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DEBUTTANTI ALLO SBARAGLIO

“Gli ultimi saranno i primi” recitava un noto passo evangelico ma questo di certo non vale in F1 dove spesso gli ultimi piloti dello schieramento sono stati veri è propri dilettanti allo sbaraglio!

In principio fu Al Pease, canadese cinquantenne, passato alle cronache nel GP del Canada ’69 per aver ostacolato non solo i piloti a pieni giri ma soprattutto gli altri doppiati, per questa condotta antisportiva e scriteriata fu costretto al ritiro dagli stessi commissari dopo ben 42 doppiaggi subìti!

Negli anni ’70 il tedesco Rikky Von Opel, rampollo della nobile famiglia omonima, proprio per non dare nell’occhio gareggiò alla Brabham con lo pseudonimo di Antonio Bronco, ma l’allora team principal Bernie Ecclestone, che aveva già uno sviluppato senso degli affari, sportivi e non, gli fece capire che non era il caso…

Sempre alla Brabham corse un GP nel 1979 Riccardo Zunino, pilota argentino, degno avo di Gaston Mazzacane in tutti i sensi…

Arriviamo cosi agli anni ’80 caratterizzati dai pugni subìti da Eliseo Salazar nel famoso GP di Germania ’82, dopo il famigerato doppiaggio-speronamento a Piquet costringendolo al ritiro e ad un round di boxe in guanti, casco e tuta ignifuga!

Un altro doppiaggio andato male fu il momento di “gloria” del francese Jean Louis Schlesser a Monza ’88, Senna in fuga solitaria speronato in fase di doppiaggio non la prese benissimo ma fu il ferrarista Berger amico fraterno di Ayrton a beneficiarne.

Nota musicale a margine: sempre negli anni ’80, lo svedese batterista degli ABBA Slim Borgudd corse addirittura con la Tyrrell ma senza lasciare traccia alcuna (per fortuna della musica).

Eccoci agli anni ’90: il giapponese della coloratissima Footwork Taki Inoue, doveva capire che la F1 non faceva per lui e per la sua buona salute, quando a Monte-Carlo e Budapest da ritirato fu due volte investito dai mezzi di soccorso!

Spa 1992 segna un record storico per un pilota di F1: soli 18metri percorsi prima di un ritiro nelle prequalifiche per l’inglese Perry McCarthy sulla “blasonata” Andrea Moda di un noto italiano industriale delle calzature; McCarthy ritirato e il patron arrestato a Spa per falso in bilancio, ma quella delusione fu l’inizio di una seconda carriera molto più gloriosa per l’inglese: divenne infatti The Stig in Top Gear.

Gli anni 2000 hanno visto quattro “fenomeni” stagliarsi su tutti: il malese Alex Yoong a Monza 2001 con la Minardi che introdusse e realizzo’ il concetto di chicane mobile,

il giapponese Sakon Yamamoto che, grazie alla paghetta della mamma ricchissima, corse sulla Super Aguri nel 2007 rimendiando distacchi abissali anche dal compagno di squadra!

Sempre la Super Aguri un anno prima ci regalò il mitico Yuji Ide: leggenda vuole che fosse miope e che non portasse nè occhiali nè lenti a contatto, risultato: superlicenza F1 strappata nel paddock davanti al sindacato piloti riunito per l’occasione…infine forse il top di questo ranking flop: l’israeliano ultraquarantenne Chanoch Nissany terzo pilota Minardi 2005, 13” di distacco dal penultimo nelle prove libere ungheresi, unico caso nella storia delle corse a suo dire di inguidabilità causa “troppo grip” come tristemente riferì via radio agli ingegneri rientrando ai box e chiudendo mestamente la sua brevissima esperienza in F1.

Gli anni 2010, in controtendenza, hanno visto meno bidoni nel vero senso della parola, ma tanti troppi piloti paganti, veri e propri figuranti: Palmer ed Ericsson sono gli ultimi in ordine di tempo ma purtroppo la palma del più famoso in questo senso va senza dubbio a Bruno Lalli, colpevole di un nepotismo imperdonabile per la storia della F1.

Filippo Vettel