WORLD SBK 2021 – ROUND DI GRAN BRETAGNA

Dopo quasi un mese ritorna il mondiale superbike sulla pista di Donington Park per il quarto appuntamento stagionale.

Il round di Misano ha avuto il grande pregio di restituirci un mondiale, nel senso di una vera lotta per il titolo con il turco Razgatlioglu che è diventato il più serio e pericoloso contendente di Rea.

Il pilota del team Yamaha Pata è stato il pilota che ha raccolto più punti a Misano e ha ridotto il distacco da Rea a 20 punti, un margine ampiamente colmabile a patto di mantenere questa costanza di rendimento.

immagine da smanettoni.net

Rea ha limitato i danni cercando di andare a podio quando possibile e salvandosi da una caduta quasi certa in gara 1, affezionato al vecchio adagio che è meglio marcare qualche punto piuttosto che non prenderne nessuno.

Il risultato è stato un round senza vittorie ma che lo vede ancora come il favorito numero uno per il titolo.

Donington è una delle sue piste preferite e un’ottima occasione per cercare di aumentare il gap nei confronti dei suoi avversari.

Avversari che come Redding cercheranno di riscattare un round di Misano davvero deficitario. Oltre ad aver rimediato una caduta in gara 2 per correre ad un ritmo gara che non era il suo, il pilota inglese si è visto surclassare dal suo compagno di team, Rinaldi, autore di due vittorie e un podio in gara 2.

immagine da motoblog.it

I punti di distacco sono ora 45, quasi un weekend di gara e urge un cambio di passo, soprattutto evitare di perdere punti in maniera sciocca come gara 2 a Misano.

Rinaldi invece arriva bello carico a Donington, reduce dal trionfale round di Misano. Dovrà dimostrare di andare forte anche su piste meno “amiche” rispetto a Misano.

Per BMW e Honda, ogni gara è quella del riscatto. Di sicuro non possano ambire ad essere competitive come Ducati e Kawasaki ma è lecito attendersi qualcosa di più dai loro piloti di punta, soprattutto Sykes che corre in casa, Van der Mark e Bautista.

Se le condizioni meteo dovessero volgere al brutto si aprirebbe per questi piloti, Sykes in particolare, le porte di un posto sul podio. Sarebbe una bella novità per un mondiale in cui è difficile vedere sul podio moto diverse da Ducati e Kawasaki.

*immagine in evidenza da motoblog.it

Rocco Alessandro

 

BASTIAN CONTRARIO: LA SOLITUDINE DEI MIGLIORI

Al primo appuntamento austriaco, in casa Red Bull, i bibitari segnano (in questo periodo di campionato europeo passatemi il termine calcistico) l’uno a zero a loro favore; aumentando cosi il vantaggio sia in classifica costruttori che piloti. Chi l’avrebbe detto che avremmo avuto uno stravolgimento cosi marcato delle gerarchie in campo? Proprio guardando la classifica e soprattutto la condotta della gara e distacchi all’arrivo, mi sono reso conto di una cosa: tutti noi aspettavamo con ansia questo momento, tutti noi bramavamo una lotta in pista che da troppo tempo mancava. Invece? Invece Max ha condotto in solitaria il suo trionfale GP in casa Red Bull, proprio come ci ha abituati l’attuale campione del mondo in questi ultimi anni. Evidentemente è destino che se vinci, se sei il migliore; sei anche solo.

La solitudine dei migliori è contraddistinta da cavalcate incessanti verso la vittoria, da inquadrature sterili e monotematiche, perché tanto sono da soli e c’è ben poco da inventarsi dal punto di vista dello show televisivo. Ne sanno qualcosa gli sponsor di Hamilton che hanno dovuto spingere sulla visibilità; visto che il campione non offriva spunto televisivo. Allo stesso modo, sta accadendo a Max; come giusto che sia.

Eppure la delusione resta: dai primi GP si era capito che non sarebbe stata la solita cavalcata in solitaria di Lewis e di conseguenza ci saremmo aspettati dei ruota a ruota intensi e soprattutto frequenti. Per un po’ abbiamo accarezzato il sogno, poi Red Bull ha iniziato a dilagare, AMG ad affondare lentamente e siamo arrivati alla situazione di sempre; e cioè alla solitudine dei migliori. Red Bull ha sviluppato la macchina e sebbene all’inizio alcuni dati non tornavano, hanno fatto quadrato e sono riusciti ad esplodere tecnicamente; poi uno come Verstappen ha fatto il resto. AMG si è letteralmente plafonata e le stilettate di Hamilton a riguardo nemmeno si contano più. Lewis sa benissimo che questo può essere il suo ultimo anno per superare “quota Schumacher”, perché il prossimo è un’incognita per tutti. Non è detto che AMG parta già con un progetto competitivo, non è detto che AMG riesca a dominare da subito (Dio non voglia!)… quindi il campione inglese ha fretta. Per contro Mercedes ha fatto intendere, per bocca del solito Toto, che presto dovranno prendere una decisione per quanto riguarda gli sviluppi della vettura 2022. Brutte notizie quindi per il campione inglese, specie che ora sta definendo anche i termini del rinnovo del contratto. Rinnovo che personalmente mi lascia stupito ed allo stesso tempo perplesso. Infatti credevo (non solo io che conto poco ad essere sinceri) che la star inglese avesse lasciato quest’anno. È anche vero che non ci aspettavamo una Red Bull cosi competitiva e forse nemmeno lo stesso Hamilton, il quale dopo la scorpacciata dell’anno scorso (complice la castrazione della PU Ferrari) forse pensava di poter replicare anche quest’anno in beata solitudine. Un esempio su tutti sono state le amare lacrime nel principato di Monaco… quella vittoria spettava a lui di diritto, perché palcoscenico migliore per sfoggiare l’orgoglio nero (tanto caro a Lewis) con Serena Williams; proprio non c’era. Invece quella solitudine gli è stata tolta, rubata e con molta probabilità non gli verrà restituita.

Chi invece non ci pensa proprio a fermarsi negli sviluppi, a costo di essere anche impopolare è proprio la Red Bull, la quale proprio per le motivazioni di incertezza dell’anno prossimo, preferirebbe abbonarsi alla quarta fila con l’inizio del nuovo mondiale e non abbandonare questa opportunità cosi ghiotta. I bibitari con Helmut Marko in testa, hanno la possibilità di far vincere dopo Vettel, il secondo pupillo della loro breve storia, che da tanto tempo allevano ed hanno spinto fino a quasi bruciarlo. Ne è passata di acqua sotto i ponti ed ora Max è pronto per il suo sogno. Se c’è una cosa che vincere sempre comporta, oltre a quella di essere solo; è quella della fiducia. Vincere è come una droga certo e la fiducia che da essa ne deriva è ineguagliabile: in Francia Max sbaglia la partenza…era nervoso era evidente. La sua personale cavalcata solitaria, fino al sorpasso di Hamilton e al conseguente trionfo, gli hanno dato un carica non indifferente. Lo si è visto domenica scorsa, dove il pupillo olandese della Red Bull non solo non ha ricommesso lo stesso errore; addirittura la vicinanza di uno come Hamilton nemmeno lo ha scalfito.

Cosa accadrà nel momento in cui la FIA delibererà l’utilizzo delle nuove mescole posteriori in nome della sempre invocata sicurezza? La Red Bull di Verstappen continuerà ad essere imbattibile lasciando l’olandese solo davanti a tutti, oppure il campione inglese riprenderà a dominare?

Se la prima ipotesi, allora AMG riceverà un duro colpo dal quale dubito che si possa riprendere. A tal proposito, considerando l’incetta di titoli fatta in questi ultimi lunghi sette anni, la scelta di concentrarsi sul 2022 sarà conseguenza logica; con buona pace di Hamilton.

Se la seconda invece, non solo potremmo assistere ad un capovolgimento della classifica; inevitabilmente saremo investiti tutti da una ridda di polemiche senza fine, perché la F1 avrà consumato l’ennesima porcata della sua storia. Del resto la sicurezza è l’arma perfetta, l’alibi indistruttibile per poter attuare i veri piani dell’una o dell’altra squadra che attualmente comandano in F1. Una cosa è certa: comunque vada, avremo uno solo che vincerà, uno solo che dominerà e che condurrà quasi nell’anonimato il GP di turno… questo è il destino di chi deve vincere; questa è la solitudine dei migliori.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN DOMINA IN STIRIA. HAMILTON E LA MERCEDES INIZIANO A PREOCCUPARSI.

Prima o poi tutte le epoche finiscono. E, oggi, qualcuno abituato a vincere e stravincere sta iniziando a chiedersi se la sua epoca non sia arrivata al capolinea.

Già dalle prove si capisce che la musica non cambierà rispetto alla settimana scorsa, con la Red Bull superiore alla Mercedes e Hamilton dietro anche a Bottas, il quale però vanifica l’ottima seconda posizione guadagnata nelle qualifiche con una penalità presa per uno strano testacoda in corsia box, dopo un tentativo di partenza in seconda.

Quando si spengono i semafori, Max parte alla perfezione, mentre Hamilton fatica a prendere il ritmo e deve difendersi da Norris e Perez. 

Leclerc si ferma subito per cambiare l’ala, rovinata da un contatto con Gasly, il quale fora e deve ritirarsi con la sospensione divelta.
Al giro 10 Norris va lungo e Perez lo infila insediandosi in terza posizione. Poco dopo anche Bottas lo supera e si porta in quarta.

Verstappen mette rapidamente una distanza di sicurezza fra sé e Hamilton, mentre Perez e Bottas perdono circa un secondo al giro. Tutti gli altri sono ancora più distanti.

Mentre Leclerc recupera posizioni su posizioni, al giro 27 Perez apre la serie di pit-stop dei primi. Purtroppo il suo box non è così pronto, questa volta, e Bottas, fermatosi al giro successivo, riesce a rubargli la terza posizione. Al giro successivo è il turno di Hamilton, e a quello ancora dopo tocca a Verstappen. Stavolta i meccanici Red Bull non sbagliano, e Max mantiene comodamente la prima posizione. Tutti i primi quattro hanno montato gomma dura, e andranno quindi comodamente fino alla fine.

A metà gara il quinto, Norris, è quasi doppiato. Sainz è l’ultimo degli altri a fermarsi. La strategia Ferrari questa volta asseconda una SF21 molto a più agio in gara, e grazie al pit-stop ritardato lo spagnolo recupera fino alla sesta posizione. Anche Leclerc, dopo la sua seconda sosta, recupera posizioni su posizioni, rientrando in zona punti.

Davanti non c’è lotta. Verstappen guida con sei secondi di vantaggio su Hamilton, e Bottas si trova ad oltre 20 secondi dal compagno, tallonato da Perez che prova ad avvicinarlo senza riuscirci. E così a 16 giri dalla fine il messicano si ferma per montare gomme soft e tentare l’attacco al giro veloce, fino a questo momento in mano ad Hamilton. Puntualmente riesce nell’intento, ma, soprattutto, inizia a guadagnare oltre due secondi al giro su Bottas.

L’inseguimento, però, si conclude solo all’ultimo giro, senza alcunaà possibilità di sorpasso. E pure il giro più veloce tornerà nelle mani di Hamilton proprio all’ultima tornata, dopo che l’inglese si è a sua volta fermato per montare gomma soft.

Finisce così con Verstappen assoluto dominatore, davanti alle due Mercedes e a Perez. Quinto e doppiato Norris, autore di una gara solida e tranquilla, davanti a Sainz e Leclerc, con una Ferrari molto più buona in gara rispetto a quanto non lo sia stata nelle qualifiche.

Ottavo Stroll, ben davanti al suo più titolato compagno di squadra, nono Alonso, ben davanti al suo ben più giovane compagno di squadra, e decimo un discreto Tsunoda, capace, per una volta, di fare un week-end senza errori e senza lamenti.

Fuori dai punti Raikkonen e Vettel, molto in ombra in una giornata dove qualche occasione per andare a punti ci sarebbe potuta essere. Notte fonda per Ricciardo, tredicesimo, seguito da Ocon e Giovinazzi, giovani di non bellissime speranze.

Da segnalare l’ottima gara di Russell, ottavo vicinissimo ad Alonso fino a quando problemi al circuito dell’aria delle valvole pneumatiche non lo costringono ad un pit-stop molto lungo per la ricarica, e ad una successiva ulteriore fermata, e infine al ritiro.

Senza la foratura di Baku, sarebbero state 4 vittorie di fila per Max. Ma lo sono state per la Red Bull, visto che in Azerbaijan ha vinto Perez. Un dominio senza precedenti nell’era ibrida. Fra una settimana si corre di nuovo a Spielberg, ed è logico pensare che il risultato sarà il medesimo. Confermando la fine di un’epoca. Finalmente.

P.S.
Nel 2017 e 2018, quando la Ferrari impensieriva la Mercedes, a metà stagione puntualmente iniziavano le dichiarazioni di Wolff e di Hamilton a proposito di “strane velocità in rettilineo”, seguite poi puntualmente da indagini FIA e dal crollo delle prestazioni dopo l’estate, fino ad arrivare all’annullamento totale della Scuderia in nome di una irregolarità mai dimostrata.
Oggi la storia si ripete. Quello che si è sentito in questi giorni sono cose del tipo “sono molto veloci in rettilineo, sarà merito dell’ala”, oppure “non si possono portare aggiornamenti se non per l’affidabilità, ma il loro motore è cresciuto”. Cose così. 
Senza volere parafrasare un ingegnere molto noto che dal 2014 grida al complotto FIA-Mercedes, faccio umilmente notare che nessuno degli avversari ha mai chiesto a gran voce una verifica quando i tedeschi avevano 60 cavalli più degli altri e bruciavano 6 kg d’olio a gran premio contravvenendo, evidentemente, allo “spirito” di un regolamento che mira alla sostenibilità.
Comunque possiamo stare tranquilli: questa volta non ci sarà nessuna indagine FIA, un po’ perchè in Red Bull sono meno ingenui rispetto ai nostri connazionali e corregionali, un po’ perchè sarebbe brutto colpire la Honda proprio all’ultimo anno di una presenza iniziata malissimo ma, soprattutto, perchè la F1 ha bisogno di vedere vincere qualcun altro.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

DOMINIO YAMAHA. DISASTRO ROSSI E ROSSE- ASSEN POST GP

All’Università del Motociclismo il Diablo, Fabio Quartararo, si laurea con 110 lode e plauso. Nulla hanno potuto gli avversari, neanche Vinales che stecca la partenza e si ritrova 4° dopo la prima curva.

Gara condizionate pesantemente (IMHO) dal dispositivo Holeshot che Bagnaia usa alla perfezione in uscita dalla S finale, facendo da tappo prima a Quartararo e poi al resto del gruppo. Il momento clou della gara è stato il sorpasso di Fabio ai danni di Pecco. Nelle fasi seguenti Pecco ha fatto d tappo a tutto il gruppo favorendo la fuga di Quartararo, diretto rivale al titolo. Molto più intelligente Zarco che si è messo lì, zitto zitto e quatto quatto ad attendere e si è portato a casa un 4° posto dietro al Campione del Mondo in carica.

Cade di nuovo Miller mentre è autore di una gara molto bella Marc Marquez che dalla 20^ posizione arriva 7° dietro a Bagnaia e davanti ad Aleix Espargaró. Ancora una volta gara di sostanza per Miguel Oliveira che chiude in un ottimo 5° posto, rosicchiando punti preziosi a Bagnaia e Miller.

Apro un capitolo a parte. Luca Marini ha chiuso ultimo, dietro addirittura al debuttante Garrett Gerloff (15 secondi) ed oltre 30 secondi dal compagno di Team.
Davvero Ducati vuole dare una moto ufficiale per il 2022 a questo Pilota ⁉️ È vero che i soldi non fanno la felicità, ma sicuramente ti danno una moto ufficiale nonostante prendi regolarmente la paga ogni domenica.

Weekend “funestato” dalla notizia bomba lanciata da Ricardo Jovè👇, di DAZN Spagna. Vinales sarebbe in procinto di rescindere il contratto del 2022 con Yamaha firmando con Aprilia.

Certo le parole di Vinales dello scorso fine settimana mi avevano lasciato sbalordito ed ero convinto di una sua uscita “pubblica” in questo GP ma non mi aspettavo tanto…. Sicuramente adesso si spiega la mancanza di feeling con moto e Team che contraddistingue le prestazioni di Maverick.

Giornataccia per le Ducati. Miller cade, Bagnaia soltanto 6° nella sua Assen. L’unico a salvare capra e cavoli e Zarco che, con una condotta di gara molto intelligente, prende il massimo possibile d sto GP ad un passo dall’ennesimo podio.

Holeshot Ducati in azione all’uscita dalla “S” finale ad Assen.

Capitolo Holeshot. È imbarazzante in vantaggio tecnico Ducati rispetto alle altre moto. In F1 un Pilota con una simile “diavoleria” vincerebbe Mondiali a ripetizione. Nelle moto per fortuna è un po’ diverso, oppure mi sbaglio ed a Ducati manca il Pilota…

Rossi non finisce di stupire. Tiene tutti con il fiato sospeso sul suo futuro creando una “suspense” da thriller. Entra in Q2 (ovazione del pubblico) ma parte come fosse un bradipo. Alla prima curva è ultimo, dopo 8 giri si stende nella ghiaia del curvone alla 7. Soli 17 punti in 9 GP…. Credo sia opportuno che qualcuno lo fermi, rischia di farsi male.

Immagine eloquente. Curva 7. Foto MotoGP.com

Il Mondiale va in vacanza per 7 settimane. Dopo 9 GP di 19 non siamo neanche a metà, quindi occhio a dire “Mondiale chiuso”. Non è la ciofeca americana del 2020, in quanto è un Mondiale finalmente con un padrone indiscusso (Fabio Quartararo). Il francese è stato fin qui molto sfortunato perché meritava le vittorie a Jerez (braccio) ed in Catalunya (tuta).

Ma attenzione è tutto fuorché chiuso perché mancano 10 GP e soprattutto ci saranno 7 settimane in cui qualcuno potrà recuperare per bene…

Classifica Mondiale

P.S. Ad inizio anno storcevo il muso su Miller e Bagnaia. Oggi Zarco mi dà ragione, ma la vera delusione è proprio Pecco. Un Pilota sul quale punto tantissimo e che in Austria si gioca stagione e futuro di carriera. Perché Jorge Martin comincerà molto presto a venire fuori…

 

✍️ Francky

 

F1 2021 – GRAN PREMIO DELLA STIRIA

Dopo l’esito del GP di Francia si può dire che la doppia gara di casa per la Red Bull capita proprio nel momento giusto, quello di mettere in atto un tentativo di fuga ai danni della Mercedes.

La gara francese in sostanza ha confermato la supremazia del team austriaco come pacchetto complessivo, pilota – monoposto – muretto box, che è parso di gran lunga più sul pezzo di quello anglo-tedesco.

Hamilton ha cercato di metterci una pezza ma a fronte anche di un Perez molto più in palla di Bottas, non ha potuto fare altro che limitare i danni.

immagine da motorbox.com

Ora si va nella tana del lupo o del toro, fate voi, un GP che per Mercedes non ha regalato grandissime soddisfazioni negli ultimi anni e soprattutto ad Hamilton, che nel 2020 è arrivato quarto penalizzato a fine gara per un contatto con Albon.

In più, trattandosi di un back to back sulla stessa pista, se le cose dovessero mettersi male l’emorragia di punti potrebbe essere molto pesante. Un altro successo Red Bull allungherebbe a 4 la striscia vincente, roba che nell’era ibrida non è mai capitata neanche alla Ferrari nella sua forma migliore.

Per Mercedes un bel banco di prova per cercare di raddrizzare una situazione che si sta facendo molto complicata da gestire e con in più, rispetto alle sfide con Ferrari, alle prese con un team che fa della vis polemica e pungente una delle armi per avere anche il minimo vantaggio psicologico.

Fondamentale in Austria, così come lo sarà fino a fine anno, l’apporto dei team mate Perez e Bottas, anch’essi posti su due piani completamente differenti: uno che ha già vinto ed è totalmente coinvolto nel nuovo team e un altro che invece sembra sempre un pò l’ultima ruota del carro, o che comunque non ha una personalità tale da farsi ascoltare dal team al 100%.

Anche per Ferrari arriva una bella prova dopo il disastro francese. Gli esperti di tecnica puntano il dito contro i cerchi delle gomme che non riescono a smaltire sufficientemente il calore in eccesso a carico delle coperture e che sono state la causa del piazzamento fuori dalla zona punti ( e complice probabilmente la pioggia di domenica mattina che ha reso nuovamente green e quindi molto più aggressivo l’asfalto del Paul Ricard).

immagine da motorbox.com

Un problema risolvibile con una diversa tipologia di cerchi ma inattuabile a casua della mancanza di tokens disponibili per operare su un componente “congelato” dal punto di vista regolamentare.

Quindi non resta che sperare che la monoposto si adatti bene ad ogni pista e condizione meteo che si susseguiranno d’ora in poi. Se così non fosse i due piloti potranno fare ben poco per lottare contro la McLaren.

Gli avversari dei rossi arrivano tutti da un weekend positivo, con piazzamenti a punti e ottime prestazioni. In primis McLaren, il cui unico cruccio al momento sembrano essere delle prove in qualifica piuttosto sottotono rispetto alle performance di gara.

immagine da circusf1.com

Alpha Tauri, Aston Martin e Alpine restano concorrenti temibili, ancora di più alla luce dei problemi emersi sulla SF21H in Francia. In crescita decisa la Aston Martin, l’Alpha Tauri potrebbe fare molto di più con uno Tsunoda meno falloso e Alpine che è sempre di più la squadra di Alonso.

Le ultime tre del lotto devono sperare in gare pazze o grossi problemi di quelli davanti per cercare di marcare qualche punto. A parte la continua polemica tra Mazepin e Mick Schumacher e un Raikkonen ormai abbonato a guardare gli scarichi di Giovinazzi in qualifica, oltre al sempre ottimo Russell, non ci sono spunti degni di nota.

Dopo le mille polemiche di Baku, Pirelli ha vissuto un weekend sereno in Francia. Per il doppio appuntamento austriaco si è voluta aggiungere un minimo di variabilità con due set di mescole differenti: C2, C3 e C4 per il GP della Stiria e C3, C4 e C5 per quello d’Austria.

Un gran ruolo lo giocherà il caldo eventualmente presente, anche se la pista austriaca non è così esigente sul fronte del degrado degli pneumatici.

Trattandosi appunto dello Spielberg, immaginiamo invece il ritorno in pompa magna delle polemiche sui track limits, soprattutto nell’ultima curva in appoggio che porta sul rettilineo finale. Per Masi e compagnia sarà un weekend bello impegnativo, soprattutto quando l’intenzione è quella di interpretare il regolamento caso per caso.

Mercedes negli ultimi anni ha sempre fatto vedere una gran reazione nei momenti difficili. Vedremo se anche questa volta sarà così oppure sarà l’inizio della fine del suo regno.

A Brackley fanno sapere di essere unicamente concentrati sul progetto 2022, mentre Red Bull continua a martellare sul 2021. Se non è mettere le mani avanti questo poco ci manca.

*immagine in evidenza da drivingitalia.net

Rocco Alessandro

 

Life is racing, all the rest is waiting