WSBK 2021 – ROUND DI SPAGNA

Seconda tappa del trittico iberico e un punto, un solo punto a dividere Rea e Razgatlioglu. Ce l’avessero detto a inizio stagione non ci avremmo mai creduto ma finalmente, dopo tanto tempo, abbiamo una vera lotta al vertice.

Si va a Jerez ancora con tutto in bilico, pronto a pendere da una parte all’altra, anche se a guardare bene, verrebbe da dire che l’inerzia del campionato è tutta a favore del turco.

Non fosse stato per il fuoco amico di Gerloff e per il guasto elettrico che ha ammutolito al sua R1 in gara 1 del Montmelò, con tutta probabilità Razgatlioglu si troverebbe in saccoccia almeno una quarantina di punti in più, un bel cuscinetto di punti sul quale, purtroppo per lui, non può contare.

immagine da insella.it

Al di là della questione “sfortuna”, il turco ormai va forte dappertutto e spesso più di Rea che invece deve lottare con una Kawasaki che non è più la spada degli anni addietro.

Una Kawasaki meno maneggevole e precisa rispetto a quelle passate che  non riesce ad essere del tutto gestita da Rea, che spesso ha rischiato di cadere e si ritrova di frequente a doversi accontentare di prendere punti (pesanti) piuttosto che attaccare per cercare la vittoria.

E, cosa più importante, ha trovato un avversario che lo mette sempre, sempre, sempre in difficoltà. Al confronto il 2019 contro Bautista fu una passeggiata…

Il vecchio leone in verde venderà carissima la pelle ma, non me ne vogliano i tifosi di Rea, sarebbe bello vedere Razgatlioglu mettere il sigillo su una stagione che lo sta consacrando come il nuovo che avanza.E poi, francamente, è il pilota più bello da vedere in pista, con uno stile di guida spettacolare eppure molto redditizio.

Chi proverà a inserirsi, a maggior ragione dopo l’exploit catalano, saranno i piloti Ducati e non solo quelli del team Aruba.

immagine da insella.it

Redding, Rinaldi e Bassani hanno dato spettacolo al Montmelò prendendosi vittorie e podi e, in pratica consentendo a Razgatlioglu di riportarsi in vetta al mondiale.

Considerando che l’anno scorso Redding vinse gara 1 e gara 2 c’è da aspettarsi una Ducati come vera mina vagante nel decidere le sorti del mondiale piloti.

A ben vedere, anche a Redding mancano una decina di punti complice l’uscita involontaria in superpole race al Montmelò, altrimenti sarebbe ancora della partita. Sessanta punti sono tanti ma sperare è lecito.

Le altre due cenerentole del mondiale arrivano un pò con le ossa rotte. In BMW dovranno fare a meno di Sykes, uscito ammaccato da una brutta caduta con conseguente investimento da parte di Mahias. A conti fatti è andata di lusso all’ex campione del mondo. Con tutta probabilità sarà sostituito da Laverty.

immagine da motorcyclesports.net

In casa Honda si è festeggiato il terzo posto di Bautista in superpole race, una goccia di gioia in un mare di problemi in questo 2021. Spiace dirlo ma uno di questi è Haslam che è sempre più l’ombra del pilota che abbiamo ammirato non troppo tempo fa.

Comprensibile che la moto è quella che è e le motivazioni scarseggiano ma il weekend catalano è stato davvero sottotono, non proprio una bella notizia in vista di un rinnovo che non è ancora stato siglato.

Purtroppo anche Davies, al pari di Sykes, è uscito in barella dal Montmelò e con due costole rotte. Vedrà il round di Jerez in tv, sostituito da Loris Baz,  sperando di essere nuovamente “fit” per il round argentino.

E quelle di Argentina e (forse) Indonesia saranno anche le ultime gare di Davies in sbk e forse della carriera. Il pilota inglese ha annunciato ufficialmente il ritiro alla fine di questa stagione.

Se ne va quindi un grande protagonista degli ultimi 10 anni che ha avuto tante gioie e una sola grande “sfortuna”, quella di incontrare Rea sulla sua strada che gli ha precluso la conquista di un mondiale che sarebbe stato meritato.

Pilota veloce e generoso, con l’unica pecca di una costanza di rendimento non proprio eccezionale, lascia un vivido ricordo nel cuore degli appassionati e di quelli Ducati in particolare. In bocca al lupo Chaz!

immagine da livegp.it

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

F2 ITALIA 2021 – AND THEN THERE WERE THREE

Dopo quasi due mesi di stop, a Monza è tornata la F2 e lo ha fatto in grande stile: l’appuntamento di Silverstone era stato tanto scialbo quanto quello brianzolo è stato ricco di sorpassi. L’appuntamento italiano inoltre ha chiarito una volta per tutte che i pretendenti al titolo sono solo Oscar Piastri (Prema), Guanyu Zhou (Uni Virtuosi) e Robert Shwartzman.

Qualche novità sulla composizione della griglia: Matteo Nannini è sostituito da Jack Hughes, mentre Dan Ticktum viene espulso dall’accademia Williams. Non si capisce bene se sia stato espulso per via di certi commenti esplosivi, o se sia stata una reazione conseguente… Durante la pausa estiva si registra anche un test con l’Alfa Romeo per nientemeno che Mahaaver Raghunathan, probabilmente il pilota più scarso che abbia mai visto in F2.

Le prove libere mettono in mostra un’insolita usura delle gomme, sicché i tempi fatti segnare a metà sessione non vengono più battuti – anche per via di una bandiera rossa, uscita per i problemi meccanici delle due DAMS. Alla fine la spunta Dan Ticktum (Carlin), che precede di due decimi l’enfant prodige Theo Pourchaire (ART), di pochi millesimi davanti a Jehan Daruvala (Carlin). Venendo ai pretendenti al titolo, Oscar Piastri (Prema) è quinto, Guanyu Zhou (Virtuosi) è solo 13°, comunque meglio di Robert Shwartzman, addirittura 18°.

Il duello al vertice si infiamma in qualifica. Alla vigilia c’erano preoccupazioni che potesse ripetersi la scena andata in onda nelle qualifiche della F1 nel 2019, con nessun pilota che fece segnare il tempo per evitare di tirare la scia ai rivali. Per la sessione sia stata più incasinata della media, la F2 ha evitato tali eccessi.

Oscar Piastri prende la testa fin dai primi minuti e non la molla più se non per pochi minuti a metà sessione. Seconda pole consecutiva per lui e quattro punti guadagnati sul rivale cinese. Daruvala conferma il feeling con questo tracciato (l’anno scorso conquistò il primo podio) ed è secondo davanti a Zhou, che resta quindi a portata di tiro del rivale. Liam Lawson (Hitech), Drugovich (miglior risultato in qualifica in F2) e Ralph Boschung (Campos, anche per lui miglior risultato in carriera) completano le prime file. Gli altri pretendenti alla vittoria son più lontani: settimo Pourchaire, ottavo Ticktum, nono Juri Vips (Hitech). Shwartman è solo dodicesimo. Il 19° posto di Christian Lundgaard (ART) ormai non fa più notizia.

L’alfiere della Campos David Beckmann si è qualificato decimo, pertanto partirà in pole per la prima sprint race. Vicino a lui partono Vips, Ticktum e Pourchaire.

Nota per il lettore: tutte le gare sono state piuttosto incasinate, quindi i resoconti che seguono devono essere considerati più dei riassunti che non delle cronache dettagliate.

Al via Vips brucia Beckmann, operazione che non riesce a Ticktum. Un giro dopo l’inglese subisce l’attacco di Pourchaire in curva-1, ma vanno lunghi entrambi. Il francese taglia la curva mentre Ticktum prova a restare in pista e viene centrato da Drugovich, finito anch’egli lungo. Ticktum compie un mezzo spin e poi si ferma, mentre il brasiliano deve passare ai box per cambiare l’ala. Ennesimo incidente ed ennesimo ritiro della stagione per l’inglese, ennesimo errore per il brasiliano.

Entra la SC e alla ripartenza Lawson attacca Pourchaire per la seconda posizione. Il francese lo stringe all’uscita della Prima Variante e l’austriaco danneggia l’ala e guadagna e un biglietto di a/r per i box. Drugovich continua la sua miseria schiantandosi da solo alla Ascari.

Dopo due giri di VSC, sale in cattedra Shwartzman, che supera di forza il compagno e rivale Piastri, ora ai margini della top 10 mentre il rivale per il titolo è vicino al podio. Il ritmo del russo è ottimo, ma la sua gara viene rovinata da una penalità di 5 posizioni, inflittagli per aver tagliato curva-1 al primo giro.

Nel frattempo entra in gioco l’ennesima SC per un nuovo incidente, stavolta di Roy Nissany (DAMS), che si gira sempre all’Ascari. La ripartenza innesca numerosi duelli e sorpassi, il più importante dei quali è quello di Pourchaire su Vips, che spiattella le gomme in una difesa troppo energica. Superato l’estone, Pourchaire mette giù giri veloci su giri veloci, mentre la Hitech crolla in classifica e finisce dietro anche al teammate Lawson, che aveva dovuto sostituire l’ala a inizio gara.

Dopo 21 giri di grande spettacolo Pourchaire vince davanti a Zhou, che ha gestito la gara con calma e lungimiranza. Shwartzman è a pochi decimi dal cinese ma la penalità lo conduce in sesta posizione. Il posto sul podio è ereditato da Christian Lundgaard, che recupera sedici (!) posizioni dalla griglia di partenza (il che dà la cifra di quanto la Sprint Race sia stata incasinata). Una buona prestazione all’interno di una stagione veramente misteriosa. Piastri è quarto malgrado un passo non così superlativo e limita i danni a quattro punti. Quinto è Liam Lawson, bravo a recuperare dopo essersi trovato ultimo dopo nove giri su 21.

Il poleman Beckmann ha avuto il passo del gambero ed è piombato in decima posizione, che comunque gli garantisce di nuovo la pole position nella successiva Sprint Race. Vicino a lui partiranno Daruvala, Vips e Bent Viscaal (Trident).

Anche l’avvio sarà però uguale a quello di mezza giornata prima: parte male e Daruvala lo scavalca in cuva-1. Viscaal fa lo stesso con Vips, mentre il mai fortunato Lundgaard viene mandato in testacoda da una DAMS. Alle retrovie c’è un bel duello tra i protagonisti di gara-1, con Pourchaire che passa Piastri e Zhou. Dopo una VSC, necessaria per recuperare le macchine di Jack Hughes (HWA) e Guilherme Samaia (Charouz), i duelli riprendono.

Pourchaire si tiene dietro i due, mentre Shwartzman mostra che la velocità di gara-1 non era casuale e in pochi giri raggiunge la top 5. Il duello tra Beckmann e Viscaal per il secondo posto permette a Daruvala di scappare e a Shwartzman di raggiungerli. Al giro 14 Piastri sorpassa Pourchaire, che viene infilato anche da Zhou. Il francese pare non avere più grip nelle gomme, e finirà per uscire dalla zona punti

Il duello per il podio si conclude quando al penultimo giro Beckmann va lungo in curva 1. Quando restituisce la posizione a Viscaal si espone all’attacco di Shwartzman, cheinfatti  lo infila con un sorpasso alla Ascari con due ruote sull’erba (!). All’ultimo giro il tedesco sarà passato anche da Lawson.

Dopo 21 giri dominati, Daruvala conquista la seconda vittoria in carriera con 6s su Viscaal (primo podio per la Trident nel 2021) e con 9 su Shwartzman, che precede un gruppo di sei macchine piuttosto compatto: Lawson, Beckmann, Vips, Piastri (gpv), Zhou (che perde quattro punti sull’australiano ma che soprattutto non è stato capace di attaccarlo per tutta la gara) sono tutti racchiusi in tre secondi. Nessun rimontante (Drugovich, Ticktum, Lundgaard) entra nei primi 10.

La Domenica mattina si disputa l’unica gara del weekend con le posizioni conquistate in qualifica (quick recap: Piastri Daruvala Zhou Lawson Drugovich). Le temperature inferiori (29 gradi sulla pista) inducono i primi a partire con le morbide. Il primo pilota a tentare la strategia alternativa, quindi a montare le dure, è Ticktum, ottavo.

La partenza una volta tanto non è caotica; l’unico avvenimento tra i primi è Zhou che sorpassa Daruvala. La bandiera verde dura poco: dopo un minuto Samaia si gira (in completa autonomia) alla seconda di Lesmo e stalla in mezzo alla pista, provocando l’ingresso della SC. Alla ripartenza si vedono numerosi duelli: Drugovich sorpassa Daruvala in curva 1, ma viene ripassato in Curva Grande, mentre Zhou viene infilato da Lawson con una bellissima manovra all’esterno della Roggia.

Durante il giro 8 avviene l’evento che definisce la gara: all’uscita della Roggia Vips, in lotta con Ticktum, rallenta improvvisamente per rottura del motore. Ticktum non può non evitarlo e lo tampona col muso. Miracolsamente non subisce danni,  ma il problema per l’inglese è ben altro: tutti i piloti partiti su morbide si fermano ai box per sostituirle e beneficiano così di un pit stop gratuito. Ticktum, insieme a Lundgaard e i pochi altri partiti su dure invece devono proseguire, condannandosi a dover effettuare il pit stop in regime di bandiera verde.

L’inglese non sarà l’unico front runner a vedere la gara rovinata da questa SC: Shwartzman e Drugovich devono mettersi in fila e aspettare che i rispettivi teammate concludano il cambio gomme. Un pit stop lento invece toglie di mezzo Lawson dalle prime posizioni.

La ripartenza vede pertanto Ticktum davanti a Armstrong, Lundgaard e Deledda (un quinto pilota, Marino Sato, viene fermato dal cedimento del propulsore). I leader virtuali danno gran spettacolo: Piastri passa Deledda, mentre Zhou si scambia varie volte la posizione con Daruvala. Al netto dei numerosi duelli, dopo qualche giro i piloti con gomme nuove raggiungono Ticktum ma sembrano non averne per sorpassarlo; in generale il ritmo dei piloti su gomme vecchie è simile a quello degli altri, con Lundgaard che similmente si tiene alle spalle Lawson e Pourchaire.

Più indietro, Shwartzman recupera qualche posizione ma non sembra avere la velocità mostrata nelle Sprint Race, mentre Drugovich resta vittima di un problema di comunicazione con i box, e viene richiamato per sostituire l’ala  in realtà integra.

L’unica strategia per Ticktum è di sperare che i piloti dietro di lui si rovinino le gomme stando nella sua scia. Certo, una SC gli consentirebbe di sostituire le gomme con spesa minima di tempo, ma ormai la gara si avvia alla conclusione. Lundgaard smette di credere nella possibilità e rientra durante il giro 22…

…letteralmente due secondi dopo Lawson (che aveva rimontato fino alla quarta posizione) si ferma sul rettilineo di partenza a causa dell’esplosione dell’estintore di bordo (!!!) e evoca l’ennesima SC di questo weekend. Lundgaard è sfortunato anche nella fortuna. Ticktum al contrario coglie l’occasione e pitta al momento giusto. Dopo la sosta è undicesimo ma può contare sul gruppo compattato e su soft nuove, mentre gli altri sono su dure a fine vita.

La ripartenza è un altro momento chiave della gara, e forse del campionato. Piastri blocca all’ingresso di Curva 1 e finisce lungo perdendo l’abbrivio in accelerazione. Zhou al contrario esce alla perfezione dalla Prima Variante e affianca il rivale in Curva Grande, presentandosi alla Roggia con un metro di vantaggio, ma all’esterno. In un remake del duello tra Schumacher e Montoya del 2003, Piastri si aggrappa ai freni e recupera il metro in frenata, percorrono la Roggia appaiati e in trazione l’australiano riconquista la testa della corsa.

Nel frattempo, sempre alla Roggia, Ticktum si tocca con Boschung, si gira in mezzo al gruppo ma per miracolo non colpisce nessuno, non perde tempo e non danneggia le gomme. Può continuare la rimonta: in due giri è già settimo, e dopo altri due giri è quarto. Supera Pourchaire per il podio, ma, quando ha nel mirino il duo di testa,  Beckmann e Viscaal collidono alla Prima Variante.

La quarta SC della corsa congela le posizioni e mette al riparo i piazzamenti di Piastri e Zhou dalla furia di Ticktum. Pourchaire conclude quarto davanti a Daruvala, dopo aver passato buona parte della gara nella mischia. Shwartzman alla fine conclude sesto, limitando parzialmente i danni dopo aver trascorso metà gara fuori dai punti. Alle sue spalle vanno a punti Richard Verschoor, Lirim Zendeli (entrambi MP Motorsport), Roy Nissany e Marcus Armstrong (entrambi DAMS).

Successivamente Verschoor viene squalificato dopo che la sua macchina è risultata sottopeso alle misurazioni (probabilmente non ha raccolto abbastanza gomma nel giro di rientro). La sua mala sorte permette a Lundgaard di scalare in decima posizione  e di guadagnare pertanto un punticino.

In classifica l’australiano della Prema allunga di nove punti sul cinese e porta il vantaggio a 15 punti, 149 contro 134. Segue Robert Shwartzman, staccato di una trentina di misure, a 113 punti. Quarto è Ticktum con 104, mentre i piloti più indietro sembrano ormai tagliati fuori dalla lotta.
Il weekend di Monza è stato la rappresentazione della stagione 2021: Zhou e Piastri sono stati costantemente veloci e hanno sbagliato pochissimo, con l’australiano un pelo più incisivo dell’inglese (soprattutto nel corpo a corpo). Shwartzman si complica la vita e recupera solo parzialmente. Ticktum è in teoria il più veloce ma non conceetizza quasi mai, anche a causa di eventi sfortunati. Drugovich sarebbe anche discreto ma si trova sempre in mezzo ai guai. Pourchaire veloce anche se gli manca ancora l’esperienza per andare forte in tutte le circostanze. Lundgaard mette in mostra delle buone qualità ma deve urgentemente compiere un pellegrinaggio a Lourdes. Lawson e Vips potrebbero lottare per il titolo ma sono falcidiati dai guasti e da qualche errorino di troppo.
[Tutte le immagini sono tratte dal sito e dagli account social della F2]
Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

LOTTA CORPO A CORPO – SBK CATALUNYA POST GP

Lotta sino all’ultimo respiro. Questo è il Mondiale Superbike quest’anno. 

Pensavamo di lasciare la Catalunya con un padrone per questo Mondiale ed invece i due pretendenti al Titolo sono separati da 1 solo punto con tre round alla fine. Ben 9 gare separano i due dalla fine del Mondiale, consapevoli che le prossime gare a Jerez e Portimao potrebbero anche essere le ultime della stagione. (Argentina si dovrebbe correre quasi sicuramente, Indonesia in dubbio)

Certo tutti aspettavano Rea e Razgatioglu ed invece spuntano fuori le Ducati che realizzano una magnifica tripletta in gara 1 con Redding vincitore e vincono con Rinaldi gara 2. Toprak mantiene la testa della classifica ma ha molto da recriminare perché la sua R1 ha un problema elettrico in gara 1 ed è costretto al forfait.

Una gara 1 letteralmente pazza. Gara bagnata, con Gerloff ormai in preda ad una maledizione turca che si stende nel giro di formazione.

Jonnhy parte a bomba con la gomma full wet e si porta in testa alla gara prendendo un netto vantaggio di quasi tre secondi.

Ma la pista via via va asciugandosi e dopo 7 giri i tempi di Rea salgono vertiginosamente, Toprak ed Axel (quel pazzo di Axel Bassani) si rifanno sotto e lo passano.

Sembra finita. Toprak vede la vittoria, vede il mondiale. Intervengono gli Dei… La R1 di Toprak si spegne, problema elettrico ed è out. Assurdo ma è il Motorsport.

Da dietro una rimonta furiosa di Redding e Rinaldi che vanno a prendersi un podio tutto Ducati in Catalunya, con Scott che vince e Bassani che fa 2°. Chiude il podio Rinaldi. Rea 4° ringrazia gli Dei.

Nella SP Race sembra di vedere un film di Bud Spencer e Terence Hill. Jonnhy e Toprak se le danno di Santa ragione dalla partenza ed alla fine quel vecchio marpione di Jonnhy la spunta, vincendo la gara.

Scott Redding viene messo fuori gioco alla partenza da Andrea Locatelli, che lo prende in pieno e poi si stende. Scotte riesce a terminare la gara lontano dai primi e fuori dai punti. Mondiale finito.

https://twitter.com/WorldSBK/status/1439219146856751115?s=19

Chi esce a testa altissima da questo weekend è Axel Bassani, Pilota privato del team Motocorsa, rookie che sfiora il sogno di vincere al primo anno di SBK come i grandissimo…

Un GP in cui si è rimesso in luce (finalmente) Alvaro Bautista, che in entrambe le gare ha lottato per il podio finale. In chiaroscuro il weekend di Locatelli che ha commesso un brutto errore in SP rimediando con una buona prestazione in gara 2.

Brutto l’incidente occorso sia a Chaz Davies questa mattina, che a Tom Sykes nel pomeriggio. Entrambi usciti in barella erano coscienti e sono stati portati al centro medico. Brutto incidente senza conseguenze anche per Alex Lowes, purtroppo il britannico sta mancando tanto proprio a Jonathan Rea…

Classifica Mondiale 👇

 

 

✍️ Francky

 

(Immagini tratte dal sito della SBK)

FENOMENO ANCHE A CASA SUA – MISANO MOTOGP POST GP

Un’altra vittoria. Una vittoria a casa, con lui che si era sbloccato domenica scorsa. Alla faccia di chi dubitava del talento, per qualcuno non era una Fenomeno (come se vincere con una Mahindra fosse roba da tutti i giorni).

Oggi Pecco ha zittito quelli che domenica scorsa non gli avevano creduto. Oggi anche Fabio ha zittito qualcuno, quelli che mettevano in dubbio la sua tenuta “psicologica”. Adesso non resta che zittire chi, come il sottoscritto, crede che un Pilota che vince un Mondiale, nella massima serie, sabba andar forte in qualsiasi condizione di pista e non solo sull’asciutto.

Ma i veri vincitori di giornata non sono né Pecco, ne Fabio. Portano il nome di Enea Bastianini e Marc Marquez.

Immagine tratta dal profilo Twitter di Enea Bastianini.

Il primo è in sella alla moto (GP19) nata dai due anni di feedback di un certo Jorge Lorenzo. È in sella ad una moto privatissima, è un Rookie ed è il Campione del Mondo in carica della Moto2. Se nei GP scorsi Jorge Martin lo aveva messo in secondo piano, oggi Enea lo ha letteralmente “lasciato a casa”. Martin gode di alcune specifiche ed aggiornamenti che a Bastianini farebbero comodo, quindi non azzarderei un paragone tra i due…

Immagine MotoGP.com

Quell’altro invece, quello che corre con un braccio e mezzo, ha zittito in primis il Campione del Mondo in carica che nei giorni scorsi si era lamentato delle “tattiche” di Marc nel “prendere la scia” durante le prove. Marquez ha fatto una gara di sostanza ed ha chiuso 4° davanti a Miller ed a Mir. Il campione del Mondo in carica viene penalizzato per aver toccato il verde in uscita dell’ultima curva. Mondiale ormai lontano per lui…

Non entra nella Top10 per un soffio il Campione Italiano SBK in carica Michele Pirro, segno della competitività (su questa pista) del “pugliese” più veloce in Italia, in Europa e nel Mondo.

Personalmente metto nella mia lista dei “vincitori di oggi” anche Maverick Vinales. Lo spagnolo ha chiuso il suo primo GP, in sella ad una moto totalmente diversa dalla M1, a soli 5 secondi da Aleix Espargaró; con pochissimi km alle spalle…

Desaparecidos invece Johann Zarco e Jorge Martin. Gara disastrosa per i due Piloti Pramac che non concludono bene questo weekend. A loro si accodano tutte le KTM (cosa succede a questa moto?), ad eccezione di Binder, ed i Piloti “di casa”….

Valentino Rossi e Andrea Dovizioso, ognuno per motivi per noti, non hanno mai impensierito la Top15. Morbidelli rientrava dopo un infortunio e Petrucci ormai è un separato in casa.

Mi chiedo però… Miguel Oliveira e Luca Marini che cosa stanno combinando? Se per Miguel Oliveira c’è qualche attenuante, viste le ottime prestazioni in alcune gare non si capisce con quali titoli e meriti il buon Luca Marini occupi una sella in MotoGP…

Classifica Mondiale👇

Mancano quattro GP alla fine, l’unico ostacolo che separa Quartararo dal suo primo titolo Mondiale in carriera è il meteo…

 

✍️ Francky

 

(Immagine di copertina tratta da MotoGP.com)

Life is racing, all the rest is waiting