A MISANO LA RISCOSSA DELLA PANIGHINA

La Panighina è una borgata di poche case sulla via Emilia nel comune di Forlimpopoli che dista da Misano una cinquantina di Km. In una di queste case è nato Andrea Dovizioso che ieri, dopo anni di partecipazioni non memorabili, si è preso una vittoria da grande campione nella classe regina del motociclismo mondiale e sul circuito di casa.

Si potrebbe obiettare che con una Ducati di quel livello anche una vittoria schiacciante come questa non è poi quest’impresa memorabile. Vero il discorso della Ducati largamente miglior moto della stagione motogp, tanta potenza come di consuetudine e una ciclistica finalmente a livello del desmo.

Ma la vittoria del Dovi ha perlomeno tre elementi che la rendono un capolavoro. Il primo elemento è legato al modo; sin dalla partenza, pur solo quarto in griglia, si è subito portato alle spalle del compagno Lorenzo e di Marquez temendo un tentativo di fuga (probabile per il passo gara evidenziato nel warm up) e dopo qualche giro alle spalle del compagno ha mollato la compagnia per galoppare in solitaria fino al traguardo. Proprio come piace fare al compagno! La sensazione è quella di un controllo completo della corsa soprattutto a livello mentale(“in simbiosi con la moto” sono state le sue parole).

Il secondo elemento del capolavoro di Dovi è la tempestività. In un momento in cui in Ducati, constatato il valore assoluto della moto, sono iniziati i rimpianti per il mondiale che si sarebbe potuto conquistare e ha iniziato a prendere piede la sensazione che solo un campione come Lorenzo avrebbe garantito un livello di prestazioni consono nel futuro, il Dovi è rinato parlando nell’unico modo possibile: con un’impresa da campione.

Il terzo elemento è la fortuna, immancabile in ogni impresa. Nei giri finali Lorenzo e Marquez hanno tentato di ricucire il gap senza riuscirci. In questa fase Lorenzo è scivolato negando così la doppietta alla Ducati ma soprattutto offuscando l’immagine di onnipotenza delle ultime gare e regalando al compagno l’immagine di una superiorità (di giornata) netta.

Per chiudere il discorso Ducati mi sento di rimarcare che se la gestione dei contratti di Lorenzo e Dovizioso è stata ricca di errori imperdonabili che possono essere costati il titolo, il perseverare nel piangersi addosso potrebbe avere riflessi disastrosi anche sul futuro campionato 2019. Spero che la vittoria di Misano aiuti a superare i mal di pancia di cui si vocifera.

Del gran premio occorre sottolineare che Marc Marquez, sornione quanto fuoriclasse, è salito sul secondo gradino del podio limitando i danni e ponendo anche matematicamente termine alle velleità di titolo di molti rivali. Podio conquistato anche da Cal Crutchlow che da quando non cade più (in gara) regala grandi gioie a Cecchinello.

Sul fronte Yamaha quelle che nei recenti test erano sembrate sensazioni positive si sono rivelate in realtà inconsistenti e la competitività una chimera. Le corse di Rossi e Vinales sono risultate assolutamente anonime: è difficile trovare a memoria un periodo tanto scuro per il diapason. A livelli simili anche le Suzuki.

Credo di dover sottolineare la gara incolore del Petrux dovuta anche a problemi con la frizione fin dallo schieramento; credo che una reazione sia ancora una volta d’obbligo per ripagare la fiducia ricevuta, anche se Miller suo rivale per la moto ufficiale, dopo il secondo posto in qualifica è completamente scomparso in gara.

Le classi minori hanno manutenuto le promesse di spettacolarità della vigilia.

In moto3 la vittoria di Della Porta non ha impedito a Martin di consolidare la sua classifica complice la caduta nei giri finali di Bezzecchi fino a quel momento dominatore della gara. Quando si parla della componente fortuna…

In moto2 Bagnaia vincendo prepotentemente con margine ha consolidato il suo vantaggio su Oliveira. Il titolo è ancora lontano ma la luce di Bagnaia brilla davvero forte. Quasi da far passare in secondo piano la follia di Fenati.

Alla prossima, sempre con tre volte l’inno di Mameli.

Valther