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MOTOGP MERCATO: IL SALTO DELLA SELLA

Che la stagione MotoGp 2020 sarebbe stata “eccezionale” lo si era capito ormai da un pezzo. A farla diventare “bizzarra e fantasiosa” ci hanno pensato i manager e le Case con i giochi di mercato per definire le line up 2021.

Chi scrive è sempre stato contrario ai contratti firmati a maggio per l’anno successivo (o addirittura prima) perché mi sembrano un’aberrazione dello sport. Eppure sono diventati la norma: gli interessi economici degli sponsor e delle Case travalicano i confini dello sport da un pezzo. Hai voglia a definire i piloti come professionisti che, una volta abbassata la visiera, danno sempre il massimo. Sarà pur vero, ma è anche vero che durante un weekend di gara la visiera resta abbassata per meno di 5 ore comprese le FP: e le gare si preparano anche e soprattutto a visiera alzata. Questi sono comunque dei ragazzi, ai quali non si può impedire di avere dei sentimenti, delle distrazioni ed un inconscio che magari non gli permette di essere concentrati al 100% su ciò che devono fare perché già con il pensiero alla prossima moto….Facile non pensarci quando guidi, molto meno quando hai il culo poggiato su una sedia in un briefing. Vogliate perdonare il “pippone” e ricapitoliamo quanto sta accadendo che, seppur manchino ancora le ufficialità, risulta piuttosto chiaro.

Marquez jr scaricato da Hrc che ancora non hanno manco caricato le vettovaglie sul Motorhome, figuriamoci le moto…. Direzione Cecchinello con Pol Espargaro pronto ad affiancare suo fratello nel “team dei team”.

(immagine tratta da Gpone)

Rossi “scaricato” dalla Yamaha ufficiale alla quale monteranno le carene brandizzate Petronas invertendole con quelle della M1 di Fabietto Quartararo.

(immagine tratta da globalist)

Miller promosso in Ducati a furor di popolo con Petrucci che scappa in Ktm prima che il sellino di Espargaro si raffreddi e Dovizioso possa usarlo come leva per il suo rinnovo rosso. A questo punto il forlivese resta col cerino in mano…. Già, perché paiono esserci problemi di natura economica per la chiusura del rinnovo, oltre che le incomprensioni con Gigi Dall’Igna che si trascinano da qualche tempo.

Beninteso, i cambiamenti erano quelli che tanti appassionati attendevano dopo l’immobilismo degli ultimi anni, magari con il cambio casacca anche di Marquez Sr. il quale resta saldo in HRC.

Il manubrio più “interessante” ancora in ballo resta quindi quello di una Ducati. Sull’estro del management di Borgo Panigale abbiamo parlato a sufficienza quindi evito per non sembrare ridondante anche se lo meriterebbero. Corrono voci di un riavvicinamento di Jorge Lorenzo grazie ai buoni uffici di Dall’ Igna.

Giorgio che ha abbandonato HRC per un ritiro definitivo che è durato giusto il tempo di rifirmare con Yamaha un contratto da collaudatore di lusso proprio nell’anno in cui non ci saranno test…

(Immagine tratta da Motorsport)

Tra tutti questi spostamenti non compare il nome di un ex top rider di nome Zarco… Potrebbe salire su una Ducati Pramac rendendo scomoda la posizione di Bagnaia. Per il mio concittadino spero tutto il bene: ha scelto la moto più difficile con la quale debuttare nella classe maggiore, ed ha anche avuto la sfortuna di imbattersi in questa stagione atipica nell’anno in cui dovrebbe dare il segnale della maturazione definitiva. Pecco è un talento e l’augurio è che gli eventi non travolgano la sua carriera come successo a tanti altri.

Le soluzioni per Dovizioso o Zarco potrebbero anche trovarsi dalle parti di Noale: le prospettive di crescita della moto sono importanti, così come le possibilità che Iannone liberi il manubrio definitivamente per le note vicende di doping e…soprattutto di gossip… Per quel manubrio però potrebbero esserci in corsa anche Cal Crutchlow e lo stesso Pecco Bagnaia.

La situazione è ancora in divenire. A voi le considerazioni.

(Immagine tratta da Motorsport)

 

(immagine in evidenza tratta da Twitter)

MOTO GP: SI RIPARTE

Quanto tempo è passato⁉️ Un eternità.

Eravamo tutti li a fare il countdown a fine anno per l’inizio del Motomondiale in Qatar…. Personalmente vorrei pensare che il tempo si sia fermato, invece non è così.

Il Motomondiale si rimette in marcia e Dorna rilascia il nuovo calendario valido per la stagione 2020. Vi anticipo… Non sarà come gli altri anni, non sarà un Mondiale come siamo stati abituati ma sarà pur sempre un Campionato del Mondo.

L’errore da non commettere sarà quello di dire, tra qualche mese “eh vabbè ha vinto un Mondiale striminzito, sempre sugli stessi circuiti”…

Il colpo d’occhio va subito alla nazione ospitante dei GP… Sembra il CEV😂 permettetemi. Seconda cosa che risalta è il nome del GP nei casi di “doppietta” sullo stesso circuito.

A Jerez, Spielberg, Misano, Aragon e Valencia si correrà per ben due volte; pertanto la Dorna ha pensato bene di dare il nome diverso al secondo GP. Trovo bellissimo leggere quel “GP di Emilia Romagna”, un omaggio ad una terra magnifica che ha dato tanto a questo sport e soprattutto ad un Popolo “indomabile”, che nonostante le batoste si è sempre rimboccato velocemente le maniche.

Andiamo ad analizzare più nel dettaglio questo calendario.

 

Round 1-2 (19 luglio-26 luglio) Jerez 🇪🇦

Ultime vittorie: 2018 Marquez 2019 Marquez

Favorito: Marquez

Le prime due gare si correranno sul circuito di Jerez de la Frontera, campo di mille battaglie e soprattutto di scontri tra titani (Doohan/Criville, Rossi/Gibernau, Marquez/Lorenzo).  Nelle ultime due stagioni ha vinto Marc Marquez, consolidando il suo potere su una pista sempre “ostica” nei suoi confronti. Sembra strano ma non va in pole a Jerez dal 2014😱

 

Round 3 (9 Agosto) Brno 🇨🇿

Ultime vittorie: 2018 Dovizioso 2019 Marquez

Favorito: Vinales

Il terzo Round andrà in scena su uno dei circuiti più belli in assoluto. Sul tracciato di Brno lo scorso anno trionfò Marquez ma fu la gara del 2018 a fare drizzare i peli… Quella battaglia tra Dovi, Marc e Jorge vinta in volata dal Pilota Italiano… Circuito molto interessante soprattutto per la Yamaha, rinvigorita da un Vinales e Quartararo più in forma che mai.

 

Round 4-5 (16 agosto-23 agosto) Spielberg 🇦🇹

Ultime Vittorie: 2018 Lorenzo 2019 Dovizioso

Favorito: Ducati

Riusciranno gli invasori a conquistare il feudo “Ducati”⁉️ Dal 2016 hanno trionfato Iannone, Dovizioso, Lorenzo, Dovizioso. Il buon Marquez, in Austria, ha sempre preso la “paga” (capita anche a lui raramente) all’ultimo giro. Gli “invasori” avranno due gare per provare a battere i Ducatisti…

 

Round 6-7 (13 settembre-20 settembre) Misano🇮🇹

Ultime vittorie: 2018 Dovizioso 2019 Marquez

Favorito: Marquez

Al Santa Monica di Misano(Sorry Simoncelli World Circuit) si correranno due GP e si preannunciano due weekend “infuocati” soprattutto se dovesse essere la stagione d’addio di Rossi. Su questo circuito il più vincente è (udite udite, a casa loro….) Marc Marquez. Dovranno fare i conti con lui…

 

Round 8 (27 settembre) Catalunya 🇪🇦

Ultime vittorie: 2018 Lorenzo 2019 Marquez

Favorito: Quartararo

Solamente una gara sul circuito tanto caro a Jorge Lorenzo e dove (a casa loro) il più vincente è Valentino Rossi. Lo scorso anno rimanemmo a bocca aperta dinanzi alla prestazione del Rookie Quartararo… Vinse Marquez ma tutti gli occhi erano puntati sul giovane francese che quest’anno sarà l’uomo da battere sul circuito catalano.

 

Round 9 (11 ottobre) Le Mans 🇫🇷

Ultime vittorie: 2018 Marquez 2019 Marquez

Favorito: ⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️ Il GP si correrà ad Ottobre ed in Francia farà freddo. Pioverà ⁉️ Probabile. Io dico prima vittoria KTM🤫 Espargaró…

Ad ottobre inoltrato si correrà in Francia….. Sulla pista di Le Mans si daranno battaglia e sarà una tappa fondamentale. Non saranno ammessi errori poiché si correrà in condizioni completamente diverse da quelle alle quali sono abituati i Piloti. I setup saranno diversi rispetto allo scorso anno, almeno Michelin gioca in casa e potrà tornare a fare “gommini” ad hoc 🤫

 

Round 10-11 (18 ottobre-25 ottobre) Aragon🇪🇦

Ultime vittorie: 2018 Marquez 2019 Marquez

Favorito: Marquez

Sembra di correre nel deserto marziano…. Ed abbiamo pure il marziano. Il Pilota di Cervera domina incontrastato da anni e questa è la “sua” tappa fondamentale per il Titolo. Si correranno due gare al Motorland di Aragon e sono sicuro che farà impazzire il paddock… A buon intenditore 😉

 

Round 12-13 (8 Nov-15 Novembre) Valencia🇪🇦

Ultime vittorie: 2018 Dovizioso 2019 Marquez

Favorito: Probabilmente si giocheranno il Mondiale in questo Round…

Nel “kartodromo” (come ama definirlo qualcuno) probabilmente si deciderà un Mondiale cortissimo. Un Mondiale corto (13 gare) vuol dire che non si possono commettere errori. Errori che sicuramente verrano commessi e che quindi terranno il Mondiale aperto sino ai round finali.

I circuiti di Austin 🇺🇸, Thermas Rio Hondo 🇦🇷, Chang 🇹🇭 e Sepang 🇲🇾 sono ancora in forse per il Mondiale, sarebbe una “manna dal cielo” per l’intero Circus semmai si dovessero correre.

Non ci resta che ricominciare da dove avevamo lasciato… Il conto alla rovescia 🕑🕜🕐🕧🕛

 

P.S. Ho inserito il mio favorito per ogni round, non in base ad un calcolo matematico da professore universitario, semplicemente è un pronostico fatto mentre ero in sella alla mia Artemide… Ad ognuno il suo😉

Francky

IL MOTOMONDIALE NEL NUOVO MILLENNIO-PARTE2

Benvenuti al racconto della seconda parte del decennio “millennium” MotoGp.

La musica cambia ben poco rispetto al primo lustro: Vale Rossi resta il dominatore supremo pur non eguagliando il quattro su cinque fermandosi ad un “modesto” tre su cinque nel secondo quinquennio.

I rivali futuri stanno crescendo nelle categorie minori a suon di gare vinte e mondiali dominati e parleranno spagnolo, non più italiano. La “scuola” spagnola investì molto nel decennio ed i risultati delle classi inferiori raggiunti da Pedrosa e Lorenzo ne saranno la testimonianza a breve, seppur i Mondiali e le vittorie pesanti arriveranno dal 2010 in avanti anche, ma non solo, grazie questi due piloti.

Il vero antagonista della seconda parte del millennio parla l’inglese dell’emisfero australe e, pur non avendo vinto campionati in 125 e 250, è un uomo dotato di talento spropositato e di una velocità che raramente si è vista scaraventata in pista a quel modo: Casey Stoner.

(Immagine tratta da motorsport.com)

Procediamo per gradi.

 

Stagione 2005. Vale fa cinquina

Per parlare del 2005 bisogna partire da qualche mese indietro e comprenderne lo scenario.

Rossi è ormai straripante e nelle ultime quattro stagioni ha portato a casa un bottino di 40 Gp su 64 disputati: bisogna fermarlo. HRC ha passato una stagione a digiuno di vittorie. Roba impensabile e soprattutto impresentabile di fronte a qualsiasi board figuriamoci a quello della più grande Casa del mondo. Un altro campionato già scritto non piace a nessuno primo tra tutti all’organizzatore. Come risolvere? Prendendo il miglior pilota in circolazione dopo Rossi e mettendolo sulla Honda Repsol orfana di VR46. Max Biaggi è quanto di meglio si possa trovare al mondo: l’accordo si perfeziona ed il romano sale su quella tanto ambita RCVissima per poter vincere quel mondiale che gli fu negato nel 1998.

(Immagine tratta da Wikiwand)

Tutto bene quindi? Manco per idea… quando non è cosa non è cosa e basta…

Max riesce a fracassarsi perone ed astragalo durante un allenamento a fine 2004 con la moto da supermotard: il timore iniziale è quello di vederlo ritirato per sempre, ma dopo qualche giorno per fortuna l’allarme rientra e Biaggi si salta “soltanto” le due sessioni di test di fine anno atte ad indirizzare lo sviluppo della moto per il 2005. Tanto basta per mandare in vacca tutto il resto della stagione, perché se le cose cominciano male non possono che andare peggio…va sempre così. Quella che avrebbe dovuto essere la stagione della consacrazione per Max diventa la sua peggiore di sempre e l’anticamera per uscire definitivamente dalla top-class. E se è vero che la sorte non fu dalla sua parte anche lui ci mise del suo eh… Comincia la stagione litigando in prova già a Jerez con il suo compagno di box. Si proprio lui , quel Nicky Hayden che non sarebbe stato in grado di incazzarsi con nessuno tanto era sorridente e pacifico. Da li la stagione non potè che proseguire sui binari dell’assurdo, con il box che in un paio di occasioni riuscì a sbagliare a montar gomme durante le qualifiche e con una moto alla quale volò via anche il selettore della leva del cambio in un occasione….. a Tokyo sono permalosi ed hanno una memoria da elefante….

A scanso di equivoci chiariamo che chi scrive ha adorato Max in tutte le sue sfaccettature e pensa che avrebbe meritato quella seconda occasione che i giapponesi non vollero concedere. L’unico a lottare sino in fondo per Max fu Carletto Fiorani: gli avrebbe dato volentieri una moto per il 2006 ma non riuscì a convincere il suo headquarter.

Quindi il Mondiale a chi può andare? A Valentino che mette la quinta di fila.

Il Gran Premio a Jerez de la Frontera è quello inaugurale e Rossi mette i “puntini sulle i” sin da subito. Negli ultimi due anni Sete Gibernau è stato il suo “avversario” più ostico (vabbè non trovavo le parole, non ridete) e il pesarese pensa bene di abbassargli la cresta tosto tosto. All’ultima curva di una gara che li ha visti combattere da soli, il pilota italiano entra pulito all’interno del tornantino: pulito ma deciso e duro. I due si toccano spalla a spalla e lo spagnolo finisce largo sulla ghiaia senza per questo cadere e conservando lo stesso il secondo posto. E da qui comincia la sceneggiata del dolore lancinante alla spalla durante il giro di rientro e sul podio: lui continua a toccarsi manco avesse ricevuto una coltellata che gli aveva reciso i tendini. Sete aveva vinto la sua ultima gara l’anno prima e dopo questo episodio l’altro che ci si ricorda riferito a lui è quello in cui lanciò mezzo schieramento per aria a Barcellona dell’anno successivo impedendo a Capirossi di giocarsi quel mondiale che avrebbe tanto meritato.

(Immagine tratta da motorsporcycles.com)

Il disegno di rimescolare le carte per fermare Rossi ha come risultato che il pesarese si vince 11 gare anziché le solite 9 all’anno delle due stagioni precedenti!

Il secondo posto nel Mondiale va al giovane di belle speranze Macho Melandri che si accasa in Honda-Gresini e vince le due ultime stagionali a mondiale già assegnato: unite ai cinque podi conquistati lo portano a 220 punti contro i 367 di Rossi.. Non gli è arrivato proprio vicinissimo… passiamo avanti.

(Immagine tratta da zimbio)

La Ducati affronta una stagione di transizione passando alle gomme Bridgestone con l’obiettivo di diventarne la Casa di riferimento e trarne i vantaggi che si vedranno solo negli anni a venire. Nonostante questo (o grazie a questo, punti di vista) Capirossi pesca la settimana da Dio e fa una doppietta tra Motegi (a casa loro) e Sepang.

 

Stagione 2006- Grazie Nicky

Dopo cinque di fila doveva succedere: Valentino scende dal trono 2006 ed il mondiale torna in America grazie a Nicky Kentuky Kid Hayden.

(Immagine tratta da motoblog.com)

La stagione è quella più “strana” del decennio: Rossi e la Yamaha sono sottotono e ciò consente a diversi piloti di vincere le singole tappe alternandosi in vetta alla classifica mondiale permettendo la vittoria finale all’americano con soli 252 punti.

Il regolarissimo Hayden riesce ad aggiudicarsi l’iride con due sole vittorie all’attivo contro le cinque di Rossi e le tre a testa di Capirossi e Melandri. Un mondiale deciso anche dall’inaffidabilità improvvisa della Yamaha M1 che pianta in asso due volte il pesarese in Francia ed a Laguna Seca. Sommando ciò ad una scelta sbagliata di gomme in Cina, alla mano frantumata al giovedì di Assen ed alla scivolata finale di Valencia ecco riassunti i motivi della prima sconfitta di VR46 che comunque fa secondo, mica pizza e fichi….

(Immagine tratta da derapate alla guida.it)

La stagione fu comunque divertente. Tra i diversi vincitori di tappa compare anche quel Dani Pedrosa che HRC volle in fretta e furia sulla sua Repsol in sostituzione del giubilato Biaggi: il debutto da rookie per lo spagnolo fu convincente. Ciononostante riuscì nell’impresa “meravigliosa” di stendere il suo compagno Hayden in piena lotta mondiale nella penultima gara in Portogallo: fu un tentativo di sorpasso tanto inutile quanto scellerato, roba da caricarlo di mazzate fosse solo successo una ventina di anni prima…

(Immagine tratta da Motogp.com)

Ma il destino non lo si può cambiare e se è scritto che il campionato lo devi vincere lo vinci e basta. Infatti Vale finisce la gara al secondo posto in volata per soli due millesimi di secondo, sopravanzato da Toni Elias che imbrocca la gara della vita (resterà l’unica vittoria in Motogp) togliendo al “giallo” quei cinque punti che sarebbero valsi il mondiale anche al netto della “vaccata valenciana” di quindici giorni dopo….

(immagine di Redbull.com)

Ducati e Capirossi perdono un’occasione perchè la loro stagione fu molto più regolare della precedente e avrebbero potuto farcela. Torniamo sempre a quel destino immutabile che per i rossi e Loris si palesa con le sembianze del tuo compagno di squadra Sete “Hollywood” Gibernau: alla prima curva del Gp di Catalunya decide che è il momento di mutare la sua esistenza trasformandosi in una palla da bowling e realizzando uno strike che manda per campi mezza griglia di partenza. Loris è uno di quelli messi peggio tanto da dover correre in condizioni disastrate anche la successiva gara ad Assen 6 giorni dopo. Guarito pensò ben di non farsi mancare la seconda vittoria consecutiva “a Casa loro” (sarebbe Motegi) dopo quella dell’anno precedente.

(Immagine tratta da Formulapassion)

Per la prima volta nella sua storia Ducati vince quattro gare in stagione e l’ultima merita qualche riga in più, vogliate perdonarmi. Al di là della lotta al titolo, della scivolata stupida di Rossi, Valencia 2006 rappresenta una delle gare più “gustose” alle quali chi scrive abbia mai assistito. Poco sopporto i dominatori e la teatralità che spesso e volentieri li caratterizza, molto di più amo i piloti semplici, old style come quelli della mia gioventù o semplicemente quelli della SBK, soprattutto quando realizzano le IMPRESE…. Dopo aver vinto il mondiale delle derivate dalla serie sulla 999 (che mai aveva guidato prima) i vertici Ducati decidono di “regalare” una partecipazione al loro campione più rappresentativo a livello di immagine, quel Troy Bayliss appiedato a fine 2004 e rimesso in SBK proprio nel 2006. Che fa Troy? Accetta la proposta col vincolo di portarsi dietro tutti i suoi tecnici con cui “dividere” il premio direttamente in pista. Non metteva il culo sulla Desmosedici dal 2004 (due anni) e le Bridgestone le aveva viste prima solo sulla rastrelliera di un gommista della periferia di Taree. All’epoca il “live Timing” della Motogp era free ed io lo seguivo sempre durante le prove. Ricordo che al sabato dissi “occhio a Bayliss” ai miei amici “ducatristi”. “Ma smettila”, fu la risposta, “se è una Ducati quella che domani può vincere è quella di Loris”… E Invece? VENI VIDI VICI….  GRAZIE Troy e saluti alla MotoGp per sempre, da trionfatore. Grazie, Grazie Troy.

(Immagine tratta da Motorinews24)

 

Stagione 2007- Casey Stoner e la Ducati

Cambio di regolamento e passaggio alla cilindrata di 800cc. Onestamente questa mossa poco la capì all’epoca e poco ancora la capisco a posteriori. Se vuoi creare una categoria più “attinente” alle situazioni di mercato perché scegliere quella cubatura? Poco importa: il regolamento durò sole cinque stagioni e si tornerà nel 2012 alle “normali” 1000.

Ducati Corse ingaggia un ragazzino che non ha mai vinto un mondiale, nemmeno nelle classi minori: ha un solo anno di MotoGp sulle spalle corso con la Honda di Lucio Cecchinello che ce lo ha sotto la sua ala da diverse stagioni. Casey ha impiegato buona parte del 2006 a collaudare tute e caschi sia in prova che in gara però, come diceva un tale che la sapeva lunga, per avvicinarti al limite lo devi prima superare: e Stoner lo passava spesso e volentieri..

Il Mondiale comincia un sabato di marzo in Qatar con Rossi in pole position, giusto per gradire. Casey rifila “8 decimi 8” al suo compagno Capirossi e parte a cannone come direbbe (e forse disse) il bravo presentatore. Di fronte allo stupore del mondo vince davanti a Valentino la prima gara della sua carriera in MotoGp e lo fa in sella ad una Desmosedici che in rettilineo è un fulmine di guerra. Rossi non prende esattamente bene che dopo gli adesivi gli si raschi pure la vernice a quel modo. Comincia a lanciare velate accuse sin dall’immediato dopogara: “ma siamo sicuri che sia 800?”…. e da li partono anche le ipotesi che la Ducati abbia una sorta di serbatoio supplementare nel telaio a traliccio di tubi… Niente di più falso. Preziosi &Co. Mettono insieme semplicemente un gioiello di moto con un motore che sfrutta i vantaggi del sistema desmodromico nel girare in alto come le 800 prediligono e la dimostrazione sono le 11 gare vinte (10 Stoner 1 Capirossi) durante tutta la stagione su ogni tipo di pista, anche quelle “guidate”: la moto va fortissimo sul dritto e alle curve ci pensa Casey….. Nascono i falsi miti di uno Stoner in grado di sfruttare meglio di chiunque altri i vantaggi dell’elettronica, miti demoliti dal fatto che Casey è stato semplicemente uno dei migliori talenti a livello velocistico mai apparso sul pianeta Terra, miti sfatati quando lo stesso si trasferì in HRC. Casey era semplicemente fantastico, fine delle discussioni. Un pilota in grado di andar forte con qualsiasi cosa, capace di scendere in pista e fare il miglior tempo al primo giro utile come pochi si erano mai visti prima al mondo. Un pilota “ignorante” come a me piace definire questi talenti.

(immagine tratta da Motori News 24)

La vittoria finale non è mai messa in discussione e l’australiano vince il suo primo mondiale riportando una casa italiana sulla vetta del mondo dopo l’ultimo titolo della MV Agusta risalente al lontano 1973.

Ironia della sorte Stoner vince il mondiale proprio a Motegi sulla pista dei giapponesi e la gara va al suo compagno Capirossi: il mondo alla rovescia, con un copione che se fosse stato scritto prima non si sarebbe riusciti a rispettare.

Re Valentino V è spodestato ed i tifosi hanno un nuovo idolo, perché con Stoner arriva il primo “vero” rivale, il primo in grado di sconfiggerlo sul campo a suon di sorpassi e vittorie. Il dualismo è perfetto in quanto Casey, da australiano, ha un carattere davvero agli antipodi rispetto all’italiano: niente teatri, niente scenette, niente parole inutili, solo gas aperto e pieghe deliziose.

Ogni stagione ha un sacco di aneddoti raccontabili e a me piace ricordare gli exploit, le imprese dei singoli che restano negli annali. Nel 2007 se ne verifica un’altra: la Suzuki torna alla vittoria in un gran premio dai tempi di Valencia 2001. Un altro australiano importato dalla SBK (i canguri son simpatici..) a nome Chris Vermuelen vince una gara pazza bagnata azzeccando il momento del cambio moto dapprima e poi esaltando la sua attitudine alla guida sul bagnato. Per la successiva vittoria Suzuki dovrà attendere un’altra gara bagnata a Silverstone 2016.

Vermeulen, French MotoGP 2007

(Immagine tratta da Formula passion)

 

Stagione 2008- Il ritorno del Re

Nota triste del 2008: in questa stagione si concludono le carriere ad altissimo livello di altri due piloti italiani che insieme a Rossi e Biaggi tanto fecero sognare il Belpaese fin qui. Capirossi lascia la Ducati al nuovo Imperatore australiano per trasferirsi in Suzuki con la quale conquisterà l’ultimo podio della sua vita sportiva. Il manubrio della seconda D16 va a Marco Melandri che distruggerà la propria carriera in sella ad una moto che vola in mano a Stoner e che con lui prende anche tre secondi al giro in diverse occasioni. Se Capirex sale sul podio nel 2008 Melandri dovrà aspettare l’anno successivo in sella al team Kawasaki ormai in fase di smobilitazione.

Valentino Rossi si riprende lo scettro mondiale ma con Stoner deve faticare di più degli anni passati.

(Immagine tratta da Moto10.com)

La Yamaha gli mette accanto Jorge Lorenzo (tricampeao delle classi minori) cominciando a pensare al futuro: nonostante i sorrisi di facciata Rossi non la prende proprio benissimo. I campioni si annusano e, per non farsi annusare troppo, il pesarese farà erigere il famoso muro all’interno del box. Sulla questione le tesi si sprecano, compresa quella del “capo” del team Jarvis che lo giustifica con la necessità dettata dall’utilizzo di due fornitori di pneumatici diversi tra i piloti. Già, perchè se Lorenzo utilizzerà le consuete Michelin, Rossi passerà nel 2008 a Bridgestone convinto che una parte del vantaggio di Ducati e Stoner sia proprio dovuto alle gomme. Sarà vero? Mah, forse….

Il mondiale comincia con la novità della prima gara in notturna della storia in Qatar: nuovo l’orario vecchi i vincitori, Stoner e la Desmosedici. La stagione comincia “strana” perché dopo tre appuntamenti in testa non c’è il duo Rossi/Stoner ci sono Pedrosa e Lorenzo a pari punti ed autori di una partenza “a bomba” che vede Lorenzo vincere in Portogallo la sua prima gara alla terza occasione utile.

A partire dalla Cina Rossi rimette insieme il puzzle ed infila una tripletta compresa la Francia e il suo Mugello. Mentre lui riprende la testa del mondiale, il suo compagno di box “riprende” l’asfalto di Shangai con la testa e perde il feeling iniziale..Capita quando cerchi il limite. (fuori Lorenzo)

(immagine tratta da motociclismo.it)

Il mondiale è una lotta a tre sino alla Germania: Stoner e Rossi i più veloci (ma con qualche errorino) si portano dietro un eccellente Pedrosa che, a suon di piazzamenti e un paio di vittorie, riesce a compensare il divario di prestazione pura con la costanza. Al Sachsenring sotto l’acqua vince nuovamente l’australiano (perché la Ducati va forte solo sul dritto… ndr) mentre Dani “sceglie” di levarsi di mezzo fracassandosi una mano dopo essere caduto mentre era al comando del Gran Premio: salterà la gara successiva e addio lotta iridata. (fuori Pedrosa)

(Immagine tratta da derapate alla guida .it)

Questa resta una guerra tra due fuoriclasse come non si vedeva dai tempi d’oro dell’era americana degli “eighties”. Purtroppo finisce prestissimo perché l’italiano infila una cinquina secca da Laguna Seca (con lo storico sorpasso al cavatappi che sposta definitivamente l’inerzia) sino a Motegi mentre Casey cade due volte di fila mentre è in testa alla gara prima a Brno e poi a Misano dicendo addio ai sogni di gloria.

(Immagine tratta da motociclismo.it)

Già, Misano 2008, il giorno della vergogna, quello in cui si sentirono le urla della curva gialla in TV nel momento della caduta di Stoner. (fuori Casey)

(Immagine tratta da bandierascacchi.it)

Il mondiale finisce virtualmente nelle mani di Rossi già a fine agosto seppur il verdetto matematico arriverà più avanti: esce dal Mugello con 75 punti di vantaggio, ovvero 3 gare ed ancora solo cinque da disputare…E di queste ne vincerà altre tre: non si può competere con il ragazzo di KurriKurri nella sua Australia e neanche nella passerella finale di Valencia (altra pista da motore eh..)

Rossi conquista il suo penultimo iride in una delle stagioni più appassionanti.

 

Stagione 2009- L’ultima di Valentino

Già, l’ultima del Vale nazionale e sono passati undici anni. Sei vittorie di tappa sono sufficienti a regalargli l’ultimo iride e a permettergli di raggiungere quota 100 nel Motomondiale. L’ultimo iride che nel conteggio totale significa 9 titoli su 14 campionati ai quali aveva partecipato sino ad allora: numeri che si commentano da soli.

(Immagine tratta da motociclismo.it)

Il suo avversario principale è il suo compagno di box Jorge Lorenzo che di fare il secondo non ci pensa e gliela fa sudare fino a quando riesce. Casey e la Ducati impattano in una stagione “deludente”: a chiuderla con quattro vittorie di tappa la firma sarebbe arrivata già test invernali solo qualche anno prima.  Siamo nell’anno del malore di Casey, della sua convalescenza, del suo smarrimento, della perdita del feeling con la sua D16. Ma è anche l’anno della “solita” vittoria in Qatar, del dispetto a Valentino nel suo Mugello (prima di Ducati sulla pista di casa), della sua scontatissima vittoria a Philip Island e della sua scivolata nel giro di ricognizione di Valencia dove sarebbe partito dalla pole.

Il team HRC lascia andare il suo ultimo campione del Mondo Hayden alla corte della Ducati e lo sostituisce con un giovane italiano di belle speranze che aveva “congelato” per un anno in un team satellite: Andrea Dovizioso sale sulla RC212V ufficiale e vince a Donington la sua prima nella classe maggiore diventando uno dei pochi piloti al mondo in grado di vincere in ogni categoria mondiale a cui abbia partecipato.

Jorge Lorenzo cambia il suo numero di gara passando dal 48 al 99. Dietro questo cambio c’è la bruttissima vicenda della separazione dal suo storico manager ex pilota Dani Amatrain, del suo arresto e delle minacce anche ai fratelli Espargaro.. Nonostante questa brutta storia Jorge è tosto ma non gli bastano 12 podi (di cui 4 vittorie) per contenere Valentino: quattro zeri in tabella li recuperi solo se ti scontri con uno qualsiasi e non con chi vuole portarsi a casa la settima corona iridata in dieci anni. E così andò, seppur Giorgio vendette carissima la pelle, dando luogo a duelli entusiasmanti il cui culmine fu quello a Barcellona con il sorpasso dei sorpassi all’ultima curva.

(Immagine tratta da Gpone)

Al terzo posto del mondiale Pedrosa, sempre presente ma sempre senza quel guizzo in più in grado di farlo diventare dominatore anche di una sola stagione: vince in volata con Rossi a Laguna e si porta a casa il trofeo dell’ultima gara del decennio a Valencia.

 

Si conclude in questo modo la storia di un decennio dominato dal tricolore con 8 mondiali totali in bacheca tra Valentino e la Ducati che si ritroveranno insieme da li a qualche mese per formare quel binomio che ha infranto tanti cuori e diviso squadre e tifoserie.

Valentino nel 2009 ha ancora trent’anni e tutto il tempo per poter collezionare titoli che però non arriveranno più. Ma il decennio appena raccontato resterà nella storia per i cambiamenti, per il dominio di un ragazzo che è riuscito a spaccare tifosi ma portare popolarità e prestigio ad un Campionato che prima di lui era sconosciuto alla maggior parte del pubblico di oggi e del decennio precedente. Ma per parlare di Valentino, dei suoi meriti, dei suoi onori e dei suoi difetti non basta un trafiletto su un blog. Onore al Re del decennio e grazie per aver riportato l’Italia sulla vetta del mondo.

Grazie anche a Ducati che ha avuto il merito di crederci e di farci sventolare il rosso anche a due ruote.

Alla prossima.

 

(Immagine in evidenza tratta da Road 2 sport)

Motogp 2020- Gran Premio del Qatar

Anni fa era meno sorprendente vedere bagagli scaricati dalle stive un attimo prima della chiusura delle stesse: non è la prima volta che salta un Gran Premio all’ultimo momento. Sono piuttosto le motivazioni quelle che lasciano perplessi, ma non è questa la sede per affrontare discorsi politici, sociali ed economici. Qui si parla di corse, quelle che vorremmo vedere correre senza troppi fattori esterni ad ostacolarne lo svolgimento.

Tutto rimandato ad Austin ad inizio Aprile, ma la situazione è in continuo divenire per cui ci toccherà attendere gli eventi che rivoluzioneranno comunque il calendario visto che anche Buriram è stato rimandato ad ottobre sua data abituale fino all’anno scorso: quando si dice il destino!!

Vedremo due terzi di Gran Premio, seppur il terzo mancante vale i tre quarti dell’appuntamento. Sarebbe stato interessante verificare i valori in campo dopo i tests invernali in cui la nuova Honda pare sia diventata praticamente un cancello perché non si adatta alle nuove Michelin. Dobbiamo rimandare  ma ce ne faremo una ragione. In realtà i valori non dovrebbero essere cambiati di molto in quanto anche le line up sono rimaste praticamente le stesse ad eccezione della famiglia Marquez al completo in HRC (papà Marquez sostituirà Alberto Puig dopo le prime gare nel caso ancora non ne foste a conoscenza!).

Immagine tratta da Motorbox.com

Correranno i cadetti che si trovavano già in Qatar per i test della settimana scorsa che non necessitano di visti sanitari e/o di quarantene. La Moto2 diventerà quindi l’evento clou del weekend. Dopo l’anno di rodaggio con il motore Triumph e l’introduzione del gommone nel corso del 2019 non ci saranno rivoluzioni tecniche di rilievo. Al contrario della classe maggiore tra i cadetti troviamo cambi di line up ed il debutto di pezzi da novanta sbarcati dalla Moto3. Il campione del mondo 2019 Moto3 Lorenzo dalla Porta andrà a far compagnia ad Enea Bastianini nel team Italtrans mentre Aron Canet affiancherà Syahrin sceso nella categoria inferiore per far coppia con lui nell’Angel Nieto team che schiererà due Speed Up portando così a quattro in totale le moto di Luca Boscoscuro oltre a quelle del suo stesso team affidate sempre a Navarro e al nostro Diggia.

Bulega esce dal team Sky per andare sotto l’ala di Fausto Gresini ed al suo posto sale sulla Kalex nerazzurra Marco Bezzecchi. Formazione tutta italiana per il team MV con nonno Corsi e Manzi.

Il risultato dei tests invernali ha evidenziato il buono stato di salute della Speed Up con un gran bell’inizio per Canet mentre il nostro Lorenzo Dalla Porta ha faticato ad adattarsi sinora. Gli altri big sempre nelle prime posizioni. Sara pur scontato ma ciò che conterà sarà la bandiera a scacchi che vedremo domenica pomeriggio.

Immagine tratta dal sito maxracingteam.com

I ragazzini della Moto3 daranno al solito lo spettacolo più divertente senza permetterci di fare pronostici. In SkyVR46 si assisterà al ritorno di Migno che sostituirà Foggia approdato alla corte di Leopard per rimpazzare il campione in carica. Paolo Simoncelli ha lasciato inalterata la propria formazione seppur Antonelli sarà assente in Qatar perché operato alla spalla e sostituito da Garcia. Romano Fenati viene accolto nel team di Max Biaggi (la vedo complicata, mi sbaglierò) e guiderà l’Husqvarna di ritorno alle competizioni.

Buon mondiale a tutti.

Immagine in evidenza tratta da Today.it

 

Salvatore Valerioti

LA TOP 10 DEL DECENNIO. IL 2010-2019 DELLA MOTOGP

Si chiude un altro decennio in MotoGP.  Si chiude nel segno del cambiamento, quel cambiamento partito nel 2009 (fornitura unica degli pneumatici, il “monogomma”) che di fatto ha livellato  non di poco il Mondiale. Quello fu il primo di una serie di “piccoli passi” che hanno portato a stagioni di MotoGP con gare tirate sino all’ultima curva e con distacchi davvero risicati tra il vincitore ed il secondo.

È tempo di tirare le somme ed andare ad analizzare chi, nel corso di questo decennio ha lasciato un segno tangibile sulla storia della categoria Regina.

Colgo l’occasione per ringraziare dal primo all’ultimo Pilota che hanno dato il 110% in ogni gara, in ogni sessione di prova ed in ogni test. Si estende il mio grazie anche a tutti coloro che lavorano dietro le quinte…

A tutti loro va il grazie degli appassionati del Motorsport.

Se per le prime posizioni di questa Top10 è stato abbastanza “facile”, la difficoltà maggiori sono emerse nella seconda metà della classifica e sopratutto chi lasciare, a mio modesto parere di appassionato, fuori da questa personalissima classifica. Penso a Marco Simoncelli inanzitutto, che non ha avuto il “tempo” di dimostrare in pieno il suo potenziale ed il cui ricordi vive in tutti noi. Penso a Ben Spies che stregó tutti nel giro di pochi GP, ad Andrea Iannone che riportò la vittoria a Borgo Panigale ben 5 anni dopo Stoner, oppure a quel matto Australiano di Jack Miller capace di passare direttamente dalla Moto3 alla MotoGP.

Andiamo adesso a scoprire le 10 posizioni di questo decennio.

10^ POSIZIONE

FABIO QUARTARARO – Si proprio lui. Perché? Semplice. Trovatemi un altro che abbia messo a ferro e fuoco il paddock salendo su una moto clienti (M1 bistrattata dal Team Ufficiale nel 2018). Risposta? NON ESISTE. Anzi è esistito ma bisogna tornare indietro di 21 anni ed a quella gara a Suzuka del 1998 della classe 500.  Il Diablo ha conquistato 6 pole positions e ben 7 podi, solamente la vittoria gli è mancata. Certamente è il futuro della categoria.

9^ POSIZIONE

ALEX RINS – Un altro pezzo pregiato del futuro della categoria. In 3 anni di MotoGP ha collezionato 2 vittorie ed 8 podi riportando la Suzuki nella parte alta della classifica. Un Pilota che ha fatto della costanza e della crescita “step by step” un cavallo di battaglia. Pilota che non ha mai disdegnato la bagarre e le carenate, Assen 2018 vi ricorda niente? Merita un posto in questa Top10.

8^ POSIZIONE

CAL CRUTCHLOW – Il Re degli Indipendenti. Il britannico ha disputato 9 stagioni in MotoGP avendo gareggiato sempre con Team indipendenti (ad eccezione del disastroso anno nel Team Ufficiale Ducati) ottenendo ben 3 vittorie, 19 podi, 4 pole position e 4 giri veloci in gara. È uno dei pochi Piloti ad aver trionfato in una gara della MotoGP e del Mondiale SBK (doppietta nel 2010 a Silverstone su R1 davanti in entrambe le manche ad un certo Jonathan Rea…). Un Pilota senza peli sulla lingua che ha certamente infiammato paddock e tribune.

7^ POSIZIONE

MAVERICK VINALES – Top Gun entra di diritto nella Top10 di questa decade.  7 vittorie, 23 podi, 9 pole e 9 giri veloci dopo 5 stagioni nella classe Regina. Dopo un 2015 di apprendistato sia per lui che per la rientrante Suzuki (si ritirò dalle corse a fine 2011), nel 2016 riportò la casa di Hamamatsu sul gradino più alto del podio vincendo una spettacolare gara a Silverstone, regalando alla Suzuki la vittoria dopo ben 9 anni da quella di Vermulen a LeMans. Incredibile il suo passaggio alla Yamaha M1 con la quale, al primo anno riuscì a salire sul podio finale mettendo dietro il più blasonato Valentino Rossi. Insieme a Quatararo e Rins sarà uno dei prinipali protagonisti della prossima decade.

6^ POSIZIONE

ANDREA DOVIZIOSO- Il Dovi entra di diritto nella Top10 essendo stato il Pilota Italiano più vincente in questo decennio. Ben 13 vittorie, 58 podi, 7 pole e 11 giri veloci. É il Pilota che ha battuto più spesso Marc Marquez all’ultima curva, vincendo alcuni GP epici. A memoria il più bello è quello di Motegi, in Giappone, sotto una pioggia battente che ha tenuto gli appassionati incollati alla TV. Il Titolo Mondiale è  l’unica cosa che é veramente mancata al Dovi in questo decennio, avendo avuto il pregio di cucirsi addosso una moto col tempo ed il duro lavoro, risollevandola dalla situazione disastrosa del biennio 2011-2012.

5^ POSIZIONE

VALENTINO ROSSI – Qualcuno potrebbe chiedersi “Perché davanti al Dovi se ha vinto di meno!?!” Semplice… a 39 anni salire sul podio del Mondiale non è da tutti. In queste 10 stagioni ha ottenuto 12 vittorie (-1 da Dovi), 70 podi (+12 su Dovi), 7 pole (= Dovi) e 13 giri veloci (+2 su Dovi). Ha chiuso ben 5 volte sul podio Mondiale in 10 anni e nel triennio 2014-15-16 si è classificato al 2° posto nel Mondiale. Ha regalato vittorie memorabili (Misano 2014 e Barcellona 2016 su tutte), mentre negli ultimi tre anni ha faticato molto. Sicuramente è stato uno dei protagonisti di questo decennio dopo aver monopolizzato il precedente.

4^ POSIZIONE

DANIEL PEDROSA – Ai piedi del podio il più forte Pilota ad aver corso nella classe Regina a non aver vinto il Titolo Mondiale più ambito. Vuoi per il fisico minuto, vuoi per la tanta sfortuna, vuoi il destino ma…. in questo decennio ha corso 9 stagioni e vinto ben 23 GP, 74 podi, 18 pole e 30 giri veloci in gara. Ha regalato emozioni infinite generando un amore profondo per il suo personaggio, quasi fosse un fumetto… Uno stile di guida unico e bellissimo da apprezzare che entra di diritto nella storia del motociclismo.

3^ POSIZIONE

CASEY STONER – Il canguro mannaro ha corso solamente 3 stagioni in MotoGP prima del suo ritiro a soli 27 anni. Vincitore del Titolo Mondiale nel 2011 al suo primo anno sulla Honda ufficiale, ha trionfato in 18 GP, 35 podi, 21 pole e 12 giri veloci in gara. Onestamente non trovo le parole giuste per descrivere Casey, il rammarico per quanto avrebbe potuto dare al nostro sport è altissimo. Sopratutto quanto sarebbe stato bello vedere un confronto diretto con Marc Marquez… Entra di diritto sul podio della TOP10 del decennio.

2^ POSIZIONE

JORGE LORENZO – Il Magnifico ha vinto 3 dei 10 Mondiali disputati (2010-2012-2015) vincendo ben 42 GP, 96 podi, 34 pole e 25 giri veloci. La sensazione è che sia stato l’unico veramente in grado di impensierire Marc Marquez, il più temuto in assoluto da quest’ultimo. Ha dominato la prima parte del decennio vincendo 3 Mondiali nelle prime 6 edizioni salvo rallentare la sua corsa al Titolo quando, nel 2017, cambiò squadra andando nel Team Ufficiale Ducati. Memorabile la sua affermazione al Mugello nel 2018 (in foto) e sopratutto al Red Bull Ring in Austria con un duello corpo a corpo negli ultimi 10 giri con Marc Marquez. La scellerata scelta di Ducati e Lorenzo di separarsi e l’anno in Honda HRC hanno lasciato tantissimi rimpianti…

1^ POSIZIONE – RE DEL DECENNIO👑

Marc Marquez nella celebre “salvata” del GP di Valencia nel 2017.

MARC MARQUEZ – 6 Titoli Mondiali,127 GP disputati, 56 vittorie (44%), 95 podi (75%), 62 pole (49%) 56 giri veloci in gara (44%). SERVE ALTRO⁉️⁉️⁉️ 

Si serve altro. Ha riscritto la storia di questo sport come mai nessun altro in tempi recenti.

Ha vinto il Titolo Mondiale all’esordio nella categoria ed ha alzato l’asticella ad un livello altissimo per chiunque. È riuscito ha creare un modo per salvare un scivolata rialzando la moto con l’ausilio di gomito e ginocchio. Il tutto condito da una serenità disarmante fuori la pista salvo poi diventare uno spietato killer in pista.

Ha vinto il Mondiale il condizioni di inferiorità di moto, su tutte le annate 2016 e 2017. È stato l’assoluto dominatore di questo decennio. Il mese di febbraio, all’inizio del nuovo decennio (2020-2029) compirà 27 anni….. Tra 10 anni sarà in testa a questa stessa classifica⁉️

Ai posteri l’ardua sentenza.

https://twitter.com/AngyFra89/status/1212737194844139520?s=19

 

Francky Longo.

 

 

(Foto tratte dal sito motogp.com)

P.S. Foto in copertina dedicata al più grande rimpianto di questo decennio…