TB #21

Se chiudo gli occhi e penso al MOTOCICLISTA con tutte le maiuscole mi appare l’immagine di cui sotto.

(Immagine tratta da Motosprint)

 

Per un motociclista praticante non sempre questa immagine coincide con il più titolato o il più forte…più facilmente con chi gli ha regalato le emozioni più decise e toste. Se poi questo guida un’oggetto molto simile al tuo almeno nel nome e nella forma ed è quasi tuo coetaneo, ecco che immedesimarti è un attimo.

“Troy Bayliss ingaggiato da Ducati Corse per sostituire sua maestà King Carl Fogarty”

Mi sembrò di aver letto una barzelletta, una bestemmia visto chi andava a sostituire. E chi lo conosceva? Era il 2000…. Un’epoca in cui le informazioni viaggiavano ad una velocità decisamente inferiore.

Non sapevo che avesse vinto il BSB nel 1999 e che Ducati lo avesse spedito in Usa a vincere il campionato AMA SBK sulla Ducati Vance & Hines… si, proprio quella di Gobert e Bostrom…(pole al debutto sulla pista più facile del mondo….Daytona!).

 

(immagini del 1999 e del 2000 tratte da daiedegasforum)

Poi uno lavora anche, ha una propria vita familiare, sociale e non è che può seguire tutte le categorie possibili ed immaginabili del pianeta: non sapevo chi fosse….

Tardozzi e Ciabatti lo vogliono per la SBK mondiale in sostituzione di King Carl e lui debutta a Sugo sdraiandosi DUE volte DUE alla prima curva di entrambe le gare: complimenti eh! Lo sostituiscono per Donington con Luca Cadalora (ecco uno degno di Carl) ma tornano sui propri passi e lo rimettono in squadra a partire dal GP successivo in Italia.

Un pomeriggio di una domenica qualsiasi lui che fa? Va a Monza su una pista che aveva visto prima solo in Tv ed entra nel cuore dei ducatisti e dei motociclisti con uno dei più spettacolari sorpassi della storia delle moto.

A Monza ho messo le ruote della mia moto e, pur essendo un semplicissimo amatore, ho un’idea chiara di cosa voglia dire uscire dalla Parabolica e aprire la manetta al massimo arrivando a palla alla prima variante: fa spavento! Lui lo fa con 4 moto davanti e pianta una staccata passando in sequenza Yanagawa, Haga, Chili ed Edwards: guardandolo in Tv avrei scommesso la casa che non sarebbero bastate neanche le reti per fermarlo vista la differenza di velocità con cui ci si infilò rispetto a Colin che aveva già esagerato….. Eppure… con in sottofondo le urla di Gio Di Pillo entra per primo e resta in piedi..

Son passati vent’anni dal momento in cui mi innamorai di Troy. Tutto il 2000 fu una battaglia ad ogni curva con 4/5 piloti su moto diverse, perché oltre a quelli sopracitati c’era pure l’altro Aussie sull’Apriliona al secolo Troy Corser, un fermone, vero? Fu spettacolo ma non vittoria finale.

Il posto nel cuore dei Ducatisti conquistato sin da subito. Non era facile sostituire il mosto sacro Foggy, uno duro, cattivo, vincente e che non mollava mai. Lui ci riuscì. Con le stesse armi, con la stessa tenacia dell’inglese, ma con gli occhi dolci e gentili che si contrapponevano allo sguardo da Killer glaciale di Carl a cui i tifosi della rossa erano abituati.

Il mondiale arrivò l’anno dopo, già nel 2001 vinto davanti al Campione Mondiale in carica Colin Edwards e a quella Honda che aveva addirittura costruito una bicilindrica ad hoc per correre nel mondiale SBK e vincerlo.

Troy vince tre delle sei vittorie stagionali tra Monza e Misano: arriva all’ultimo appuntamento di Imola da campione in carica e vuole dare spettacolo. Ducati gli prepara una colorazione replica Paul Smart e lui ci mette l’anima per dare una gioia ai tifosi di casa. Da tutto, anche di più…. e si fracassa una clavicola in uscita dalla seconda delle Rivazza di gara 1: questo è TB21!

(Immagine tratta da Ducatistiblog)

Queste righe non vogliono essere un elenco delle sue vittorie e dei suoi numeri. Quelli li potete leggere ovunque. Credo che un pilota diventi un idolo in base a quante emozioni riesca a suscitare nei suoi ammiratori, in base a quanta gioia riesca a trasmettere con il suo modo di stare in pista e subito dopo fuori, appena si toglie il casco. E Troy è nato col sorriso stampato in volto, con la voglia di dare sempre il 100% ad ogni gara, ad ogni staccata ad ogni curva, anche quando perde, perché si è divertito ed ha divertito dando ogni goccia di sudore e spremendo ogni cavallo dalla sua moto ed ogni grammo di gomma dai suoi pneumatici..

E fu così anche il giorno della gara delle gare ad Imola 2002. Fu una sconfitta, ma appena tolto il casco fu un sorriso smagliante conscio di aver dato tutto. Io c’ero quel giorno, ero li nel retro paddock quando scese a firmare gli autografi dopo la cerimonia del podio che aveva consegnato a Edwards il suo secondo mondiale SBK. Lui era sorridente, soddisfatto di aver fatto e dato tutto ciò che poteva. A noi tifosi era bastato ed avanzato.

(immagine tratta da Bayliss.it)

Dopo la prima esperienza non esaltante in MotoGp, ad inizio 2006 se ne torna in SBK dove trova una nuova moto la 999 e soprattutto delle gomme nuove, le Pirelli al posto delle Michelin usate precedentemente anche in GP.

Naturalmente non ci sono parole, dichiarazioni pompose, adattamenti a moto e gomme… solo silenzio, sorrisi e manetta aperta…Vince il Mondiale un’altra volta.. A fine stagione va a Valencia per l’ultima della Stagione Motogp in sostituzione di Gibernau titolare infortunato: sale su un’altra moto “nuova” con gomme Bridgestone nuove e che fa? Vince il Gp promettendo di non salire mai più su una moto da Gran Premio….. per tutta la gara gli altri lo videro da questa inquadratura…

(immagine tratta da motorinews24)

Per capire l’anima di Troy dobbiamo però arrivare a Donington 2007 SBK. Toseland è forte e la Honda CBR anche: Bayliss vuole schiantare il suo avversario per il titolo proprio a in casa sua. In Gara 1 parte a bomba e se ne va riuscendo nel suo intento di accumulare un vantaggio esagerato in pochi giri. Avrebbe potuto cominciare a controllare la gara, ma Troy non ne è capace: si sdraia malamente fuori da una curva veloce e la mano gli resta sotto la moto al punto di massacrarsi un mignolo. Si precipita in clinica mobile per farselo amputare e correre gara 2: il dito se ne va, ma lui non può correre perché ha preso un colpo ad un testicolo che è gonfio come una arancia e lui manco se ne accorto.. Questo è Troy….

Quando sei il più grande devi smettere da vincente. Per il 2008 Ducati gli mette sotto il culo la nuova 1098 tutta da sviluppare: per lui sarà l’ultimo anno, l’ha promesso alla moglie, ma vuole lasciare il segno. Ha un inizio di stagione sfavillante ma le Yamaha di Haga e Corser non gli rendono la vita facile. Potrebbe chiudere il discorso a Vallelunga con quattro gare di anticipo e invece si ingarella con Haga dando l’anima fin quando non esagera e va a raccogliere la ghiaia col culo nel corso dell’ultimo giro..

Tardozzi ebbe il suo da fare per tenerlo calmo… ma per l’appuntamento di Magny Course in Francia ci riesce. Lo convince a trattenersi in gara uno e con il terzo posto arriva anche il terzo mondiale…

E’ la liberazione. Quando Troy corre senza dover far calcoli è semplicemente divino, imbattibile.

Vince gara due e fa doppietta nell’ultimo appuntamento stagionale di Portimao chiudendo da imbattuto ed imbattibile. Tolto il casco saluta tutti da RE con di fianco la moglie felice di averlo finalmente tutto per se…

La carriera agonistica di Troy si chiude a 39 anni, con un decennio in cui ha dato spettacolo e trasmesso la gioia di correre ai suoi tifosi. Il “carrozziere di Taree” si ritira da Campione del Mondo. Mai una parola fuori posto, mai una lite, mai un bisticcio nonostante le carenate date e prese in pista. Sempre e solo gioia straripante dai suoi occhi ogni volta che toglieva il casco.

Resta l’unico pilota in grado di vincere con quattro moto completamente diverse della stessa marca in due categorie differenti…se non è un’icona Ducati lui chi mai?

(Immagine tratta da ducatistiintegralisti.it)

Grazie Troy

Firmato un tuo tifoso..

Icemankr7

 

(immagine di copertina tratta da Worldsbk.com)