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FORMULA ONE SEASON REVIEW: 1980

Il Campionato Mondiale F1 del 1980 si svolse in un arco di 14 gare dal 13 gennaio al 5 ottobre, con i motori rimasti spenti per tutto il  mese di febbraio e quello di aprile. La Scuderia Ferrari si presentò ai nastri di partenza cinta sia dell’alloro Piloti che di quello Costruttori vinti l’anno precedente. L’annata passerà alla Storia del Motorsport come la peggiore figura mai fatta in F1 da un Team laureatosi Campione del Mondo l’anno precedente. Il perchè fu in realtà piuttosto semplice: la 312T5 durante l’inverno migliorò di circa mezzo secondo le prestazioni dell’uscente 312T4 mentre la concorrenza più agguerrita, leggasi Williams/Brabham/Renault/Ligier migliorò di circa due secondi suddette prestazioni. Il resto fu solo una logica conseguenza, acuita dal fatto che un poco saggio cambio di componentistica chiave sulla nuova T5 la rese inaffidabile oltre che lenta. La tempesta perfetta insomma, col Drake furioso dopo i primi GP stagionali che impose lo studio di fattibilità di un V12 a 90 gradi derivato in tutto e per tutto dal Flat 12 responsabile del plafonamento dell’effetto suolo sulla T5 ovvero del deficit di performance rispetto alla già citata concorrenza. Forghieri, esponendosi all’ira del Vecchio, disse senza mezze misure che andare in fondo su codesta strada avrebbe forse migliorato le prestazioni della T5 ma di sicuro avrebbe ritardato l’esordio del Turbo per il Mondiale 1981. Fu così che Enzo Ferrari scelse il minore dei due mali decidendo per la sospensione di qualsiasi sviluppo sulla T5 e veicolando invece tutte le risorse sulla prima Ferrari sovralimentata della Storia della F1 affinchè debuttasse come da programmma nel 1981. Come vedremo ce la fece un pò prima, anche se solo con una comparsata durante le Qualifiche di un GP decisamente speciale nel 1980: l’unico GP d’Italia della Storia della F1 che si sarebbe corso sul Dino Ferrari di Imola anzichè a Monza.

13/01/1980 Argentine GP, Buenos Aires

(immagine da grandprix.com)

Il “buongiorno” si vede dal mattino con le Rosse solamente ottava ed undicesima in griglia. In gara però l’onda lunga del 1979 sembra permearne l’andamento con Gilles che risale fino alla piazza d’onore prima di esser tradito dal cedimento di una sospensione e Scheckter che quasi porta a casa un terzo posto in tranquillità prima di esser tradito dal cedimento del motore. Season opener ad Alan Jones ed alla sua Williams FW07, hat trick per l’Australiano autore anche della pole position e del giro più veloce. Completano il podio Nelson Piquet su Brabham ed uno straordinario Keke Rosberg su Fittipaldi. Sesto posto all’esordio in F1, su quella che sarà la peggior Mclaren della storia fino al 2015, per un minuto francese che farà strada, un certo Alain Prost

27/1/1980 Brazil Gp, Interlagos

(immagine da F1world.com)

Lo splendido circuito di San Paolo ospita per l’ultima volta nella sua configurazione originale il GP del Brasile. Jacarepaguà a Rio lo sostituirà per il resto della decade salvo poi cederne nuovamente il testimone dal 1990 in poi nella sua versione ammodernata per la quale un certo Ayrton Senna da Silva farà da consulente. Miglior qualifica dell’anno per Gilles (terzo) che illude tutti partendo imperiosamente in testa e restandoci….un giro. Si ritirerà per noie meccaniche venendo comunque classificato sedicesimo dopo una gara che lo vede inesorabilmente scivolare nelle retrovie col passare dei giri. Ritiro anche per Scheckter, sempre per problemi di affidabilità. Prima vittoria in carriera per Renè Arnoux e primo podio in carriera per Elio de Angelis che conquista la piazza d’onore. Alan Jones dopo la vittoria nel season opener argentino deve accontentarsi del terzo posto

01/03/1980 South African GP, Kyalami

(immagine da auto123.com)

Mesto ritorno per la Ferrari sul circuito che un anno prima vide il debutto della 312T4 bagnato da una storica doppietta.  I due alfieri Rossi si qualificano nono e decimo (unica volta in cui Scheckter si qualifica davanti a Villeneuve nella stagione, probabilmente galvanizzato dall’aria di casa) salvo poi ritirarsi puntualmente in gara. La vittoria è nuovamente di Renè Arnoux che precede il duo Ligier Laffite/Pironi a completare un  podio completamente francese. Complice il ritiro di Alan Jones il buon Arnoux si issa in vetta alla Classifica del Mondiale Piloti dalla quale verrà scalzato da Piquet tre gare più tardi al GP di Monaco. Curiosamente sarà contemporaneamente la prima e l’ultima volta che Arnoux si isserà in testa al Mondiale di F1 nella sua carriera.

30/03/1980 USA West GP, Long Beach

(immagine da Espn.com)

Miglior risultato dell’anno per Scheckter che, partito sedicesimo, taglierà il traguardo al quinto posto. Ritiro d’ordinanza per Gilles partito invece decimo. Grand Chelem di Nelson Piquet che meglio non potrebbe benedire la sua prima vittoria in F1. Completano i primi tre uno splendido Riccardo Patrese ed Emerson Fittipaldi, all’ultimo podio della sua luminosa carriera. La gara verrà funestata dal grave incidente di Clay Regazzoni coi noti postumi dovuti ad un intervento chirurgico sbagliato.

04/05/1980 Belgian Gp: Zolder

(immagine da Motorsport Images)

In Belgio i due Ferraristi si qualificano in sesta e settima fila per chiudere la gara sesto (primo punto stagionale per Gilles) ed ottavo posto. Prima vittoria in carriera per Didier Pironi con le due Williams di Alan Jones e Carlos Reutemann a completare il podio. Didier Pironi si porta ad un solo punto dalla vetta del Mondiale Piloti, sempre ad appannaggio di Renè Arnoux. Curiosamente dalla gara dopo fino a fine Mondiale a “fare i punti” in Ligier di fatto sarà Laffite. Il “come” sarà il movente principale di Didier per accettare l’offerta Ferrari per il 1981.

18/05/1980 Monaco Gp, Montecarlo

(immagine da Motorsport retro)

Le Tyrrell di Jarier e Daly al via si rendono involontariamente autrici di una delle immagini più iconiche della Storia della F1 col noto incidente a S.Devote che finirà altrettanto involontariamente per offrire un’esposizione mediatica eufemisticamente impressionante al main sponsor del Team inglese, la Candy. Suddetto incidente vanifica l’ottima qualifica di Gilles, sesto sulla sempre pessima T5, che dovrà circumnavigare a passo d’uomo i rottami dell’incidente alla prima curva finendo relegato nelle retrovie e rimontando furiosamente fino al quinto posto finale, ossia al suo miglior risultato stagionale (sic). In testa il poleman Pironi fa il vuoto alle sue spalle salvo poi venir tradito dal cambio. Guy Ligier non gliela perdonerà mai stando già assaporando il successo di una vita al Principato, e gliela farà pagare tutta nel prosieguo della stagione favorendo spudoratamente Laffite. Il caso vorrà che la fortuna restituirà 16 anni dopo a Monsieur Guy il maltolto del 1980. Lole “el gaucho triste” Reutemann torna alla vittoria dopo due anni, completano il podio il già citato Jacques Laffite e Nelson Piquet.

29/6/1980 French Gp, Le Castellet

(immagine da pinterest.co.uk)

Raccapricciante qualifica delle Ferrari che finiscono per partire in nona e decima fila. Chiuderanno doppiate largamente fuori dai punti. Torna alla vittoria Jones che riprende anche la testa nel Mondiale Piloti scalzando Arnoux il quale viene sopravanzato anche da Nelson Piquet, quarto all’arrivo ed a soli due punti dall’Australiano in classifica generale. Completano il podio le Ligier di Pironi e Laffite, col primo ancora con  l’amaro in bocca per il successo sfumato nel Principato il GP precedente. Con la settima gara dell’anno la stagione è giunta alla sua metà e le indicazioni sono chiare: per il WDC è un testa a testa Jones/Piquet coi due transalpini Pironi/Arnoux ad inseguire.

13/07/1980 British Gp, Brands Hatch

(immagine da Getty Images)

Questo Gp di F1 passò alla Storia per un motivo eufemisticamente singolare: durante il weekend di gara le Ligier svilupparono una downforce talmente elevata per via dell’effetto suolo da finire per piegare i cerchi delle gomme. La cosa generò le riflessioni che portarono la Federazione al ban del ground effect per l’anno successivo attraverso l’imposizione dell’altezza minima da terra di 6cm. Come sappiamo finirà in  farsa, ma lo vedremo domenica prossima. Didier e Jacquot monopolizzarono la prima fila salvo poi esser entrambi costretti al ritiro in gara per via della già citata rottura dei cerchioni a causa della tremenda downforce sviluppata dall’effetto suolo della loro JS11 . Seconda vittoria di fila per Alan Jones sulla sua FW07 seguito dal sempre consistente Nelson Piquet. Gradino più basso del podio per “el Lole”. Altro ottimo weekend per le Ferrari, partite in decima e dodicesima fila e finite una ritirata l’altra fuori dai punti. Che incubo

10/08/1980 German Gp, Hockenheim

(immagine da motor-sport.tumblr.com)

Un Circus ancora sotto shock per la scomparsa del Depa pochi giorni prima durante una sessione di test privati sullo stesso Hockenheim Ring vede Alan Jones accaparrarsi pole position e giro più veloce in gara, salvo poi dover cedere il passo in gara a Jacques Laffite, alla prima vittoria stagionale, ed al sempre solido Lole che si accaparra la seconda piazza. Prosegue il de profundis Ferrari qualificatesi in ottava ed undicesima fila (vivaddio in confronto alla T5 la F92-A sarà un bel ricordo eh) e miracoloso sesto posto finale di Gilles. Doveva essere l’anno nel quale la Ferrari si sdebitava con lui per Monza 1979. Life is a bitch and we all know that

17/08/1980 Austrian Gp, Zeltweg

(immagine di Lat Images)

Il Gp d’Austria fu l’ultima spiaggia per le speranze mondiali di Renè Arnoux, miseramente naufragate col nono posto in gara dopo la pole position conquistata imperiosamente in prova. Prima vittoria stagionale per il suo compagno di squadra JP Jabouille, seconda ed ultima in carriera. Le FW07 di Jones e Reutemann si piazzano al secondo e terzo posto mentre Nelson Piquet arranca al quinto preceduto anche da Laffite. Mentre in prova debutta su Lotus senza qualificarsi un certo Nigel Mansell segnaliamo un altro weekend memorabile per le due T5 scattate (si fa per dire) dall’ottava e dall’undicesima fila, ovviamente finite fuori dai punti. Fosse stato meglio correre direttamente il Mondiale con la T4 dell’anno prima ed anticipare di mezza stagione il debutto del Turbo? Ai posteri l’ardua sentenza

31/08/1980 Dutch Gp, Zandvoort

(immagine da F1-photo.com)

Le Rosse limitano i danni in prova piazzandosi in  quarta e sesta fila. In gara ritiro per Gilles ed ottavo posto per Scheckter. Renè Arnoux piazza la zampata per la Pole Position ed il giro più veloce in gara ma è Nelson Piquet a vincere. E’ la seconda vittoria stagionale per il Carioca, avversario sempre più ostico per le speranze mondiali di Alan Jones. L’Aussie chiude undicesimo una gara sottotono col podio completato da Arnoux e Laffite. L’Alfa mostra costanti miglioramenti di performance. Il duro lavoro di affinamento del Depa porta i suoi frutti dopo la sua tragica scomparsa.

14/09/1980 Italian Gp, Imola

E fu così che arrivò il debutto del Turbo Ferrari. Preceduta da una sessione di test privati la settimana prima (e lo shakedown a Fiorano) la 126CK, affidata al solo Gilles, affronta le qualifiche al Dino Ferrari di Imola conquistando l’ottavo posto assoluto in griglia. Per la gara, data per assodata l’impossibilità di finire la stessa per via del Turbo ancora acerbo, Gilles ripiega sulla famigerata T5. Finirà così:

Il Poleman Arnoux finirà solo decimo, Alan Jones segnerà il giro più veloce ma verrà battuto per la vittoria da Nelson Piquet che, col successo del Santerno (il suo terzo stagionale), prende la testa del Mondiale Piloti con un punto di vantaggio sull’Australiano a due gare dalla fine del Mondiale. Terzo posto per il sempre solido Lole. Come detto nell’introduzione sarà la prima ed ultima volta che il Gp d’Italia non si correrà a Monza. La kermesse sul Santerno diverrà un appuntamento fisso dal 1981 al 2006 con l’effige di “Gp di San Marino”.

28/09/1980 Canadian Gp, Montreal

Lo start è al minuto 04:38. In estrema sintesi: una Suzuka 1990 senza la giustificazione di una Suzuka 1989. Jones tira a muro Piquet senza mezze misure. Al restart Nelson usa il muletto il cui V8 Cossie esala l’ultimo respiro dopo essersi portato in testa alla gara. Vince Pironi il quale però viene penalizzato di un minuto per partenza anticipata facendo beneficiare quindi Jones del gradino più alto del podio. Completano lo stesso Reutemann e  Pironi che, nonostante i 60 secondi di penalità, riesce comunque a classificarsi prima del quarto (Watson). La gara passerà alla Storia per la mancata qualificazione del Campione del Mondo in carica, vergogna assoluta per lo stesso a prescindere dal fatto che avesse già annunciato il ritiro a fine anno mesi prima. Gilles si qualifica ventiduesimo e chiude quinto, sempre a proposito di determinazione.

05/10/1980 USA East Gp, Watkins Glen

Il giorno della sliding door di Jack O’Malley. Pole e gara dominate fino alla famigerata bobina che, finendo bruciata, fece spegnere il V12 Alfa e con esso le lecite speranze di vittoria visto che aveva fatto il vuoto alle sue spalle. Vinse Jones suggellando il suo Mondiale Piloti, alle sue spalle si piazzarono Reutemann e Pironi. Le prove passano alla Storia per la folle scommessa di Gilles con Renè sul fare curva 7, la Toe, in quinta (il rapporto più alto ai tempi) anzichè in quarta durante le Qualifiche del sabato. Renè disse “quando vidi la T5 distrutta contro le protezioni mi resi conto che quel pazzo del Canadese non scherzava affatto ma, anzi, che ci aveva provato davvero”. Signori qui si parla di oltrepassare il limite in una curva del genere a bordo della peggior Ferrari di F1 che la Storia ricordi….Gilles vive

 

 

 

Immagine in evidenza da Motorsport.com

6 HOURS OF FUJI

Il mondiale riprende dopo quasi due mesi dall’ultima gara di Silverstone, dove le Toyota sono state clamorosamente escluse per consumo eccessivo dello skid, probabilmente a causa dei cordoli. In ogni caso la Toyota non si è appellata e ha perso definitivamente la doppietta. Questo fatto non è che cambi drasticamente le sorti del campionato, con l’equipaggio della #8 saldamente al comando in classifica.

Arriviamo dunque al Fuji, gara di casa per la Toyota, con le TS050 Hybrid rallentate e a parità di stint con le LMP1 non-ibride. Infatti l’ultima revisione dell’EOT pubblicato dalla FIA decreta un aumento di 26 kg per le vetture giapponesi, mentre le altre LMP1 vedono aumentare il serbatoio quanto necessario per coprire la stessa distanza delle Toyota ogni stint. Il WEC ha precisato che questi cambiamenti sono stati possibili dopo che la Toyota li ha accettati, visto che da regolamento le TS050 non dovevano essere alterate, ma solo le nuove LMP1. Per la lotta in pista comunque questo è un bene e magari potrà regalare una gara più combattuta rispetto alle precedenti, anche se sembra difficile. Sempre in LMP1 è ufficiale che le Ginetta per quest’anno non torneranno in pista, dopo che il team Manor si distaccato dal progetto e la Ginetta sembra aver iniziato a testare i motori Gibson al posto dei poco brillanti Mecachrome utilizzati a Le Mans.

Come sempre la vera lotta sarà in GTE con 5 costruttori, 10 macchine e piloti top. Finora la stagione ci ha regalato una vittoria per la Ford, una per Porsche e una per la Ferrari. In classifica è la casa di Stoccarda a comandare in virtù della maggior valenza della doppietta ottenuta a Le Mans. Per la tappa del Fuji il BOP “automatico” porterà alcuni cambiamenti su 3 delle 5 vetture. La BMW M8 GTE, ancora acerba, potrà beneficiare di 20 kg in meno e un aumento della pressione di sovralimentazione a tutti i regimi e 2 litri di serbatoio in più. Invece Ford e Porsche saranno penalizzate: in particolare la Ford GT avrà 18 kg in più e una leggera riduzione del boost, mentre la 911 RSR sarà più pesante di appena 2 kg e avrà un restrittore di 0.3 mm più piccolo, entrambe le vetture avranno 1 litro in meno di benzina. Ferrari e Aston Martin non avranno modifiche rispetto all’ultimo round di Silverstone, quindi occasione ghiotta per AF Corse dopo la vittoria colta proprio in Gran Bretagna.

Nell’estate si è parlato anche del futuro del WEC con le nuove regole che dovrebbero debuttare nel 2021. Si parla molto della classe “hypercar” per sostituire l’attuale LMP1, con molti costruttori al tavolo delle discussioni. I rumors indicano fra i partecipanti Toyota, Aston Martin, McLaren, Ferrari e Porsche…con la Ford che sembra invece concentrata sul nuovo progetto DPi 2021 per l’IMSA, abbandonando così il programma GT. Ci sono molti dubbi e poche informazioni per ora, anche se sono certi i limiti massimi di budget che sono drasticamente inferiori rispetto a un programma LMP1 di Toyota, Porsche o Audi. Il primo se di regole dovrebbe essere diramato dopo il consiglio mondiale FIA di Dicembre, e lì si capirà chi può essere veramente interessato. Wait and see…

Entry List / Spotter Guide

Orari: (vi ricordo che in Giappone sono 7 ore avanti a noi….quindi la gara scatta alle 4 in pieno notte!!)

Buona gara a tutti i pazzi della notte che pensano di vederne un pezzettino…magari il finale alla mattina.

Aury

FIA WEC 6 HOURS OF SILVERSTONE

La superstagione del WEC riprende la pista 2 mesi dopo la 24 Ore di Le Mans, una pausa veramente lunghissima dovuta al particolare calendario di quest’anno. Si torna a Sliverstone in Gran Bretagna, gara che inizialmente era stata esclusa dal calendario, per poi trovare una collocazione a seguito del malcontento dei team britannici, come l’Aston Martin, a non avere una gara in casa. Ovviamente la tensione e pressione nelle gare dopo Le Mans è inevitabilmente minore, anche se questa stagione si articola su due 24 Ore, per cui già da Silverstone si possono mettere in pratica soluzioni per migliorare in vista delle altre gare e per la prossima Le Mans che sarà il gran finale della stagione. La Toyota arriva quindi senza ansie di sorta, avendo appena raggiunto l’obiettivo primario del programma WEC….per i giapponesi, l’altro grande obiettivo sarà fare una bella doppietta nel circuito di casa del Fuji in autunno. Le LMP1 private hanno avuto il tempo necessario per affinare lo sviluppo delle nuove auto e provare dei nuovi kit aerodinamici, illimitati per loro. Purtroppo ci sono 2 defezioni sull’entry list, infatti le Ginetta dopo aver saltato la tappa di Spa non correranno nemmeno a Silverstone, questa stagione si sta trasformando sempre più in un calvario, fra grossi problemi finanziari e prestazioni non all’altezza. Continua la lettura di FIA WEC 6 HOURS OF SILVERSTONE

VIVERE LE MANS

E’ il giorno tanto atteso, finalmente l’avventura ha inizio!!

La mia “Road to Le Mans” comincia con il volo del Giovedì mattina da Milano a Parigi, mentre gli altri avventurieri a cui mi sono aggregato hanno viaggiato nottetempo e sono già in campeggio col camper noleggiato per la trasferta. Il volo passa tranquillamente, è quasi troppo breve per slacciarsi e sgranchirsi; si arriva a Charles de Gaulle abbandonando l’afa milanese per trovare un tempo quasi autunnale e cielo moderatamente coperto. La prossima tappa è il TGV che dalla stazione di Charles de Gaulle arriva direttamente a Le Mans, l’attesa è di circa 3 ore utili per consumare il pranzo al sacco. Una volta sul treno compaiono i primi segnali di Le Mans…..infatti nella mia carrozza ci sono dei ragazzi tedeschi, due maschi e due ragazze, che per quanto possa capire io di tedesco, stanno parlando di Le Mans…ogni tanto si sente un “Porsche” alla tedesca. Altro segno inequivocabile è rappresentato da un signore britannico di mezza età che sale con il gilet dell’Aston Martin Racing….lui sicura va dove vado io, ottimo così non sbaglio la fermata!

Il viaggio in treno è più lungo di quello in aereo, e il meteo non migliora di certo, sempre nuvole grigie a vista; la stazione di Le Mans è una classica stazione di provincia, per cui si è subito fuori sul piazzale dove c’è da prendere il tram che porta finalmente al circuito. Inutile dire che fuori dalla stazione molta gente, chiaramente non del posto, era lì per la 24 Ore. Il percorso in tram dura 20 minuti e mi porta verso Sud dove sorge la pista. Il traffico per strada è abbastanza intenso e a giudicare da quello che vedo fuori è causato proprio dall’evento che tutti aspettano. Si vedono decine di auto con targa inglese che sfoggiano decalcomanie e stemmini vari inerenti alla 24 Ore, in più una fila interminabile di TVR inglesi, dalle più vecchie a quelle più recenti come le Tuscan….hanno sicuramente colto l’occasione perché quest’anno la TVR torna come sponsor delle Rebellion LMP1. Vedendo tutti questi inglesi compattati ho pensato che dovevano essere usciti dall’Eurotunnel tutti insieme qualche ora prima. Poco prima di arrivare al capolinea mi metto d’accordo su come farmi trovare dagli altri che sono in zona Paddock (se avete presente il paddock di Monza pensatene 3 insieme). Una volta sceso seguo le indicazioni per l’ingresso e raggiungo i tornelli d’entrata dove comprare il biglietto generale per poter uscire ed entrare in ogni momento…dopo una scarpinata e una serie di sottopassi finalmente incontro gli altri giù dal ponte Dunlop, finalmente ci siamo!!

Il Paddock Village è un paese dei balocchi per qualunque appassionato di motori…ci sono ovunque negozi, stand, boutique riguardanti il Motorsport…dai modellini da collezioni ai capi di abbigliamento Vintage. In più ci sono gli stand delle più grandi case automobilistiche e molte di esse offrono esperienza di simulazione. Per i più ricchi c’è pure lo stand Rolex con vantaggiosissime offerte (si fa per dire!) di orologi a 25.000 €.

Poco dopo iniziano le qualifiche e abbiamo la fortuna di assistere all’uscita dai box di quasi tutte le macchine insieme!! I rombi più caratteristici sono sicuramente l’urlo stridulo e acuto delle 911 che coprono qualunque auto nelle vicinanze; e il rumore tonante delle Corvette: ora ho capito perché si usa l’hashtag “#BringtheThunder”!! Verso sera ci dirigiamo verso il campeggio, che è al di fuori del circuito e all’inizio della velocissima sequenza di curve Porsche, una bella cena in compagnia e si va a letto pronti a vivere una nuova giornata.

Il Venerdi inizia con un cielo coperto e la rugiada che bagna l’erba: si sta bene nl felpa. La prima cosa che si nota è che si vedono passare delle auto dove poche ore prima sfrecciavano senza limiti i bolidi della 24 Ore…già questo è unico al mondo!!! Il programma è fare la Pit Walk (gratis con il biglietto generale) e visitare il museo della 24 Ore. All’ingresso della Pit Lane c’è un ingorgo niente male per accedervi, ma una volta dentro c’è abbastanza spazio e basta attendere il momento giusto per essere in prima fila e scattare qualche foto alle macchine mezze smontate. La parte più interessante è stata vedere il lavoro senza sosta dei meccanici del Cetilar Villorba nel tentativo di riparare la Dallara distrutta nel volo di Sernagiotto la sera prima. Si vedevano i meccanici quasi stremati, probabilmente hanno lavorato quasi tutta la notte! Dopo la Pit Walk siamo andati sotto il famoso ponte Dunlop per vedere il bellissimo scollino che poi porta a Tetre Rouge. La visita al Museo mi ha sorpreso perché mi attendevo giusto qualche vecchia auto vincitrice nel passato…invece da vedere c’era veramente molto, a iniziare da una sala dedicata a tutte le vetture sponsorizzate Gulf, quindi c’erano le stupende Porsche 917, le Ford GT40, Mirage GR8..!! Proseguendo ci si imbatte in una sezione antica con automobili che hanno iniziato la storia delle corse e non solo, tra cui la bellissima Bentley Blower che ha dominato alla fine degli anni’20. Da ammirare c’erano anche alcune macchine stradali avveneristiche, tra cui una vettura francese a turbina. Verso la conclusione del giro si è circondati dalle vetture iconiche della 24 Ore: la Rondeau del 1980, la Mazda 787B del 1991, la Bentley EXP Speed del 2003 e la Peugeot 908 per citarne alcune. Fantastico!!

Finalmente arriva il gran giorno della partenza che tutti aspettano. Una cosa che mi è rimasta impressa quel Sabato mattina è stata vedere una nonnina britannica camminare quasi nel fango, con seggiolina pieghevole appresso, verso la collinetta per assistere al Warm-Up che sarebbe iniziano a momenti. Assistere a questa scena mi ha fatto capire di non essere nessuno e che la mia passione per il Motorsport non è nulla se confrontata con la gente che si trovava lì!

Il suono dei motori alle 9 di mattina è un bellissimo incentivo al risveglio, soprattutto quando rombano le favolose GT. In mattinata ci sono state anche la gara dell’Aston Martin Festival e la Le Mans Cup. Ovviamente non mi sono lasciato sfuggire la gara delle Aston…il paradiso per me. Innumerevoli Vantage, inframezzate qua e là dalle nuove costosissime Vulcan, una vecchia DBR9 GT1 col V12, una manciata di V12 GT3, qualche vecchia Vantage GTE e la nuova Vantage GT3 al debutto assoluto. Assistere a questa “parata” di Aston per me valeva già il prezzo del biglietto.

Nel frattempo mangiamo una pastasciutta verso mezzogiorno e ci dirigiamo verso il Paddock, per poi accedere alla tribuna sul rettilineo del traguardo.

I nostri posti sono all’ultima fila in alto, ci permettono una visuale assolutamente privilegiata e sufficientemente alta da riuscire a vedere interamente i box e i pit stop. Verso le 13 siamo già in tribuna e sulla pista ci sono posizionate le auto a lisca di pesce con una marea di gente ad affollare la griglia. Nel pre-gara si fa vedere Alonso che arriva dai box salutando il pubblico, ovviamente è il grande atteso. Nadal è invece lo Starter dell’edizione e si vede passare in corsia box circondato da personale della sicurezza. Dalla nostra posizione vediamo anche un gruppo di tifosi olandesi venuti a fare il tifo al Jumbo Racing dove corre l’idolo Jan Lammers. Questi tifosi sono veramente organizzati, con tanto di magliette gialle, mani gonfiabili e strumenti musicali da stadio!!

La gente inizia a sfollare la griglia e i piloti si preparano a salire sulle vetture….nel frattempo lo spettacolo offre un BlackHawk dell’esercito che cala un soldato con la Bandiera tricolore, successivamente l’elicottero si esibisce in un passaggio radente sopra il rettilineo provocando un boato imponente. In seguito è la volta delle Frecce Tricolore che si esibiscono nella classica formazione a freccia lasciando dietro di sé i colori della Francia….assistere dal vivo a questi spettacoli è sempre emozionante! Ma ora è la volta di guardare in basso, in pista….i piloti sono pronti, Jacky Ickx è il Gran Marshal pronto a sventolare la bandiera verde per dare il via al giro di formazione…sulle Toyota partono Buemi e Conway. Finalmente si muovono le auto a formare il serpentone di 60 macchine dietro la Safety Car. Verso la metà del lunghissimo giro di formazione cala uno strano silenzio sull’autodromo e si inizia a sentire distintamente la classica musica “Also sprach Zarathustra” di Strauss che contraddistingue ogni partenza della 24 Ore. Durante questi momenti ti senti caricato a mille da queste note assolutamente azzeccate per il momento di attesa impaziente per qualcosa che succede una volta all’anno. Tutti si sporgono in avanti coi cellulari per immortalare questi momenti salienti della partenza e quando meno te lo aspetti senti i motori alzarsi di giri mentre il gruppone passa proprio davanti a te e va in salita verso la prima chicane. Qui succede il primo colpo di scena, con Lotterer che compromette una già di per sé impossibile corsa alle Toyota, tamponandone una e danneggiando il suo muso, costringendo subito il team ad una sosta fuori programma.

Dopo questo episodio la gara delle Toyota si fa ancora più in discesa e giro dopo giro accumulano un buon vantaggio sul terzo in classifica, la SMP Racing LMP1. Nelle altre categorie come LMP2 e GTE Pro le vetture rimangono più o meno vicine, con la coppia di 911 Manthey che si scambiano spesso la testa di classe. Le GT che veramente sono fuori gara, ahimè, sono le nuove Vantage che soffrono terribilmente i rettilinei e ancora rimangono dietro le prime GTE Am. Assistiamo al primo valzer dei pit stop, senza particolari evoluzioni; dopo circa un’ora e mezza di gara iniziamo a spostarci dalla tribuna per iniziare il “giro” di pista. Ci dirigiamo quindi verso il ponte Dunlop e le Esses, dove è molto suggestivo ammirare le auto gettarsi in picchiata giù dallo scollino verso le veloci pieghe che portano a Tetre Rouge. Si vedono rischi e indecisioni nei doppiaggi….è quello che a Le Mans fa la differenza.

Successivamente prendiamo il bus navetta (servizio eccellente) per arrivare a Mulsanne: il tragitto in pullman ti fa vivere una sensazione strana, ti fa sembrare di uscire completamente dalla corsa, perché nelle strade intorno al circuito la gente passa normalmente, quasi come che per gli abitanti del posto la 24 Ore sia una routine anche troppo soffocante per la quantità di persone che porta ogni anno. Vedere le macchine impegnarsi nella staccata di Mulsanne è veramente suggestivo, non è ancora abbastanza buio per vedere i dischi incandescenti, ma è comunque notevole vedere le auto passare da 330 all’ora a 70 in pochi metri. Mentre siamo lì c’è una fase di Safety Car e le Toyota con al volante Lopez e Alonso sono accodate dietro a decine di macchine ovviamente più lente…..abbiamo la fortuna di assistere alla ripartenza e siamo testimoni di Alonso che non vuole perdere tempo e cerca di girare largo a Mulsanne per non trovarsi davanti macchine più lente in accelerazione. Che rischi che si prendono sapendo che la gara è appena iniziata.

Dopo un po’ di sosta ci muoviamo verso la zona di Indianapolis e Arnage, sempre con il servizio navetta. Una volta raggiunta la collinetta dove si assiepavano tutti gli spettatori, ho capito perché molti dicono che quel posto è il più bello per vedere le macchine in azione. Il bello è che stando fermi si vedono le vetture arrivare velocissime alla veloce destra di Indianapolis, affrontare la curva successiva a sinistra e allungare brevemente prima di sterzare a destra per la lentissima Arnage. E’ veramente un tratto unico…c’è tutto: velocità, inserimento, aerodinamica ad alta velocità, telaistica a bassa velocità e trazione dopo Arnage. Qua è abbastanza buio per apprezzare i dischi freno arancioni e la cosa più bella è che le macchine ad Arnage rallentano tanto da vedere anche i dettagli e le mani del pilota che gira il volante. Stupendo!!

Ormai sono quasi le 22 anche se c’è ancora luce in cielo, e decidiamo di ritornare alla base per mangiare, quindi di nuovo bus fino alle curve Porsche dove c’è il campeggio. Dopo una bella pastasciutta per cena, ci armiamo di seggiolina e belli coperti (il vento è veramente freddo di notte) ci appostiamo sulla collinetta per vedere un po’ di azione notturna. Le auto col buio sono veramente belle, ormai piene di fari e LED colorati per farle riconoscere. In questa fase c’è Alonso sulla Toyota #8 impegnato in una rimonta sulla vettura gemella che conduce di oltre 2 minuti….in alcuni passaggi si nota lo spagnolo buttarsi dentro alle LMP2 nella seconda curva delle Porsche, prendendosi rischi enormi…..è una guida ancora da formulista. Dopo 1 ora la stanchezza e il freddo si fanno sentire, e a turno ci ritiriamo tutti per qualche ora di “riposo”, comunque relativo perché la musica dei motori va avanti imperterrita, come la nottata dei tifosi che di certo non sono silenziosi. Di mattina mi alzo un po’ a vedere la gara all’alba e controllare chi non era sopravvissuto alla notte. La cosa che si nota sempre quando ritorna la luce è lo sporco che si è accumulato sulle auto, a rappresentare la durata estrema della gara.

Dopo essere tornato a riposare un po’ in tenda è finalmente mattina inoltrata ed è ora di svegliarsi del tutto. La situazione tra le Toyota nella notte si è ribaltata grazie alla rimonta della #8 e agli errori dei piloti dell’altra macchina, ora Alonso è veramente vicino alla vittoria. Intanto facciamo una bella colazione a base di caffè-latte e biscotti. Una volta lavati e pronti ci appostiamo all’ormai familiare collinetta sulle curve Porsche. L’idea è quella di mangiare sul presto per poi dirigersi verso la tribuna in attesa dell’arrivo. Strada facendo ci fermiamo a osservare le macchine all’uscita delle curve Porsche, in zona Karting, appostati sulla terrazza di un bar. Guardare le macchine passare di lì è assolutamente unico, si percepisce l’idea di velocità e di trasferimenti di carico che in TV non si comprende. Visivamente le Rebellion fanno la differenza in quel tratto….sembrano avere una velocità d’uscita maggiore anche delle Toyota…e i dati sulla percorrenza lo confermano. Più unico che raro è anche vedere da una parte i bolidi che girano in pista, mentre a pochi metri di distanza tanti spettatori si divertono gareggiando sui kart.

Quando riprendiamo i nostri posti in tribuna manca circa un’ora e mezza alla bandiera a scacchi. Stando così in alto il vento fresco si fa sentire. Ormai le posizioni da podio sono praticamente acquisite con la #8 con quasi un giro di vantaggio. In GTE Pro la Porsche “Pink Pig” ha un grande margine sulla vettura gemella e la prima delle Ford, che invece sono distanziate di pochi secondi. Ormai è tutto agli sgoccioli per questa maratona incredibile…sono ormai gli ultimi chilometri per tutti: chi vuole vincere e chi vuole comunque finire. La Toyota con un gesto patriottico consegna le vetture ai 2 piloti giapponesi per questo ultimo stint. L’arrivo del vincitore è in parata, tanto che molte vetture quasi si fermano ad aspettare Nakajima e Kobayashi che finalmente tagliano il traguardo rompendo la maledizione e scacciando i fantasmi degli anni passati. La Toyota ce l’ha fatta! Dopo innumerevoli tentativi e sfortune di ogni tipo, seppur senza avversari all’altezza, i giapponesi hanno finalmente vinto contro Le Mans! Il boato del pubblico è impressionante…da brividi. Ancor più bello quando dopo il giro d’onore Alonso e Buemi salgono sulla loro macchina seduti sulle pance. Divertentissimo è quando Nakajima deve curvare a gomito per entrare in pit lane in senso contrario, ovviamente con queste macchine non è operazione semplice, e infatti Alonso e Buemi saltano giù per fare manovra come fossero 2 parcheggiatori qualsiasi. Lo spirito di squadra si apprezza anche in questi banali dettagli.

Nonostante la “relativa” vicinanza al podio, la massa di gente che c’è non rende facile spostarsi agevolmente. Alla fine ce la prendiamo con calma e arriviamo in pista quando il podio della vittoria assoluta è già stato concluso, ma è comunque bello assistere alla cerimonia delle altre categorie. Questa avventura sta per concludersi, ma l’ultima sorpresa ci è riservata da gran parte delle macchine ferme alla chicane Ford appena prima delle pit lane. E’ incredibile passare fra macchine da milioni di euro che hanno appena percorso le ultime 24 ore non-stop e si sono portate dietro tutti gli acciacchi e lo sporco.

Per me si è ormai fatto tardi e devo tornare in città a Le Mans per la sera, prima di rientrare a casa, per cui una volta salutato e ringraziato tutti, la mia prima Le Mans si avvia alla conclusione.

L’esperienza mi ha riempito di felicità e sicuramente speravo che fosse così, anche se non immaginavo così piena di azione. Dopo tanti anni di Le Mans da casa, in cui la tua esperienza si riduce allo schermo della TV o del computer, quando invece sei veramente lì tutto cambia e quello schermo diventa estremamente grande, tanto che non puoi seguire tutto….o guardi le macchine o guardi i tempi, o ti sposti o guardi le classifiche e gli aggiornamenti. Tutto insieme non si può fare….si rischia di non vivere appieno il contatto reale con la gara e la gente. Bisogna ammettere che vivere una Le Mans da spettatore in campeggio è veramente stancante e tornare alla vita di tutti i giorni non è semplice….per esempio una volta tornato a casa nelle orecchie riecheggiava il magnifico concerto dei motori per almeno due giorni! Il bilancio finale è assolutamente positivo, la compagnia è stata eccezionale e uno dei miei sogni nel cassetto sono riuscito a realizzarlo. Ora mi è venuta voglia di tornarci e provare anche la 24 Ore del Nurburgring e quella di Spa. Vedremo in futuro se ci sarà l’occasione….

 

Scusatemi per il ritardo con cui arriva questo racconto, ma dopo Le Mans non ho avuto molto tempo da dedicare. E vi ringrazio di aver tenuto viva la 24 Ore sul Bring con i vostri preziosi commenti.

Aury

SPA-FRANCORCHAMPS 6 HOURS

Ed eccoci dopo una lunghissima pausa invernale alla vigilia della Super-season 2018-2019 del WEC. Questa prima tappa di Spa sarà estremamente importante poiché è l’unica prova prima di andare direttamente a Le Mans…ci sarà inoltre il debutto in gara di moltissime nuove vetture soprattutto in classe LMP1. Dunque un banco prova importante per verificare l’affidabilità e i veri valori in campo.  Dopo il prologo di Le Castellet, la FIA-ACO ha dato una stretta alle LMP1 private riducendo il flusso di carburante e la capacità di serbatoio. Il nuovo EOT (Equivalence of Technology) ora prevede un flussometro a 110 kg/h per LMP1 convenzionali contro gli 80 kg/h per la Toyota, 47,1 kg di carburante per stint contro 35,1 kg per LMP1-H, diametro per il rifornimento a 22,3 mm vs 20,4. Tutto questo fa sì che l’energia utilizzabile sul giro a Spa sarà di 106,4 MJ per i privati contro i 71,3 delle Toyota a cui si aggiungono 6,37 MJ del sistema ibrido. In pratica le nuove LMP1 hanno un 49% in più di energia sfruttabile dal carburante. Questo cambio di EOT è arrivato non senza polemiche, infatti dai tempi fatti dalle Toyota nel Prologo sembra una cosa assurda. Ufficialmente la Toyota ha dichiarato che i crono migliori sono stati ottenuti al di fuori del regolamento per testare la tenuta dei nuovi sistemi di raffreddamento, e una volta riportate le TS050 in condizioni regolamentari il miglior tempo, seppur sui long run, è stato di 1:38.1 mentre la Oreca R13 della Rebellion con Lotterer aveva fatto segnare un 1:37.0, comunque non in una vera simulazione di qualifica.  Questo insieme a tutti i dati raccolti dal test di 30 ore hanno prodotto la decisione a svantaggio dei privati. Vedremo…probabilmente nei circuiti normali la Toyota strapazzerà tutti, ma sarà dura a Le Mans, dove sui lunghi rettilinei le LMP1 senza ibrido dovrebbe avere un grande vantaggio. Per quanto riguarda quale delle nuove macchine sembra avere più chance di fare bene, per quello che si è visto, credo che la Rebellion con la R13 e l’SMP Racing con la BR1-Dallara siano i team più organizzati e con le vetture già a buon punto. Più dubbi invece sulla CLM di Bykolles e sulle ancora troppo acerbe Ginetta del team Manor. Comunque sia sarà interessante vedere cosa accadrà sulle Ardenne.

In LMP2 non ci sono nuove macchine e sembra di nuovo che le Oreca 07 siano un passo avanti anche alle Dallara. Il team più accreditato, ora a maggior ragione che non c’è più Rebellion, è sicuramente la Jota Sport (Jackie Chan DC) nonostante abbia rivoluzionato la sua line-up. Buon esordio però per Pastor Maldonado con il Dragonspeed, che nei test ha stampato il miglior tempo. Speriamo che il venezuelano capisca che nel WEC ci sono anche i compagni e no può scassare la macchina quando vuole. Particolare sarà il week end di Loic Duval, che cercherà di combinare DTM e WEC. Giovedì sarà a Spa per disputare le prove libere, poi in volo per Hockenheim dove inizia il DTM, la cui Gara-1 finisce alle 14.30 di Sabato…non appena scenderà dalla macchina (o dal podio) prenderà l’elicottero per arrivare in tempo a Spa pronto per effettuare il suo duoble stint, perché la gara del WEC finisce alle 19.30. In seguito ancora indietro ad Hockenheim per Gara-2 di Domenica…questo è essere un globetrotter!!

Altra gara attesissima è quella delle GTE Pro, con un record di 10 equipaggi full season e 5 costruttori. La Ferrari parte con i favori del pronostico, anche se Ford e soprattutto Porsche hanno mostrato un passo al Ricard che ha spaventato o quanto meno preoccupato gli altri. Sarà una gara tutta da scoprire per la nuova Aston Martin Vantage al debutto ufficiale appena prima di andare a Le Mans. I vertici del tema inglese hanno dichiarato che sarebbero soddisfatto di un risultato in top4…sarà dura. Il team BMW M-TEK sarà al debutto in gara, anche se la M8 ha già una buona esperienza sulle spalle dalle gare di Daytona e Sebring negli States. Aston Martin e BMW sembra che abbiano al momento due auto completamente opposte a livello di caratteristiche, anche se entrambe montano un motore turbocompresso e anteriore; infatti al Prologo le BMW erano molto veloci come top speed e in particolare sul lunghissimo Mistral, invece la nuova Vantage GTE è stata la più lenta in velocità fra le GTE Pro, ma ha mostrato un ottimo passo nel terzo settore, quello più guidato, del circuito francese. Per quanto riguarda i piloti sarà molto suggestivo il debutto di Gimmi Bruni in Porsche contro la sua ex famiglia Ferrari, dopo aver passato il 2017 lontano da WEC.

In GTE Am sembrano ancora favoriti i team che possono sfoggiare le “nuove” 911 RSR, ossia Proton, Project 1 e Gulf Racing; mentre ci sono le conferme delle 488 GTE per i team supportati da AF Corse. Quest’anno fra i nuovi team ci sarà il TF Sport, che dopo aver partecipato in ELMS la scorsa stagione, effettua il salto nella serie mondiale, proseguendo con la Aston Martin Vantage GTE vecchio modello.

Certamente la storia che catturerà maggior interesse da parte di media e appassionati, sarà l’esordio di Fernando Alonso in gara con la Toyota #8. Dopo gli ultimi anni difficili in F1, finalmente lo spagnolo potrà realizzare un suo grande desiderio da molto tempo ormai…correre con i prototipi e soprattutto partecipare e cercare di vincere la storica 24 Ore di Le Mans. Già anni fa era stato vicino a correrla, sia quando era in Ferrari che nel 2015 quando con la Porsche sembrava già fatta, ma Dennis si oppose. Con la tappa di Spa inizia la parte più fitta del calendario di Alonso, che lo vedrà impegnato in week end di gara o test quasi ogni fine settimana. Tutti sono curiosi di vedere le sue prestazioni in pista, in particolare nei confronti dei più esperti sui compagni di squadra, dato che di fatto è un rookie. In verità io sarei molto sorpreso di vederlo in qualifica…molto probabilmente saranno Buemi e Nakajima a qualificare la #8 e Kobayashi-Conway sulla #7. E anche come passo mi aspetto che sia più o meno al livello degli altri, ma più veloce di Lopez. In ogni caso, a meno di cataclismi o rotture, Fernando a Spa tornerà su un podio in una competizione mondiale FIA dopo quasi 4 anni…di sicuro farà bene.

A questo punto non ci resta che seguire la gara che vi ricordo è di SABATO.

Entry List / Spotter Guide

Orari

Aury