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Bottas lascia vincere Hamilton a Sochi, la Ferrari si rassegna

Il mondiale 2018 ci aveva fino a qui abituati all’alternanza. La Ferrari è partita forte, poi in Spagna la Mercedes sembrava averla superata, poi la rossa è di nuovo tornata davanti come prestazioni ma non ha saputo capitalizzare soprattutto a causa degli errori del proprio pilota di punta. E infine, dopo Monza, è successo qualcosa.

Cosa non è dato a sapere, fatto sta che se fino al GP in Brianza il punto di forza della squadra anglo-tedesca era un Hamilton sempre perfetto, a differenza del collega tedesco della Ferrari, mentre la W09 doveva subire la velocità della SF71H, specialmente in trazione, a Singapore e Sochi qualcosa è cambiato, e le parti sembrano essersi letteralmente invertite.

E infatti la qualifica di Sochi ha visto le due Mercedes surclassare le due Ferrari, con Bottas a prendersi la pole position distaccando Hamilton di pochissimo, e rifilando oltre mezzo secondo a Vettel e Raikkonen.

La partenza sembra la fotocopia di quella di Monza a parti invertite, con Hamilton che riesce a difendersi da Vettel affiancando Bottas, il quale non gli lascia strada. Ma stavolta, a differenza di quanto aveva fatto Seb a Monza, Lewis non prova ad attaccare il compagno, si difende dall’attacco, e mantiene la posizione.

Dietro, uno straordinario Verstappen, partito diciannovesimo come il compagno per cambio di motore, rimonta 10 posizioni in 3 giri, e gliene servono pochi altri per arrivare alla quinta posizione, il massimo cui potrà aspirare oggi.

I primi sono partiti con gomme ultrasoft e dopo pochi giri iniziano i pit-stop. Apre Bottas al 12° giro, seguito due giri dopo da Vettel, che tenta l’undercut su Hamilton. Quest’ultimo si trova Sirotkin davanti nell’ultimo settore prima di rientrare, e questo lo porta a perdere abbastanza tempo per essere sopravanzato da Vettel all’uscita.

Ma Lewis non ci sta, e al giro successivo con l’aiuto del DRS tenta il sorpasso in curva 2. Vettel ripete la stessa manovra fatta qualche giro prima da Magnussen su Ocon, cambiando traiettoria in frenata e tenendo dietro Hamilton, il quale però lo supera di forza due curve dopo, annullando così l’effetto dell’undercut.

Nel frattempo Verstappen diventa leader della corsa, essendo partito con gomme soft e non avendo avuto ancora la necessità di fermarsi. Le due Mercedes lo raggiungono al 23° giro. Con Vettel che si avvicina ad Hamilton al punto da arrivargli in zona DRS, dal box Mercedes arriva perentorio l’ordine che riporta Bottas alla dimensione maggiordomo che tante volte ha dovuto assumere quest’anno. Alla curva stabilita praticamente si ferma e fa passare Hamilton mettendosi fra lui e Vettel, e iniziando a rallentarlo.

Questo è l’episodio che in pratica mette fine alla lotta fra i primi 3. Da qui in avanti si vedrà solo l’inevitabile pit stop di Verstappen, che uscirà come previsto dietro a Raikkonen. E si sentirà, ad un giro dalla fine, Bottas chiedere se c’è l’intenzione di ridargli la prima posizione, ricevendo un’ovvia risposta dal suo box.

E così i primi 3 tagliano il traguardo distaccati di pochi secondi. Seguono Raikkonen, Verstappen, Ricciardo, Leclerc sempre ottimo con la Sauber, Magnussen sempre poco simpatico, e le due Racing Point con Ocon e Perez che quando sono disciplinati portano sempre a casa punti. Poca gloria in Russia per Renault e Toro Rosso, mentre McLaren e Williams in questo momento hanno una quantità di problemi grande quanto la gloria che hanno avuto in passato.

La Ferrari si rassegna, abbiamo scritto nel titolo. Ora non si può più dire che il campionato è ancora lungo. Mancano solo 5 gare, i punti di distacco sono 50, come abbiamo detto all’inizio la Ferrari ha perso, per qualche strano motivo (che probabilmente tanto strano non è), la superiorità che aveva, e la serenità con la quale Vettel ha accettato l’esito deludente del week-end fa proprio pensare che ormai si sia persa la speranza di riportare a Maranello il titolo, 10 anni dopo.

Fra una sola settimana si corre in Giappone, e scopriremo se è già ora, per i ferraristi, di pensare al 2019.

P.S. oggi Bottas ha subito lo stesso trattamento di Barrichello a Zeltweg nel 2002. Nè più nè meno. Niente di male, se non fosse che la Mercedes, nella persona di Toto Wolff, ha sempre detto che queste cose loro non le fanno. A Monza hanno spiegato approfonditamente di non avere rovinato la gara di Valtteri, oggi questo non lo potranno fare, ma, in privato, dovranno dare qualche spiegazione in più al loro secondo pilota, che per radio non ha dimostrato di gradire particolarmente il trattamento ricevuto.

E aggiungiamo che come Schumacher non aveva bisogno, all’epoca, di questi stratagemmi per vincere il mondiale, Hamilton non ne ha bisogno oggi. Il sorpasso su Vettel ha dimostrato una volta di più che lui merita questo mondiale, e lo può vincere tranquillamente senza alcun bisogno dell’aiuto del maggiordomo.