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IL CAMPIONE DEL MONDO SONO IO- SBK CZECH POST GP

Il Mondiale Superbike fa tappa in Repubblica Ceca, sullo splendido tracciato di Most, dove lo scorso anno a farla da padrone fu Razgatioglu.  Anche quest’anno vince due gare ed accorcia nel Mondiale.

Si impone Razgatioglu che in questo weekend la fa da padrone sugli altri Piloti di punta. Nel Mondiale cambia sostanzialmente poco, con Toprak che accorcia su Jonnhy. Bautista rimane leader del Mondiale.

GARA 1

Partenza a razzo di Toprak che stacca fortissimo davanti a Jonnhy ed Alvaro. I primi tre scappano subito via. Andrea Locatelli ne combina una ogni metro nei primi 500 metri…A cominciare dal giro di ricognizione.

Jonnhy e Toprak scappano subito via, lasciando dietro Bautista. Toprak comincia a giocare subito sporco con un block pass clamoroso alla curva 2 del 2° giro con Jonnhy che quasi lo tampona. Parte malissimo anche Rinaldi, la cui prima parte di gara è davvero disastrosa a differenza del “privato” Bassani che è sempre più vicino al team Factory.

Poderoso attacco alla 15 di Rea su Toprak che lo ripassa alla 20, ma Rea ritorna davanti all’ingresso dell’ultima curva. Sul rettilineo sono appaiati e Toprak ne supera due. Un giro ed una lotta fenomenale che si replica al giro successivo dove Jonnhy riesce a mettersi in testa, quando cominciano a vedersi alcune goccioline sulle telecamere delle moto.

Difatti segnalano pioggia in pista e Rea ripassa nuovamente Toprak, con Bautista che infila il turco ed anche Rea e si porta in testa alla gara. Con 12 giri alla fine girano in 34 davanti mentre dietro girano in 33, quindi il gruppo si compatta. Nel settore 3 piove praticamente ed i Piloti possono cambiare la moto, con Redding e Bassani che rientrano sui primi. Praticamente a 10 giri dalla fine sono 5 piloti racchiusi in un fazzoletto.

Redding gira mezzo secondo più veloce di Bautista. Nella bagarre Toprak ripassa Rea e si riporta alle spalle di Bautista, ma alla 15 viene ripassato da Jonnhy.

La lotta tra Rea e Razgatioglu è furiosa, si stanno menando dal giro di riscaldamento praticamente. Nel frattempo anche Redding passa Razgatioglu e si porta in P3. La BMW sembra davvero in palla su questa pista finalmente tanto che Redding attacca anche Rea in fondo al rettilineo e si porta in P2 a soli 7 giri dalla fine.

Ad occhio Alvaro ne ha di più ed infatti con un piccolo strappo crea un gap importante girando in 31.998 mentre gli altri tre lotteranno per il podio con Jonnhy che sembra averne meno di Toprak e Scott.

Ultimo giro capolavoro di Bautista con Toprak, Scott e Jonnhy che se le danno di santissima ragione. Vince Alvaro davanti a Razgatioglu e Redding.

Per Ducati si tratta del podio numero 1000 nel Mondiale Superbike dal 1988 ad oggi. 

GARA SUPERPOLE

Magistrale partenza a fionda di Razgatioglu con Rea e Bautista che seguono a ruota. Rinaldi perde la posizione a favore di Bautista, ancora una volta non concretizza la partenza dalla prima fila. Toprak sembra averne di più, con le posizioni un po’ congelate. Pochi sorpassi durante la gara.

Cade Alex Lowes, perdendo l’anteriore mentre Scott Redding è nelle retrovie a differenza di gara 1.

Entrambe le Ducati sembrano non avere lo smalto di ieri. A 4 giri dalla fine Rea si fa sotto Razgatioglu ed ha inizio la battaglia. Rea lo passa alla 15 a tre giri dalla fine, ma Toprak ripassa in fondo al rettilineo. Con due giri alla fine la battaglia è cruenta.

Jonnhy lo ripassa in fondo al rettilineo e Toprak ripassa alla 5, battaglia che toglie il fiato visto che siamo all’ultimo giro. Tentativo disperato di Rea nel curvone, quasi si toccano e Jonnhy va lungo percorrendo nella ghiaia un po’ di metri. BATTAGLIA SPETTACOLARE.

Vince Toprak, davanti a Rea e Bautista. Entrambi gli inseguitori accorciano un pelino su Bautista.

GARA 2

Partenza a razzo di Toprak con Bautista alle calcagne e Rea che parte male. Bassani sembra indemoniato mentre Rea recupera posizioni e si trova subito dietro Rinaldi. Nella bagarre con Jonnhy, al giro successivo Rinaldi perde l’anteriore alla fine del rettilineo e finisce in terra. Non un buon GP, la pressione di Bassani si fa sentire.

Bautista attacca in fondo al rettilineo, cercando di avanzare Toprak, ma va lungo e si salva soltanto per la via di fuga perdendo oltre 1 secondo da Rea e Razgatioglu, con Jonnhy che al giro successivo gli rifila una carenata in fondo al rettilineo e si mette in testa alla gara. SARÀ GUERRA.

È guerra sia. Alvaro rientra in gioco ed a 10 giri dalla fine sono tutti e tre in un fazzoletto. Incredibile. A 4 giri dalla fine Toprak piazza un giro fenomenale con 31.7 ed allunga su Bautista e Rea, un colpo di reni grandioso da parte di Toprak che sembra destinato a vincere questa gara 2.

Toprak va via, si scrolla di dosso gli altri due facendo due giri record della gara e gridando forte “Il Campione del Mondo sono IO”. Chiude secondo Bautista ed al terzo posto Jonathan Rea.

Classifica Mondiale

31 punti separano Rea da Bautista, con Razgatioglu che si fa sotto al Pilota Kawasaki. Mondiale apertissimo per tutti e tre i Piloti.

 

Francky

MOTOGP 2022 ASSEN-BAGNAIA DOMINA, QUARTARARO SCIVOLA, LE MOTO ITALIANE TRIONFANO

Spettacolo puro sulla pista olandese di Assen che ci ha regalato un ordine di arrivo che entrerà negli annali del motociclismo in quanto la prima moto giapponese figura solo all’ottavo posto.

Che dire? Pecco Bagnaia ha preso il comando subito e non l’ha mai mollato sino al traguardo senza permettere a nessuno di respirare i fumi dei suoi scarichi. Ha tenuto a debita distanza prima Espargaro e poi il “nostro” Bezzecchi dando l’impressione di non voler strafare per evitare di gettare alle ortiche un successo che ormai è diventato necessario tutte le domeniche. Non si è scomposto nemmeno quando sulla visiera sono apparse le prime gocce di una pioggia che per fortuna ha solo minacciato ed ha deciso di non scendere copiosa. Magistrale.

In scia al chivassese è arrivato il primo podio della carriera per Marco Bezzecchi  sbucato da dietro dopo una buona partenza ed aiutato (sono le corse non è un demerito) dalla collisione che ha visto coinvolti Fabio Quartararo e Aleix Espargaro nelle prime fasi della corsa. Eccellente.

Terzo gradino di un podio ritrovato dopo un anno di attesa per un “bellissimo” Maverick (settevite) Vinales. Lo spagnolo non ci saliva proprio da Assen 2021 che fù l’ultimo acuto prima del periodo nero che Mav ha vissuto sino ad oggi. La classe c’è e speriamo che tale risultato gli regali quella fiducia in se stesso che spesso ha mostrato di smarrire.

(immagine tratta da Repubblica)

Il leit motive della gara è stata la collisione tra Fabio Quartararo e Aleix Espargaro nelle prime fasi. Il francese era terzo e stava spingendo convinto di poter agguantare Bagnaia che pareva allontanarsi. Purtroppo ha commesso il primo errore della stagione perdendo l’anteriore coinvolgendo Aleix che, finito nella ghiaia, è rientrato staccato in P15 con una rimonta difficile da compiere. E lo spagnolo l’ha portata a termine a suon di giri veloci e di sorpassi spettacolari tra cui spicca quello all’ultima chicane della gara addirittura doppio su Miller e Binder. Eroico.

Fabio Quartararo ha sbagliato per la prima volta in stagione, per sua stessa ammissione. Ai giornalisti che chiedevano un eventuale “ragione tecnica” della caduta ha semplicemente risposto che è stata colpa sua. Ci può stare come ci è potuto stare anche per i suoi rivali. Bella la sua onestà nell’ammetterlo, bellissimo il gesto spontaneo di andarsi a scusare a viso aperto con Espargaro nel box Aprilia a gara finita. Molto male invece il box Yamaha che (fermatosi  dopo la caduta) l’ha ributtato in pista quando era ultimo staccato di un eternità. Il risultato è stata un ulteriore caduta dovuta ad una moto imbizzarrita da un non ancora precisato errore tecnico. E’ andata bene così, per fortuna:  poteva anche farsi male mettendo a rischio il resto della stagione e/o anche solo qualche gara in piena lotta mondiale. Pessimi.

(immagine tratta dal sito di Sky)

Buone le gare di Binder e Miller finiti non troppo lontani dai primi quattro. Jack sarebbe potuto finire a podio se fosse stato meno frettoloso nell’affrontare Vinales. Ha perso tempo finendo per essere recuperato da Binder che si portava dietro Espargaro e trovandosi nella posizione peggiore per affrontare l’ultima chicane. Peccato.

Gara incolore per  Bastianini che però ha concluso a punti,  ed anche per Marini finito a 30 secondi dal compagno di box. Le Honda sono rimaste in pit lane mentre le altre Yamaha addirittura all’interno del paddock.

Nota sul tracciato olandese. Old Style, privo di staccate esagerate ad ogni curva, ricco di veloci cambi di direzione da raccordare, non sarebbe esattamente ciò che si dice un “circuito da sorpassi”. Ed invece ne abbiamo visti di bellissimi.

Adesso cominciano le vacanze e ci si rivedrà in pista a Silverstone dopo una pausa di oltre 40 giorni.

PS. Ho sentito dire “doppietta dell’Academy” troppe volte oggi dalla gente di Sky…. Basta per favore.

(immagine di copertina tratta da zazoom)

MOTOGP 2022- GP D’OLANDA ASSEN

Ennesimo back to back dell’anno, per fortuna con soli 650 km di distanza. Sarà che l’ambiente MotoGp vanta infinitamente meno risorse della F1. Sarà che non ce la menano ogni maledetta domenica con la “sostenibilità” e l’ecologia. Sarà che sono meno paraculi.Sarà che pensano a correre e fare il proprio mestiere invece di essere ipocriti ad ogni dichiarazione ma almeno il calendario gare lo sanno fare.  Le scorribande avanti ed indietro per il pianeta sono state evitate.

Sotto tantissimi aspetti l’ambiente attuale delle due ruote è (e per fortuna) indietro di un ventennio rispetto alle quattro ruote, essendo infinitamente più semplice. Voglio fare il buonista e pensare che ci sia raziocinio dietro queste scelte. Altri (e magari ci prendono) potrebbero pensare che, con più risorse economiche a disposizione, anche loro si omologherebbero agli eccessi della Formula 1.

Tutti gli anni che si arriva ad Assen parte la storia dell’Università del Motociclismo snaturata per diventare una semplice High School… lo diciamo anche stavolta però confrontando di sotto i layout e l’anno prossimo eviteremo accuratamente.

 

Eppure Assen ha la particolarità di essere sempre stata sede del Gp D’olanda a due ruote sin dal 1949, il che la rende unica nel panorama delle corse in moto. In altre nazioni la sede è cambiata più volte. In altre nazioni sono saltate edizioni del Gp nazionale. Assen è sempre stata presente eccezion fatta nel 2020 per i noti fatti della pandemia.

E’ una pista bella, old style con punti di forte velocità e curve che vanno dal lento al velocissimo. Un circuito completo che è stato teatro di grandi battaglie sin dai tempi delle 2 tempi ma anche delle 4 SBK.

Una pista che in passato ha visto duelli rusticani all’ingresso dell’ultima chicane prima del traguardo. Mi viene in mente la caduta di Colin Edwards nel 2006 nel tentativo di battagliare con Hayden che sarebbe diventato Wc a fine stagione.

Ma anche il taglio di Rossi in battaglia con Marquez nell’anno in cui finì l’idillio tra i due e si gettarono le maschere una volta per tutte.

E le immagini di un crash spaventoso (per fortuna non cruento) della gara Supersport 2000 quando prima della suddetta Chicane Kellner ruppe il motore della sua R6 inondando la pista d’olio in prossimità della staccata e scatenando una serie di scivolate che ammucchiò diversi piloti nelle protezioni con tanto di soccorsi in pista.

Lo status quo stagionale pare ormai consolidato a prescindere dal tipo di pista. Fabio Quartararo non ha la necessità di strafare e questo gli toglie automaticamente pressione di dosso aiutandolo a far ancor meglio il suo mestiere. Le moto migliori del 2022 (Ducati) dovranno ritrovare i due piloti che hanno vinto cinque gare su dieci per cercare di mettere pepe ad un campionato che ha preso la via della Francia in maniera abbastanza netta. Nel frattempo gli alfieri bolognesi dovranno evitare di farsi sgambetti a vicenda.

Un occhio aperto va sempre tenuto sulle Aprilia che se la possono giocare tutte le domeniche.

A confondere i valori in campo ci sono le forti possibilità di pioggia previste durante il fine settimana. Ed ecco che con l’acqua potrebbero uscire fuori specialisti come Zarco e Miller, oppure Binder ed Oliveira che, con le KTM, hanno l’opportunità di azzerare lo svantaggio tecnico attuale.

Ma si sa, nelle corse fare la figura del fenomeno o del brocco è un attimo, soprattutto quando piove.

Dei piloti in griglia qui hanno già vinto il sopracitato Miller (la sua prima assoluta e pure bagnata nel 2016), Maverick Vinales nel 2019 e Fabio Quartararo lo scorso anno. Morbidelli, Nakagami, Alex Marquez, Zarco, Martin, Pol Espargaro vantano una vittoria a testa nelle categorie minori mentre Pecco Bagnaia una in Moto3 ed una in Moto2: è necessario che metta giù il full.

Buona visione.

 

Salvatore V.

 

(immagine di copertina tratta dal sito motorbox)

GP DI GERMANIA 2022- FABIO ALLUNGA ANCORA (NEL MONDIALE)-PECCO “SI” ALLUNGA ANCORA (NELLA GHIAIA)

Se sino ad un paio d’anni fa ci eravamo annoiati nel commentare i domini di Marc Marquez, adesso dovremo abituarci a commentare quelli Di Fabio Quartararo.

Il francese è sempre più leader del Campionato e ieri è stato autore di un’altra magistrale prestazione.

Partito bene si è messo davanti a tutti alla prima curva lasciando solo per qualche metro il comando a Pecco Bagnaia salvo poi involarsi impensierito sino alla bandiera a scacchi.

Non c’è stata storia e forse non ce ne sarebbe stata nemmeno con Bagnaia sulle ruote. Il chivassese si è sdraiato quasi subito lasciandoci nel dubbio di ciò che sarebbe potuto essere e che non è stato. E’ caduto nella stretta e lunga piega a destra subito dopo il rettilineo principale, lanciando bestemmie che quasi si sentivano da casa.

(immagine tratta dal sito fanpage)

La sempre “pregevole” telecronaca di Sky ha cominciato a ricamare sulla scivolata cercando responsabilità nella gomma non “accesa”.  Questa ci mancava ma ne facevamo volentieri a meno.

Per fortuna, nel dopo gara, Pecco è stato perentorio nel dire che sulla moto c’era lui e che la responsabilità era solo sua, così come Tardozzi (una volta tanto) ha fatto quadrato intorno al pilota.

Il mondiale è ormai andato, meglio che in Ducati si concentrino sulle vittorie di tappa.

In estrema sintesi Fabio davanti e dietro tutti quanti (e le altre Yamaha ancora più dietro).

La “strategia” di Iwata somiglia molto a quella Honda dell’era Marquez, ovvero un “all in” su un solo pilota e poi vediamo… Strategia differente da quella Ducati che ha puntato sul fare la moto migliore di tutte e che potesse essere vincente con tutti. Al netto delle defaillance di Bagnaia e Bastianini dell’ultimo mese e mezzo, tale strategia ha “balcanizzato” il gruzzolo di podi e punti tra tutti i piloti “bolognesi”.

A dimostrazione che la rossa (ma anche di altri colori) sia una ottima dueruote, ci sono il secondo e terzo posto di Zarco e Miller, ma anche le prestazioni di Marini, Martin e del nostro Diggia.

Ai piedi del podio è arrivato il mastino Aleix Espargaro sulla Aprilia che resta attaccato con le unghie a quel sogno… A proposito di Aprilia il discorso non può non finire su Vinales e su quanto gli è accaduto. Maverick stava facendo la miglior prestazione in “nero” da quando è approdato a Noale, salvo poi “smarcare” la terza delle sette vite che chi scrive gli attribuì dopo le due gare del Red Bull ring 2020.

E’ pura follia vedere cedere una sospensione posteriore a quel modo causa “abbassatore”. Da queste pagine spesso abbiamo parlato in merito a questi “dispositivi” ed alla potenziale pericolosità degli stessi. Quello anteriore di Ducati è già “fuorilegge” (per il 2023!!!!) e lo è solo perché gli altri non hanno stanziato  un budget per poterlo sviluppare. Senza inerpicarsi in discorsi etici, morali, e/o economici, mi pare che si sia persa la bussola e che nessuno abbia voglia di preoccuparsi della salute dei piloti. Almeno sino a quando qualcun altro non si farà male sul serio.

Ieri Albesiano ha parlato del processo di sviluppo di una novità per una moto stradale con fior fior di Km di prove su strada (giustissimo). Poi ha dovuto ammettere che in Motogp si progetta un qualcosa, lo si monta sulla moto e si finisce per “pregare”. Tutto ciò è aberrante. Ma non ci sono alternative: anche la Motogp è diventato un altro sport senza allenamenti come la F1.

Chi scrive segue il motociclismo sin dai tempi in cui le due tempi grippavano lanciando per aria chicchessia. Quarant’anni fa non c’erano risorse sufficienti.. oggi ci sarebbero e non vengono usate (parlo di migliaia di km di test). E’ più importante organizzare 23 gare all’anno piuttosto che 16/17 e lasciare ai team la possibilità di provare ciò che producono in via sperimentale. Presto o tardi arriveremo al punto che saranno le novità introdotte nel mondo delle moto di serie ad essere travasate su quelle da competizione..

Ci vediamo tra qualche giorno ad Assen, giusto per NON dare ai tecnici il tempo di capire cosa sia successo alla moto dI Vinales ed essere certi che lo stesso dispositivo verrà comunque montato per non avere uno “svantaggio” a priori.

Sono le corse, sono pericolose, ma lo diventano ancor più quando si potrebbe far qualcosa e la si fa sempre troppo tardi.

Scusate lo sfogo.

 

HONDA

I giapponesi meritano un piccolo trafiletto a parte. Hanno raggiunto il punto più basso della loro storia senza una moto a punti in una gara. Non accadeva dal 1982.

 

 

(immagine in evidenza tratta da eurosport)

 

 

Salvatore V.

MOTOGP 2022. GP DI GERMANIA SACHSENRING

Weekend nel cuore della ex DDR per il Motomondiale 2022. L’unica certezza è che, dopo ben 8 edizioni di fila, non troveremo il solito vincitore perché convalescente. Marquez abdicherà e con esso anche la Honda. La casa giapponese vanta addirittura una striscia ancora più lunga: Pedrosa aveva vinto le due precedenti edizioni per un totale di 10 di fila della casa dell’ala dorata.

Quartararo si presenterà in terra germanica col petto in fuori dall’alto dei suoi 22 punti di vantaggio su Espargaro e dei ben 66 su quello che sarebbe stato il suo più diretto antagonista (sulla carta) Bagnaia.

Il francese si dovrà difendere dall’alfiere Aprilia che nessuno avrebbe dato così brillante ad inizio campionato. L’entusiasmo suo e del suo box sono un fattore da non sottovalutare, perché Aprilia si sta dimostrando anche molto creativa da punto di vista aerodinamico. Dopo l’alettoncino sulla coda, i veneti hanno provato una nuova carena “bombata” ed allargata nella parte bassa per creare maggior carico aerodinamico alle basse velocità. Non è dato a sapersi se verrà usata al Sachsenring ma potrebbe essere adatta proprio a circuiti del genere tipicamente “lenti”.

I ducatisti ormai non devono più far calcoli. Pecco Deve cercare di non sdraiarsi (o farsi sdraiare) da qui a fine stagione, sperando in qualche passo falso dei 4 che ha davanti in classifica generale (due con la sua moto). Bastianini deve ritrovare la rotta persa da qualche gara. Su di lui non c’è pressione, perché sta già facendo una stagione al di sopra delle aspettative comunque andrà. Però, si sa, l’appetito vien mangiando e ciò che è stato messo in cascina nelle prime gare è già “ampiamente digerito”.

Sarà della partita anche Martin reduce dall’operazione al tunnel carpale che, per i motociclisti di oggi, ormai è generalizzato come il gomito del tennista. Altri (vedi Zarco e Miller in passato) hanno smaltito velocemente i postumi, quindi i presupposti per far bene ci sono anche per lo spagnolo che piega più di tutti.

La griglia sarà rimpolpata dalle Yamache B, dalle KTM (#speriamosialavoltabuona) dalle Honda (#cisiamoperdoveredifirma) e dalle Suzuki che qualche speranza in più potrebbero darcela. Ad oggi sia Mir che Rins sono senza un manubrio 2023, quindi ben intenzionati a far meglio che possono per “spendersi” sul mercato.

Buona gara a tutti.

(immagine di copertina tratta da tuttomotori web)

Salvatore V.

 

PS.

Mi permetto una carrellata di grid girls dello scorso anno che male non fa, alla faccia di chi non le vuole più in giro per le piste.

(immagine tratta da motociclismo)

(immagine tratta dal sito ufficiale della Motogp)

(immagine tratta dal sito eventas.eu)