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MOTOGP2023-GP DI INDONESIA. E’ UN MONDIALE BELLISSIMO

Il mondiale diventa caldissimo e non solo in senso figurato. I ragazzi della Motogp arrivano nel caldo terribile dell’Indonesia per giocarsi la gara numero 15 di 20 e la prima di un filotto di 3 a cui seguiranno Australia e Thailandia tutte d’un fiato..(come a settembre, Mah).

L’inerzia del campionato è dalla parte di Jorge Martin a partire dalla caduta a Barcellona del WC in carica  Bagnaia. Per loro sarà importante giocarsela e provare a far proprio questo mondiale perché nel 2024 si ritroveranno in casa Ducati un cliente terribile di nome Marc Marquez. Lo spagnolo sarà sulla sella della moto di Gresini e tornerà protagonista: intanto gli è già tornato il sorriso

 

QUALIFICHE

Non doveva nemmeno esserci vista la clavicola rotta poche settimane fa ed invece Luca Marini stampa la pole position davanti alle due Aprilia ufficiali di Vinales ed Espargaro, ad un ottimo Quartararo, al solito Binder e, finalmente al primo dei due pretendenti al mondiale 2023 Jorge Martin solo sesto.

Bagnaia non ci ha capito molto finendo addirittura in P13 preceduto anche da un altro potenziale assente Marco Bezzecchi fresco di operazione alla clavicola, da un redivivo Di Giannantonio ed anche dal proprio compagno di squadra Enea Bastianini.

Le gare si mettono in salita ripida per il leader del mondiale e del team Ducati.

 

SPRINT RACE

E niente, la velocità che in questo periodo storico è in mano a Jorge Martin è micidiale. Già “re delle sprint” vince l’ennesima dell’anno e si issa in testa alla classifica del campionato sopravanzando un opaco Bagnaia che dalla P13 riesce solo ad arrivare alla P8.

Eroici i due Mooney VR46 che non avrebbero dovuto esserci e che allietano il proprio box completando il podio della Sprint.

Giusto per “evidenziare” i favoritismi Ducati tra Martin e Bagnaia si classificano Marini, Bezzecchi, Di Giannantonio(P6) Bastianini (P7).

 

GARA

Chi scrive pensa che la gara di oggi sia stata di gran lunga la più bella dell’anno a prescindere dai risultati.

Abbiamo visto tutto ciò che c’era da vedere ed anche quello che ci potevamo immaginare:

  1. Uno strepitoso Jorge Martin partire come una palla di cannone dalla P6 ed agguantare il comando alla prima curva per poi mantenerlo di forza sino a quando non è scivolato.

2. Un fantastico Pecco Bagnaia partire bene e rischiare tutto il rischiabile nei primi 3 giri per risalire sino alla terza posizione. Raggiunta la stessa ha mantenuto la calma ma non ha perso la voglia di andare ad agguantare chi aveva davanti braccando Vinales. Invece di accontentarsi dopo la caduta di Martin è andato a prendere lo spagnolo per poi “controllarlo” sino alla fine.

3. Un ottimo Vinales al quale manca sempre un soldo per fare una lira per vincere ma oggi è stato bravo. Ed è stato bravo perché è riuscito a resistere a Quartararo.

4. Uno spettacolare Quartararo che per arrivare a podio tenendosi dietro varie Ducati, Aprilia, KTM ci ha messo davvero tanto mestiere e tanta velocità.

5. Un eroico Bezzecchi operato 6 giorni fa alla clavicola combattere come un leone.

6. Un commovente Di Giannantonio ai piedi del podio e attualmente a piedi per il 2024.

7. Un redivivo Bastianini (rientrante dopo altre 3 gare di stop) autore di una seconda parte di gara convincente coronata dal giro più veloce in gara che può solo far bene al suo morale ed al campionato.

8. Il solito Marquez che a forza di non darsi per vinto assaggia più asfalto 2023 che può per non assaggiarlo più nel 2024.

9. Il gemello cattivo di Binder che quando entra nel fianco dei colleghi li stende invece di superarli come fa il gemello buono. Alla prima spinta ci può stare il Long Lap ma alla seconda (con gara rovinata sia per Marini che per Oliveira) ci andrebbe la bandiera nera.

 

Giusto il tempo di chiudere il materiale nelle casse per riaprirlo sull’australiana Isola di Filippo già venerdì prossimo per un altro weekend importante.

Bagnaia ha il vantaggio di 18 punti e la fiducia ritrovata grazie ad una gara strepitosa che forse nemmeno pensava di riuscire a compiere.

Martin ha l’euforia dell’ultimo mese e mezzo che gonfia le vele della sua consapevolezza di essere il pilota con il miglior stato di forma del momento.

Lotta a due da qui a fine campionato sulla (stessa) moto migliore già campione Costruttori 2023.

Ducati campione in ogni caso, perché se dovesse vincere il campionato Jorge Martin sarebbe la prima volta che una marca riesce a vincere anche con un team satellite nell’intera epoca Motogp.

Credo che a Borgo Panigale non avrebbero potuto fare di meglio a prescindere da come andrà a finire.

 

Buon divertimento a tutti.

A domenica prossima

SIMPLY THE BEZZ – ARGENTINA POST GP

Thermas de Rio Hondo, Argentina. Terra, anzi circuito, di battaglie epiche e controverse. Di prestazioni al di sopra di ogni regola ed aspettative. In Argentina cade la pioggia già dal giovedì, tutti sanno che sarà una gara da dentro fuori.

La sapeva Bagnaia, che aveva un occasione ghiotta visto che Marquez e Bastianini saltano il round, lo sapeva Aprilia che sperava in una gara asciutta.

Tutti hanno deluso le aspettative, tutti tranne la Ducati, tutti tranne Bezzecchi. Marco ha letteralmente fatto un altro lavoro, ha spinto come un dannato dal primo all’ultimo giro dando una paga “della madonna” a tutti gli altri, Campione del Mondo compreso. Una serie di giri sotto al 46, nella prima parte di gara, gli ha permesso di creare un gap a dir poco imbarazzante.

Probabilmente avrebbe trionfato anche nella Sprint Race se il compagno di team non gli avesse rifilato una carenata in partenza. Nella gara “veloce” trionfa Brad Binder proprio davanti al Bez ed a Marini. Nella gara reale invece non c’è scampo.

Proprio dove aveva vinto la prima gara in carriera nel 2018, trionfa in sella alla Ducati del Team di Valentino Rossi che porta un proprio Pilota sulla moto gestita dal suo team alla vittoria in MotoGP.

DUCATI AL TOP

La moto di Borgo Panigale si conferma in assoluto la moto da battere in ogni condizione e soprattutto sul bagnato diventa imprendibile, basti pensare ad esempio alla Top10 di Diggiannantonio che sull’asciutto arriva dietro pure al magazziniere che chiude l’autodromo.

Zarco encomiabile nella gestione gomma, fa sfuriare Alex Marquez e Bagnaia e poi li va a riprendere e li salta come birilli, avrebbe preso anche Pecco se non si fosse steso. Ai piedi del podio un ritrovato Franco Morbidelli davanti ad Jorge Martin e Jack MillerNelle prime 10 posizioni ben 6 Ducati considerando le 2 Ufficiali out sarebbe stato 8 su 10. Imbarazzante…per gli altri. Ottimo lavoro a Borgo Panigale.

DELUDE BAGNAIA, DELUDE APRILIA.

Sia chiaro. Non è che non si può dire che Pecco abbia scazzato alla grande buttando 20 punti e regalandoli letteralmente a qualcuno (uno a caso, fate voi). Bagnaia ogni volta che si trova qualcuno davanti che spinge sembra voler sempre strafare, vedi Marquez a Misano, Martin a Losail, Bastianini a LeMans e domenica Alex Marquez a Rio Hondo.

Grande delusione anche da Aprilia che sul bagnato Argentino proprio non è andata avanti. Un passo indietro brusco visti i risultati di Portimao. Urge un inversione di tendenza subito dal Texas, sperando che non sia stata un allucinazione quanto visto in Portogallo.

ALEX MARQUEZ CONVINCE ADESSO?

Ricordo la sterile polemica di qualche “haters” che dava ad Alex del raccomandato, addirittura vincente in Moto2 perché gli avevano portato il “gommone” posteriore. Non solo la storia li sconfessa, vincendo due Mondiali (uno per categoria), facendo due podi nell’anno d’esordio in MotoGP su una moto costruita per il fratello. Nel primo anno su Ducati, dopo un ottimo GP di Portogallo, fa la pole position in Argentina, chiude davanti a Bagnaia la Sprint Race dopo una battaglia molto accesa e addirittura fa podio nella gara domenicale. Bagnaia fatica molto a passarlo e nel tentativo di allontanarsi da lui si stende. Che dire, un raccomandato…

YAMAHA ED HONDA NEL BARATRO.

Con Honda abbiamo perso le speranze, visto anche il ko di Joan Mir. Senza Marc Marquez sono destinati all’anonimato. Yamaha invece non sembra essere in grado di combattere con Ducati, non traggano in inganno le condizioni della pista, su asciutto avrebbero faticato ancor di più. Qui Morbidelli grazie alla sua guida pulita da anni 90 è riuscito a piazzarla vicinissima ai primi, ma sarà sempre così? No.

Tra due settimane appuntamento in Texas, a casa di Marc Marquez nella speranza di rivedere sia lui che Bastianini.

 

Francky

 

 

(Immagini MotoGP.com)

 

 

MOTOGP 2022- GP DI MALESIA, SEPANG

Il sorpasso è compiuto: Bagnaia adesso è a +14 su Quartararo.

Degli eventi australiani della scorsa domenica se ne è già parlato a sufficienza quindi è necessario tuffarsi a capofitto sulla pista di Sepang che potrebbe portare Pecco sul tetto del mondo già la prossima domenica mattina. Basterebbero 11 punti di differenza per poter affrontare Valencia come una passerella invece di arrivarci con la pressione dell’esame finale.

Sarebbe bello per Bagnaia festeggiare in Malesia dove festeggiò il titolo Moto2 e soprattutto farlo in occasione dell’anniversario della morte del Sic per poterglielo dedicare.

11 punti che si traducono nell’obbligo del podio per Quartararo in caso di vittoria di Bagnaia in Malesia. Ma non mi inerpicherò con i calcoli matematici per tutte le altre combinazioni che lascio volentieri a quelli più bravi.

E non farò nemmeno il classico elenco di piloti e/o moto per discernere in merito alle loro ambizioni. Dopo venti gare direi che tutti noi abbiamo sufficienti elementi per capire cosa potrebbe o meno accadere.

Messe da parte le ovvietà vado oltre, avvisando chi legge che sta per arrivare un pippone. Chi non ne sente il bisogno (o non ne avesse la voglia) può tranquillamente evitare di andare oltre nella lettura. Grazie, tanto non mi offendo.

Il bello di scrivere qua sopra è che, non dovendo rendere conto a nessuno (non siamo testata giornalistica), non siamo obbligati a compiacere un editore piuttosto che qualcuno che ci “acquista” in edicola o ci “clicca” sul web. Possiamo dire quello che pensiamo, liberamente, senza per questo voler insultare nessuno pur di creare hype e, soprattutto, senza dover leccar culi a destra e a manca a seconda di dove tira il vento.

Perciò… avanti coi carri…

Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare il primo pilota italiano WC in sella ad una moto italiana dai tempi di Agostini e che mi tocca leggere in giro? Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare un titolo Ducati dopo 15 anni e che leggo in giro? Solo polemiche sugli atteggiamenti dei bolognesi verso i propri piloti. E soprattutto da coloro che poi “dimenticano” di far menzione dell’avviso mandato da Yamaha a Crutchlow quando aveva Quartararo nel codone proprio domenica scorsa…

Qualcuno mi ha fatto notare che Bagnaia ha vinto perché “protetto” da Bezzecchi.. A metà gara? Per un paio di giri in cui Marco non ha provato a passare e poi è pure finito ben dietro?

Peccato che gli stessi si siano dimenticati di far notare che Miller (suo vero compagno di squadra) lo abbia sorpassato due volte salvo poi essere ripassato (in modo pulito e vero) da Pecco..

Posso arrivare anche a capire che commenti del genere arrivino dall’estero, ma non li concepisco se arrivano da “casa nostra”. Ma orgoglio nazionale seppur in quantità minima ne abbiamo o no?

I team order non piacciono nemmeno a me. Li aborro ad inizio anno, li aborro per le posizioni di rincalzo, li aborro quando privano della vittoria di una gara. Ma è necessario fare dei distinguo ben precisi e ridurre alla realtà quanto succede in pista.

Una Casa investe paccate di milioni tutti gli anni e, alla fine della fiera, i piloti altro non sono che dei suoi dipendenti, di lusso ma pur sempre dipendenti. Subordinati o para subordinati poco cambia. Se una casa “decide” di puntare su un pilota è un torto? Se Ducati ha deciso di puntare su Bagnaia ne avrà diritto o no dopo che per 15 anni ha messo soldi in quantità?

Questi “contestatori” mi devono spiegare quanto sia “migliore” il comportamento di Honda e Yamaha. Per anni hanno addirittura prodotto moto adatte ad un singolo pilota pur di vincere. Ducati ha fatto una moto che va forte con tutti i piloti e non può “scegliere” il pilota con cui provare a vincere? Ma dove c’è scritto? E’ lei che mette il grano o mi sono perso qualcosa?

Non è di fatto un team order mettere sotto il culo degli altri oggetti che non riescono a farli performare e poi sviluppare gli stessi secondo le indicazioni di chi invece performa?

Costoro che criticano Ducati perché cerca di portare via il titolo al “fenomeno” Quartararo dove erano nel 2020 quando lui guidava una Yamaha 2020 e Morbidelli gli stava davanti con una 2019 “rischiando” di vincere il mondiale prima di lui? Dove erano quando Jarvis li ha promossi entrambi nel team interno e poi ha tolto il capotecnico a Franco?

Non ho nulla contro Fabio, ma la coerenza e l’obiettività sono ormai ricordi lontani.

E lo sono anche quando si commentano gli ultimi mondiali non marchiati Marquez.

Partendo dal postulato che quando si afferma che certi campioni nascono ogni 10 anni, risulta scontato che non tutti possono chiamarsi Marquez, Rossi, Stoner, Lorenzo, Doohan etc.

Come è possibile sentire “lamenti” quando uno di questi domina perché lo spettacolo latita e poi ricevere “lamenti” diametralmente opposti quando le gare ed i mondiali sono più “combattuti” ed incerti?

Ok, Pecco avrebbe dovuto chiudere il mondiale con qualche gara d’anticipo… Dovreste essere contenti che non l’abbia fatto. Vi sta regalando il dubbio sino alla fine dandovi il gusto di guardarvi le ultime gare. Ringraziatelo, che vinca o che perda…

 

Fine del pippone e godetevi le gare….

 

 

PS.

Agevolo l’aggiornamento del confronto-punteggio eliminando tutte le altre Ducati davanti ed in mezzo ai due contendenti.

 

(immagine di copertina tratta da tuttomotoriweb)

 

MOTOGP 2022-GP D’AUSTRALIA PHILLIP ISLAND

Terz’ultimo appuntamento di stagione e ritroviamo una delle più belle piste del pianeta, Philip Island.

Anche stavolta l’ultimo appuntamento risale al 2019 quando trionfò Re Marquez. Sembra preistoria eppure sono passati solo tre anni.

Pista affascinante, ricca di saliscendi, di curve di ogni genere e tipo, di pieghe prolungate e di pieghe rapide e repentine. Il paradiso per un motociclista che si lancia fuori dall’ultima curva e vede la pista sparire sotto il cupolino. L’ultimo asfalto visibile si tuffa nelle acque dell’oceano salvo poi riapparire sotto forma di una lunga discesa verso la prima curva del circuito, una veloce e lunga sinistra che appena finisce diventa una lunghissima ed eterna destra e così via…

Chiedo venia, ma sto parlando della pista che avrei sempre voluto provare una volta nella vita (e che non proverò mai) e mi sono lasciato scappare la mano.

I baldi giovani del motomondiale potranno divertirsi. Per loro fortuna un tale di nome Casey non sarà presente, quindi potranno atterrare in Australia con la speranza di quella vittoria che ai colleghi dei tempi di Stoner era preclusa già al gate dell’aeroporto di partenza.

Due soli punti separano Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia, con un’inerzia che ormai è tutta dalla parte dell’italiano dal rientro della pausa estiva.

Questa dovrebbe essere la pista “migliore” per Fabio e la Yamaha delle tre rimaste per il 2022. Dopo le ultime prestazioni il francese deve tirare fuori il carattere e dar lustro a quel titolo che ancora si può pregiare di detenere. Non ci sono scuse. Fabio è obbligato a vincere e mettere in cascina punti per poi difendersi a Sepang dove le Ducati saranno avvantaggiate e non di poco.

Naturalmente Pecco Bagnaia e lo squadrone Ducati non faranno sconti. Miller si troverà sulla pista di casa in un momento di forma strepitosa e fresco sposino della sua bionda. Con ogni probabilità per lui sarà una delle ultime occasioni in carriera per vincere nel suo paese e ci vorrà provare. Nel 2019 arrivò a podio davanti a Bagnaia quando entrambi erano piloti Pramac.

Oggi la posta in palio è ben più alta. Nonostante le polemiche nostrane il pilota Ducati più in alto in classifica ad oggi non ha ricevuto favori dai compagni di marca che, come scritto giorni fa, alla fine hanno rubato ai due leader della classifica lo stesso numero di punti da inizio stagione.

Ma noi italiani siamo bravi a farci del male e a creare polemiche ad hoc per guastare qualsiasi festa potrebbe capitarci. Se insieme a questo ci mettiamo anche il comportamento goffo del management Ducati allora tocca a quattro inutili tifosi cercare di giustificare un plausibile gioco di squadra. Che secondo chi scrive sarebbe più che lecito dopo ben 15 anni di digiuno, sacrifici ed umiliazioni.

La memoria è corta e pochi ricordano da che punto sia ripartita la Ducati dopo il periodo Rossi/Preziosi.

A Borgo Panigale fecero un reset totale, di personale, di filosofia costruttiva, accettando un regolamento che gli consentiva di correre sperimentando ma senza possibilità di poter essere competitivi.

Se oggi se ne possono raccogliere i frutti ben venga che li si colgano usando qualsiasi arma capiti sotto mano.

Sarebbe bello che la gara fosse una battaglia a due. Un duello uno contro uno, da inizio gara sino alla fine, senza nessuno nel mezzo, senza che si possano gettare insinuazioni sull’intervento degli altri. Non importa se per la vittoria assoluta o per l’ottavo posto…solo uno contro uno.

Ma sono convinto che il pubblico riuscirebbe a trovare spunto ugualmente per avvelenare i risultati. Perché ormai questa è diventata la consuetudine: il pubblico non sa più “godersi” la competizione senza insinuare presunti vantaggi siano essi tecnici che sportivi.

Questa volta non potrà essere “la gara degli altri”. Con tre appuntamenti ed un distacco così ridotto tra i due contendenti gli altri ricopriranno il ruolo dei comprimari.

Il più “lussuoso” di tutti resta Marquez che pian piano sta ritrovando la forma. Siamo di fronte ad una pista “sinistrorsa”, la tipologia preferita dallo spagnolo. L’incidente ha coinvolto il braccio destro che qui sarà meno sollecitato che altrove. Queste premesse lo inseriscono d’ufficio nel novero dei candidati alla vittoria di tappa seppur con qualche chance in meno rispetto ai nostri due per i motivi che tutti conosciamo. Marc ha però tanta classe e tanta voglia quindi non si risparmierà e, soprattutto, non farà sconti a nessuno di fronte ad una possibile vittoria.

A questo punto dovrei elencare il resto della griglia come di solito si fa in queste occasioni. Le ambizioni di ognuno le consociamo. Ve le risparmio.

Buona gara a tutti.

Salvatore V.

 

(immagine di copertina tratta dal sito di tripadvisor)

MOTOGP 2022-GP DI THAILANDIA BURIRAM

Terzo appuntamento di fila per la MotoGp e meno quattro alla fine del 2022.

Cento punti in palio e tre piloti racchiusi in 25 a giocarsi un titolo. Titolo che farebbe gola anche al quarto in classifica Enea Bastainini (che però ne dista ben 49). Lo tiene in gioco solo la matematica ma di fatto è virtualmente fuori dalla lotta: necessita di troppi pianeti allineati per nutrire una reale speranza.

Quartararo, Bagnaia e Espargarò ritroveranno l’asfalto di Buriram dopo tre anni. Le caratteristiche tecniche del tracciato favoriscono la Ducati per via degli allunghi.  In realtà sarebbe più appropriato dire che sfavoriscono la Yamaha, visto che la GP22 ormai va bene ovunque.

(immagine tratta da twitter)

Anche in questo caso gli uomini e le macchine della MotoGp ritroveranno il tracciato thailandese dopo tre anni di assenza. Mancanza di dati recenti e maltempo pressochè certo sono le condizioni ottimali per coloro che cercavano di dare sapore ad un campionato che, sino a due mesi, fa sembrava assegnato.

Fare pronostici diventa quindi impossibile. L’assenza di informazioni “appiattirà” le differenze tra i vari teams ed i vari piloti, privilegiando chi sarà più avvezzo ad adattarsi alle mutevoli condizioni.

Potrebbe venirne fuori una vittoria KTM che in queste situazioni riesce sempre a sorprendere. Potrebbe venirne fuori anche una bella prestazione di Marquez che in caso di pioggia (e lo ha dimostrato sabato scorso) sopperisce con la classe e la sensibilità alla mancanza di forma fisica.

Insomma, potrebbe essere la gara degli outsider visto che non hanno nulla da perdere rispetto ai tre in lotta per il bottino grosso.

La gara di domenica scorsa ne è l’esempio lampante.

Se non hai nulla da perdere (e manco da guadagnare perché le line up 2023 sono già definite) puoi tirare a bestia e provarci, mentre a chi ha da perderci spunta il braccino.

Non è un caso quindi se a Motegi Quartararo & Co abbiano viaggiato nelle retrovie chi per un motivo chi per un altro. Lo stesso Bastianini (che è quello ha meno da perderci) non ha brillato in Giappone e in Thailandia è quello sul quale si dovrebbero puntare i due euro settimanali.

Con Mir ancora assente ritroveremo in sella su una Motogp il nostro pilota “operaio” Danilo Petrucci. Una passerella per lui in quanto, sia per la moto che per lo scarso feeling con la stessa, non potrà molto. L’eventuale pioggia potrebbe però aiutarlo a ben figurare.

Lo spagnolo, invece, deve aver capito che partecipare per il dovere di firma, con un team in chiusura ed una moto non prestazionale, sarebbe valso solo il rischio di farsi male nuovamente. Lo si può criticare?

Scrivere qualcosa di diverso da quanto scritto quando le gare si susseguono con questo ritmo diventa complesso. Soprattutto quando i regolamenti non permettono voli pindarici e variazioni sul tema di gara in gara. Questo ormai è anche il motociclismo….e pensare che nel 2023 ci saranno anche le corse del sabato che tendenzialmente spoilereranno il risultato della domenica. Ma noi ci aggrappiamo al pensiero che durante la minicorsa del sabato si possano raccogliere info utili per far meglio alla domenica.

Buona gara a tutti.

 

Salvatore V

 

(immagine in evidenza tratta da gpone.com)