L’Eresia di Abramo ed il “rinforzino” del Marloc: il Blog del Ring saluta Raikkonen ripubblicando quest’articolo!


“Un’era geologica fa, quando partii per il servizio militare, scoprii che i nuovi arrivati venivano chiamati “Missili”.

Sul perché è inutile investigare, poiché non essendoci il minimo senso in ciò che andavi a fare figuriamoci se poteva esserci nei termini che venivano usati in quel contesto, tuttavia ci voleva poco per capire che non era un complimento. Perché mi è tornata in mente questa cosa? Perché ci sono dei piloti per i quali questo appellativo calza a pennello, quelli che con poca testa, quelli che vanno forte e basta.E dici poco? Si dico poco, perché fare il pilota non è, e non può essere unicamente saper andar veloce; solo Gilles è riuscito nell’impresa di essere mito e missile contemporaneamente, ma lui era un essere soprannaturale, e per i miti non vale ciò che invece vale per tutti gli altri. Spesso i missili sono caratteristici, iconoclasti, perché vivendo per la velocità non si ammalano se non vincono 3 titoli mondiali, loro vogliono sentirsi vivi e per farlo devono correre. Sono quelli, come dicono sempre le maestre, che avrebbero potuto raccogliere di più se solo si fossero applicati.

Esempi? James Hunt, che battè Lauda solo grazie all’incidente del Nurburgring, una macchina perennemente irregolare e la mancanza dei test antidoping, Ronnie Peterson, dopo Senna il più grande poleman di sempre, che valeva 3 volte Andretti, ma che quando fu l’anno giusto prese paga dall’americano, Nigel Mansell che era l’unico a mettere paura al mitico Ayrton, ma riuscì a vincere un mondiale solo con una macchina stellare e avendo come compagno di squadra nientepopodimenoche Riccardo Patrese e, soprattutto, Kimi Raikkonen: il pilota più sopravvalutato della storia della F 1, divenuto campione del mondo per la più incredibile concatenazione di botte di culo che memoria d’uomo ricordi.

Cosa accomuna questi piloti? l’essere simpatici, anticonvenzionali e “sfortunati”. Ed in queste qualità Kimi Raikkonen è leader assoluto. Per simpatia è un fenomeno, non ho mai visto nessuno cercar di evitare ogni contatto umano, essere capace di 3 espressioni facciali in tutto e contemporaneamente attirare orde di fan, chi non trova spassose le sue inusuali interviste? Ma per essere un fuoriclasse ci vuole altro: bisogna conoscere i limiti della macchina, perché non è sempre sfortuna se si rompe, bisogna saperla sviluppare, perché nel corso della stagione, anche se parti con un’astronave gli altri non ti stanno mica a guardare, bisogna avere visione di gara, perché altrimenti sei costretto a demandare tutto al famoso muretto…. Altrimenti va a finire che la Mc Laren ti si ferma ogni 3 per 2 o si prende paga da Felipe Massa non vincendo un mondiale con una delle migliori Ferrari degli anni 2000, perché non si capiscono i suoi upgrade.

Il famoso Blog di Leo Turrini è stato per me una grande esperienza di vita, il “confronto” con i suoi fans, che misero in croce la Ferrari per averlo sostituito con quel raccomandato di Alonso, sempre pronti a scusargli ogni errore e ad ipotizzare ogni tipo di complotto ai suoi danni, ha fatto maturare in me la convinzione che non c’è niente di peggio del mettere le persone di fronte alle loro contraddizioni…per quello ho capito che: sport, religione e politica sono argomenti da trattare solo se vuoi farti dei nemici, e più nel giusto sei più nemici ti fai… Ma alla fine, come suol dirsi tutto torna, Alonso, uno dei piloti più forti e più antipatici che abbia mai visto correre, oramai è in Mclaren dove ha scoperto la nuova dimensione del lamento, mentre lui è tornato in Ferrari a fare quello che avrebbe dovuto sempre fare: la seconda guida”

Abramo lo Eretico

“Beh una frittata con le castagne….con le patate semmai. Così riempie e tira su. Io esco per comprare un “rinforzino” per la cena” (cit. “Amici miei” – 1975)

“Kimi Raikkonen è il quarto segreto di Fatima.
Ma Fatima il malfamato quartiere di Dublino, non certo il punto di raccolta dei pastorelli portoghesi con le visioni.
E di malfamato in questa storia c’e’ parecchio.
A partire da quell’ordine di arrivo ad Interlagos che regala (mai termine più appropriato) il Mondiale a Raikkonen grazie a tre macchine illegali secondo le misurazioni effettuate sulla temperatura della benzina.
Articolo 6.5.5.
Mezzo illegale.
Rosberg su Williams, Kubica e Heidfeld su BMW.
Lewis Hamilton Campione del mondo alla sua prima stagione in Formula 1.
No.
Hamilton non può giustamente essere campione.
Guida una macchina illegale per tutta la stagione e solo gli interessi di cassa di Bernie Ecclestone gli permettono di correre e competere fin all’ultima gara.
Ma dire che fosse un avversario libero di competere; ecco, non direi.
Come non era libero di competere quell’Alonso in guerra col suo team ben da prima dell’Hungaroring.
Come non era libero di competere il suo compagno di squadra Massa da dopo il GP di Monza; dove si stabilisce su chi il team punti per il mondiale.

Vince il suo primo mondiale su una macchina superiore, senza avversari e battendo (fino a Monza) Felipe Massa.
L’anno dopo riesce a mettere in fila un record di 18 FL, giri veloci.
E li fa tutti quando sono perfettamente inutili ai fini del risultato.
L’esito è un mondiale in cui deve giocoforza interpretare il ruolo di seconda guida ed assistere a Massa che perde il mondiale all’ultima curva.
E nell’assetto della F2008 sta tutto il fallimento di una stagione.
La macchina ha un assetto tendenzialmente sottosterzante.
Hiroide Hamashima, a capo del settorre sviluppo della Bridgestone, spiega come le coperture mano a mano che si consumano tendono a portare l’assetto delle vetture sul sovrasterzo.
Il risultato sono gare in cui Raikkonen langue nelle seconde file finché la macchina non inizia ad essere di suo gradimento.
Ma ormai è tardi; la vittoria è sfumata e gli rimane solo di mettere in fila FL con cui consolare i suoi tifosi. E poco altro.
A metà stagione la Ferrari introduce una variante sull’anteriore che aumenta ancora di più la tendenza al sottorterzo.
E Kimi reagisce a questo sviluppo che va palesemente contro i suoi interessi e il suo stile di guida facendo valere dopo Monza la clausola che gli permette di allungare di due anni il suo contratto.

Altri due anni per potersi lamentare di sviluppi che non lo soddisfano; apparentemente.

Fino a metà 2009, quando una molla rischia di mettere fine non solo alla carriera ma anche alla vita di Felipe Massa, il confronto fra Raikkonen e il pilota brasiliano verte ancora una volta sull’equilibrio.
In due stagioni e mezza Kimi Raikkonen in pratica eguaglia Falipe Massa.
Uno vince un mondiale che gli viene gentilmente donato.
L’altro fino alla Junçao è campione del mondo (come il suo compagno).
Non credo che una curva su una stagione faccia la differenza fra il Campione e un mediocre.
Si ritira lautamente pagato da Ferrari per cappottarsi nei rally mentre a Maranello gli preferiscono Alonso; una scelta che pareva già decisa dal weekend di Barcellona 2008 e che solo la clausola fatta valere a Monza in quella stagione dal finnico impedisce essere messa in pratica nel 2009.

Rientra in Lotus e riesce a battere un pilota discretamente pasticcione come Grosjean.
Poi all’arrivo a Maranello viene strapazzato in lungo e largo da Alonso il primo anno e da Vettel il secondo.

Ad oggi se dovessimo guardare i freddi numeri abbiamo un pilota della caratura di Felipe Massa o di Romain Grosjean; che appena viene messo a giocarsela con un Campione del mondo finisce per prenderle di santa ragione.
Io non metto in dubbio Kimi Raikkonen sia stato un pilota sopraffino, velocissimo e micidiale come velocità e precisione.

Ma quel pilota per me è scomparso da almeno dieci anni e continuare ad evocarne lo spirito con il mantra dell’ultimo campione in rosso o di chissà quali complotti che ne giustifichino ogni manchevolezza è un esercizio che, sono certo, darebbe fastidio a Kimi in primis”

Marloc