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MOTOMONDIALE 2024 – ATTACCO AL RE!

Ci siamo. Questo fine settimana torna il Motomondiale con l’edizione numero 76 ed avrà inizio dal circuito di Losail in Qatar in cui il Campione del Mondo in carica Bagnaia difenderà il Titolo Mondiale tentando l’assalto al terzo consecutivo, cercando di emulare Marquez, Rossi, Doohan, Kenny Roberts, Giacomo Agostini, Mike Hailwood, Surtees e Duke.

22 i Piloti partecipanti, 11 Team dei quali 5 Team ufficiali (Ducati, Aprilia, KTM, Yamaha ed Honda) e 6 Team clienti (Pramac, VR46, Gresini, Trackhouse, GasGas ed LCR).

Schieramento MotoGP 2024. Fonte MotoGP.com

Dei Team clienti Ducati soltanto in Pramac, con Jorge Martin e Franco Morbidelli, avranno un “trattamento full factory” quindi con la GP24, tutti gli altri avranno la GP23.

Grande attesa sicuramente per tre Piloti che per un motivo o per un altro destano attenzione:

Marc Marquez. É il più atteso sicuramente, in sella alla GP23 del Team Gresini, pur avendo un trattamento da privato tenterà di ritornare alla vittoria che gli manca da troppo tempo. Vincere il Mondiale sarà un miracolo tenuto conto che la sua moto non riceverà aggiornamenti durante la stagione e sarà un passo indietro rispetto alle tre Ducati Factory di Bagnaia, Bastianini e Martin. Gli daranno una GP24 dopo la firma con la squadra Ufficiale???

Marc Marquez sulla GP23 del Team Gresini. Fonte MotoGP.com

 

L’adattamento alla Ducati è stato più veloce del previsto, i test ci hanno mostrato un Marc in costante miglioramento ma serviranno i primi GP e soprattutto il ritorno in Europa per capire quanto possa funzionare.

Pedro Acosta. Il rookie che tutti aspettavamo da almeno una decina d’anni. In altri tempi avrebbe anche vinto all’esordio ma con queste MotoGP è tutto più complicato. Serve tempo ma la vittoria arriverà già quest’anno. KTM gli fornirà una moto “Full Factory” e lo porterà nel Team ufficiale dal 2025 al posto di Jack Miller. I test hanno dimostrato che il ragazzo ne ha, d’altronde ha già vinto 2 dei 3 Mondiali disputati fin’ora.

Pedro Acosta sulla KTM Factory. Soltanto la livrea è “clienti”. Ricorda la NSR500 di Valentino nel lontano 2000. Foto MotoGP.com

Enea Bastianini. Il Pilota che senz’altro avrà da dire sul Mondiale 2024. Personalmente non lo metto tra i favoriti bensì come “Vincitore del Mondiale 2024”. Si, avete letto bene. Enea Bastianini può vincere questo Mondiale. Lo scorso anno fu messo fuori gioco al primo round del Mondiale da Luca Marini, quest’anno la musica sarà diversa.

Enea Bastianini in sella alla GP24. Sensazioni positive per lui dopo i test. Foto MotoGP.com

Il resto della griglia è noto. Ci sono stati alcuni cambiamenti davvero interessanti come Alex Rins al fianco di Quartararo nel Team Yamaha Factory. Il Pilota spagnolo ha lasciato la Honda privata di LCR per il Team di Iwata e concorre nel diventare, come già tentano di fare Jack Miller (KTM Factory) e Maverick Vinales (Aprilia Factory), il primo Pilota dell’era MotoGP nel vincere con tre marche differenti. L’ultimo a riuscirci fu Loris Capirossi in 500 con Yamaha (Eastern Creek 94) ed Honda (Mugello 2000), ed in MotoGP con Ducati (Catalunya 2003).

Interessante anche il “salto” (nel vuoto?) di Luca Marini che lascia la Ducati per andare a fare il Pilota ufficiale in Honda HRC. Vero é che su quella moto ci hanno vonto praticamente tutti tranne lui, ed é probabile che questo “metro di paragone” lo abbia spinto ad accettare la sfida HRC.

Il Team Repsol 2024, in un inedita combinazione di colori con il logo HONDA che rimpiazza il classico Repsol. Addio in vista. Fonte MotoGP.com

 

Chi è atteso al varco è lo stesso Joan Mir. Il Campione del Mondo 2020 guida personalmente lo sviluppo e dopo aver preso una sonora paga da Alex Rins (che guidava la Honda del team privato) si ritrova al timone di HRC e la cosa paradossale é che ha il contratto in scadenza. Sarà una leadership a tempo determinato!

Tra le fila Honda viene arruolato, con contratto di due anni, un altro ex ducatista. Johan Zarco. Il francese ha lasciato il Team Pramac per una moto factory nel Team di Lucio Cecchinello e sarà compagno del “senatore a vita” Nakagami.

Grande attesa per Aprilia. 

Aleix Espargaro é il Pilota più anziano della griglia, nonché l’unico ad aver siglato la pole position con 3 marche differenti. Fonte MotoGP.com

La lineup dei Piloti rimane invariata, in vista della rivoluzione del 2025 se non arriveranno i risultati sperati. La delusione del 2023 é tangibile, soprattutto dal lato di Vinales.  Se Aleix Espargaro é il Pilota più anziano della griglia e può avere delle “giustifiche”, quest’anno Vinales dovrà dare qualcosa in più. Anche Raul Fernandez é chiamato ad un cambio di passo dopo un 2023 disastroso. Possono contare anche su Miguel Oliveira che avrà la RS-GP24 full factory a differenza di Raul che avrà la 23 con motore della 2024.

Anche il team VR46 ha cambiato molto,  tra Piloti e sponsor. Avrà Fabio Diggiannantonio al fianco di Marco Bezzecchi (in uscita a mio avviso, verso Yamaha) per il 2024 e lo sponsor “Pertamina” con una livrea tutta gialla e bianca. Sicuramente molto appariscente.

Da chi non aspettarsi nulla? Semplice, da Yamaha.

Fabio Quartararo in azione sulla M1. Nuovo motore, velocità di punta aumentata ma stessi problemi del 2023. Fonte immagine CormacGP

Guardandola sembra di vedere una moto “old school”, quasi ad avere un rigetto di quelle che sono le “novità” di questi anni. Probabilmente stanno anticipando tutti in vista del 2027 altrimenti non si spiega. Sarà un anno durissimo a mio avviso, tra l’altro sono l’unica marca senza un team clienti.  Quartararo ha già fatto capire di avere altre offerte, personalmente lo vedo già in fabbrica a Noale…

Chi dovrà dimostrare un cambio di passo é KTM. Voci di corridoio docono che vogliono un terzo Team, per piazzarci Marc Marquez dal 2025. Intanto dovra dimostrare di poter vincere e stare stabilmente sul podio.  Brad Binder è stato troppo incostante, Jack Miller anche peggio. Probabilmente Pedro Acosta metterà un bel po di pepe al culo ad entrambi.

LO SCHIERAMENTO 2024

 

🔴 Ducati Lenovo – 1 Bagnaia, 23 Bastianini (GP24)

🟣 Ducati Pramac – 89 Martin, 21 Morbidelli (GP24)

🟡 Ducati VR46 – 72 Bezzecchi, 49 Diggiannantonio (GP23)

🔵 Ducati Gresini- 93 M. Marquez, 73 A. Marquez (GP23)

 

🟠 KTM Factory – 33 Binder, 43 Miller (RC-16 2024)

🔴 KTM GasGas – 31 Acosta, 37 A. Fernandez (RC16-2024)

 

⚫ Aprilia Factory- 41 Espargaro, 12 Vinales (RS-GP 2024)

🔵 Aprilia Trackhouse – 88 Oliveira, 25 R. Fernandez (RS-GP 2024 / RS-GP 2023)

 

🟠 Honda HRC – 36 Mir, 10 Marini (RC213V 2024)

⚪ Honda LCR – 5 Zarco, 30 Nakagami (RC213V 2024)

 

🔵 Yamaha Factory- 20 Quartararo, 42 Rins (M1 2024)

 

Ieri Ducati ha ufficializzato il rinnovo del contratto fino al 2026 per il Campione del Mondo in carica Francesco Bagnaia, blindando e dando fiducia al suo Campione. Soltanto Brad Binder è l’unico ad avere il contratto fino al 2026. Nel 2025 avranno la sella garantita soltanto Zarco in LCR e Marini in HRC.

Non ci resta che attendere venerdi per le prime prove libere del 2024.

Buon Motomondiale a tutti. 

 

 

Francky

PECCO BAGNAIA ATTO II-LA VERITA’ DEI NUMERI

Francesco (Pecco) Bagnaia è riuscito nell’impresa di ripetersi due volte di fila nell’era Motogp.

Il chivassese è stato fantastico nella sua “imperfezione”. Si, perché anche quest’anno si è dovuto soffrire e forse il ragazzo ce lo poteva evitare. Qualche caduta gratuita di troppo, un grosso spavento a Barcellona e la variabile delle sprint race hanno tenuto in vita il campionato ed uno splendido rivale come Jorge Martin sino all’ultima gara.

In fondo è questo ciò che la Dorna voleva realizzare. Il dominio di re Marquez aveva “provato” gli spettatori e l’organizzatore ha trovato un modo per tenere alta la tensione sino all’ultimo aumentando i punti in palio tutte le settimane di gara.

Ma, nonostante il cambio di format, il nostro campione ha bissato l’impresa tenendo attaccato al suo cupolino il numero 1 del campione del mondo.

Un campione con i fiocchi se diamo uno sguardo alla storia.

Ripetersi non è mai facile, farlo sulla stessa moto (italiana) è impresa che porta indietro di 50 anni ai tempi di Agostini e della MV.  Ripetersi in era MotoGp è stata impresa solo di Valentino Rossi e Marc Marquez, ed il nostro è riuscito laddove non sono riusciti fuoriclasse come Casey Stoner e Jorge Lorenzo.

Rimarcare questi aspetti è doveroso, soprattutto alla luce di qualche critica ricevuta da parte dei suoi stessi connazionali.

Chi scrive trova quanto meno bizzarro che, per una volta in cui i colori nazionali completano un binomio vincente, ci sia da ridire.

A leggere i social ci si perde la pazienza, perché la memoria è corta, cortissima. L’ottimo Jorge Martin ha avuto un finale di stagione arrembante e nelle parole dei tifosi è diventato il più veloce in assoluto mentre Pecco sarebbe improvvisamente diventato lento e immeritevole del titolo.

Se però si vanno ad analizzare i numeri (quelli che non mentono mai) si scoprono aspetti molto interessanti.

Dato per scontato che con l’introduzione della sprint race la Dorna pare abbia creato dal nulla la “velocità assoluta” e che se un pilota vince le gare normali (quelle dove si fanno più punti ndr) non è più il migliore, quando si va nel profondo si scoprono interessanti verità.

Il crocevia della stagione è indubbiamente stato l’episodio di Barcellona dove per qualche attimo abbiamo temuto il peggio per il nostro campione. Cadere in curva due con tutto il plotone che ti passa intorno (e sopra) avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori e solo la fortuna ci consente oggi di parlarne con serenità.

Ebbene, leggendo le classifiche sino a quell’incidente, si finisce per scoprire che il fatto che Pecco non sia un pilota da sprint race è errato. Preso come benchmark il suo rivale del campionato la classifica delle sole SR a quel punto era la seguente:20 punti di vantaggio per l’italiano e 4 vittorie di tappa a 2.

Senza le SR il vantaggio sarebbe comunque stato cospicuo con 5 vittorie di tappa contro la singola di Jorge Martin

Il conteggio totale dell’anno diviso tra le due tipologie di gare è il seguente

 

Ciò che balza all’occhio è che nonostante l’incidente di Barcellona dopo lo stesso Bagnaia abbia comunque raccolto più punti e podi totali di Martin nelle gare lunghe dove quelli assegnabili sono maggiori.

Quanto sopra non toglie i dubbi a coloro che hanno espresso critiche nei confronti del piemontese. Ad un certo punto della stagione i detrattori hanno cominciato a dire che Martin fosse il più veloce in assoluto ed in quanto tale meritevole del titolo più di Bagnaia. Quindi sono andato a scovare tutti i tempi di qualifica in stagione ed è emerso quanto segue.

 

Anche in questa analisi è evidente che l’incidente di Barcellona abbia avuto un peso importante. Ma dalla Malesia in avanti l’italiano ha ripreso a partire regolarmente davanti allo spagnolo come è quasi sempre accaduto prima del round catalano.

Non pago, ho voluto approfondire gli 1vs1 e ne è uscito quanto segue tolti gli zeri di entrambi che leggerete subito dopo.

Dal dato di cui sopra appare evidente che dopo Barcellona Pecco abbia badato al sodo piuttosto che alla velocità pura.

Per scendere ancor di più nel dettaglio vediamo anche cosa è accaduto nelle occasioni in cui i nostri sono caduti.

E da questo dato si ricava che su 8 zeri per cadute di entrambi una sola volta è successo che Martin fosse davanti in gara, a dimostrazione che Pecco non “pecca” in termini di velocità.

Piuttosto bisognerebbe tirargli le orecchie per le occasioni lasciate per strada di chiudere la partita anzitempo.

Sono stato tentato di andare ad approfondire anche i risultati dei singoli GPV in gara ed in Sprint Race, ma lo risparmio ai  quattro gatti che mi leggeranno. Vale sempre la regola che il Campione è colui che ha fatto più punti di tutti in stagione.  Per il secondo anno consecutivo è stato proprio il nostro Francesco da Chivasso.

In buona sostanza queste analisi servono solo a smontare le impressioni di pancia di chi guarda le gare in tv senza obiettività. E non tolgono un grammo alle capacità ed alla classe di un degno rivale quale è stato (e sarà l’anno prossimo) Jorge Martin: Lo spagnolo ha portato a termine una stagione lodevole e la sconfitta all’ultima gara gli sarà utile nel cercare di amministrarsi la prossima volta. E’ stato semplicemente sublime in tante occasioni soprattutto quando il campione in carica ha avuto la flessione a metà stagione.

Il prossimo anno avrà le stesse armi dell’italiano e lo stesso sostegno ricevuto da Ducati che spesso è criticata anch’essa in maniera ingiustificata.

A Borgo Panigale hanno deciso di fornire lo stesso supporto a 4 moto e di realizzarne altre 4 sufficientemente competitive da vincere con le stesse altre 3 gare lunghe ed altre 3 sprint race con in sella Bezzecchi ed Alex Marquez. Supporto che non mancò nemmeno nel 2022 quando le gare vinte da Bastianini sulla moto affidata al team Gresini furono addirittura 4.

Ed a proposito del fatto che Bagnaia vinca perché pilota la miglior moto del lotto ci sarebbe da scriverci un libro. Perché nel caso di Bagnaia sarebbe un torto?

Giacomo Agostini ha fatto un filotto di mondiali guidando una MV che era già vincente da tempo con altri piloti. Lo stesso Rossi ha vinto il suo primo mondiale su una NSR reduce da 6 titoli vinti con Doohan e Criville. Valentino ha avuto la miglior moto in pista (e per distacco) nel 2002/2003 nonché per i suoi due ultimi mondiali e che poi è stata iridata con in groppa Jorge Lorenzo. Marquez aveva un vantaggio tecnico nei primi mondiali vinti.

Se Pecco ha avuto modo di guadagnarsi e meritarsi una signora moto ciò non può e non deve essere motivo per sminuire i suoi meriti.

La verità sta, secondo me, da un’altra parte. La verità è che il torinese non è un “personaggio” ma soprattutto non fa nulla per cercare di esserlo. In quest’epoca è ormai diventato molto più importante che il risultato in pista, è evidente. Pecco non cerca le telecamere a tutti i costi, non fa dichiarazioni per attirarsi simpatie, non si sforza di voler apparire diverso da ciò che in realtà è, ovvero un bravo ragazzo che si vuole divertire e vuole vincere.

Degli altri gli interessa il giusto e guarda se stesso. La dimostrazione è che non si è mai messo in pista alla ricerca di una scia o alla ricerca di disturbare un avversario. Ha invece concesso la sua a Rossi nel 2021, a Marquez nel 2022 e per una parte di quest’anno senza per questo esprimere lamentele esagerate. Lo stesso Martin a Valencia ha “giocato” con lui eppure non se ne è lamentato. Anzi, nel momento clou delle ultime Q ha preso tutti in contropiede ed è uscito da solo, sicuro dei suoi mezzi e libero dall’essere disturbato/aiutato dagli altri come spesso ha fatto in questi anni. Tanto di cappello.

L’anno è finito ed il prossimo tutti ripartiranno da zero punti. Non sappiamo oggi se vincerà o meno, ma resta un campione ingiustamente meno celebrato di quanto merita.

Gli scenari 2024 sono ancora diversi grazie all’ingaggio di Marquez sulla Ducati di Gresini.

Pecco si troverà nella condizione di avere (ancora una volta) tutto da perdere. Se sarà campione per la terza volta consecutiva (e qui il campo di chi ce l’ha fatta si restringe ancora) sarà perché avrà avuto una moto migliore rispetto a re Marquez. Se non riuscirà a ripetersi sarà pure peggio perché troveremo chi ridimensionerà i successi di questi due anni.

Sono cose scritte oggi a dicembre 2023. Vogliamo scommettere che si sentiranno a fine 2024? No, non ne vale la pena.

“Chi vince festeggia chi perde spiega” è una massima che trovo azzeccata. Oggi ho voluto “spiegare” io la sua vittoria… che lui si possa godere la festa ed il tempo da qui all’inizio del mondiale 2024.

 

Buone feste a tutti e ci si rivede l’anno prossimo.

Salvatore Valerioti

 

PS. Pecco, se mi leggi lascia la colazione pagata da “Piccoli”, grazie.

 

Immagine in evidenza tratta da fanpage

MART1NATOR DOMINATORE DEL THAI. – MOTOGP GRAN PREMIO DI THAILANDIA

Jorge Martin domina in Thailandia, vincendo la Sprint e la Gara. Si riporta a -13 da Bagnaia, mondiale sempre più in bilico.

Le urla dei GP scorsi nel Box Ducati Lenovo Team, dopo l’errore di Martin in Indonesia che ha spalancato le porte della vittoria a Bagnaia e quelle dell’Australia dove la soft del Maiorchino non ha retto dopo una gara dominata, sono la perfetta rappresentazione di ciò che sta accadendo. Il Mondiale sta lentamente cambiando padrone, lo sanno nel Team, lo sa Bagnaia, lo sa Martin e soprattutto quella vecchia volpe di Borsoi.

Jorge Martin è un pericolo costante, frena meglio ed anche osservando i dati nel box di Bagnaia sono in netta difficoltà ad arginare lo strapotere del Maiorchino. Non l’hanno mai fatto se non per un chiaro e palese errore diretto di Martin.

Nel weekend appena concluso Jorge Martin ha letteralmente dominato, facendo segnare la pole position con un tempo stratosferico mentre Bagnaia chiude soltanto in seconda fila. Una brutta partenza in gara Sprint gli costa molti punti anche perché non riesce a riportarsi sugli inseguitori, il passo lo aveva ma la lotta tra Zarco ed Alex Marquez gli ha fatto perdere moltissimo tempo.

La gara della domenica è stata tra le più belle che io ricordi negli ultimi anni, riportandoci indietro di qualche anno. Abbiamo rivisto finalmente uno scontro al vertice, come accadeva nei tempi d’oro. La partenza di Martin è stata fenomenale, ha amministrato questa maledetta Michelin, ed ha tenuto il gruppo compatto.

Tatticamente era la cosa migliore da fare, tecnicamente era molto difficile per uno come Martin. Il maiorchino ama andare in testa e fare ritmo, è velocissimo ma con questi pneumatici non puoi farlo perché o finiscono o ti stendi (quanto manchi Bridgestone!!!). Brad Binder sta zitto e buono per 18 giri per poi sferrare l’attacco dopo una lunga serie di tentativi andati a vuoto. Nasce una bagarre tra i due bellissima che si protrae fino all’ultima curva come ai bei tempi tra Marquez e Dovizioso.

Bagnaia nonostante la bella rimonta non è mai veramente della partita, si stava staccando quando mancavano 5 giri ma l’inizio della bagarre tra Binder e Martin gli ha permesso di rimanere attaccato senza mai però riuscire a potare un attacco decisivo. Riesce a prendersi il 2° posto grazie alla penalità data a Binder per aver pizzicato il “verde” nell’ultimo giro.

I due Piloti sono divisi da soli 13 punti quando mancano 3 GP alla fine. La Malesia dove entrambi sono fortissimi e dove potrebbe piovere, il Qatar con il circuito di Losail che è appannaggio Ducati e dove lo scorso anno Bagnaia scivolò mentre tentava il sorpasso proprio su Martin ed infine Valencia.

Tecnicamente anche Bezzecchi è in lizza per il Mondiale, probabilmente fino al prossimo GP quando verrà matematicamente escluso.

 

IL RESTO DEL MONDO!?

Mentre Brad Binder lotta per le vittoria, le altre KTM arrivano agli ultimi tre posti della classifica. Siamo sicuri di dargli la KTM di GasGas a quello che si preannuncia come un kraken!? Altro spunto interessante, Fabio Quartararo ha appena superato in classifica generale il pilota Factory KTM Jack Miller.

La Honda è tenuta a galla dal solito Marquez, che in gara sprint regala spettacolo con Aleix Espargaro rifilando 7 secondi in 13 giri a Joan Mir. In gara chiude in top10 regalando battaglie con Bagnaia ed Espargaro e perdendo nel finale la posizione da un ottimo Quartararo che salva la baracca Yamaha.

Aprilia in crisi nera anche qui, dopo la penalità di 3″ ad Aleix ed il ritro anzitempo per problema tecnico di Vinales. È sparita quella che ad inizio stagione sembrava una moto in grado di lottare davvero per il Mondiale.

MERCATO.

Manca ancora il nome del Pilota HRC. La casa motociclistica più vincente al Mondo non ha ancora un Pilota per il 2024,  il mondo si è ribaltato. Fabio Diggiannantonio è l’unico attualmente libero sul mercato. Honda potrebbe pensare a qualcuno di Aprilia anche se personalmente avrei promosso qualcuno dalla Moto2. Chi!? Fermin Aldeguer.

 

Francky

 

 

 

MOTOGP 2023 – ROUND 12 – INDIA: IL MONDIALE SI RIAPRE

Dopo ben 10 anni di assenza torna sulla ribalta mondiale il Buddh Circuit in India. Dopo la F1 è la Motogp a tentare la “carta indiana” su un circuito inattivo dal 2018 ed in un paese non proprio “facile”.

Infatti, dopo 10 anni, i problemi con i visti di ingresso sono rimasti tali e quali. La pista, addirittura, è stata omologata per il rotto della cuffia qualche giorno prima di accendere i motori.

Tracciato molto green e scivoloso, layout sconosciuto a tutti ed assenza di dati sono stati fattori che hanno complicato il weekend dei nostri centauri.

Dopo le prime sessioni i valori in campo si sono quasi riallineati completamente in favore di chi è nelle prime posizioni della classifica generale, in sella alle Ducati…

Ktm ed Aprilia sotto tono hanno permesso a Yamaha ed Honda di riaffacciarsi nella parte alta della classifica sin dalle qualifiche. Che questo stia ad indicare un progresso da parte dei giapponesi, piuttosto che un regresso degli “europei”, sarà tutto da dimostrare nelle prossime gare, sebbene proprio la prossima gara sarà a Motegi.

Andiamo per ordine.

QUALIFICHE


La pole va ad uno strepitoso Marco Bezzecchi arrivato carico come una molla in India. I compagni di Marca Martin e Bagnaia completano la prima fila come da “possibile” copione. A dimostrazione che le Ducati vanno sempre forte (anche quelle dei team satellite) Luca Marini si piazza in quarta posizione davanti ad un redivivo Joan Mir che precede nientepopodimeno che sua maestà Marc Marquez: in pratica un evento storico. Due Aprilia ufficiali e riappare in Q2 al nono posto anche l’ex campione del mondo Fabio Quartararo. Tutte le KTM fuori dai primi 12 posti.

 SPRINT RACE SABATO

La prima curva del circuito indiano è una sorta di imbuto ed il primo a farne le spese è il poleman Marco Bezzecchi che viene tamponato dal compagno Marini che gli partiva esattamente dietro. Il risultato è che Marco, pur non cadendo, si ritrova a rientrare in pista in coda al gruppo, mentre Luca si rompe una clavicola salutando il resto della truppa.

La gara non ha storia. In assenza del mattatore Bezzecchi, il comando è preso con prepotenza da Jorge Martin che va a vincere senza essere mai impensierito da Bagnaia che, suo malgrado, si trova invece a dover combattere con quell’osso duro di Marquez che termina al terzo posto difendendosi a sua volta da Binder risalito dalle retrovie dopo le pessime qualifiche. Il mattatore Bezzecchi rimonta sino al 5.posto finale superando all’ultimo giro Quartararo.

MAIN RACE DOMENICA

Che Marco Bezzecchi avesse un passo completamente diverso da chiunque altro sul Buddh Circuit lo si era capito sin dal sabato. Alla partenza decide di salutare tutti e si invola con un passo irraggiungibile per tutti arrivando ad accumulare oltre 5 secondi di vantaggio. Dietro di lui Pecco Bagnaia che dapprima viene sorpassato dal primo rivale in classifica Martin, ma poi riagguanta il secondo posto in tranquillità salvo perdere l’avantreno in una veloce piega a sinistra ad 8 giri dalla fine.

La gara finisce con Bezzecchi re indiano, Martin che a fatica agguanta il secondo posto dopo aver combattuto anche con la zip della sua tuta incalzato da Fabio Quartararo che sale sul terzo gradino del podio e sorride per il distacco dal vincitore che questa volta resta sotto i 10 secondi. Binder, Mir (per una volta rimasto sulle ruote) Zarco, Morbidelli, Vinales e Marc Marquez (scivolato durante la gara) completano i primi posti.

Tutta la truppa si sta trasferendo a Motegi per la gara successiva senza soluzione di continuità.

Il mondiale si è riaperto d’improvviso in poche settimane. La caduta di Bagnaia a Barcellona ha spostato l’inerzia a favore degli inseguitori che in tre appuntamenti hanno mangiato il 70% del vantaggio che Pecco si era procurato (e meritato) prima. Dalla parte del chivassese c’è che sia Martin che Bezzecchi corrono per loro stessi e si porteranno via punti a vicenda. Bagnaia non può contare che su se stesso (come accadde l’anno scorso) perché non ha nemmeno il compagno di team in grado di aiutarlo tenendo dietro i suoi rivali.

Sarà un 1 contro 1 contro 1 da qui a fine stagione tra lui, Martin e Bezzecchi.

In ogni caso Bagnaia avrà solo da perderci. Se dovesse vincere sarà per il fatto che lui è l’ufficiale e gli altri no. Se dovesse perdere vorrà dire che non merita (e manco meritato in passato) la moto ufficiale ed il team interno, contrariamente agli altri più bravi di lui. Questo il mood in giro per i socials, purtroppo.

Ducati non ha fatto preferenze quest’anno e manco lo scorso. La dimostrazione che ha sempre fornito materiale di primordine a tutti è nel fatto che nei due anni scorsi le vittorie di marca sono arrivate da tutti e quattro i team forniti, l’interno, Pramac, Gresini, VR46.

Però questo è il clima che si respira, quello di dover creare polemica sempre, di voler sempre vederci del marcio… e questo sarà il motivo per cui dalla prossima stagione questa rubrica verrà tagliata dal palinsesto del Blog.

Al dopo Motegi.

Saluti

 

Salvatore Valerioti

MOTOGP 2023-ROUND 11-MISANO ADRIATICO

Secondo appuntamento di questo intenso mese che vedrà ben quattro rounds. Da venerdì 1 settembre sino a domenica 1 ottobre il pubblico avrà fatto una scorpacciata di gare: Catalunya (già in archivio), Misano, Buddh Circuit, Motegi.

Quattro gare e quattro minigare…..con la sessione di test post Misano nel mezzo….

Tutto ciò per recuperare le 5 settimane di “ferie” a luglio.

Sarà preistorico chi scrive, ma io ci vedo una bella dose di stress per tutti quanti, piloti e non solo.

Concentrare in così poco tempo tutti questi impegni è dannoso anche per lo spettacolo oltre che pericoloso per l’incolumità dei piloti stessi.

Al netto del miracolo a cui abbiamo assistito domenica scorsa con Pecco, cosa sarebbe potuto accadere se il leader del mondiale avesse dovuto saltare tutto il mese per una frattura? Che impatto avremmo avuto sulla classifica generale? E se Bastianini (sfigato dell’anno) fosse stato in lizza per un posto di rilievo in classifica generale?

Lo “spettacolo” non può essere più importante della salute dei piloti e nemmeno dello sport stesso. E per sport intendo la possibilità di giocarsela senza dover saltare troppe gare in caso di infortunio perché “ammassate” tutte insieme senza un attimo di respiro.

Tali considerazioni le feci già alla notizia che la stagione 2023 avrebbe visto aumentate il numero di le gare e che avremmo anche avuto lo stesso numero di minigare… Se Pecco si fosse fatto male seriamente e avesse recuperato in extremis per le ultime gare dell’anno perdendo il campionato? La vittoria finale avrebbe avuto la stessa valenza sportiva per il vincitore? Secondo me no. E non ne faccio una questione di tifo in quanto con quello non ci mangio e manco ci pago le bollette. E’ oggettivo.

Detto questo l’incedere degli impegni ed il rischio di non potervi partecipare siamo sicuri che non influisca sulla volontà dei piloti di rischiare? E, ammesso che non influisca, è davvero necessario farli correre con il coltello tra i denti rischiando lo stesso di falsare il campionato?

Messe da parte le considerazioni generali passiamo alla gara ed al circuito.

Misano è il vero Gp di casa (molto di più del Mugello) per case e piloti nostrani. Sia le Case che i piloti orbitano intorno a quest’angolo di Italia e non da oggi. I nostri rider conoscono ogni filo d’erba ed ogni ciottolo di ghiaia del circuito quindi possono essere tutti annoverati nella lista dei favoriti soprattutto perché in sella ad una Ducati. Tutti tranne il povero Morbidelli che per le mani un manubrio giapponese (per quest’anno ma ne parleremo a parte più avanti). Tutti tranne Francesco Bagnaia che pur “fit” è dolorante anche se felice di essere presente in qualità di “miracolato” 2023.

Ovvio che anche i piloti Aprilia vorranno essere protagonisti spinti peraltro dall’entusiasmo della prima doppietta di domenica prossima. Per gli altri le possibilità sono più remote con Binder che risulta quello messo meglio rispetto agli altri. Dei piloti su moto giapponesi eviterei di parlare tanto ci sarebbe poco da dire.

 

 

SABATO-QUALIFICHE

Pole monstre con aggregato nuovo record del circuito per Jorge Martin e la sua Ducati Pramac. La prima fila è completata dalle altre due Ducati di Bezzecchi e Bagnaia entrambi Incerottati e doloranti. Spettacolare la wild card Dani Pedrosa che porta la KTM sperimentale a ridosso della prima fila e prima delle moto austriache, segno che lui è sempre forte ma anche che il prossimo step della K è alle porte.

Discrete le Aprilia che si qualificano subito dietro e benino anche Marquez che issa la RCV213 al nono posto (di questi tempi è oro).

Deludono invece Zarco, Marini, Miller che finiscono nelle retrovie insieme al solito Quartararo che non entra nemmeno nel Q2.

 

SABATO-MINIGARA

I pochi giri tirati del sabato pomeriggio confermano i valori delle qualifiche.

Al via Martin scatta meglio di tutti e si invola senza lasciare agli altri nemmeno l’idea di sorpassarlo foss’anche per pochi metri. Dietro di lui Pecco Bagnaia sopravanza per qualche giro Bezzecchi salvo poi ricedergli la posizione per evidenti difficoltà fisiche. Ciononostante riesce ad arrivare sul podio facendo il suo miglior giro proprio all’ultimo per contenere uno splendido Dani Pedrosa che si conferma anche in gara. L’unico a guadagnare posizioni di rilievo dopo la partenza è quel matto di Binder che intraversa la moto ad ogni staccata. Rispetta il suo compagno di squadra che gli arriva davanti non provando a sorpassarlo alla sua solita dura maniera: in fondo un singolo punto in più non avrebbe fatto tutta questa differenza…

Per tutti gli altri prestazioni in linea con quanto espresso in qualifica e pochissimi sorpassi. Nessuna caduta, nessun sussulto, sintomo che quanto scritto ad inizio articolo (viene scritto man mano che il weekend si sviluppa e subito prima o dopo ogni singolo evento dello stesso,ndr)è una realtà. Durante la gara breve del sabato in un mese pregno di appuntamenti i piloti fanno attenzione, altro che tirare a cannone, soprattutto nelle posizioni di rincalzo.

Degno di nota, si fa per dire, il campione del mondo 2020 Joan Mir che pur navigando tra l’ultima e la penultima posizione in classifica riesce a beccarsi una penalità per superament track limits e riesce anche a sbagliare il long lap penalty beccandosene un altro…..

 

DOMENICA-MAIN RACE

Inarrestabile Jorge Martin che completa il suo weekend perfetto partendo bene e facendo respirare il fumo dei suoi scarichi a tutti dall’inizio alla fine. La gara domenicale è stata una sorta di replica allungata della garetta del sabato. Bagnaia che sopravanza Bezzecchi inizialmente e che poi cede la posizione causa fatica fisica salvo resistere con i denti al leone Pedrosa che resta la prima delle KTM (ad un soffio dal podio).

Martin controlla i suoi rivali che gli stanno incollati, guidando tutti e tre ad ad un ritmo forsennato (quasi sempre sotto il minuto e 32!!!). Sino a 10 giri dalla fine… A quel punto Bagnaia cede un po’, “tappando” anche Bezzecchi che lo passa poco dopo ma che ormai si ritrova con un distacco vicino ai due secondi che non riuscirà più a recuperare allo spagnolo.

Dani Pedrosa quarto ha annusato l’odore del prosecco che avrebbe potuto sorseggiare sul podio ma può tornarsene a casa fiero ed orgoglioso del lavoro fatto.

Dopo lo spagnolo la prima delle Aprilia con Vinales seguito da Miguel Oliveira. Considerati i tempi bui Marquez settimo è una notizia non da poco. Marc porta a compimento l’ennesimo calvario domenicale mettendosi dietro due Aprilia e tre Ducati…. Non male..

Le Yamaha non sono mai state inquadrate e restano ingiudicabili.

Il campione del mondo 2020: pur sempre navigando tra l’ultima e la penultima posizione, riesce a non prendere penalità scivolando in curva 4 verso metà gara…(che moto indegna!!!).

Scena commovente all’arrivo con Pecco sfinito che fatica a scendere dalla moto ed a stare in piedi.

Bisognerebbe far vedere questi momenti a tutti coloro che questo sport lo guardano giusto per poi parlarne sui socials.

 

MERCATO PILOTI

Siamo in un momento dell’anno particolarmente decisivo ed i giorni dopo ii test romagnoli potrebbero essere decisivi e vedersi incastrare qualche tessera.

E’ tutto in stand by, in attesa di ciò che Honda porterà in pista da far provare a Marquez per il 2024. Se tale materiale lo dovesse convincere a restare il resto delle operazioni di mercato potrebbero andare velocemente in porto. Se, al contrario, Marc dovesse provare qualcosa che non lo aggrada gli scenari potrebbero cambiare in maniera repentina.

Fatto salvo che Bezzecchi resterà al 90% al suo posto in VR46 dove Marini ha già firmato, resta scoperta la seconda sella Pramac orfana di Zarco che andrà in Honda LCR. Con ogni probabilità ci salirà il nostro Morbido nella speranza di salvare una carriera che ad Iwata (oserei dire) sono riusciti a boicottare dopo la bella stagione in Yamaha Petronas.

Ktm è rimasta col cerino in mano… Sperava di avere il benestare per il terzo team e con sei moto essere serena. Invece così non è stato.. Avrebbero preso volentieri Marquez (lo sponsor comune ne sarebbe stato ben felice) ed invece adesso si ritrovano per le mani Acosta e devono far scendere qualcuno da una delle loro belve. Il principale indiziato a farlo è Miller (con in mano un contratto anche per il 2024) sia perché nel team interno sia perché sta avendo più difficoltà del preventivato. A lui sono state offerte più wild card possibili per il 2024 a meno che Pol Espargaro non liberi un posto. Comunque vada hanno una bella gatta da pelare tra le mani.

Ma torniamo a Marquez. Nel caso in cui il materiale Honda per il prossimo anno non lo dovesse soddisfare, il suo contratto prevede il pagamento di una penale per liberarsi anticipatamente a patto di non salire su una moto ufficiale per il 2024. Ed è qui che entra in scena il team Gresini il quale starebbe lavorando per il colpaccio del decennio.

La seconda sella del tema del compianto Fausto ha più pretendenti di quante ce ne sono alla corona di miss Mondo. Marquez, Diggiannantonio stesso, Mir, Miller se KTM lo dovesse appiedare etc etc..

Staremo a vedere nei prossimi giorni.

Ci vediamo tra due settimane sul tracciato Indiano Buddh International Circuit. Si, proprio quello in cui ci corse la F1 ad inizio dello scorso decennio e che non piacque a nessuno delle quattro ruote. Un opera sontuosa dell’onnipresente Tilke ben presto abbandonata dal mondo dorato della Formula Uno

 

Salvatore Valerioti