IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Qual è la differenza tra questo mese di pausa che stiamo osservando e quello estivo? In estate, gioco forza, ce ne facciamo tutti una ragione senza contare che le vacanze sono per tutti e quindi, come si suol dire, le distrazioni non mancano mentre questa pausa lasciatemelo dire, sembra più una punizione dato che poi ci toccheranno tour de force molto importanti. Mi rendo conto che il calendario ha le sue esigenze per ovvi motivi, eppure un buco di un mese nel vivo del mondiale ha poco senso, a maggior ragione che in seguito le squadre dovranno affrontare back to back incessanti: 20 ottobre Texas, 27 ottobre Messico e sette giorni dopo ancora Brasile quindi, quindici giorni di pausa, per ricominciare tutto d’accapo con la tripletta finale di questo lunghissimo mondiale. Per questo parlo di punizione, non tanto per chi la racconta o la segue questa pazza F1, quanto per chi ci lavora visto e considerato che gli toccherà affrontare una smazzata finale che se la ricorderanno fino a Marzo dell’anno prossimo. Ad ogni modo in un momento apparentemente piatto dove ci sarebbe poco da dire, ci pensa Ferrari a rinfoltire i ranghi degli appassionati con le azioni e dichiarazioni da parte di chi ci lavora all’interno della Beneamata.

Alla fine il tempo è dunque giunto, mi riferisco alla presa di potere da parte di Louic Serra come nuovo direttore sportivo della Rossa, posto occupato “in pectore” da Vasseur fino a questo momento. Il nuovo uomo dei miracoli ha varcato ufficialmente i cancelli di Maranello e, gli spetta un compito non poco arduo, che poi è quello di rendere le future monoposto Ferrari (soprattutto quelle del nuovo ciclo regolamentare) vincenti, in modo da riportare il titolo piloti in Scuderia dopo quasi un ventennio. Perché tra un dominio e l’altro, dall’ultima volta che Ferrari ha vinto il titolo piloti per mano (e piede!) di Raikkonen, è passata quasi una generazione… si pensi solo che quando Kimi vinse il mondiale c’erano ancora i cellulari con i bottoni, internet non era cosi fruibile come ora e non c’erano i social network (Facebook nasceva solo l’anno prima). Il tempo corre in modo veloce e spietato e, ad essere sinceri, non avrei mai creduto di dover riaspettare nuovamente vent’anni, per rivedere un mondiale a Maranello. Per questo il compito di Serra, assieme a tutto il suo staff, non sarà semplice ed un primo assaggio delle sue idee necessariamente lo dovremo vedere già in questo 2025. Infatti sebbene l’arrivo del nuovo Direttore Tecnico coincide con il progetto dell’anno prossimo che è già definito, nulla toglie al medesimo, che non ci può “mettere mano” e quindi apportare i giusti correttivi a stagione in corso. Del resto McLaren insegna che tutto è possibile se si ha metodo (ed uomini e mezzi giusti aggiungerei) nell’indirizzare il lavoro nella dovuta direzione. Louic è specializzato nella meccanica e, nello specifico nell’interazione della vettura con gli pneumatici, cosa che a Maranello questo tipo di conoscenze servono come il pane e, con l’introduzione del pull rod all’anteriore, questo scibile sarà fondamentale. Prima del suo arrivo, circolavano voci che lo stesso Serra abbia dato dei “suggerimenti” su come approcciare alla nuova monoposto 2025. Vedremo come la Ferrari di Vasseur&Co. si presenterà ai nastri di partenza, inutile dire che il vero banco di prova, la vera sfida che spetta a Serra ed al suo staff sarà nel 2026, dove la Rossa non può permettersi di sbagliare sia perché lo stesso Presidente, mentre smantellava una squadra che era arrivata seconda nel mondiale costruttori nel 2022, diceva che l’obiettivo era il 2026 e sia perché la Ferrari di Vasseur ha ritenuto non fondamentale l’apporto conoscitivo di Newey perché “Il gruppo vale più del singolo”. Indipendentemente da chi lavora in via Abetone inferiore N°4, a LeClerc ed Hamilton servirà una monoposto vincente, altrimenti il mondiale rimarrà una chimera. Mi rendo conto di aver appena affermato una ovvietà eppure il buon Jock Clear, Direttore della Ferrari Drive Academy, questo ha detto ai microfoni del podcast F1Nations andandosi così ad uniformare all’attuale metodo comunicativo del suo Team Principal il quale, non fa altro che dire ovvietà appunto.

Clear nello specifico si è speso nei riguardi del monegasco a tutto tondo, tessendo le sue lodi nei riguardi del fatto che il numero 16 della Ferrari è uno dei migliori qualificatori di sempre e soprattutto che egli non è solo un animale da qualifica, bensì è un pilota completo dato che sa gestire gomme e quindi gara e, gli ultimi GP (Monza soprattutto), hanno corroborato ciò che Clear afferma. In assenza di azione in pista si dovrà pur parlare di qualcosa e, giusto per andare sul sicuro, tanto vale dire cose ovvie che già tutti conoscono. Che Charles sia un pilota completo ormai è chiaro e, aggiungo che proprio le vicissitudini che ha vissuto a partire dal 2022, hanno contribuito a renderlo il campione mancato che è attualmente e, che a mio giudizio gli permetterà di tenere a bada un consumato campione quale è Hamilton. La disamina di Clear non si limita a questo, infatti egli fa il paragone proprio con la Mercedes di Hamilton il quale non ha vinto solo perché aveva la macchina più forte (sigh!) e nello specifico “E’ ingiusto dire che la Mercedes ha vinto tutti i campionati solo perché aveva la macchina migliore. Era tutta la squadra ad essere migliore… cosi come Max e la Red Bull degli ultimi anni”. Ciò che mi ha veramente colpito in questo mare di ovvietà è stato comunque il seguito delle sue dichiarazioni: “Quindi, quando Charles si esibirà a quel livello, noi dovremo esibirci a quel livello con lui… Quindi, quando ci troveremo in una posizione che ci consentirà di offrire una vettura in grado di competere per il campionato, COSA CHE CREDO SIA ORMAI ALLE PORTE, Charles farà la sua parte”.

Le parole hanno un peso e, oltre al famoso “obiettivo 2026” di Elkann, ora si aggiungono quelle pesantissime di Clear che appunto afferma che manca poco per Ferrari e quindi per LeClerc, di competere per il campionato del mondo. Premesso che se Ferrari, già a partire dall’anno prossimo, avrà una monoposto competitiva sarò curioso di vedere come gestiranno la nuova coppia è anche vero che inizio ad essere stufo sia di queste ovvietà, che soprattutto di questi proclami azzardati che non fanno altro che far crescere le aspettative e aumentare la pressione su tutto il team. Per Maranello è arrivato il tempo dei fatti e non delle chiacchiere: la concorrenza, fuori dalle mura della Gestione Sportiva, è agguerritissima a cominciare da Aston Martin la stessa che gli ha soffiato proprio “il singolo” Newey per fissare (coi fatti!)l’obiettivo 2026, per non parlare di Mercedes e della mai morta Red Bull. Quindi a maggior ragione che in questo periodo tutto è fermo, è proprio il caso di dire “un bel tacere non fu mai scritto”.

Vito Quaranta