MIT’s CORNER: LE NON PAGELLE DI SAKHIR 2024

LE NON PAGELLE DI SAKHIR 2024

Finalmente torna la Formula 1! Per non farci sentire troppo il freddo invernale la Formula 1 ha deciso di scaldarci con notizie esplosive con cui gli appassionati hanno potuto trastullarsi non poco. Tra il sorprendente annuncio del passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari a partire dalla stagione 2025 e uno scandalo a tinte calde altrettanto sorprendente che ha coinvolto nientemeno che il Team Principal più titolato della griglia non c’è stato certo tempo per annoiarsi!

Il primo GP della stagione si svolge pochi giorni dopo che sullo stesso circuito tutti i team avevano acceso i motori delle loro nuove monoposto lasciando aperti tanti punti interrogativi sul come si sarebbe svolta la stagione o, quantomeno, la prima gara. Tra chi si è nascosto, chi ha provato solo le gomme, chi era ancora in cerca di sponsor e chi si è dannato per fare i tempi i test non avevano detto molto non solo agli appassionati ma anche agli addetti ai lavori. In particolare, c’era la sensazione che Ferrari e Mercedes fossero pronte per rendere la vita difficile a Max e alla sua nuova RB perché se è vero che un po’ tutti i team si sono dati da fare per “copiare” a vario titolo le caratteristiche della RB 19 è altrettanto vero che il geniale Adrian Newey ha deciso di sparigliare le carte con soluzioni inedite sapendo perfettamente di prendersi un rischio di non poco conto.

Con in testa tutti questi dubbi si è dunque arrivati all’esordio del mondiale con la sincera aspettativa di poter vedere delle battaglie al vertice che non si vedevano dai primi GP del 2022.

Ebbene, com’è andata? Mi limito ad un laconico “esattamente come si temeva di più” e cioè con Max Verstappen sugli scudi a mostrare al mondo che non solo nel 2024 vuole ripetere il risultato del 2023 ma che lo vuole fare anche nello stesso modo: dominando.

La gara non ha dato molti spunti di valutazione. La strategia assai piatta e senza varianti che non fossero la scelta di RBR di fare rossa-bianca-rossa in luogo di rossa-bianca-bianca di tutti gli altri non ha creato molta tensione e i pochi avvicendamenti in testa al gruppo non hanno regalato molte emozioni.

Per il momento si conferma il trend dell’enorme divario tra i crono della qualifica e quelli della gara e, soprattutto, la scarsa incidenza del DRS nei rettilinei. Trend, quest’ultimo, nato con la reintroduzione dell’effetto suolo e che nei due anni passati ha risparmiato soltanto RBR e che nella seconda metà della passata stagione era stato messo in secondo piano dall’appiattimento in alto delle performance dei principali protagonisti. Può anche essere che il setup dei mezzi sia ancora molto acerbo e che già a Gedda si vedrà qualcosa di più interessante sotto questo profilo ma non nascondo che la cosa è un po’ preoccupante. Beninteso, non sono un amante del DRS ma visto che c’è allora che funzioni! Mi è parso un po’ imbarazzante vedere le auto a centro gruppo che si sfidavano a colpi di “ti-vedo-non-ti-vedo” negli specchietti senza riuscire a portare veri attacchi neanche con 3 decimi di distacco in rettilineo e con DRS aperto: negli ultimi giri il non-duello tra Ricciardo con rosse nuove contro Magnussen con bianche usate è stato particolarmente indicativo. Per converso la gestione delle gomme sembra migliorata praticamente per tutti: se il dato verrà confermato nel 2024 la vita per gli strateghi dei team sarà difficilissima.

Non è questo l’articolo in cui si fanno complicate analisi sulle caratteristiche delle monoposto ma non potrò esimermi, cercando di esaminare l’interpretazione della gara fatta dai vari piloti, nel relazionare tali interpretazioni anche con l’esordio tecnico del loro mezzo.

VERSTAPPEN

Miglior inizio non poteva immaginarlo, il buon Max. Pole, vittoria, giro veloce e gara dominata dal primo all’ultimo metro. È stato semplicemente straordinario: oltre a seminare gli avversari in pista ormai semina anche tutti gli aggettivi che si cercano per descriverne le gesta. Che dire? Lui stesso, sceso dalla macchina a fine gara, pareva sorpreso dal dominio che aveva avuto il che la dice lunga anche sulla bontà della RB20. In partenza è ingaggiato da CLC giusto per i metri che mancavano alla prima curva ma poi se ne va con un ritmo inavvicinabile per gli altri. La RB 20 sembra, ça va sans dire, assai gentile con le gomme rosse sicché scopriamo Max a pittare praticamente per ultimo nel primo stint e, soprattutto, a usare le rosse anche per l’ultimo stint di gara (come Perez, peraltro) senza che ciò incida minimamente sull’usura o sulla performance. È vero che non ha dominato la gara allo stesso modo dello scorso anno ma la sensazione che avesse ancora tanto margine da gestire è stata piuttosto netta perché dopo un fastest lap sull’1.32 si plafona a 1.34 per i giri restanti. Altro da dire non c’è. Chapeau!

PEREZ

Anche il buon Checo si scopre a suo agio in gara. Se sembrava aver avuto qualche difficoltà in qualifica tutto è poi magicamente scomparso quando si sono spenti i semafori. Guadagna subito la posizione su Sainz e pochi giri dopo regola anche un Leclerc in difficoltà con i freni. Per superare Russell deve invece attendere qualche giro in più dopo il primo pit. Da lì in avanti controlla la sua gara con un certo agio, in particolare tiene a debita distanza Sainz nell’ultimo stint senza apparentemente patire alcun degrado delle gomme rosse. A differenza di quello di Max il suo ritmo, in generale, non pare irresistibile ma è comunque sufficiente per non farsi impensierire da nessuno. In pratica, la nuova RB20 è nata bene… Ottimo!

SAINZ

Una partenza non eccezionale lo costringe a inseguire Perez fin da subito e per tutto il resto della gara. Anche in questa prima gara della stagione si fa apprezzare per la solidità e la consistenza della sua guida che, a differenza dello scorso anno, sembra poter beneficiare di una vettura che pare finalmente in grado di accompagnare gli pneumatici per tutto lo stint con efficienza e costanza di performance. In questo sta la vera novità di Ferrari rispetto agli ultimi due anni (e più): la capacità di far rendere le gomme. Certamente con le rosse non pareva a suo agio ma visto che sono durate solo pochi giri poco male, quantomeno rispetto ai team che non fossero RBR. La differenza con Perez è stata minima ma c’è da dire che nell’ultimo stint Checo ha guidato in modo molto conservativo. Va da sé che comunque si merita molti applausi per non aver concesso un millimetro di asfalto a nessuno. Bravo!

LECLERC

Nelle tiratissime qualifiche è sempre lui: velocissimo a dispetto di tutto. A nessuno sfugge che il suo miglior crono in Q2 è alla fine risultato migliore di quello della pole di Max sicché sembrerebbe che abbia perso un’occasione d’oro per partire davanti a tutti. Tuttavia, sebbene il suo miglior giro in Q3 non sia stato perfetto, pare che ad una più attenta analisi le condizioni della pista non consentissero di ripetere la performance del Q2 quindi è corretto sostenere che è stato un secondo posto guadagnato più che un primo posto perso. Al pronti-via riesce ad ingaggiare Max per qualche secondo ma poi lo perde inesorabilmente. Scopriamo poi che ha grossi problemi ai freni anteriori, in particolare a quello anteriore destro, che lo limitano pesantemente in tutte le curve a sinistra. Patisce così il ritorno di Russell, Perez e del suo team mate con il quale duella un po’ stancamente. La cosa positiva e che con le gomme bianche che non degradano trova comunque il modo di adattare la sua guida alla pessima condizione dei freni e può sfruttare con un certo agio i problemi patiti da Russell portando a casa un quarto posto che, per come si erano messe le cose, vale oro. Il voto positivo se lo merita ampiamente. Bravo anche lui!

RUSSELL

Splendido in qualifica e reattivo nel primo terzo di gara sembrava che ieri per Giorgino si fossero spalancate le porte per un podio assai agevole. Invece scopriamo che il suo motore stava pericolosamente surriscaldando e che da un certo momento in avanti ha dovuto girare con l’handicap. Mercedes delude sul piano dell’affidabilità, dunque, e diversamente dal problema avuto da Leclerc (che pare facilmente risolvibile) qui siamo invece di fronte a qualcosa che potrebbe preoccupare non poco i tecnici di AMG. Mi auguro che risolvano al più presto perché finché ha potuto contare sul mezzo al suo massimo Giorgino non è parso affatto male. Si porta comunque a casa una prestazione decisamente migliore di quella del suo celebrato team mate, tenuto a debita distanza per tutto il week end (il che non è poco vista la ridda di chiacchiere che ha preceduto l’inizio di stagione). A Gedda, in un contesto che mette ancora più a dura prova il motore, ci sarà da stare attenti. Bravo comunque!

NORRIS

Cominciamo ora con qualche delusione. La McLaren non si era affatto nascosta nei test e Sakhir mostra che il suo livello non è quello strepitoso raggiunto alla fine dello scorso anno. Dovendo farei con questa amara realtà Lando perde pressione e come sempre quando non ha la spada di Damocle sopra la testa sfodera prestazioni da urlo. Quindi McLaren deludente, sì, ma Lando sugli scudi che guida per tutta la gara al limite massimo di ciò che può fare la sua vettura. Ciò non si è dimostrato sufficiente per ambire al podio né per impensierire gli azzoppati Russell e Leclerc. Certo che se si confronta Bahrain 2024 con Bahrain 2023 e sapendo che, dicunt, Sakhir non sia adatto alla McLaren ci sarebbe da lanciare i cappelli in aria ma di circuiti così ce ne sono tanti in questa lunga stagione quindi non c’è da stare molto allegri dalle parti di Woking.

HAMILTON

Male in prova, anonimo in gara. Con gli occhi del mondo (soprattutto ferrarista) tutti puntati addosso non pare che l’eptacampeao abbia particolarmente impressionato. L’unico sprazzo di classe si è visto in occasione del sorpasso su Alonso ma vista la delusione di Aston Martin non è poi questo gran merito. Va detto che anche lui, come Giorgino, ha sostanzialmente corso ad handicap dovendo girare il manettino della power unit al minimo per evitarne il cedimento. Rimandato.

PIASTRI

Dopo la strepitosa stagione di esordio il 2024 di Oscar si apre con aspettative ben diverse secondo le quali deve cominciare a dare segni di crescita non solo prestazionale ma anche di maturità agonistica. Sotto questo profilo, quindi, non posso esimermi dal dare un voto comunque buono ma seguito dal segno meno. Perché rimane dietro al compagno di squadra, sia pur di poco, e soprattutto commette qualche piccola sbavatura in gara che consente all’azzoppato Hamilton di superarlo. Lo attendiamo a miglior prova.

ALONSO

Ecco un’altra delusione. Scopriamo infatti che Aston Martin non si era affatto nascosta nei test il che ha portato ad un esordio stagionale che è tutt’altra cosa da quello trionfale del 2023. In questo deludente contesto Fernando non manca di far valere la propria classe in qualifica strappando un posto in griglia che ha del miracoloso ma non può far nulla in gara accontentandosi di un, per lui, mesto nono posto al traguardo. In una gara assai piatta dal punto di vista strategico è l’unico insieme a Ricciardo a provare qualcosa di diverso allungando di molto il secondo stint. La mossa non ha sortito l’effetto desiderato il che è interessante per le prossime gare: se le strategie saranno obbligate, com’è stato qui in Bahrain, la posizione in griglia e un perfetto “timing” di gestione degli stint saranno più determinanti delle abilità del pilota. Tornando a Fernando siccome questa è una non-pagella allora il suo sarà un non-voto.

STROLL

Nel deludente contesto di Aston Martin il buon Lance trova comunque lo spunto per essere più contento del suo compagno di squadra. La sua qualifica termina nel Q2 e la sua partenza è malamente rovinata dal trenino Hulkenberg-Bottas che lo manda in testacoda alla prima curva. Di lì in avanti però il nostro sfodera una prestazione gagliarda che passo dopo passo lo porta a ridosso dei punti riuscendo infine a conquistare la decima avendo ragione del sorprendente Zhou nell’ultimo terzo di gara. Per certi versi è divertente vedere Fernando scurissimo in volto e Lance invece raggiante considerato che il primo è arrivato davanti al secondo. La vita è bella perché è varia.

NOTE DI MERITO

Che gara Zhou! La sua gara ha impressionato non tanto per la performance, comunque buona rispetto a come era messa la Sauber alla fine dello scorso anno, quanto per l’abilità di girare costantemente avanti a tutti gli “altri” senza commettere la minima sbavatura. Condizione, questa, che stavolta non è stata sufficiente per i punti ma solo perché non c’è stato nemmeno un ritiro. Thumbs up!

Magnussen, dopo una qualifica decisamente incolore quantomeno rispetto a Hulk (strepitoso in questo senso), sorprende con una gara straordinariamente solida in cui è secondo degli “altri” e capace di resistere agli attacchi che in gara gli hanno portato Albon, Tsunoda e infine Ricciardo. Tosto!

NOTE DI DEMERITO

Racing Bulls, o come diavolo si chiama la scuderia di Faenza quest’anno, ha deluso tanto, anzi, tantissimo. La RB 19 in pectore, infatti, era attesa ad una prestazione molto più consistente sia in qualifica che in gara. E se in qualifica, così serrata, puoi perdonare ai piloti la perdita di qualche millesimo ipotizzando che il deludente Q2 sia stato estemporaneo la gara, ad un ritmo decisamente più lento di quanto atteso, è tutt’altra cosa. A quanto pare, non basta “copiare” per essere performanti e, per converso, se davvero questa è sostanzialmente la RB 19 dello scorso anno, si sta dimostrando che il passo avanti fatto dai top team è stato notevolissimo. Spiace, infine, vedere Tsunoda fare il bimbo dell’asilo nel giro di rientro: al quarto anno di F1 (peraltro dopo la convincente stagione 2023) non questi comportamenti non si possono proprio vedere e ciò anche al netto del fatto che lo “swap” per un tredicesimo posto fa un po’ ridere.

NOTE DI MA COSA AVETE COMBINATO DURANTE L’INVERNO?

Sargeant ricomincia esattamente da dov’era, cioè a distanza siderale da Albon.

Alpine un disastro totale.

 

Alla prossima!