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F1 2021 – GRAN PREMIO DI TURCHIA

Confermato, poi a rischio cancellazione e alla fine rientrato dalla porta di servizio. E meno male verrebbe da dire, dato che è quasi sempre stato scenario di gare appassionanti.

L’Istanbul Park doppia la presenza del 2020 e sono diversi gli aspetti interessanti da verificare per una tappa del mondiale che potrebbe essere più cruciale di quanto si immagini.

In primis, un “cortocircuito” tecnico tra gli organizzatori e la Pirelli ha fatto sì che, probabilmente, le mescole di uno step più morbido rispetto al 2020 che si è deciso di utilizzare creeranno non pochi problemi in termini di durata in gara.

Motivo? Gli organizzatori hanno trattato l’asfalto del circuito rendendolo più abrasivo dello scorso anno. Più grip ma anche più consumo e una gara che punta decisamente sulle due soste quando si è sempre viaggiato comodamente sulla singola sosta.

Vedremo se questo si rivelerà un vantaggio per Red Bull o Mercedes. Ma le preoccupazioni degli anglo tedeschi sono rivolte principalmente al comparto PU. Tanti gli inconvenienti a carico negli ultimi tempi, soprattutto delle PU dei team clienti, e l’urgenza sempre più pressante di un cambio di PU per Hamilton, con conseguente penalità in griglia.

immagine da alvolante.it

La Red Bull ha già giocato questo jolly a Sochi. Aiutata dal meteo, il secondo posto del 33 olandese è equivalso in pratica ad una vittoria. Pochi punti persi, una PU nuova di zecca e la ragionevole tranquillità di finire il mondiale senza ulteriori penalità.

Per Mercedes invece si impone l’interrogativo su dove e quando (e se…) usufruire del cambio di PU. Potrebbe essere anch solo un bluff  ma nel caso si rendesse necessaria, potrebbe essere proprio in Turchia. Non ci dispiacerebbe vedere l’inglese partire dal fondo e tentare una furiosa rimonta, così come visto per Verstappen a Sochi.

Continua la lotta tra Ferrari e McLaren per il terzo posto del costruttori. Ma rispetto alla prima parte di stagione con un Ricciardo in più tra le armi della squadra di Woking.

L’australiano sembra quasi quello dei tempi belli e può portare tanti punti in più rispetto a quello visto fino ad ora. Come da qualche GP a questa parte, a sviluppo delle monoposto fermo in attesa del 2022, la differenza la farà chi si adatterà meglio alle variabili che ogni pista e condizione meteo propone.

immagine da f1grandprix.motorionline.com

Anche Sainz, come Leclerc in Russia, dovrà partire dal fondo della griglia per l’introduzione della quarta PU stagionale. Come per il monegasco, l’imperativo è accumulare dati e verifiche sul corretto funzionamento di particolare dell’unità motrice che vedremo nel 2022.

Atteso il riscatto di Norris e Leclerc, usciti male dal Gp di Russia, con il monegasco superato in classifica da Sainz.

In Turchia il comparto delle monoposto “midifield” potrebbe arricchirsi di un ospite in più. La Williams è cresciuta molto nelle ultime settimane e Russell è costantemente in zona punti o immediatamente a ridosso.

Non proprio una bella notizia per scuderie che erano partite in netto vantaggio e che potrebbero subirne il ritorno. In particolare l’Aston Martin che fa sempre più fatica a marcare punti, escludendo il GP farsa del Belgio e Monza con Stroll.

Curiosità per il confronto in casa Alpine con Alonso che torna all’Istanbul Park e potrebbe soffrire la mancanza di confidenza con la pista rispetto al compagno di squadra Ocon.

In casa Alpha Tauri i punti mancano da due GP e il GP turco potrebbe essere una buona occasione per prenderne qualcuno. Puntiamo ovviamente su Gasly, ma chissà che “l’incredulo” Tsunoda, sorpreso di essere stato riconfermato per il 2022, non regali una prestazione di alto livello.

Alfa Romeo e Haas cercheranno di sfruttare gli eventuali problemi di chi gli sta davanti. Poche chance di prendere punti ma chi si gioca qualcosa di grosso è Giovinazzi, chiamato in questi ultimi sette GP a delle prestazioni che gli possano garantire un posto in squadra per il 2022. Sempre che non sia già stato tutto deciso a suo sfavore…

*immagine in evidenza da livegp.it

Rocco Alessandro

 

NORRIS RISCHIA TROPPO, HAMILTON FA 100

E’ un mondiale come non se ne vedevano da anni. Due contendenti su due auto diverse, una lotta senza quartiere. E, spesso, arriva la pioggia a creare situazioni imprevedibili.

Pioggia che era ampiamente annunciata a Sochi, e che ha contribuito a creare uno dei week-end più entusiasmanti della stagione. A partire dalle qualifiche, iniziate con pista bagnatissima e finite con una striscia di asfalto abbastanza asciutta da montare le slick, con Norris a cogliere la sua prima pole position, seguito da Sainz e Russell. Hamilton si è trasformato, per l’occasione, in David Coulthard, sbattendo all’entrata dei box e rimediando solo un quarto posto. Non molto, considerando che il suo rivale sarebbe stato costretto a partire dal fondo per cambio della power unit.

Si spengono i semafori e Sainz sembra venire risucchiato da chi lo segue, ma Norris gli dà la scia e gli consente di presentarsi primo alla prima curva. Hamilton perde diverse posizioni mentre Leclerc, partito dal fondo come Verstappen, ne guadagna ben 7 nel primo giro.

Dopo 5 giri Max è bloccato in 15a posizione dietro Bottas, al quale era stata “precauzionalmente” cambiata la PU spedendolo cosí in fondo alla griglia a marcare l’olandese. Ma Valtteri non è Chiellini, e si fa infilare da Verstappen quasi subito. Poco dopo anche Gasly spalanca la porta all’olandese.

I primi due hanno fatto il vuoto, con Russell che blocca tutti gli altri. Hamilton è sesto a 10 secondi. Carlos inizia ad accusare graining e Lando si avvicina e prova l’attacco senza successo, poi si allontana nuovamente in preda anch’egli al graining. Ancora pochi giri e con una mossa felina, e non inquadrato dalle telecamere, riesce a passare lo spagnolo.

Nel frattempo, Hamilton con una Mercedes che sembra spompata non riesce a recuperare posizioni, e, anzi, si fa avvicinare da Perez.

Stroll, in quel momento ottimamente nelle prime posizioni, anticipa la sosta al giro 13. E al giro dopo anche Russell tenta l’undercut. Si ferma poi anche Sainz, ormai in crisi con le gomme, e riesce a tenere la posizione su loro due, nonostante nel frattempo avessero guadagnato tantissimo sullo spagnolo.

Grazie ai pit-stop, Verstappen si è portato in sesta posizione, a soli 9 sec. da Hamilton. Incollato a lui c’è Leclerc. Con strada libera Max inizia a volare. E in pochi giri raggiunge il trenino dei primi, guidato da Ricciardo, secondo. Norris sta guadagnando un secondo al giro su questo gruppetto.

L’australiano  è il primo del gruppo a fermarsi,  ma il pit stop è molto lento. Con strada libera, anche Hamilton si mette a volare e Max, che non riesce a superare Alonso, lo vede andare via impotente.

Al giro 27 Lewis si ferma, e l’olandese lo imita. Ma all’uscita dai box fra i due si mettono Ricciardo e Russell.

Norris si ferma al giro successivo. Hamilton con gomma dura guadagna 3 posizioni in pochi giri e si mette alla sua caccia. Max si trova invece bloccato dietro a Ricciardo, come era accaduto in precedenza a Lewis.

Bottas viene implorato da Toto Wollf di fare di piú, ma il finlandese sembra non averne voglia e naviga in un’anonima 14a posizione.

Perez e Alonso sono fra gli ultimi a fermarsi e in testa ritorna Norris con Hamilton a soli 3 secondi. L’ultimissimo a cambiare le gomme è Leclerc, ma un pit stop lungo lo fa rimpiombare in 13a posizione.

Alonso, rientrato dietro Verstappen, lo supera in pochi giri. L’olandese dopo il cambio gomme sembra completamente perso.

Hamilton, dopo essere arrivato ad un secondo da Norris, vede poi il connazionale allontanarsi di nuovo. Dietro di loro Sainz è terzo ad oltre 30 secondi, con Ricciardo a 2 secondi.

Ma proprio quando sembra profilarsi la prima vittoria di Lando, a 7 giri dalla fine inizia a cadere la pioggia. Con la pista viscida, ma non ancora pronta per le intermedie, Hamilton attacca Norris che va lungo ma gli resta davanti.

Passano alcuni giri e i primi non ne vogliono sapere di fermarsi, cosa che invece fa Verstappen. A 4 giri dalla fine, la pioggia cade sempre più forte e Hamilton preferisce non rischiare troppo, visto che il rivale per il titolo ha già cambiato le gomme, e monta anche lui le intermedie. Norris invece decide di proseguire, e il sogno si trasforma in un incubo.

Lewis passa Lando senza problemi, con quest’ultimo che si gira e deve poi raggiungere il box a passo d’uomo, così come Perez, Alonso e Leclerc che, come lui, hanno tentato l’azzardo.

E la gara finisce con Hamilton che fa 100 vittorie, davanti a Verstappen, che ha minimizzato gli effetti della penalità inflitta a Monza e di quella per il cambio della power unit, e a Sainz, per il quale la prudenza ha pagato. Quarto Ricciardo, quinto Bottas, che non avendo nulla da perdere si era fermato per tempo, sesto il solito solidissimo Alonso, settimo un Norris sconsolato, ottavo Raikkonen, nono Perez e decimo Russel, ancora una volta a punti.

Seguono Stroll e Vettel, che dopo avere navigato costantemente fra i primi 10 hanno trovato il modo di rovinare tutto negli ultimi giri, riuscendo pure a scontrarsi fra loro. 

Week-end negativo per Gasly e Ocon (quest’ultimo ormai costantemente dietro il compagno di squadra diversamente giovane), e per Leclerc, riuscito sull’asciutto a rimontare dall’ultima fila fino a superare il compagno di squadra, poi sprofondato con la pioggia a causa del cambio gomme ritardato.

Infine, menzione speciale per Tsunoda e Giovinazzi, per i quali è sempre più lecito chiedersi come mai vengano tanto considerati dall’ambiente (o parte di esso).

Mancano 7 gare alla fine. Come ha avuto modo di dire Horner al termine del GP odierno, saranno 7 finali. La prima è in Turchia, fra due settimane. E’ oggettivamente difficile prevedere come andrà a finire. La gara di oggi ci ha dimostrato che quando, per qualsiasi motivo, i due contendenti si ritrovano in mezzo al gruppo, tutto il vantaggio di talento e di vettura scompare. E non è improbabile che il ruolo della cosiddetta F1.5 possa essere determinante per l’esito finale del campionato.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

RICCIARDO E LA MCLAREN RISORGONO A MONZA. VERSTAPPEN E HAMILTON SI SCONTRANO.

Finalmente Monza. Col pubblico (poco). E con il programma espanso grazie alla Sprint Race del sabato, con la qualifica il venerdì, a rendere le tre giornate più vive.

E il week-end parte all’insegna di Bottas, autore della “pole” e vincitore in scioltezza della Sprint. Mentre per il suo compagno la garetta si rivela ancora una volta insidiosa e, con una partenza orribile, vanifica una potenziale pole (visto che Valtteri dovrà partire in fondo causa cambio della power unit), passando da secondo a quinto, dietro Verstappen e le due McLaren che sui lunghi rettilinei brianzoli volano. E a Lewis non resta che pronosticare una facile vittoria per il rivale.

Si spengono i semafori e Ricciardo parte a fionda superando Verstappen, il quale non prova nemmeno a contrastarlo. Ottima partenza anche per Hamilton, nonostante le gomme più dure montate con suo disappunto. L’inglese supera Norris e alla Roggia arriva affiancato a Max, che non gli lascia spazio e lo costringe al taglio di chicane, facendogli perdere la posizione anche su Norris. Dietro di loro, Giovinazzi, autore di un’ottima partenza, arriva lungo e rientrando in pista viene tamponato da Sainz, cui aveva soffiato la posizione all’avvio, finendo contro le barriere. 

Breve periodo di Virtual Safety Car, e, alla ripartenza, Verstappen entra subito in zona DRS con Ricciardo, ma, come già detto, la McLaren vola e Max non riesce a tentare l’attacco. Stessa cosa per Hamilton, che non riesce in alcun modo ad avvicinarsi a Norris.

Al decimo giro, dietro i primi 4 a debita distanza ci sono Leclerc, Perez e Sainz.

Al dodicesimo giro Hamilton riesce finalmente ad arrivare a tiro di Norris e a tentare un attacco, rintuzzato dal connazionale senza troppa difficoltà. Approfittando del duello fra i due inglesi, Leclerc sembra potersi avvicinare, ma è solo un’illusione.

Al giro 21 i tempi iniziano ad alzarsi e i distacchi fra i primi 4 anche. Verstappen va lungo alla prima chicane e perde mezzo secondo, lasciando respirare un po’ l’ex compagno di squadra. E al giro 23 Ricciardo decide di fermarsi ai box ed esce subito dietro Sainz. La Red Bull copre la mossa e fa fermare anche Verstappen, che incappa in un pit-stop lunghissimo e perde 9 secondi. Contemporaneamente, Hamilton supera Norris e la situazione si ribalta completamente.

Ora in testa alla corsa c’è Lewis che, ricordiamolo, ha montato le gomme più dure, e inizia a segnare tempi ottimi, ma la squadra lo fa fermare subito.

Anche per Lewis il pit-stop è molto lento, e così all’uscita si ritrova esattamente di fianco a Verstappen. Entrano assieme alla prima variante, nessuno dei due alza il piede e lo scontro è inevitabile, con la gomma posteriore destra di Max che distrugge l’airbox della vettura di Hamilton e sfiora pericolosamente la sua testa. Se non ci fosse stato l’halo, l’esito avrebbe potuto essere poco piacevole.

L’immagine delle due macchine nella ghiaia, una sopra l’altra, entrerà nella storia. Intervento inevitabile della Safety Car, e la gara riparte con Ricciardo davanti a Leclerc e Norris. Seguono Perez, Sainz e Bottas.

Norris supera Leclerc con una bellissima manovra alla Curva Grande, e si porta dietro al proprio compagno di squadra. Le Ferrari in rettilineo non vanno, e Bottas supera Sainz. Subito dopo anche Perez supera Leclerc, ma lo fa tagliando la chicane senza restituire la posizione, il che gli costerà 5 secondi di penalità. Poi è il turno di Bottas passare davanti al monegasco, che si riprende brevemente la posizione per poi capitolare definitivamente. Nel frattempo le McLaren cercano di prendere il largo. A questo punto i loro avversari per la vittoria sono i compagni di squadra dei due che si sono scontrati poco prima.

Norris chiede al suo box di avvisare il compagno di aumentare il ritmo. 17 giri separano la McLaren dalla vittoria, ma Bottas sembra essere incredibilmente veloce e Ricciardo viene avvisato di questo.

A 10 giri dalla fine i primi sono in fila distanziati fra loro e incapaci di tentare un attacco a chi li precede. Norris chiede un’altra volta cosa deve fare e il team lo consiglia di starsene buono in seconda posizione.

Bottas riesce ad attaccare Perez alla Curva Grande ma il messicano si riprende la posizione alla Roggia. Poi Mazepin parcheggia la macchina alla Ascari, e la direzione gara decide saggiamente di non far uscire la Safety Car ma di usare la Virtual. 

Ricciardo sfrutta tutte le situazioni con grande esperienza, e si mette Norris a due secondi, con Perez e Bottas ad un altro secondo e mezzo. Mancano 7 giri alla fine, e la doppietta McLaren è sempre più vicina.

E, infatti, non succede più nulla, e Ricciardo raddrizza con una splendida e meritatissima vittoria una stagione che fino a qui era riduttivo definire disastrosa. E con il suo compagno di squadra Norris dietro di lui, la McLaren coglie non solo la prima vittoria dopo 9 anni, ma anche la prima doppietta dopo 11. Al terzo posto in pista arriva Perez, ma la penalità lo retrocede al quinto. Sul podio ci va quindi Bottas, rimontato dalle ultime posizioni, seguito da Leclerc, Perez e Sainz, Poi Stroll, Alonso, Russell e Ocon. 

Poca gloria per le AlphaTauri, fuori gioco fin dalla partenza, per Vettel, che sembra vicino al ritiro, e per le Alfa Romeo, con Kubica che, in fin dei conti, è arrivato a pochi secondi da Giovinazzi, il quale, dopo la prestazione odierna, vede probabilmente diventare una chimera la riconferma del posto.

Ho parlato di vittoria meritatissima per Ricciardo. Se è vero che i due favoriti si sono scontrati, è anche vero che fino al momento del fattaccio la gara l’aveva dominata lui. Niente a che vedere con la vittoria di Gasly lo scorso anno, o di Ocon in Ungheria quest’anno. Semplicemente, Ricciardo e la McLaren sono state fortissime a Monza. Come dimostra il giro più veloce segnato all’ultima tornata, segno che Daniel non aveva nemmeno espresso tutto il suo potenziale, come ha poi confermato a fine gara.

Quanto allo scontro fra titani, è difficile trovare una responsabilità precisa. Nessuno dei due molla, e, come ha riconosciuto Verstappen alla fine, per fare la curva bisogna collaborare, e oggi questo non è successo. Bene per la Formula 1, che deve continuare a scrivere pagine che restino nella storia, senza dovere continuamente tirare fuori dagli archivi quelle degli anni settanta, ottanta e novanta.

Ora si va a Sochi, con una Red Bull chiaramente più in forma della Mercedes. E con la prospettiva di tanti altri duelli all’arma bianca fra i due contendenti, sperando che eventuali repliche avvengano sempre a cinquanta all’ora, come oggi, possibilmente senza che le macchine finiscano una sopra l’altra.