarebbe stato circuito particolarmente adatto alle caratteristiche della MCL38 e la pista l’ha abbondantemente confermato.

Infine, l’1-2 Ferrari che non è mai stato messo in discussione durante la gara, mostra la Scuderia per antonomasia alzare inaspettatamente la voce con una SF-24 che si conferma capace di trattare con la dovuta gentilezza le gomme senza che ciò vada a pregiudicarne la prestazione. Apprezzo anche la sperimentazione di assetti che sebbene in quest’occasione non abbia premiato Leclerc più di tanto (ma ha comunque fatto secondo) mostra comunque un certo grado di tranquillità nell’approccio tecnico. Un buon viatico per il resto della stagione.

Delude invece Mercedes (con Hamilton KO e Russell in affanno) che è parsa molto più in difficoltà rispetto alle già non esaltanti prime due uscite.

E i piloti?

SAINZ

Saranno anche non pagelle ma qui il voto a Sainz va assolutamente dato! Ma per farlo dovrei ricorrere a formule matematiche complesse che chiamano in causa infiniti hilbertiani e operatori esoterici. Ma non riuscendo a maneggiare con la dovuta perizia tali artifizi matematici mi limito al fantasmagorico 10 e lode del quale non temo alcuna smentita. La prestazione di Carlos nell’arco dell’intero week end ha avuto del leggendario. Reduce dalla sfortunata evenienza in quel d’Arabia, con attacco di appendicite acuta e conseguente operazione, scopriamo dalle cronache che aveva pure subito complicazioni che l’hanno costretto a letto per una settimana intera. Chiunque, in quelle condizioni, avrebbe rinunciato alla trasferta australiana, certo che lo stress fisico ulteriore non avrebbe potuto giovare né alla sua salute né alle sue prestazioni, ma il nostro eroe ha voluto dimostrare (forse non soltanto a se stesso) di essere uno sportivo a tutto tondo. Per il sottoscritto, al quale bastano due linee di febbre per chiamare il notaio e redigere testamento, la sua spavalderia agonistica ricorda eroiche prestazioni di alcuni suoi colleghi del lontano passato i quali, in barba ad handicap fisici di ogni tipo, decidevano di correre e performare per entrare nella leggenda del motorsport. Mutatis mutandis, ché tutto è relativo, non esito ad esaltare allo stesso modo la sua performance. Un solo particolare mi incuriosisce: scherzava, il buon Carlos, sulla perdita di peso conseguente all’operazione e alla settimana di complicazioni cui ha dovuto sottostare ma sarei curioso di sapere se i dati interni di Ferrari mostrassero una qualche conseguente correlazione in termini di millesimi guadagnati. Mi ricorda la terribile quanto esaltante stagione 2016 di Nico Rosberg il quale, pur di trovare ogni minimo spunto per poter contendere il mondiale al suo talentuoso team mate, ebbe il coraggio di stare a “stecchetto” per tutta la stagione neanche fosse un ciclista professionista, con calcolo pedissequo della massa grassa minima per poter sopravvivere allo sforzo. Curiosità a parte, la gara di Carlos è stata ineccepibile sotto ogni punto di vista. La partenza è pari a quella di Verstappen, al quale rimane attaccato con sorprendente agio. Altrettanto sorprendente è il sorpasso che gli rifila in men che non si dica. In tutta onestà che Max, invece, non fosse a suo agio si era già visto nel primo giro e poi, in particolare, nell’attacco del rettilineo in cui è stato “sverniciato” da Sainz. D’altra parte, il gigantesco what if di questa gara è proprio quello: sarebbe stata la stessa gara se Max fosse rimasto in pista senza problemi tecnici? Avremo modo di verificarlo in futuro. Quel che accade poi è che Carlos ha corso in formato… Verstappen! Infatti, domina la gara con la stessa perfezione che abbiamo visto nel volante di Max negli ultimi settordicimila GP! Ritmo inarrivabile per gli altri (compreso il suo team mate!), controllo totale di ogni situazione di gara, strategia perfetta, nessuna sbavatura. Che si può dire di più? 10 e lode l’ho già affibbiato? E sia!

LECLERC

Le cronache riportano un Leclerc che rinfrancato dalla stabilità delle performance in gara nelle prime due uscite, soprattutto in relazione al temutissimo degrado gomme, decide di sperimentare un assetto definito “più coraggioso”. Pare proprio che la scelta in questione non abbia pagato tanto in qualifica (terzo inaspettato smacco per un talento come il suo, in questo scorcio di stagione) quanto in gara. In realtà, tale scelta non ha pagato solo nei confronti del suo compagno di squadra perché nei confronti di tutti gli altri, almeno in gara, ha pagato comunque più che bene visto che è arrivato secondo. I media si scatenano sul fatto che nelle uniche due occasioni in cui negli ultimi due anni Max e la RBR hanno mancato di offrire il loro meglio, sia stato Carlos e non Charles ad approfittarne. Benché io non neghi la particolarità della rilevazione, la mia modesta opinione è che ciò è troppo poco per fare statistica e che le due occasioni in questione sono il frutto non solo dell’eccezionalità della performance di Sainz ma anche di circostanze assolutamente singolari. Sicché non ne farei un dramma e, piuttosto, analizzerei attentamente il tutto in vista del prosieguo della stagione perché il dominio Ferrari mostrato a Melbourne, e la quasi siderale distanza cui è stato relegato Perez, sono il motivo di maggior interesse del week end australiano. Per quanto riguarda la sua gara l’unico dettaglio di rilievo è la fatica che CLC ha fatto quando si è trovato nel “panino” delle McLaren ma, come detto, forse è stato più frutto dell’assetto non ottimale che ha voluto sperimentare che non altro. Ad ogni modo, la perfetta strategia del suo muretto, con un undercut preparato ottimamente, gli ha consentito di ottenere un secondo posto che ha poi gestito senza alcun affanno fino alla fine con in più la soddisfazione (e il punto aggiuntivo… va a sapere…) del fastest lap (ancora una volta all’ultimo giro prima dell’incidente di Russell). Forse è il caso di sottolineare il punto relativo alla strategia. Vero è che pare che quest’anno le strategie in gara siano molto più facili da gestire, dato il basso degrado gomma mostrato un po’ da tutte le squadre, ma visto che in tempi non lontani Ferrari era criticatissima da questo punto di vista è interessante vedere che, almeno per il momento, tutto sembra andare per il verso giusto. Voto o non-voto? Un bel 9-, il “meno” sia per la qualifica che per il rosicamento. Grandi pacche sulle spalle e vediamo di confermare: sarebbe bello vedere Max battagliare con gli alfieri rossi.

NORRIS

E bravo landino nostro! McLaren era dal pre-stagione che indicava Melbourne come il primo circuito su cui avrebbero provato a dire la loro: hanno confermato. Norris, infatti, dopo la già ottima qualifica, parte bene e nella prima parte di gara resiste senza affanni a Leclerc. Alla fine del primo stint nulla può contro l’undercut di quest’ultimo ma non ha problemi a gestire il resto della gara con una strategia leggermente diversa da quella del team mate (5 giri in più sulle gialle) ma evidentemente concordata visto lo “swap” che gli consente di non perdere troppo da CLC. Prosegue poi con ottimo ritmo, a poca distanza da Leclerc per tutto il resto della gara anche se non ha mai dato l’impressione di poterlo impensierire. Poco male, comunque perché la conferma di quanto si aspettavano dimostra che McLaren è della partita. Voto? Mi sbilancio: 8.5

PIASTRI

Ottimo risultato, perché un quarto posto va sempre bene se non sei un pilota RBR, ma ottenuto in modo non molto brillante. Peccato perché suppongo che nella gara di casa volesse ben figurare. La realtà è che a parte il primo stint il suo ritmo non è stato paragonabile a quello del suo compagno di squadra. Inoltre, a metà gara è andato per prati nell’ultima curva prima del rettilineo perdendo il già esile contatto con Norris e dando addio alle già scarse ambizioni di podio. Voto: 6.5

PEREZ

Dopo le dolenti note della failure subita da Max ecco quelle legate a Checo. RBR in questo GP sembrava un’altra vettura. Se non abbiamo potuto valutare Max per via del subitaneo problema con Checo invece abbiamo potuto toccar con mano l’inconsistenza di quanto fatto dagli uomini di Milton Keyes nella terra dei canguri. In nessun momento della gara Perez è parso in grado di tenere il ritmo non solo dell’inarrivabile Sainz ma anche di CLC, Norris e Piastri. Giusto nel secondo stint ha tenuto un po’ meglio ma nella stessa fase chi gli stava davanti era in gestione. Ciò ha dell’incredibile visto che lo stesso Perez, nei primi due GP, ha ottenuto agevolmente la seconda piazza dietro a Max. Non saprei dire se si tratta di problemi di assetto o di recupero degli altri team – sicuramente i prossimi GP ci diranno se è stato un caso, come l’anno scorso a Singapore, o se in casa RBR c’è da preoccuparsi. Voto: 5 e non vado sotto ulteriormente perché poteva anche andare peggio.

ALONSO

Il buon Fernando regala la sua solita gara solida finendo al sesto posto. In un GP anomalo per via del guaio di Verstappen ci si sarebbe potuto aspettare un po’ più di intraprendenza da parte sua ma evidentemente il mezzo non gli ha consentito granché. Rimane da decidere se l’incidente finale di Russell sia diretta conseguenza di una sua mossa assai sporca oppure no. Le sue dichiarazioni dopo aver appreso della penalità che lo retrocedeva di 20 secondi e dal 6° all’8° posto non lasciano spazio a molti dubbi: “in Formula 1 anche la difesa è un’arte”. Che abbia frenato o mollato il gas (che a quella velocità è più o meno la stessa cosa) pare dunque assodato. Assodato è anche il succo della sua dichiarazione: nella leggenda non ci sono solo sorpassi straordinari ma anche difese memorabili come fece lui stesso contro Schumacher a Imola una ventina d’anni fa o come fece Villeneuve in Spagna nel 1981. D’altra parte, però, i cosiddetti “brake test” sono una mossa “sporca” assai invisa ai piloti di qualunque categoria e vanno utilizzati con molta attenzione. Anche il sottoscritto, nella sua batterica esperienza kartistica, ricorda di aver inveito più di una volta contro coloro che ricorrevano a questa furbata. La mossa di per sé è sporca e sin qui nessun dubbio. La si fa in curve lente o medio-lente frenando più del dovuto nel punto di corda oppure in mezzo ad una chicane ritardando volutamente il punto di accelerazione in uscita. In questo modo l’avversario inseguitore è costretto a frenare in modo ancora più profondo con il risultato che in uscita di curva sarà sufficientemente distante per permettere al “furbetto” di evitare attacchi facili. Inutile dire che alla vista del replay dell’incidente ho riconosciuto immediatamente la mossa di Alonso ma quel che mi sorprende, e qui si capisce dove vado a parare, è che abbia fatto quella mossa in un cambio di direzione velocissimo, dove in condizioni normali il rallentamento è minimo. In pratica il mio giudizio è: ha esagerato. Il problema è che a quella velocità il tunnel di vuoto d’aria amplifica l’effetto della mossa e i pur straordinari riflessi dei più forti piloti del pianeta nulla possono per evitare il patatrac. Si può poi discutere all’infinito se la penalità sia troppo severa ma certamente non si poteva lasciare un precedente di questa portata. L’avesse fatto in una curva lenta oggi staremo tutti a magnificare la scaltrezza dell’asturiano ma così, in tutta onestà, credo si sia passato il limite. Voto? Certo! 7 per la gara e 0 per la porcata a 260 km/h.

STROLL, TSUNODA, HULK e MAGNUSSEN

Voto 8 per tutti costoro. In una gara in cui Verstappen e Hamilton sono fuori per affidabilità e Alonso si “becca” 20 secondi di penalità, c’era spazio assai succulento per i punti. Stroll stavolta non fa pasticci e pur finendo a quasi venti secondi dal team mate gli sottrae la posizione finendo per conquistare il primato degli “altri”. Tsunoda inaspettatamente solido porta a casa punti d’oro vista l’amara delusione di una vettura che il pre-stagione prometteva di ben altra caratura. Hulk e Magnussen giocano ancora di squadra ma stavolta entrambi beneficiano dei punti e dimostrano ancora una volta che Haas non è affatto la carretta che, nei test pre-stagione, arrancava a 4 secondi dai primi. Buon per loro!

ALBON e RICCIARDO

Voto 5 il primo e 4 il secondo. Se i quattro di cui sopra hanno saputo ben approfittare della anomala circostanza di questo Gran Premio meritando un voto d’eccellenza allora non si può far a meno di punire, per converso, coloro che non ne sono stati capaci. In primis, Albon che pur lottando come un leone come suo solito non riesce ad ottenere un risultato potenzialmente alla sua portata. Ancora più basso il voto per Ricciardo che si ritrova a distanza siderale dal piccolo Yuki.

NOTE DI ULTERIORE DEMERITO

Sauber disastrosa nei pit: per una volta che Bottas sembrava in palla e in grado di competere per punti importanti questa telenovela del dado non ci voleva proprio. Alpine (Gasly comunque meglio di Ocon) si conferma la peggiore del lotto.

NOTE CHE COLPE NE HA LUI?

Ho trovato abbastanza triste, per non dire scandalosa, la scelta di Williams di far correre Albon sulla vettura di Sargeant. Riassumo per chi non conoscesse la vicenda: nelle FP1 Albon distrugge la sua vettura a causa di un errore piuttosto marchiano in curva 6. Poiché Williams non ha telai di riserva si ritrova costretta a correre il resto del week end con una sola vettura e decide, con feroce cinismo, di appiedare Sargeant costringendolo a cedere la sua vettura, perfettamente integra perché lui, a differenza di Albon, non ha commesso errori, al suo compagno di squadra. Ora, non so quale ambizione di vittoria del campionato del mondo abbiano in Williams per il 2024 o, per converso, quanto abbiano negativamente previsto di fare anche un solo punto in ben 24 gare e, infine, perché mai una scuderia di Formula 1 (dal così glorioso passato, peraltro) affronti un Gran Premio in queste sgangherate condizioni ma perché mai hanno dovuto punire e persino umiliare in questo modo il povero Logan che il suo dovere l’aveva fatto?

Voti per la vicenda:

-35 come in siberia a gennaio per la Williams: non si fa. Punto!

0 ad Albon per non aver rifiutato lo scambio di sedili (oppure 0+ se c’ha provato ma l’hanno costretto a suon di sforbiciate sul contratto)

10 e lode (sì, come a Sainz) a Sargeant per non aver pubblicamente polemizzato, pur avendo tutto il diritto di farlo, ed anzi per aver tenuto il profilo bassissimo

Apriamo e chiudiamo con un 10 e lode: meglio di così!

 

Alla prossima!