LE NON PAGELLE DI AUSTRIA 2024

Confessatelo: state ancora ridendo dopo lo spettacolare finale del Gran Premio d’Austria, vero?

Penitenziagite! (cit.)

Non si gode delle sventure altrui!

(Ma che ci possiamo fare?)

L’eccitante finale di Zeltweg conferisce all’Austria la palma provvisoria del GP più spettacolare della stagione (e non ce ne lamentiamo). Certamente, va detto, si tratta di uno spettacolo un po’ anomalo per quanto, anche questo va detto, non si tratti di qualcosa di inedito. Quante se ne sono viste di queste “cornate” tra piloti nella quasi ottuagenaria storia della Formula 1? Il duello all’ultimo sang… no, il duello all’ultimo bullone tra Norris e Verstappen visto nel finale di questo Gp entra di diritto nella storia, se non della Formula 1 tutta, quantomeno di questa stagione.

E dire che la corsa sembrava destinata alla solita conclusione con Max sostanzialmente perfetto in tutte le sue fasi e gli altri dietro ad arrancare tra un errore, un’occasione mancata, imprecisioni, strategie azzardate e tutto quanto il campionario ci ha riservato in queste ultime due stagioni.

Invece il buon Lando, sia pur in modo sconclusionato, confuso, ingenuo e raffazzonato decide di regalarci il cardiopalma del duello finale. Sapete che vi dico? Non importa.

Non importa se non è riuscito, se alla fine lui è stato quello che ci ha rimesso di più, se la penalità data a Max è del tutto ininfluente, se per l’ennesima volta ha sprecato una buona occasione per portare a casa il massimo risultato e così via. Non importa perché erano due anni che aspettavamo di capire cosa avrebbe fatto Max se messo seriamente sotto pressione. E finalmente abbiamo avuto la risposta: sotto tutta quella mirabolante perfezione cova ancora il (poco) sacro fuoco dell’ormone adolescenziale.

E a cosa dobbiamo questa epifania?

Ad un bullone. Quel bullone della posteriore destra di Max che durante il pit del 51° giro non voleva svitarsi e che ha costretto il lollypop man di RBR a tener fermo Max qualche secondo in più per far accomodare Lando nel suo box. Ciò ha consentito il riavvicinamento tra i due e il duello finale dagli esiti che sappiamo.

Come anomala è stata la conclusione della gara così anomale saranno le non pagelle. Inciampo anche io su quel bullone e stavolta mi escono dei voti (anomali anche quelli: che credevate?)

Tanto mi sono invise la mini-garetta del sabato e le relative qualifiche che, come sempre non ne parlo e non ne tengo conto in queste valutazioni.

RUSSELL: 10^82

Ma come mai, vi chiederete, questo voto così fantasmagoricamente alto (dicunt che il numero di atomi nell’universo osservabile sia per l’appunto approssimativamente calcolabile in 10-alla-82) per uno che ha vinto fortunosamente grazie al ciocco a pochi giri dalla fine dei due che stavano menando le danze? Ebbene, la fortuna c’entra poco in generale nelle cose della vita, figuriamoci in uno sport così tecnico e così regolamentato come la Formula 1. Certo, non è come negli scacchi in cui il fattore C è totalmente azzerato ma non ci va molto lontano. Pensateci: se non si fosse dannato l’anima per fare il terzo tempo in qualifica (che poi era il quarto ma Piastri ha fatto track limits, vabbè: ne parlo alla fine), non avesse resistito così strenuamente agli attacchi di Lewis nei primi giri, se non si fosse impegnato allo spasimo con il ritmo migliore che poteva avere in tutti gli stint (e i suoi hanno evitato l’errore strategico di Barcellona), se non avesse difeso decimo su decimo la sua posizione dal rientrante Piastri oggi non lo saluteremmo affatto quale trionfante vincitore del GP, no? Questo è. Vince chi taglia il traguardo per primo. Se la stavano giocando quei due là davanti e poi si sono scornati malamente? Peggio per loro. Ciò non intacca di un epsilon il merito di giorgino perché era lui, e non altri!, ad essere lì ad approfittarne. Grande!

PIASTRI: 6,022*10^23

A Piastri va la costante di Avogadro: un bel numerone anche qui. Sostanzialmente il motivo di tale sgargiante valutazione ricalca quello di giorgino: anche lui, e non altri, era lì ad accalappiare il podio dopo il patatrac là davanti. Il giovane australiano ha zoppicato un po’ in qualifica perché 3 decimi di distacco da Norris sono oggettivamente troppi per lui, anche e soprattutto in considerazione che il giro dura poco più di un minuto (sempre al netto dei discutibili track limits). Tuttavia, si è riscattato molto bene in gara con la straordinaria perla del sorpasso a Perez al 7° giro in cui resiste all’esterno della curva 6 in un modo che nessuna legge della fisica riesce a spiegare. Non pago al giro 48 fa un sorpasso geniale ad Hamilton: alla fine del rettilineo che porta a curva 3 aspetta la linea drs per inserirsi all’interno. In questo modo, in uscita è lui ad avere DRS e non l’eptacampeao il che gli consente di resistere abbastanza comodamente al suo ritorno. Nel finale di gara, poi, regola Sainz e si getta all’inseguimento di Russell che non riesce solo grazie all’ostinata tenuta di quest’ultimo. Bravissimo!

SAINZ: 7.342*10^22

Sainz si merita il corrispondente della massa lunare in kg. Si può attribuire tale massa a quella dei suoi attributi, necessaria per zittire la pur brava intervistatrice a fine gara e lanciare nell’etere il malinconico messaggio d’amore alla rossa così mitigando il gretto paragone andrologico con un lunare romanticismo che, lo confesso, mi ha fatto venire i lacrimoni!

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?

Non me ne voglia Leopardi per questa irriverente citazione ma lo sguardo del nostro Carlos, in occasione di quella commovente dichiarazione, era davvero lunare. Tornando con i piedi per terra, anzi, sul circuito, i 22 zeri anziché i 23 di Piastri sono giustificati in negativo soltanto dal gradino più basso del podio e in positivo dalla grande solidità mostrata lungo l’arco della gara. Bravo!

HAMILTON: -23,142.

Fa freddo nell’abitacolo di Lewis, tanto freddo, direi che siamo intorno ai 23 gradi sottozero che, guarda caso, è una temperatura che assomiglia ai secondi presi in gara da Russell. E perché, di grazia? Dopo la bella prova di Barcellona non ti aspetti che un campione del suo calibro, in un circuito ove conta tanto l’esperienza e la precisione di guida, le prenda così sonoramente dal compagno di squadra. E invece è andata esattamente così. Titubante in qualifica e in gara, dopo i primi giri assai aggressivi, va in retromarcia fino alla fine. In tutta franchezza non mi viene molto altro da dire.

VERSTAPPEN: 1.67*10^-27

Il voto è la media tra la solita perfezione mostrata in qualifica (che giro!) e in gara fino al secondo pit e il casino che ha combinato dopo. Ne è venuto fuori un numero che corrisponde alla massa del protone in kg. Non è granché vero? Suvvia! È pur sempre la particella elementare più… positiva! Alla fine, nel marasma dello spettacolare duello con Norris è quello che oggettivamente ne esce vincitore nel mero senso dell’essere arrivato al traguardo e aver comunque fatto più punti del diretto (diretto?!) inseguitore e di non portarsi penalità nel prossimo Gran Premio. Per certi versi è un peccato perché Max stava facendo il suo fino a quando quel bullone non si è inceppato durante il secondo pit. Il giro monstre in qualifica ha veramente dell’incredibile: su un circuito da 1.04 ha dato ben 4 decimi a Norris, secondo in griglia, e quasi un secondo ad un Perez che era comunque arrivato in Q3. Quando fa così gli aggettivi si perdono nell’aere eterno. Della perfezione in gara fino al secondo pit ho già detto e della vittoria nella battaglia con Norris pure. Ma è proprio qui che vengono in aiuto espressioni idiomatiche quali “vittoria di Pirro”. Quella inutile, quanto puerile, espressione di machismo “formulaunistico” ha riportato alla mente il Max dei primi tempi, tanto esaltante quanto sconclusionato che al sottoscritto ad un certo punto (mi pare nel 2018 quando ha avuto ragione di Ricciardo solo nell’ultima parte di stagione nonostante tutto il team remasse contro sorrisone) ha anche fatto venire qualche dubbio sulla sua futuribilità da CdM. Non solo. L’errore compiuto da Max in occasione del fattaccio è un errore che anche la versione giovane dell’olandese non avrebbe commesso. In pratica, dopo essersi inserito all’interno di curva 3 ha poi allargato in modo totalmente gratuito e, soprattutto, inutile finendo per cozzare contro la McLaren. La mossa è stata stupida perché in curva 3 non è fisicamente possibile tenere l’esterno con vantaggio di scorrevolezza: è una curva ad angolo. L’avrei capito, per dire, in curva 4 dove un tentativo del genere, per quanto difficile è purtuttavia possibile. La mossa è stata, dunque, poco intelligente, poco sagace, poco utile. Nemmeno può esser scambiata per difesa da duri in quanto, palesato l’errore tecnico, non è certo per questa mossa che i suoi futuri avversari penseranno di non attaccarlo. La memoria è corsa allo Schumacher duro e falloso in situazioni analoghe ma anche alla stessa motivazione: tanto era abituato il grande Schumy a condurre davanti che non aveva più la sensibilità per il corpo a corpo. Che sia lo stesso per il buon Max? Non sarebbe possibile, dopo due anni e mezzo di dominio assoluto (meritatissimo!) che abbia perso un poco della straordinaria sensibilità in questo frangente che piaccia o meno aveva fino al 2021? In definitiva, dunque, assistiamo al primo vero momento di debolezza da parte di Max da molto tempo a questa parte. Non significa nulla, per carità, ma con il caos interno al team (leggo di nuovi litigi tra Horner e Jos) e le sirene tentatrici di nuove avventure sempre in agguato non va sottovalutato. Staremo a vedere.

(NORRIS)

E Lando? Ho già scritto, più sopra, che ha fatto benissimo a provare anche se alla fine è quello che ci ha rimesso di più. Però va anche detto che i tentativi non sono stati molto lucidi. Un paio di volte ha tentato l’impossibile, preovando l’infilata in curva 3 pur essendo troppo lontano. Con la vettura che si ritrova, con le gomme più performanti e con ben quindici giri da affrontare in duello non vi nascondo che avrei preferito vedergli tenere una migliore e più intelligente condotta in quel frangente. Mi ha anche sorpreso perché landino nostro ha mostrato in passato non soltanto grande velocità ma anche ottima sensibilità nel corpo a corpo. Credo si sia lasciato prendere dall’affanno e non era proprio il caso. Gli rimane il merito di aver portato allo scoperto la facilità di occlusione venale dell’olandese.

HULKENBERG: 217+36=253

Sommando i Gp corsi alla sua età otteniamo il fantasmagorico voto del buon Hulk che porta ai piani alti e nei punti una Haas che stava andando male assai. E lo fa con decisione perché si mette dietro nientepopodimeno un Perez che pure lo aveva pressato negli ultimi giri. Battaglia anche la sua con Checo (certo uno che non la manda a dire nei duelli) vinta con forza e merito a suon di ruote bloccate nell’ultimo giro. Che dire? Bravissimo!

PEREZ: 1,616*10^-35 + l’attenuante=0,7

Inizialmente avevo messo la lunghezza di Planck quale voto per il nostro. Nota come la misura più piccola possibile mi pareva il modo giusto per interpretare pagellisticamente la gara del messicano. Dopo una partenza grintosa (pure troppo: chiedere a Leclerc) e un bel duello con Piastri e considerato che RBR sembrava essere giunta in Austria con aggiornamenti positivi, mi aspettavo un Checo ben più in palla di quanto si è visto poi. Da qui il misero voto. Poi, giusto prima di pigiare il tasto “pubblica” per il presente articolo, quando ho scoperto che proprio nel duello con Piastri ha avuto dei danni, ho deciso di dargli le attenuanti del caso. Il voto rimane basso ma non il più basso possibile, suvvia. Null’altro da dire (anche se ce ne sarebbe, oh se ce ne sarebbe!)

MAGNUSSEN: 136

Anche il buon Kevin gode dei progressi Haas e contribuisce al salto quantico in classifica del team con un ottavo posto da applausi. Bello il duello casalingo, in uscita dal primo pit di Hulk quando nessuno dei due voleva frenare per primo alla curva 3 e finiscono entrambi lunghi. In quell’occasione è lui a uscire davanti ma nel finale deve cedere al ritorno di Hulk (e di Perez).

RICCIARDO: 7

Voto scolastico ma positivo per sorrisone. Dopo le due ultime, tremende, gare ritrova il sorriso per i punti insperati, per una migliorata competitività della vettura e per aver messo dietro il furetto giapponese. Meglio di così!

GASLY: 7+

Il “più” è dovuto alla grinta extra messa nel duello che ha avuto con Ocon quando a metà gara si sono ritrovati a combattere alla curva 3: dopo che Esteban l’ha messo fuori pista non si è perso d’animo e l’ha rincorso come mia nonna da piccoli quando assaltavamo i barattoli di Nutella. Bravo!

NOTE DI MERITO

Forse ho avuto le traveggole ma mi è parso che Sauber, in gara (ma non in qualifica) non fosse più così lontana dalle altre. Non che mettersi dietro lo spento Alonso degli ultimi tempi sia un gran merito ma visto come stavano andando le cose…

NOTE DI DEMERITO

Qui ci sarebbe da scrivere un romanzo a là Dostoevsky ma mi limito a notare che l’unico a prendersi due giri di distacco è stato ancora una volta Sargeant.

Il beniamino Leclerc è senza colpe in gara ma non ne è esente in qualifica: l’errore nel giro decisivo della Q3 è tutto farina del suo sacco.

NOTE CHE I TRACK LIMITS VANNO ABOLITI

Vexata quaestio. Se si fa come in Austria che dipingono di blu il tratto oltre il cordolo per dare ai piloti la misura dell’infrazione e poi mettono ghiaia subito dopo allora che senso ha dare i track limits? Se tocchi la ghiaia sei fuori, certo, ma perdi anche tempo quindi mal te ne incolga: che senso ha avuto la punizione di Piastri in qualifica?

Inoltre, se i track limits e relativi warning servono per impedire ai piloti di trarre vantaggio da traiettorie non consone al disegno del tracciato allora che senso ha punire (vedi Norris) chi vi è costretto da manovre degli altri piloti?

La ratio, santo cielo, la ratio!

Ci vediamo a Silverstone!