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MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI SILVERSTONE

Nel 1950 nomi che oggi suonano ormai mitologici si sfidavano a colpi di fioretto e di coraggio su circuiti altrettanto mitici dando vita al primo campionato del mondo di Formula 1. Nell’estate di quell’anno, Froilàn Gonzales, Alberto Ascari, Luis Chiron, Luigi Fagioli, Juan Manuel Fangio e Nino Farina, sfidavano le numerose insidie del circuito di Spa-Francorschamps, la versione lunga di 14 km, e per 3 ore e 500 km se le sono date di santa ragione alla per l’epoca fantasmagorica media di circa 190 km/h. Vinse Fangio, ça va sans dire, ma non fu sufficiente per fargli conquistare il primo storico titolo della nostra amata formula perché nell’ultima gara, a Monza, il solido Nino Farina su Alfa Romeo riuscì ad approfittare dei guai tecnici dell’argentino per vincere e portarsi a casa il primo storico titolo. Ebbene, nelle stesse ore in cui si svolse quello storico Gran Premio, a mille mila kilometri da Spa e precisamente nella piccola cittadina di Los Alamos, nel remoto stato del New Mexico, pare (nella storia degli aneddoti c’è sempre un “pare”) che si svolse una divertente conversazione tra alcune delle più brillanti menti del tempo durante la pausa pranzo. L’argomento era l’ennesimo avvistamento di UFO. Tra cachinni e sollazzi, gli scienziati (eh, siamo a Los Alamos! Potevano essere idraulici o armocromisti?) si facevano beffa dei boccaloni che si bevevano qualunque storia raccontata dai giornali (e no, a guardare i social oggi le cose non paiono molto cambiate…) ma poi, come immagino sia d’uso tra le grandi menti, la conversazione pare abbia virato su questioni più interessanti. Edward Teller, Emil Konopinski, Herbert York e altri presero a discutere sulla probabilità che, data la vastità dell’universo, potessero esserci davvero altre specie intelligenti là fuori. Partirono calcoli e ragionamenti, ragionamenti e calcoli: mi immagino i tovaglioli di carta usati per tracciare equazioni e disequazioni sulle variabili che andavano considerate. Continuarono per un po’, masticando hamburger e patatine fritte, e man mano che procedevano si rendevano conto che la presenza di altre civiltà intelligenti in mezzo a quei numeri astronomici (letteralmente!) avesse un tasso di probabilità piuttosto elevato. Da una civiltà (la nostra) passarono a 10, poi 100 poi 1000 civiltà extra-terrestri. Tra gli “altri” prima citati ce n’era uno che forse era il più brillante tra i brillanti, tale Enrico Fermi, ne connais-vous pas?, e pare se ne stesse zitto mentre gli altri discutevano su quei numeri da far girare la testa (e secondo me stava zitto solo per cercare di farsi andar bene le schifezze che stava mangiando ricordando con mesta nostalgia le prelibatezze italiche della sua gioventù). Ma quando i numeri delle civiltà extraterrestri virarono pericolosamente verso il milione alzò la testa guardando di sottecchi i suoi colleghi e poi alzò le mani come a zittirli. E loro si zittirono perché quando parla Enrico Fermi si sta zitti e si ascolta. Punto. Calcoli e risate sugli UFO si placarono e quando ebbe l’attenzione di tutti esclamò:

“sì, ok, bravi… ma dove sono tutti quanti?”

Già: dove sono tutti quanti?

Questo aneddoto ha dato origine a ciò che in astrofisica viene definito “il paradosso di Fermi” e sebbene io non abbia la minima idea di dove siano tutti quanti so invece per certo dove se ne può trovare uno: in cima alla lista di non-pagelle che state per leggere!

VERSTAPPEN

Eccola la risposta al paradosso di Fermi: Max Verstappen! Ma che week end ha fatto?! Alla sesta vittoria consecutiva, ottava in totale su 10 gare ci sarebbe già da sfogliare il dizionario alla febbrile ricerca di aggettivi per descrivere tanta abilità, forza, dominio che ha ben pochi pari nella storia della Formula 1. Ma se consideriamo che il compagno di squadra, che pure guida la stessa macchina, nelle ultime 5 gare non è mai arrivato in Q3 in qualifica e ha faticato a prendere punti pare evidente che le prestazioni di Max debbano essere considerate al limite dell’incredibile. Sì, è vero, la RBR rimane, anche a dispetto delle deludenti performance di Perez, la miglior vettura del lotto. Ma l’impietoso confronto deve, ripeto DEVE se si ha anche il minimo barlume di onestà intellettuale, dare la misura della stupefacente stagione che Max ha fatto fino ad oggi. Ed è proprio nelle ultime 5 gare che, se mai ci fossero stati dubbi, il valore aggiunto che Max ha impresso alla stagione è venuto fuori in modo preclaro, cioè quando gli altri hanno cominciato ad avvicinarsi. Mercedes, Ferrari ed ora McLaren hanno via via migliorato la vettura ma Max, come niente!, si è migliorato da sé sfornando performance al limite dell’incredibile. Anche a Silverstone, con le sorprendenti McLaren alle calcagna, non si è minimamente scomposto e dopo aver stampato crono irreali in qualifica sforna una gara in cui ha messo in mostra tutto il suo repertorio. A parte la partenza, s’intende, che lo vede soccombere al prodigioso stacco di Norris. Ma già dopo pochi secondi mostra con cattiveria a Piastri che di lì non si passa. Fa sfogare Norris per qualche giro e poi lo attacca di forza prendendosi la testa della gara. Che McLaren fosse in palla si vede subito: Max forza per due/tre giri ma Norris rimane lì attaccato. Lando, se gli dai la macchina, si dimostra osso duro di quelli veri ma ancora una volta il nostro non si scompone minimamente e la mette sul ritmo, come faceva un certo Michael Schumacher, remember?, staccando tempi fotocopia giro dopo giro e usando ogni decimo a sua disposizione per aumentare i metri d’asfalto che lo separavano dall’arrembante alfiere di Woking. Arrivato a circa 10 secondi si tranquillizza, si fa per dire…, e gestisce con più comodità il resto della gara. La SC non gli fa nulla e, favorito anche dalla conservatività McLaren sulle gomme, sfodera l’ennesima ripartenza da manuale e vince con comodità. Che gli si può dire? Alieno? Eccolo!

NORRIS

Bravo, bravissimo, bravissimissimo! E ancora più di Lando bravissimi gli uomini McLaren! Come è possibile trasformare una vettura che fino a due GP fa navigava nelle ultime posizioni in una vettura che, se non fosse per Max, a Silverstone avrebbe vinto in carrozza? Bella domanda! Il mio tentativo di risposta è: TD39. Ah, ma ancora lì sei?! Ma è acqua passata! Eh no, cari amici, tutto parte da lì e proprio le curiose ed eterogenee performance dei team dietro Max delle ultime 5-6 gare sono lì a dimostrarlo. Se all’introduzione del nuovo regolamento tecnico nel 2022 solo RBR e Ferrari si sono fatte trovare pronte si è visto plasticamente che poi la TD39 ha cambiato tutto. Solo RBR è riuscita a reggere tecnicamente mentre gli altri sono andati in confusione. La TD39 è stata assorbita nel regolamento 2023 ma solo RBR (e, almeno inizialmente, Aston Martin) è riuscita a mantenere la giusta direzione tecnica mentre gli altri hanno continuato a brancolare nel buio. E che gli altri fossero in confusione si è visto chiaramente nelle prime 5 gare della stagione. Confusione che però era ed è destinata a diradarsi, vivaddio. Sicché da qualche GP vediamo le varie squadre, a cominciare da Mercedes che ha deciso di abbandonare il concept 22, che di volta in volta performano in modo inaspettato perché stanno cominciando a trovare la quadra. Fatto sta che Landino nostro appena si è trovato un semi-missile sotto il sedere ha fatto vedere di che pasta è fatto costringendo Max ad un giro monstre in qualifica e dandogli del filo da torcere nella prima parte di gara. L’unico appunto che gli si può fare riguarda il “si accomodi prego” dato a Max in occasione del sorpasso. L’unica cosa che si può tentare contro un Verstappen in tale stato di grazia è provare a mettergli pressione e forse, dico forse, qualche tentativo in più a inizio gara Lando poteva farlo. Del resto non lo si può rimproverare nemmeno più di tanto: se provi a fare baruffa e poi si finisce per prati che si fa? E se poi si scopre che, visto l’andazzo della stagione sin qui, che questa era l’unica gara in cui si poteva andare a podio? Strepitosa è stata anche la sua difesa nel duello con Hamilton, che pure godeva del doppio vantaggio di gomma, dopo la ripartenza da SC: ai limiti della perfezione, come si è potuto apprezzare dai camera car di Lewis durante il duello. Ad ogni modo il secondo posto finale, oltre ad una pantagruelica boccata d’ossigeno per i papaya (insieme al quarto posto di Piastri), è anche il biglietto da visita che Lando stava aspettando: “datemi qualcosa di serio che poi ci penso io” sembra aver detto… e fatto! Grandissimo.

HAMILTON

Zitto zitto, quatto quatto il buon Lewis acchiappa un podio che per come si erano messe le cose in qualifica e nella prima parte di gara non sembrava alla sua portata. In effetti deve soccombere a Giorgino in qualifica e anche in gara non sembra averne tanto quanto il suo team mate. Questione di centesimi, per carità, ma tanto ha detto la pista. Il suo grande pregio? La strategia di gestire le gomme gialle più a lungo possibile per riuscire ad ottimizzare il finale. Certo, la SC è arrivata nel momento giusto ma è proprio lì che ha fatto la differenza con Giorgino il quale nel suo tentativo di overcut su Leclerc non era riuscito a gestire altrettanto bene. E alla fine, sempre zitto zitto quatto quatto, continua ad allungare in classifica mondiale su Giorgino. Volpone!

PIASTRI

Un bravo bravissimo non glie lo leva nessuno. Con Norris super gasato dalla inaspettata competitività della McLaren ti aspetti che un rookie come lui si prenda le piste. E invece no! Tanto in qualifica, in cui si prende solo poco più di un decimo da Norris, quanto in gara il giovane protégée di Mark Webber fa vedere a tutti di che pasta è fatto. Il maggior pericolo per lui era rappresentato dal non saper reggere l’aria rarefatta delle posizioni da podio ma non si è fatto per nulla intimorire e ha detto la sua con decisione. Anche lui ha fatto una partenza eccezionale e probabilmente anche lui avrebbe sopravanzato Max alla prima curva se Max non fosse stato… Max! Mi ha poi molto colpito la sua capacità di stare dietro al magnifico duo di inizio gara con una nonchalance da veterano, come se fosse in attesa della sua occasione. Così bisogna fare: se quelli davanti si scornano devi essere pronto ad approfittare della minima sbavatura. Bravo. Peccato per la strategia conservativa di McLaren che ha messo le bianche nell’unico stop per paura di non riuscire a chiudere la gara il che non gli ha consentito, dopo la SC, di provare ad attaccare Hamilton. Se entrambe le McLaren avessero avuto le rosse il post-SC sarebbe stato ancora più divertente, non credete? Aspettiamo i papaya alle prossime prove – troppe false speranze si sono accumulate nei team di rincalzo per pensare a loro come nuova seconda forza. Però l’impressione è stata eccellente. Bravo e bravi.

RUSSELL

Beffato ancora una volta dall’esperto eptacampeao Giorgino deve accontentarsi di un posto all’ombra. Certo però che il suo l’aveva fatto: in qualifica ha sopravanzato il teammate e in gara si è mosso con un ritmo migliore che se non fosse stato per l’arcigna resistenza di Leclerc nella prima parte gli avrebbe forse consentito di stare insieme alle McLaren. Però ha peccato nella gestione gomme (oppure il ritmo più veloce si è rivelato un boomerang) il che l’ha dapprima costretto a scornarsi con Leclerc (a proposito: sorpasso strepitoso!) e poi, complice SC, a non trovarsi nelle condizioni ottimali per provare a fare qualcosa di più. Diciamo che dopo alcune gare un po’ in ombra qui si è finalmente rivisto un po’ il suo talento. Però ci si aspetta sempre qualcosa in più. Vai Giorgino, vai, suvvia!

PEREZ

Male male male per l’ennesima volta. Ma si può, con una macchina come la RBR mancare la Q3 per la quinta volta consecutiva? Se le prendiamo singolarmente, ogni defaillance in qualifica del nostro sembra essere qualcosa di estemporaneo, un momento di sfortuna, la pioggia presa al momento sbagliato, le gomme fredde, l’errorino nel momento clou che ci può stare, e così via. Ma quando ciò accade per cinque volte consecutive è evidente che è sintomo di un problema grosso. E questo problema grosso, lasciatemelo dire, è un grosso problema! E come si spiega? Checo non è esattamente uno fermo. Quindi? Quindi la RBR è una macchina eccellente ma evidentemente non così tanto come Max la fa sembrare. E appena ti va storta una virgola sei fuori. Perez e i suoi guai stanno dimostrando antiteticamente la grandezza di Max. Poi magari dalla prossima gara torna a battagliare là davanti, e glie lo auguro perché ricordiamoci che il sorrisone di Daniel nel retrobox potrebbe assumere contorni assai inquietanti. Quanto alla sua gara non è stata male e dobbiamo registrare due sorpassi eccellenti: su Stroll al 13° giro e nel finale su Sainz. Ma non è certo a questo che dovrebbe mirare. Anche se la domanda è: ma se fosse partito davanti avrebbe resistito a Norris? Posso permettermi il dubbio?

ALONSO

Dopo l’inguaiato Perez ecco l’inguaiato Alonso. Gara insolitamente anonima per lui e solo grazie alla SC, giunta al momento per lui più propizio, evita il rischio di non andare nemmeno a punti. Onestamente non c’è molto da dire se non rilevare che gli aggiornamenti AM portati in Canada non stanno dando i frutti sperati e, anzi, sembrano pericolosamente pendere verso il salto all’indietro che in avanti. Mah!

ALBON

Se avessimo preso la Williams di inizio stagione e avessimo visto Albon in queste posizioni avremmo gridato al miracolo spellandoci le mani per l’anglo-thailandese. Invece questa gara, che pure porta un risultato in altri tempi totalmente insperato, lascia parecchio amaro in bocca al nostro. Perché? Perché per tutte le prove libere ha fatto vedere cose strepitose: praticamente sempre secondo dietro a Max! Poi in qualifica, pur raggiungendo la Q3 agevolmente, non riesce a dare la zampata che sotto sotto tutti si aspettavano e si deve accontentare, si fa per dire, dell’ottavo posto. Anche in gara non brilla quanto ci si aspettava e fatta eccezione per il sorpasso nel finale su Sainz, fatto con sagacia approfittando delle difficoltà di quest’ultimo nel duello con Perez, non ha mostrato granché. Per com’era messa la Williams quest’anno tanto di cappello ma per quel che aveva fatto vedere nelle premesse allora, be’, uhm… Dolce-amaro.

LECLERC

Ferrari in regresso? Mah! Diciamo che Silverstone era un banco di prova importante per confermare le ultime buone gare. Per com’è andata la gara non ci nascondiamo dietro a un dito e lo diciamo: bocciatura su tutta la linea. A cosa è dovuta? Non saprei. La cosa che più mi ha colpito è stato vedere un po’ di camera car di Charles in cui l’anteriore tendeva a scivolare troppo costringendo CLC a controlli non voluti. Che ciò sia dovuto alla conformazione della pista, che si è sempre detta non adatta a questa vettura, o alle nuove gomme portate da Pirelli è altra cosa che i tecnici Ferrari dovranno indagare. Per il buon Charles si è trattato dell’ennesima gara a cercare di guidare sopra le difficoltà della macchina. Però ci ha provato: nella prima parte di gara la sua resistenza contro l’arrembante Russell è stata eccezionale. Poi non ha potuto fare molto di più peraltro azzoppato da una strategia che mi ha lasciato “molto, tanto, anzi parecchio” (cit.) perplesso: il 19° giro non era troppo presto? Dopo quell’improvvido cambio gomme ha passato il resto della gara a guardare il panorama. Dopo la SC, gomme gialle nuove, è andato molto meglio, compreso il sorpasso al suo confuso compagno di squadra, ma non c’era più tempo per recuperare. Rivedremolo!

SAINZ

Anche lui è parso un po’ confuso dalla vettura ma sfortunatamente non sono riuscito a vedere camera car significativi per capire se soffriva gli stessi problemi di Leclerc. Non parte benissimo e deve accodarsi a Russell ma non riesce a tenerne il ritmo e si stacca via via. Non resiste agli attacchi subiti e non ne porta. Conta comunque su una buona strategia che dopo i vari pit stop degli altri l’avrebbe anche riportato in quinta posizione se non fosse giunta la SC, peraltro gestita magistralmente da Hamilton e Alonso. Poi cerca di resistere a Perez ma lo fa malissimo così che viene infilato come il classico pollo da Albon e dal team mate. Chiude dietro a Leclerc il peggior risultato Ferrari dell’anno dopo l’Australia. Che dire? “C’è ancora tanto da lavorare” (cit.).

NOTE DI MERITO

Non che abbia fatto granché dal punto di vista prestazionale (in Q si è preso 1-secondo-1 da Albon) ma Sargeant, forse per la prima volta da inizio stagione, fa una gara più che discreta che lo porta ad un passo dalla zona punti (anche grazie alla penalità comminata a Stroll, d’accordo, ma intanto era lì). Vediamo se trovarsi una macchina migliore gli dà anche la spinta in più che serve per far decollare una stagione sin qui fallimentare.

Gasly ottimo in qualifica e in gara avrebbe meritato molto di più del DNF ma quel satanasso di Stroll al 45° giro lo butta fuori malamente rompendogli una sospensione. Da notare una Alpine stranamente non incisiva sul dritto quando, nei passati GP, sotto questo aspetto aveva invece fatto vedere ottime cose. Mah!

NOTE DI DEMERITO

Magnussen si prende le piste da Hulk in prova, e non è una novità, e anche in gara, e stavolta è una novità. Deve stare attento il buon Kevin perché se comincia ad andare peggio di Hulk anche in gara, al di là delle contingenze, il suo posto comincerà ad essere seriamente a rischio.

Stroll continua ad andare un po’ a caso. Nello scorso GP avevo notato alcuni camera car in cui staccava la mano sinistra dal volante per riposarla e fare piccoli esercizi e avevo ipotizzato che i problemi ai polsi forse non erano stati del tutto risolti. Sarà così? Non lo so ma quella sportellata a Gasly se la poteva decisamente risparmiare

DeVries purtroppo continua a non riuscire a rendere. Vero che Alpha Tauri è suo malgrado diventata l’ultima forza ma anche stavolta va male in qualifica (non inganni la posizione di Tsunoda appena davanti a lui: si è pigliato mezzo secondo) e in gara ha mestamente navigato in ultima posizione per tutto il tempo. Male male male!

NOTE DI ANONIMATO

Oh Zhou! E dove sei finito? Niente più guizzi? Davvero vuoi tornare dietro a Bottas?

A Ocon do del pietoso solo per il gusto di farlo. Come dite? Stavolta non è colpa sua perché gli si è rotta subito la macchina? Eh ma mi sta ancora facendo ridere per la gara ridicola dell’Austria in cui ha collezionato 30 secondi di penalità per infiniti track limits! Quindi visto che qui vale il cathedra mea regulae meae glie lo do ancora: pietoso!

Ci vediamo all’Hungaroring!

Notizia dell’ultima ora! Stavo per mandare in stampa… oh che bello! è una vita che lo volevo scrivere quindi lo riscrivo in maiuscolo. STAVO PER MANDARE IN STAMPA l’articolo…ok ok ok! Diciamo che avevo già allegato il doc alla mail da mandare ad Andras – quando mi è balzato l’occhio su una succulenta breaking news: Ricciardo sostituisce Nick DeVries in Alpha Tauri!

Che ne dite? Checo tira un sospiro di sollievo o deve preoccuparsi ancora di più?

 

Metrodoro il  Teorematico

BASTIAN CONTRARIO: IL GAMBERO

Domenica scorsa si è consumato il GP d’Inghilterra d’innanzi “al pubblico più competente del mondo”, mantra che devo ascoltare ogni anno che si corre in quel di Silverstone e perdonate questa mia digressione, solo che trovo quantomeno stucchevole e alquanto irrispettosa un’argomentazione del genere, sia nei riguardi del pubblico del resto d’Europa che di noi italiani. Queste parole, dette poi da un nostro connazionale, fanno ancora più male, perché evidentemente deve valere sempre il detto “l’erba del vicino è sempre più verde”, quanto poi non è affatto così, visto e considerato che la nostra Nazione è la culla del motor sport (le auto, oltre che le moto, più iconiche ce le abbiamo noi) e, quando si svolge un GP a Monza o ad Imola, non mi sembra che il pubblico nostrano si comporti diversamente da quello inglese… pubblico rosso, con le sue coreografie, che se lo sognano! Il GP di “sua maestà il Re”, ci ha mostrato anche cosa significhi essere un gambero ed in questo, sono stati protagonisti Aston Martin, Perez e naturalmente la nostra Beneamata Scuderia Ferrari.

Di Aston Martin, ad essere sinceri, rimango profondamente deluso, perché sebbene non mi fossi illuso che potessero contrastare il super potere (ormai non posso che definirlo così, visto che Verstappen pare destinato a vincerle tutte) dei lattinari di Milton Keynes, è anche vero che, come sono partiti, promettevano scintille in lungo e largo. Come già detto su queste righe, ero sicuro che AMG sarebbe ritornata (sebbene la casa con le stelle a tre punte sia un po’ altalenante) e si sarebbero giocati il secondo posto nei costruttori, proprio con la squadra a cui forniscono i propulsori, vero è che mai immaginavo che quelli di Aston, si sarebbero persi così presto proprio come stiamo assistendo da qualche GP a questa parte. Il guizzo di inizio mondiale non c’è più e, naturalmente, il leone asturiano, se era una costante sul podio, ora deve lottare (nuovamente) in posizioni di rincalzo. Paradossalmente, domenica scorsa, Alonso ha disputato una delle sue gare migliori, considerando mezzo, condizioni della pista e, soprattutto, concorrenza. Di fatto le premesse erano ben altre ad inizio mondiale, tant’è che gli stessi spagnoli avevano creato ad arte la pantomima “del 33”, riferita al fatto che le vittorie dell’asturiano, ormai da tempo, sono ferme a trentadue vittorie e sembrava fosse arrivato il momento giusto per raggiungere appunto questo agognato trentatreesimo traguardo. Passo del gambero dunque per Aston, la quale, considerando come si sta sviluppando il mondiale, allo stato attuale sarà difficile che riesca a lottare apertamente per il secondo posto.  Oltretutto domenica scorsa abbiamo assistito, con stupore e piacere, all’incredibile prestazione della McLaren, la quale era dichiaratamente seconda forza in pista. Certo serviranno conferme, perché “una rondine non fa primavera” e perché la MCL60, quando ci sono condizioni come quelle di domenica scorsa, va forte.

Chi al momento dovrebbe dare conferme, ed anzi necessiterebbe di un vero e proprio intervento divino, è il buon Perez il quale altro che passo del gambero! Cosa accade al messicano della Red Bull che ormai da più di un mese, nonostante il missile che si ritrova sotto al sedere, non riesce ad accedere più alla Q3 e quindi a lottare per la pole? A pensar male si sbaglia anche se a volte uno ci azzecca, come si suol dire. Partiamo dal principio. A campionato iniziato, l’unico che poteva realmente impensierire (marginalmente) Verstappen era proprio il suo compagno di scuderia, il quale tra l’altro, è anche stato l’unico a vincere un GP quest’anno, a parte l’olandese (imbarazzante lo stra dominio Red Bull, la quale si trova in un campionato le cui regole sono state concepite per far avvicinare il più possibile le squadre tra di loro ed invece, grazie proprio all’utilizzo dello strumento di controllo economico, definito budgetcap, non solo la forbice prestazionale tra la prima squadra e le altre si allargata a dismisura, addirittura è stata creata di fatto la squadra più dominante di sempre… assolutamente ridicolo!). Fatto sta che, nel momento in cui la presenza del messicano iniziava ad essere quanto meno fastidiosa, abbiamo assistito a questa involuzione, a questo passo del gambero da parte di Perez, il quale si ritrova nella condizione di dover inseguire con difficoltà sempre crescente, visto che, appunto, non riesce a qualificarsi nemmeno più tra i primi dieci. Possibile che d’improvviso questo pilota abbia dimenticato come si va veloci il sabato? Davvero dobbiamo credere che abbia disimparato a pilotare una F1? Questo gambero da parte di Perez, ha dato “il là”, per poter salvare l’onore di Verstappen nei riguardi dei tanti detrattori, che dicono che l’olandese vince solo perché ha la RB19. Trovo assurdo credere che Perez non sappia più guidare, tanto quanto difendere Max ed il suo onore: Verstappen vince e domina di certo perché ha la RB19 e, di certo, perché è talento sopraffino ed il suo stile di guida si sposa benissimo con questa monoposto. Da qui il mio sospetto, che a questo punto mi sembra più il “segreto di Pulcinella”, la verità taciuta del fatto che la Red Bull, sia andata incontro alle esigenze di guida del campione olandese e, inevitabilmente, il compagno messicano si è messo a fare il gambero appunto. A mio giudizio Perez per i “Verstappen’s” non è più persona gradita da quel famoso sgarbo consumato a Montecarlo l’anno scorso e l’inizio arrembante di questo mondiale, evidentemente, ne ha decretato l’affondamento. Certo qualcuno mi potrebbe definire complottista e fornirmi come spiegazione che semplicemente Max è un cannibale e ha schiacciato il compagno… certo me lo potrebbe dire. Eppure parliamo sempre dello stesso pilota messicano che nel 2021 teneva dietro un certo Hamilton, permettendo al compagno di guadagnare tempo, punti e vittoria per il mondiale. Siamo seri, che Verstappen sia indiscutibilmente forte è un fatto, come non credo affatto che il gambero Perez sia divenuto improvvisamente una pippa, perché intimorito dal compagno.

Il gambero, quello rosso per eccellenza, me lo sono tenuto alla fine. Cosa si può dire di questa Ferrari che fa un passo avanti e tre indietro? L’Austria, con il secondo posto di LeClerc, deve aver fatto illudere non pochi tifosi eppure, proprio su questa rubrica, è stato detto che servivano conferme e che Silverstone sarebbe stato un banco di prova probante e veritiero. La verità, si sa, è dura e spietata e se l’anno scorso si litigava (perché la prerogativa dei ferraristi è quella di scannarsi a prescindere!) per una vittoria, quest’anno si litiga (suppongo ormai siamo solo all’inizio dopo quanto fatto sette giorni fa proprio in Austria) per un nono e decimo posto. La fotografia dell’attuale Ferrari è quell’immagine pietosa in cui si cerca di superare una Williams (!) invano. Sempre ricordando l’anno scorso, quando si cannavano le strategie, la colpa era del solito noto (il quale è stato avvistato nel paddock e naturalmente ha portato sfiga ai suoi ex… pure questo ho dovuto leggere), ora è della squadra. Persino i tifosi rossi hanno fatto il passo del gambero peggiorando ulteriormente in dignità ed ipocrisia… non ci facciamo mancare nulla. Il dado, in Austria, è stato tratto e la soap opera, tra Charles & Carlos, è continuata in pista tra di loro e sui social tra tifosi, in quanto lo spagnolo “è ossessionato” dal monegasco… sigh. La squadra, per mano di Vasseur, vuole giustamente puntare su LeClerc, solo che veramente è questo il momento su chi puntare? Un nono ed un decimo posto, ottenuto oltretutto con l’ennesima strategia suicida e dopo parole di incoraggiamento del tipo, “la strada è quella giusta!” dette dopo il GP austriaco. Tra quindici giorni si va su una pista “amica” come quella ungherese: assisteremo ad un altro passo indietro?

A questo punto poco importa, perché il gambero rosso, da anni ormai, appena fa un passo avanti, immediatamente dopo ne fa tre dietro

 

Vito Quaranta

VERSTAPPEN CONTINUA A VINCERE A SILVERSTONE. LA MCLAREN RINASCE, LA FERRARI RITORNA MEDIOCRE.

“La nostra stagione inizierà a Silverstone”. Questo aveva detto l’ex-ferrarista Andrea Stella, che, come altri illustri colleghi, è andato a cercare fortuna altrove. E, a differenza dei proclami franco-maranellesi, questo si è rivelato corretto.

E così, in una qualifica disputata fra umido e asciutto, dietro Verstappen ci sono le due McLaren di Norris e Piastri, davanti alle due rosse. 

Al momento della partenza, nuvole scure incombono sopra il circuito. Allo spegnimento dei semafori, Versappen pattina e Norris parte a fionda e si insedia in prima posizione nel tripudio del pubblico inglese. per pochissimo Max non perde anche la seconda posizione a favore di Piastri.

Al giro 5, come ampiamente prevedibile, l’olandese si riprende la prima posizione e sembra potersene andare indisturbato. Dietro ai primi tre, già ben distanziati, ci sono Leclerc, Russell e Sainz, vicinissimi fra loro.

Al giro 17, le posizioni restano le stesse, e i distacchi non aumentano. I primi 3 sono racchiusi in 5 secondi, Leclerc e Russell seguono ad altri 5 sec.

Ed é proprio Charles a fermarsi per primo al giro 19 per montare le gomme a mescola più dura. Sembra una sosta alquanto anticipata, e, infatti, al giro 26 i primi non si sono ancora fermati e continuano a girare ad un ottimo ritmo, mentre Charles é nel traffico.

E proprio al giro26 si ferma Sainz. Al giro 29 é il turno di Russell, seguito da Piastri. L’inglese esce dietro a Leclerc, ma in 2 giri lo prende e lo passa in tromba.

Al giro 33, Magnussen si ferma con il motore in fiamme. Viene attivata la VSC, e ne approfittano Piastri e Leclerc per fare un pit stop. Viene poi mandata in pista la Safety Car e ai box ci vanno Verstappen, Norris ed Hamilton, con quest’ultimo che si ritrova in terza posizione davanti a Piastri.

Max e Lewis hanno montato la mescola più morbida, mentre le due McLaren la più dura. E questa differenza di mescola rende la ripartenza problematica per Norris, che deve difendersi dagli attacchi di Hamilton. I due ingaggiano un bel duello, ma quando le gomme di Lando vanno in temperatura, il suo connazionale deve desistere.

Al giro 44 Sainz perde 3 posizioni nel giro di poche curve. Perez lo passa, lo spagnolo va largo e perde il ritmo, e lo infilano anche Albon e Leclerc. Questa é l’ultima emozione di una gara a tratti molto noiosa.

Verstappen vince con pochi secondi su un raggiante Norris, e un soddisfatto Hamilton. Poi il bravissimo Piastri, Russell e Perez, che ha dormito per tutto il week end e si è svegliato solo negli ultimi giri.

Settimo Alonso, la cui Aston Martin sembra essere tornata nella mediocrità, ottavo un ottimo Albon, poi le due Ferrari di Leclerc e Sainz.

Ferrari che non ha confermato i miglioramenti visti in Austria, ed è ritornata ad essere anch’essa una macchina mediocre, se possibile pure peggio di quella che abbiamo visto ad inizio stagione.

Fra due settimane si va in Ungheria, su un circuito completamente diverso da Silverstone. Secondo il già citato Andrea Stella, il circuito influisce molto sulle prestazioni, e, probabilmente, non è così solo per la McLaren. Almeno avremo la curiosità di sapere chi sarà, questa volta, alle spalle dell’imbattibile Max.

P.S. all’inizio dell’articolo ho menzionato Andrea Stella, attuale team principal della McLaren, e fautore della rivoluzione organizzativa che ha contribuito ai risultati di oggi. Mi chiedo se, dopo la cacciata di Binotto, sia stato contattato anche lui per un ritorno a Maranello. Se è successo, è evidente che l’ingegnere italiano ne avesse avuto abbastanza dell’ambiente di Maranello, e questo la dice lunga sui motivi per i quali ogni anno a Maranello si rimanda l’appuntamento con il mondiale.

P.S 2
Sono curioso di leggere cosa scriveranno i vari siti e giornali che prima di ogni gara ci raccontano meraviglie degli aggiornamenti portati dalla Ferrari.

P.S 3
Da anni non si vedevano tante squadre diverse alternarsi sul podio. Ma solo sul secondo e terzo gradino, perchè il primo è e sarà costantemente occupato da Max. Se fra poche gare, quando il mondiale sarà andato in archivio, la Formula 1 emettesse una bella TD come quelle che abbiamo visto nello scorso decennio (rigorosamente a sfavore della Ferrari), potremmo sicuramente divertirci molto.

 

 

F1 2023 – GP INGHILTERRA – SILVERSTONE

Questo weekend la Categoria Regina torna in uno dei suoi templi più amati da appassionati vecchi e nuovi. Uno di quei tracciati che, proprio come l’appena visitato A1-Ring (ma pure Hockenheim e la nostra Monza) è rimasto semplicemente fantastico nonostante tutte le modifiche al layout. La prima arrivò in seguito ad uno dei più impressionanti incidenti della Storia della Formula Uno avvenuto nel 1973 e portò alla creazione della nota chicane prima del rettilineo del via. L’incidente in questione, provocato da Scheckter (che allora correva con gli occhi iniettati di sangue e la bava alla bocca, poi si rese conto che così l’unica cosa che avrebbe vinto era una visita all’obitorio al che si diede una regolata), costò la carriera al nostro Andrea De Adamich

Noi Rossi amiamo rammentare l’edizione 1977 per l’esordio nella massima Formula di Gilles Villeneuve in un weekend nel quale, con la terza Mclaren, si mise la seconda ufficiale alle spalle in prova ed in gara sarebbe tranquillamente arrivato a podio se non avesse perso due giri ai box per una spia malfunzionante che segnalava un inesistente problema al motore

L’edizione 1979 fu storica in quanto teatro della prima vittoria in F1 della Williams ad opera del compianto Clay il quale avrebbe compiuto 40 anni a settembre ma il cui piede destro non accennava minimamente ad alleggerirsi (anzi). Fece sensazione il fatto che sul podio dovette brindare “analcolico” per il volere dello sponsor (munifico) Saudi Airlines senza il quale, è bene dirlo, Williams sarebbe rimasta una midfielder senza futuro

L’edizione 1981 passò alla storia per la carambola innescata da Gilles nelle fasi iniziali della gara. L’Aviatore inserì erroneamente il correttore di assetto mentre stava affrontando la chicane prima del rettilineo del via perdendo il controllo della già instabile 126CK innescando così un vero e proprio demolition derby. Curiosamente passò miracolosamente intatta la Mclaren Mp4/1 di Wattie che poi andò a vincere la gara a 5 anni dal suo primo e fino ad allora unico successo in un GP ma, soprattutto, segnando la prima vittoria di una F1 col telaio in fibra di carbonio

L’edizione 1990 era e resta cara a noi Rossi per il ritorno alla vittoria in terra d’Albione che mancava da decenni interi (fatto salvo il trionfo di Gilles alla ROC di Brands Hatch nel 1979) ad opera di Prost che così si issò in testa al Mondiale. Il Leone, che stava dominando la gara, dovette ritirarsi per un problema al motore e sull’onda emotiva del momento annunciò il suo ritiro dalla F1 a fine anno. Come sappiamo le cose sarebbero andate molto diversamente

L’edizione 1994 passò alla storia per il primo tentativo di deregulation al regolamento sportivo con il Kaiser che venne fatto restare in pista nonostante la bandiera nera esposta (per aver “superato” Hill nel giro di formazione, regola questa che sparì (presumibilmente per vergogna) da lì a poco) terminando secondo. La bravata costò alla Benetton due GP di squalifica (Monza ed Estoril) che  assieme alla squalifica di Spa per via del pattino troppo consumato (su un cordolo durante un testacoda in gara….) lasciò il Mondiale fin troppo aperto rispetto alla piega che aveva preso

Il semiasse rotto nell’edizione 1997 costò al Kaiser gara (stava dominando nel nulla) ed a conti fatti il titolo. Ovviamente Hakkinen, che stava andando a vincerla al posto suo, ruppe il motore così Jacques ebbe l’ennesima botta di fortuna di quell’anno. Si parla sempre di Jerez ma nel 1997 il  Mondiale si decise in UK

Le edizioni 1998 e 1999 son state talmente inflazionate di articoli e commenti che trovo eufemisticamente ridondante aggiungerne altri. Passo quindi direttamente all’edizione 2008 con Massa che ci delizia coi suoi 5 testacoda in gara che vanno ad aggiungersi alle prelibatezze al volante di Melbourne e Sepang. Tre zeri in classifica che decisero il Mondiale molto più del bocchettone di Singapore ed il famigerato ultimo giro/curva di Glock ad Interlagos

Passiamo dritti a 10 anni più tardi quando il layout attuale è già in uso da un pò e Sebestemmio nostro, gagliardo e tosto, prima vince una delle migliori gare della sua carriera (usando il DRS in curva quando nessun altro ci riusciva) salvo poi uscirsene con un Team Radio degno della Magnum di Champagne stappata da Galliani negli spogliatoi di Istanbul alla fine del primo tempo della Finale di Champions’ League del 2005 tra Milan e Liverpool. La sua carriera in Ferrari di fatto finì la gara dopo ad Hockenheim. Brrrrrrrr

Si passa con garbo e leggiadrìa all’edizione 2021 quando l’Inclusivissimo ed Inginocchiatissimo prova a mandare Max a guardare le margherite dal lato del gambo (notare come gli sportivissimi Britons accolgono la cosa, ma di sicuro siamo peggio noi italiani vero?)

La scorsa edizione vede la prima, e finora unica vittoria di Sainz in Ferrari (ed in F1) grazie alla nota chiamata dal box per il pit che taglia fuori Lole dalla vittoria. L’episodio o, pure meglio, quello che ne seguirà sarà l’inizio della fine per Binotto in Ferrari (galeotto fu il ditino mostrato al Montecarlino) ma pure per la Ferrari stessa che da quella gara ad oggi non ha più vinto. E difficilmente ci riuscirà quest’anno se Verstappen non incontrerà imprevisti, senza poi contare che il pessimo momento di forma di Perez pare stia passando e che quindi le RB davanti dovrebbero tornare ad essere due.

Buon GP a tutti

BASTIAN CONTRARIO: PER UN PUGNO D’AVANZI

Questo mio pensiero, prima di essere sciorinato, necessita di una doverosa premessa riguardante quanto abbiamo visto nel GP austriaco, tra venerdì e domenica. La Federazione si ostina a farci ingoiare in gola, a forza e a furia di slogan, il format della sprint race, la quale, neanche a farlo apposta, ha subito un’ulteriore modifica regolamentare a riguardo delle gomme da utilizzare, in quanto l’organizzatore si è reso conto che così come aveva concepito l’ultima sprint (sigh!), non andava bene e quindi ha operato nuovi cambiamenti. Cambiamenti che non hanno portato a nulla di nuovo e non tanto perché, qualunque sia lo scenario, a vincere è sempre Max (il quale a questo punto, arriverebbe sul gradino più alto del podio anche bendato e con mani e piedi legati), quanto perché il format così com’è concepito non aggiunge nulla di nuovo, anzi semmai, toglie, visto e considerato che la sprint, come dico da quando l’hanno messa dalla prima volta, non è altro che uno spoiler di quello che succede il giorno dopo. Solamente la provvidenziale pioggia del sabato ha ravvivato il gioco e rimescolato le carte, lasciando quell’incertezza del finale… tranne per Verstappen si capisce. Non paga, la stessa Federazione si è ostinata a martellare i piloti, e noi da casa, sugli zebedei con la regola dei track limit: la F1 è la massima espressione dello sport che deve osare dentro e soprattutto fuori la pista, è lo sport in cui superare i limiti della stessa pista, del mezzo e delle proprie capacità è un must! Ormai il nostro amato sport, con queste regole da codice stradale, sta diventando qualcosa in cui non mi riconosco più e la classifica, aggiornata fino al giorno dopo il GP, a causa del fatto che i commissari hanno dovuto controllare più di MILLEDUECENTO (!) infrazioni, non è stato altro che la ciliegina su una torta farcita di sterco che ci vogliono far ingollare a forza. Il mio (non credo solo il mio) augurio è che la FIA si ravveda e quanto meno elimini questa bestialità dei limiti di pista… perché chiedere di eliminare anche la sprint race mi rendo conto che appartiene alla categoria dei miracoli.

Il GP d’Austria, per fortuna, ha dato altri spunti su cui concentrarsi (a Dio piacendo!) ed, udite udite, questi argomenti li ha dati proprio la Beneamata. La Ferrari domenica scorsa era dichiaratamente seconda forza in pista, il che, considerando tutti i presupposti di inizio stagione e, quello che hanno mostrato Aston e AMG col suo recupero, è davvero una gran bella notizia. Evidentemente gli aggiornamenti portati funzionano e sicuramente una pista probante come quella di Silverstone darà conferma su quanto visto in Austria, sia stato o meno un fuoco di paglia. Inevitabilmente con una monoposto competitiva (rispetto ai normali e non rispetto all’UFO che pilota Max), i piloti possono dire la loro e a quanto pare il muretto anche. Domenica scorsa la Ferrari ha lottato per un pugno d’avanzi, perché attualmente il convento questo passa. In una situazione del genere, dove non si ha nulla da perdere e forse tutto da guadagnare, ci si aspetta che una squadra reagisca con cattiveria ed osi senza starci troppo a pensare. Non per Ferrari evidentemente, la quale per mano di Vasseur, ha preferito “andare sul sicuro” ed operare una duplice scelta: congelare le posizioni e sacrificare Sainz.

Lo spagnolo ad inizio GP ne aveva di più del compagno, tanto che era a due decimi di distanza e la logica impone, in una situazione in cui appunto non si ha nulla da perdere, che il più veloce passi il più lento. Per la gioia di tutti i tifosi del monegasco (che ripeto senza posa, sono peggio dei tifosi del tedesco che ha vestito di rosso fino al 2020), il muretto ha dato un team order sotto forma di congelamento di posizioni prima e suicidandosi dopo con quell’inutile doppio pit, in cui naturalmente ne ha pagate le conseguenze chi stava dietro e cioè lo spagnolo. Per carità, Charles rimane sempre Charles ed è una spanna sopra Carlos eppure lo spagnolo, domenica scorsa, aveva molta più birra del compagno (almeno all’inizio) e la sua rimonta e lotta senza quartiere con Perez (sorvolo sulla premiazione di Lando come “pilota del giorno”… sigh!), lo stanno a dimostrare. Sono felici i tifosi di Charles, alla fine giustizia è stata fatta e visto che in questi giorni ricorre il primo anniversario del dito di Binotto puntato al viso “innocente” del monegasco, questa vendetta ha un sapore ancora più dolce. Ad essere sinceri c’è ben poco da dire riguardo a quanto accaduto. Il muretto di Vasseur, il quale è stato chiamato (prima che i quattro che sono stati chiamati a loro volta prima di lui e che hanno gentilmente rifiutato) anche per questo, ha preferito puntare su Charles, sacrificando Carlos ed un potenziale doppio podio (se avessero lasciato passare lo spagnolo all’inizio, con molta probabilità non ci saremmo trovati nella condizione di lottare con Perez nel finale), pur di dare la possibilità di far conservare la seconda posizione al monegasco. Per quei pochi che mi leggono sia chiaro,  non ho nulla contro LeClerc, solo (c’è sempre il trucco), che a differenza dei tanti tifosi ad oltranza (prima parlavano tedesco, ora monegasco… con accento bavarese, visto che i tifosi del tedesco sono saliti sul carro di Charles), non ragiona a senso unico e per quanto voglio bene ai nostri piloti, la squadra viene prima di tutto. Davvero la Ferrari si può permettere di sacrificare un potenziale doppio podio in favore di uno solo? Davvero la Rossa può permettersi attriti all’interno della squadra e tra piloti stessi per un misero podio? L’anno scorso si litigava per una vittoria, quest’anno per un pugno d’avanzi, gli stessi avanzi che la stratosferica RB19, per mano (e piedi) del cannibale Verstappen, ci lasciano ogni domenica. Ormai il dado è tratto, la scelta è stata compiuta e sebbene il mondiale lo può vincere un solo pilota ed inevitabilmente ogni squadra deve puntare sul suo cavallo vincente, è anche vero che per Ferrari questo non era il momento di arrivare a tanto. Cosa comporterà questa scelta? Dove porterà? L’anno scorso Binotto ha puntato il “ditino” contro LeClerc, il quale si sentiva derubato di una vittoria, almeno lì c’era stata una scelta che veniva comunque giustificata con una bandiera appesa all’ingresso della Gestione Sportiva. Domenica scorsa che giustificazione hanno usato con Sainz? Per i tifosi (di LeClerc), lo spagnolo corre solo per battere il compagno, si concentra solo su di lui (cose da pazzi quello che devo leggere!), come se fosse un peccato capitale. Chiedo venia, cosa si desidera in un pilota? Che faccia lo zerbino e stia zitto e muto? Contro chi dovrebbe lottare Sainz di grazia? Contro le imprendibili Red Bull che comunque vada non c’è partita? Ovvio che egli si concentra sul compagno, come giusto che sia.

Domenica in Inghilterra vedremo dal comportamento in pista come ha digerito la decisione del muretto, perché da qui non si scappa: o farà il cavalier servente (come la tifoseria auspica) oppure si “metterà di traverso” e cercherà di lottare per stare davanti al compagno. La tragedia, a mio modesto modo di vedere, è che questa si tratti di una preoccupazione più dei supporter del monegasco che di LeClerc stesso, il quale, ha ben altri pensieri per la testa, uno su tutti per quanto tempo rinnovare con Ferrari. Forse la scelta operata domenica scorsa da parte del muretto di Vasseur è proprio rivolta in questa direzione, facendogli capire che egli avrà sempre la priorità per la squadra. Auguri monsieur Frederic, perché fino all’anno scorso, nonostante i mille problemi, i piloti andavano d’accordo, ora che sono stati messi in condizioni di stare l’uno contro l’altro per un pugno d’avanzi, vedremo quanto dura l’armonia in squadra e come verrà gestita.

 

Vito Quaranta