Un tranquillo week-end degli ex (e dei forse mai)

Con la F1 che ci ha lasciato ad aspettare ancora una settimana per ultimo scampolo di campionato, ormai di davvero poco interesse se non per determinare se Hamilton è davvero bollito e Nico definitivamente l’astro nascente, questo week-end in Bahrain, abbiamo assistito alla fine dei campionati GP2 e WEC. Nel campionato cadetto, la fucina dei futuri talenti della F1 (??) ancora una prova molto convincente di Stoffel Vandoorne, nonostante si fosse già aggiudicato il titolo un mese fa: ci si domanda se e quando il giovane belga troverà posto in McLaren o in altri team in F1. Intanto ha annunciato che la sua rotta di volo è per il Giappone dove sosterrà un test in Superformula. Senza dubbio la sua massima aspirazione. Eh, già.
Al tramonto poi è andato in scena il finale thrilling del WEC, con la Porsche in grado quasi di rovinare la festa annunciata per Webber e soci. Ma nonostante le disavventure della 919, la fortuna ha finalmente arriso a Webber, che può così fregiarsi di un titolo mondiale. Almeno lui, a questo punto, può dire che lasciare il vincente team di F1 in cui militava, perché stufo di arrivare (ma neanche) secondo, è stato un affare. Sono contento per Mark, un pilota di talento, ma non abbastanza per confrontarsi con Vettel o Hamilton o Alonso, dal carattere ruvido tipicamente aussie, uomo “maturo” in mezzo a ragazzini che gli hanno dato dei bei dispiaceri. Se lo meritava secondo me, e chissà che per lui non sia iniziata una seconda carriera che gli possa portare altri titoli.
Infine ieri, sempre ad Al Sakhir, c’è stato il “rookie day” dell’Endurance. Sulle LMP1 Audi, Porsche e Toyota sono saliti Stanaway, Evans e Bird. Evans reduce dalla vittoria in GP2, Bird dalla vittoria in LMP2. Due che, se le cose andranno bene, arriveranno alla LMP1, ma la F1 resterà una chimera, dato uno l’ha vista di sfuggita, e l’altro chissà se la vedrà.
Ma il più rookie del giorno (e il più veloce) è stato un giovincello colombiano, tale Ciccio Montoya, che è sceso in pista a bordo della Porsche 919. JP per me rimane una delle pietre grezze più preziose che sono arrivate in F1 negli ultimi 15 anni, velocità e incoscienza di massimo livello, ma l’unica che pervicacemente s’è rifiutata di essere tagliata ed affinata, fecendone definitivamente un ex. Ed è stato un peccato per il mondo della Formula 1.