Superata la boa di metà campionato, Budapest ci porta in dono la conferma del trend di spettacolarità che abbiamo potuto apprezzare nelle gare da Imola ad oggi (be’, Monaco a parte). Dopo la splendida gara di Silverstone, infatti, anche Budapest ha regalato emozioni forti che hanno tenuto incollato… al divano! tutti gli appassionati. McLaren, con l’1-2 sul podio, ha finalmente capitalizzato il suo potenziale ma lo fa in modo assai confuso, dando la fatale impressione di non aver chiari gli obiettivi di campionato. In questo modo la doppietta, che in altre circostanze sarebbe stata salutata da squilli di trombe, ha quel sapore dolce-amaro tipico di quei piatti gourmet da ristorante di altissima fascia che devi per forza dire che sono buoni per non sentirti turlupinato quando arriva il momento di pagare il conto. Dal punto di vista squisitamente tecnico la doppietta (qualifica + gara) rimane una impressionante dimostrazione di forza e il primo ad accorgersene è Max Verstappen, già nervoso nelle ultime gare, che qui a Budapest implode in modo clamoroso. Gli aggiornamenti di RBR non solo non si dimostrano efficaci quanto pensava (o sperava) ma gli hanno dato anche l’impressione del passo del gambero. Impressione forse giusta visto che la gara di Perez, senza le nuove specifiche, non è stata disastrosa come ci si poteva aspettare e va considerato che a parità di strategia con Russell e a parità di partenza nelle retrovie (16 e 17 in griglia) gli è arrivato davanti. Quindi aspettiamo a dare giudizi definitivi. Mercedes con Hamilton si conferma più che competitiva e Ferrari rialza leggermente la testa ma solo in gara perché in qualifica i distacchi dai primi stanno pericolosamente aumentando.
La prima di Piastri ci porta il settimo vincitore diverso in stagione (se non vado errato non capitava dal 2012) il che non può che farci piacere e dare motivi di interesse ad un campionato che sino a qualche gara fa sembrava mestamente avviato ad una stanca replica del 2023. Il vantaggio di Max in classifica è ancora notevole ma con il trend tecnico nettamente a favore di McLaren e con una Mercedes così pimpante non può affatto dormire sonni tranquilli. Potrà permettersi ancora di giocare on line alle tre di notte?
Ma vediamo come si sono comportati i piloti.
PIASTRI
In altre circostanze avrei salutato questa vittoria con grida di giubilo. Il buon Oscar, che tanto bene ha fatto in questa sola stagione e mezza da che è in Formula 1, aveva un bel countdown al neon sul casco che scendeva ad ogni GP e segnalava quanto poco mancava alla sua prima vittoria. E tuttavia, visto il modo un po’ confuso con cui è arrivata non me la sento di esultare troppo. Va detto che il suo l’aveva fatto. In qualifica è pochi millesimi dietro il compagno di squadra ma davanti a Max. In gara parte benissimo e lì, di fatto, decide la sua vittoria perché se non ci fosse stata quell’ottima partenza il finale così confuso non l’avremmo visto. Parte meglio di Norris, non si fa intimidire dal tentativo di chiusura e poi con molta malizia allarga un poco alla prima curva costringendo tanto Norris quanto Max a fare i miracoli per rimanere in pista. Il primo stint è semplicemente perfetto perché non consente a Norris di avvicinarsi e, anzi, lo stacca leggermente portando il distacco sui 3-4 secondi che gli consentono un primo pit di tutta tranquillità. Da notare che il primo pit è appannaggio di Norris sebbene in questo caso la copertura su Hamilton e Verstappen era davvero un buon motivo per farlo. Nel secondo e terzo stint invece balbetta un poco. Da metà gara in poi, in particolare, non è parso lucidissimo. Commette un errore, una pericolosa escursione fuori pista, proprio a metà gara che consente a Norris di andargli sotto e far vedere al team che ha ritmo migliore. Poi, in occasione del secondo pit, subisce il controverso undercut del compagno di squadra. Da lì in avanti, al di là delle polemiche interne al team di cui accenneremo dopo, non mi è parso brillante al punto da togliere i dubbi che stavano attanagliando il team. Nonostante i suoi sforzi, perché si stava sforzando, eccome!, ha un ritmo decisamente più lento di quello di Norris che lo porta a quasi 7 secondi di distacco da Lando in soli dieci giri. Era il caso, se fosse stato possibile, mantenere un distacco stabile per mandare il chiaro messaggio che lo swap non solo era giusto ma era inevitabile. Con questa incertezza, invece e nonostante i messaggi dei team radio di Norris, il dubbio all’interno della scuderia era grande come la proverbiale casa. Sta di fatto che alla fine Lando decide di restituire la posizione e il modo plateale con cui l’ha fatto toglie il resto del dolce gusto che era rimasto in bocca al buon Oscar che infatti, sceso dalla vettura, non si profonde nei gesti di esultanza che ti aspetteresti. E non credo che ciò sia dovuto al fatto che è il nuovo “iceman”. La prima è comunque arrivata ed è il 115° (contando anche quelli di Indianapolis degli anni 50) vincitore di un GP di Formula 1. Se lo merita e speriamo di poter salutare altre sue vittorie con un mood decisamente più festoso.
NORRIS
Il buon Lando, con questo secondo posto di Budapest, vanta il non glorioso titolo di pilota con più delusioni della stagione. Naturalmente sono delusioni molto relative visti i risultati e il fatto che è secondo nel mondiale. Ma certamente lui per primo non può ignorare che da Miami ad oggi ha lasciato parecchi punti per strada. In qualifica fa il suo conquistando la pole ma poi la partenza in gara è assai deludente, soprattutto considerando che aveva il team mate al fianco e che avrebbe potuto giocarsela decisamente meglio. In un’intervista post-gara lui stesso si lamentava delle sue pessime partenze citando il fatto che ogni volta il motivo è diverso: non è un bel segnale. Fosse un problema nel gestire la frizione o comunque un problema solo ci sarebbero motivi per sperare di superarlo ma così non va bene: una volta è la frizione, un’altra si impunta, un’altra ancora sceglie la traiettoria sbagliata, altre volte si fa intimidire. Mah! Nella prima metà di gara non ne ha abbastanza per impensierire Oscar ma poi, come gli capita spesso prende il volo e sfodera un ritmo straordinario. La confusione di cui ho più volte parlato, però, è colpa del team. Infatti la decisione di pittarlo prima di Oscar è tutta del team. In quel momento, al 45° giro, Hamilton era ben distante e con un margine netto di ben 10 secondi si poteva tranquillamente pittare prima Oscar e poi Lando con rischi praticamente zero di venire recuperati dal campione di Stevenage. Invece il team, con questa assurda e assolutamente non necessaria chiamata, si mette nei guai da solo. Ovviamente nessuno crederà mai alla difesa dal ritorno di Hamilton sicché non si può concludere altro che l’undercut su Piastri è stato deciso appositamente per metterlo in testa alla gara. Decisione, peraltro, che avrebbe avuto una sua logica data la classifica mondiale e che si è vista tante volte nella storia (chiedere a Schumy, Alonso, Vettel, Hamilton o persino a Max nel difficile 2021). In pochi, a parte Oscar, avrebbero avuto da ridire. Ma poi? Perché tutta quella indecisione? Il pit è stato deciso autonomamente e poi si sono imposti dall’alto? Oppure hanno cambiato idea? Perché? Non sappiamo cosa è passato nella mente dei responsabili del team in quei lunghi 25 giri che mancavano alla fine della gara. Fatto sta che la confusione è stata massima e che con il suo perpetuarsi è solo una fortuna che non abbia portato a distrazioni decisive dei piloti. In tutto questo Lando ancora una volta non ha brillato, certo non tanto quanto lo straordinario ritmo che ha tenuto e che ha spinto fino a 7 secondi il compagno di squadra. La decisione di farlo passare a tre giri dalla fine, in modo plateale, è stata decisamente tardiva. Leggo molte cose in giro per il web legate al fatto che personaggi come Senna, Schumacher, e gli stessi Hamilton e Verstappen non avrebbero mai ceduto al team order. Credo però che ogni caso faccia storia a sé e per quanto cinicamente logico sarebbe stato il tenere la posizione, in un contesto di questo tipo non avrebbe avuto senso farlo senza un minimo di imprimatur da parte del team. Sorprende, piuttosto, che nel momento di confusione nessuno abbia suggerito a Lando di far passare subito Oscar e poi di dare un “free to race” per vedere venti giri in cui molto probabilmente, visto che ne aveva di più, la vittoria sarebbe arrivata. Sorprende che nemmeno lui ci abbia pensato il che lo rende corresponsabile della confusione che c’è stata. Insomma, il dolce-amaro di cui parlavo all’inizio diventa sempre più intenso. Alla fine, tuttavia, il dominio tecnico dimostrato da McLaren e il contestuale nervosismo di Verstappen dà molta fiducia per il prosieguo e per le possibilità mondiali a patto, però, che la condotta di gara diventi più chiara. Sarà che essendo Lando uno dei nostri beniamini tendiamo ad essere più severi nella speranza di vederlo sempre più competitivo ma non c’è alcun dubbio: rimandato!
HAMILTON
Ancora un podio per il vecchio leone. E che podio! All’ottima partenza, il buon Lewis, fa seguire una gara eccellente con undercut come se piovesse e, soprattutto nella seconda metà, tanta grinta e tanta lucidità. Le McLaren non erano alla sua portata ma tutto il resto sì. E il buon Lewis non si è fatto pregare. La sua gara si decide nel lungo duello (in due parti) con il Max furioso che si è visto a Budapest ed è stato spettacolare. Al contrario di Max, Lewis si è mostrato lucidissimo nei momenti più decisivi: non sarà più il mostro di velocità che era nei suoi anni migliori ma quel che ha perso in decimi l’ha evidentemente guadagnato in esperienza. Non avendo ambizioni da mondiale il suo comportamento in gara contro Max è assolutamente perfetto e sfodera il campionario del… campione. Lo porta a spasso due volte in curva 1, con difesa splendida (Russell prenda appunti) a fine rettilineo. In un’altra occasione si impone duramente all’interno di curva 2 quando il sorpasso all’esterno sembrava cosa fatta costringendo Max ad allungare la frenata di curva 2 che lo porta fuori pista. Nella seconda parte del duello, intorno al 60 giro, Max viene “portato a scuola” un altro paio di volte a fine rettilineo fino a che, frustratissimo, decide poi di fare quella mossaccia al giro 63 che Lewis, consapevole, lo ribadisco, di non essere in lotta per il mondiale, punisce in modo esemplare decidendo di non farsi da parte: se dev’esserci scontro che ci sia! Fortuna vuole che non abbia accusato danni così che la lezione impartita a Max è di quelle che rimarranno nella storia del campionato. Podio meritatissimo e alla via così!
LECLERC
La confusione tecnica di Ferrari negli ultimi GP sembrava domata dal solo Sainz, con il buon Charles ad annaspare tentando di volta in volta soluzioni di assetto estreme, strategie disperate o guidando sopra le righe con i conseguenti inevitabili errori. Il risultato è che dopo la vittoria di Montecarlo ha raccolto briciole e Sainz stava per raggiungerlo in classifica mondiale. Anche Budapest è cominciata in questo trend: le sue qualifiche sono costellate di errori ed errorini che lo piazzano cronometricamente ben distante non solo dalle McLaren e Max ma anche dallo stesso Sainz. La gara, invece, è finalmente tutt’altro andare e se la strategia (ci risiamo!) non l’avesse fortemente penalizzato non mi sorprenderei se fossi qui a commentare un bel podio anziché un quarto posto. La partenza è eccellente e si trova a lottare per le prime posizioni nelle prime curve. Tiene poi il ritmo di Verstappen e Hamilton che gli sono davanti per tutto il primo stint in cui cede al massimo 3 secondi. Poi arriva il primo errore strategico. Hamilton, infatti, aveva pittato al 16° giro e lui e Max decidono di rimanere fuori puntando, evidentemente, su gomme migliori nel finale di gara. Max pitta al 22° giro e ti aspetti che Leclerc faccia la stessa cosa. E invece no, decidono di tenerlo fuori. A questo punto il distacco virtuale aumenta ma come strategia ci può stare. Poi inspiegabilmente lo pittano dopo solo due giri, al 24°: tanto valeva continuare altri cinque o sei giri visto che il ritmo era comunque buono. Forse avevano paura che una volta pittato e finito dietro a Tsunoda avrebbe avuto difficoltà a superarlo. Seriously?! Tsunoda con gomme di 30 giri?! Mah! Mette le bianche e il monitor dei tempi si illumina di rosso: Leclerc da lì in avanti è il più veloce in pista. E non di poco! Infatti, si riporta sotto ad Hamilton, impegnato nel primo duello con Max. Quando quest’ultimo pitta al 40° giro vediamo inspiegabilmente CLC pittare dietro di lui. Una decisione ai limiti dell’assurdo perché le bianche andavano benissimo e avevano solo 15 giri! Dovevano assolutamente proseguire per almeno altri dieci giri e a quel punto, con gomme gialle nuove, avrebbe avuto uno stint finale da favola. Doppio Mah! Purtroppo, la decisione di anticipare così tanto il pit si rivela fatale per le sue ambizioni. Va benissimo per un po’, ma non riesce a sopravanzare Hamilton ma Max, che invece aveva fatto la strategia giusta (checché ne dicesse via radio) e aveva messo gialle al 49° giro, cioè quando avrebbe dovuto pittare anche CLC, va come un treno. Lo supera di slancio e va a prendere Hamilton. L’incidente tra i due gli consente di arrivare a tiro di Hamilton ma ormai le gomme sono finite e non può più ambire al podio. Al di là della strategia assai discutibile è emerso un Leclerc finalmente tornato solido e veloce. Certo, le McLaren sembrano fuori portata ma Mercedes e il Max visto a Budapest non sono affatto lontani. Speriamo, per lui, che Budapest non sia la proverbiale eccezione che conferma la regola. Speranzoso!
VERSTAPPEN
La gara peggiore dell’anno… per il momento! Già, perché se già si era visto nervoso negli ultimi GP, l’Ungheria gli ha tirato fuori il peggio e tutto lascia pensare che nei prossimi GP non cambierà di molto. Un tale impietoso giudizio non è dovuto tanto al risultato, che tutto sommato è eccellente per come si erano messe le cose, quanto per il modo in cui è arrivato. La ragione, l’abbiamo già accennato, sta forse nel fatto che gli importanti aggiornamenti portati qui da RBR, peraltro solo sulla sua vettura e non su quella di Perez, non gli hanno dato l’impressione di essere efficaci. In qualifica, nonostante il giro monstre che, al solito, riesce a fare in Q3 si ritrova alle spalle di entrambe le McLaren. Non ne è felice. Lo dimostra con una partenza che dopo un pur eccellente scatto pretende troppo alla prima curva con quella veloce (nel senso letterale) escursione all’esterno della curva 1 in cui ha dato la netta impressione che sia stata fatta apposta. Non il massimo della correttezza, diciamo. Comincia lì il suo balletto nervoso di team radio che durerà tutta la gara. Dopo aver ridato la posizione a Lando non riesce a tenere il ritmo delle due McLaren e si stacca leggermente. Allunga il primo stint facendosi superare dall’undercut di Hamilton ma recupera bene e si impegna in duello. Purtroppo per lui l’Hamilton di Budapest è in versione professore e viene portato a scuola di difesa in diverse occasioni. Strafà al 35° giro tentando un sorpasso all’esterno della 2 in cui non calcola bene la frenata ed è costretto all’escursione fuori pista. Già scrivere di Max non calcola bene la frenata fa capire che oggi è in giornata storta. Nuovo undercut di Lewis (e quello inspiegabile di CLC) e si lamenta per la strategia. Dopo il secondo pit il balletto via radio con Lambiase prosegue: “well, gentle introduction” gli dice sarcasticamente e lui risponde con una sequela di improperi lamentandosi degli undercut ricevuti. Non so cosa ne pensate voi ma a differenza di Max credo che la sua strategia sia stata decisamente migliore di quella di Hamilton e di Leclerc tant’è che supera facilmente quest’ultimo e si ritrova negli scarichi di Lewis quando ancora mancano 12-13 giri alla fine e con gomme più fresche ed essendo… be’, essendo Max non ti aspetti che possa aver difficoltà a trovare il modo per superarlo. Invece il nuovo duello con Hamilton torna ad essere la lezione di difesa che già si era vista una ventina di giri prima. Tanto si innervosisce, Max, che alla fine commette un errore da principiante con una staccata profondissima e palesemente errata che finisce nel patatrac. La sua frustrazione è massima perché un Max più lucido non avrebbe mai fatto una mossa del genere. Impara a sue spese che quando non c’è in ballo il campionato (di certo Lewis non ha ambizioni in tal senso) mosse del genere si pagano caro: Lewis non si sposta di un centimetro e si scontrano. Gli va benissimo! Ancora non capisco come gomme e/o sospensioni non abbiano ceduto. Viene superato da Leclerc e per pochissimo si salva anche da Sainz. Il suo nervosismo è forse accentuato dalla reprimenda di Lambiase che per smontare le sue lamentele scomoda addirittura un “childish” che è tutto un programma. Team radio duri di Lambiase se ne sono sentiti in questi anni, segno di rapporto forte tra i due, ma questo mi è parso un poco sopra le righe anche in questa ottica. Non arrivano bei segnali dal box RBR. In Belgio, tutt’altra pista ove la maestria di Max si esalta, è chiamato assolutamente ad una gara diversa. Staremo a vedere.
SAINZ
Non molto da dire su Carlos in quel di Budapest. L’eccellente qualifica viene vanificata da una partenza scadente che gli fa perdere parecchie posizioni e, soprattutto, il treno Max-Lewis-Charles. Da lì in avanti la sua gara pare piuttosto opaca con ritmi, soprattutto nel secondo stint, non all’altezza di quelli di CLC. Peccato, perché nell’ultimo stint si sveglia ma era troppo lontano per approfittare anche lui del botto di Max.
PEREZ – RUSSELL
A debita distanza da Sainz arrivano Perez e Russell, i delusi, sia pur per motivi diversi, delle qualifiche. Il loro confronto è stato interessante perché partivano nelle ultime posizioni e con strategie conservative sono comunque riusciti a portarsi nei punti con una certa facilità. L’errore di Perez in qualifica (va a muro da solo) è ben più grave di quello di Russell (errata valutazione del momento di uscita) e complica ulteriormente la sua posizione in seno al team considerato che le voci dicono che se ha più di 100 punti di distacco da Max dopo Spa verrà sostituito (da chi?!). La matematica, fosse vera la voce, lo condanna però la gara nella gara con Russell l’ha vinta e anche abbastanza bene. Bisognerà vedere come entrano i soldi dei suoi sponsor in questa equazione: io ho il sospetto che contino più dei suoi punti. Staremo a vedere. Delude ancora Russell, invece, sia per l’errore in qualifica (che però, va detto, non è stata colpa sua) che per aver perso questa garetta. Per Giorgino un piccolo campanello d’allarme: nei due GP in cui per vari motivi non ha potuto brillare il suo team mate ha fatto faville.
TSUNODA – STROLL
Per via delle emozioni là davanti si è visto poco delle retrovie sicché è difficile dare delle valutazioni. Mi limito a registrare l’ennesima gara a punti di Tsunoda e il fatto che Stroll arrivi non solo a punti ma ancora una volta davanti ad Alonso.
NOTE DI MERITO
Sargeant è alla seconda qualifica di fila che supera il Q1: se non è un record, per lui, poco ci manca.
NOTE DI DEMERITO: LE STRATEGIE e GLI STRATEGHI
Ho preso qualche appunto sulle strategie, che notoriamente in Ungheria sono importantissime data l’allergia al sorpasso che questa pista ha da sempre (e quando capita fa la storia, come quello famosissimo di Piquet a Senna nell’edizione del 1986). Ebbene, raramente come in questo GP mi è capitato di vedere un po’ tutti i muretti in grande confusione. Con il mezzo che avevano i due McLaren potevano fare qualsiasi strategia e avrebbero comunque vinto ma abbiamo visto quanto male hanno gestito il secondo pit e gli ultimi 25 giri. Hamilton ha fatto una grandissima gara ma la strategia scelta dal suo muretto non era ottimale. Un Verstappen tranquillo (e non quello nervoso e frustrato che abbiamo visto) gli avrebbe tranquillamente soffiato il podio e anche Leclerc, su una strategia corretta, l’avrebbe probabilmente superato. Verstappen, paradossalmente, è quello che tra i primi ha goduto della migliore combinazione strategica. Tuttavia, nella sua percezione la strategia scelta era pessima il che ha acuito il nervosismo che già lo pervadeva facendogli commettere il grosso errore che quasi lo escludeva dal GP. Di Leclerc abbiamo già detto ma lo rimarchiamo qui per sottolineare che più che la vettura, tanto criticata, è stata la strategia a privare CLC del podio e non altro. In Racing Bulls hanno rovinato la gara di Ricciardo pittandolo dopo soli sette giri quando con gomme gialle (e non le rosse di chi pittava insieme a lui) era comodamente in ottava posizione e con davanti il solo Stroll con le rosse che avrebbe certamente pittato prima di lui. Non contenti lo pittano già al giro 28 per non farlo uscire davanti a Tsunoda che avrebbe pittato il giro dopo e che aveva una strategia ad una sosta. Williams e Haas non hanno creduto alla possibilità di far seguire una gran gara da parte di Albon e Magnussen che hanno fatto una partenza strepitosa che non hanno potuto capitalizzare. La stessa Haas ha pittato Hulk già al secondo giro! Hanno tentato un improbabile mega-undercut ma con il pieno di benzina mosse di questo tipo non hanno veramente nessun senso. L’unica spiegazione possibile per una mossa tanto stupida è che pensavano che ci sarebbe stata una Safety Car nei primi giri. Ma a questo punto si va a scommessa, un po’ come al casinò: è professionalità questa? In Sauber pittano Zhou al settimo giro, come han fatto altri e differenziano Bottas mandandolo più lungo. Ma anche qui non vedo coerenza perché l’hanno pittato al 16° giro e non tra il 20 e il 25 come sarebbe stato più indicato vedendo lo sviluppo della gara.
Insomma, dal top team all’ultimo ho visto una gran confusione, incoerenza, azzardo ingiustificato. Tanti computer, analysis room, calcoli su calcoli e presumo anche che molti (almeno i top team) stiano anche sperimentando AI e poi vediamo questa povertà strategica profusa a piene mani. Che dire? Sarebbe interessante poter accedere a tutti i piani che i vari team preparano prima della gara e poi capire come vengono prese le decisioni. Non posso non pensare che i piani strategici “giusti” siano lì, davanti a loro, che le analisi corrette siano effettivamente state fatte, che siano stati analizzati i diversi scenari tra i quali saranno sicuramente presenti anche quelli più efficaci. Se tutto questo è vero com’è possibile assistere a questo sfacelo? Strategie giuste ma strateghi sbagliati?
Ci vediamo a Spa!