F2 2023: COSA ASPETTARCI?

Questa settimana in Bahrain partirà anche il campionato di Formula 2.  Se volete arrivare preparati all’appuntamento, ecco l’articolo che fa per voi.

L’anno scorso il campionato è stato dominato dall’underdog Felipe Drugovich guidando per l’altrettanto poco quotata MP. Oltre ad avere una superiorità netta ma non incolmabile come passo gara, è stato di gran lunga il pilota più efficace e costante. I pur bravi Vips, Lawson, Pourchaire, Doohan hanno dovuto ben presto accantonare i sogni di gloria, con solo il francese che ha resistito fino alla pausa estiva. Alcuni errori e dei guasti di troppo hanno però impedito a Pourchaire di continuare a insediare il brasiliano, che ha quindi potuto festeggiare il titolo già a Monza.

Da un punto di vista tecnico e organizzativo sono pochi i cambiamenti di rilievo. E’ confermato il calendiario di quattordici appuntamenti, che per il format significa 28 gare (ricordo che è qualifica -> sprint race, inversione dei primi 10 sulla griglia, feature race con ordine di partenza determinato dalle qualifiche).

Non mi fa impazzire il weekend che prenderà parte in Australia, da una parte perché per seguirlo in diretta dovrò alzarmi letteralmente alle 4 del mattino, dall’altra perché le trasferte sono la maggior fonte di spesa per i team di F2, sempre fragili sotto questo aspetto, e mandarli nel posto più lontano esistente dalle fabbriche e quartier generali mi sembra una spesa inutile, soprattutto in questo periodo.

Nel regolamento tecnico il cambiamento più di rilievo è la composizione del carburante, che da quest’anno deve essere composto al 55% da biocarburante (fornito da Aramco). Non è ancora chiaro l’impatto che può avere sull’affidabilità, che negli ultimi anni ha spesso svolto un ruolo di primo piano nel definire gli equilibri del campionato.

Come spesso capita in F2, la fisionomia dello schieramento è mutata radicalmente dall’anno appena trasforso. Sono stati promossi in F1 gli unici due piloti che hanno dato prova di meritarla: il campione Drugovich, sia pure come reserve driver, e l’americano Logan Sargeant. Altri piloti di comprovata abilità hanno trovato altre sistemazioni: Marcus Armstrong in Indycar, Liam Lawson in SuperFormula (pur mantenendo i legami con Red Bull), Juri Vips suppongo in una friggitoria di Tallinn (sul serio, ho scandagliato il web ma non ho trovato nessuna notizia su di lui, a parte un test in Indycar a fine 2022).

A differenza di quanto ho scritto nelle introduzioni degli due anni, quest’anno gli innesti provenienti dalla F3 mi sembra che abbiano innalzato il livello medio del parco partenti.

A livello divisionale, la Red Bull schiera sei piloti (!), contro i due di Ferrari, Sauber e Alpine. Solo un pilota per Williams e Mercedes. Insomma, anche quest’anno ci saranno al massimo un paio di team con la stessa livrea per entrambe le macchine, con ben sei Red Bull in campo.

MP Motorsport

Chi sapeva leggere tra le righe lo aveva capito da tempo, ma l’anno scorso ha dimostrato che MP è diventata la nuova squadra di riferimento.

Dennis Hauger finora ha seguito il percorso di Schumacher jr: primo anno di apprendistato e secondo di esplosione. L’anno scorso in Prema non è stato indimenticabile, ma un miglioramento a fine anno ha dimostrato che l’esperienza è servita a qualcosa. Anche a livello di prestazioni lo trovo simile (forse un po’ meglio). Adesso ha la sua occasione.

Jehan Daruvala: lui invece di occasioni ne ha avute fin troppe per essere un contendente credibile per il titolo. Considerando in aggiunta che ha perso lo status di pilota Red Bull e che si spenderà anche in Formula E con la Mahindra, sarei veramente sorpreso se si mostrasse ai vertici della stagione. Dato il crescente interesse in India per il motorsport, si vuol far trovare nel posto giusto al momento giusto.

Carlin

E’ dai tempi di Norris che è nel gruppo dei migliori, ma per una ragione o per l’altra quello è stato anche l’unico anno in cui ha realmente lottato per il titolo. L’anno scorso è arrivata secondo in squadra più per le deficienze delle altre coppie piloti che non per una velocità incredibile di per sé. La coppia Lawson&Sargeant probabilmente era la migliore della griglia ma non potrà essere impiegata quest’anno. I sostituti mi entusiasmano di meno.

Enzo Fittipaldi: ennesimo membro della schiatta dei Fittipaldi; stimo veramente poco le sue capacità di guida, ma gli vanno riconosciute le buone prestazioni nel 2022, che gli sono valse un posto nel programma Red Bull. Performance resa ancora più memorabile dal fatto che sono seguite a un incidente a fine 2021 che impose necessario un intervento d’urgenza per emorragia cerebrale.

Zane Maloney: pilota che proviene dalle Barbados (!), mi capita di seguirlo dai tempi della Formula Regional. Devo ammettere che l’ho sempre trascurato, ma nel corso degli anni è venuto su un talento mica male. Il pilota bajan (pare che si definiscano così gli abitanti delle Barbados) ha concluso la campagna di F3 vincendo le ultime tre Feature Race (!), che gli hanno fruttato il secondo posto in campionato e il primo in quella dei rookie. Per essere onesti, nelle precedenti 50 gare in monoposto (!) ne aveva vinsta solo una, quindi è naturale accoglierlo con un minimo di riserva. Comunque è uno dei piloti che schiereri nell’ipotetica squadra di Fanta-F2.

ART Grand Prix

Formazione storica della F2/Gp2. Quest’anno il team francese avrà anche una coppia tutta francese e tutta talento. Nei test in Bahrain ha mostrato la sua forma conquistando i migliori time attack e i long run più consistenti.

Theo Pourchaire: brillante da rookie, in calo da sophomore, adesso deve vincere per avere delle chance di restare vicino alla F1. Il suo posto in Academy Sauber è abbastanza sicuro, molto meno la promozione in F1. Resta uno dei favoriti del mondiale, soprattutto dopo i tempi mostrati nei test, ma non ha più l’alone del wunderkind, non fosse altro perché adesso per gli standard della serie è uno dei piloti più esperti.

L’anno scorso ha sofferto della pressione eccessiva e della conseguente bolla che si era venuta a creare intorno a lui. L’aspetto positivo è che ha ancora una possibilità, così come la continuità (è il terzo anno consecutivo con la ART in F2, quarto se si considera anche la F3. A pensarci un attimo forse gli avrebbe fatto bene un confronto con un’altra realtà di lavoro). A estorcermi un paragone, lo assocerei a Fabio Quartararo della MotoGP.

Victor Martins: cresciuto in seno a Renault, nelle gerarchie interne venne scavalcato da Piastri, ma negli ultimi anni è sbocciato, facendo seguire a una vittoria nella Formula Renault Eurocup nel 2020 (non il più prestigioso dei campionati) l’affermazione in F3 l’anno scorso. Non è uno dei miei preferiti ma non lo darei per spacciato.

PREMA

Malgrado i risultati non eccelsi resta ancora uno dei team di riferimento della F2. Probabilmente l’anno scorso ha pesato una coppia di piloti non all’altezza, ma le difficoltà viste in qualifica probabilmente erano il sintomo di qualcosa di più serio. Questo è un campionato basato sui dettagli, soprattutto sulla comprensione delle gomme. Basta una cosa fuori posto e sei subito off the pace. Sarà per questo che nei test hanno girato più di tutti gli altri.

Frederick Vesti: di accademia Mercedes, ha una storia di vittorie nelle serie inferiori con la Prema. L’annata appena trascorsa è stata un po’ sbiadita, ma alla fine ha retto il confronto con Pourchaire meglio di piloti ben quotati. Devo ancora decifrarlo, ma non mi sento di escluderlo per la lotta al titolo.

Ollie Bearman: a parere di chi scrive è il giovane più interessante della stagione tra quelli presenti. Giovanissimo (classe 2005) e di accedmia Ferrari, l’anno scorso è stato uno dei pochissimi piloti a restare indenne dal salto F4 F3 quasi senza problemi, addirittura lottando per il titolo. Nei test precampionato è sembrato in difficoltà (comprensibile) ma alla fine è stato il pilota che ha completato più giri di tutti.

Hitech

Come spesso in passato, anche quest’anno ospita una lineup tutta Red Bull. Dal 2020, anno di esordio, confeziona monoposto veloci ma non gli riesce quasi mai di mettere insieme tutto quanto (anche in senso letterale, citofonare Ghiotto e Vips). Spero che almeno abbiano migliorato in fase di pitstop – l’anno scorso hanno rovinato almeno un terzo delle Feature Race di Vips con soste lente. Entrambi i piloti hanno collaborato con Hitech nelle serie inferiori.

Jak Crawford: anche lui uno dei piloti più giovani della categoria. Il migliore dei tre americani in griglia, ha entusiasmato in Euroformula, meno in F3 l’anno scorso. So che gode di un certo seguito negli apparati della Red Bull.

Isack Hadjar: è significativo che la Red Bull lo abbia promosso in F2 già a Giugno della passata stagione, molto prima del solito. Il pilota di origine algerina (il terzo degli attuali piloti F2 che “snobbai” ai tempi della Formula Regional) è rimasto in lotta per la vittoria in F3 per tutto l’anno, ma ha rovinato tutto con un incidente nelle qualifiche dell’ultimo appuntamento a Monza.

DAMS

Anch’essa una formazione che ha fatto la storia della F2/Gp2, è dall’introduzione dei nuovi cerchioni di 18′ che faticano a estrarre il massimo della prestazione delle gomme (non scalda adeguadamente la superficie delle gomme). Questo si è tradotto in un’alternanza di prestazioni stellari e insignificanti ben poco prevedibile. So che hanno investito molto per risolvere il problema. Come la Hitech, presenta una lineup con luci e ombre.

Ayumu Iwasa: è il pilota che ha concluso la scorsa stagione nella posizione più elevata (quinta), dopo Pourchaire. Per me resta in parte un mistero, visto che ha alternato gare da assoluto protagonista a gare da comprimario. Comportamento che va condiviso con quello della vettura. Anche lui gode di molta fiducia in casa Red Bull, non solo per i legami con Honda (ormai ai margini della galassia austriaca).

Arthur Leclerc: è il fratello minore di Charles. Ha potuto iniziare la carriera ad alti livelli solo dopo che quella del fratello si era consolidata a causa delle restrizioni di budget familiare. Nelle categorie in cui ha corso (Formula Regional e F3) non mi ha fatto una grande impressione. In qualifica ha mostrato delle carenze mentre in gara spesso si è reso protagonista di manovre azzardate. Come velocità complessiva è messo bene, ma nei vari campionati non ha mai dato l’impressione di estrarre il massimo dalla vettura. Il fatto che sia affiliato alla Ferrari Driver Academy lo mette in una buona posizione qualora mostrasse prestazioni convincenti.

Virtuosi Racing

La nuova gestione della Russian Time è dal 2020 che mette in pista le vetture più veloci del campionato, ma un po’ come la Hitech hanno sempre avuto problemi a concretizzare. Buona parte, se non l’unica, ragione del settimo posto conquistato l’anno scorso dipende dalle prestazioni infime di Marino Sato, capace di conquistare appena sei punti al terzo anno di F2.

Jack Doohan: non ho una opinione elevatissima di lui. E’ un pilota molto costruito (è sempre stato supportato da un team di F1 fin dai tempi della F4), che per paradosso ha il tallone d’Achille nella concretezza che non nella velocità. Se si mostrerà capace di non perdere la testa nei momenti più concitati delle gare allora sarà uno dei pretendenti al titolo.

Amaury Cordeel: la decisione del team mi colse di sorpresa, dato che è stato la barzelletta del campionato per buona parte del 2022 (a titolo di esempio, nella Feature Race a Imola è riuscito a prendersi tutti i tipi diversi di penalità ammessi nell’ordinamento). A onor del vero a fine anno ha mostrato di saper tenere il volante in mano. E’ difficile fare peggio di Marino Sato, ma non c’è pilota migliore per verificarlo.

The Rest

Senza che mi metta a trattare i vari Campos VAR etc, che a livello di squadre non hanno il budget e/o le capacità per competere con i sette di sopra, menziono i piloti più interessanti della “palude” dello schieramento.

L’ormai ex promessa Richard Verschoor è accasato alla VAR (che nelle loro idee vorrebbero essere una seconda MP, ma che mi convincono sempre poco). Al fianco di Verschoor ci sarà un gradito ritorno: dopo quattro stagioni, Juan Manuel Correa correrà di nuovo a tempo pieno in Formula 2.

Per l’americano si tratta di un grandissimo traguardo, poiché nessuno immaginava che sarebbe tornato quando, nel corso della gara di Spa nel 2019, fu coinvolto nel terribile incidente che si portò via Anthoine Hubert. Questi sentimentalismi, per quanto faccia piacere rivederlo qui tra “noi”, contano comunque poco: Correa dovrà dimostrare di valersi il posto esattamente come gli altri, cercando di maturare la sua esperienza, nonostante questa risalga a più di quattro anni fa.

Anche quest’anno parteciperanno Ralph Boschung (quinta stagione), problemi al collo permettendo, e Roy Nissany (sesta), i gatekeeper della serie.

Che dire? Buono spettacolo e speriamo in un’annata dalla competizione sana e stimolante.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Tutte le immagini sono tratte dai social media della F2 e dal loro sito web fiaformula2.com ]