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HAMILTON ONORA SE STESSO AD IMOLA. E LA MERCEDES FA 7 IN CASA DELLA FERRARI.

Correva l’anno 1980. La Formula 1 faceva il suo debutto ufficiale sul circuito in riva al Santerno. Chi scrive era presente, e ricorda distintamente piloti e macchine dell’epoca, dotate di effetto suolo ma con 500 cavalli e tanta tecnologia in meno, cimentarsi in un circuito veloce, stretto e difficile, che qualcuno definì un kartodromo.

In 40 anni di acqua sotto il ponte che porta al paddock ne è passata tanta. Il circuito ha cambiato faccia e gestione, e sembrava uscito dal giro che conta. Ma la catastrofe sanitaria di questo 2020 ha creato le condizioni per farlo rientrare, per la gioia dei piloti che hanno fornito, da subito, solo commenti positivi.

Il week-end distribuito su soli due giorni ha permesso di vedere tanta attività in pista il sabato mattina, e una qualifica interessante al pomeriggio. Con un po’ di sorpresa, Bottas agguanta la pole position con 1 decimo di vantaggio su Hamilton, con Verstappen terzo  e l’ottimo Gasly quarto.

E, quando si spengono i semafori, il finlandese se ne va indisturbato, mentre Max, dopo essersi posizionato sullo schieramento in modalità old-style, cioè un po’ a caso, riesce a sopravanzare Hamilton, il quale rischia di perdere la posizione anche su Gasly che per poco non lo tampona.

Dietro, Giovinazzi scatta in modo perfetto dall’ultima posizione e, complice un contatto fra Vettel e Magnussen, guadagna ben 6 posizioni, ponendo le basi per un ottimo risultato.

I primi 3 sono di un’altra categoria, e guadagnano un secondo al giro sul quarto che é Ricciardo. Al 9° giro si ritira Gasly a causa di una perdita di pressione al circuito dell’acqua. Al giro 14 pit-stop anticipato per Leclerc, che monta le gomme più dure. Il giro dopo si fermano anche Ricciardo, che lo precedeva, e Albon e Kvyat che lo seguivano. Ma le posizioni non cambiano.

Verstappen prova l’undercut e si ferma al giro 19. Ma Bottas copre la sua mossa e si ferma al giro successivo. Anche loro montano gomme dure. Hamilton invece tenta il colpo a sorpresa e prosegue, iniziando a marcare giri velocissimi.

Dopo il pit-stop, Verstappen sembra averne di più di Bottas, che ha il fondo danneggiato per avere raccolto un pezzo dell’ala di Vettel al secondo giro. Ma l’olandese non riesce ad avvicinarsi. Hamilton continua a volare, e, nonostante un gruppo di doppiati, decide di continuare. Una volta liberatosi di loro, torna ad andare forte e riesce ad accumulare il vantaggio su Bottas sufficiente per fare il pit-stop e rimanergli davanti.

Ma non ce n’era bisogno, perchè al giro 30 Ocon si ferma poco prima della variante alta in prossimità di un varco nel guard-rail. La direzione gara, per estrema precauzione, decide di attivare la Virtual Safety car per pochi secondi, che sono quelli necessari a rimuovere l’auto del francese, ma anche a permettere ad Hamilton di fare il suo pit-stop risparmiando una decina di secondi.

Lewis si ritrova così al comando con un bel vantaggio su Bottas, il quale ha il suo daffare a tenere dietro Max, tanto che al giro 43 arriva lungo alla Rivazza, e non può evitare di essere superato al successivo passaggio alla variante del Tamburello. Ma al 51° giro, poco prima della variante Villeneuve, l’olandese colpisce un detrito e buca la ruota posteriore destra, finendo nella ghiaia e terminando così la sua gara.

Esce la Safety Car, e Russel ne approfitta per rovinare un possibile arrivo a punti, il primo per lui, mettendo a muro la  sua Williams nel tentativo di scaldare le gomme dietro la SC. La gara riparte dopo ben 7 giri, necessari a far passare i doppiati (regola che si rivela ogni volta più stupida). 

Se la lotta per le prime due posizioni è ovviamente inesistente, quella per il gradino più basso del podio è entusiasmante. Alla ripartenza Albon, che navigava in quinta posizione, si fa fregare prima da Kvyat e poi da Perez, per poi girarsi come un pivello all’uscita della Villeneuve, ponendo fine alla sua gara e, probabilmente, alla sua carriera in Formula 1.

Kvyat supera subito anche Leclerc e si mette a caccia di Ricciardo e del sogno di un podio colto a 15 km dalla sede della ex-Minardi. Il monegasco della Ferrari deve difendersi anche dagli attacchi di Perez, il quale ha visto la sua terza posizione, guadagnata con una prima parte di gara ottima, vanificata da un pit-stop incomprensibile sotto SC.

Il circuito non dà però grandi possibilità di sorpasso, quando tutti hanno le gomme in temperatura, e dopo la lotta delle prime curve non succederà più nulla.

La gara finisce così con una doppietta Mercedes, che consente al team tedesco di guadagnare matematicamente il settimo titolo consecutivo cancellando il precedente record che deteneva assieme alla Ferrari, e proprio sul circuito che porta il nome del Drake e di suo figlio.

Al terzo posto un ancora ottimo Ricciardo su una Renault che si conferma la terza forza, per la gioia di Alonso, presente sul circuito in questo week-end. Lo segue un bravissimo Kvyat, la cui prestazione probabilmente non sarà sufficiente a mantenere un posto in Formula 1.

Al quinto posto Leclerc, che ha tratto il massimo dalla solita, difficile, SF1000, seguito da Perez che, come già detto, si è visto sfuggire il podio a causa di un errore macroscopico della sua squadra. Al settimo e ottavo posto le due McLaren di Sainz e Norris, bloccate nel traffico per tutta la gara, seguite dalle due Sauber di Raikkonen e Giovinazzi, che festeggiano il rinnovo del contratto con un’ottima gara.

Fuori dai punti Latifi, mai così vicino a cogliere un bel risultato, e Vettel, la cui buona gara è stata completamente rovinata da un pit-stop interminabile senza il quale sarebbe arrivato probabilmente settimo. Lo seguono Stroll, inguardabile e anche pericoloso, avendo investito un suo meccanico al pit-stop, Grosjean e Albon.

La prossima gara sarà ad Istanbul, in un altro bel circuito che fa il suo rientro nel giro del mondiale. Ci aspetta il quarto week-end di fila con un top record eguagliato o battuto. Perchè è molto probabile che Lewis colga il suo settimo mondiale proprio in Turchia, sulla pista sulla quale nel 2006 in GP2 si produsse in una prodigiosa rimonta, che face dire, a chi scrive, “è arrivato il nuovo Senna”.

P.S. a proposito del campione brasiliano, ho trovato stucchevole il continuo riferimento al fatto che Imola è il circuito su cui ha perso la vita. Hanno ceduto alla tentazione non solo Sky (e di questo non c’è da stupirsi, visto lo scarso livello giornalistico che offrono), ma anche la stessa F1 e un pilota che è sceso in pista con identici colori del casco. Oggi non c’era nessun anniversario da celebrare, e quel tragico week-end del 1° maggio 1994 è qualcosa da tenere ben a mente ma non è certamente un elemento che possa essere utilizzato per celebrare la storia del circuito di Imola, anche se gli stessi gestori, va detto, ne hanno fatto e ne fanno tutt’ora uso.

 

F1 2020 – GRAN PREMIO DELL’EMILIA ROMAGNA

E dài pur con i gran premi “esotici”…quelli veri però!

E’ arrivato il turno di un improbabile (in tempi “normali”) e dal sapore bucolico GP dell’Emilia Romagna che, se non ci fossero le ormai note restrizioni alla presenza del pubblico pagante, ci si immagina già i prati della Tosa e della Rivazza stipate di gente in attesa della gara tra una birra e qualsiasi cosa di commestibile sia stato ricavato da un maiale.

Messo da parte l’aspetto antropologico, il tracciato Enzo e Dino Ferrari accoglierà una F1 molto diversa rispetto all’ultima che ha calcato il suo asfalto. Dal 2006 ad oggi sono cambiati protagonisti ( escluso Raikkonen) e soprattutto le monoposto, con la curiosità di capire fin dove riusciranno a spingersi le prestazioni su una pista atipica per la F1 moderna, una delle poche ormai che si affronta in senso antiorario, con sede stradale molto stretta in alcuni punti e vie di fuga un pò più old style del solito.

immagine da it.f1-facts.com

Molti piloti hanno già salutato con estremo favore e grosse aspettative il ritorno su una pista che ha fatto la storia, nel bene e nel male. Tra i saliscendi del circuito romagnolo ci si aspetta maggiore grip rispetto a Portimao, a cui fa da contrasto L’unica sessione di prove libere prevista e le basse temperature che sono previste.

Pirelli ha fatto una scelta intermedia di gomme, portando le C2, C3, C4. Il format del Gp su due sole giornate, la pista nuova e l’attenzione particolare alle strategie di gara per una pista in cui i sorpassi saranno merce rara, mette in grossa difficoltà i team e i piloti che avranno poco tempo per mettere insieme un set-up decente. Di sicuro un pò tutti avranno abusato dei simulatori per cercare di farsi trovare più pronti possibile.

Ad Imola si arriva con la “solita” Mercedes e il “solito” Hamilton e il “solito” Bottas. Nell’ordine granitica, imbattibile nonostante crampi e quant’altro, dalla consistenza di un souffle venuto male quando c’è stato bisogno di lottare.

Viene difficile pensare che a Imola non riescano a prenotare la prima fila e condurre una gara senza grossi patemi ma il poco tempo a disposizione per le prove potrebbe metterli in parziale difficoltà.

Molto più ringalluzzita del solito arriva invece la Ferrari, o almeno quello con il numero 16. Leclerc sta sempre più aumentando il gap nei confronti di Vettel, il quale sembra sempre più il classico impiegato che viene a lavorare solo per timbrare il cartellino.

immagine da f1grandprix.motorionline.it

Se è vero che in prova la SF1000 offre una discreta garanzia, in gara le mancanze della monoposte vengono acuite soprattutto nella gestione delle gomme e del passo gara dovuto, sembra, ai problemi atavici al retrotreno e alla variazione di altezza delle sospensioni posteriori al variare delle temperature durante l’arco temporale della gara.

Come detto Leclerc ci mette spesso e volentieri una pezza, Vettel no e quando prova a forzare commette errori e testacoda. A tal punto da far ipotizzare che le due SF1000 non siano proprio uguali, ipotesi subito smentita da pilota e squadra.

In casa Red Bull e Alpha Tauri invece continua a tenere banco il mercato piloti. Confermato Gasly in Alpha Tauri, rimangono sulla graticola Albon e Kvyat. Su entrambi pesano le ombre di Hulkenberg e Tsunoda. Considerando la disinvoltura con cui Helmut Marko affronta questo genere di situazioni, non sarei molto ottimista fossi nei due piloti in bilico.

Gara dal sapore di riscatto anche per Lando Norris, che sta subendo il prepotente ritorno il classifica di Sainz e che ultimamente passa più tempo a scusarsi per improvvidi team radio e polemici post su instagram piuttosto che cercare di raddrizzare un brutto momento di forma.

Anche Renault non è uscita bene da Portimao e rimane invischiata nella lotta a tre con Racing Point e McLaren per il terzo posto nella classifica costruttori. Nel bailamme di piloti che sono in entrata/uscita non dovrebbe rientrare Ocon che però comincia a sentire qualche brivido in merito, data la metà dei punti conquistata rispetto a Ricciardo. Abiteboul lo ha tranquillizzato ma implicitamente gli ha chiesto di darsi una decisa svegliata…

Con 77 punti di vantaggio in classifica, Hamilton manca un solo punto per avere il primo match point da giocarsi domenica per la conquista del titolo. Anche in caso di vittoria/giro veloce e ritiro di Bottas, il tutto sarebbe rimandato al prossimo GP in Turchia. Vincere il mondiale ad Imola piuttosto che in Turchia o in Bahrein avrebbe tutto un altro sapore ma pensiamo che non siano questi i suoi problemi nella vita…

immagine da automobilsport.com

Molto più facile invece che la Mercedes chiuda la pratica del mondiale costruttori. Basterà conquistare 6 punti in più della Red Bull per conquistare il settimo sigillo di fila dal 2014. Come un rigore a porta vuota.

In ottica 2021 sembra sia stato pre-approvato un calendario con 23 gare, con alcuni appuntamenti ancora in bilico come il GP del Vietnam o quello d’Olanda che sono subordinati alla pandemia Covid (il primo) e alla presenza o meno di pubblico (il secondo).

23 GP…considerando i chiari di luna a cui andiamo incontro sembra un numero di GP molto ottimistico da tenere in piedi…tante cose possono cambiare da oggi a Marzo e se solo un mese si poteva essere ragionevolmente ottimisti, oggi le nubi che si accumulano sulla stagione 2021 sono sempre più pesanti.

Melbourne ha già confermato di essere il primo GP della stagione ventura, speriamo possa essere proprio così.

*immagine in evidenza da promoracing.it

Rocco Alessandro

92 AND COUNTING: LEWIS HAMILTON ENTRA NELLA STORIA IN PORTOGALLO

Era abbastanza ovvio che il sorpasso sarebbe avvenuto subito. In neanche due settimane Hamilton ha prima eguagliato e poi superato Schumacher, issandosi, probabilmente per sempre, al primo posto in una delle due parti di albo d’oro che contano di più, quella del numero di vittorie (per l’altra basterà aspettare solamente un anno).

Come spesso gli succede, Lewis è riuscito a far sembrare complicata una giornata che avrebbe dovuto essere molto semplice, visto il mezzo che guida. In qualifica si inventa un improbabile secondo tentativo col quale strappa la pole al compagno di squadra, stranamente molto veloce su una pista completamente nuova. E, in gara, gioca di rimonta.

Si spengono i semafori e succede di tutto. Con le gomme fredde e un po’ di pioggia, i due Mercedes e Leclerc, partiti con la mescola media, faticano molto e capiscono in fretta che è meglio essere prudenti. E così Sainz si porta in testa mentre Verstappen si urta con un arrembante Perez. Raikkonen con un avvio spettacolare risale fino alla sesta posizione, e Leclerc sprofonda in ottava.

L’anomalia dura poco. La pioggia si è fermata subito, le gomme sono entrate in temperatura e al 6° giro Bottas, che aveva superato al primo giro il compagno Hamilton, si riporta in testa.  Passano solo due giri, e all’ottavo si ristabilisce l’ordine naturale delle cose, con Hamilton e Verstappen in seconda e terza posizione.

Chi ha montato la mescola più morbida inizia ad avere difficoltà già dopo 13 giri. Verstappen informa il suo box che l’anteriore sinistra é morta, ma riuscirà a farla durare ancora per un po’.

Al giro 19 Stroll sbaglia la misura nel sorpasso su Norris e lo urta maldestramente. Entrambi si devono fermare ai box e per loro le speranze di un piazzamento a punti svaniscono.

Alla tornata successiva, Hamilton, che, si saprà dopo, ha approfittato della prima parte di gara per risparmiare carburante, supera di forza Bottas. Il finlandese é in difficoltà, mentre chi va forte é Leclerc che recupera su Verstappen. Il quale si ferma al giro 24 per montare la mescola media.

Al giro 29 si rivede qualche goccia, il che porta chi può a rimandare il proprio pit-stop. Ma la pioggia vera non arriva, e così alla 35a tornata Leclerc si ferma per montare la mescola più dura. Hamilton effettua il suo pit-stop 5 giri dopo, seguito dal compagno a quello successivo. Per entrambi la stessa scelta del ferrarista, anche se Bottas aveva chiesto di differenziare la strategia rispetto a Lewis, montando la mescola più morbida. Come spesso gli è capitato, non viene accontentato, evidentemente in Mercedes vogliono andare sul sicuro.

Nella seconda parte di gara non succede praticamente nulla per le prime 4 posizioni, a parte Hamilton che denuncia di avere i crampi. E così la gara finisce con Lewis che coglie la sua 92a vittoria, seguito a 25 secondi da Bottas, con Verstappen terzo e Leclerc quarto ad oltre un minuto.

Un po’ più divertente la battaglia per le posizioni dal quinto in giù, dove sono tutti doppiati. Perez si era riportato in quinta posizione nonostante il testacoda iniziale e il conseguente pit-stop aggiuntivo. Ma deve fare i conti con Gasly e Sainz, i quali riescono a passarlo negli ultimi due giri, piazzandosi così rispettivamente in quinta e sesta posizione, e relegando il messicano al settimo posto.

Ottavo si è classificato Ocon, autore di una buona gara, davanti all’incolore compagno di squadra Ricciardo, e ad un ancor più anonimo Vettel a chiudere la zona punti, poco davanti a Raikkonen che l’avrebbe meritata molto più di lui, vista la partenza e la macchina che guida.

Al dodicesimo posto si piazza Albon, il quale può già iniziare a preparare le valigie e a cercarsi un lavoro in qualche altra categoria. Lo seguono Norris, penalizzato dall’incidente con Stroll ma comunque sempre dietro al compagno di squadra, e Russell autore di una buona gara considerando il mezzo che guida. Poi Giovinazzi, che verrà confermato dalla Sauber nonostante prestazioni come quella odierna, e i due della Haas che hanno già ricevuto il benservito. Chiudono la classifica degli arrivati al traguardo Latiti e Kvyat.

Ora si va ad Imola. C’è la teorica possibilità che Hamilton raggiunga Schumacher a 7 titoli proprio nell’autodromo intitolato ad Enzo e Dino Ferrari, dopo averlo appaiato a 91 vittorie proprio nella sua terra natia. Sarebbe un’ulteriore suggestione, ma la matematica dice che, in condizioni normali, le probabilità non sono moltissime. E, forse, è meglio così.

P.S.: Portimao si è rivelata una pista bellissima, come era stato ampiamente anticipato. Dove l’asfalto è liscio e la pista è larga e pulita, queste macchine riescono a darsi battaglia, pur se è vero che il DRS ha molto aiutato. C’è da chiedersi come faranno i vertici della F1 a ritornare a correre su certe piste, quando la situazione sarà tornata nella normalità.

P.S.2: arrivare a 65 secondi dal vincitore con un pilota, e decimi doppiati con l’altro pilota, significa essere tornati nella direzione giusta. Auguri.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

 

F1 2020 – GRAN PREMIO DEL PORTOGALLO

Se è vero (va beh, diciamo che dipende dai punti di vista) che lo spettacolo di questa F1 2020 latita parecchio in pista, fanno da contraltare i nuovi circuiti entrati in questo calendario piuttosto atipico.

Dopo lo splendido Mugello e il ritorno del nuovo Nurburgring ora tocca al circuito di Portimao testare la capacità di apprendimento di piloti e team.

Come il Mugello, il circuito portoghese si caratterizza per sezioni in pendenza, scollinamenti e curve cieche che dovrebbero renderlo particolarmente gustoso per i piloti e particolarmente complicato per tecnici e ingegneri al fine di trovare il setup giusto tra parti veloci e le quelle in cui servirà tanto carico aerodinamico e meccanico.

immagine da f1ingenerale.com

In molti lo hanno già definito “old school”, sperando che le vie di fuga parzialmente asfaltate e il carico aerodinamico mostruoso delle monoposto non ne mortifichino troppo la difficoltà di trovare il limite.

Si torna in pista dopo due settimane dal Gp dell’Eifel che ha sancito, se mai ce ne fosse stato bisogno, la definitiva fuga e ipoteca di Hamilton nella corsa al suo settimo titolo iridato. Ora i punti su Bottas sono 69 a sei gare dal termine. Il dado è ormai tratto e si tratta di capire solo con quante gare di anticipo l’inglese chiuderà definitivamente la pratica.

L’unico cruccio di Hamilton potranno essere solo eventuali (e, trattandosi di Mercedes, alquanto remoti) problemi di affidabilità della sua W11.

Cruccio, se così si può definire, è ancora la questione rinnovo del contratto per l’inglese. Ultime notizie danno il tutto in stand-by perchè “non c’è tempo per sederci e parlarne”. Giustificazione che sembra un pò buttata là, ma che non riesce a nascondere il fatto che tra il pilota e la dirigenza Mercedes ci deve essere qualche problema, non ultimo il fatto che anche Wolff è attualmente in scadenza e che Mercedes voglia ridurre gli investimenti nel settore F1, con potenziali ricadute sulla competitività della monoposto. Impossibile pensare che Hamilton lasci la Mercedes a fine 2020, ma apre la porta ad uno scenario in cui non rinnovi per più di un anno, con le conseguenze del caso in vista del 2022.

immagine da formula1news.co.uk

Anche in casa Red Bull ci sono manovre in atto e non solo quelle relative alla ricerca di un nuovo fornitore di PU a partire dal 2022. Si fanno sempre più insistenti le voci di un appiedamento di Albon a fine stagione. Il thailandese, ovviamente triturato da Verstappen, sta però deludendo anche come secondo pilota e il buon Marko ha già espresso la volontà di una “eventuale” sostituzione con Perez o Hulkenberg. Con l’ombra di uno Tsunoda già promesso all’Alpha Tauri.

Il mercato piloti è caldo anche per quanto riguarda la Haas. Sulla squadra statunitense si allunga l’ombra di Mazepin sr. che potrebbe portare capitali importanti e, ovviamente, il figlio Nikita su uno dei sedili disponibili. Entrambi gli attuali piloti faranno le valigie (i fornitori di carbonio per i telai sono già in depressione), con possibili new entry di giovani legati alla Ferrari Academy, tra cui ovviamente Mick Schumacher (in ballo anche per un sedile in Alfa Romeo), Shwartzman oltre ai già citati Sergio Perez e Hulkenberg.

immagine da ravenol-direct.uk

Altro pilota insospettabilmente sulla graticola è George Russel e il motivo è sempre quello: soldi. A differenza di Latifi (già sicuro per il 2021) e Perez (obbiettivo della nuova proprietà Williams), l’inglese non può contare su appoggi economici comparabili e potrebbe essere messo da parte. Per un 2021 al palo, il 2022 potrebbe essere favoloso. Il suo sponsor “umano” è pesante, Toto Wolff, fattore che potrebbe spingerlo più velocemente del previsto sul sedile di una delle Mercedes, considerando che sia Hamilton che Bottas non hanno un contratto per il 2022.

Che l’interesse dei team sia già puntato al 2021 lo dice il fatto che Mercedes ha interrotto da un pò gli aggiornamenti della W11 per concentrare risorse e uomini per la monoposto dell’anno prossimo.

Anche Ferrari si sta mettendo avanti coi lavori, avendo già passato il crash test addirittura per la monoposto del 2022. Per l’anno in corso, ufficialmente continuano gli aggiornamenti anche in vista della stagione 2021 mentre il responsabile dei telaisti Resta ha dichiarato che i token a disposizione per gli aggiornamenti saranno concentrati sulle modifiche al retrotreno della futura monoposto, area secondo Resta in cui è maggiore la possibilità di ridurre il gap prestazionale nei confronti di Mercedes e Red Bull.

Il tanto agognato nuovo simulatore invece dovrebbe essere pronto per i primi mesi del 2021, in tempo per sviluppare la monoposto a effetto suolo del 2022.

Molto bolle in pentola in vista del prossimo anno. Ammesso e non concesso che per l’inizio del campionato venturo l’emergenza Covid-19 possa essere solo un ricordo, sono tante le cose che possono ancora cambiare. Vedremo in questi mesi come si metterà all’opera il nuovo CEO Domenicali, il cui imperativo è risolvere la grana legata all’abbandono di Honda e alla richiesta di congelamento delle PU chiesta da Red Bull.

Al momento è più facile che qualche altro team lasci il circus piuttosto che se ne aggiungano altri. Il 2021 dovrebbe essere l’anno di una possibile rinascita, almeno nelle intenzioni, speriamo non diventi l’inizio della fine.

*immagine in evidenza da motorinews24.com

Rocco Alessandro

 

 

HAMILTON RAGGIUNGE SCHUMACHER IN GERMANIA

Doveva succedere. Ed è successo proprio in Germania. Nella patria di Michael Schumacher. Nel week-end in cui suo figlio Mick avrebbe dovuto debuttare ufficialmente in F1, anche se solo nelle prove libere.
Le carriere di Lewis e Michael si sono incrociate tante volte.
Hanno avuto il tempo di farlo in pista, cosa che non sarebbe successa se Schumacher non avesse deciso di ritornare alle corse dopo il primo ritiro del 2006.
Ed è toccato all’inglese sostituire il grande campione tedesco in Mercedes, costringendolo, di fatto, al ritiro. E cedendo la propria monoposto a colui che avrebbe poi cancellato i suoi record.

La 91a vittoria sembrava non dovere arrivare mai. La distrazione della sua squadra a Monza e a Sochi gli è costata due vittorie, rimandando così il tutto proprio in terra tedesca, per rendere l’evento ancora più suggestivo.

Bottas ha provato a rimandare il tutto all’anonimo Portogallo, prima prendendosi imperiosamente la pole position, e poi resistendo strenuamente all’attacco di Lewis in partenza. Ma inutilmente, perchè un suo errore al 13° giro, e il cedimento della sua power unit al 18* giro, lo hanno riportato al suo solito standard, quello di maggiordomo ben pagato.

Per il resto, la gara è vissuta unicamente di quanto accaduto dietro i soliti tre, e a debita distanza. Il primo degli altri in qualifica è stato Leclerc, con una Ferrari apparsa in ripresa. Apparsa e basta, però, perchè è bastato che si spegnessero i semafori per rivedere la solita, inefficace, SF1000, con Charles costretto a prendersi 2 secondi al giro per i primi 9 giri, e a farsi poi sverniciare da Ricciardo fermandosi ai box prima di subire il sorpasso dagli altri.

E al compagno di squadra è andata pure peggio, autore di un errore da principiante e costretto a remare nelle retrovie lottando con le Haas, le Sauber e le Williams.

In una gara caratterizzata da strategie anche molto diverse e fantasiose a causa delle temperature fredde e del poco tempo passato in pista dopo l’annullamento delle prove del venerdì per la nebbia, si sono visti diversi bei duelli, e anche ben 5 ritiri. A rendere il finale di gara più emozionante ci ha pensato la ormai immancabile safety car “americana”, uscita al giro 44 per consentire di rimuovere la McLaren di Lando Norris, parcheggiata in zona peraltro sicura. 6 tornate per ricompattare tutto il gruppo e poi una gara sprint di 10 giri, che non ha però regalato le emozioni attese, evidenziando la difficoltà di queste auto a viaggiare vicine.

Fra i primi 10, tutti tranne uno hanno motivi per essere soddisfatti se non proprio felici. Di Hamilton e delle sue 91 vittorie abbiamo già detto. Verstappen secondo, e mai in grado di lottare con Lewis, si è tolto la soddisfazione del giro più veloce proprio all’ultima tornata. Terzo Ricciardo, che ha riportato la Renault sul podio dopo 11 anni, resistendo ai tentativi di attacco del redivivo Perez, ottimo quarto dopo diverse gare in ombra. Sainz, quinto, ritorna a punti dopo tre zeri, l’ultimo dei quali a causa di un suo grave errore. Sesto Gasly, che meriterebbe senza dubbio il posto di Albon, oggi ritirato e autore della solita scialba prestazione. Settimo Leclerc, l’unico che non ha motivo di essere felice, fra i primi dieci, per i motivi già spiegati. Ottavo Hulkenberg, autore di una magnifica prestazione dopo essere stato chiamato in extremis a sostituire l’indisposto Stroll e avere percorso solo pochi giri in Q1. Nono Grosjean, che ha marcato i primi punti della stagione, e decimo Giovinazzi, autore di una ottima prestazione stando, per una volta, davanti al proprio compagno di squadra.

Fuori dai punti Vettel, il quale farebbe meglio a farsi da parte per non continuare a rimediare figure indegne di un quattro volte campione del mondo, e Raikkonen, che ha festeggiato il record di Gran Premi con una prestazione da ragazzino, speronando violentemente Russel e beccandosi la penalità che gli ha impedito di concludere a punti.

Ora il mondiale fa tappa a Portimao, pista bellissima che nessuno ha mai visto. Delle 6 gare che mancano, ben 4 si correranno su tracciati per i quali non esistono riferimenti, così come è avvenuto al Nurburgring e precedentemente al Mugello. Questo potrebbe aiutare a vedere gare meno noiose, almeno dal quarto posto in giù. Perchè in condizioni normali il podio è già assegnato. Salvo imprevisti.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1