IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Dalle parti mie, quando c’è una festa patronale che si organizza in concomitanza della data che ricorda appunto il santo di turno, si dice “finito il santo finita la festa”. Allo stato attuale di santi da festeggiare non ce ne sono (forse, fra pochi giorni, solo da invocare!) vero è che le vacanze per quelli della F1 (e quindi per chi la segue), sono terminate ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche per tutti. Tre settimane di apparente silenzio, dove ogni factory viene forzatamente chiusa, al fine di dare il giusto riposo a tutti e ciò nonostante, il mondo della F1 è sempre in continuo movimento.

Si riprende dall’Olanda del campione del mondo attuale, dove proprio lui e la sua squadra, sono chiamati alla riscossa per dare l’assalto finale al quarto titolo (consecutivo) piloti che ormai è quasi in cassaforte, a differenza di quello costruttori dove è tutt’altra che chiusa la faccenda. Red Bull (a Dio piacendo!) non è più la macchina da guerra che siamo stati abituati a vedere per tutto il 2023 e la prima parte di questo anno. Già perché da Miami le cose sono cambiate radicalmente e, se Red Bull ha vinto anche quando il mezzo era palesemente inferiore alla concorrenza, lo deve solo al talento del suo campione altrimenti ora staremmo parlando di tutt’altro. Infatti se il campionato che più conta è praticamente in cassaforte, quello costruttori è tutto da decidere proprio perché non dipende tutto da Verstappen. La Red Bull che vedremo in Olanda (inteso come team) non è più quella che eravamo abituati a conoscere e questo non lo scopriamo ora, visto che i bibitari sono travolti dai giochi di potere che stanno avvenendo in seno allo stesso team da inizio mondiale e ciò, ha avuto inevitabili ripercussioni sull’organizzazione interna e soprattutto sulle prestazioni. Eh già, perché quando si vince, tutto appare più soft come si suol dire ed ogni bega interna è accettabile come un dolce liquore. Il problema nasce nel momento in cui non vinci più a nastro, inanellando doppiette GP dopo GP. Nel frattempo, com’è noto, gli altri top team si sono avvicinati e nel contempo gli stesi bibitari hanno perso pezzi da novanta (Newey e Wheatley in un colpo solo) che farebbero tremare qualunque squadra. Lo staff tecnico Red Bull rimane di prim’ordine, sia chiaro, solo che questo lavorerebbe meglio se ci fosse anche la serenità che ha contraddistinto gli attuali campioni del mondo fino all’anno scorso. Tranquillità che ora non c’è più per i ben noti problemi creati dello stesso TP del team anglo austriaco e, sebbene il papà di Max abbia con largo anticipo predetto il casino che attualmente stanno vivendo, il problema nel frattempo è stato appunto nascosto sotto il tappeto grazie proprio alle vittorie iniziali del figlio, quella stessa vittoria che non arriva da mesi (impensabile a marzo una cosa del genere!) e che in terra Orange, per Max in primis, deve giungere necessariamente. Non oso immaginare dove arriveranno le urla, via radio, da parte del campione del mondo se dovesse fare la fine dell’ultimo GP svoltosi prima della pausa estiva. Per Red Bull più che una conferma in questo momento urge un segnale di ripresa perentorio, potente, altrimenti la McLaren (la quale si, che deve dare un segnale di conferma) avrà via libera quanto meno per il campionato costruttori. In questo segnale di reazione, anche Perez deve essere della partita perché, con i papaya che sono costantemente a punti pesanti, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile. Non è un segreto che il messicano attualmente conserva il suo sedile, solo perché alle sue spalle ci sono interessi pesanti che lo spingono a restare in squadra, almeno proprio fino al GP di casa sua. Vero è che se non ritrova quella forza mentale che lo ha contraddistinto fino a tutto il 2023, la sua carriera è segnata definitivamente (anche se a mio avviso, per vederlo l’anno prossimo sempre in Red Bull, solo un miracolo lo salva). McLaren da par suo invece deve continuare a spingere come ha fatto sino ad ora, perché il titolo costruttori è decisamente alla loro portata sia perché la loro monoposto è attualmente il riferimento e, sia perché proprio prima della pausa estiva il loro secondo pilota (proprio considerando l’atteggiamento di Norris degli ultimi GP, tanto secondo non è!), ha iniziato a prenderci gusto nel farsi vedere nelle parti alte della classifica d’arrivo. Non ho dubbi che avremo una seconda parte di mondiale emozionante anche più del prima. Infatti se ad inizio stagione c’era Red Bull che apparentemente aveva fatto il vuoto (di sicuro era in netto vantaggio), ora si parte con almeno tre top team uno a ridosso dell’altro, con una Mercedes che è quella che più è progredita nell’ultimo periodo. A meno di stravolgimenti tecnici, i valori sono quelli che abbiamo lasciato in Ungheria, quindi i presupposti per arrivare “tirati” fino ad Abu Dhabi ci sono tutti.

Volutamente ho parlato di tre top team, perché la Ferrari al momento non fa parte di questo gruppo e, per far capire la Rossa attualmente in quali condizioni versa, mi piace riportare (fonte @Formu1a.uno) e ricordare le dichiarazioni di Vasseur: “L’obiettivo è continuare a fare punti e perderne il meno possibile dai nostri avversari” e, soprattutto quella che più adoro in assoluto “L’anno scorso arrivavamo quinti e sesti ma a più di sessantacinque secondi di ritardo”. Infatti ora arriviamo lo stesso quinti e sesti, solo che volete mettere la soddisfazione di aver dimezzato il distacco? No signori, c’è poco di cui ridere, l’attuale realtà è proprio fotografata nelle parole dello stesso Team Principal rosso, il quale nel frattempo sta plasmando la sua squadra o, per meglio dire, la squadra di Elkann perché in fin dei conti è lui che paga e decide (via Vigna). Quella stessa sciagurata decisione presa nel voler rifiutare di accettare le condizioni “imposte” da Newey (ritengo che uno come Adrian Newey possa anche permettersi il lusso di imporre delle condizioni, anche perché conosce fin troppo bene il mondo della F1 e soprattutto, di come funzionano le cose a Maranello ), perché evidentemente il potere dato dal giocattolo Ferrari fa troppo gola, perché evidentemente in Ferrari non c’è troppa voglia di vincere o forse, credono di vincere con quello che hanno e soprattutto avranno, visto che da questo ottobre Louic Serra sarà il nuovo Direttore Tecnico sebbene non abbia mai ricoperto questo ruolo e, da gennaio Hamilton si unirà alla squadra portando il suo inestimabile contributo… e non mi riferisco al marchio moda Ferrari! Nel frattempo che aspettiamo gli ex Mercedes che arrivino, la Rossa è chiamata alla riscossa, dove in Olanda correranno in difesa (del resto il TP l’ha detto che uno degli obiettivi è proprio quello di perdere meno punti possibili… sigh) e presumibilmente da Monza ci dovrebbero essere gli sviluppi per capire se la direzione presa è quella giusta. Per Ferrari, indipendentemente dalla strada che prenderà, è già 2025 aspettando il 2026.

Buon GP d’Olanda a tutti.

Vito Quaranta