BASTIAN CONTRARIO: LA PIOGGIA DI LIKE

Parto in quarta nel “Bastian contrario” di questa settimana, perché tanta è la delusione, tanta è la rabbia ed il rammarico che il GP del Belgio ha lasciato sul palato degli appassionati. Parlo di appassionati e non di tifosi di proposito, perché i primi sono stati i protagonisti ed i veri eroi del weekend. I secondi, invece, soprattutto quelli social, hanno dato il meglio di sè, perché ciò che conta è il consenso… come se piovesse; perché non basta l’acqua che scende dal cielo belga a cui badare, pure della pioggia di like ci siamo dovuti preoccupare. Lascio a persone molto più esperte di me il compito di commentare gli eventuali aspetti tecnico – regolamentari di questo nefasto e plumbeo GP. Da parte mia preferisco rivolgere le mie attenzioni al grande pubblico che si è avvicinato alla F1 e che da una tastiera virtuale (quando ha vinto l’ultimo mondiale la Ferrari, la tastiera del cellulare ancora si toccava!) elargisce giudizi e condanna senza posa (anche il sottoscritto naturalmente) chiunque osi contraddire il pensiero perbenista, a senso unico e politically correct del “safe”, a qualunque costo.

Di sicuro, tra le righe di questa rubrica, mai leggerete censure e proposte di bannare dai social coloro i quali odiano ad oltranza. Il compianto Umberto Eco era assolutamente contrario e classista a riguardo. Diceva che i social hanno dato voce anche agli idioti da bar. Vero! Eppure la libertà viene oltre ogni cosa e quella di espressione non è da meno. Perché cosi come un uomo (e donna) qualunque è libero di dire ciò che meglio crede, allo stesso modo i tanti uomini e donne, che stanno dalla parte opposta, hanno la libertà di scegliere se leggere o meno quei commenti. Divago? Non credo, in quanto “il volgo digitale”, disprezzato da Eco, è una realtà forte in ogni ambito e la F1 non è esente da tutto questo.

I tanti tifosi, assiepati dietro le loro tastiere (gli appassionati, quelli veri, erano all’addiaccio a sperare che succedesse il miracolo), erano in fremito e, allo stesso tempo, freddi come cecchini, pronti a sparare su chiunque avesse osato dire “fateli correre”. Come si è arrivati a tutto questo? Com’è possibile che nello sport che è uno dei più pericolosi al mondo e, nel contempo, la falange che lo ha sempre seguito, che è sempre stata la più rispettosa, sia dei piloti (che rischiano la vita in pista) che tra loro stessi (tanto da vederli uno addosso all’altro sulle stesse gradinate, indipendentemente dai colori che seguono), si è potuta ridurre in questo stato? Ebbene, anche se odio ammetterlo, la prima responsabile in tutto questo è proprio la nostra F1 la quale se da un lato dopo la morte di Ayrton Senna ha elevato gli standard di sicurezza, nel contempo ha contribuito ad educare le masse allo “stay safety” a trecento sessanta gradi e ad oltranza. Nessuno e ripeto nessuno vuole vedere cadaveri sparsi sulla pista tra lamiere contorte eppure il nostro amato sport non sarà mai sicuro al cento per cento. Nonostante questo, il “sistema F1” ha educato i tanti tifosi, che si sono affacciati a questo sport, che la sicurezza è cosi importante che deve addirittura snaturare lo stesso sport, che per antonomasia e per definizione è rischioso. Unito a questo metodo educativo, vi è da aggiungere la scelleratezza della eliminazione dei test in pista (non ditemi che quattro giorni di prove in pista siano sufficienti) a favore di milionari simulatori, i cui software, per quanto sofisticati, non potranno mai sostituire la realtà del circuito. Si prenda Lando Norris: il ragazzo al sabato era “in tiro forte” e con molta probabilità avrebbe anche centrato la pole (la prima fila era ampiamente alla sua portata), tanto che spingeva come se non ci fosse un domani. Proprio questo spingere lo ha ingannato, portandolo rovinosamente tra le barriere del circuito belga. Questi piloti, purtroppo  (a differenza dei loro colleghi del passato), non avendo l’opportunità di girare, hanno una sensibilità che di sicuro non è comparabile agli uomini che li hanno preceduti e, nel contempo, hanno una percezione del pericolo totalmente diversa. Naturalmente mi riferisco alle condizioni estreme che abbiamo visto proprio in questo ultimo weekend di gara e che nel passato sarebbero state considerate routine, (alla condotta delle gestione e alla particolare situazione meteo ci arriviamo dopo).

Questo atteggiamento, da parte della federazione, reiterato nel tempo, ha portato dall’altra parte (della barricata); un atteggiamento ostile nell’approcciare a condizioni del genere. Ed infatti è stato un delirio di “speriamo che non si facciano male”, “interrompete le qualifiche”, “tu vuoi i morti in pista!” (sì, mi è stato detto anche questo) e dulcis in fundo, ad incidente di Norris appena accaduto, arriva Vettel (a sincerarsi delle condizioni del collega  e ad invocare bandiere rosse prima, condizionando non poco l’operato di Masi il giorno seguente), che con il suo atteggiamento ha contribuito non poco ad educare questa orda di leoni da tastiera, che tanto tengono alla salvezza del singolo. Le stesse orde che poi si sono scatenate alla domenica, perché lo spettacolo gli è stato negato da quella stessa “madre”, che li ha educati a credere alla sicurezza ad oltranza ed al perbenismo da social acchiappa like a pioggia . Ho citato Vettel perché lui si è reso protagonista di quell’episodio al sabato, eppure, tutti i piloti si sono stati responsabili di quanto accaduto domenica. Come mai non hanno fatto sentire la loro voce a riguardo? Come mai i più anziani ed esperti non sono andati da Masi? Per quale motivo al sabato lo stesso Vettel invocava la sospensione della sessione di qualifiche e poi il giorno dopo, con condizioni ben peggiori, si ostinava a rimanere in auto, quando ormai si era capito che avrebbero sospeso tutto?

Nel frattempo la pioggia scendeva copiosa su SPA e con essa anche il buio. La disastrosa condotta di gestione della gara iniziava ad assomigliare sempre più a quella che abbiamo visto a Suzuka 2014. Alla fine ha prevalso il buon senso, anche se è stato applicato nel modo più scellerato possibile: le condizioni di gara che abbiamo visto domenica scorsa erano proibitive e questo è innegabile. Solo, io mi chiedo come sia stato possibile accettare il fatto di compiere quei tre giri dietro la safety car esclusivamente per rendere valida l’assegnazione del cinquanta per cento dei punti, quando tutto il circo (ormai è una costante questa parola su questa rubrica), se ne sarebbe potuto uscire in maniera pulita, facendo girare tutti i piloti alle quindici, anziché alle diciotto passate, dietro Bernd Maylander. In questo modo, tutto il mondo si sarebbe reso conto che le condizioni erano improbe e tutti se ne sarebbero fatti una ragione. Purtroppo di ragionare non ne ha voluto sapere nè il mondo della F1, rispettando il protocollo con quella farsa del festeggiamento sul podio (Russell rispecchia tutta l’educazione di questa nuova “generazione simulatore”) nè tanto meno i tifosi da tastiera, i quali si sono scagliati contro l’assegnazione del punteggio: che piaccia o meno, il GP (per regolamento) con quei giri, è stato validato, cosi come lo si voglia o no, le qualifiche sono state disputate, quindi ha ragione Brawn quando dice “che è giusto premiare il coraggio dei piloti visti sabato”. Tanto si sa, qualunque fosse stata la scelta, bisognava scontentare qualcuno e, ad essere sincero, forse, l’aver deciso in favore di ciò è stata l’unica cosa sensata che la FIA ha fatto domenica. Con buona pace di Hamilton che avrebbe potuto parlare e far valere il suo carisma durante quello stillicidio (facile farlo dopo) e dei tanti incontentabili tifosi, i quali, non paghi di quella situazione meteo, hanno detto e fatto di tutto per continuare a vedere quella incessante pioggia di like  di cui tanto hanno bisogno.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN VINCE LA FARSA DELLE ARDENNE

Si torna a correre dopo 4 settimane di pausa. E il meteo riserva uno dei week-end più da lupi che si sia mai visto nella storia della Formula 1. Lo fa nel posto meno indicato, e cioè la cosiddetta università della F1, Spa Francorchamps. 

Che sarebbe stata durissima lo si è capito già il venerdì, con un botto incredibile all’Eau Rouge nella WSeries, e il sabato, con Norris che ha distrutto la sua McLaren nello stesso punto durante il Q3.

Ma le avverse condizioni meteo, il sabato, non hanno impedito la disputa delle qualifiche, e così Verstappen conquista una fantastica pole davanti ad un fantasmagorico Russel, e al grande rivale per il titolo, Hamilton.

La domenica il tempo è, se possibile, ancora peggiore. Piove forte, ci sono vento e nuvole basse.

Perez onora subito il rinnovo del contratto per il 2022 piantando la sua RB16B a muro durante l’ultimo dei giri di allineamento. 

Nonostante sia evidente che non ci siano le condizioni per correre, la procedura di partenza va avanti regolarmente fino al momento in cui, teoricamente, dovrebbe iniziare il giro di formazione. e, solo in quel momento, viene dato l’annuncio del rinvio della partenza. Che viene data dopo 25 minuti di inutile attesa, perchè quando le auto si muovono la pioggia è pure aumentata, e le nuvole si sono ulteriormente abbassate. E, infatti, tutti i piloti si lamentano delle condizioni inaccettabili. Tutti tranne Verstappen, ovviamente. Dopo due giri, le macchine vengono nuovamente fermate, facendole rientrare in pit-lane.

Passano 3 ore, e la pioggia rallenta solo attorno alle 18. La direzione gara, in deroga al regolamento secondo il quale non si sarebbe potuti andare oltre le 18, decide che alle 18.17 si può finalmente ripartire, per una gara la cui durata è stata fissata in un’ora e che, quindi, attribuirà solo metà punteggio.

Questo ritardo dà modo a Perez di partecipare, partendo per ultimo.

Ovviamente le condizioni non sono migliorate, i piloti protestano vivacemente (ma i loro team radio non vengono mandati in onda), e dopo 10 minuti esce la bandiera rossa. Ma il cronometro continua a correre, e scaduti i 60 minuti la gara verrà decretata conclusa e, soprattutto, valida, perchè sono stati compiuti i due giri minimi necessari. Ma Michael Masi decide di porre fine alla farsa senza aspettare.

E’ stata solo una passerella, nemmeno sufficiente per allietare il pubblico che si è sorbito una giornata al freddo in mezzo al fango. Ma, in questo modo, la gara è valida, con Verstappen che vince davanti a Russell, che così si prende in omaggio quel podio che la sfortuna (?) gli aveva tolto in Bahrain lo scorso anno. Al terzo posto Hamilton.

Il resto della classifica è quella delle qualifiche, a parte Perez. Non vale nemmeno la pena parlarne.

Sarebbe stato più logico annullare tutto. Ma in F1 non è mai successo, la domenica. E, probabilmente, questo avrebbe comportato conseguenze di vario tipo, commerciale e legale. Quindi bisogna prendere atto di quella che è a tutti gli effetti una pagliacciata, almeno da un punto di vista sportivo.

Ora si va in Olanda, sul circuito di Zandvoort, dove la Formula 1 torna dopo 36 anni. Anche se in un modo anomalo, Verstappen ha chiuso un periodo nero, ritornando alla vittoria. E c’è da credere che in casa sua vorrà dominare. 

P.S. 1 giusto per completare la pagliacciata, il contagiri ufficiale sul sito della Formula 1 dice che è stato completato 1 solo giro valido, e che i punti assegnati sono zero. Sarebbe interessante capire dal buon Michael Masi come viene effettuato il conteggio, e quale articolo del regolamento ha applicato, sempre che anche su questo non abbia agito in deroga.

P.S. 2 al di là dei modi, e delle meritate critiche alla direzione gara per come ha gestito la situazione, è stato un bene che le macchine non abbiano corso. Abbiamo già avuto un esempio sette anni fa di cosa vuol dire correre quando non ci sono le condizioni. E, oggi, le condizioni non c’erano.

* immagine in evidenza dal profilo twitter @redbullracing

IL PRINCIPE SOLITARIO – SILVERSTONE POST GP

Oggi è storia.

Parleremo dopo del GP, adesso voglio soffermarmi su Aprilia ed al Pilota che ha regalato il primo podio nella storia della casa di Noale nell'era MotoGP. Sudore, fatica, momenti bui e tante critiche (anche da parte di chi scrive) e mille dubbi sul Pilota che ancora non aveva espresso il massimo con la RS-GP. Mancava sempre qualcosa sul finale, ma oggi Aleix Espargaró ha portato la RS-GP sul podio di un tracciato leggendario come Silverstone. Oggi è storia amici miei, rimarrà negli annali. Troppo facile chiedere scusa adesso, ma lo farò lo stesso. Scusa Aleix e complimenti.

Primo podio storico per Aprilia nell’era MotoGP. Immagine MotoGP.com

In gara non c’è trippa per gatti. Quartararo recita la parte del macellaio e li trita tutti quanti. Uno ad uno, a cominciare dal Campione del Mondo in carica, Joan Mir, che nella giornata di ieri aveva avuto parole molto “interpretabili” su Quartararo.

Immagine eloquente. Pericolo… Fonte MotoGP.com

“Tutti gli altri stiamo andando piano per qualcosa, la pista non è perfetta. I tempi sono più alti del 2019 e soltanto lui va forte” J.Mir

Domanda… Cosa è cambiato dal 2019 ad oggi⁉️ Ve lo dico io, la carcassa Michelin. Joan Mir ha lanciato il sasso tirando indietro la mano. Ma la pista parla sempre ed anche oggi lo ha fatto. Lui è arrivato un eternità dietro il compagno di team Alex Rins mentre Fabio ha risposto in pista.

Giornata nera per tanti.

Silverstone è stata indigesta per tanti Piloti ad iniziare da Marc Marquez. Un Marquez ritrovato, che va forte in prova segno che il braccio non è più un problema. Cade sempre più spesso e sempre più forte, la mancanza di fiducia in questa Honda lo sta condizionando non poco. Non è una bestemmia dire che il problema di Marc è l’approccio alla gara più che la condizione fisica, sembra di rivedere il Marc della prima parte del 2015…

Un erroraccio mette fine alla sua gara ed a quella dell’incolpevole Jorge Martin.

Bagnaia e Rossi in qualifica. Immagine MotoGP.com

Un’altra giornata nera per Pecco Bagnaia. Sono un suo grande estimatore ma ciò non compromette la mia capacità di giudizio. Sembra il nipotino che accompagna il nonnetto a prender la pensione all’ufficio postale. In ogni maledetto turno di prove, ogni sessione ed ogni Run si tira dietro Valentino Rossi.  Ottimo in prova ma gara assolutamente da dimenticare, sicuramente come “Mamma Academy” insegna avrà una scusa anche per oggi…

Fossi nel management Ducati inizierei a pormi qualche domanda, perché non è normale che un Pilota Factory si tiri dietro un Pilota di una casa rivale…

Non tutto è da buttare.

Dopo la “Pole” l’alfiere HRC “Pol” regala una bellissima gara al team Repsol, certo non è una vittoria o un podio ma lo è per lui, soprattutto vedendo l’altro lato del box e la rivalità acerrima che c’è tra loro. Che sia la fine di un incubo? No, per me Silverstone è un tracciato particolare, mi auguro di sbagliare.

Jack Miller ha sfiorato il podio, qui a Silverstone con la Ducati non è mai una certezza però lui è arrivato vicinissimo. Ma quello che mi fa pensare di più è la prestazione di Iker Lecuona. Ha fatto in ottima gara e ribadisco che paga il fatto di essere l’ennesimo Spagnolo, qualora non trovi posto in MotoGP il prossimo anno. Il Team clienti Yamaha ha scelto di puntare su Dovizioso (ci sarà da ridere parecchio se dovesse fare flop…) mentre a me sarebbe piaciuto vedere sulla M1 un talentino come Iker che ha fame e voglia di “arrivare”, tenuto conto che è il più giovane in pista.

Alex Marquez. Immagine MotoGP.com

Gioia anche per Alex Marquez che in condizioni di grip “minore” riesce a guidare meglio di quello che ci ha fatto vedere finora. Chiude al 7° posto battagliando sia con Bagnaia che con Mir, dando un segnale forte. “Io ci sono ma ho la moto sbagliata” sembra gridare. Mi piacerebbe vederlo su un’altra moto, sicuramente dal 2023 saremo accontentati.

In chiusura…

Cal Crutchlow, Pilota del Test Team, in sostituzione di Vinales. Immagine MotoGP.com

Cal Crutchlow ha sostituito, per questo GP, Maverick Vinales nel Team Factory. Ha chiuso fuori dalla zona punti, il problema e l’imbarazzo per qualcuno è che ha chiuso davanti a Valentino Rossi. Crutchlow è un Pilota del Test Team…

https://twitter.com/FranckyHawk29/status/1431954427955515401?s=19

Mondiale “Capitolo chiuso”⁉️

Ni. Può perderlo soltanto staccando la spina il buon Fabio, che però ha una fame tale che potrebbe vincerle tutte. In classifica Mondiale allunga e se ne va…. La lotta è per il “primo dei perdenti come dice Ago”.

Classifica Mondiale MotoGP. Immagine MotoGP.com

 

✍️ Francky

 

 

F1 2021 – GRAN PREMIO DEL BELGIO

Terminata la pausa estiva, la F1 ritorna su un circuito iconico, Spa-Francorchamps.

Un tracciato che una volta era definito da “pelo sullo stomaco”, quando le monoposto di F1 erano un pelo più imprevedibili e le palle di chi le guidava dovevano per forza essere un pò più grosse di quelle degli attuali piloti. Insomma, un tracciato che separava i bambini dagli uomini.

Pur rimanendo una sfida lunga 7 chilometri, il tracciato ha perso molto della sua epicità, che risputa fuori in caso di mutevoli condizioni climatiche e di partenze caotiche.

Ecco, a tal proposito probabilmente Marko e soci stanno già facendo gli scongiuri, considerando la carambola al via al Hungaroring. Tanti punti persi da Verstappen e dalla squadra che si ritrova ad inseguire la Mercedes dopo essere stati in netto vantaggio fino al Gp di Gran Bretagna.

immagine da motorbox.com

Serve una netta inversione di tendenza per ritrovare un pò di fiducia e, pensando a Verstappen, sfatare una maledizione che vuole il pilota olandese mai in testa al Gp del Belgio fino ad oggi.

Mercedes invece arriva a Spa con la consapevolezza che da quì alla fine sarà una questione di differenze minime, episodi e trovarsi al posto giusto al momento giusto. E nel caso far entrare in azione Bottas…

Scherzi a parte, la W12 si è rimessa decisamente in carreggiata e complice un RB16B in affanno, tutte le gare si giocheranno sulla capacità di ogni team di trovare quel frazione di velocità in più nel momento buono.

A bocce ferme, indicare un favorito tra i due top team è un esercizio di stile inutile, di sicuro sarà avvantaggiato chi riuscirà a mantenere la lucidità durante tutto l’arco del weekend.

Fattore che servirà anche al binomio Ferrari-McLaren, gemelli diversi in caccia del terzo posto nel mondiale costruttori.

Posto il fatto che entrambi i team hanno tirato i remi in barca in quanto ad aggiornamenti sulla monoposto 2021, anche in questa lotta la differenza la farà l’adattabilità delle due monoposto alle mutevoli condizioni del tracciato belga.

immagine da zazoom.it

Al momento la fortuna non gira molto bene dalle parti di Maranello, già sicura di dover scontare una penalità per l’introduzione di una quarta PU sulla vettura di Leclerc incidentata da Stroll in Ungheria. Leclerc monterà a Spa la terza PU endotermica in versione standard, senza gli aggiornamenti previsti per il GP di Monza.

Le simulazioni non danno buone prospettive ai rossi, ma considerando che anche Silverstone doveva essere una caporetto, aspettiamo il responso della pista.

Ben più a suo agio dovrebbe essere la McLaren, su cui rimane sempre accesa la spia Ricciardo, a conti fatti vero e unico grosso problema di quest’annata.

Alpine arriva dopo aver vinto in Ungheria e con una monoposto in crescita. Magari con un’altra carambola al via riusciranno a spuntare un altro piazzamento nobile ma se c’è un pilota che preferirebbe evitare è Alonso, che nel 2012 di fatto ci ha perso un mondiale in un crash in partenza.

Aston Martin invece fa e disfa come la famosa Penelope, sia per se stessa, vedi squalifica di Vettel per essere arrivati a secco al traguardo in Ungheria, sia per le altre squadre, vedi Stroll in versione palla da bowling. SI giocano ancora il quinto posto nel costruttori e tanta credibilità dopo il disastro ungherese.

immagine da motorbox.com

I due piloti Alpha Tauri invece, sono riusciti ad uscire indenni e con un ottimo risultato dal gp più caotico dell’anno, se non è una stranezza questa…

A Spa li attende, al solito, un weekend impegnativo in cui i peggiori nemici sono proprio loro stessi. Azzeccare un altro weekend “pulito” su una pista tanto impegnativa certificherebbe un salto di qualità notevole.

La coda del gruppo è più che altro felice di aver scavallato la metà della stagione, in attesa del 2022. Quello più arzillo resta sempre Russell, ormai costantemente a cavallo tra Williams, Mercedes e chi sa quali altre scuderie.

Raikkonen ritorna sulla pista di cui è un Re senza corona. A lui siamo sicuri che non interesserà granchè ma fa sempre un certo effetto vederlo ancora passare, a 40 anni e passa,  all’Eau Rouge in pieno.

Mick Schumacher invece arriva in un altro santuario in cui il padre ha scritto la storia. Non deve essere facile per lui scrivere la sua storia in F1 con un occhio alle enciclopedie che è riuscito a scrivere il padre, soprattutto quando tutti, nel bene e nel male, te lo fanno notare.

Piccole note tecniche: Pirelli porterà le tre mescole intermedie della sua gamma, C2, C3 e C4. Saranno alzate anche le pressioni per cui vedremo come si adatteranno le monoposto, alla luce anche della querelle sulle pressioni di gonfiaggio basse che c’è stata qualche gp addietro.

Alcuni indicano nelle pressioni elevate una buona notizia per Ferrari. L’ottimismo è il profumo della vita diceva qualcuno.

Molto più impattante potrebbe essere il maltempo contemporali improvvisi previsti per tutto il weekend e temperature in ogni caso non superiori a 20 °C. Inutile dire cosa stiano facendo Marko e soci a riguardo.

Un’altra notizia, una bella notizia è il ritorno alle corse di Juan Manuel Correo, il pilota ecuadoriano protagonista due anni fa del terribile schianto in cui perse la vita Antoine Hubert.

Dopo due anni di ospedale e riabilitazione Correa torna in pista per continuare quel percorso ai piani nobili dell’automobilismo bruscamente interrotto due anni fa proprio sulla pista di Spa. Lo fa portandosi dietro il ricordo e la memoria di Hubert, con cui condivideva gli stessi sogni e per assecondare il suo istinto di pilota.

Certe cose non muoiono mai ed è giusto così. I migliori auguri a Correa e un saluto ad Hubert che lo accompagnerà in questa nuova avventura.

*immagine in evidenza da motori.it

Rocco Alessandro

MOTOGP 2021- BRITISH GP SILVERSTONE

Dodicesimo appuntamento con la MotoGp e le classi inferiori di scena a Silverstone che lo scorso anno aveva passato la mano.

Pensando ai team Yamaha mi viene in mente il gioco delle sedie. Avete presente quello in cui si sta in piedi e si gira in tondo fino a quando c’è musica e quando la musica tace ci si deve accaparrare un posto a sedere? Manca sempre una sedia e chi resta in piedi esce dal gioco…e si toglie ancora una sedia per il giro successivo.

Credo che anche nel box facciano fatica a capire chi si ritroveranno da un weekend all’altro. Proviamo a far ordine. Nel team ufficiale, oltre all’ovvio Quartararo ci troveremo Crutchlow in sostituzione del bimbo cattivo Vinales. Lo stesso che stava sostituendo Gerloff, che stava sostituendo Morbidelli che rientrerà al fianco di Quartararo in sostituzione di Cal appena guarito. Dixon sarà il sostituto di Morbidelli in Petronas, che è stato sostituito da Gerloff che è stato rimpiazzato da Crutchlow ma che verrà sostituito da Morbidelli…. che suo padre al mercato comprò.. E chi sarà il sostituto di Morbidelli/Gerloff/Crutchlow/Dixon in SRT una volta finito il gioco? Udite udite, nientepopodimeno che Andrea Dovizioso a partire da Aragon (presumibilmente). E sarà il compagno di team di Valentino Rossi da lì a fine campionato…Perchè in SRT avrebbero dovuto lanciare le giovani promesse.

Non si capisce più nulla. l mercato piloti più “stantio” della storia della MotoGp è diventato il più pazzo in corso di campionato. E chi resterà senza sedia? Il nostro Savadori, che dovrà cedere il manubrio a Maverick Vinales sin da Aragon o Misano. Poi posso sbagliare (di solito mi capita) e venir smentito dopo due minuti in cui ho pubblicato lo scritto come è accaduto un paio di GP fa..

E se si parla di gestione piloti vuoi farti mancare l’ennesima perla Ducati? E no! Con l’esplosione delle prestazioni di Jorge Martin si sono insinuate voci all’interno del box rosso ufficiale. Miller e Bagnaia, tronfi di un biennale a testa, sono già sulla graticola per cui uno dei due dovrà far posto allo spagnolo sin dal prossimo anno.. Annamo bbene dicono a Roma.

Pensiamo alla gara, che è meglio.

(immagine tratta da gpone)

Come dicevamo in principio, la pista di Silverstone ci manca dal 2019 per le note vicende in cui il pianeta è stato coinvolto.

Fu una gara stupenda che vide Rins beffare di un niente Marc Marquez dopo una battaglia entusiasmante. Finì sul podio anche Vinales a 6 decimi e Rossi portò a casa un onorevolissimo quarto posto precedendo l’altra Yamaha di Francky Morbido. Sesto fu Cal Crutchlow e settimo Danilo Petrucci. Ecco, al netto di miracoli, nessuno di questi sette riuscirà a replicare la posizione di due anni fa. L’unico con qualche speranza è Marquez perché era e resta un iradiddio nonostante le limitazioni. Per gli altri la vedo durissima. Alex Rins a partire da quel giorno in cui raggiunse il picco, la vetta delle proprie prestazioni, ha cominciato un inesorabile discesa in termini di risultati ma soprattutto di prestazioni sulla moto. Accade a tanti, ma vedere un talento come il suo sdraiarsi con la frequenza degli ultimi tempi è davvero un peccato. Poi parliamo per giorni di migliorie tecniche sulle moto, di holeshot etc etc, e spesso dimentichiamo che per un pilota di moto (soprattutto) la confidenza con il mezzo e nei propri mezzi conta infinitamente di più di tante diavolerie tecniche ipercostose.

Il leader del mondiale è uscito dal doppio appuntamento austriaco con più vantaggio di prima grazie a due prestazioni “normali” su una pista ostica per Yamaha. E’ stato aiutato anche dai regali dei suoi diretti avversari, in primis Zarco che è riuscito anche a sdraiarsi una volta. In terra d’Albione avrà più chance di incrementare il vantaggio sul secondo che è diventato il nostro Pecco. A lui l’onere di tenere vivo il mondiale con la prima vittoria che ancora tarda ad arrivare e che ormai è d’obbligo se vuole restare in corsa ma anche nell’olimpo della categoria. Non gli sono rimaste troppe prove d’appello prima di finire in quella “terra di nessuno” dove si sono persi in tanti, troppi. E’ in sella ad una moto che ha vinto tre gare e seconda a vittorie di tappa solo a Yamaha. Una moto che ha permesso a tre dei suoi piloti di essere tra i primi cinque in classifica generale ed il quarto non è lì solo perchè ha corso la metà delle gare (vincendone una ndr).  L’ora è scoccata da un pezzo e Pecco ha i minuti contati.

Non ci resta che vedere tre gare, che divertirci e che tifare ognuno per i propri beniamini, con la speranza che lo spettacolo trionfi e che vinca il migliore.

Buone gare a tutti.

 

Salvatore V

 

(immagine in evidenza tratta dal sito Moto.it)

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