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SIR STIRLING MOSS

Subito dopo pranzo, mentre sto bevendo la mia grappa accompagnata da una sigaretta, mi accingo ad aprire il sito della Gazzetta dello Sport. Sono un po’ malinconico, per me oggi è giornata di grandi classiche del ciclismo, si sarebbe dovuta correre la Parigi-Roubaix, invece leggo della morte di Sir Stirling Moss.

La maggior parte degli appassionati di automobilismo non hanno avuto la possibilità di vederlo correre (me compreso), ma hanno la possibilità di riviverlo attraverso video e libri.

Questa mia piccola riflessione vuole essere non un ricordo (che va bene per gli anniversari) o una biografia (che andrebbe scritta a bocce ferme), solamente un “ringraziamento” dettato dal cuore.

Ringraziamento perchè era rimasto l’ultimo della classe di ferro, di quei piloti che davvero correvano per correre, la passione per le corse sapendo che non tutti hanno il lusso di ritirarsi a fine carriera. Non importava con chi, non importava con cosa, non importava dove. Il rally di Montecarlo, il Mondiale di Formula 1, la 24 ore di Le Mans, Sebring, Mille Miglia, Targa Florio.

E’ conosciuto per essere arrivato 4 volte secondo nel mondiale di Formula 1, avrebbe potuto vincerlo, eccome se avrebbe potuto. La sua signorilità decide per lui, non fa squalificare Hawthorn nel ’58. A differenza del campione argentino Fangio non scegle la migliore auto, dopo essere stato pilota di Cooper, Maserati e Mercedes decise di correre con il Rob Walker Team, non una squadra ufficiale, non ci sono i soldi che possono mettere in gioco gli altri, i grandi team, ma si trova a casa. Riuscirà a portare la vittoria alla Lotus per la prima volta nella sua storia nel Gp di Monaco del ’60, dove l’anno successivo riuscirà a vincere addirittura senza pannelli laterali della carrozzeria. Domina al ‘ring in una giornata di pioggia nella sua ultima stagione in F1 in quella che sarà la sua ultima volta che vedrà la bandiera a scacchi.

Un brutto incidente a Goodwood lo costringerà al ritiro anche se non smette mai di pensare ad un ritorno fino a che si rende conto che il suo fisico non ce la fa.

Quando mi chiedono chi sia stato il più grande pilota di tutti i tempi , la mia risposta è sempre la stessa : Stirling Moss. Per me è il miglior corridore che il mondo automobilistico abbia potuto vedere”

Graham Hill

Ci lascia oggi quello che io personalmente considero il pilota più forte (soprattutto rifacendomi a quello che gli altri piloti dicevano di lui) che abbia mai corso nel dopoguerra, c’è stato Lauda, ci sono stati Prost e Senna, ci sono stati Schumacher, Alonso, Vettel e Hamilton. Ma credo che nessuno degli altri abbia saputo dimostare la propria velocità su un così diverso parco auto e abbia ricevuto il riconoscimento unanime da colleghi ed addetti ai lavori.

Il mondo dell’automobilismo, inteso come noi appassionati, dovrebbe rendere omaggio a questo gran corridore, non solo oggi ma anche negli anni a venire, per quello che ha dato e per quello che ha potuto raccontare, facendoci(mi) capire cos’è il motorsport e facendomi(ci) rivivere le imprese dei grandi. Quelli che non si fermano, quelli che bisogna correre e va bene qualsiasi auto e va bene qualsiasi pezzo di asfalto (fortunati quando l’asfalto c’è), quelli che non si “piange” perché gli altri hanno l’auto migliore, quelli che io sono parte della squadra come l’ultimo degli inservienti (quando ci sono), quelli che si divertono per farci divertire e per farci sognare.

E fino ad un paio di anni fa era stupendo vederlo intervistato e sentire i suoi racconti, vederlo spiegare ad Hamilton come bisogna correre quando non si dispone di una visiera per il casco.

Roba di altri tempi

Sono conscio di non aver reso giustizia al personaggio e neppure a quello che provo io, ma davvero lo ritenevo il più grande sia come pilota che come persona. E per questo ho voluto lasciare il mio tributo, è giusto così.

Grazie di tutto

Landerio

F1 2019 MEXICAN GP: AN INTRODUCTION

Il GP del Messico e Lewis Hamilton, non c’è due senza tre?

Come già nel 2017 e nel 2018, Hamilton potrebbe diventare campione del mondo per la sesta volta in totale e per la terza di volta di fila nel tracciato di Città del Messico. In un Gp che non lo ha mai visto vittorioso quando ha vinto il mondiale e con l’unica vittoria del 2016 quando il mondiale lo ha vinto il compagno di squadra.

Quest’anno però il lieto evento (per lui) è un po’ più complicato del previsto dati diversi fattori. In primis, e come già abbondantemente dichiarato da Hamilton medesimo, la Ferrari è la grande favorita del GP, con Hamilton che si è detto “senza speranze di vittoria”.

Considerando il pezzo di leghe speciali e carbonio che ha sotto le terga, questa dichiarazione suona molto scaramantica ma in effetti è vero che, nell’aria rarefatta di Città del Messico e i lunghi rettilinei del Hermanos Rodríguez, la rossa ha un bel jolly da giocare.

immagine da genovawhatson.it

Così grande che anche il solitamente pacato e attendista Binotto si è sentito in dovere di dire che puntano alla pole e vittoria. Gli fa il paio Vettel che vede molto bene la SF90H nell’aria rarefatta, mentre Leclerc fa lo gnorri affermando che è uno dei circuiti che conosce meno…

Al gioco dello “scansati tu che mi scanso anche io” ha partecipato anche Verstappen, uno che in Messico ci ha vinto e bene nel 2018 e 2017, che si è detto pessimista sulle possibilità di tornare a vincere negli ultimi appuntamenti del mondiale 2019.

Insomma sembra tutto apparecchiato per una bella festa in salsa emiliana, il che è in pratica una ricetta per il disastro visto le gare come quella di Sochi perse dalla Scuderia quando sembrava in pratica un rigore a porta vuota.

Tutto ciò premesso, a Lewis mancano 11 punti per diventare campione e considerando che sarà dura per lui vincere in Messico, dovrà sperare in una gara disastrosa da parte di Bottas. Chissà, in Mercedes magari prevedono un pit stop “di sicurezza” come fatto per Hamilton in Giappone e tutti felici e contenti.

Curiosamente, la viglia di questo Gp è stata allietata da una serie di dichiarazioni quanto meno curiose che non possono non meritare un commento:

  • Button ha affermato che Verstappen è “il pilota più veloce ad aver mai guidato una monoposto di F1”. Ora, traduzione dall’inglese errata a parte, mi sembra una dichiarazione davvero poco lucida da parte dell’inglese. Che magari punti al sedile di Albon con Verstappen che mette una buona parola con Herr Marko?! In compenso per lui non ha senso “confrontare Hamilton con i grandi piloti del passato, sono epoche diverse e sport diversi”. Mah…
  • AutoBild, che molti malignamente pensano sia l’ufficio stampa di Toto Wolff quando gli girano le balle, ha lanciato accuse molto pesanti, uno “scandalo” su  una “presunta” irregolarità della PU Ferrari. Un dirigente di un team concorrente che vuole rimanere anonimo (sic…) avrebbe dichiarato che in un campo come quello delle PU in cui la tecnologia è molto sviluppata e livellata, le prestazioni della PU di Maranello sarebbero per forza ottenute con metodi non legali, che la FIA sa tutto e non dice nulla per timore di uno scandalo enorme. Ora, è vero che i team concorrenti della Ferrari hanno chiesto un chiarimento alla FIA in merito alla PU Ferrari e all’utilizzo di olio in maniera illegale, ma un articolo del genere, fondato su una dichiarazione di una “fonte anonima” sembra essere fatto apposta solo per fare “ammuina”, come si dice a Napoli. Anche nel 2018 con le batterie della PU Ferrari sembrava dovesse scoppiare uno scandalo e invece…
  • Magnussen dichiara di meritare un posto in una squadra di vertice. Beh, deve aver fatto festa con Button in settimana.
  • Hamilton ha lanciato sui social l’appello ad abbracciare il veganismo, “per salvare il pianeta”. Alonso ha ribattuto dicendo che è fondamentalmente incoerente detto da una persona che prende 200 aerei all’anno, è ricco e fa di lavoro il pilota di automobili. Probabile che questo resti il confronto più difficile per Hamilton nella stagione 2019…
  • Per non farsi mancare nulla il praticamente esa-campeon ha anche dichiarato che “avrebbe voluto Senna come compagno di squadra”. Sono ragionevolmente sicuro che, considerando come il paulista trattava i suoi compagni di team, non lo avrebbe eletto a suo pilota preferito, proprio no.
  • Leclerc apprezza le doti di leadership di Binotto e in particolare al sua “serenità”. Probabilmente si riferiva alla serenità di avere Nicolas Todt che veglia su di lui…

Dal punto di vista tecnico il tracciato è critico per quanto riguarda il carico aerodinamico carente, da ricercare attraverso configurazioni tipo Montecarlo, il rischio di avere una vettura piuttosto imprevedibile, raffreddamento dei freni e della PU problematiche e la componente elettrica della PU che assume maggiore importanza di quella termica.

Pirelli ha scelto di portare le mescole C2 hard , C3 medium e C4 soft. uno step più duro rispetto al 2018 per evitare graining e consentire ai piloti di spingere maggiormente durante la gara.

immagine da press.pirelli.com

Red Bull punta molto sulle C4 a differenze degli altri due top team, con Bottas unico a scegliere 2 set di C2 tra i piloti “top”. I team di seconda fascia invece maggiormente sbilanciati sulle mescole C4.

Al di là delle dichiarazioni di facciata, non darei per spacciata la Red Bull nella lotta per la vittoria. E’ vero che arrivano da due GP piuttosto deludenti ma la PU Honda potrebbe rivelarsi più competitiva del previsto, contando su una parte ibrida che gli addetti ai lavori dicono sia a livello delle concorrenti.

Per il resto molto, se non tutto, sembra essere nelle mani della Ferrari, che dovrà dimostrare di avere la freddezza e bravura necessaria di vincere quando tutti se lo aspettano.

Non sarei sereno al 100% nei panni di Vettel, che a Città del Messico potrebbe avere a che fare con una monoposto “imprevedibile”, dato il carico aerodinamico carente dovuto all’aria rarefatta. Per un pilota che quest’anno fatica a digerire al SF90H e il suo retrotreno “ballerino” potrebbe essere un ulteriore problema.

Per contro vedo un Leclerc molto favorito. Il conoscere “poco” la pista è una scusa risibile, ha una grande occasione di portare a casa la terza vittoria stagionale, considerando che ha marcato 4 delle ultime 6 pole consecutive Ferrari.

Hamilton ci proverà, con un occhio al campionato che comunque difficilemente chiuderà matematicamente, considerati gli 11 punti in più che dovrebbe accumulare rispetto a Bottas.

immagine da racefans.net

Tra gli altri occasione ghiotta per l’Alfa-Sauber, che potrà avvalersi della potenza della PU Ferrari. Renault potrebbe sfruttare lo scarso drag della sua vettura ma la PU Renault è un’incognita, e lo stesso  discorso vale per McLaren.

Secondo Wolff la PU Mercedes soffrirà molto a causa delle difficoltà di raffreddamento che incontreranno. Il “mani-avantismo” del manager austriaco è ormai proverbiale ma forse questa volta c’è più verità e meno prudenza.

Alla fin fine, quello che conterà di più saranno al solito la gestione delle gomme, in un tracciato in cui è facile non avere grip e scivolare andando a comprometterne efficienza e durata.

P.S: notizia dell’ultim’ora la squalifica di entrambe le Renault nel GP del Giappone a causa dell’utilizzo del ripartitore automatico di frenata che regolava in maniera autonoma il corretto settaggio per ogni punto della pista grazie al GPS, senza che i piloti dovessero manualmente intervenire sul manettino posto sul volante. E’ stato ritenuto un “ausilio alla guida illegale”, la “. La stagione della Renault assomiglia sempre più alla farsa, ormai staccatissimi dal quarto posto del mondiale costruttori della McLaren e insidiata dalla Racing Point.

*immagine in evidenza da sportfair.it

Rocco Alessandro

 

 

F1 2019 JAPANESE GP: AN INTRODUCTION

Carissimo e stimatissimo Lìder Maximo del Bring,

carissimi e stimatissimi e (sparuti) frequentatori del Bring, orfani degli esodati, confinati, “pennuti” dei bei tempi andati,

cercherò di rubarvi solo una briciola del vostro tempo per questa introduzione al Gp del Giappone 2019. Introduzione e non introduction che quì nella Repubblica Bringiana Italica un pò Centrafricana ci teniamo a esprimerci nella corretta favella, mica quella dei nemici, quelli della perfida albione, intrallazzatori di spy story e regolamenti fatti a dick of dog (questa è l’eccezione che conferma la regola).

Ora se proprio volete qualche delucidazione tecnica sul tracciato di Suzuka, le gomme della Pirelli, la 130 R, le strategie di gara, il passo gara!!, Leclerc vs Vettel vs l’eredità di Schumacher in Ferrari, il piede di marmo e le avventure tricologiche di Hamilton, a quale ordine perentorio di Wolff risponde meglio Bottas (occhio questa è sottile…), la PU Honda stile motorone da qualifica degli anni ’80, Marko e i suoi reietti, la PU Ferrari che di sicuro è AnoMala per Toto Wolff e altre facezie di questo tipo, compresi i ricambi Williams venduti al mercato nero beh, questa non è per voi la rubrica adatta.

Potete andare a caso sui ben più professionali, esperti e capaci siti di FormulaPassion, Motorsport e F1AnalisiTecnica dal quale il sottoscritto, evidentemente, non essendo nè un buon nè un grande artista, copia a piene mani in modo assolutamente acefalo e disorganizzato, anche se mi dicono che l’acefalo all’acqua pazza è davvero buono, non in Inghilterra ovviamente.

Non vorrei mai che vi venissero attacchi di vomito che tale rubrica può generare, anche perchè lo sanno anche FormulaP…cioè volevo dire anche i sassi che il favorito del GP è Hamilton su Mercedes, mentre Vettel e Leclerc continueranno a giocare alla Zanzara in radio mentre Verstappen cercherà di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Tanto poi arriva il tifone Hagibis e tutti ai box a giocare con le barchette nelle pozze d’acqua, e siamo sicuri che Norris ci delizierà con qualche meme fatto apposta per l’occasione.

Mi dicono, sempre altri beninteso, che chi ben saprà comportarsi a Suzuka parte da una buona base in vista del campionato 2020. dato che bisogna sempre fidarsi di chi ne sa più di te, allora spero che la Ferrari asfalti la Mercedes, così mettiamo bene in chiaro la vera anima del Bring, quella di Ferraristi beceri camuffati da appassionati di F1 che all’aperitivo preferiscono un calice di vino alla birra, ma in pista imbrogliano e rubano come non mai, come dei veri lord inglesi.

Non mi resta che augurarvi un piacevole e becero Gp del Giappone, in cui gufare appassionatamente il vostro pilota non preferito numero uno. Non mi dite quello con le treccine perchè se no siete razzisti e bacchettoni che neanche Todt che non voleva Alonso in Ferrari, solo perchè lo spagnolo gli diede dei mafiosi. Avrebbe dovuto dire mangiarane, errore imperdonabile.

Ultimissima cosa, questa rubrica NON è di proprietà del sottoscritto. Sono pronto a cederla a persone per più capaci di me e con un QI inevitabilmente più alto. Non siate timidi, non ci vuole granchè, basta presentarsi e non è neanche richiesta la bella presenza.

Spero di non avervi annoiato troppo e spero non mi si accusi di aver fatto un utilizzo “personale” di tale rubrica. Nel caso accadesse rispondo come il vicequestore Rocco Schiavone dei libri di Manzini…

Esticazzi

Rocco Alessandro

*immagine in evidenza da blueplanetheart.it

P.s: ma lo sapete che la Mercedes ha un set di gomme C3 in meno rispetto a Ferrari e Red Bull nel Gp del Giappone? E che Hulkenberg ha scelto un solo set di C2? Non so minimamente cosa voglia dire ma mi faceva piacere farvelo sapere.

F1 2019 SINGAPOREAN GP: AN INTRODUCTION

Singapore Street Circuit 2019.

Tradotto: la ricreazione è finita. Almeno per quanto riguarda casa Ferrari. Si perché se c’è un tracciato in cui la rossa rischia di essere presa a schiaffoni è proprio quello di Singapore, tutto curve a 90° e medio-lento, il che equivale alle sabbie mobili per la rossa di Maranello.

E’ stato annunciato un aggiornamento aerodinamico volto proprio a risolvere le lacune palesate sui circuiti in cui c’è da “girare” parecchio, ma è probabile che in ogni caso una zucca non possa diventare improvvisamente una carrozza e che per la Scuderia si tratterà essenzialmente di limitare i danni e, magari raccogliere qualche dato utile nella verifica di questo pacchetto aerodinamico che possa servire per la monoposto 2020.

Singapore è, in teoria, anche uno dei circuiti preferiti di Vettel, quindi quale luogo migliore per sfoderare una prestazione degna del 4 volte campione del mondo e dimenticare l’ennesimo errore occorso a Monza. Ecco, la teoria è una cosa e la pratica, soprattutto in questo tempi bui per il tedesco di Heppenheim, rischia di essere molto più insidiosa di quanto non si possa credere. Sia per la spirale negativa alla guida e che il linguaggio del corpo non fa che palesare, e anche per la verve che il ragazzino monegasco Leclerc sta mettendo in campo e il “peso” che sta avendo all’interno del team.

Una verve che assomiglia al più classico macigno sulla carriera di un Vettel che sente calare sempre di più le sue quotazioni all’interno del mondo Ferrari. Urge una prova d’orgoglio che quanto meno tenga a bada la corsa scatenata di un Leclerc che nel giro di due settimane ha messo un ipoteca su chi sarà il primo pilota già all’inizio della prossima stagione.

Con tutta probabilità Hamilton non dovrà preoccuparsi di un nuovo duello con Leclerc, vista la scarsa competitività della rossa su tracciati di questo tipo. Ma, come in una porta girevole, esce di scnea Leclerc e rientra in gioco prepotentemente Verstappen per la lotta alla vittoria.

immagine da trailblazertour.com

Red Bull e l’olandese hanno prenotato, almeno nelle intenzioni, questo appuntamento già da mesi e si può immaginare con quale voglia si presenteranno già nelle PL1 del venerdì. Smaltite le penalizzazioni per aver introdotto la nuova PU vorranno in ogni modo arrivare alla terza vittoria stagionale, impensabile a inizio stagione. In più avranno un Albon che sta ripagando la fiducia che gli è stata accordata e in pratica corre “quasi” in casa.

E Bottas? Tutto sommato è “solo” secondo nel mondiale e ha tutto per essere della partita anche a Singapore. Ma la sensazione è che ormai il suo ruolo sia sempre di più quello del vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.

Sempre considerando le caratteristiche dello stradale di Singapore, weekend che si annuncia duro per Renault, sempre che Ricciardo non si inventi qualcosa di particolare. Quello che per esempio potrebbe inventarsi Raikkonen, anche se, come nel caso appena citato, anche per Alfa Romeo-Sauber non sembrano esserci le condizioni minime per un risultato di livello.

Curiosità invece per quanto riguarda McLaren, Toro Rosso e Racing Point. I primi perché sono attesi ad un riscatto dopo due GP sottotono e hanno le potenzialità per farlo, i secondi perché possono anche loro sfruttare la PU Honda evoluta e i terzi perché hanno un ottimo ricordo del Gp di Baku, tracciato non così difforme da quello di Singapore. Haas e Williams candidate naturali a fare numero.

Pirelli ha scelto le mescole C3, C4 e C5, le più morbide a disposizione. Il tracciato non dà particolari problemi di usura per cui non dovrebbe essere un problema terminare la gara con un solo pit e partendo con la mescola C5.

immagine da Pirelli.com

Le scelte dei top team sono state differenti tra loro con Mercedes con 8 treni di C5, Red Bull con 10 e Ferrari nel mezzo con 9, con Mercedes e Red Bull più sbilanciate sulle C3. Gli altri team sono tutti su 9/10 treni di C3 e 1/2 di C4 e C5. Solo Williams si differenzia totalmente snobbando le C5 e scegliendo con Kubica addirittura 5 treni di C4.

L’edizione 2018 videro il binomio Hamilton/Mercedes assolutamente ingiocabile, con una grandiosa pole al sabato e una gara vinta in scioltezza la domenica. La sensazione è che quest’anno, con il mondiale piloti ormai “in ghiaccio” e un Verstappen con un mezzo tecnico più performante, ci possa essere una bella lotta per la vittoria, considerando anche la variabile safety car che incide molto sulle strategie.

L’inglese quasi esa-campione non vince da due GP, siamo sicuri che cercherà la vittoria con maggiore determinazione. Anche perché di fare largo alla next-gen Leclerc-Verstappen non sembra proprio nei suoi piani.

*immagine in evidenza da f1grandprix.motorionline.com

Rocco Alessandro

 

F1 2019 ITALIAN GP: AN INTRODUCTION

Back to back, da SPA a Monza.
Ma non è un momento facile, per nessuno che sia addetto ai lavori o appassionato di motorsport. Si arriva a Monza con un ragazzo in meno, morto in pista a SPA.

Tanto è stato scritto, analizzato, giustificato e alla fine, in maniera anche abusata, resta sempre il solito mantra: lo show va avanti, nonostante tutto. Hubert è morto facendo la cosa che più gli piaceva fare nella vita e da questo punto di vista si può definire più fortunato di tanti altri. Ma che fortuna ci può essere a morire a 22 anni?

Tutte le parole spese servono soprattutto a chi resta per trovare una ragione plausibile a continuare quello che si sta facendo. Non valgono più per Hubert e la sua famiglia, che in maniera diversa appartengono ad un’altra categoria dello spirito, quella di chi non c’è più e quella di chi deve affrontare una vita segnata per sempre dalla casualità.

Proprio questo è il vulnus di tutta la faccenda. La casualità, l’avvenire di un fatto involontario e imprevedibile. Vale nella F1 come nella vita di tutti i giorni. Una potenziale spada di Damocle che aleggia sopra le teste di tutti. Sicuramente per un pilota di auto o moto le probabilità di andare incontro a un evento del genere aumentano ma, tutto sommato, si può morire anche banalmente cadendo dalle scale o per un improvviso aneurisma cerebrale. Nel caso di Hubert e Correa, una monoposto impossibile da evitare per il primo e una gomma forata per il secondo che, con tutta probabilità, ha reso impossibile governare pienamente la su amonoposto.

Nelle nostre vite governate dalla ragione e dalla volontà di essere artefici del proprio destino c’è sempre la possibilità del colpo di mano della sorte che può mettere fine a tutto.

immagine da rte.ie

E allora è giusto indagare, migliorare le procedure, cercare di rendere gestibile anche l’imprevedibile. Ma soprattutto è giusto continuare a correre, a rendere omaggio al Dio della velocità. Perché alla fine fermarsi eliminerebbe soltanto la possibilità di esplorare i propri limiti, di sfidare le proprie debolezze, privarsi della possibilità di decidere come plasmare i propri sogni.

Hubert lo sapeva bene e di sicuro non aveva paura di morire, perché semplicemente non la riteneva una possibilità concreta. Perché i sogni e la voglia di esplorare i propri limiti saranno sempre più forti.

E ogni pilota sarà sempre la personificazione vivente di ciò che tutti noi appassionati saremmo sempre voluto essere.

Si riparte da Monza quindi, quello che è il tempio della velocità, con la media oraria sul giro più elevata di tutto il mondiale F1. Si riparte dalla prima vittoria Ferrari dell’anno, ottenuta dal più giovane pilota ad aver mai vinto su una Ferrari.

A inizio 2019 sarebbe sembrata una follia, solo una vittoria ottenuta tra l’altro in maniera soffertissima e con una favorevole coincidenza di avvenimenti. Per Monza in tanti, soprattutto in Mercedes, hanno messo le mani avanti dando la Ferrari come super favorita per la vittoria. Considerando quello che è avvenuto a SPA non hanno tutti i torti, soprattutto in qualifica, ma sarà la gestione delle gomme in gara a decidere molto se non tutto. E in Mercedes ne hanno offerto una bella lezione nel 2018.

Ferrari dovrebbe arrivare a Monza carica come non mai ma il sentore è che la gara di SPA abbia prodotto una spaccatura tra Vettel e la squadra. La gara ” a servizio” del tedesco nei confronti di Leclerc ha definitivamente infranto il tabù del Vettel caposquadra sempre e comunque. Anche il linguaggio del corpo fa trasparire l’umore del tedesco probabilmente al minimo storico da quando è a Maranello.

Leclerc si sta affermando pilota di punta in pista e l’atteggiamento della stampa italica nei confronti dei due piloti rimarca e aiuta a creare la differenza di gradimento tra i due. Con grossi interrogativi sul ruolo che potranno avere nel 2020 e della permanenza del tedesco a scadenza di contratto, tra l’altro molto oneroso.

immagine da quotidiano.net

Vettel avrà a Monza la possibilità di riscattarsi e di vedersi restituito il “favore” elargito nella gara belga per agevolare la vittoria di Leclerc. Ma se il monegasco confermerà il suo grande stato di forma in Brianza, forse potremo assistere alla sua seconda vittoria, con conseguenze immaginabili sulla psiche del tedesco e considerando che per un pilota Ferrari vincere a Monza equivale ad entrare nella storia della scuderia.

In Mercedes non partono battuti, non lo sono mai a priori, ma sanno che devono cercare di rendere la gara delle Ferrari il più complicata possibile, non essendoci grosse speranze di ottenere la pole, per quanto visto a SPA. Con Bottas ormai “addomesticato”, il motivo di interesse principale è una eventuale lotta con Leclerc.

Red Bull si è già tirata fuori dalla contesa in quanto sceglierà di pagare dazio cambiando la PU Honda per una nuova specifica e giocarsi grosse chance di vittoria a Singapore. Potrebbe comunque venire fuori una bella gara in rimonta dalle retrovie, considerando anche la loro gentilezza nel trattare le gomme.

Nel gruppone degli “altri”, Alfa-Sauber gioca in casa, con il grosso delle speranze riposte nel solito Raikkonen. Il GP di Monza ritrova un italiano al via ma Giovinazzi dovrà farsi perdonare il fantozziano errore di SPA, quando ha buttato via un settimo posto uscendo di pista malamente ad un giro dalla fine.

Dal punto di vista tecnico, per tutti si tratterà di viaggiare con le ali più scariche possibile cercando un grip accettabile nelle curve ad alta percorrenza e cercando la massima efficienza aerodinamica. Le PU saranno messe sotto stress viaggiando in pieno per l’80% del giro e raggiungendo velocità di punta tra le più alte in stagione. Tutti i top team dovrebbero far esordire le loro PU aggiornate, vedremo con quali esiti.

A scompaginare ulteriormente i piani dei team potrebbe esserci il meteo, non proprio accomodante per il weekend di gara. Al momento previsto un venerdì particolarmente piovoso, un sabato con bel tempo e con minaccia di pioggia in gara.

Pirelli ha scelto di portare le mescole C2, C3 e C4 per la gara brianzola. Una scelta simile allo scorso anno con una specifica di C3 e C4 più morbide rispetto al 2018. Prevedibile che i team più in difficoltà con la gestione dell’usura della gomma provino a partire con gomma C3, oppure scegliere di partire con le C4 e fare un solo pit stop per montare le C2.

immagini da F1i.com

Per quanto riguarda le scelte dei team, solo Mercedes e Ferrari hanno scelto di portare 4 set di C3 con uno dei due piloti. Tutti gli altri si attestano su 1-2 C2 e 2-3 C3. Evidente come si vogliano estrarre più dati possibili sul comportamento delle C3 in ottica gara.

Ferrari non vince a Monza dal 2010 e più volte negli ultimi anni ha dovuto subire la parata delle due MB a fine GP. Speriamo innanzitutto che sia un GP divertente e senza drammi, non più.