IL PUNTO DELLA REDAZIONE (ATTO XII)

Alla fine “alea iacta est”. La tre giorni di test in Bahrein (sede del primo GP della stagione tra qualche giorno) si è dunque conclusa con i suoi inevitabili verdetti. Come ho scritto la settimana scorsa su questa rubrica, una monoposto se è nata bene, per quanto voglia essere nascosta, alla fine emergerà sempre. Questo è vero innanzitutto per la Red Bull la quale, per quanto abbia giocato sui carichi di benzina, potenza motore e assetti gara, è innegabile che anche quest’anno sarà la macchina da battere. Ad essere sinceri, considerando il loro potenziale, dubito che avremo un mondiale meno scontato rispetto all’anno scorso e, purtroppo, ci sono tutti i presupposti affinché si ripeta quanto visto nel 2023. Bisogna dargli atto ai bibitari, indipendentemente dai loro casini (e con Horner ora ne stanno passando non pochi), che il pregio più grosso che hanno è quello di non accontentarsi mai. Adrian Newey ed il suo staff (con Waché come braccio destro innanzitutto) sapevano perfettamente che tutti, a partire dalla Haas fino ad arrivare ai top team, avrebbero copiato la loro soluzione. Adrian sapeva benissimo che se fosse rimasto fedele al progetto legato alla RB19, in un modo o nell’altro, sarebbero stati raggiunti… era solo questione di tempo in quanto la “piattaforma 19” era giunta al limite prestazionale possibile evidentemente. Allora che fa? Mentre gli altri copiano il suo progetto, lui lo cambia (cito testuali parole di Marko) “rivoluzionandolo”. Geniale! Ciò che lascia in mutande è che, mentre gli altri disegnano le loro monoposto in direzione della RB19, i progettisti Red Bull disegnano la RB20 prendendo spunti (scartati anche!) dalle soluzioni delle altre squadre, come i famosi “cannoni” della Mercedes. Per Red Bull è stato un all in, anche se il loro è stato un rischio calcolato, visto e considerato il vantaggio tecnico che hanno sul resto della concorrenza con questo attuale regolamento. A Mylton Keynes hanno abbandonato sviluppi e, quindi, risorse sulla RB19 già in estate, concentrandosi dunque sull’attuale progetto, con largo anticipo. Contro una squadra così com’è possibile vincere? Avevano un progetto vincente che, anche se non avessero cambiato radicalmente, comunque avrebbero avuto il favore del pronostico nel vincere il mondiale che sta per iniziare, visto il campione che si ritrovano in squadra invece, non paghi hanno cambiato tutto, con i risultati dei test che sono sotto gli occhi di tutti e che già spaventano. Il segreto di Red Bull è la stabilità innanzitutto (la stessa che manca da troppo tempo in Ferrari e che forse, bontà sua, il Presidente Ferrari ha deciso di seguire) e la reattività dopo.  Lo hanno dimostrato nel lungo dominio del settennato dominante di Mercedes, quando in Red Bull appunto non vincevano nulla (nessuno è stato mandato via… a differenza di Ferrari!) e poi nel 2021, quando si è presentata l’occasione, si sono fatti trovare pronti reagendo tempestivamente. L’unica “mazzata” che la Red Bull potrà avere, e che comunque potrebbe accusare nel lungo termine, è con il licenziamento del suo Team Principal che, se per una squadra come Ferrari è routine, in casa Red Bull sarebbe qualcosa di epocale dato che Chris è lì da quasi vent’anni ormai. Non voglio entrare nel merito della questione, sia perché in mano non ho nulla se non il “sentito dire” e sia perché non è questa la sede opportuna per parlarne. So solo che la Ford, che deve entrare nel 2026, vuole chiarezza in merito a quanto stia succedendo e, comunque vada, la squadra della bibita energetica non ne esce bene. Horner sta lottando giustamente per la sua innocenza e, nel frattempo, tengono in sospeso tutti (dagli azionisti ai tifosi) e purtroppo le congetture dilagano. Di certo non è stato un buon segno vedere lo stesso Chris ai test, prima con gli abiti da “civile” ed il giorno dopo con la divisa, per ritornare in abiti anonimi al terzo giorno. Questo denota confusione da un lato e, soprattutto, voler gettare fumo negli occhi dall’altro, cercando di guadagnare tempo per un qualcosa che francamente pare già deciso. Red Bull attualmente ha un vantaggio tecnico tale ed una struttura organizzativa così imponente (stabilità), che a mio avviso anche se Horner verrà allontanato, la squadra non ne accuserà il colpo… almeno a breve termine. Bisognerà vedere nel lungo periodo come la squadra saprà reagire, perché se Horner rappresentava un collante in seno alla loro gestione sportiva, ed era colui il quale si occupava di far valere politicamente dentro e fuori la pista la propria squadra, allora si che è possibile che a Mylton Keynes accuseranno il suddetto colpo. Questo sarà da vedere, di sicuro le vittorie che arriveranno già quest’anno (ed anche l’anno prossimo) faranno presto dimenticare tutto all’occhio del popolo, perché ubriacare i tifosi di successi continui è la migliore medicina che c’è.

In questi test bahreiniti, non di sola Red Bull si vive, infatti piacevolmente è emersa una Ferrari solida e sicuramente seconda forza (assieme a Mercedes che si è nascosta?) di questo mondiale che sta per iniziare. A differenza dei bibitari, a Maranello nel progetto, ci sono andati coi piedi di piombo, come si suol dire. Ferrari, infatti, si è presentata in pista con una progetto meno aggressivo, più conservativo, se così si può dire che, sia chiaro, non significa che sia sbagliato. Ferrari aveva bisogno di una piattaforma stabile dalla quale partire, dopo i bocconi amari ingoiati con la monoposto dell’anno precedente (che poi evidentemente tanto amari non erano, visto che sono arrivate pole e l’unica vittoria non Red Bull) e, quindi, da poter sviluppare fino all’anno prossimo in tranquillità. Perché com’è già stato detto su queste righe, considerando la stabilità regolamentare fino al 2025 compreso, e considerando che dal suddetto anno tutti saranno concentrati sulla monoposto 2026, era imperativo presentarsi ai nastri di partenza di questo mondiale 2024 puntuali e preparati, altrimenti si sarebbe passato tutti e due questi anni che ci attendono solo ad inseguire e Ferrari (a partire da Vasseur) non se lo poteva permettere, a maggior ragione che dall’anno prossimo ci sarà anche Hamilton. Almeno da quanto visto ai test, sembra che la missione sia stata compiuta: la SF24 è monoposto molto più reattiva e prevedibile e i piloti lo hanno confermato con le loro sensazioni, a cominciare proprio da Charles che, con i suoi sorrisi prima e le sue dichiarazioni dopo, non ha potuto nascondere la sua gioia nell’avere tra le mani una vettura con la quale, come minimo, ci farà divertire, che poi ci si possa giocare la vittoria questa è un’altra storia. La Ferrari di Vasseur, per sua stessa ammissione, si aspetta di poter vincere cinque GP, che con questa Red Bull, allo stato attuale, è un obiettivo ambizioso. Presto per poter trarre delle conclusioni certe, anche perché la Mercedes di Toto (come ho già anticipato) a mio avviso si è nascosta: infatti, sebbene non abbiano impressionato coi tempi del giro singolo, sul passo gara hanno fin troppo ben figurato. Ferrari è andata più forte perché è stata “costretta” a testare subito i limiti della SF24, per avere riscontri comparativi quanto prima ed ecco perché la Rossa è risultata più in palla. Ormai manca poco, visto che tutto sarà anticipato di un giorno tra l’altro, questo in ossequio al Ramadan che si celebra nel Paese che ospita il primo GP (miei car

A scene from The San Francisco Chronicle newsroom from November 1948.

i appassionati i tempi cambiano… anche se non necessariamente devono piacere!) dell’anno. Per sabato sera avremo già un primo riscontro con relative gioie e delusioni.

Buon inizio di Campionato a tutti.

Vito Quaranta