Archivi tag: alonso

LA VERSIONE DI SELDON: 1, X, 2 E….PEDALARE.

Ognuno di noi conserva nella memoria determinate circostanze, legandole al luogo, al momento e alle contingenze. Ciò che rimane è il fatto! Per es. che una volta la domenica si svolgesse un intero turno di partite di calcio è un fatto! Che molti di noi lo facessero con la schedina in mano, con un inizio e una fine nel giro di 2 ore compreso l’intervallo, è un altro fatto!

Spiaggia.

I fine settimana di settembre, di ottobre, pure di novembre se c’era il sole, erano “fuga dalla realtà”. Fuga dalla scuola che stava per ricominciare, o dal lavoro che per una settimana aveva oscurato le ancora calde e limpide giornate pur accompagnate da una gelida acqua a causa di maestrale e tramontana. Per ritrovarsi lì senza la scusa dell’ombrellone c’era la lettura attesa, popolare e condivisa della schedina. Si parcheggiava la macchina o la moto a bordo spiaggia e lì, o anche sulla sabbia si chiacchierava con la colonna sonora dell’orchestra diretta dal maestro Ameri.

Primo violino Sandro Ciotti, tromba Tonino Carino da Ascoli ecc. Rivedevi tutte le facce di luglio e agosto tranne quelle dei turisti. Era la domenica del villaggio, una festa privata. 13 partite seguite contemporaneamente che cambiavano continuamente l’umore.  13 che a dieci minuti dalla fine diventavano 9.  8 che diventavano 12.  11 che rimanevano 11…! Sapevi quando partivi e sapevi quando arrivavi. Non c’era niente prima e non c’era niente dopo se non i commenti del prima e del dopo. Era bello! Produceva ansia iniziale, e poi nervosismo da tic. Infine era liberatorio! Per chi vinceva e per chi perdeva.

Non c’è più motivo oggi per andare là (che non sia ovviamente “il mare d’inverno”) perché hanno da tempo fatto a pezzi quel 13. Hanno addirittura proposto ultimamente di giocare tutte le partite singolarmente senza sovrapporle, cioè in orario diverso per ciascuna.

Passato.

Molti di noi sanno, anche non avendole viste, che le prove di qualificazione in F1 un tempo si svolgevano in modo diverso dall’attuale. Siamo passati dalle prequalifiche per eliminare una quota di partecipanti (quando questi erano troppi) all’introduzione del 107% per superare le qualifiche e/o eliminare i troppo lenti, insieme a giri secchi a serbatoio scarico e poi carico per la prima parte di gara nei giorni di venerdì e sabato, e via andare. E naturalmente il warm-up, fino al 2002. Una sessione pre-gara della domenica mattina per assettare le macchine al meglio. Senza dimenticare la dimenticabilissima “sedia rovente” del 2016, diventata fredda subito. Un pilota eliminato ogni minuto e mezzo nelle tre sessioni fino agli ultimi due highlanders.

Insomma, la questione delle qualifiche non si è mai definitivamente risolta anche se lo schema attuale è in vigore con pochissime varianti dal 2006. A nessuno però era mai venuto in mente di sostituire una qualifica in senso stretto con una serie di frazioni di qualifica di cui fa parte anche una mini-gara. Fino ad oggi!

Un assaggio in tal senso lo avevamo avuto nel rocambolesco finale del gran premio di Baku. Un gp che si era messo su un binario piuttosto diritto fino a quando, prima Stroll e poi Verstappen, hanno loro malgrado azionato uno scambio. Nella prima occasione, con ripartenza dietro SC, poche variazioni se non che il ricompattamento ha messo alcuni in condizione di giocare una partita diversa. La seconda occasione però si è dimostrata una variabile potente, in grado addirittura di sovvertire quanto sembrava ormai acquisito.

E’ qui che dobbiamo analizzare cosa sarebbe e cosa non sarebbe una sessione di gara anzi che di qualifica in relazione al premio in palio.

Chiaramente nei due giri di Baku si trattava di un all-in, in cui alcuni si giocavano un risultato importante per la classifica. Abbiamo piacevolmente rivisto una vecchia conoscenza, tale Sebastian da Heppenheim, arpionare un podio in maniera vigorosa. Un giovane leone francese. Un vecchio leone spagnolo che ha azzannato un incredibile sesto posto e un altro vecchio ingordo (accezione positiva) leone inglese (insomma…) che pensava di avere ancora abbastanza denti per un cosciotto decisamente grande e appetitoso.

Ci siamo divertiti tutti. Ma non era penso lecito pensare alla futura sprint-race di qualifica come una riproposizione in grande di questo flash di spettacolo. Troppo diversa la dimensione della posta in palio, troppo grande il rischio di vanificare gli sforzi di tutto il team per arrivare al meglio alla gara vera, quella dei punti e delle posizioni importanti.

Cosa è stata?

A mio modo di vedere una blanda parata di 17 giri a cui si possono rimproverare tutti i difetti della gara in senso stretto. DRS per permettere i sorpassi, controllo della condizione e della temperatura delle gomme, ecc. A cui aggiungiamo la mancanza della presa di rischi eccessivi per i primi, per i quali conquistare il premio grosso è talmente più importante che dopo pochi giri andavano per acquisire gli spiccioli. L’unico movimento lo abbiamo avuto come prevedibile da centro gruppo in poi, con Sainz che sfortunato si è ritrovato retrocesso in undicesima posizione e Alonso che viceversa ha imperiosamente guadagnato diverse posizioni.

Tutta gente che parte per arrivare più o meno dove è partita, guadagnare zero punti sia per se che per la squadra e magari rischiare di non portare a casa in gara quei pochi punti che magari a fine stagione valgono diversi milioni. No, non mi è piaciuta! Non solo perché l’avevo messo in preventivo, ma soprattutto perché è stata piuttosto noiosa. C’è davvero qualcuno che pensa che quanto è successo tra Hamilton e Verstappen la domenica potesse succedere il sabato!? Non scherziamo! Altro che i tre giri di Baku!

Questo porterebbe a pensare che due gare vere con punti veri in palio, sarebbero meglio. Parlo di meglio rispetto al peggio, che è comunque un magro risultato.

Paure.

La mia paura, e penso non solo mia, è che succeda come per le domeniche dimenticate del calcio. Dividi l’interesse tra più giorni di gara e dividi anche il pathos. Il primo giorno anestetizzi l’ansia per il risultato finale, ed è probabile che a seconda del trend della prima gara la seconda perda attrattiva e resti addormentata. Costringi le persone, almeno gli appassionati, a dedicare all’evento l’intero weekend. E se penso a quanti hanno famiglia e già faticano a ritagliare due ore la domenica nel telo del weekend capisco che molti molleranno. E il disinteresse porterà all’abbandono, perché al contrario del calcio per il quale ogni tifoso ha uno spazio dedicato alla sua squadra e poi verifica in relazione a quanto successo alle altre, per la formula1 spezzettare significa spezzettare anche il tempo per la propria squadra, per il proprio pilota. Valido per tutti!

L’altra mia paura è che venga davvero esteso a tutti o quasi i gp, a dispetto del gradimento del pubblico. Perché il gradimento è di Sky, e Sky con LM deciderà come organizzare gli eventi futuri così come decide come organizzare il campionato di calcio (tanto DAZN o Sky cambia niente). E questa paura è dovuta anche alle sconclusionate parole pre-gara del presidente della FIA, sua Eminenza Don Menicali: “sarà sicuramente un successo. Siamo sulla strada giusta”! Non aveva visto neppure un giro…..

Nebbie.

C’è qualcuno (parlando di quelli che hanno davvero un peso nel futuro di questo sport) tra gli organizzatori, gli sponsor, i team, i network, che abbia notato anche solo di sfuggita che è bastato ridurre di 30 minuti il tempo delle fp per ravvivarle al punto che in ognuna delle tre le squadre se le danno in pista a suon di giri da qualifica? A che serviva una doppia qualifica di cui quella vera è addirittura quella dei giri meno veloci del sabato? La nebbia non si vede, mi sembra chiaro. Ma d’altronde cosa ha detto Mezzacapa? Quando c’è la nebbia non si vede niente…cit.

La paura è che butteremo l’occhio al campionato una volta ogni tre o quattro gare.

Cosa ha fatto le Ferrari?

Seconda in campionato?

Beh dai, mica male!

Che si fa il weekend? C’è Monza.

Ma quando? Venerdì, sabato o domenica?

Quanto costa?

Ahhhh…! No senti, avevamo già organizzato. Carichiamo la bici in macchina e andiamo a pedalare in montagna.

Ma non ci sarà nebbia?

No no, è tutto chiaro…

 

Antonio

 

Immagine in evidenza da: www.oasport.it

LE VERSIONI DI SELDON

Versione 1

Le modifiche apportate al regolamento, in special modo il taglio del fondo con conseguente perdita di downforce, e le modifiche alle ali, hanno permesso un livellamento delle prestazioni. Sembrerebbe per esempio che la Mercedes e la collegata concettuale Aston Martin, in virtù di un basso rake, abbiano avuto i maggiori problemi di compensazione, mentre la Red Bull, quella a più alto rake, si sarebbe adattata meglio recuperando molto se non tutto il gap che accusava nel 2020. Questo grazie anche ad una aumentata competitività dell’unità Honda che la equipaggia da un paio d’anni. Hamilton è sembrato finora l’unico a saper sfruttare in gara tutto ciò che la macchina offre, afflitta come è da problemi di inconsueta instabilità al posteriore solo parzialmente risolti rispetto ai test, così come la gestione delle gomme.

La Red Bull con Verstappen avrebbe potuto essere senza certi errori suoi e/o del team in vantaggio in classifica, denotando che la RB16B è candidata seriamente al titolo. Più indietro la McLaren, che già con l’unità Renault lo scorso anno pareva aver superato il tunnel imboccato nel 2013, si ritrova come una tra le più competitive, se non la più credibile, delle inseguitrici. La Ferrari, scontato quello che sembra essere stato un passaggio al Purgatorio, che a parere dello scrivente è stato autogestito come da accordi con la FIA, pare abbia rimesso in campo una PU degna di tal nome, arrivando a delle performance che a detta degli addetti ai lavori sono inspiegabilmente positive se relazionate al livello 2020. Il risultato, da qualunque parte lo si osservi, è quello di essersi temporaneamente issati dal 6° al 3° posto virtuale, in lotta con la McLaren.

Ritrovata guidabilità, trazione, velocità. Ma soprattutto è rientrato nella norma il drag che non permetteva di dare carico utile, dovendo alleggerire per avere un minimo di velocità sul rettilineo, e come conseguenza avere gomme da buttare dopo pochi giri. In questi primi gp della stagione abbiamo visto una vettura che è sufficientemente veloce sul dritto e molto efficace nei tratti più guidati. Il tutto con una buona gestione delle gomme. In prova Leclerc è sempre capace di regalare un minimo di brivido, segno che la vettura lo asseconda. Un salto qualitativo notevole figlio di progressi sia a livello aerodinamico, (ricordando che il telaio è rimasto quello della SF1000), sia soprattutto a livello di PU.

Leggermente più staccate l’eterna promessa Renault (pardon…. Alpine), la quale non beneficia del miglior Alonso, spesso battuto dal giovane Ocon. L’ outsider mancata Alpha Tauri, con Gasly non completamente a suo agio e Tsunoda al momento polemico e inconsistente. Sembrerebbe così che la lotta per il terzo posto finale riguardi solo Ferrari e McLaren, con la Ferrari attualmente più in forma, anche se di poco! Più Indietro la lotta è tra una migliorata Williams, la sconcertante Aston Martin, che attende il talento (attualmente assente) di Vettel per risollevarsi, e l’Alfa Romeo, con un Giovinazzi in crescita e un Kimi che alterna ottime prestazioni a discutibili distrazioni. Infine Haas, la quale non chiede e non promette niente, soprattutto se chi la guida è Mazepin. Dignitoso invece Schumi jr.

Stiamo per affrontare Montecarlo, una pista che ha sempre premiato vetture bilanciate e dotate di buona trazione. E naturalmente  piloti senza peli sullo stomaco. Con ancora negli occhi i sorpassi riusciti a Charles nel 2019 a Norris e Grosjean, (ma anche quello mancato a Hulckenberg), spero davvero in una gara meno noiosa del solito. Meglio un giorno da leoni che una stagione da…, tanto ci si gioca la coppa di legno. Almeno fatecela ricordare per qualcosa che merita.

In definitiva una stagione molto promettente dal punto di vista dello spettacolo prima della rivoluzione del 2022. I tecnici della Ferrari sembrano ora perfettamente in grado di portare sviluppi efficaci sia sulla SF21 sia sulla futura vettura per la prossima stagione, avendo perfettamente capito i problemi che affliggevano la SF1000, al netto della squalifica/punizione/retrocessione… in qualsiasi modo la si voglia chiamare. Sarà di nuovo una Ferrari da primo posto? Speriamo!

Versione 2

Le modifiche apportate al regolamento, in special modo il taglio del fondo e le modifiche alle ali, dovevano permettere un livellamento delle prestazioni. Era dato per certo che la Mercedes e la collegata concettuale Aston Martin, in virtù di un basso rake, avrebbero avuto i maggiori problemi di compensazione, mentre la Red Bull, quella a più alto rake, si sarebbe adattata meglio recuperando molto se non tutto il gap che accusava nel 2020. Questo grazie anche ad una aumentata competitività dell’unità Honda che la equipaggia da un paio d’anni.

In realtà sembra che Hamilton stia in questo scorcio sfruttando bene una Mercedes che, in cima alle due classifiche, offre prestazioni ottime, così come la gestione delle gomme e, semmai, ha un unico punto debole nel secondo pilota. A Barcellona sono stati solo un lontano ricordo i problemi al posteriore e l’incomprensione delle gomme patiti in Bahrain.

La Red Bull, partita benissimo aveva dato l’illusione di potersela giocare, anche se a fatica, su entrambe le classifiche, ma alla resa dei fatti pare oggi davvero al limite. Verstappen, su cui la squadra riversa ogni energia e sforzo, combatte contro un team e una vettura superiori, così come era già successo alla Ferrari nel 2018, che a onor del vero era davvero una vettura pari o superiore almeno fino a metà campionato. La Red Bull non pare a questo punto poter puntare seriamente al titolo. Più indietro la McLaren, che è dotata ora dell’unità Mercedes si ritrova come una tra le due più accreditate inseguitrici. La nuova PU le ha dato una maggiore competitività specie in prova, e gestisce molto bene il consumo gomme. Non è però, al netto di Norris, convincente fino in fondo. Specie se si guarda a Ricciardo.

La Ferrari, scontato quello che sembra essere stato un passaggio al Purgatorio, che a parere dello scrivente è stato autogestito come da accordi con la FIA, pare abbia rimesso in campo una PU degna di tal nome, arrivando a delle performance che a detta degli addetti ai lavori sono  inspiegabilmente positive se relazionate al livello 2020. Nonostante ciò, pur osservando un miglioramento globale, e prestazioni che le permettono di stare con la McLaren, i distacchi con le prime della classe sono ancora elevati e talvolta immutati rispetto allo scorso anno.

C’è davvero stato un salto di qualità? Il fatto di una ritrovata guidabilità, trazione, velocità, derivano da uno step evolutivo positivo in assoluto? O sono piuttosto la conseguenza di: 1) livello molto basso di partenza e dunque con ampi margini; 2) minor miglioramento, per il motivo opposto, delle vetture più prestazionali? In questi primi gp della stagione abbiamo visto una vettura che è sufficientemente veloce sul dritto e molto efficace nei tratti più guidati, ma Red Bull e Mercedes sono sempre lontane. Leclerc l’anno scorso era addirittura riuscito a salire a podio…!

Leggermente più staccate l’Alpine, che però sembra avere dei margini di miglioramento, specie se Alonso trova la quadra e supporta Ocon. Seguono L’outsider mancata (per il momento) Alpha Tauri, che se mantiene le promesse dei test avanzerà, e sarà pericolosa per un duello a tre/quattro per il terzo posto e il mistero Aston Martin con alla guida il mistero Vettel. Più indietro una Williams ravvivata dal buon comportamento di Russell, Alfa Romeo  e Haas.

Ci avviciniamo al weekend monegasco, su una pista che ha sempre premiato vetture bilanciate e dotate di buona trazione. E naturalmente piloti senza peli sullo stomaco, e le premesse sono comunque di un ennesimo duello Verstappen/Hamilton, i due che garantiscono sulle migliori vetture il miglior spettacolo. Dietro, a differenza di anni addietro, non potremo vedere grandi sorpassi, perchè le prestazioni sono più ravvicinate e perchè Monaco ne regala davvero pochi.

Riuscirà Leclerc, (o magari Norris), almeno provandoci, a farci divertire più che gestire senza rischi una stagione avviata al semplice mantenimento del terzo posto? Una stagione che sembrava molto promettente dal punto di vista dello spettacolo prima della rivoluzione del 2022, sembra invece dopo la prova di Barcellona, essersi indirizzata verso Brackley.

I tecnici della Ferrari in effetti sembrano avere le idee chiare ma potrebbero, (una teoria) al pari di Red Bull essere al limite di sviluppo della vettura 2021. Se nel 2022 sarà di nuovo una Ferrari in difesa di posizioni di rincalzo non lo possiamo capire ora. Speriamo di no!

Riflessione

Mi sono chiesto: se vado a rivedere cosa pensavo, dicevo, scrivevo…un tempo, è cambiato qualcosa? Quando mi trovo in disaccordo con qualcuno è per qualcosa per cui una volta ero in accordo? O possibilista, o tollerante? Quello che vedo domenica dopo domenica dipana semplicemente meglio il quadro o sgretola anche delle certezze?

Secondo me faremmo bene ogni tot di tempo a rivedere le nostre posizioni passate per capire cosa ne è rimasto. Saggiare la nostra coerenza o la nostra razionalità. Ritengo probabile che persone lucide non inclini all’odio siano coerenti nelle esternazioni. Faccio un esempio: se dicevo fino a due anni fa che Ricciardo era un serio potenziale antagonista dei migliori e ora dico che è un buon pilota senza i numeri necessari, non sono coerente oppure ho solo esaminato ulteriori dati e ho “coerentemente” cambiato idea? Si può essere coerenti anche nell’essere sempre pronti a cambiare idea credo.

Altra ipotesi: se dieci anni fa pensavo che Vettel fosse forte quanto la macchina che guidava, non più e non meno. Nella sua era Ferrari pensavo che fosse un ottimo pilota che con la macchina giusta poteva ancora vincere il mondiale, e ora penso che non sia capace di superare i limiti della macchina (non parlo di limiti termodinamici quanto di difetti di guidabilità), sono coerente? O se no, di quanto mi sono allontanato dalla coerenza e perché?

Le due versioni sopra esposte, così simili e così poco simili allo stesso tempo, mi appartengono entrambe. Ma anche no, o non per intero. E’ possibile che alla seconda gara avrei preferito la prima versione alla seconda. Significa che parlo a vanvera? Sono sempre convinto di quello che scrivo, eppure lo potrei scrivere diversamente in momenti diversi. Pochi particolari cambiano tanto. Se le rileggessi tra qualche tempo penserei che siano plausibili. Anzi non lo penserei, le troverei inconsciamente plausibili. Cosa mi induce a indirizzare un commento in un senso o in un altro pur tenendo la stessa direzione?

Concludo. Prima che guidasse la migliore Williams pensavo che Mansell fosse una specie di Maldonado. Ora lo ricordo come tremendamente veloce anche se con poca visione. E penso pure che avrebbe potuto vincere più di un mondiale. Qui influisce il suo periodo Ferrari suppongo! Non vi dico cosa pensavo di Senna….e ora invece!? Con Piquet sono stato fino ad oggi molto coerente…!

Cosa, se è capitato, vi ha fatto cambiare idea sulla F1 e i suoi protagonisti? Per cambiare idea avete semplicemente rivisto le vostre posizioni o l’ambiente/il confronto vi hanno indotto a farlo?

Vi dico che, per es., nella mia frequentazione sportiva ho cambiato idea su Montezemolo, Dennis, Hamilton, Marchionne…..così, a caso!

 

Antonio.

 

Immagine in evidenza da: formulapassion.it

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’#ESSEREFERRARI

Come sa chi mi ha già letto sono appassionato di cinema impegnato, per questo introduco con un dialogo importante tratto dal film “when Harry met Sally”, tra Harry e Jess.

– stai dicendo che non è attraente?

– no, te l’ho detto che è attraente!

– sì, ma hai anche detto che ha molta personalità

– sì, ha molta personalità

– quando una donna è poco attraente la prima cosa che si dice è che ha molta personalità

– senti, se mi avessi chiesto come è fisicamente e avessi detto: “ha molta personalità”, allora non sarebbe attraente. Ma visto che ti dico solo che ha molta personalità può essere due cose: o attraente con molta personalità o NON attraente con molta personalità

– e quale delle due è?

– attraente!

– ma non è BELLA, giusto?

 

La SF21 l’abbiamo aspettata, l’abbiamo auspicata interessante e vincente, l’abbiamo vista! No, non è attraente. Ma ha molta personalità. Allora è brutta? Non l’abbiamo detto! Ma non è Bella!

La discussione in merito ha una certa rilevanza poiché nel mare della poca comprensione, della molta confusione, dell’empirismo tecnico e dell’ostentazione delle poche conoscenze in materia (chi le ha…), la discussione sulla bellezza delle monoposto è la più rassicurante, la più gratificante, e i più riescono a trarne un contenuto tecnico notevole, completo di previsione dell’efficacia fisico-meccanica del mezzo. Non vi sarà passato inosservato che in molti siti i commentatori legano la finezza dei particolari, il colore della livrea, il numero di soluzioni originali, alla forza del mezzo.

“Ma hai visto come hanno lavorato di fino in Red Bull e Mercedes? Non abbiamo speranza. Si vede a occhio nudo. Anche a naso”.

Insomma le vincenti sono belle e profumate, le perdenti sono, nella migliore delle ipotesi, attraenti. Con molta personalità. Ma non belle. Mettersi dietro prego!

Prendere parte a queste discussioni, o anche solo leggerle è divertente diciamocelo. Più che studiare le equazioni dei flussi al diffusore. E noi pronti, parleremo di tutto con particolare attenzione ai particolari importanti, alla bellezza di chi vince.

Noi (nel senso noi ferraristi) presumibilmente non ci saremo, anche se nel cuore nutriamo l’inossidabile speranza che l’acqua possa davvero diventare vino, che uno schifo di uccelletto spennacchiato possa diventare un cigno. No, il pulcino del cigno è bello, non raccontiamoci storielle. Un primo sguardo tenderebbe ad escludere che la SF21 sia un piccolo di cigno.

Ora sta per partire la nuova stagione. Si vede dal fermento, la gente si interessa, partecipa….cit. La stagione tutto sommato appena conclusa è stata degna accompagnatrice di un anno surreale. Entrambi disastrosi, indimenticabili, auspicabilmente irripetibili. Per i tifosi Ferrari si è trattato del proseguimento del precipitare cominciato da Brasile 2008, escludendo i rallentamenti dovuti ad una sporgenza nel 2018, dove peraltro il corpo ha solo rimbalzato facendosi anche male e proseguendo verso il basso fino a quello che tutti reputiamo il fondo. Ma si sa che non c’è limite al peggio, quindi NON illudiamoci con ottimismo ancora non abbastanza giustificato. Volgerei l’attenzione non tanto agli alti e bassi della squadra, quanto ai contraccolpi che riceve il tifoso medio e/o il pilota dalle vicende che interessano l’oggetto del suo tifo. Nel caso del pilota lo strumento con cui si esprime.

E’ senz’altro vero che con il diminuire della forza e della potenzialità di vittoria della Rossa molti suoi tifosi sono passati al rivalutare il titolo costruttori. Molti, non tutti! Ci sono tanti che pur sostenendo anche calorosamente un pilota fintanto che siede su una macchina del Cavallino non fanno passare un minuto prima di scaricarlo se questi dovesse infilarsi in altro abitacolo. E ci sono tuttavia tanti che riconoscono nella coppia dei piloti quello con più capacità e dunque propendono nei commenti a riservargli gli aggettivi più positivi, ma al termine della loro avventura in rosso potrebbero al massimo preferirli ad altri nemici, mettendoli comunque dopo la squadra e in una certa qual misura dopo i piloti della squadra. Tra questi il sottoscritto.

Il povero Vettel, al di là delle nostre posizioni e della stima che verso lui nutriamo, ha subito negli ultimi due anni in Ferrari uno stress notevole. Non che io lo giustifichi per Sochi o Brasile 2019, ma vedevo il malessere. Sembra che ora stia meglio e ne siamo contenti. Magari non stia troppo bene eh!? Benino…:-)))

Il fatto è che non è facile sostenere la “leggerezza” del fardello rosso. #essereferrari rende semmai più difficile giustificare le fisiologiche sconfitte, non aggiunge un plus al mito. Il mito basta a se stesso senza discutibili trovate da marketing. Ma poi cosa vuol dire? Sono quelli con la macchina rossa? Sono quelli col cappellino, la maglietta, la tuta rossa? Parlano in un altro modo? Il loro spettro del visibile ha lunghezze d’onda differenti? Il loro cuore ha un ritmo diverso? Batte in testa? Sono quelli che vedono perdere la loro beniamina ma con uno stile particolare?

Ad #essereferrari è la Ferrari, il resto è spettatore compiaciuto, soddisfatto, appagato. Se vogliamo dare una sorta di importanza al Mondo che gira attorno alla Ferrari possiamo dire che è il vento che soffia sulle vele, non è però la barca, non è neppure l’equipaggio di quella barca. Può esserne l’armatore tutt’al più, e come tale è contento se la barca va e chiede conto se la barca non va. Siamo altre cose, altre persone, certamente con quell’unica passione. Ma, come fossimo un popolo battezzato in una parrocchia a parte, è  spesso incomprensibile a quanti non “passionano” (passatemi il termine) quanto possa essere difficile perseverare nella speranza che arrivino trionfi a cancellare periodi amari. Di quei trionfi nutriamo la nostra esistenza povera di successi, in quei trionfi riversiamo un patriottismo che l’italiano non ha mai concesso al Paese. Si da alla bandiera, o nel nostro caso uno stemma con la bandiera. Sotto il cavallo…!

In tutto questo possiamo inserire il povero Vettel. Caricato di anni di “non trionfi” (manco fosse innaturale non vincere sempre), della responsabilità di essere il Salvatore (l’ennesimo), e di #essereferrari. Non tutti hanno la buccia di Alonso, molti hanno la polpa scoperta e vulnerabile. In più #essereferrari per un mercenario come sono tutti i piloti, dandogli una cittadinanza, una appartenenza che possiamo dare al massimo ai meccanici, (forse a Furia), è un peso enorme. E Vettel se l’era caricato. Più che imputargli il presente, se pensiamo che abbia delle responsabilità come pilota, non può essere. Eventualmente solo dal punto di vista della gestione del mezzo. Un mezzo inadeguato spesso, ma come spesso ricordiamo, anche meraviglioso come nel 2018…

Beh, non siamo qui per rivangare il passato, e Vettel è il passato, ma piuttosto, partendo dal presente, cercare di leggere il futuro. Al momento in cui scrivo ho seguito malamente le prove, e come da tradizione non ci ho capito granchè. Tanto per immaginare (e sottolineo immaginare) che i rapporti di forza in alto, al netto dei tempi, non siano cambiati se non nelle proporzioni. A meno che la Regina, intervenendo qua e là non abbia rotto l’equilibrio che l’aveva contraddistinta dal 2014. E nel contempo, i promotori di quell’orrida bevanda non abbiano evoluto tutte (ma proprio tutte) le aree di intervento. Perché no!? I primi sono umani, molto organizzati ma umani. I secondi hanno Newey.

Ora, mettiamoci comodi e godiamoci la nuova stagione senza sperare in null’altro che nello spettacolo. Ci sono ancora due settimane di chiacchere e poi via. Soprattutto ci sono una manciata di giovani promettenti come non si vedeva da decenni. Ragazzi che vanno oltre la loro macchina, spesso insufficiente, a volte indecorosa. Un probabile nuovo record di vittorie e mondiali all’orizzonte. Uno sfidante che sembra degnissimo. Uno d’esperienza che ritorna. Un marchio prestigioso anche se, per adesso, solo come copertina a coprire il rosa che copre il grigio. Una faentina interessante. Una nobile inglese rinata.

La rossa sarebbe la ciliegina sulla torta se riuscisse a risalire di almeno tre posizioni rispetto al 2020. Non ce lo auguriamo solo noi “tifosi”, come ha detto Elkann in un discorso tutto in inglese tranne quella parola e “grazie” a chiudere. Se lo augurano anche gli organizzatori e, diciamocelo, gli avversari.

Ecco, era tutto qua. Il grido stridulo di un appassionato a cui sta passando la afonia da depressione per dire: Forza Ferrari! Ma anche Forza Formula 1! Non deluderci e non abbandonarci in un anno che non sarà facile!

Un caloroso saluto a tutti! Sperando di rileggere gli assenti dell’ultimo periodo. Buona stagione!

Seldon

 

Foto in evidenza da tuttosport

F1 PRE-SEASON TESTING 2021: SAKHIR

“In scribendo saepe longius sum” – Anonimo

Buongiorno a tutti e benvenuti alla tre giorni di Test in Bahrein atta a sgrossare le vetture 2021 in vista del primo GP stagionale previsto sempre a Sakhir il 28 di questo mese.

Usiamo liberamente codesto spazio per commentare suddetti tests e postare aggiornamenti su percorrenze e tempi.

Grazie a tutti e bentornata Formula 1!

UPDATE

Risultati completi prima giornata

UPDATE 2

Tempi della seconda giornata

ALPINE F1 TEAM – A521

Ed ecco ufficialmente presentata anche la ALPINE A521

Livrea che ricorda il fascino del volo, richiamando una patriottica tonalità presente sugli aerei della Patrouille de France. (Tuttavia in rete si trovano già i paragoni con la Pepsi e la Colgate)

Siamo davanti forse a uno dei passi più grandi per il team Francese e forse è pure la scuderia che sta scommettendo più di ogni altro nel paddock, per riuscire a posizionarsi nei piani alti delle classifiche, nelle gare e nel campionato.

IL TRIO;

De Meo – Brivio – Alonso

Tre uomini che mettono anima e corpo in quel che fanno, personaggi con la passione perennemente accesa, figure che hanno primeggiato e segnato la rotta in tutto quel che han fatto, pur lanciandosi in scommesse spesso quasi impossibili.

De Meo

L’uomo che incarna colui che sa sognare, che sa cosa voglia la gente e che sa come indirizzare un grande marchio a prendere le scelte giuste per farlo diventare grande.

Personalità che ha girato nei grandi marchi ed ha saputo lanciare scommesse sempre vincenti, dalla 500, al rilancio dell’immagine del gruppo VAG, prima come VW, poi come Audi e infine Seat.

Leader con il motorsport sempre nel sangue, usando quella strategia antica che vede le persone appassionarsi e legarsi a un brand, grazie al successo nelle corse.

Brivio

L’artefice di due missioni quasi impossibili, la prima quando fece tornare grande Yamaha, facendo accasare Rossi nella sua squadra e riuscendo in qualcosa che solo la stagione prima pareva totalmente impossibile, iniziando da li un lungo periodo di vittore per la casa di Iwata

La seconda, culminata lo scorso anno con il titolo di Mir su Suzuki. Un progetto che pareva fin troppo ambizioso, partito dal nulla, da una tela bianca e stagione dopo stagione, vittoria dopo vittoria, giunto all’apice più alto.

Un motivatore, una figura che ha dentro la passione e la tenacia giusta per muovere e stimolare le persone, figura che riusciva a convincere uno tosto come Vale, a darci di manetta, anche quando fino al warm up le cose non andavano. Personaggio che ha saputo credere in Mir e motivarlo, fino al successo.

Alonso

L’incarnazione del pilota amante delle corse e delle scommesse, quello che non sa stare lontano da una pista o una competizione, mettendosi continuamente alla prova.

Lo definiscono uno sfascia team (i tifosi) mentre chi lavora con lui lo ama.

Ma di lui sappiamo tutto: o lo si ama, o lo si odia….il cuore lo metterà sempre.

LA VETTURA

Trovare modifiche sostanziali alla vettura del 2020 per ora è diffcile, bisogna spingersi fin troppo nel dettaglio, andando a focalizzarsi su aspetti quali le pance e le prese d’aria

L’ala anteriore è molto simile alla 2020 ma è interessante la forma del cape, che unito ai due piani che si intersecano, dedicato alla canalizzazione dei flussi, inviandoli ai lati della scocca, abbastanza originale.

Scarse novità sull’efficace sospensione anteriore dello scorso anno, se non le solite modifiche legate ai nuovi pneumatici panciuti.

Parecchio risalto è stato dato alla circolazione dei flussi d’aria nal comparto ruote, alla continua ricerca di un migliore drag.

Le fiancate sono tornate alle versioni 2019, distaccandosi dal trend di ricerca dell’effetto Coanda delle altre case, molto probabilmente per migliorare l’affidabilità e il raffreddamento della PU

Alpine A521 dettaglio dell'abitacolo e dello sfogo d'aria calda dietro all'attacco dell'Halo

La modifica più sostanziale e strana, l’airscoop a 5 canalizzazioni, che presenta un posteriore abbastanza importante, che par coprire una grossa porzione d’ala posteriore.

Scelta strana e nettamente controtendenza, da capire quali vantaggi porterà in pista

Poco altro da dire, attendiamo che scendano in pista e facciano vedere il loro valore.

(Foto prese dal canale Twitter del ALPINE F1 TEAM e da MOTORSPORT.COM)

Saluti

Davide_QV