LE NON PAGELLE DI SILVERSTONE 2024

Il primo voto lo diamo alla gara: dieci e lode! Bella, bella, bella.

Inevitabile che sia stata così, si dirà, perché c’era la pioggia a intermittenza. Verissimo. Ma non è solo questo. L’equilibrio tecnico tra McLaren, Mercedes e il binomio Max-RBR è ciò che davvero ha fatto la differenza tra una gara “qualunque” e il bellissimo turbinio di emozioni motoristiche che quest’anno Silverstone ci ha regalato.

Come sempre nelle corse in cui il meteo è ballerino sono diventati ancora più cruciali i due aspetti che più ci piacciono del motorsport: l’abilità dei piloti e la visione strategica.

Sotto il primo profilo, l’abilità dei piloti, avremo di che dire nel racconto che farò più sotto. Invece lasciate che dica due parole sulla visione strategica che le varie squadre (e i piloti stessi) hanno messo in campo. Già, perché non tutti sono stati sagaci allo stesso modo quando si è trattato di valutare ciò che stava dicendo la pista. McLaren, in particolare, se per un verso ha brillato sul piano tecnico altrettanto non è riuscita a fare sul piano strategico in ben due occasioni: quando hanno pittato il solo Norris (e lasciato il povero Oscar in balia degli elementi) al presentarsi della pioggia “vera” e quando nell’ultimo stint hanno messo mescola morbida a Norris anziché la media (peraltro nuova). Nel primo errore hanno di fatto compromesso la gara di Oscar il quale, fuori un giro in più con slick sotto la pioggia, ha perso un’infinita di tempo (e posizioni) prima di rientrare. Nel secondo, va senza dirlo, hanno compromesso le possibilità di vittoria di Norris (co-responsabile della scelta, peraltro, come hanno evidenziato i team radio) che non è riuscito non solo ad “acchiappare” Hamilton e la sua prima posizione ma ha anche dovuto cedere al ritorno di Verstappen a causa di gomme che si sono consumate troppo velocemente. Viceversa perfette sia Mercedes con Hamilton che RBR con Verstappen. Si potrebbe dire che col senno di poi è facile fare questo tipo di critica tuttavia, in entrambi i casi, forse persino più nel primo che nel secondo, non si trattava di una decisione difficile da prendere. Non si scopre certo oggi che con le slick su pista così bagnata (e lunga com’è Silverstone) si perdono ben più dei 4 o 5 secondi che il secondo pilota del doppio pit perde ai box sicché la decisione di McLaren, in quel frangente, è ben poco spiegabile. Va detto che al di là delle possibilità di Oscar di poter dire la sua per la vittoria sarebbe stato estremamente utile a Norris averlo direttamente alle spalle anziché ad arrancare mezzo minuto dietro. Nel secondo caso la scelta è forse più difficile da criticare perché la mossa di correre gli ultimi giri con le stesse gomme di Hamilton non era così campata in aria. Tuttavia, con pista poco gommata (causa pioggia) la gomma gialla nuova poteva dare quella sicurezza di avere il ritmo giusto per tutti i giri rimanenti laddove una rossa usata era a forte rischio di degrado negli ultimi cinque. Considerato che Norris ha pittato a 14 giri dalla fine, in un circuito da 1.30/1.29 la probabilità che ci fosse degrado negli ultimi tre o quattro giri era da considerare. Suppongo che in RBR abbiano fatto più o meno questo calcolo visto che hanno montato le bianche (nuove) a Max. Ad ogni modo, è proprio in queste situazioni che capiamo quanto sia significativo il dire che avere la vettura performante è “solo” condicio sine qua non per poter vincere le gare: serve anche altro e Norris e la sua squadra devono capirlo in fretta.

Ma veniamo ai piloti.

HAMILTON

Magnifico! Dopo la opaca gara in quel di Zeltweg tutto ci aspettavamo tranne che il suo ritorno sul gradino più alto del podio. Ed in effetti le premesse non erano delle più promettenti, in questo senso. La qualifica lo vedeva sì in prima fila ma dietro, per l’ennesima volta, a Russell. Tuttavia, la partenza delle Mercedes è praticamente perfetta e il ritmo dei primi giri pare decisamente promettente visto che Max, pur provandoci, non riesce a stare sufficientemente vicino per provare ad attaccarli. L’arrivo del primo piccolo scroscio intimidisce Giorgino ma non il nostro eroe che vedendo il compagno incerto lo attacca e supera con grande facilità al 18° giro. Giorgino cerca di non demordere e al giro dopo i due fanno un’escursione fuori pista. Il rientro probabilmente danneggia qualcosa nella vettura di Russell tant’è che poi sarà costretto al ritiro. Non può nulla contro il ritorno di Norris e Piastri che in queste condizioni di pista umida ma non troppo hanno una McLaren che va a meraviglia. Tuttavia, il buon Lewis non si scompone e riesce a tenersi a breve distanza dalle due McLaren sino a che non arriva la pioggia vera, al 27° giro. Con le intermedie fa esattamente gli stessi tempi di Norris e mantiene il distacco stabile sui 3 secondi. Il primo step del capolavoro di Lewis si realizza al 38 giro quando azzecca il momento giusto per tornare sulle slick. L’undercut su Norris è da manuale e quando Norris pitta il giro dopo gli è già davanti. Da lì in avanti è “hammer time” come ai vecchi tempi: ritmo perfetto, nessuna esitazione, controllo gomme eccezionale. Tanto eccezionale che le sue gomme rosse non mostrano segni di cedimento mentre quelle di Norris invece mollano clamorosamente a 5-6 giri dalla fine. Quando Max supera Norris di slancio, al 48° giro, a 4 dalla fine, ci si aspettava che avrebbe fatto un sol boccone del beniamino di Silverstone e invece? E invece il capolavoro di Lewis si concretizza proprio in quegli ultimi giri perché nonostante Max ci abbia provato con tutte le sue forze Lewis non ha ceduto un solo decimo. L’emozione, assai palpabile, che Lewis ha provato nel giro di rientro e appena sceso dalla macchina ci dice che il primo che non a non credere alla vittoria era proprio lui. Alla fine, siamo tutti contenti. A metà stagione abbiamo il sesto vincitore diverso (e se non fanno troppi scherzi strategici a Oscar mi sa che ne vedremo almeno un altro di qui alla fine), un campionato estremamente equilibrato con almeno 5 piloti in grado di vincere una corsa (o 7 nell’auspicabile ritorno di Ferrari) e un campionato che forse può riaprirsi. Meglio di così!

VERSTAPPEN

Ho appena scritto che il campionato si può anche riaprire ma Max farà di tutto per evitarlo. Lo fa anche in quel di Silverstone dove si è trovato ancora una volta nell’inedita difficoltà di doversela giocare con più di un avversario. In qualifica si vede che si danna l’anima ma non è in grado, il che ha del sorprendente, di impensierire i due Mercedes e Norris e riesce a precedere Piastri di soli 30 millesimi. La partenza è, al solito, eccellente tant’è che riesce a sopravanzare il confuso Norris dopo sole tre curve. Di lì in avanti, però, non riesce minimamente a impensierire il duo argentato davanti a lui. Di più! Appena la pista si fa scivolosa deve cedere facile sia a Norris che a Piastri. La giornata sembra delle più nere per il Max degli ultimi anni. Peggio ancora! Nei primi giri con le intermedie perde diversi secondi arrivando a più di 10 secondi dalla testa della corsa. Quando poi, al 38° giro, decide di pittare e mettere bianche nuove cambia tutto. È il più veloce in pista (insieme a Piastri…) con un ritmo che, con le bianche, pareva sfidare ogni legge fisica. Gli bastano pochi giri per recuperare su Norris (che pure cercava di vincerla) e regolarlo con agio. Non gli riesce di completare il capolavoro perché davanti a lui Hamilton fa altrettanto e finisce secondo. I motivi di preoccupazione, tecnici soprattutto, sono tanti ma lui riesce ancora una volta a massimizzare il risultato. Eccezionale!

NORRIS

Si può essere delusissimi per un podio a Silverstone? Se sei il Norris di questo periodo sì! Sorpreso in qualifica dalle due Mercedes decide, in gara, di partire all’arrembaggio ma pare confuso, facendosi superare sicut pollus da Max. Non riesce subito a tornare sull’amico-nemico ma appena la pista si fa scivolosa si rianima e va via alla grande recuperando in pochi giri non solo Max ma anche i due Mercedes. Pitta giusto quando arriva la pioggia “vera” ma nei successivi giri non riesce a staccare Hamilton (il che si rivelerà decisivo). Quando poi torna il sereno subisce l’undercut di quest’ultimo e qui c’è la sua fatale decisione di copiare la mescola di Lewis. Per quanto bello ed emozionante sia stato lo stint finale non possiamo non imputargli la responsabilità di quella che ormai è l’ennesima occasione persa. Confuso in partenza, non decisivo con le intermedie, poco efficace strategicamente. Dalle stelle (Miami) alle stalle (tutte le occasioni perse nel seguito): che dobbiamo fare Lando? Max ha dimostrato la sua grandezza proprio perché è sempre stato perfetto in ogni fase di gara. E purtroppo per lui, Lando sta dimostrando che non basta avere la macchina migliore per battere questo Max. Per fortuna c’è ancora tempo ma bisogna che landino nostro si svegli perché gli altri, vedi Mercedes, di certo non dormono! Che sia il caso che il nostro impari un poco di latino? Tempus fugit non c’è bisogno di tradurla ma di impararla sì.

PIASTRI

Non c’è molto da dire sulla gara di Oscar. L’errore strategico di non fare il doppio pit al 27° giro lo ha azzoppato in modo decisivo. Per il resto la sua gara è stata eccellente con un ritmo simile a quello del compagno di squadra nei primi due stint e addirittura eccezionale nell’ultimo quando grazie, guarda caso, alle gomme gialle nuove, ha potuto recuperare posizioni fino alla quinta. Bravo. (ma in qualifica…)

SAINZ

Il buon Carlos non brilla in quel di Silverstone ma ha il merito di mostrare la sua consueta solidità barcamenandosi al meglio nelle prime due fasi di gara. Gli darei un voto alto se nell’ultimo stint avesse mostrato miglior ritmo e decisione: evidentemente la differenza di prestazioni rispetto a Piastri è stata troppo deludente per dargli il coraggio che serviva. Decide così al penultimo giro di pittare per andare al giro veloce. Accontentiamoci.

HULK

Hulk di nome di fatto. Il mostro verde dei fumetti Marvel grugna e gongola allo stesso tempo. Haas ha portato proprio sulla vettura di Hulk alcuni aggiornamenti che si rivelano eccellenti e che già in qualifica fanno gridare al miracolo. Non è soltanto il livello della performance che ha fatto un salto in avanti ma anche la facilità con la quale è riuscito ad ottenerla. Sesto in griglia a un solo decimo da Piastri e Verstappen è da applausi. Peccato la partenza obbrobriosa, in cui ne combina di ogni: mi sarebbe piaciuto vedere come si sarebbe comportato se nelle fasi critiche della gara fosse stato più avanti. Anche lui, come Sainz, non mi pare perfetto nell’ultimo stint ma non ho visto con quali gomme ha corso. Fatto sta che porta a casa ancora una volta un sesto posto eccellente e con la V-Carb in crisi che si è vista negli ultimi GP non è impensabile, per Haas, scalare ulteriori posizioni in classifica costruttori. Bravo (e bravi!)

STROLL e ALONSO

Come in Ferrari anche in AM decidono di scartare gli aggiornamenti responsabili delle ultime deludenti gare e come per miracolo AM ritorna non dico a ruggire ma quantomeno a rialzare il capo e recuperare posizioni più interessanti. Sono soprattutto i due piloti in Q3 che danno fiducia, con Stroll inaspettatamente più veloce di Fernando e nello stesso decimo di Sainz. Poco inquadrati durante la gara non posso far altro che dedurre che si siano ben comportati nel tenere le posizioni, soprattutto fernandino nostro che era partito con troppa foga. Bravi!

ALBON

Torna a punti il buon Alexander e lo fa benissimo con un week end impeccabile. Al di là della ritrovata Q3, Alex ci sorprende per il ritmo decisamente superiore a quello degli “altri” che gli consente di arrivare a punti con un certo agio. Anche Sargeant è parso finalmente in palla sicché c’è da pensare che gli aggiornamenti Williams siano promettenti. Bravo!

TSUNODA

Mai inquadrato non saprei come giudicare la sua gara se non con l’ovvia deduzione della sua solita tenacia. Punto importante in un periodo nero a causa dei deludenti aggiornamenti portati due GP fa.

NOTE DI MERITO

Il già citato Sargeant, dopo alcune prestazioni decisamente imbarazzanti, sembra finalmente trovarsi a suo agio e in qualifica sfiora addirittura il Q3. Il 12° posto in griglia non è la miglior prestazione in qualifica da quando è in Formula 1 (a Las Vegas nel 23 fece faville) ma è forse il più solido. In gara è sempre stato ai margini della zona punti e finalmente non ha commesso errori pur trovandosi a battagliare con un mastino del calibro di Magnussen.

NOTE DI DEMERITO

Il Charles emozionato vincitore di Montecarlo sembra lontano anni e anni. Siamo alla seconda qualifica di fila toppatissima, se mi passate il termine. La giustificazione relativa alle prove fatte sugli aggiornamenti vale fino ad un certo punto per uno come lui. Spiace anche vederlo costretto a mosse disperate in gara (l’azzardo delle intermedie alle prime gocce di pioggia) come se fosse un Perez qualsiasi. Non infierisco.

Perez è financo imbarazzante e anche qui non infierisco.

E poi: cosa è successo alle Alpine?

Ci vediamo a Budapest!