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MOTOGP 2010 – L’ANNO DELLA SVOLTA – SEASON REVIEW

Le premesse c’erano tutte. Il cannibale degli anni 2000, Valentino Rossi si era preso tutto. 7 Titoli in 10 anni. Soltanto KR Junior (2000), Hayden (2006) e Stoner (2007) erano riusciti a fermarlo. Nel suo team aveva il terribile Jorge Lorenzo ormai maturo e pronto per la vittoria del titolo, soprattutto dopo un anno (2009) di know-how sulle nuove Bridgestone (nel 2008 utilizzava a differenza di Rossi le Michelin, perciò nel 2009 era privo di riferimenti a differenza di Valentino).

Il Mondiale era in fibrillazione. Scadevano i contratti di tutti i fantastici 4. Rossi e Lorenzo in Yamaha, Stoner in Ducati e Pedrosa in Honda. Ducati era quella più agguerrita. Aveva già cercato Jorge Lorenzo e nello stesso tempo faceva la corte a Rossi, pertanto la tensione nel paddock era alle stelle.

Novità di rilievo era sicuramente la presenza nel paddock del Campione del Mondo SBK 2009, Ben Spies in sella alla M1 del team Tech3, e delle nuove leve provenienti dalla 250. Aoyama in Honda, Bautista su Suzuki e Simoncelli in Honda.

GRAND PRIX OF QATAR – 11 Aprile 2010

https://youtu.be/v0pJCv3Gxx0

Il Mondiale si apre in Qatar, come ormai consuetudine in notturna. Il dominatore incontrastato, Casey Stoner, parte dalla pole position e scappa subito via, facendo capire dopo una manciata di giri che non c’era trippa per gatti.

Rossi conduce la gara davanti a Dovizioso. Immagine MotoGP.com

Aveva 2″400 di vantaggio dopo sei giri quando perde l’anteriore e manda a farsi benedire tutto. Con la caduta di Stoner è lotta tra Rossi e Dovizioso, con il campione del Mondo in carica che vince la gara. Chiude 2° in rimonta Jorge Lorenzo davanti proprio a Dovizioso, superato nel finale.

 

GRAN PREMIO DE ESPANA – 2 Maggio 2010

https://youtu.be/Z5qi7_mTS8U

In terra Spagnola parte dalla pole Dani Pedrosa davanti a Lorenzo e Stoner. Ricordo questo GP per le botte da orbi che si diedero Melandri Simoncelli, compagni di team da Gresini, sorpassandosi l’un l’altro un migliaio di volte.

Melandri e Simoncelli (rookie) si danno battaglia facendo venire i capelli gialli al buon Fausto. Immagine di MotoGP.com

Pedrosa e Rossi scappano via andandosi a giocare la vittoria, Stoner annaspa e Lorenzo sembra non averne. In realtà lo Spartano da vita ad una rimonta pazzesca superando Stoner, Hayden, Rossi a 6 giri dalla fine e Pedrosa all’ultimo giro con uno spettacolare sorpasso alla Dry-Sac.

Il tentativo di sorpasso, dall’esterno alla curva Lorenzo, di Jorge su Pedrosa. Immagine MotoGP.com

Lorenzo vince davanti a Pedrosa e Rossi andandosi a prendere la testa del Mondiale. Lorenzo 45 Rossi 41

 

GRAND PRIX DE FRANCE –22 Maggio 2010

https://youtu.be/uGA6X2S8d5E

Il 14 Maggio Furusawa dichiarò: “Preferisco tenere Rossi piuttosto che Lorenzo“. Per tutta risposta al Bugatti, il Maiorchino corse la sua più grande gara in carriera sino ad allora, dichiarando guerra aperta al rivale nonché compagno di box. Sul podio finisce un coriaceo Dovizioso, mentre Stoner si stende ancora una volta con la Ducati. Tra lui e Borgo Panigale cala il gelo.

Immagine iconica. Jorge aspetta gli altri al traguardo, su una sedia giallo fluo….

Imbarazzante la differenza tra i due Piloti Yamaha con Rossi che esce con le ossa rotte dal confronto col Maiorchino. Il round successivo, in Toscana al Mugello, Rossi è chiamato a rispondere agli attacchi “in pista” del 99. Lorenzo 70 Rossi 61

 

GRAN PREMIO D’ITALIA – 6 giugno 2010

https://youtu.be/DL4LhEeH3QE

La pressione è tanta. Rossi non ha mai avuto compagno di team così. MAI. Ha le palle in titanio come pochi, non sente la pressione di avere a fianco il Campionissimo ed ha lo stesso materiale di cui dispone lui. Arriva al Mugello consapevole di dover ridurre il gap da Jorge e quindi spinge sin dalle prove.

Rottura di tibia e perone. Immagine MotoGP.com

Nella FP1 è indemoniato. Nelle FP2 a pochi minuti dal termine, mentre spingeva succede il patatrac. Impostando le Biondetti qualcosa va storto. Highside e Rossi vola via veloce nella ghiaia, rottura di tibia e perone e Mondiale a rischio. La gara verrà dominata da Pedrosa che vince davanti a Lorenzo e Dovizioso. Stoner chiude quarto a 25″ dal vincitore, segno che il feeling tra lui e Ducati è arrivato alla fine. Lorenzo 90 Pedrosa 65 Rossi 61

BRITISH GRAND PRIX – 20 Giugno 2010

https://youtu.be/Z2Zc2jZdhe4

 Immagine MotoGP.com.      

È  il suo weekend. Si quello di Randy. Randy De Puniet. Volava letteralmente, nelle prove libere e nelle qualifiche ottenendo addirittura la prima fila (2°) a 0″130 dal poleman Lorenzo e chiudendo la gara in 6^ posizione, a soli 2″700 dall’ufficiale Dovizioso. 

Jorge Lorenzo vince di forza il GP di Silverstone regalando pochissime emozioni. Scappa e vince alla sua maniera. Ma dietro succede il macello. Spies fa la Guerra a chiunque, ingaggiando un duello spettacolare con Hayden. De Puniet tiene testa al ritmo di Jorge nella prima parte di gara ma alla fine deve arrendersi. Il traguardo vede Jorge vincere davanti a Dovizioso e Spies. Il texano guadagna il primo podio in MotoGP dopo sole 6 gare e su una moto clienti. Soltanto 8° Pedrosa vittima di una brutta caduta nelle prove. È il primo dei tre errori di Pedrosa in questo Mondiale. Jorge ne approfitta e guadagna in classifica. Lorenzo 115 Dovizioso 78 Pedrosa 73

 

TT CIRCUIT ASSEN – 26 Giugno 2010

https://youtu.be/GpW2gc2P7CM

Avete appena letto Silverstone ⁉️ Bene. In Olanda non cambia praticamente nulla. Il Maiorchino parte e se ne va. Si addormenta in testa, gli segnalano dal box che Pedrosa è vicinissimo e lui riapre il gas e va a vincere in solitaria. Vince la 4^ gara stagionale su 6, nulla può Pedrosa che chiude secondo e Stoner (ritrovato sulla Ducati) che chiude al 3° posto.

Lorenzo inseguito da Pedrosa e Stoner. Immagine MotoGP.com

Più che la gara è la questione contratti a tenere banco. Con Lorenzo in questa condizione Yamaha ha praticamente l’unico obiettivo di tenerlo con sé. Stoner è separato in casa dal 2009 e voci di corridoio lo danno in dirittura d’arrivo per entrare in Honda HRC mentre Rossi tratta addirittura con Ducati. Pedrosa sembra ormai certo di rimanere in HRC. Situazione in classifica Lorenzo 140 Pedrosa 93

 

GRAN PREMI DE CATALUNYA – 4 luglio 2010

https://youtu.be/CTGqKtYqVsc

Le premesse ci sono tutte. Le premesse per mettere una pietra tombale sul Motomondiale dopo appena 8 gare. Sul circuito di Montmeló Lorenzo è il favorito d’obbligo e non tradisce le aspettative. Dopo una fantastica pole, va a vincere in solitaria la gara davanti a Pedrosa e Stoner. Miglior risultato dell’anno per Randy De Puniet che chiude in 4^ posizione dopo esser partito nuovamente dalla prima fila.

Fasi iniziali del GP. Immagine MotoGP.com

A tenere banco nel post GP è la situazione di Valentino Rossi. Imminente il suo rientro in pista nel prossimo GP del Sachsenring, le voci di un suo accordo con Ducati si fanno sempre più insistenti. Intanto Jorge prende il largo nel Mondiale. In classifica Lorenzo 165 Pedrosa 113 Dovizioso 91

 

GRAND PRIX DEUTSCHLAND – 18 luglio 2010

https://youtu.be/Z4fEsqHkWNk

Ufficiale: Casey Stoner e Honda HRC insieme dal 2011. Si apre così il weekend tedesco con l’annuncio (il 9 luglio) dell’accordo tra il colosso nipponico e la stella Australiana che proverà a riportare il Mondiale all’Ala Dorata dopo il trionfo di Hayden nel 2007. Non è stato un fulmine a ciel sereno, la notizia che era già nell’aria.

Incidente che pone fine alla competitività di Randy nel 2010. Immagine MotoGP.com

La gara è caratterizzata dal rientro in pista di Valentino Rossi e da un incidente bruttissimo che vede coinvolto De Puniet. Highside che lo sbalza al centro della pista, coinvolgerà (incolpevole) Bautista ed Espargaró e verrà “toccato” alla gamba da Kallio. Tibia e perone fratturati.

La gara riparte dopo la bandiera rossa e Pedrosa si va a prendere una vittoria contro ogni pronostico davanti a Jorge Lorenzo e Casey Stoner.

La bagarre tra Stoner e Rossi si conclude con il sorpasso all’ultima curva di Casey su Valentino. Fermo immagine tratto da YouTube.

Bellissima la lotta per il podio tra il Dottore ed il Canguro Mannaro con quest’ultimo che esce meglio dalla Sachsen (13), prendendola più larga, ed infila Vale alla curva 14 (nella foto sopra) che immette nel rettilineo. Lorenzo 185 Pedrosa 138

 

U.S. GRAND PRIX – 25 luglio 2010

https://youtu.be/M7uFvkzIhQI

Il GP si apre con la notizia dell’accordo tra Rossi e Ducati, per le stagioni 2011 e 2012. Ufficialità arriverà soltanto a Brno.

Jorge Lorenzo sulla “Laguna”. Immagine MotoGP.com

Dopo aver segnato la pole la gara è una storia tutta tra i due contendenti al Titolo Mondiale. Pedrosa in testa e Lorenzo subito dietro, per il podio una bagarre tra molti Piloti tra cui Stoner, Dovizioso e Rossi.

Pedrosa e Lorenzo se le danno di santa ragione, prendono margine sugli inseguitori ma al giro 12 Pedrosa decide di regalare il Mondiale a Jorge. Mentre è in testa alla gara perde l’anteriore facendo un errore madornale, il secondo di questo Mondiale dopo il volo nelle prove di Silverstone. Jorge Lorenzo conquista Laguna Seca davanti a Stoner e Rossi che supera Dovizioso nel finale. La classifica dice Lorenzo 210 Pedrosa 138

 

GRAND PRIX CESKÉ – 15 Agosto 2010

https://youtu.be/jFSw7iGdnXI

Ufficiale: Valentino Rossi in Ducati per le stagioni 2011 e 2012. È arrivata l’ufficialità per l’accordo tra il Dottore e Borgo Panigale. Moto Italiana a Pilota Italiano. Il sogno dei tifosi di Rossi diventa realtà (cosi dicevano i giornali…)

Podio di Brno. Immagine MotoGP.com

A Brno sono 7 su 10. Stagione dominata sin qui da JL99. Il Maiorchino vince una gara strepitosa annoiando il pubblico come lui sa fare. Tutti i giri in testa e tanti saluti alla concorrenza. Nulla possono Pedrosa (2°) e Stoner (3°). Soltanto 5° Valentino Rossi che si becca 17 secondi (diciassette) dall’inquilino di fianco al suo box e si trova nella brutta situazione (prima volta in carriera) di assistere il suo compagno dominare la stagione. Classifica Lorenzo 235 Pedrosa 158

 

INDIANAPOLIS GRAND PRIX – 29 Agosto 2010

https://youtu.be/db7xn85BHUs

È il giorno di Texas Terror. Il Campione del Mondo SBK 2009, Ben Spies, si sceglie il giorno perfetto per fare vedere a tutti di che pasta è fatto. Pole position sul mitico “Speedway” di Indianapolis e gara sugli scudi in sella alla M1 clienti.

Ben Spies con M1 clienti si mette dietro, in qualifica ed in gara, la M1 ufficiale di Lorenzo. Immagine MotoGP.com TANTA ROBA.

La gara è un tripudio per il talento texano che l’anno prima sconvolse il paddock SBK vincendo il Mondiale all’esordio (nel suo unico anno tra l’altro). Conduce per buona parte la gara stando sempre davanti a Jorge Lorenzo (corre con moto ufficiale a differenza di Ben) e venendo superato nel finale soltanto da Pedrosa. Il Pilota HRC vince la gara davanti a Spies e Lorenzo. Scivola Stoner mentre Rossi chiude soltanto 4° ad oltre 6″ da Lorenzo. Altra gara altra batosta per il Campione di Tavullia che ormai ha tirato i remi in barca. Pedrosa guadagna 9 punti su JL. Classifica Lorenzo 251 Pedrosa 183

 

GP SAN MARINO – 5 settembre 2010

https://youtu.be/rFpDdKI71O8

Immagine MotoGP.com

Weekend triste per il paddock ed il mondo dei motori. Perde la vita nella gara di Moto2 Shoya Tomizawa. Nella categoria Regina il Pilota HRC Pedrosa si traveste da Jorge Lorenzo. Parte, prende il largo e va a vincere in solitaria davanti al Maiorchino ed a Rossi. Più staccati Dovizioso e Stoner. Pedrosa vince la sua 4^ gara stagionale, riducendo il gap e vincendo la 2^ gara di fila. Lo sviluppo della Honda sta dando i suoi frutti e Pedrosa sembra aver ritrovato il feeling giusto finalmente, paga fino adesso il clamoroso errore di Laguna Seca (in testa in gara) e delle prove a Silverstone. Lorenzo 271 Pedrosa 208

 

GRAN PREMIO ARAGÓN – 19 settembre 2010

https://youtu.be/FsytsJCnyJw

Jorge Lorenzo sembra in difficoltà nell’ultimo periodo. Dopo le 7 vittorie qualcosa sembra cambiato, non riesce più ad incidere come nella prima parte della stagione e Pedrosa sembra aver trovato finalmente il feeling giusto.

Circuito nuovo nel Mondiale e che circuito. Il Motorland di Aragon inaugurato nel 2009 accoglie i Piloti della MotoGP.  Senza riferimenti e con tutto completamente nuovo l’esperienza dice che vince il più talentuoso. Onestamente il vincitore del GP ne aveva, anzi ne ha sempre avuto, più di tutti.

Stoner trionfa in Aragona. Immagine MotoGP.com

Stoner vince in solitaria riportando la Ducati sul gradino più alto del podio davanti a Pedrosa ed un fantastico Nicky Hayden che completa il podio. Quanti anni erano che non si vedevano due Ducati sul podio? Stoner spegne le critiche di quanti lo davano ormai per vinto, dimostrando ancora una volta di che pasta era fatto. I problemi che lo hanno afflitto nel 2009 lo hanno scalfito nel fisico ma non nell’animo. Soltanto 4° Jorge Lorenzo che perde ancora terreno da Pedrosa. Il Maiorchino sembra essere in affanno rispetto al Pilota HRC, nelle ultime gare sta pagando un gap non indifferente. Lorenzo 284 Pedrosa 228

 

GRAND PRIX OF JAPAN – 3 ottobre 2010

https://youtu.be/7NBo19UfG8o

Inizia il trittico con Pedrosa in palla e Lorenzo in netta difficoltà nelle ultime tre gare, rispetto al Pilota HRC. 56 i punti che distanziano i due. Neanche il tempo di iniziare le FP1 che al secondo giro lanciato, Daniel Pedrosa fa un errore madornale mandando in fumo le sue speranze Mondiali, il terzo dell’anno che gli costerà la stagione.

Clavicola rotta in tre punti per Pedrosa che dice addio al sogno Mondiale. Immagine MotoGP.com

Si frantuma in tre punti la clavicola sinistra ed è unfit per il GP di Motegi. Un colpo clamoroso per il Mondiale e la carriera stessa di Pedrosa, visto che dall’anno successivo avrà di fianco Casey Stoner.

Il canguro Mannaro domina il GP bissando il successo di Aragon, vincendo davanti a Dovizioso e Valentino Rossi. Soltanto 4° Jorge Lorenzo che guadagna altri 13 punti su Pedrosa e porta a +69 il vantaggio. Lorenzo 297 Pedrosa 228

 

MALAYSIAN GRAND PRIX – 10 Ottobre 2010

https://youtu.be/c61hOBJ58P0

In Malesia il Maiorchino si presenta con 69 punti di vantaggio e la consapevolezza che Pedrosa non sarà della partita. Gara tiratissima dall’inizio alla fine con Stoner che decide di andare per campi e stendersi al sole (quale!?!) malese. Rossi, Dovizioso e Lorenzo non risparmiano sorpassi su sorpassi. Jorge corre con la calcolatrice al posto del contagiri e si accontenta del 3° posto. Dovizioso e Rossi danno vita ad una splendida battaglia che vede il Pilota di Tavullia vincere con Dovizioso 2°.

Immagine MotoGP.com

JORGE LORENZO È CAMPIONE DEL MONDO. Al terzo anno di MotoGP, dopo aver distrutto a suon di martellate il muro costruito nel box dal clan di Rossi, dopo aver lottato contro il management Yamaha (Furusawa dichiarò di preferirgli Rossi, nel caso di addio di uno dei due), dopo le difficoltà iniziali del 2009 con il nuovo pneumatico Bridgestone, Jorge Lorenzo è diventato “Il primo Pilota della storia a battere Valentino Rossi a parità di Moto e pneumatici”  prendendosi lo scettro della MotoGP, della Yamaha e mettendo alla porta un 9 volte Campione del Mondo. Lorenzo 313 Pedrosa 228

 

AUSTRALIAN GRAND PRIX – 17 ottobre 2010

https://youtu.be/BVnhWkZYCIg

Sul circuito Australiano il “Canguro Mannaro” regala a Ducati e tifosi l’ultima vittoria Mondiale, la terza della stagione 2010. Ducati rimpiangerà amaramente la scelta di privarsi del Pilota ché gli portò il Mondiale 2007. Passeranno 6 anni prima di rivedere una vittoria a Borgo Panigale…

Stoner davanti a Lorenzo ed Hayden. Immagine MotoGP.com

Casey domina tutto il weekend sulla pista di casa come ormai consuetudine. Vince davanti a Lorenzo e Rossi. Ancora out Pedrosa per via della clavicola fratturata in Giappone. Situazione nel Mondiale vede Lorenzo 333 Pedrosa 228

 

GRANDE PREMIO DE PORTUGAL – 31 Ottobre

https://youtu.be/5B93Txr9GqY
Sul circuito dell’Estoril, a giochi già fatti, i Piloti del circus danno vita ad uno spettacolo mozzafiato. Rientra Pedrosa reduce dall’infortunio. Rossi e Lorenzo in testa, Dovizioso e Simoncelli dietro danno vita ad una bagarre bellissima. I primi due si tirano a vicenda fin quando il Maiorchino decide di farla finita. Sorpassa Rossi e gli rifila quasi 10 secondi.

Lorenzo su Rossi. MotoGP.com

Bellissima la bagarre per il podio tra Dovizioso e Simoncelli. Il rookie del team Gresini è sempre più a suo agio sulla Honda MotoGP e si fa vedere nelle posizioni che contano. Chiuderà 4°dietro a Dovizioso facendo segnare il miglior risultato stagionale. Pedrosa chiude 8° a quasi 45″ da JL99. Lorenzo 358 Pedrosa 236

 

GP COMUNITAT VALENCIANA – 7 Novembre

https://youtu.be/tduKnGiUhQg

Il consueto round finale di Valencia è una passerella. Tanti gli addii, tra i quali spiccano quello di Valentino Rossi a Yamaha e di Casey Stoner a Ducati.

MotoGP.com

Lorenzo, Stoner e Rossi dominano il weekend, con il Maiorchino che ne ha più degli altri due. Stoner chiude 2° e Rossi 3°. Soltanto 7° Pedrosa. Bellissima bagarre nelle fasi iniziali tra Simoncelli e Lorenzo, con l’italiano sempre più sugli scudi. Lorenzo 383 Pedrosa 245 Rossi 233 Stoner 225

Jorge Lorenzo chiude il Mondiale con 383 punti, facendo segnare il record di sempre in MotoGP e battendo il primato che apparteneva a Valentino Rossi. Qualcuno disse “Jorge è stato fortunato, Valentino si è rotto. Poi si è rotto Pedrosa, facile così”… Ha concluso tutte le gare a punti, peggior risultato 4°. 16 podi su 18 gare, 9 vittorie su 18 gare, 7 pole su 18 gare. 

Gli avversari di Lorenzo hanno sbagliato tanto. Lo ha fatto Valentino al Mugello, Pedrosa a Silverstone, al Sachsenring e poi a Motegi definitivamente, Stoner durante tutta la stagione cadendo spesso durante la gara.

Ottima la stagione d’esordio di Ben Spies che chiude 6° e del rookie Simoncelli che chiude 8°. Delude invece Capirossi che arriva dietro al rookie Alvaro Bautista.

Il Mondiale 2010 si chiude quindi con il primo Titolo Mondiale in MotoGP per Jorge Lorenzo e la nascita di una rivalità con Rossi, Stoner e Pedrosa destinata a diventare STORIA.

 

Francky

 

MOTOGP MERCATO: IL SALTO DELLA SELLA

Che la stagione MotoGp 2020 sarebbe stata “eccezionale” lo si era capito ormai da un pezzo. A farla diventare “bizzarra e fantasiosa” ci hanno pensato i manager e le Case con i giochi di mercato per definire le line up 2021.

Chi scrive è sempre stato contrario ai contratti firmati a maggio per l’anno successivo (o addirittura prima) perché mi sembrano un’aberrazione dello sport. Eppure sono diventati la norma: gli interessi economici degli sponsor e delle Case travalicano i confini dello sport da un pezzo. Hai voglia a definire i piloti come professionisti che, una volta abbassata la visiera, danno sempre il massimo. Sarà pur vero, ma è anche vero che durante un weekend di gara la visiera resta abbassata per meno di 5 ore comprese le FP: e le gare si preparano anche e soprattutto a visiera alzata. Questi sono comunque dei ragazzi, ai quali non si può impedire di avere dei sentimenti, delle distrazioni ed un inconscio che magari non gli permette di essere concentrati al 100% su ciò che devono fare perché già con il pensiero alla prossima moto….Facile non pensarci quando guidi, molto meno quando hai il culo poggiato su una sedia in un briefing. Vogliate perdonare il “pippone” e ricapitoliamo quanto sta accadendo che, seppur manchino ancora le ufficialità, risulta piuttosto chiaro.

Marquez jr scaricato da Hrc che ancora non hanno manco caricato le vettovaglie sul Motorhome, figuriamoci le moto…. Direzione Cecchinello con Pol Espargaro pronto ad affiancare suo fratello nel “team dei team”.

(immagine tratta da Gpone)

Rossi “scaricato” dalla Yamaha ufficiale alla quale monteranno le carene brandizzate Petronas invertendole con quelle della M1 di Fabietto Quartararo.

(immagine tratta da globalist)

Miller promosso in Ducati a furor di popolo con Petrucci che scappa in Ktm prima che il sellino di Espargaro si raffreddi e Dovizioso possa usarlo come leva per il suo rinnovo rosso. A questo punto il forlivese resta col cerino in mano…. Già, perché paiono esserci problemi di natura economica per la chiusura del rinnovo, oltre che le incomprensioni con Gigi Dall’Igna che si trascinano da qualche tempo.

Beninteso, i cambiamenti erano quelli che tanti appassionati attendevano dopo l’immobilismo degli ultimi anni, magari con il cambio casacca anche di Marquez Sr. il quale resta saldo in HRC.

Il manubrio più “interessante” ancora in ballo resta quindi quello di una Ducati. Sull’estro del management di Borgo Panigale abbiamo parlato a sufficienza quindi evito per non sembrare ridondante anche se lo meriterebbero. Corrono voci di un riavvicinamento di Jorge Lorenzo grazie ai buoni uffici di Dall’ Igna.

Giorgio che ha abbandonato HRC per un ritiro definitivo che è durato giusto il tempo di rifirmare con Yamaha un contratto da collaudatore di lusso proprio nell’anno in cui non ci saranno test…

(Immagine tratta da Motorsport)

Tra tutti questi spostamenti non compare il nome di un ex top rider di nome Zarco… Potrebbe salire su una Ducati Pramac rendendo scomoda la posizione di Bagnaia. Per il mio concittadino spero tutto il bene: ha scelto la moto più difficile con la quale debuttare nella classe maggiore, ed ha anche avuto la sfortuna di imbattersi in questa stagione atipica nell’anno in cui dovrebbe dare il segnale della maturazione definitiva. Pecco è un talento e l’augurio è che gli eventi non travolgano la sua carriera come successo a tanti altri.

Le soluzioni per Dovizioso o Zarco potrebbero anche trovarsi dalle parti di Noale: le prospettive di crescita della moto sono importanti, così come le possibilità che Iannone liberi il manubrio definitivamente per le note vicende di doping e…soprattutto di gossip… Per quel manubrio però potrebbero esserci in corsa anche Cal Crutchlow e lo stesso Pecco Bagnaia.

La situazione è ancora in divenire. A voi le considerazioni.

(Immagine tratta da Motorsport)

 

(immagine in evidenza tratta da Twitter)

IL MOTOMONDIALE NEL NUOVO MILLENNIO-PARTE2

Benvenuti al racconto della seconda parte del decennio “millennium” MotoGp.

La musica cambia ben poco rispetto al primo lustro: Vale Rossi resta il dominatore supremo pur non eguagliando il quattro su cinque fermandosi ad un “modesto” tre su cinque nel secondo quinquennio.

I rivali futuri stanno crescendo nelle categorie minori a suon di gare vinte e mondiali dominati e parleranno spagnolo, non più italiano. La “scuola” spagnola investì molto nel decennio ed i risultati delle classi inferiori raggiunti da Pedrosa e Lorenzo ne saranno la testimonianza a breve, seppur i Mondiali e le vittorie pesanti arriveranno dal 2010 in avanti anche, ma non solo, grazie questi due piloti.

Il vero antagonista della seconda parte del millennio parla l’inglese dell’emisfero australe e, pur non avendo vinto campionati in 125 e 250, è un uomo dotato di talento spropositato e di una velocità che raramente si è vista scaraventata in pista a quel modo: Casey Stoner.

(Immagine tratta da motorsport.com)

Procediamo per gradi.

 

Stagione 2005. Vale fa cinquina

Per parlare del 2005 bisogna partire da qualche mese indietro e comprenderne lo scenario.

Rossi è ormai straripante e nelle ultime quattro stagioni ha portato a casa un bottino di 40 Gp su 64 disputati: bisogna fermarlo. HRC ha passato una stagione a digiuno di vittorie. Roba impensabile e soprattutto impresentabile di fronte a qualsiasi board figuriamoci a quello della più grande Casa del mondo. Un altro campionato già scritto non piace a nessuno primo tra tutti all’organizzatore. Come risolvere? Prendendo il miglior pilota in circolazione dopo Rossi e mettendolo sulla Honda Repsol orfana di VR46. Max Biaggi è quanto di meglio si possa trovare al mondo: l’accordo si perfeziona ed il romano sale su quella tanto ambita RCVissima per poter vincere quel mondiale che gli fu negato nel 1998.

(Immagine tratta da Wikiwand)

Tutto bene quindi? Manco per idea… quando non è cosa non è cosa e basta…

Max riesce a fracassarsi perone ed astragalo durante un allenamento a fine 2004 con la moto da supermotard: il timore iniziale è quello di vederlo ritirato per sempre, ma dopo qualche giorno per fortuna l’allarme rientra e Biaggi si salta “soltanto” le due sessioni di test di fine anno atte ad indirizzare lo sviluppo della moto per il 2005. Tanto basta per mandare in vacca tutto il resto della stagione, perché se le cose cominciano male non possono che andare peggio…va sempre così. Quella che avrebbe dovuto essere la stagione della consacrazione per Max diventa la sua peggiore di sempre e l’anticamera per uscire definitivamente dalla top-class. E se è vero che la sorte non fu dalla sua parte anche lui ci mise del suo eh… Comincia la stagione litigando in prova già a Jerez con il suo compagno di box. Si proprio lui , quel Nicky Hayden che non sarebbe stato in grado di incazzarsi con nessuno tanto era sorridente e pacifico. Da li la stagione non potè che proseguire sui binari dell’assurdo, con il box che in un paio di occasioni riuscì a sbagliare a montar gomme durante le qualifiche e con una moto alla quale volò via anche il selettore della leva del cambio in un occasione….. a Tokyo sono permalosi ed hanno una memoria da elefante….

A scanso di equivoci chiariamo che chi scrive ha adorato Max in tutte le sue sfaccettature e pensa che avrebbe meritato quella seconda occasione che i giapponesi non vollero concedere. L’unico a lottare sino in fondo per Max fu Carletto Fiorani: gli avrebbe dato volentieri una moto per il 2006 ma non riuscì a convincere il suo headquarter.

Quindi il Mondiale a chi può andare? A Valentino che mette la quinta di fila.

Il Gran Premio a Jerez de la Frontera è quello inaugurale e Rossi mette i “puntini sulle i” sin da subito. Negli ultimi due anni Sete Gibernau è stato il suo “avversario” più ostico (vabbè non trovavo le parole, non ridete) e il pesarese pensa bene di abbassargli la cresta tosto tosto. All’ultima curva di una gara che li ha visti combattere da soli, il pilota italiano entra pulito all’interno del tornantino: pulito ma deciso e duro. I due si toccano spalla a spalla e lo spagnolo finisce largo sulla ghiaia senza per questo cadere e conservando lo stesso il secondo posto. E da qui comincia la sceneggiata del dolore lancinante alla spalla durante il giro di rientro e sul podio: lui continua a toccarsi manco avesse ricevuto una coltellata che gli aveva reciso i tendini. Sete aveva vinto la sua ultima gara l’anno prima e dopo questo episodio l’altro che ci si ricorda riferito a lui è quello in cui lanciò mezzo schieramento per aria a Barcellona dell’anno successivo impedendo a Capirossi di giocarsi quel mondiale che avrebbe tanto meritato.

(Immagine tratta da motorsporcycles.com)

Il disegno di rimescolare le carte per fermare Rossi ha come risultato che il pesarese si vince 11 gare anziché le solite 9 all’anno delle due stagioni precedenti!

Il secondo posto nel Mondiale va al giovane di belle speranze Macho Melandri che si accasa in Honda-Gresini e vince le due ultime stagionali a mondiale già assegnato: unite ai cinque podi conquistati lo portano a 220 punti contro i 367 di Rossi.. Non gli è arrivato proprio vicinissimo… passiamo avanti.

(Immagine tratta da zimbio)

La Ducati affronta una stagione di transizione passando alle gomme Bridgestone con l’obiettivo di diventarne la Casa di riferimento e trarne i vantaggi che si vedranno solo negli anni a venire. Nonostante questo (o grazie a questo, punti di vista) Capirossi pesca la settimana da Dio e fa una doppietta tra Motegi (a casa loro) e Sepang.

 

Stagione 2006- Grazie Nicky

Dopo cinque di fila doveva succedere: Valentino scende dal trono 2006 ed il mondiale torna in America grazie a Nicky Kentuky Kid Hayden.

(Immagine tratta da motoblog.com)

La stagione è quella più “strana” del decennio: Rossi e la Yamaha sono sottotono e ciò consente a diversi piloti di vincere le singole tappe alternandosi in vetta alla classifica mondiale permettendo la vittoria finale all’americano con soli 252 punti.

Il regolarissimo Hayden riesce ad aggiudicarsi l’iride con due sole vittorie all’attivo contro le cinque di Rossi e le tre a testa di Capirossi e Melandri. Un mondiale deciso anche dall’inaffidabilità improvvisa della Yamaha M1 che pianta in asso due volte il pesarese in Francia ed a Laguna Seca. Sommando ciò ad una scelta sbagliata di gomme in Cina, alla mano frantumata al giovedì di Assen ed alla scivolata finale di Valencia ecco riassunti i motivi della prima sconfitta di VR46 che comunque fa secondo, mica pizza e fichi….

(Immagine tratta da derapate alla guida.it)

La stagione fu comunque divertente. Tra i diversi vincitori di tappa compare anche quel Dani Pedrosa che HRC volle in fretta e furia sulla sua Repsol in sostituzione del giubilato Biaggi: il debutto da rookie per lo spagnolo fu convincente. Ciononostante riuscì nell’impresa “meravigliosa” di stendere il suo compagno Hayden in piena lotta mondiale nella penultima gara in Portogallo: fu un tentativo di sorpasso tanto inutile quanto scellerato, roba da caricarlo di mazzate fosse solo successo una ventina di anni prima…

(Immagine tratta da Motogp.com)

Ma il destino non lo si può cambiare e se è scritto che il campionato lo devi vincere lo vinci e basta. Infatti Vale finisce la gara al secondo posto in volata per soli due millesimi di secondo, sopravanzato da Toni Elias che imbrocca la gara della vita (resterà l’unica vittoria in Motogp) togliendo al “giallo” quei cinque punti che sarebbero valsi il mondiale anche al netto della “vaccata valenciana” di quindici giorni dopo….

(immagine di Redbull.com)

Ducati e Capirossi perdono un’occasione perchè la loro stagione fu molto più regolare della precedente e avrebbero potuto farcela. Torniamo sempre a quel destino immutabile che per i rossi e Loris si palesa con le sembianze del tuo compagno di squadra Sete “Hollywood” Gibernau: alla prima curva del Gp di Catalunya decide che è il momento di mutare la sua esistenza trasformandosi in una palla da bowling e realizzando uno strike che manda per campi mezza griglia di partenza. Loris è uno di quelli messi peggio tanto da dover correre in condizioni disastrate anche la successiva gara ad Assen 6 giorni dopo. Guarito pensò ben di non farsi mancare la seconda vittoria consecutiva “a Casa loro” (sarebbe Motegi) dopo quella dell’anno precedente.

(Immagine tratta da Formulapassion)

Per la prima volta nella sua storia Ducati vince quattro gare in stagione e l’ultima merita qualche riga in più, vogliate perdonarmi. Al di là della lotta al titolo, della scivolata stupida di Rossi, Valencia 2006 rappresenta una delle gare più “gustose” alle quali chi scrive abbia mai assistito. Poco sopporto i dominatori e la teatralità che spesso e volentieri li caratterizza, molto di più amo i piloti semplici, old style come quelli della mia gioventù o semplicemente quelli della SBK, soprattutto quando realizzano le IMPRESE…. Dopo aver vinto il mondiale delle derivate dalla serie sulla 999 (che mai aveva guidato prima) i vertici Ducati decidono di “regalare” una partecipazione al loro campione più rappresentativo a livello di immagine, quel Troy Bayliss appiedato a fine 2004 e rimesso in SBK proprio nel 2006. Che fa Troy? Accetta la proposta col vincolo di portarsi dietro tutti i suoi tecnici con cui “dividere” il premio direttamente in pista. Non metteva il culo sulla Desmosedici dal 2004 (due anni) e le Bridgestone le aveva viste prima solo sulla rastrelliera di un gommista della periferia di Taree. All’epoca il “live Timing” della Motogp era free ed io lo seguivo sempre durante le prove. Ricordo che al sabato dissi “occhio a Bayliss” ai miei amici “ducatristi”. “Ma smettila”, fu la risposta, “se è una Ducati quella che domani può vincere è quella di Loris”… E Invece? VENI VIDI VICI….  GRAZIE Troy e saluti alla MotoGp per sempre, da trionfatore. Grazie, Grazie Troy.

(Immagine tratta da Motorinews24)

 

Stagione 2007- Casey Stoner e la Ducati

Cambio di regolamento e passaggio alla cilindrata di 800cc. Onestamente questa mossa poco la capì all’epoca e poco ancora la capisco a posteriori. Se vuoi creare una categoria più “attinente” alle situazioni di mercato perché scegliere quella cubatura? Poco importa: il regolamento durò sole cinque stagioni e si tornerà nel 2012 alle “normali” 1000.

Ducati Corse ingaggia un ragazzino che non ha mai vinto un mondiale, nemmeno nelle classi minori: ha un solo anno di MotoGp sulle spalle corso con la Honda di Lucio Cecchinello che ce lo ha sotto la sua ala da diverse stagioni. Casey ha impiegato buona parte del 2006 a collaudare tute e caschi sia in prova che in gara però, come diceva un tale che la sapeva lunga, per avvicinarti al limite lo devi prima superare: e Stoner lo passava spesso e volentieri..

Il Mondiale comincia un sabato di marzo in Qatar con Rossi in pole position, giusto per gradire. Casey rifila “8 decimi 8” al suo compagno Capirossi e parte a cannone come direbbe (e forse disse) il bravo presentatore. Di fronte allo stupore del mondo vince davanti a Valentino la prima gara della sua carriera in MotoGp e lo fa in sella ad una Desmosedici che in rettilineo è un fulmine di guerra. Rossi non prende esattamente bene che dopo gli adesivi gli si raschi pure la vernice a quel modo. Comincia a lanciare velate accuse sin dall’immediato dopogara: “ma siamo sicuri che sia 800?”…. e da li partono anche le ipotesi che la Ducati abbia una sorta di serbatoio supplementare nel telaio a traliccio di tubi… Niente di più falso. Preziosi &Co. Mettono insieme semplicemente un gioiello di moto con un motore che sfrutta i vantaggi del sistema desmodromico nel girare in alto come le 800 prediligono e la dimostrazione sono le 11 gare vinte (10 Stoner 1 Capirossi) durante tutta la stagione su ogni tipo di pista, anche quelle “guidate”: la moto va fortissimo sul dritto e alle curve ci pensa Casey….. Nascono i falsi miti di uno Stoner in grado di sfruttare meglio di chiunque altri i vantaggi dell’elettronica, miti demoliti dal fatto che Casey è stato semplicemente uno dei migliori talenti a livello velocistico mai apparso sul pianeta Terra, miti sfatati quando lo stesso si trasferì in HRC. Casey era semplicemente fantastico, fine delle discussioni. Un pilota in grado di andar forte con qualsiasi cosa, capace di scendere in pista e fare il miglior tempo al primo giro utile come pochi si erano mai visti prima al mondo. Un pilota “ignorante” come a me piace definire questi talenti.

(immagine tratta da Motori News 24)

La vittoria finale non è mai messa in discussione e l’australiano vince il suo primo mondiale riportando una casa italiana sulla vetta del mondo dopo l’ultimo titolo della MV Agusta risalente al lontano 1973.

Ironia della sorte Stoner vince il mondiale proprio a Motegi sulla pista dei giapponesi e la gara va al suo compagno Capirossi: il mondo alla rovescia, con un copione che se fosse stato scritto prima non si sarebbe riusciti a rispettare.

Re Valentino V è spodestato ed i tifosi hanno un nuovo idolo, perché con Stoner arriva il primo “vero” rivale, il primo in grado di sconfiggerlo sul campo a suon di sorpassi e vittorie. Il dualismo è perfetto in quanto Casey, da australiano, ha un carattere davvero agli antipodi rispetto all’italiano: niente teatri, niente scenette, niente parole inutili, solo gas aperto e pieghe deliziose.

Ogni stagione ha un sacco di aneddoti raccontabili e a me piace ricordare gli exploit, le imprese dei singoli che restano negli annali. Nel 2007 se ne verifica un’altra: la Suzuki torna alla vittoria in un gran premio dai tempi di Valencia 2001. Un altro australiano importato dalla SBK (i canguri son simpatici..) a nome Chris Vermuelen vince una gara pazza bagnata azzeccando il momento del cambio moto dapprima e poi esaltando la sua attitudine alla guida sul bagnato. Per la successiva vittoria Suzuki dovrà attendere un’altra gara bagnata a Silverstone 2016.

Vermeulen, French MotoGP 2007

(Immagine tratta da Formula passion)

 

Stagione 2008- Il ritorno del Re

Nota triste del 2008: in questa stagione si concludono le carriere ad altissimo livello di altri due piloti italiani che insieme a Rossi e Biaggi tanto fecero sognare il Belpaese fin qui. Capirossi lascia la Ducati al nuovo Imperatore australiano per trasferirsi in Suzuki con la quale conquisterà l’ultimo podio della sua vita sportiva. Il manubrio della seconda D16 va a Marco Melandri che distruggerà la propria carriera in sella ad una moto che vola in mano a Stoner e che con lui prende anche tre secondi al giro in diverse occasioni. Se Capirex sale sul podio nel 2008 Melandri dovrà aspettare l’anno successivo in sella al team Kawasaki ormai in fase di smobilitazione.

Valentino Rossi si riprende lo scettro mondiale ma con Stoner deve faticare di più degli anni passati.

(Immagine tratta da Moto10.com)

La Yamaha gli mette accanto Jorge Lorenzo (tricampeao delle classi minori) cominciando a pensare al futuro: nonostante i sorrisi di facciata Rossi non la prende proprio benissimo. I campioni si annusano e, per non farsi annusare troppo, il pesarese farà erigere il famoso muro all’interno del box. Sulla questione le tesi si sprecano, compresa quella del “capo” del team Jarvis che lo giustifica con la necessità dettata dall’utilizzo di due fornitori di pneumatici diversi tra i piloti. Già, perchè se Lorenzo utilizzerà le consuete Michelin, Rossi passerà nel 2008 a Bridgestone convinto che una parte del vantaggio di Ducati e Stoner sia proprio dovuto alle gomme. Sarà vero? Mah, forse….

Il mondiale comincia con la novità della prima gara in notturna della storia in Qatar: nuovo l’orario vecchi i vincitori, Stoner e la Desmosedici. La stagione comincia “strana” perché dopo tre appuntamenti in testa non c’è il duo Rossi/Stoner ci sono Pedrosa e Lorenzo a pari punti ed autori di una partenza “a bomba” che vede Lorenzo vincere in Portogallo la sua prima gara alla terza occasione utile.

A partire dalla Cina Rossi rimette insieme il puzzle ed infila una tripletta compresa la Francia e il suo Mugello. Mentre lui riprende la testa del mondiale, il suo compagno di box “riprende” l’asfalto di Shangai con la testa e perde il feeling iniziale..Capita quando cerchi il limite. (fuori Lorenzo)

(immagine tratta da motociclismo.it)

Il mondiale è una lotta a tre sino alla Germania: Stoner e Rossi i più veloci (ma con qualche errorino) si portano dietro un eccellente Pedrosa che, a suon di piazzamenti e un paio di vittorie, riesce a compensare il divario di prestazione pura con la costanza. Al Sachsenring sotto l’acqua vince nuovamente l’australiano (perché la Ducati va forte solo sul dritto… ndr) mentre Dani “sceglie” di levarsi di mezzo fracassandosi una mano dopo essere caduto mentre era al comando del Gran Premio: salterà la gara successiva e addio lotta iridata. (fuori Pedrosa)

(Immagine tratta da derapate alla guida .it)

Questa resta una guerra tra due fuoriclasse come non si vedeva dai tempi d’oro dell’era americana degli “eighties”. Purtroppo finisce prestissimo perché l’italiano infila una cinquina secca da Laguna Seca (con lo storico sorpasso al cavatappi che sposta definitivamente l’inerzia) sino a Motegi mentre Casey cade due volte di fila mentre è in testa alla gara prima a Brno e poi a Misano dicendo addio ai sogni di gloria.

(Immagine tratta da motociclismo.it)

Già, Misano 2008, il giorno della vergogna, quello in cui si sentirono le urla della curva gialla in TV nel momento della caduta di Stoner. (fuori Casey)

(Immagine tratta da bandierascacchi.it)

Il mondiale finisce virtualmente nelle mani di Rossi già a fine agosto seppur il verdetto matematico arriverà più avanti: esce dal Mugello con 75 punti di vantaggio, ovvero 3 gare ed ancora solo cinque da disputare…E di queste ne vincerà altre tre: non si può competere con il ragazzo di KurriKurri nella sua Australia e neanche nella passerella finale di Valencia (altra pista da motore eh..)

Rossi conquista il suo penultimo iride in una delle stagioni più appassionanti.

 

Stagione 2009- L’ultima di Valentino

Già, l’ultima del Vale nazionale e sono passati undici anni. Sei vittorie di tappa sono sufficienti a regalargli l’ultimo iride e a permettergli di raggiungere quota 100 nel Motomondiale. L’ultimo iride che nel conteggio totale significa 9 titoli su 14 campionati ai quali aveva partecipato sino ad allora: numeri che si commentano da soli.

(Immagine tratta da motociclismo.it)

Il suo avversario principale è il suo compagno di box Jorge Lorenzo che di fare il secondo non ci pensa e gliela fa sudare fino a quando riesce. Casey e la Ducati impattano in una stagione “deludente”: a chiuderla con quattro vittorie di tappa la firma sarebbe arrivata già test invernali solo qualche anno prima.  Siamo nell’anno del malore di Casey, della sua convalescenza, del suo smarrimento, della perdita del feeling con la sua D16. Ma è anche l’anno della “solita” vittoria in Qatar, del dispetto a Valentino nel suo Mugello (prima di Ducati sulla pista di casa), della sua scontatissima vittoria a Philip Island e della sua scivolata nel giro di ricognizione di Valencia dove sarebbe partito dalla pole.

Il team HRC lascia andare il suo ultimo campione del Mondo Hayden alla corte della Ducati e lo sostituisce con un giovane italiano di belle speranze che aveva “congelato” per un anno in un team satellite: Andrea Dovizioso sale sulla RC212V ufficiale e vince a Donington la sua prima nella classe maggiore diventando uno dei pochi piloti al mondo in grado di vincere in ogni categoria mondiale a cui abbia partecipato.

Jorge Lorenzo cambia il suo numero di gara passando dal 48 al 99. Dietro questo cambio c’è la bruttissima vicenda della separazione dal suo storico manager ex pilota Dani Amatrain, del suo arresto e delle minacce anche ai fratelli Espargaro.. Nonostante questa brutta storia Jorge è tosto ma non gli bastano 12 podi (di cui 4 vittorie) per contenere Valentino: quattro zeri in tabella li recuperi solo se ti scontri con uno qualsiasi e non con chi vuole portarsi a casa la settima corona iridata in dieci anni. E così andò, seppur Giorgio vendette carissima la pelle, dando luogo a duelli entusiasmanti il cui culmine fu quello a Barcellona con il sorpasso dei sorpassi all’ultima curva.

(Immagine tratta da Gpone)

Al terzo posto del mondiale Pedrosa, sempre presente ma sempre senza quel guizzo in più in grado di farlo diventare dominatore anche di una sola stagione: vince in volata con Rossi a Laguna e si porta a casa il trofeo dell’ultima gara del decennio a Valencia.

 

Si conclude in questo modo la storia di un decennio dominato dal tricolore con 8 mondiali totali in bacheca tra Valentino e la Ducati che si ritroveranno insieme da li a qualche mese per formare quel binomio che ha infranto tanti cuori e diviso squadre e tifoserie.

Valentino nel 2009 ha ancora trent’anni e tutto il tempo per poter collezionare titoli che però non arriveranno più. Ma il decennio appena raccontato resterà nella storia per i cambiamenti, per il dominio di un ragazzo che è riuscito a spaccare tifosi ma portare popolarità e prestigio ad un Campionato che prima di lui era sconosciuto alla maggior parte del pubblico di oggi e del decennio precedente. Ma per parlare di Valentino, dei suoi meriti, dei suoi onori e dei suoi difetti non basta un trafiletto su un blog. Onore al Re del decennio e grazie per aver riportato l’Italia sulla vetta del mondo.

Grazie anche a Ducati che ha avuto il merito di crederci e di farci sventolare il rosso anche a due ruote.

Alla prossima.

 

(Immagine in evidenza tratta da Road 2 sport)

E’ FINALMENTE SUONATA L’ULTIMA CAMPANELLA DEL 2019

E anche il 2019 è messo negli annali del Motomondiale

Una stagione da poche emozioni in MotoGP, per quello che riguarda la corsa iridata. Marquez  che ha segnato il passo fin da subito, lasciando solo l’illusione agli altri o qualche gara di gioia.

Un ennesimo “noioso” trionfo, che lo porta maggiormente nell’olimpo dei più grandi di sempre, candidato al dominio anche nella prossima stagione.

Il quesito è: Che compagno di box pensionerà nel 2020?

Il 2018 ci aveva fatto vivere quello di Pedrosa, ma clamorosamente, il 2019 ci ha fatto salutare il campionissimo Lorenzo. Due piloti di cui non serve citar numeri o risultati e star a narrarne il valore, ma uniti nell’aver ottenuto davvero poco in una stagione dove il binomio Honda/93 ha dimostrato tutto il suo potenziale.

Tiriamo un due somme?

  • Honda

Una stagione che dimostra ancora una volta che la sua moto funziona bene con un solo pilota, con gli altri alfieri che raccimolano solo piazzamente e vedono il podio quasi con il binocolo, il giorno in cui mai il fenomeno dovesse accasarsi in un’altro team, potrebbe presentare un conto pesante, ma nel frattempo festeggiano la tripla corona, ottenuta quasi esclusivamente da un solo pilota, a dimostrazione del potenziale del binomio Marquez Honda.

Crutchlow, Nakagami, Lorenzo e Zarco, han tutti ottenuto prestazioni da moto clienti di team di terza fascia, ma non me la sento di dar loro delle responsabilità, un caso potrebbe starci, ma 4 su 4 è troppo dai.

  • Ducati

Una moto che pareva la favorita per il titolo, che alla prima gara ha fatto sognare, ma che nell’andare della stagione è stata riassorbita dal gruppo. Speriamo nel 2020, ma grosse speranze non paiono al momento esserci.

Dovizioso è stato ancora una volta il miglior pilota per la casa di Borgo Panigale, regalando due belle gare in Qatar e sopratutto a Zeltweg. Il giorno in cui imparerà a scendere in pista sempre con quella mentalità, potrà farci sognare, anche se il miglior Dovi, lo abbiam già visto nel 2017, tuttavia, chissà.

Petrucci ha fatto una stagione mirata al rinnovo di contratto, ottenuto quello, ciao tutti, in perfetto stile da politico Italiano, si è adagiato alla poltrona da cui non lo schiodano. Troppo poco dopo la bella vittoria del Mugello.

Miller è diventato finalmente un bravo pilota veloce e costante, meritevole di salire sulla Ducati di Petrucci, con 5 buoni terzi posti stagionali.

Bagnaia come debutto è abbastanza deludente, con una stagione in cui non ha mostrato ne la velocità e men che meno capacità di non fare errori clamorosi, segno che il giorno che smetterà di cadere, non lo porterà subito a ottenere bei risultati. C’è da lavorare e tanto, ma purtroppo dovrà saltare i test, quindi già non si comincia bene il 2020.

  • Yamaha

Una moto che è migliorata parecchio da inizio stagione, ma che ha trovato maggior costanza nella fase finale di stagione, con il team satellite e un rookie. Il buon Quartararo è stato artefice di quattro secondi posti nella fase finale, giocandosi per tre volte la gara, portandoci a sperare in un 2020 che lo vedrà contendere molte vittorie e chissà se magari anche qualcosa di più. Una stagione davvero convincente per lui.

Vinales, miglior Yamahista e terzo nel mondiale, chiude con la metà dei punti rispetto a Marquez, cifra che fa fin spavento pronunciarla, e le due vittorie stagionali, salvano una stagione troppo zeppa di alti e bassi.

Rossi? Forse nel 2018 era meglio non firmare quel rinnovo di due stagioni, perchè ormai pare sia definitivamente cominciata la parabola discendente, con prestazioni che lo fan sembrare tornato in sella alla Ducati del 2011-2012, peccato che sotto il sedere abbia la M1. Non è il giusto finale di carriera per un campione qual’è.

Morbidelli, un pilota che ha ottenuto troppo poco, ma che mostra gli stessi difetti delle prime stagioni in moto2, dove aveva un buon giro in qualifica, un buon passo per la prima metà gara, ma che deve imparare a gestire la seconda fase di gara, quando ci riuscirà, potrà farci vedere belle cose, per ora la sufficenza è striminzita o regalata.

  • Suzuki

Stagione iniziata quasi con il botto, con quella bellissima vittoria ad Austin e il secondo posto a Jerez, poi però qualcosa si è perso con un annata passata ad arrivare a un pelo dal podio o in posizioni molto di rincalzo. Qualche errore dei piloti, come ad Assen, ma la casa Giapponese ha ancora tanto da lavorare per mettersi costantemente li con i big.

Rins, due vittorie stagionali davvero belle, con quella di Silverstone arrivata giocando molto di tattica con Marquez. qualche errorino nella fase centrale di stagione, ma un passo abbastanza costante per massimizzare quello che si poteva con una moto non ancora a livello.

Mir un chiaro scuro, con un inizio di stagione deludente e un infortunio che lo ha tagliato fuori per 2 gare, ma dal suo ritorno, si è messo a testa bassa ed ha iniziato a tenere una buona costanza, risultando prestazionalmente veloce come il suo compagno di box.

  • Aprilia

Un team che sappiamo bene essere in continuo sviluppo, in attesa di una rivoluzione per il 2020, dove verranno portate molte modifiche alla moto, con un motore che sarà totalmente nuovo nelle sue geometrie. Stagione che definire positiva sarebbe eufemistico, quando il miglior risultato è un sesto posto.

Espargarò e Iannone han fatto quel che si poteva e forse alle volte anche più di quello che dovevano, finendo in ghiaia. Lo Spagnolo è stato più costante dell’Italiano, sia in qualifica che in gara.

  • KTM

La strada è ancora lunghissima per diventare un team almeno di centro gruppo costante ed aver avuto 4 moto, non è servito a vedere alcun miglioramento prestazionale. Nel bilancio stagionale, i picchi massimi si toccano con il settimo posto di Espargarò a Misano, dopo aver ottenuto una seconda posizione in griglia.

Nell’annata della scuderia Austriaca, va ricordato l’abbandono a stagione in corso di Zarco, che consenzientemente con il team, ha deciso di rescindere il contratto a stagione in corso, senza completare il campionato. Qualcosa che a memoria, non si era mai vista nella massima serie e che mina la professionalità del pilota Francese.

  • MOTO 2

Stagione alquanto indecifrabile, dove a inizio stagione pareva dovesse essere una passeggiata per Baldassarri, ma dal passaggio alla gomma da 200, si è trasformata in un filotto di vittorie di Marquez.

Tutti a pensare che fosse solo talento dello Spagnolo? No, perchè la seconda metà di stagione, il fratello del fenomeno ha iniziato ad arrancare, con un Binder che ha messo assieme un numero di vittorie pari a quelle del campione del mondo e risultati ben più convincenti, tanto da chiudere l’anno a soli 7 punti.

Per il 2020 è da capire quali saranno le scelte di mercato, se arriverà la probabile decisione di vedere Alex Marquez in Hrc ufficiale assieme al fratello Marc.

Onestamente? Una follia se si avverasse.

  • MOTO 3 

La stagione ha preso una linea di vero dominio verso il finale di stagione, con un Dalla Porta che ha maggiormente massimizzato i risultati, più che aver dominato la categoria, riuscendo a far sbagliare un altrettanto costante Canet, che quando si è trovato ad alzare il ritmo per chiudere le corse davanti al rivale, è incappato in molti errori.

Da precisare che alcune cadute non sono state di sua responsabilità, ma avrebbero cambiato di poco l’esito della classifica finale

Per il 2020 è impossibile fare un pronostico, pensando che in questa stagione han vinto 12 piloti diversi.

  • RINGRAZIAMENTI

I doverosi ringraziamenti vanno a tutti coloro che seguono e supportano questa mia voglia di narrare il Motomondiale.

Al Boss Andras, per darmi praticamente carta bianca nella gestione (forse alle volte me ne concedo pure troppa)

A Icemankr7, alias Salvatore, per essere un dannato malato quanto me di questo mondo, oltre che una persona sempre sul pezzo, pronta  a dar supporto quando serve e stimolo per nuovi argomenti, quando prevalica la noia nelle corse. Onesto? Più che un amico, quasi un fratello e lui sa perchè.

A LucaBKK che usa i nostri articoli per avviare la sua prossima attività turistica della zona Asiatica. Scherzo, il ragazzo ne sa e tanto di corse e quando serve un aiuto, non si tira mai indietro.

A Valther, che quando può ci aiuta sempre, con articoli di pre e post gara persona sempre informata, seppur zeppo di mille impegni personali.

A Francky il nuovo acquisto Jolly tutto fare, che sviscera statistiche e aneddoti con una passione presente in poche persone, saltando dal mondo pistaiolo a quello delle road race.

  • Signori e Signore…

…ANCHE QUESTO è IL BLOG DEL RING…

…quel covo di appassionati, a cui piace dire la loro, con infinita competenza, umiltà e dedizione, che speriamo di riuscire a trasmettervi.

Grazie ancora a voi tutti.

P.S. JORGE, ti aspettiamo nel 2021 😉

Saluti

Davide_QV

SPERIAMO SIA SOLO UN ARRIVEDERCI JL99

 

Jorge Lorenzo “porfuera”.

….non trovo le parole…. Perderlo dalla griglia dopo oltre quindici anni mi sembra inverosimile…. Ricordo quel ragazzino perennemente imbronciato che nella “due e mezzo” spesso partiva attardato ma poi rimontava alla grande nella seconda parte di gara lasciando agli altri le briciole dopo essersi scornati ad inizio gara.

Sarò onesto e dico che in quel periodo non mi era simpatico perché batteva le nostre speranze future delle classi minori. E non mi era simpatico neanche dopo, quando faceva le sue scenette post vittoria al punto di rischiar di lasciarci le piume annegato nel laghetto. Ma come ben sapete ho un rapporto tutto mio con le scenette…

Cominciai ad amarlo quando da sbarbatello fu lanciato nel box Yamaha a fianco dello squalo: mi faceva tenerezza, mandato nell’arena come un gladiatore che avrebbe potuto e dovuto soccombere. Ed invece no, tenace e duro come il diamante è uscito a testa alta dal confronto, battagliando ad armi pari sia con Rossi che con Stoner che con il fenomeno Marquez. Tante le gioie, tante le vittorie che mi hanno fatto alzare dal divano. Una su tutte quella del Mugello 2018 che pareva fosse l’uscita dal tunnel e che poi invece si è rivelata l’inizio della fine.
Ho sempre apprezzato il suo essere franco e schietto, quando non le mandava a dire a nessuno perchè è l’unico modo di comunicare che conosco anche io. Pochi sanno i retroscena del periodo complicato che fu costretto a vivere quando si separò da Amatrain, ed ancora una volta in quell’occasione mostrò il suo carattere e la forza d’animo del guerriero senza che tutte le tensioni minassero il suo rendimento in pista. Ma fu dura, perché quando un pilota arriva a cambiare il numero sulla moto (aveva il 48) vuol dire che il momento è stato davvero segnante.

Non riesco ad aggiungere alto, perché ne sento già la mancanza in pista e non riesco a trovare le parole adatte se non un GRAZIE grande come una casa ed un CI MANCHERAI grande come un quartiere.


immagine tratta dal sito mcnews.com.au

PS:
Spero di rimangiarmi queste parole nel 2021….. Sognare è gratis e nessuno me lo può vietare.

Salvatore Valerioti

 

“MAI DIRE MAI” cit. Jorge Lorenzo Guerrero

Giro d’onore al Tourist Trophy del 2010 su Yamaha R1 per Jorge Lorenzo

Non mi dilungherò. La tristezza  è tanta.

Pochi giorni fa parlai del “muro”
Quel muro che tante volte Giorgio ha eretto nella sua carriera dopo averlo disfatto per il puro piacere di ricostruirlo meglio, quasi fosse un’artista alla corte dei Medici.
Ed in effetti lui è un’artista alla corte dei Medici… incantando il mondo intero in particolare nella pista del Mugello, nella terra degli Artisti.

“Sei stato una fonte d’ispirazione per alcune mie battaglie personali, che recentemente ho vinto e delle quali orgoglioso mostro al mondo non preoccupandomi delle eventuali cicatrici”
(Oggi applaudeva rendendo omaggio al tuo addio)

Mi duole troppo ripercorrere la sua carriera in queste ore e non lo farò, il pensiero va all’essere “Jorge Lorenzo”.

Essere come lui vuol dire essere una testa dura che non si arrende mai, vuol dire essere antipatico perché non usa una maschera “Pirandelliana” bensì fa trasparire sempre il suo vero volto, vuol dire essere uno Spartano… rude, perennemente incazzato col nemico e dolce con la sua lancia nel maneggiarla e scagliarla verso l’obiettivo.

Anche io sono Jorge Lorenzo.
Ognuno di noi è Jorge Lorenzo.

Grazie e Addio Giorgio, anzi arrivederci e…. Mai dire Mai😈

Francky Longo

Foto presa da Sweet Press

Jorge, che diamine mi combini?

Sei sempre stato quel pilota e personaggio che, un giorno mi stai simpatico e un giorno ti vorrei dir di tutto…

…poi bastava vederti salire in sella, assistere al talento dei grandi campioni, di quelli che ne nascon pochi…

…non potevo amarti quando riuscivi a battere Vale, ma potrò ricordare almeno 2 stagioni da favola, con la lotta fra voi due…

…farmi provare totale ammirazione quando montavi in sella anche con le gambe rotte o 36 ore dopo un operazione chirurgica…

…ho creduto che anche questa volta ci saresti riuscito, uscendo da quel filotto d’infinite cadute e danni fisici, come hai sempre saputo fare, mosso da quella voglia e certezza di essere uno tosto, che sa battere tutti quelli presenti in griglia…

…nel mio cuore spero sia solo un arrivederci, in attesa di rivedere in pista, UN CAMPIONE!!!

Grazie Jorge…

Ps nel 2020 avrei voluto rivederti al WDW e dirti ancora, SEI UN GRANDE!!!

Saluti Davide_QV