IL PUNTO DELLA REDAZIONE

La lunga pausa, che è durata un intero mese, è dunque giunta al termine ed ora ci aspettano gli ultimi sei GP che decideranno chi sarà campione del mondo in questo lunghissimo 2024, sia per quanto riguarda il titolo piloti che costruttori. Sebbene uno dei due trofei apparentemente sia già assegnato, è anche vero che fine a quando la matematica non decreta il suo insindacabile verdetto, è meglio andarci coi piedi di piombo nello sputare sentenze. Sono del parere che è meglio parlare di probabilità, almeno in questo modo si usa la logica e ci si scotta di meno. Del resto dagli aerei atterrati in Texas non scenderanno solo uomini, bensì anche gli ultimi aggiornamenti della stagione che permetteranno alle squadre (le top four, perché tanto da Aston Martin in giù c’è ben poco da fare), di finire il campionato con diverse finalità: infatti c’è chi cercherà di raddrizzare un’annata andata storta, chi dovrà capire e chi si giocherà il tutto per tutto per portare l’agognato risultato a casa.

Chi di sicuro deve salvare l’ennesima stagione è la Mercedes di Toto Wolff la quale, da quando è entrato in vigore questo regolamento, non è azzeccata nessuna (anche se ho il sospetto che si riprenderà tutto con gli interessi con l’entrata in vigore di quello nuovo!) e di fatto non ha mai rappresentato una reale minaccia per gli atri top team. C’è da sottolineare il fatto che la casa con le stelle a tre punte era arrivata alla pausa estiva non dico come prima forza, di sicuro se la giocava tranquillamente con la McLaren (unico dei top team ad essere sempre costante dal punto di vista prestazionale) e questo aveva non solo rinfoltito i ranghi tra le file di Brackley, addirittura aveva aggiunto ulteriore pepe ad una situazione agonistica già pregna di emozioni, perché di fatto si andava ad inserire un nuovo potenziale concorrente che poteva ambire al gradino più alto del podio di ogni GP. Evidentemente le vacanze a quelli di Stoccarda gli hanno fatto male, perché infatti dopo la fine della suddetta pausa estiva, Toto&Co. si sono ritrovati alle prese con i problemi che avevano già avuto in tarda primavera e per ciò, che questo ultimo scorcio di mondiale unito al fatto che avranno con se gli ultimi aggiornamenti della stagione, servirà a salvare un campionato che è stato avaro di risultati ed ha avuto come conseguenza la perdita del loro personale campione del mondo.

Chi di sicuro dovrà capire tante cose è proprio la Rossa, la quale a differenza di Mercedes, dopo l’estate si è rinvigorita in quanto a Maranello hanno capito i casini che hanno combinato in Spagna, ed inevitabilmente si sono dovuti prendere tutta l’estate per poter correre ai ripari. I risultati si sono visti immediatamente dopo la ripresa estiva già in Olanda e, la vittoria a Monza, ne è stato il degno premio di questo duro lavoro. Purtroppo (c’è sempre il trucco!) la pista brianzola è atipica e ciò, fu detto già all’epoca che bisognava aspettare una pista vera per poter decretare la bontà degli aggiornamenti portati e, quindi capire se la strada presa da Maranello fosse stata quella giusta. Baku e Singapore, anche loro, sono state altre due piste poco indicative e nonostante questo c’è da avere buone speranze, perché se non l’abbiamo sfangata anche in questi due atipici circuiti, è stato solo per i soliti errori strategici o di comprensione degli assetti. Alla fine Austin è giunta, ormai manca poco, ed in una pista come quella texana con il suo famoso “snake”, avremo modo tutti di capire se la Rossa ha preso la direzione giusta e magari metterci il pensiero sul secondo posto nei costruttori, che sarebbe comunque magra consolazione vero, almeno darebbe buoni segnali per l’anno successivo. Anche se a tal proposito di illazioni, proprio a riguardo della prossima stagione appunto, ce ne sono state a bizzeffe e l’ultima di questa, è l’acquisto di motoristi da parte della disastrata Renault che andrebbero ad avvantaggiare proprio Ferrari  e, ad indebolire la concorrenza! Come si fa a scrivere e di conseguenza a credere a robe del genere non lo capirò mai: sono d’accordo sul prelevare e quindi rinforzare un qualunque reparto solo che da qui a dire enormità del genere ce ne passa e, di tutto il ricambio che è avvenuto all’interno del reparto corse (non solo ad opera di Vasseur dato che alcuni “nomi” sono andati via di propria iniziativa!), proprio quello motori è rimasto inalterato al vertice. Questo ultimo scorcio di mondiale sarà molto importante per Ferrari perché dirà soprattutto a Serra dove intervenire, in termini di correttivi (la “F2025” è ormai già in forno), per la vettura dell’anno prossimo.

Infine Red Bull e McLaren viaggiano all’unisono perché sono queste due squadre che si stanno giocando il titolo e, sebbene le probabilità dicano che il mondiale costruttori abbia già preso la strada di Woking, per quello piloti le suddette probabilità danno ancora favorito l’olandese. Andiamo per gradi: Red Bull è chiamata ad una reazione a dir poco clamorosa e, con gli aggiornamenti che dovrebbe portare in Texas, deve riuscire ad arginare l’armata papaya. Certo fa quasi impressione usare il termine “arginare” considerando la sfrontata superiorità tecnica che i bibitari hanno sempre sfoggiato, eppure mai come quest’anno nulla è scontato specialmente per l team di Horner. La Red Bull oltretutto si trova in una situazione spinosa, perché caso mai Verstappen perdesse il mondiale per una manciata di punti, rischierebbe seriamente di perdere il campione del mondo per pascoli evidentemente più verdi. Già allo stato attuale la situazione è incandescente e, se apparentemente tutto sembra calmo, è solo perché in questo momento in squadra c’è una pace armata e (si dia a Cesare quel che è di Cesare), sia perché i bibitari sono pur sempre i campioni del mondo e di sicuro se c’è una cosa che il 2021 gli ha insegnato, è stato quello di gestire la pressione. In tutto questo l’aria di casa si fa sentire molto di più per Perez (i suoi sostenitori saranno già tanti li a Austin) ed il messicano è chiamato alla ripresa definitiva, anche e soprattutto per aiutare il compagno e naturalmente il team per la (improbabile) riconquista del primo posto in classifica costruttori. Paradossalmente la vera rogna è solo per i bibitari in quanto in McLaren il pensiero, per quanto riguarda il titolo piloti, non è mai stato la loro priorità e solo ora che hanno raggiunto la vetta iniziano a preoccuparsene. In questo contesto si incastrano le famose “papaya rules”, dove necessariamente dovranno cambiare e quindi Piastri dovrà fare la sua parte, visto e considerato che in termini di comportamento da parte della sua squadra, non ha nulla di cui potersi lamentare. Inutile dire che tutto è nelle mani di Lando, perché il mezzo che ha a disposizione è quello più costante e performante, di fatto la MCL38 è quella più prevedibile e che gioca meno scherzi in termini di assetti sballati. Sarà indubbiamente un finale di stagione teso e sicuramente ricco di polemiche, cosa della quale ne sono personalmente felice, perché sempre meglio avere un mondiale imprevedibile che un monologo come quello dell’anno scorso e che quasi sicuramente ricomincerà dal 2026.

Buon GP di Austin a tutti

Vito Quaranta