Archivi tag: Johnny Rea

WORLD SBK 2021 – ROUND DELL’ESTORIL

Pronti via e dopo la lunghissima attesa tra l’ultimo appuntamento del WSBK 2020 e il primo round 2021 si riparte subito con un altro appuntamento sul circuito dell’Estoril.

Si potrebbe facilmente dire che tutto è ricominciato così come è finito e in effetti i risultati del primo round di Aragon non lasciano spazio a dubbi: dominio pressochè totale del team ufficiale Kawasaki, che ha portato a casa due doppiette con Rea e Lowes a monopolizzare i primi due gradini del podio e un secondo e terzo nella race 2.

immagine da kawasaki.it

Verrebbe quasi da dire “game, set, match” alla prima gara, considerando la ritrovata verve di Alex Lowes.

La nuova ZX-10RR sembra nata benissimo ed è già settata a dovere, non paga più clamorosamente in velocità di punta nei confronti della Ducati e nelle mani di Rea è un’arma ancora più letale.

E la Ducati? Non fosse stato per l’azzardo della slick di Redding in una race 2 con asfalto ancora umido avrebbe chiuso il weekend con (forse) solo un podio invece che una vittoria.

Troppo poco per le ambizioni del team e dei suoi piloti che hanno sofferto mancanza di grip e di tenuta delle gomme sulla distanza. A poco serve avere velocità di punta al top se poi nel finale di gara si arranca.

Se Redding almeno si consola, Rinaldi è invece sprofondato al suo debutto nel team ufficiale. Inutile buttargli la croce addosso ma urge un cambio di rotta già a partire da questo weekend.

immagine da motorinews24.com

Chi ha fatto capire che le cose non si mettono bene è l’ex pilota ufficiale Ducati Chaz Davies, ora team GO Eleven. Chaz ha detto chiaro e tondo che la Ducati non riserva alla sbk lo stesso impegno che mette in MotoGp, ergo non si può pensare di battere lo squadrone Kawasaki se non ci si dedica al 100%.

Ci potrebbe anche stare, ovviamente la motoGP è il top delle competizioni motociclistiche ed è naturale cercare di impegnarvi gran parte delle risorse. Spiace pensare che la Ducati sottovaluti così tanto il campionato che l’ha vista crescere e affermarsi a livello mondiale, in cui ha fatto la storia e per il quale ha sfornato quella che tutt’ora è la moto più bella e performante che ogni appassionato può trovare in concessionara, la V4 Panigale.

L’insufficiente sviluppo e sostegno a stagione in corso è ormai il lietmotiv degli ultimi anni Ducati in SBK, a partire da Davies, passando per Bautista e ora con Redding.

Vincere è sempre difficile, a maggior ragione contro il pilota SBK più forte di tutti i tempi ma in questo modo fa sicuramente più male.

Anche Yamaha ha pagato dazio allo strapotere Kawasaki, attenuato dai podi di Razgatlioglu e Gerloff in race 1 e superpole race. La moto sembra veloce ma, come per Ducati, serve altro per impensierire gli alfieri del team ufficiale Kawasaki.

immagine da moto.it

L’Estoril è una pista dove nel 2020 il turco della Yamaha Pata ha dato spettacolo, ci auguriamo che possa ripetersi.

Se Ducati non ride, la Honda piange e non poco…

Arrivati ad Aragon con molto ottimismo, sia Bautista che Haslam hanno raccolto ben poco, tra magagne tecniche ed errata scelta di gomme. Il 2021 parte male per la Honda e la tanto decantata” arma totale”, la CBR 1000 RR-R si sta rivelando una moto piuttosto complicata da portare in zona podio, figuriamoci per vincere.

A tal proprosito, il “team B” Honda, il team Moriwaki, salterà il round dell’Estoril per svolgere una serie di test al fine die migliorare la moto per i successivi appuntamenti. Insomma, in Honda siamo ancora ai “lavori in corso”.

Se c’è qualcuno a cui ha fatto davvero piacere la pioggia di Aragon è la BMW, davvero molto a suo agio in condizioni bagnato-miste di gara 2 con due moto tra i primi 5. Anche BMW sta cercando da tempo la formula magica per tornare a competere stabilmente per i piazzamenti che contano e questo risultato dà fiducia. Ora però serve trovare velocità anche sull’asciutto e potrebbero tornare a galla i vecchi problemi.

immagine da motoblog.it

Le premesse per una bella gara ci sono tutte, con addirittura una possibile lotta a tre: Rea, Redding, Razgatlioglu. Lowes e Gerloff possibili sorprese mentre attesi al riscatto Rinaldi e Bautista. Sperando che Rea non ammazzi il mondiale già al secondo round…

*immagine in evidenza da fimewc.com

Rocco Alessandro

 

WSBK 2020 – ROUND DELL’ESTORIL

Ultimo appuntamento del campionato WSBK di scena all’Estoril. Pista nuova per piloti e team, che dovranno sfruttare al meglio i primi due turni di prove libere per imparare riferimenti e mettere a punto settaggi utili per la superpole e le tre gare del weekend.

Considerando il passato della superbike su questo circuito, si è corso nel 1988 e 1993 e sono dolci ricordi per la Kawasaki che vinse il titolo piloti con Scott Russel nel 1993.

E per i corsi e ricorsi storici è praticamente cosa fatta il sesto titolo “in a row” per Jonathan Rea. Mancano tre miseri punti all’inglese per mettere in bacheca anche questo titolo. Con 62 punti in palio e 59 di vantaggio gli basta arrivare 13esimo in gara 1 o gara2 oppure settimo nella superpole race. Nel caso questo non dovesse essere possibile (praticamente impossibile…) Redding dovrebbe fare filotto in tutte e tre le gare a disposizione.

immagine da gpone.com

Più realisticamente l’alfiere della Ducati deve cercare di chiudere l’anno al meglio, magari con una o più vittorie per mettere le basi tecniche e motivazionali per l’anno prossimo.

Anche perchè il 2021 avrà un grossa novità e una ottima notizia per Rea: finalmente la Kawasaki gli metterà a disposizione le nuova moto. Si avvera quindi il sogno dell’inglese che anelava la nuova moto da tempo e che sarà un progetto totalmente nuovo rispetto all’attuale ZX-10RR.

Secondo indiscrezioni la nuova creatura Kawasaki dovrebbe avere circa 1000 giri motore in più (più o meno a pareggiare la CBR Honda) e le ali con funzione aerodinamica, oltre ad una nuova elettronica. Vedremo se tutto filerà liscio oppure anche Rea andrà incontro ad un periodo di sgrossamento di una moto totalmente nuova.

Considerando l’attuale situazione del mondiale piloti, il grosso delle notizie del mondo superbike viene dalla definizione delle squadre per l’anno prossimo.

E’ arrivata l’ufficialità della promozione di Rinaldi nel team Aruba al psoto di Davies. Un bel traguardo ma anche una grossa responsabilità per il pilota italiano che dovrà dimostrare di meritare la moto ufficiale e a cui non basteranno qualche risultato positivo per convincere il management Ducati a puntare su di lui anche per gli anni a seguire.

immagine da insella.it

A questo punto cosa farà Davies? Non ci sono ancora notizie ufficiali se non il suo rifiuto di approdare al team Puccetti che avrà a disposizione la nuova Kawasaki. Data la recente conferma di Haslam in Honda per il 2021, rimane praticabile l’ipotesi di un approdo ad un team satellite che la BMW sta pensando di allestire in tandem con quello ufficiale, per avere una maggiore raccolta dati utile allo sviluppo della moto. Speriamo perchè perdere Chaz sarebbe una brutta cosa per il mondiale SBK.

Altra grossa novità è l’arrivo del campione del mondo supersport Andrea Locatelli nel team Yamaha Pata. L’italiano ha dominato il campionato supersport con 11 vittorie di fila e andrà a fare coppia con il turco Razgatlioglu. Per un italiano che sale un altro invece scende: Federico Caricasulo non correrà in superbike nel 2021 e lascerà il posto a Kohta Nozane, pilota giapponese proveniente dalla All Japan SBK.

immagine da motoblog.it

Un peccato che quest’anno ci si debba accontentare di soli 8 round perchè la sfida Rea-Redding sarebbe potuta essere ben più appassionante. Rea va all’Estoril per la 100esima vittoria e il sesto titolo di fila. Redding per salvare l’onore e suonare la sveglia in vista del 2021. Speriamo che nel 2021 altri piloti possano aggiungersi nella lotta al titolo, forse Rea non ne sarebbe contento, noi che guardiamo da casa molto di più.

Rocco Alessandro

WSBK 2020 – ROUND DI FRANCIA

Si scrive Magny Cours, si legge “giardino di casa Rea”. Si perchè se c’è un circuito ideale sul quale l’inglese può giocarsi al meglio i primi match point per chiudere il discorso titolo 2020 è proprio quello francese.

Un circuito che lo ha visto trionfare più volte negli ultimi anni ed è stato solo scalfito dall’exploit del turco Razgatlioglu nel 2019 e Davies nel 2017. La tabella punti dice +51 su Redding, in pratica 2 gare di vantaggio, margine che appare difficilmente colmabile da parte di Redding, a meno di un weekend nero per Rea e uno sfavillante per l’inglese della Ducati.

immagine da gpone.com

Tutto tranquillo quindi per Rea? Niente affatto. A parte il discorso che le gare vanno sempre prima corse e poi ci si mette a contare i punti, le incognite per il round francese derivano dal nuovo asfalto e dalle temperature rigide previste, con addirittura probabilità di pioggia.

In queste condizioni cadere e mandare in fumo punti preziosi è un attimo e, seppure Rea non si possa definire uno da “braccino” in vista di centrare il bersaglio grosso, deve comunque approcciare il weekend francese come se ci fosse ancora tutto in ballo.

L’altra parte della medaglia è un Redding che, incredibile a dirsi, sembra quasi essere diventato il terzo pilota Ducati, oscurato recentemente dal giovane Rinaldi e dal redivivo Davies, vincitore di gara 2 al Montmelò.

Situazione frustrante per Redding che probabilmente, dall’alto della sua esperienza di pilota motoGP, pensava di avere meno difficoltà a tenere la coda della lepre Rea ma si è dovuto scontrare con un’amara realtà. L’imperativo è cercare comunque di tenere viva la fiammella del campionato e mettere le basi per un 2021 che deve vederlo come il principale favorito per il titolo.

Intanto dovrà guardarsi da un Davies piuttosto battagliero, sia in pista che a parole, reduce dalla vittoria di gara 2 al Montmelò e con le idee piuttosto chiare sul suo futuro e su come, quando la squadra decide di ascoltarlo, riesce a venire a capo dei problemi della moto.

immagine da motociclismo.it

Nel mix di variabile di Magny Cours entra di diritto la Yamaha, data ormai per dispersa dal sottoscritto e che invece ha offerto una gran prova di efficienza con Van der Mark, vincitore della superpole race e sul podio in gara 2 e piazzando addirittura il rookie Gerloff e Baz sul podio. La pista francese sembra adattarsi bene alla Yamaha, sperando anche in un Razgatlioglu che ha rimediato una brutta botta al Montmelo, morale ma soprattutto fisica.

La pattuglia Honda invece affida a Bautista le sue chance di ben figurare. Il round catalano ha mostrato ancora pregi e difetti della neonata CBR: veloce in certe condizioni ma difficile da interpretare e capire dove stà il limite. Bautista ci ha rimesso il quinto metatarso del piede destro quando era in testa alla superpole race. Si potrebbe dire che i lavori in corso continuano, per una stagione che doveva essere difficile, forse anche più complicata del previsto.

Insomma, a Rea basta fare il “compitino” per laurearsi per l’ennesima volta, la sesta di fila, campione del mondo. Chi guarda da casa e soprattutto i ducatisti, gradirebbero rinviare il tutto almeno all’ultimo appuntamento all’Estoril.

*immagine in evidenza da motoblog.it

 

WSBK 2020 – ROUND DI CATALOGNA

Avevamo detto che il doppio round sul circuito di Aragon avrebbe fatto pendere l’ago della bilancia del campionato verso uno dei due contendenti e così è stato.

Non sorprende che l’ago penda dalla parte del campione in carica Rea. Se si può riassumere in una sola caratteristica fondamentale il motivo del suo successo negli ultimi anni, forse si deve parlare di resilienza. Ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare un momento di difficoltà. Proprio quello che è successo al Motorland.

Pista Ducati per eccellenza negli ultimi anni, con Redding vincitore in gara 1. Eppure l’inglese della Kawasaki ha saputo ribaltare la situazione, vincendo tre delle sei sfide a disposizione nel doppio appuntamento e andando sempre a podio. E inducendo all’errore un Redding evidentemente frustrato dalla capacità di Rea di essere sempre in gioco per la vittoria.

Ecco, un’altra caratteristica di Rea, comune a tutti i campioni degni di tale nomea. Non sbaglia praticamente mai, difficile che porti a casa zero punti. E anche quando sbaglia, come in gara 2 di Teruel, ha la fortuna di salvarsi sempre prima dell’irreparabile. Come i grandissimi.

immagine da sportmediaset.mediaset.it

Lo score adesso recita +36 su Redding, un bottino cospicuo che già potrebbe indurre ad una certa gestione di gare “difficili”. Niente è perduto per Redding ma per crazy Scott cresce la frustrazione di non riuscire sempre ad essere al livello di Rea.

Ora si va al Montmelò, sede di due giornate di test ad inizio Luglio. E non a caso i primi due tempi sono stati di Rea e Redding, con Rea che ha girato più forte di Marquez nella gara del 2019. In ogni caso sarà una sfida a due, nuovamente.

Redding deve sperare nel caldo, dato che proprio le condizioni più fresche di alcune gare ad Aragon lo hanno penalizzato dal punto di vista del grip. E sperare che la Ducati accolga il suo appello di aiutarlo in questa ultima parte del mondiale. Un appello che fece anche Bautista l’anno passato quando le cose si stavano mettendo male, e non è finita molto bene. L’inglese lamenta il fatto di dover forzare troppo la sua guida in certe condizioni che ultimamente si stanno presentando spesso, non riuscendo ad essere fluido come piacerebbe a lui.

Frustrazione aumentata dal fatto che Rinaldi sembra essere il pilota che, inaspettatamente, abbia trovato il bandolo della matassa per far funzionare bene la V4. Reduce da due weekend grandiosi ad Aragon, con qualifiche velocissime, podi e la prima vittoria addirittura in faccia a Rea, si candida come l’uomo nuovo del mondiale, da tenere d’occhio per il 2021.

Un momento magico per Rinaldi che è riuscito in una cosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: soffiare il posto in squadra ufficiale a Davies per il 2021. Non c’è stata ancora nessun annuncio ufficiale ma tutto fa pensare che Davies, non proprio soddisfatto del rinnovo offerto da Ducati, possa migrare verso Yamaha Pata o Honda se Haslam non dovesse rinnovare.

immagine da riminitoday.it

Al solito si conferma una certa “disinvoltura” del management Ducati nei confronti dei suoi piloti. Di solito queste manovre fanno più male che bene ai diretti interessati, non mi aspetto niente di diverso questa volta, al netto della grossa chance che potrà avere Rinaldi.

Il resto della compagnia sembra invece aver tirato i remi in barca. Le Yamaha ufficiali e le BMW arrivano a Barcellona reduci da due brutti weekend, con scarsa competitività. Solo Honda con Bautista ha fatto segnare dei risultati degni di nota con podi ma anche cadute in gara che non hanno fatto felice in pilota spagnolo.

Tra le novità importanti al Montmelò, una è davvero grossa: Melandri lascia il team Barni e cede il posto a Samuele Cavalieri. Il ravennate, in pratica al suo secondo ritiro, lamenta uno scarso feeling con la moto, adducendo una motivazione che ha fatto sollevare le sopracciglia a diversi addetti ai lavori: è troppo piccolo e leggero per la V4 e non riesce a sfruttarla adeguatamente. Considerando che Bautista, che è anche più piccolo e leggero, ci ha vinto quasi 20 volte nel 2019 con la stessa moto, ci sembra una motivazione piuttosto risibile che non fa onore al suo passato di gran pilota.

Sostituzione in vista anche per il team Pedercini che vedrà il francede Debise sostituire l’infortunato Cortese.

*immagine in evidenza da gpone.com

Rocco Alessandro

WSBK 2020 – ROUND DI ARAGON

Lavori straordinari per il circuito di Aragon, il Motorland, che ospiterà le prossime due tappe del mondiale WSBK in due weekend consecutivi.

Sei gare nell’arco di nove giorni avranno di sicuro un forte impatto sugli equilibri di questo mondiale che al momento vive del botta e risposta che prima Redding a Jerez e poi Rea a Portimao hanno messo a segno, con il risultato di avere i due principali contendenti separati dalla miseria di quattro punti in classifica generale.

Le tre settimane di pausa tra il round di Portogallo e quello di Aragon sono stati movimentati dalla due gironi di test svolti il 13 e 14 Agosto proprio al Motorland.

Al netto del fatto che ogni team e pilota si è concentrato (almeno in apparenza) sui punti deboli da migliorare e ha dato poco peso ai tempi in pista, i test sono stati una bella prova generale in vista delle gare vere e proprie e hanno confermato come la Kawasaki sia con tutta probabilità la moto da battere in questo weekend.

Lowes e Rea al primo e terzo posto della classifica dei tempi testimoniano come la “verdona” sia in ottima forma. Nel mezzo Van der Mark e a seguire le due Ducati ufficiali, segno che la lotta per il podio sarà serrata.

Redding e Rea si dichiarono piuttosto ottimisti e proveranno a spostare definitivamente gli equilibri del mondiale a loro favore. Chi potrà essere un fattore nella lotta tra di loro sono i rispettivi compagni di squadra, Lowes e Davies.

immagine da motorcyclesport.net

 

Il primo perchè ha già dimostrato di poter andare forte ed è uscito molto bene dai test di Aragon. Il secondo perchè ha all’attivo sette successi al Motorland, 5 in Ducati e 2 in BMW e il suo feeling con la V4 va migliorando. Per Davies è ancora aperta la pratica del rinnovo di contratto con Ducati, con il rischio neanche tanto remoto che possa lasciare il team Aruba per accasarsi nel team ufficiale BMW. Molto da giocarsi per lui al Motorland.

immagine da motorbox.com

Le Yamaha del team PATA arrivano dall’ottimo weekend di Portimao, con quattro podi divisi equamente tra Van der Mark e Razgatlioglu. Vedremo se i test gli hanno permesso di fare qual passo in avanti per lottare per la vittoria.

In casa Ducati da tenere d’occhio anche Rinaldi che sta dimostrando un gran feeling con la V4 e potrebbe affacciarsi nelle zone nobili della classfica come già successo a Portimao, andando a dare fastidio magari proprio ai due alfieri Kawasaki .

Honda è partita con il freno a mano tirato in questa stagione, a causa di un progetto ambizioso ma acerbo. I due test fatti ad Aragon dovrebbero aver dato ad Haslam e Bautista tutti i dati per capire come migliorare la moto. Il quarto posto d Haslam nella classifica dei tempi dei test è un ottimo segnale in tal senso. Magari non potranno lottare per vincere ma per dare fastidio a quelli davanti sicuramente.

Curiosità per la BMW che resta al momento l’eterna incompiuta del mondiale, sempre annunciata come possibile vincente e che ha quasi sempre tradito le attese. Uno tra Sykes e Laverty dovrà lascaire posto a Van der Mark per il 2021 e ogni gara vale come un test per guadagnarsi la riconferma.

Tra i piloti outsider c’è da tenere d’occhio Baz, reduce da un podio a Portimao, e Melandri, che potrebbe esaltarsi in sella ad una V4 che l’anno scorso ha dominato ad Aragon con Bautista.

Due novità in griglia per questa gara, Cristhophe Ponsson su Kawasaki grazie ad una wildcard e Roman Ramos che sostituisce l’infortunato Cortese sempre su Kawasaki.

*immagine in evidenza da en.triathlonnoticias.com

Rocco Alessandro