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F1 2020 – GP DI STIRIA

Si scrive GP di Stiria, si legge GP d’Austria pt.2. In tempi di Covid e di mancanza di location sufficientemente “sanificate” il circus della F1 rimane in terra austriaca per il secondo Gp stagionale sul Red Bull Ring.

Se tutto va come deve andare, ovvero con zero interventi della direzione gara pre e durante la gara, il gp di Stiria avrà presumibilmente un esito molto diverso da quello svolto il 5 Luglio.

Al di là del rocambolesco esito finale, il GP di Austria ha evidenziato principalmente questo:

  • Mercedes è ancora la macchina da battere e non di poco. Superiorità imbarazzante in qualifica e consistenti in gara al netto di errori di strategia e piccoli problemi di affidabilità che, onestamente, sembravano messi lì apposta per mascherare un palese dominio o per sedare gli ardori dei suoi piloti quando si fanno troppo vicini in pista.
immagine da motorbox.com
  • Red Bull bene ma non benissimo. Non sapremo mai cosa sarebbe successo con Verstappen in pista ma l’impressione è che Red Bull deve crescere ancora tanto per arrivare a contendere le vittorie alla Mercedes. Considerando anche che, con tutta probabilità, la Mercedes per buona parte della gara ha viaggiato di “conserva”.
  • Ferrari e tutti i suoi motorizzati malissimo. Distacchi abissali in qualifica, lenti con serbatoio pieno in gara e decenti sul passo gara solo a serbatoi scarichi. E Vettel/Leclerc come lo Yin/Yang.
  • Racing Point molto competitiva ma che ha già buttato all’aria la prima vera occasione da podio. Meglio mettere fieno in cascina ora perchè in futuro potrebbe essere molto più difficile.
  • Nel “gruppo B” McLaren e Norris sugli scudi. E anche Renault…se pensiamo alla PU montata sulla monoposto di Woking.

Si ripartirà con una maggiore consapevolezza dei valori in campo e con situazioni da rimettere in carreggiata per qualcuno come Hamilton e Ferrari.

Il primo non può permettersi di concedere il bis a Bottas, soprattutto nell’ottica di un mondiale con poche gare. L’ultima volta di una partenza al rallentatore fu il 2016 e non portò proprio benissimo…

Ferrari invece ha compreso di essere ancora più lenta di quanto non immaginasse, ergo cercherà di anticipare i corposi (sic) aggiornamenti aerodinamici inizialmente previsti per il Gp di Ungheria, già in questo weekend. La domanda è: saranno efficaci e soprattutto sufficienti a compensare una PU che definire involuta è fare un complimento?

L’impressione è che il trick utilizzato nel 2019 fosse così consistente da mascherare i grossi limiti della SF90H e la sua assenza sta mortificando ogni speranza di competitività per quest’anno e anche il venturo. Considerando anche che l’attuale SF1000 è stata concepita cercando di recuperare il carico aerodinamico che la SF90H non aveva. Il tutto però potendo contare sulla “cavalleria” della PU 2019, poi la FIA ha deciso che forse non era il caso…

immagine da quotidiano.net

Binotto ci mette la faccia e ha già messo le mani avanti già dai test invernali ma una debacle tecnica di questa portata era difficile da immaginare. Ciliegina sulla torta un vertice aziendario al momento assolutamente assente e silenzioso, anche sul fronte degli evidenti malumori di Vettel. Auguri e soprattutto speriamo che Binotto abbia ben riposto nel taschino il santino di Maylander…

Variabile in più rispetto al weekend passato il meteo che prevede pioggia almeno al sabato, con ulteriore possibile sconvolgimento della griglia di partenza.

Sarà un Gp divertente viste le premesse anche se Hamilton e la Mercedes difficilmente concederanno il bis di errori e Leclerc non potrà sempre metterci una pezza da secondo posto.

Pronostico? Con una gara dallo svolgimento normale è quasi certa una doppietta Mercedes. Unica variabile Verstappen e la gestione pit e gomme della Red Bull. Ma in un’annata come questa dove l’eccezione è la regola ci si può aspettare di tutto. Anche che Hamilton non vinca il mondiale (eventualità molto improbabile) e Vettel non finisca la stagione (molto più probabile della precedente).

E per non farsi mancare nulla, ecco che si profila all’orizzonte della stagione 2021 il grande ritorno di Fernando Alonso.L’ufficialità è arrivata mercoledì e un personaggio e un pilota di tale spessore non può che fare bene a tutta la F1.

immagine da sport.sky.it

Questo limita ancora di più le possibili mosse di Vettel in ottica 2021. Proprio il sedile in Renault lasciato libero da Ricciardo poteva essere una buona soluzione per il tedesco. Ora di alternative valide ne restano davvero poche, forse nessuna. Ritiro o anno sabbatico? In ogni caso sarà dura per lui.

Se poi proprio vogliamo volare con la fantasia, si potrebbe pensare che Alonso possa prendere il volante della Renault già in questa stagione, spingendo Ricciardo ad anticipare il suo approdo in McLaren e di conseguenza l’arrivo di Sainz in Ferrari. Con Vettel che non finisce la stagione…

Che si sia suoi tifosi o meno sarebbe un epilogo davvero poco augurabile nei confronti del tedesco, che per titoli vinti (in Red Bull) e professionalità e abnegazione (in Ferrari) non si merita di scendere così in basso. Paradossale, quasi grottesco che la mossa di Alonso possa innescare un domino che porti il tedesco, il suo avversario più feroce ai tempi Red Bull e suo successore da titolo in Ferrari, ad una vacanza anticipata.

Non succede…ma se succede…

*immagine in evidenza da automoto.it

Rocco Alessandro

F1 2019 CHINESE GP: AN INTRODUCTION

Alex Honnold e Sebastian Vettel.

Il primo è un arrampicatore e alpinista diventato famoso per aver scalato in “free solo” la Freerider, una delle vie più difficili del massiccio El Capitan, nello Yosemite Park. 900 metri di parete verticale a strapiombo. Per intenderci il free solo è quella disciplina sportiva che prevede l’arrampicata di pareti verticali senza imbracatura, corde e altra protezione individuale. Ogni errore è fatale. Tradotto in termini sportivi più facilmente riconoscibili è come vincere una medaglia d’oro alle olimpiadi in una gara in cui se sbagli, muori.

Il secondo non devo certo presentarlo, ogni appassionato di F1 sa chi è il tedesco di Heppenheim.

Cosa accomuna i due personaggi? All’apparenza praticamente nulla. Ma in realtà la condizione attuale di Vettel è quanto di più simile si possa accostare ad una arrampicata in free solo. Anche il tedesco deve scalare in solitaria e senza protezioni la sua personale montagna che porta al titolo mondiale in Ferrari. Una scalata difficile, estenuante e pericolosa per la sua carriera. Anche nel suo caso un errore, l’ennesimo, può essere fatale e relegarlo tra l’elenco di chi non ce l’ha fatta. Ovviamente si parla di cadute e ferite solo psicologiche ma sufficienti a spegnere la fiamma sportiva di un atleta che è sempre stato abituato ad ottenere tutto quello che si era prefissato.

Il free solo richiede una enorme tecnica e capacità di concentrazione massima. Se ci si pensa anche la F1 è così: tanti aspetti da considerare, tanti dati da tenere in mente, azioni da compiere in un lasso di tempo brevissimo e con la massima precisione, evitare l’errore ad ogni costo, puntare sempre all’obbiettivo finale, avere pazienza, costanza, ferocia e determinazione.

Honnold ha dato sfoggio di queste capacità durante la sua impresa su El Capitan. Vettel dovrà fare altrettanto per vincere il mondiale. La domanda è: ne sarà capace? O meglio, ne è ancora capace? In molti cominciano a dubitare sulla sua efficacia al volante della rossa. Troppi errori, dubbi che si accumulano, delusioni vivide come rocce taglienti, certezze che si sgretolano e quella leggerezza che lo ha accompagnato nelle prime uscite in rosso del 2015 che sembra solo un ricordo. E soprattutto il tempo che passa.

A tutto ciò si aggiunge un contendente che sembra sovrastarlo dal punto di vista psicologico e velocistico, senza sbagliare mai ed un altro che si è prepotentemente proposto sotto i riflettori con una prestazione da campione navigato, l’incoscienza dei 21 anni e la leggerezza propria di chi non ha ancora conosciuto i morsi della sconfitta sportiva, quella delle occasioni perse per sempre. Hamilton è il suo presente e Leclerc il suo futuro che si avvicina minaccioso.

immagine da f1ingenerale.com

Cosa farà ora Vettel? Cosa è in grado di fare? Avrà bisogno di tutto il suo talento, pazienza e concentrazione per scalare la sua personale parete verticale. E questa volta sarà in free solo per la sua carriera, senza possibilità di appello e in cui un altro errore sarà fatale per la sua carriera, presumibilmente la fine dei giochi.

I ferraristi aspettano il Gp cinese come un’ennesima prova del nove. Il loro pilota di punta sul quale riversano e hanno riversato tante speranze potrebbe schiantare le sue residue speranze di vittoria a causa della pressione. In caso di successo o sconfitta, sarà comunque un spettacolo affascinante e terribile da guardare, come quello di vedere un uomo senza corda arrampicare una parete verticale a strapiombo.

Dal punto di vista tecnico, il circuito di Shangai presenta lunghi rettilinei, curve veloci e violente staccate che necessitano di una monoposto molto stabile all’anteriore, messe particolarmente sotto stress.

L’asfalto non è di quelli più abrasivi ma i lunghi curvoni veloci contribuiscono fortemente al degrado della gomma. Inoltre le potenziali temperature basse potrebbero aggiungere il graining alle variabili da considerare.

La Pirelli ha portato gomme C2 hard , C3 medium e C4 soft. L’obiettivo è quello di consentire strategie differenti, ovviamente molto dipenderà dalle temperature che si avranno in gara.

immagine da f1analisitecnica.com

Questa volta i piloti dei tre top team hanno fatto scelte diverse per quanto riguarda il numero delle diverse mescole, con ovvia predilizione per la mescola più morbida e la medium.

Tra tutti solo McLaren ha scelto di portare 9 treni di gomme soft, curiosamente Leclerc e Norris hanno fatto la stessa scelta seppur guidando monoposto completamente all’opposto in quanto a prestazione.

Da notare la diminuzione delle pressioni delle gomme posteriori imposte da Pirelli, con conseguente maggiore impronta a terra, migliore trazione ma anche temperature più alte da gestire.

Meteo previsto soleggiato e con temperature più alte venerdì e sabato e più basse per la gara di domenica.

(immagine in copertina da automoto.it)

Rocco Alessandro