VIVERE LE MANS

E’ il giorno tanto atteso, finalmente l’avventura ha inizio!!

La mia “Road to Le Mans” comincia con il volo del Giovedì mattina da Milano a Parigi, mentre gli altri avventurieri a cui mi sono aggregato hanno viaggiato nottetempo e sono già in campeggio col camper noleggiato per la trasferta. Il volo passa tranquillamente, è quasi troppo breve per slacciarsi e sgranchirsi; si arriva a Charles de Gaulle abbandonando l’afa milanese per trovare un tempo quasi autunnale e cielo moderatamente coperto. La prossima tappa è il TGV che dalla stazione di Charles de Gaulle arriva direttamente a Le Mans, l’attesa è di circa 3 ore utili per consumare il pranzo al sacco. Una volta sul treno compaiono i primi segnali di Le Mans…..infatti nella mia carrozza ci sono dei ragazzi tedeschi, due maschi e due ragazze, che per quanto possa capire io di tedesco, stanno parlando di Le Mans…ogni tanto si sente un “Porsche” alla tedesca. Altro segno inequivocabile è rappresentato da un signore britannico di mezza età che sale con il gilet dell’Aston Martin Racing….lui sicura va dove vado io, ottimo così non sbaglio la fermata!

Il viaggio in treno è più lungo di quello in aereo, e il meteo non migliora di certo, sempre nuvole grigie a vista; la stazione di Le Mans è una classica stazione di provincia, per cui si è subito fuori sul piazzale dove c’è da prendere il tram che porta finalmente al circuito. Inutile dire che fuori dalla stazione molta gente, chiaramente non del posto, era lì per la 24 Ore. Il percorso in tram dura 20 minuti e mi porta verso Sud dove sorge la pista. Il traffico per strada è abbastanza intenso e a giudicare da quello che vedo fuori è causato proprio dall’evento che tutti aspettano. Si vedono decine di auto con targa inglese che sfoggiano decalcomanie e stemmini vari inerenti alla 24 Ore, in più una fila interminabile di TVR inglesi, dalle più vecchie a quelle più recenti come le Tuscan….hanno sicuramente colto l’occasione perché quest’anno la TVR torna come sponsor delle Rebellion LMP1. Vedendo tutti questi inglesi compattati ho pensato che dovevano essere usciti dall’Eurotunnel tutti insieme qualche ora prima. Poco prima di arrivare al capolinea mi metto d’accordo su come farmi trovare dagli altri che sono in zona Paddock (se avete presente il paddock di Monza pensatene 3 insieme). Una volta sceso seguo le indicazioni per l’ingresso e raggiungo i tornelli d’entrata dove comprare il biglietto generale per poter uscire ed entrare in ogni momento…dopo una scarpinata e una serie di sottopassi finalmente incontro gli altri giù dal ponte Dunlop, finalmente ci siamo!!

Il Paddock Village è un paese dei balocchi per qualunque appassionato di motori…ci sono ovunque negozi, stand, boutique riguardanti il Motorsport…dai modellini da collezioni ai capi di abbigliamento Vintage. In più ci sono gli stand delle più grandi case automobilistiche e molte di esse offrono esperienza di simulazione. Per i più ricchi c’è pure lo stand Rolex con vantaggiosissime offerte (si fa per dire!) di orologi a 25.000 €.

Poco dopo iniziano le qualifiche e abbiamo la fortuna di assistere all’uscita dai box di quasi tutte le macchine insieme!! I rombi più caratteristici sono sicuramente l’urlo stridulo e acuto delle 911 che coprono qualunque auto nelle vicinanze; e il rumore tonante delle Corvette: ora ho capito perché si usa l’hashtag “#BringtheThunder”!! Verso sera ci dirigiamo verso il campeggio, che è al di fuori del circuito e all’inizio della velocissima sequenza di curve Porsche, una bella cena in compagnia e si va a letto pronti a vivere una nuova giornata.

Il Venerdi inizia con un cielo coperto e la rugiada che bagna l’erba: si sta bene nl felpa. La prima cosa che si nota è che si vedono passare delle auto dove poche ore prima sfrecciavano senza limiti i bolidi della 24 Ore…già questo è unico al mondo!!! Il programma è fare la Pit Walk (gratis con il biglietto generale) e visitare il museo della 24 Ore. All’ingresso della Pit Lane c’è un ingorgo niente male per accedervi, ma una volta dentro c’è abbastanza spazio e basta attendere il momento giusto per essere in prima fila e scattare qualche foto alle macchine mezze smontate. La parte più interessante è stata vedere il lavoro senza sosta dei meccanici del Cetilar Villorba nel tentativo di riparare la Dallara distrutta nel volo di Sernagiotto la sera prima. Si vedevano i meccanici quasi stremati, probabilmente hanno lavorato quasi tutta la notte! Dopo la Pit Walk siamo andati sotto il famoso ponte Dunlop per vedere il bellissimo scollino che poi porta a Tetre Rouge. La visita al Museo mi ha sorpreso perché mi attendevo giusto qualche vecchia auto vincitrice nel passato…invece da vedere c’era veramente molto, a iniziare da una sala dedicata a tutte le vetture sponsorizzate Gulf, quindi c’erano le stupende Porsche 917, le Ford GT40, Mirage GR8..!! Proseguendo ci si imbatte in una sezione antica con automobili che hanno iniziato la storia delle corse e non solo, tra cui la bellissima Bentley Blower che ha dominato alla fine degli anni’20. Da ammirare c’erano anche alcune macchine stradali avveneristiche, tra cui una vettura francese a turbina. Verso la conclusione del giro si è circondati dalle vetture iconiche della 24 Ore: la Rondeau del 1980, la Mazda 787B del 1991, la Bentley EXP Speed del 2003 e la Peugeot 908 per citarne alcune. Fantastico!!

Finalmente arriva il gran giorno della partenza che tutti aspettano. Una cosa che mi è rimasta impressa quel Sabato mattina è stata vedere una nonnina britannica camminare quasi nel fango, con seggiolina pieghevole appresso, verso la collinetta per assistere al Warm-Up che sarebbe iniziano a momenti. Assistere a questa scena mi ha fatto capire di non essere nessuno e che la mia passione per il Motorsport non è nulla se confrontata con la gente che si trovava lì!

Il suono dei motori alle 9 di mattina è un bellissimo incentivo al risveglio, soprattutto quando rombano le favolose GT. In mattinata ci sono state anche la gara dell’Aston Martin Festival e la Le Mans Cup. Ovviamente non mi sono lasciato sfuggire la gara delle Aston…il paradiso per me. Innumerevoli Vantage, inframezzate qua e là dalle nuove costosissime Vulcan, una vecchia DBR9 GT1 col V12, una manciata di V12 GT3, qualche vecchia Vantage GTE e la nuova Vantage GT3 al debutto assoluto. Assistere a questa “parata” di Aston per me valeva già il prezzo del biglietto.

Nel frattempo mangiamo una pastasciutta verso mezzogiorno e ci dirigiamo verso il Paddock, per poi accedere alla tribuna sul rettilineo del traguardo.

I nostri posti sono all’ultima fila in alto, ci permettono una visuale assolutamente privilegiata e sufficientemente alta da riuscire a vedere interamente i box e i pit stop. Verso le 13 siamo già in tribuna e sulla pista ci sono posizionate le auto a lisca di pesce con una marea di gente ad affollare la griglia. Nel pre-gara si fa vedere Alonso che arriva dai box salutando il pubblico, ovviamente è il grande atteso. Nadal è invece lo Starter dell’edizione e si vede passare in corsia box circondato da personale della sicurezza. Dalla nostra posizione vediamo anche un gruppo di tifosi olandesi venuti a fare il tifo al Jumbo Racing dove corre l’idolo Jan Lammers. Questi tifosi sono veramente organizzati, con tanto di magliette gialle, mani gonfiabili e strumenti musicali da stadio!!

La gente inizia a sfollare la griglia e i piloti si preparano a salire sulle vetture….nel frattempo lo spettacolo offre un BlackHawk dell’esercito che cala un soldato con la Bandiera tricolore, successivamente l’elicottero si esibisce in un passaggio radente sopra il rettilineo provocando un boato imponente. In seguito è la volta delle Frecce Tricolore che si esibiscono nella classica formazione a freccia lasciando dietro di sé i colori della Francia….assistere dal vivo a questi spettacoli è sempre emozionante! Ma ora è la volta di guardare in basso, in pista….i piloti sono pronti, Jacky Ickx è il Gran Marshal pronto a sventolare la bandiera verde per dare il via al giro di formazione…sulle Toyota partono Buemi e Conway. Finalmente si muovono le auto a formare il serpentone di 60 macchine dietro la Safety Car. Verso la metà del lunghissimo giro di formazione cala uno strano silenzio sull’autodromo e si inizia a sentire distintamente la classica musica “Also sprach Zarathustra” di Strauss che contraddistingue ogni partenza della 24 Ore. Durante questi momenti ti senti caricato a mille da queste note assolutamente azzeccate per il momento di attesa impaziente per qualcosa che succede una volta all’anno. Tutti si sporgono in avanti coi cellulari per immortalare questi momenti salienti della partenza e quando meno te lo aspetti senti i motori alzarsi di giri mentre il gruppone passa proprio davanti a te e va in salita verso la prima chicane. Qui succede il primo colpo di scena, con Lotterer che compromette una già di per sé impossibile corsa alle Toyota, tamponandone una e danneggiando il suo muso, costringendo subito il team ad una sosta fuori programma.

Dopo questo episodio la gara delle Toyota si fa ancora più in discesa e giro dopo giro accumulano un buon vantaggio sul terzo in classifica, la SMP Racing LMP1. Nelle altre categorie come LMP2 e GTE Pro le vetture rimangono più o meno vicine, con la coppia di 911 Manthey che si scambiano spesso la testa di classe. Le GT che veramente sono fuori gara, ahimè, sono le nuove Vantage che soffrono terribilmente i rettilinei e ancora rimangono dietro le prime GTE Am. Assistiamo al primo valzer dei pit stop, senza particolari evoluzioni; dopo circa un’ora e mezza di gara iniziamo a spostarci dalla tribuna per iniziare il “giro” di pista. Ci dirigiamo quindi verso il ponte Dunlop e le Esses, dove è molto suggestivo ammirare le auto gettarsi in picchiata giù dallo scollino verso le veloci pieghe che portano a Tetre Rouge. Si vedono rischi e indecisioni nei doppiaggi….è quello che a Le Mans fa la differenza.

Successivamente prendiamo il bus navetta (servizio eccellente) per arrivare a Mulsanne: il tragitto in pullman ti fa vivere una sensazione strana, ti fa sembrare di uscire completamente dalla corsa, perché nelle strade intorno al circuito la gente passa normalmente, quasi come che per gli abitanti del posto la 24 Ore sia una routine anche troppo soffocante per la quantità di persone che porta ogni anno. Vedere le macchine impegnarsi nella staccata di Mulsanne è veramente suggestivo, non è ancora abbastanza buio per vedere i dischi incandescenti, ma è comunque notevole vedere le auto passare da 330 all’ora a 70 in pochi metri. Mentre siamo lì c’è una fase di Safety Car e le Toyota con al volante Lopez e Alonso sono accodate dietro a decine di macchine ovviamente più lente…..abbiamo la fortuna di assistere alla ripartenza e siamo testimoni di Alonso che non vuole perdere tempo e cerca di girare largo a Mulsanne per non trovarsi davanti macchine più lente in accelerazione. Che rischi che si prendono sapendo che la gara è appena iniziata.

Dopo un po’ di sosta ci muoviamo verso la zona di Indianapolis e Arnage, sempre con il servizio navetta. Una volta raggiunta la collinetta dove si assiepavano tutti gli spettatori, ho capito perché molti dicono che quel posto è il più bello per vedere le macchine in azione. Il bello è che stando fermi si vedono le vetture arrivare velocissime alla veloce destra di Indianapolis, affrontare la curva successiva a sinistra e allungare brevemente prima di sterzare a destra per la lentissima Arnage. E’ veramente un tratto unico…c’è tutto: velocità, inserimento, aerodinamica ad alta velocità, telaistica a bassa velocità e trazione dopo Arnage. Qua è abbastanza buio per apprezzare i dischi freno arancioni e la cosa più bella è che le macchine ad Arnage rallentano tanto da vedere anche i dettagli e le mani del pilota che gira il volante. Stupendo!!

Ormai sono quasi le 22 anche se c’è ancora luce in cielo, e decidiamo di ritornare alla base per mangiare, quindi di nuovo bus fino alle curve Porsche dove c’è il campeggio. Dopo una bella pastasciutta per cena, ci armiamo di seggiolina e belli coperti (il vento è veramente freddo di notte) ci appostiamo sulla collinetta per vedere un po’ di azione notturna. Le auto col buio sono veramente belle, ormai piene di fari e LED colorati per farle riconoscere. In questa fase c’è Alonso sulla Toyota #8 impegnato in una rimonta sulla vettura gemella che conduce di oltre 2 minuti….in alcuni passaggi si nota lo spagnolo buttarsi dentro alle LMP2 nella seconda curva delle Porsche, prendendosi rischi enormi…..è una guida ancora da formulista. Dopo 1 ora la stanchezza e il freddo si fanno sentire, e a turno ci ritiriamo tutti per qualche ora di “riposo”, comunque relativo perché la musica dei motori va avanti imperterrita, come la nottata dei tifosi che di certo non sono silenziosi. Di mattina mi alzo un po’ a vedere la gara all’alba e controllare chi non era sopravvissuto alla notte. La cosa che si nota sempre quando ritorna la luce è lo sporco che si è accumulato sulle auto, a rappresentare la durata estrema della gara.

Dopo essere tornato a riposare un po’ in tenda è finalmente mattina inoltrata ed è ora di svegliarsi del tutto. La situazione tra le Toyota nella notte si è ribaltata grazie alla rimonta della #8 e agli errori dei piloti dell’altra macchina, ora Alonso è veramente vicino alla vittoria. Intanto facciamo una bella colazione a base di caffè-latte e biscotti. Una volta lavati e pronti ci appostiamo all’ormai familiare collinetta sulle curve Porsche. L’idea è quella di mangiare sul presto per poi dirigersi verso la tribuna in attesa dell’arrivo. Strada facendo ci fermiamo a osservare le macchine all’uscita delle curve Porsche, in zona Karting, appostati sulla terrazza di un bar. Guardare le macchine passare di lì è assolutamente unico, si percepisce l’idea di velocità e di trasferimenti di carico che in TV non si comprende. Visivamente le Rebellion fanno la differenza in quel tratto….sembrano avere una velocità d’uscita maggiore anche delle Toyota…e i dati sulla percorrenza lo confermano. Più unico che raro è anche vedere da una parte i bolidi che girano in pista, mentre a pochi metri di distanza tanti spettatori si divertono gareggiando sui kart.

Quando riprendiamo i nostri posti in tribuna manca circa un’ora e mezza alla bandiera a scacchi. Stando così in alto il vento fresco si fa sentire. Ormai le posizioni da podio sono praticamente acquisite con la #8 con quasi un giro di vantaggio. In GTE Pro la Porsche “Pink Pig” ha un grande margine sulla vettura gemella e la prima delle Ford, che invece sono distanziate di pochi secondi. Ormai è tutto agli sgoccioli per questa maratona incredibile…sono ormai gli ultimi chilometri per tutti: chi vuole vincere e chi vuole comunque finire. La Toyota con un gesto patriottico consegna le vetture ai 2 piloti giapponesi per questo ultimo stint. L’arrivo del vincitore è in parata, tanto che molte vetture quasi si fermano ad aspettare Nakajima e Kobayashi che finalmente tagliano il traguardo rompendo la maledizione e scacciando i fantasmi degli anni passati. La Toyota ce l’ha fatta! Dopo innumerevoli tentativi e sfortune di ogni tipo, seppur senza avversari all’altezza, i giapponesi hanno finalmente vinto contro Le Mans! Il boato del pubblico è impressionante…da brividi. Ancor più bello quando dopo il giro d’onore Alonso e Buemi salgono sulla loro macchina seduti sulle pance. Divertentissimo è quando Nakajima deve curvare a gomito per entrare in pit lane in senso contrario, ovviamente con queste macchine non è operazione semplice, e infatti Alonso e Buemi saltano giù per fare manovra come fossero 2 parcheggiatori qualsiasi. Lo spirito di squadra si apprezza anche in questi banali dettagli.

Nonostante la “relativa” vicinanza al podio, la massa di gente che c’è non rende facile spostarsi agevolmente. Alla fine ce la prendiamo con calma e arriviamo in pista quando il podio della vittoria assoluta è già stato concluso, ma è comunque bello assistere alla cerimonia delle altre categorie. Questa avventura sta per concludersi, ma l’ultima sorpresa ci è riservata da gran parte delle macchine ferme alla chicane Ford appena prima delle pit lane. E’ incredibile passare fra macchine da milioni di euro che hanno appena percorso le ultime 24 ore non-stop e si sono portate dietro tutti gli acciacchi e lo sporco.

Per me si è ormai fatto tardi e devo tornare in città a Le Mans per la sera, prima di rientrare a casa, per cui una volta salutato e ringraziato tutti, la mia prima Le Mans si avvia alla conclusione.

L’esperienza mi ha riempito di felicità e sicuramente speravo che fosse così, anche se non immaginavo così piena di azione. Dopo tanti anni di Le Mans da casa, in cui la tua esperienza si riduce allo schermo della TV o del computer, quando invece sei veramente lì tutto cambia e quello schermo diventa estremamente grande, tanto che non puoi seguire tutto….o guardi le macchine o guardi i tempi, o ti sposti o guardi le classifiche e gli aggiornamenti. Tutto insieme non si può fare….si rischia di non vivere appieno il contatto reale con la gara e la gente. Bisogna ammettere che vivere una Le Mans da spettatore in campeggio è veramente stancante e tornare alla vita di tutti i giorni non è semplice….per esempio una volta tornato a casa nelle orecchie riecheggiava il magnifico concerto dei motori per almeno due giorni! Il bilancio finale è assolutamente positivo, la compagnia è stata eccezionale e uno dei miei sogni nel cassetto sono riuscito a realizzarlo. Ora mi è venuta voglia di tornarci e provare anche la 24 Ore del Nurburgring e quella di Spa. Vedremo in futuro se ci sarà l’occasione….

 

Scusatemi per il ritardo con cui arriva questo racconto, ma dopo Le Mans non ho avuto molto tempo da dedicare. E vi ringrazio di aver tenuto viva la 24 Ore sul Bring con i vostri preziosi commenti.

Aury