BASTIAN CONTRARIO: IL CUOCO

La levataccia australiana, che ci ha costretto per tutto il week end a stare svegli davanti la tv, ha portato le sue soddisfazioni con la doppietta Ferrari di domenica scorsa. Doppietta, diciamola tutta, inaspettata perché ormai eravamo rassegnati all’idea di avere l’ennesimo mondiale soporifero, dominato dal solito Verstappen con la solita Red Bull imbattibile e inarrestabile. A dire il vero che il colpaccio poteva avvenire, era nell’aria, soprattutto in quel di Maranello perché sapevano che la terra dei canguri (koala e dingo cosi non c’è discriminazione) era a loro congeniale e, i dati vomitati dal simulatore coincidevano dannatamente con quelli della pista. La forza della Scuderia è stata quella di aver fatto prendere un rischio ai bibitari, facendoli osare in qualifica per sacrificare cosi, qualcosa in gara. Ferrari, come un cuoco stellato, ha cucinato il piatto a fuoco lento fino a quando non è giunto l’agognato risultato. Come ogni cuoco che si rispetti, sa che le ricette devono essere seguite, solo che bisogna anche saper improvvisare caso mai qualcosa va storto.

Lo sa bene Sainz che venerdì nelle prove libere uno e due, non ha spinto più di tanto, limitandosi solo a studiare innanzi tutto se stesso e poi il comportamento della vettura su quella pista in continua evoluzione. Ed infatti è stata proprio questa la chiave di lettura di tutto il weekend cioè, saper interpretare l’evoluzione della pista, che al sabato era decisamente cambiata rispetto al giorno prima. Carlos non sarà un fulmine di guerra in qualifica come il compagno, eppure ha una propensione naturale per settare la macchina nel modo giusto, ed infatti c’ha preso in tutto. Si dia merito a questo ragazzo che è stato ignominiosamente attaccato nella sua degenza post operatoria, quasi fosse stata una lesa maestà che immediatamente dopo l’intervento, si sia presentato in pista a Jeddah. Per non parlare di quello che ho dovuto leggere riguardo al fatto che era stato reso abile per gareggiare, definendolo un pericolo pubblico, perché a causa dell’intervento che ha dovuto subire, rischiava di perdere le budella a gara in corsa! Sono del parere che i risultati parlano più di mille parole e Sainz, con dedizione e costanza ha risposto nel migliore dei modi, andandosi a prendere una vittoria che gli spettava di diritto per come ha saputo interpretare “la ricetta” australiana. Ferrari, paradossalmente, ora si trova in un bel problema etico sportivo: di fatto, da quando è arrivato monsieur Vasseur, l’unico a vincere sino ad ora è stato proprio colui il quale hanno appiedato senza troppi problemi in favore di Hamilton, cioè lo spagnolo. Nello specifico sia Charles che Carlos, da quando sono compagni, sono addirittura a parità di vittorie. Infatti Sainz ne ha conquistate tre rispettivamente nel 2022, 2023 e appunto domenica scorsa. LeClerc invece, le sue tre vittorie avendo lo spagnolo come team mate, le ha ottenute tutte nel 2022. Questo ci dice due cose.

La prima è che Ferrari ha attualmente la coppia più forte del mondiale (lo dico dal 2022), perché versatile e completa e quindi, quando manca l’uno inevitabilmente c’è l’altro e, quello che abbiamo visto nel week end australiano ne è la prova visto e considerato che Charles non c’ha capito nulla, mancando tra l’altro,  clamorosamente l’appuntamento con la vittoria a differenza del suo compagno che si è fatto trovare pronto e, caso mai qualcuno avesse dubbi a riguardo, basta vedere cosa è successo a Red Bull con il ritiro di Verstappen… Perez non è riuscito nemmeno a vedere il podio. La seconda cosa, che queste parità di vittorie tra compagni ci dice, è che quando la vettura è competitiva contro Charles non ce n’è per nessuno e nel 2022, non solo se n’è accorto Sainz, addirittura Verstappen ha dovuto fare i conti con quella realtà che poi è andata a favore dell’olandese. Quando invece c’è da “studiare”, quando evidentemente la macchina o le condizioni non sono perfette, ecco che esce l’estro dello spagnolo e la vittoria di domenica scorsa e soprattutto quella dell’anno scorso, sono la testimonianza di ciò che affermo. Fa sorridere amaro il fatto di sapere che Sainz dovrà andare via (ora è più chiaro perché LeClerc non ha sollevato casini all’arrivo di Hamilton? Ve lo scrissi tempo fa: il monegasco teme più la presenza dello spagnolo che la venuta dell’inglese), considerando quello che sta mostrando e soprattutto paragonato alle attuali scialbe prestazioni dell’epta campione del mondo, che dovrà rilevare il suo sedile. Questo significa che Sainz (c’è sempre il trucco) è stato dichiarato salvatore della patria, che Hamilton è cotto a puntino ormai e che Charles è un bluff? Assolutamente no. La logica impone sempre un ragionamento impostato da ogni punto di vista e, se guardiamo l’attuale situazione, considerando anche il potenziale della SF24, questa Ferrari attualmente è la migliore soluzione che riesce ad estrarre il massimo con entrambi i piloti, a differenza della Red Bull che è Verstappen dipendente.

A tal proposito, visto che la stessa Rossa si è praticamente legata a vita col monegasco, c’è da chiedersi come Charles possa uscire da questo momentaneo impasse, perché è innegabile che il secondo posto ottenuto dietro il compagno, che solo quindici giorni fa era in un letto di ospedale, è amaro e sa di sconfitta. Charles ci ha abituati a veri e propri miracoli in pista, soprattutto al sabato. Proprio come un cuoco stellato, che riesce a cucinarti una prelibatezza anche con qualche buccia di patata, lo stesso monegasco ha dimostrato di riuscire a cavare sangue dalle rape in ogni circostanza, ed è proprio questo aspetto che ne ha fatto il faro della squadra, l’uomo sul quale puntare, sperando che nel frattempo la squadra stessa migliori ancora di più, perché naturalmente così non basta. Intanto la sua assenza dal gradino più alto del podio, ha messo in imbarazzo (ad avercene ogni domenica di questi imbarazzi!) l’intera squadra da un lato e ha esaltato tutti gli spagnoli (che di certo non sono sobri nei loro commenti) dall’altro. Eppure, guardando la sua intervista post race, il pilota ha fatto trasparire non pochi sorrisi nonostante l’amaro risultato. Cosa bolle in pentola Charles? Perché quella serenità, che ha preso il posto del volto teso e deluso al quale eravamo abituati fino a qualche tempo fa, mi fa capire che il monegasco è sicuro di quello che sta per arrivare, è certo che il suo momento giungerà, perché la SF24 è vettura positivamente prevedibile e facilmente gestibile. Con questo sia chiaro, non sto affermando che ci giochiamo il mondiale, anche perché a mio avviso fra quindi giorni in Giappone, Max (come l’anno scorso in curva 1), metterà subito le cose in chiaro: a tal proposito singolare come la storia si ripeta, visto che proprio nel 2023 , il primo GP dopo l’unica sconfitta Red Bull avuta proprio per mano di Sainz, era proprio nella terra del sol levante… quando si dice il caso. Sto solo dicendo che evidentemente, quando Ferrari per bocca di monsieur Vasseur si era prefissata cinque vittorie di tappa, non era un obiettivo troppo distaccato dalla realtà, a maggior ragione dopo quanto visto domenica scorsa. La classifica dice che il mondiale è riaperto e, beato chi ci crede aggiungo, mentre la realtà dice che questo campionato è solo più sadico di quello dell’anno scorso, perché non farà altro che allungare l’agonia illusoria a causa di questi attuali numeri. Non starei troppo a preoccuparmene ad esseri sinceri e intanto, godiamoci questa doppietta, cucinata a dovere, dalla migliore coppia di cuochi che la casa può offrire.

Vito Quaranta

PORTIMAO GRAND PRIX- MARTIN DOMINA, BAGNAIA STENDE MARQUEZ – MOTOGP

Vince Jorge Martin, davanti a Bastianini ed un grandioso Pedro Acosta. Disastro di Bagnaia che prende in pieno Marc Marquez e lo stende. 

Secondo appuntamento stagionale in Portogallo, sul magnifico circuito di Portimao nella regione dell’Algarve. Si dalle prove velocissimi Bastianini e Marc Marquez. Lo spagnolo guadagna feeling giorno dopo giorno ed chiude in testa le FP1. In qualifica però domina la Bestia, siglando un tempo però ben lontano dalla pole 2023. Marquez si stende al primo giro lanciato, quando aveva mezzo secondo di vantaggio su Bagnaia e Miller che erano qualche metro davanti a lui. Chiude 8° le qualifiche dopo una spaventosa caduta alla 15. La prima fila vede Vinales e Martin, con Bagnaia ad aprire la seconda fila ed un grandioso Pedro Acosta ad aprire la terza. (P7 per lui). Nelle ultime 4 posizioni tutte e 4 le Honda. Il baratro.

GARA SPRINT

Tutti i Piloti con la Hard davanti e la Soft posteriore ad eccezione di Quartararo che monta due medie sulla sua Yamaha. Partenza allucinante di Marc Marquez che regala spettacolo e si riporta subito, nel primo giro, a ridosso dei primi mettendosi in seconda posizione dietro Bagnaia. Grandiosa gara di Pedro Acosta che lotta per tutta la gara a ridosso della TOP5 mentre paga la pessima partenza Enea Bastianini.

A 5 giri dalla fine Bagnaia sbaglia la staccata in curva 1 e perde ben 3 posizioni, ma l’impressione è che la sua posteriore avesse già dato tanto. Gli ultimi giri sono un uragano di emozioni con Vinales che va a prendersi la vittoria della Sprint e Marc che regola Martin con un sorpasso da paura ed un monito: I ragazzini hanno ancora da imparare. È la prima vittoria per Vinales con la Aprilia, mentre è il primo podio per Marc Marquez con una Ducati. Godetevi qui l’ultimo giro…

GARA

Una partenza al cardiopalma, con Marquez che risale subito in P5 ed ingaggia un grande duello con Bagnaia facendo perdere tempo prezioso al Campione del Mondo. Grandiosa partenza di Binder e di Pedro Acosta. Nei primi giri si sono registrate le cadute di Morbidelli, Alex Marquez e poi Raul Fernandez. Una gara che fino ai 10 giri alla fine è stata abbastanza noiosa, pochi sorpassi e una miriade di giri veloci sul 38 alto. Soltanto i primi 6 girano sugli stessi tempi con gli altri molto attardati. È nel finale di gara che si scatenano davvero i tre la davanti. Martin, Vinales e Bastianini ne hanno di più e lo hanno dimostrato. Pedro Acosta supera Bagnaia in difficoltà e Marquez gli dà la caccia. Nella bagarre successiva Marquez entra forte, sorpassa Bagnaia che però tenta un incrocio disperato e perde l’anteriore prendendo in pieno Marquez, stendendosi lui e stendendo anche Marc. Incidente di gara, sarà l’inizio della faida.

Vinales cade all’ultimo giro e Pedro Acosta si prende un podio fantastico, con Bastianini secondo e Martin che vince una gara fenomenale. Le polemiche saranno davvero forti, perché nessuno ammetterà l’errore di Pecco. Un grave errore come fu quello di Losail 2022 su Martin. Tanti punti persi per entrambi ma una cosa è certa, Marc Marquez è tornato in tutti i sensi. Così come Pedro Acosta sarà della partita per il Mondiale, si avete letto bene. Gara opaca delle altre KTM, che prendono una sonora paga dal ragazzino e si ritrovano in TOP5 soltanto per il botto di Bagnaia ai danni di Marquez.

Siamo solo all’inizio, statene certi.

Scontro tra Bagnaia e Marquez. Fonte MotoGP.com

It’s Racing Baby.

 

SAINZ RIENTRA E DOMINA IN AUSTRALIA. VERSTAPPEN FRENATO.

C’era un tempo in cui svegliarsi all’alba per vedere il GP d’Australia significava iniziare bene la domenica.

Accadeva quando la Red Bull faceva solo lattine, e la Mercedes solo motori. Poi le cose sono un po’ cambiate, ma l’aria australiana ha sempre fatto bene alle monoposto rosse.

Dopo avere dominato tutte le sessioni di prove libere, nonchè Q1 e Q2, la Ferrari si ritrova con Sainz, al rientro dopo l’operazione di appendicite, secondo e Leclerc quinto, poi promosso quarto, e il solito Verstappen in pole.

Partenza senza grandi emozioni, ma già al secondo giro Sainz si scatena e passa davanti a Verstappen, che si lamenta della macchina instabile. E al quinto giro il colpo di scena: esattamente 2 anni dopo l’ultimo ritiro, proprio in Australia, l’olandese è costretto ad abbandonare la gara con un freno in fiamme.

Al giro 9 iniziano i pit-stop, con Hamilton che rientra seguito al giro dopo da Russell. Al giro 12 è il turno di Leclerc e Norris. Nel frattempo, Sainz continua a macinare giri veloci, e il vantaggio sull’inglese della McLaren, secondo, sale a diversi secondi. Quando Lando si ferma, al giro 16, si ritrova dietro sia al monegasco della Ferrari che al compagno di squadra.

Al giro 17 è il turno del leader, che, però, si ritrova dietro ad Alonso. Contemporaneamente, Hamilton si ritira, e viene attivata la Virtual Safety Car. Nando ne approfitta così per fare il suo pit-stop e Sainz ritorna primo.

La Ferrari si ritrova così con le macchine nelle prime due posizioni, seguite dalle due McLaren. L’altra Red Bull di Perez naviga in un’anonima settima posizione.

A Leclerc viene detto di non attaccare Sainz, che comunque si cautela a suon di giri veloci. Al giro 29 il suo vantaggio è di ben 6 secondi, mentre dietro di loro la McLaren chiede a Piastri di fare passare Norris, che ha gomme di 6 giri più fresche rispetto a Charles.

Il monegasco si ferma al giro 35 per la sua seconda sosta, e si ritrova di pochissimo davanti a Perez e Alonso in lotta fra loro. Ma gli bastano due curve per metterli a distanza di sicurezza. Le due McLaren ancora non si fermano,

La sosta per Piastri arriva al giro 40, dopo un lungo che gli ha fatto perdere diversi secondi, e dare l’addio al podio in casa sua. Al giro successivo si ferma anche Norris, che rientra con 4 secondi di svantaggio da Leclerc. 

Per Sainz l’ultima sosta arriva al giro 41. Il suo vantaggio sul compagno di squadra scende da 10 a 5 secondi. 

Gli ultimi giri vivono del tentativo di Norris di avvicinarsi a Leclerc. Che non riesce, e la gara si conclude con il botto di Russell all’ultimo giro, che congela le posizioni.

Sainz vince così un GP dominato fin dalle prove libere, davanti a Leclerc che può recriminare sull’errore di ieri in qualifica. Norris completa il podio, seguito da Piastri, Perez a più di un minuto, Alonso, Stroll, Tsunoda, Hulkenberg e Magnussen.

Prossima tappa a Suzuka, circuito che non mente sulle qualità della monoposto. La SF-24 in Australia era più forte della RB20. Vedremo se saprà confermarsi in Giappone. 

P.S. C’è quasi un anno per cambiare idea. 

P.S. 2 Per una squadra che gestisce con Excel la distinta base della monoposto è normale non riuscire a produrre in tempo un terzo telaio. Quello che non è normale è appiedare un pilota perchè il compagno ha distrutto la propria auto. Perchè poi a punti non ci arriva nemmeno lui.

P.S. 3 Se, come dice Hamilton, la W15 ha molto potenziale, lo stanno nascondendo molto bene. E buttarla a muro non serve a tirarlo fuori.

P.S. 4 Steiner fa le interviste e le sue ex macchine arrivano entrambe a punti come non succedeva quando c’era lui. Giusto dare la precedenza all’aspetto ingegneristico anzichè a Netflix.

P.S. 5 Vive la France

P.S. 6 Non facciamoci troppe illusioni guardando la classifica del mondiale

F1 2024 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Il circus si sposta ancora piu’ a est per la prima di tre tappe che toccheranno Australia, Giappone e Cina. E’ arrivato il momento del GP australiano sull’ormai ”storico” circuito dell’Albert Park.

Ci si arriva da due doppiette Red Bull, schiacciasassi in pista a dispetto delle clamorose lotte intestine che hanno agitato le ultime settimane.

A dire il vero negli ultimi giorni sembra essere tornato un po’ di sereno o quanto meno non sono deflagrati altri leaks o sparate a mezzo stampa dichiarazioni bellicose da parte dei diretti interessati. Certo il futuro e’ ancora parecchio incerto e tutto da definire nei termini delle posizioni occupate dagli uomini chiave del team ma se addirittura Jos Verstappen si augura che ”il team ritrovi un po’ di calma” forse la fase acuta della crisi e’ superata. Oppure si rifiata per i fuochi di artificio finali che potrebbero far implodere quel meccanismo perfetto che al momento e’ la Red Bull targata Verstappen.

immagine da english.aawsat.com

In ogni caso, in pista c’e’ poco da stare allegri per gli altri dato che l’olandese cerchera’ la terza affermazione consecutiva, cosa tutt’altro che remota dato il fatto che Max non e’ mai stato seriamente impensierito da nessuno fino ad ora ed e’ sempre sembrato in totale controllo della situazione. Molto piu’ attaccabile invece Perez che comunque e’ riuscito ad assicurare al team due doppiette nelle prime due gare. Sui curvoni veloci dell’Albert Park il pronostico e’ tutto dalla loro parte.

Ferrari invece dovra’ cercare quella velocita’ che si e’ vista nella parte finale della gara saudita, con Leclerc al pari delle Red Bull. Il layout della pista dovrebbe favorirli, cosi’ come le gomme portate da Pirelli, le piu’ morbide a disposizione. La SF-24 sembra buona ma non ancora abbastanza da rappresentare una seria minaccia per gli austriaci, a meno che Leclerc non si inventi magie in qualifica e possa sfruttare situazioni impreviste in gara. Da risolvere in primis la difficolta’ di mandare in temperatura le gomme e utilizzarle nella finestra corretta di funzionamento, specie a serbatoio pieno, in pratica il contrario del problema dello scorso anno.

Dovrebbe essere della partita anche Sainz, ormai ristabilito dall’appendicectomia subita in Arabia Saudita. Ci piacerebbe rivedere il giovane Bearman anche perche’ e’ probabile che quella a Jeddah potrebbe essere la prima e ultima gara in Ferrari della sua carriera…

Mercedes arriva a fari spenti e deve far fronte ai problemi che le prime due gare hanno evidenziato sulla W15, soprattutto nei curvoni veloci di cui il tracciato australiano abbonda. Non sara’ un weekend facile per gli uomini di Brackley, alle prese anche con un Hamilton apparso parecchio sotto tono nelle prime di gare e regolarmente battuto dal suo compagno di team. L’appuntamento australiano non sembra proprio quello piu’ indicato per i sogni di gloria ma potrebbe servire molto nel cercare di capire come migliorare le carenze della W15 che, a detta degli esperti del settore, nelle simulazioni assicurava un livello di performance di almeno un secondo piu’ veloce.

immagine da fuoripista.net

A Brackely si consoleranno con altri due tecnici cresciuti in Ferrari che andranno a ingrossare l’organico della stella a tre punte. Un nome poi e’ piuttosto pesante, Simone Resta, uno che ha lavorato davvero bene in Ferrari per poi vivere una sorta di esilio in Haas con scarsa considerazione da parte dei vertici di Maranello. Lo scambio di tecnici tra top team e’ una prassi, non e’ il caso di preoccuparsi troppo quanto invece considerare l’ambiente in cui i tecnici possano esprimersi al meglio. Ecco questo, pensando al recente passato della Ferrari, dovrebbe preoccupare un po’ di piu’.

La McLaren sara’ invece tutta da scoprire, considerando che le curve veloci dell’Albert Park potrebbero valorizzarla. La MCL38 pero’ sembra una creatura alquanto difficile da sfruttare al meglio, in quanto necessita di un setup ottimale non facile da trovare.

In quanto agli altri team difficile capire chi potra’ esaltarsi o meno. La Aston Martin, considerando quanto visto a Jeddah, potrebbe far fatica soprattutto in gara a meno di un insperato aiuto da parte delle mescole Pirelli piu’ morbide. Alpha Tauri si gioca la carta Ricciardo, idolo di casa, che arriva gia’ avvertito da Marko in merito ai suoi scarsi risultati delle prime due gare.

immagine da motorsportweek.com

Alfa Romeo deve risolvere i problemi sul giro secco in modo da potersi giocare la buona velocita’ dimostrata in gara. Anche la Williams e’ a caccia dei primi punti in stagione ma sara’ dura considerato quanto visto in questo inizio di stagione. Possiamo dire invece che non rappresentera’ una minaccia la Alpine, ormai rassegnata a vivere questa prima meta’ di stagione come test per migliorare e fare qualcosa di buono nella seconda parte. C’e’ chi la vede gia’ assente dal mondiale del prossimo anno, ipotesi non cosi’ campata in aria nel caso dovesse replicare i pessimi risultati fino ad Abu Dhabi.

Ah, alla fine anche Ben Sulayem e’ stato scagionato dall’accusa di aver interferito con l’omologazione del Gp di Las Vegas e di aver voluto ”aggiustare” il risultato del Gp dell’Arabia Saudita 2023. Tanto rumore per nulla? Restiamo in attesa del prossimo ”scandalo” che fara’ parlare molto piu’ di quello che accade in pista.

*immagine in evidenza da autoracing1.com

Rocco Alessandro

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

I primi due GP del mondiale più lungo di sempre nella storia della F1 sono dunque stati disputati con i loro inevitabili verdetti, perché tutte le previsioni, tutte le simulazioni e calcoli vari, non possono tenere testa al responso impietoso della pista e dunque del cronometro. Due GP sono pochi, certo, per stabilire le gerarchie definitive eppure se questo non vale per Red Bull, la quale ha già mostrato a tutti come andranno le cose anche in questa stagione, è anche vero che un’idea di chi è partito bene e chi dovrà rimboccarsi le maniche ce la siamo fatti eccome… compresa Liberty Media con gli ascolti tv.

La nota piacevole l’abbiamo avuta da parte di Ferrari con la sua SF24, la quale, fino ad ora, è stata l’unica a dimostrarsi davvero in forma contro la RB20 piglia tutto di Verstappen. Con un distacco medio che si attesta in meno di mezzo secondo circa, aspettando circuiti più probanti e veri (avere il Giappone e la Cina già al quarto e quinto appuntamento sarà molto interessante da questo punto di vista) per avere una conferma di quanto appena visto sino ad ora, si può affermare che la SF24 è una piattaforma stabile e prevedibile (in senso positivo) sulla quale lavorare e sviluppare (quasi sicuramente vedremo il primo importante pacchetto di aggiornamenti ad Imola, anche se fino a qualche anno fa si aspettava Barcellona, solo che i tempi cambiano… sigh!) in modo efficace, cercando di agguantare i bibitari e quindi Max, perché senza il fenomeno olandese, Perez per quanto mostrato, sarebbe abbondantemente abbordabile. Del resto su queste righe lo si è sempre affermato: la vera battaglia, la sfida più importante, sono gli sviluppi nel lungo periodo che la Rossa porterà e, soprattutto, capire se funzioneranno. Questo è il vero punto di domanda che conta. Come sempre in casa Ferrari le cose non possono mai andare in modo lineare e, sebbene le prime due gare hanno dato responsi positivi, è anche vero che il bottino, in relazione al potenziale della vettura, è stato povero visto e considerato che Charles è stato azzoppato con un problema ai freni in Bahrein e addirittura Carlos si è dovuto fermare per via dell’intervento chirurgico che ha dovuto subire.

A tal proposito, i diretti avversari hanno potuto tirare il fiato come, si suol dire, altrimenti l’attuale distacco sarebbe stato maggiore. Chi veramente può ringraziare la sorte in tal senso è la deludente Mercedes in primis. Confesso il mio peccato, se così si può chiamare questo errore di valutazione: ero fermamente convinto che con Allison al comando del progetto, AMG sarebbe ritornata prepotente perché se c’è una caratteristica delle vetture di James è proprio quella di trattare con rispetto le gomme (chiedere alla Lotus, che con Kimi stavano finendo in banca rotta per i punti che stava portando a casa!). Ovvio che “l’uomo dei miracoli” non esiste, eppure, dopo ormai due anni, in molti credevamo che le frecce d’argento avrebbero risolto quanto meno i problemi di porpoising. Addirittura Mercedes si è ritrovata a confessare problemi che eravamo abituati a sentire da parte di Ferrari, ovvero che c’è discrepanza di correlazione di dati tra quelli virtuali e quelli reali. Per la casa di Stoccarda sono volatili per diabetici ora perché se gli va bene, una volta trovata la quadra correlazionale, potranno sviluppare nella giusta direzione riuscendo a tenere il passo con gli altri top team. Se invece gli dice male, gli toccherà inseguire per tutto l’anno e quasi sicuramente anche il prossimo: è stato già detto che a causa del fatto che dall’anno prossimo tutti saranno impegnati nello sviluppo delle vetture 2026, la base 2024 è fondamentale appunto anche per il 2025 e se si parte male, una squadra rischia di stare in affanno per due anni appunto. Evidentemente i problemi in casa Mercedes sono tanti, di sicuro molto di più di quanto non appaia dall’esterno e in questo, sicuramente, rientra la fuga di pedine importanti in seno alla squadra stessa. Ogni ciclo è destinato a finire e più questo ciclo è bulimico e avido di vittorie più fragorosa sarà la sua caduta. Lo stesso capiterà a Red Bull? Ciò non è dato sapere, anche se la telenovela che stanno e ci stanno obbligando a vivere, lascia presupporre proprio questo. Di sicuro, si stanno creando tutti presupposti per un nuovo ciclo che è quello di Ferrari e del suo famoso motto, per bocca dello stesso Presidente, “obiettivo 2026”. Chissà che Hamilton non l’abbia sfangata per l’ennesima volta (in termini di scelta vincente si capisce), in modo da andare a ritoccare i suoi amati record per poter riscrivere la storia… Charles LeClerc permettendo naturalmente.

I presupposti per un ciclo vincente tinto di rosso ci sono tutti, per il momento ci concentriamo su quello bibitaro il quale è così anche fin troppo scontato, che la stessa Liberty Media ne deve prendere atto facendo i conti con un altro tipo di cronometro che si chiama audience televisivo… e nemmeno questo mente mai. Ciò che è più eclatante è che il calo di telespettatori è cosi evidente che nemmeno lo possono nascondere più. Ormai l’emorragia è inarrestabile, il paziente sta morendo dissanguato lentamente e, presto o tardi, morirà se non si corre ai ripari. Di chi è la colpa di questo calo verticale degli ascolti? Di Verstappen? Il campione olandese non fa altro che fare quello per cui il suo corredo genetico è programmato a fare, nel momento in cui il suddetto pilota sotto le chiappe ha vetture che si chiamano RB19 ed RB20, nulla di più e nulla di meno. Inutile prendersela con lui perché vince sempre e vuole vincere sempre (anche perché chiunque al suo posto farebbe lo stesso… i commenti di Hamilton a tal proposito sono come minimo fuori luogo dunque). Se mai le cause di questo effetto sono da ricercare a monte e quindi nella stessa Liberty Media che, in concerto con la FIA, non solo redige regolamenti sempre più astrusi, addirittura cambia le regole in corso d’opera subendo la pressione di questa e di quella squadra, politicamente più forte di turno, in quel momento. L’esempio più eclatante è proprio l’attuale regolamento che è stato concepito per avere vetture ad effetto suolo: AMG non riusciva a cavare un ragno dal buco e venne dunque partorita la DT039 e relativo sollevamento delle vetture da terra. Ferrari, con i suoi difetti, prima della direttiva teneva vivo eccome il mondiale, mentre dopo l’attuazione della suddetta, è affondata definitivamente e Red Bull e Max hanno ringraziato arrivando a fare quello che abbiamo visto fino a fine novembre 2023. Inoltre si aggiunga l’ostinazione di continuare con il format della Sprint Race, che altro non è che uno spoiler di quello che vediamo in qualifica e gara, con l’aggravante di preparare le squadre e quindi di rendere lo spettacolo ancora più prevedibile. Tutto non si può avere e, se si crea un prodotto atto ad accontentare solamente una parte, inutile lamentarsi poi, perché è sempre la domanda che comanda l’offerta. Ora per correre ai ripari, il sistema F1 o da una spinta a Ferrari (e magari a qualche altro team) o azzoppa Red Bull, perché da qui non si scappa se vogliono salvare capra e cavoli. Cosa e se decideranno in tal senso lo sa solo chi comanda veramente, del resto “la stagione è ancora lunga”… non si dice sempre così?

Vito Quaranta

Life is racing, all the rest is waiting