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HAMILTON FA 89 A SPA. LA FERRARI INIZIA A SCAVARE.

Correva l’anno 1973. Dopo un 1972 deludente, con il Drake momentaneamente fuori combattimento qualcuno decise di defenestrare l’ing. Mauro Forghieri e di far costruire il telaio in Inghilterra, per quella che si sarebbe chiamata 312B3. I risultati furono talmente deludenti che a metà stagione si decise di sospendere la partecipazione al mondiale di F1, di richiamare Forghieri e di fargli sistemare quel telaio “inglese”. L’operazione riuscì talmente bene che l’anno successivo la B3 versione 2 arrivò a giocarsi il mondiale all’ultima gara, oltre a lanciare un giovane chiamato Niki Lauda (su questo torneremo alla fine).

Erano altri tempi. Ma la situazione, oggi, è molto simile. Quella che abbiamo visto oggi è probabilmente la peggior prestazione della Scuderia da allora. Nemmeno negli anni più bui che sono venuti dopo (il 1980, il 1992, il 2014), si era arrivati a vedere due macchine partire in 13a e 14a posizione e arrivare nelle stesse identiche posizioni, in assenza di guasti meccanici o incidenti. E far fatica pure a stare davanti ai team ai quali fornisce il motore.

A differenza del 1973, questa volta non si può chiamare il genio a risolvere la situazione, e, anche se fosse, sarebbe il regolamento a non lasciare spazio alla genialità. Alla luce di questo, il buco che stanno scavando a Maranello è probabilmente destinato a diventare una voragine. Salvo sorprese che ora è difficile immaginare.

La prestazione della Ferrari è la notizia più importante che viene da Spa. Perchè per il resto abbiamo assistito al solito copione che si sta ripetendo da diverse gare. Qualifiche dominate dalla Mercedes, con Verstappen subito dietro. La “novità” è costituita dalla Renault, finalmente in grado di combattere per le prime file, con Ricciardo tornato davanti, in seconda fila, e il suo compagno Ocon in terza.

E proprio il duello fra Verstappen e Ricciardo è l’elemento che ha ravvivato una partenza altrimenti tranquilla. Dietro, Leclerc è autore di un avvio alla Villeneuve (Gilles, of course), guadagnando 5 posizioni. Che poi riperderà rapidamente a causa di problemi di varia natura.

I primi 3 corrono un altro campionato, e scappano rapidamente separati da pochi secondi, e la gara prende la via della noia fino al giro 12, quando Giovinazzi pensa bene di distruggere la propria Alfa Romeo per il secondo anno di fila a Spa, coinvolgendo nell’opera anche l’incolpevole Russel. Inevitabile l’uscita della Safety Car, che porta quasi tutti i piloti ad un pit-stop anticipato per montare le gomme dure con le quali andare fino in fondo, non senza rischi.

Dopo qualche giro la gara riparte e si ripropone lo stesso copione visto all’inizio, con Hamilton, Bottas e Verstappen che scappano aiutati anche da Gasly e Perez i quali, non essendosi fermati, bloccano Ricciardo e gli altri inseguitori.

Nelle retrovie si assiste alla Ferrari di Vettel sverniciata dall’Alfa Romeo di Raikkonen, che fotografa in modo emblematico la situazione. Leclerc si ferma una seconda volta senza capire il perchè (“te lo spiegheremo dopo”, gli dicono via radio), e le immagini suggeriscono la presenza di problemi al circuito dell’aria compressa.

La gara si ravviva a 6 giri dalla fine, quando per i primi 3 appare l’incubo Silverstone. Lewis e Bottas sono autori di un lungo all’ultima chicane, e Verstappen si lamenta delle vibrazioni. I loro tempi si alzano notevolmente, mentre dietro si svegliano tardivamente Ricciardo, Ocon e Norris. Gli ultimi due lottano con Albon per la quinta posizione, con il francese che riesce a guadagnarla proprio all’ultimo giro, mentre Ricciardo recupera secondi su secondi a Verstappen ma, pur segnando il giro più veloce all’ultima tornata, non riesce a raggiungerlo.

La gara termina così con Hamilton che guadagna la sua 89a vittoria davanti a Bottas, Verstappen, Ricciardo, Ocon, Albon e Norris. Seguono Gasly, autore di una buona gara, Stroll e Perez, con una Racing Point che non sembra più essere la copia della W10. E, con questa situazione, non c’è più bisogno di fare ricorso per chiedere una sanzione più severa per il reato di copia.

Fuori dai punti Kvyat, Raikkonen, forse alla sua ultima apparizione sulla pista della quale è stato uno dei migliori interpreti (e la posizione finale di oggi lo dimostra, considerando la macchina che guida), Vettel e Leclerc, che nel finale ha faticato non poco a superare Grosjean con la Haas (!). Se si eccettua Latifi, che possiamo considerare “fuori concorso”, i motori Ferrari occupano le ultime posizioni della classifica.

E ora si va prima a Monza e poi ai Mugello. In Brianza non ci saranno i tifosi, ed è quasi quasi un bene, mentre al Mugello 3000 persone dei Ferrari Club festeggeranno i 1000 GP della Ferrari. E fa molto male pensare che possano venire ripagati da una prestazione come quella odierna. Ma non si vede come in due settimane la situazione possa cambiare. Anche se, secondo il Team Principal Ferrari, si tratta di una tempesta e non di una crisi. Se lo dice lui, sarà così.

P.S. In premessa ho ricordato il grande Niki Lauda. Giovedì prossimo avrò il piacere di intervistare, in rappresentanza del blog del Ring, l’ex direttore di AutoSprint degli anni d’oro, Carlo Cavicchi, che presenterà il suo nuovo romanzo dal titolo “Rapiremo Niki Lauda”, per Minerva Edizioni. L’evento si terrà presso il centro di lettura “l’Isola del Tesoro” a Trebbo di Reno, a pochi km da Bologna.
Sarà l’occasione per ricordare gli anni eroici della Formula 1, quando Niki e la Ferrari dominavano. Un tempo che oggi sembra lontanissimo, e di cui parleremo assieme a chi lo ha vissuto e può raccontarci tanti episodi anche poco conosciuti agli appassionati.

Per informazioni e prenotazioni potete fare riferimento a questa pagina: https://www.facebook.com/events/306793940637276/

 

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1