MOTOGP 2021-GP DEL MADE IN ITALY E DELL’EMILIA ROMAGNA

VINCERE A TUTTI I COSTI! Questo è ciò a cui dovrà pensare per tutto il weekend il nostro Pecco Bagnaia: ha l’onere di impedire che Fabio Quartararo possa “iridarsi” già questa domenica. 52 punti di distacco e 3 gare da disputare….. somigliano più ad un miracolo che ad un’impresa.

Di fatto il mondiale può solo perderlo il francese ormai. Però la condotta delle ultime gare lascia poco spazio al dubbio che non riesca fare 24 punti in 3 weekend. Quelli servono, nulla più.

Pecco, il nostro alfiere, ci deve comunque provare non foss’altro per portarsi a casa il trofeo della gara e dare un segnale forte per l’anno prossimo venturo.

E’ vero, ci sono in ballo ancora il campionato dei costruttori e quello dei teams dove Ducati è in vetta…. Ma, parliamoci chiaro, chi se li fila? Quasi nessuno, giusto le quattro cariatidi rimaste, come quella che sta scrivendo queste righe. Serve a fini statistici perché, soprattutto nel motociclismo, il titolo più prestigioso e sul quale poi trarre beneficio in termini di ritorno mediatico è solo quello piloti.

Fabio ha il merito di aver salvato la Yamaha da una stagione che senza di lui sarebbe stata disastrosa visto il ruolino di marcia degli altri piloti, ufficiali e non, comparse e non.

Temi del weekend romagnolo? Su tutti si consumerà l’ultimo atto “italiano” della leggenda Rossi che ha attraversato due decenni e poco più tra mille luci e tante ombre. I suoi tifosi gli renderanno merito con una festa degna della sua carriera e della passione che (volenti o nolenti) ha scatenato tra i motociclisti.

Sarà un sabato da corsa molto particolare. Esattamente 10 anni fa, 23 ottobre 2011,  ci lasciava Marco Simoncelli al quale è stato dedicato l’intero circuito Santa Monica. Marco, che correva per il team di un altro uomo che non c’è più: Fausto Gresini. Per l’occasione il figlio Luca inforcherà la Garelli iridata del papà per un giro d’onore che farà scendere lacrime di tanti appassionati. Si prevedono omaggi e manifestazioni per ricordare due grandi perdite per il motociclismo italiano e mondiale.

La vita e le corse continuano…

Gli altri?

I piloti Ducati avranno il compito di inserirsi tra Bagnaia ed il suo rivale, cercando di metterselo dietro per fargli prendere meno punti possibile. Ci riusciranno? Per Martin, Miller (e pure Bastianini) non si tratta di compito impossibile da portare a termine, con la speranza che torni in se stesso anche Giovanni Zarco: sarebbe utile. Resta tutto da vedere come osar dare un ordine di squadra se uno degli altri dovesse trovarsi a guidare la gara a pochi giri dal termine.

I favoriti restano i soliti compreso il fenomeno Marquez con il quale si deve sempre fare i conti, soprattutto dopo il dominio texano che gli avrà dato maggior fiducia.

Desaparecide le KTM (che delusione) i piloti Suzuki dovranno fare in modo di uscire dal limbo in cui si sono infognati quest’anno. Per loro ci sono poche possibilità di exploit vista la concorrenza.

Ritroveremo Maverick Vinales in sella all’Apriliona dopo la sosta americana per lutto. Su questa pista ha i riferimenti e la possibilità di far bene perché ritrovare un altro talento ed una moto italiana nelle posizioni alte della classifica non può che far piacere.

Insomma, gli ingredienti per poter godere di un fine settimana piacevole ci sono tutti, compreso il bel tempo che, ad oggi, dovrebbe accompagnare i centauri sin dal venerdì.

 

MOTO2

Remy doveva solo stare attaccato a Raul, nient’altro che quello. E invece in Texas si è sdraiato rimettendo in corsa il suo compagno che nelle ultime gare è apparso ben più in palla di lui. Questo è un esempio di come provare a perderlo, quello che fece tanto bene Bautista nella stagione 2019 SBK. Forse Raul ci regalerà la replica.

Per la vittoria di tappa ci sarebbero pure i nostri che quando sentono aria di casa qualcosina in più nel polso la trovano. Speriamo in Bezzecchi e Diggia.

 

MOTO3

I ragazzini della Moto3 meritano solo lo sciopero dei commenti e delle recensioni. E’ vero, stavolta uno paga con la squalifica, ma gli altri non sono stinchi di santo…nessuno escluso.. Anzi, no. Paradossalmente lo è proprio quel ex-cattivone di Fenati che cerca di stare da solo tutte le volte che può. Miglior tecnica per evitare casini, siano essi in qualifica che in gara, laddove gli riesce.

 

Divertitevi e che vinca il migliore

(immagine in evidenza tratta dal sito new.in24)

CARENA CONTRO CARENA – POST GP WSBK ARGENTINA

Si è chiuso il round Argentino.

Si è chiuso nel migliore dei modi per gli appassionati del Motociclismo. Erano anni che non vedevamo un Mondiale così, con tre protagonisti su tre moto diverse che regalano carenate ad ogni curva, entrate al limite della correttezza ma sempre millimetriche. Avete visto qualcuno finire in terra per la bagarre tra loro tre⁉️ NO.

31 vittorie su 35 gare disputate. 13 per Razgatioglu, 11 per Rea, 7 per Redding.

Jonathan Rea esce come un pugile suonato per bene, dal turco con la R1, per 15 Round ma che riesce ha sentire la campana ed affrontare l’ultima battaglia con 30 punti di svantaggio. Weekend in salita, sempre in lotta con la Ninja ed un evidente gap in accelerazione contro la R1 e la V4. Ad Akashi dovranno tirare fuori un progetto come quello del 2011, altrimenti saranno anni di magra i prossimi. A meno che non peschino un altro Jonnhy con 10 anni in meno…

Scott Redding autore di un weekend straordinario, purtroppo getta alle ortiche Gara 1 perdendo l’anteriore in curva 1. Avrebbe lottato per la vittoria sicuramente, lascia l’amaro in bocca perché sarebbe stato tranquillamente della partita nell’ultimo Round.

Toprak Razgatioglu ha fatto quello che sa fare meglio: la parte del leone. Nonostante avesse un vantaggio considerevole grazie alle vittorie in Gara 1 e Superpole Race, si è preso a carenate con Rea e Redding senza paura. Questa è la mentalità da Campione, questo è quello che piace agli appassionati (aldilà dell’evidente rosicamento del sottoscritto nel veder la Ninja perdere). Questa è la dimostrazione che nel Motociclismo fare i calcolatori potrà anche essere produttivo ma non ti farà mai amare tanto dal pubblico…

Questo weekend ci regala la consacrazione di Axel Bassani. Il Pilota del team Motocorsa ha impressionato ancora una volta il paddock intero finendo in TOP5 in tutte le gare. Nel Mondiale adesso è 9° con 199 punti ed è a sole 14 lunghezze da Gerloff ed Alex Lowes. Considerando che è al primo anno nel Mondiale, Ducati ha una carta molto valida da giocarsi per il Team Ufficiale nei prossimi anni.

Tornano nell’oblio questo weekend le Fireblade del Team HRC. Mai competitive, mai incisive come negli ultimi round del Mondiale. La BMW orfana di Tom Sykes ha potuto contare soltanto su Van der Mark che ha portato a casa ottimi punti, ma poca roba se si pensa al potenziale della moto. Dal 2022 avranno Scott Redding nel Team Ufficiale, vediamo se riuscirà a trarre quel “surplus” che la moto ha ma che ancora non ha dimostrato.

Breve storia triste (soprattutto per me che credevo tantissimo nel suo potenziale), Tito Rabat ha cambiato moto, scendendo dalla Panigale di Barni e salendo sulla Ninja di Puccetti, ma il risultato non è cambiato. Loris Baz indie soli weekend ha totalizzato più punti (53) del buon Tito (50) in tutta la stagione.

Adesso il tema più “eccitante”.
Il Mondiale si deciderà sul nuovo tracciato di Mandalika in Indonesia. La cosa bella è che ancora non c’è la sicurezza che si corra li e qualora lo facessero sarà il 19 Novembre… in Indonesia. Magari pioverà, pure tanto e 30 punti non sono nulla…

 

Sarà un finale Thriller, il finale perfetto per un vecchio lupo come Jonathan Rea semmai si dovesse correre a Mandalika (tra un mese)…

 

✍️ Francky

 

(Immagini utilizzate tratte dal sito WorldSBK.com)

 

WSBK 2021 – ROUND D’ARGENTINA

Uno dei mondiali più incerti degli ultimi 10 anni si avvia alla sua penultima tappa in Argentina, sul tracciato di San Juan Villicum.

E ci si mette anche l’esotica location ad aggiungere variabili, molto sgradite, sul piatto della bilancia.

L’asfalto del tracciato diede molti problemi nel 2019, con sei piloti che si rifiutarono di correre gara 1 e sembra che il problema non sia stato del tutto superato.

Inoltre, per tutti i team ci sono grossi problemi legati alla logistica e ai costi di una trasferta che, già onerosa in condizioni normali, diventa un salasso in tempi di pandemia, voli aerei contigentati, quarantene varie ed eventuali.

Un solo dato a riguardo: il team Puccetti ha fatto sapere che se normalmente il costo di una trasferta del genere è di circa 20k euro, quest’anno si è passati a 60k euro, tre volte tanto…

Non sorprendono quindi le numerosi defezioni di team del mondiale SBK e SSport, soprattutto di quelli più piccoli e costantemente con l’acqua alla gola.

Vedremo in quanti effettivamente si presenteranno in pista per le prime prove libere del venerdì ma di sicuro non si parte proprio con il piede giusto e al momento i responsabili del WSBK non ne escono benissimo…

immagine da formulapassion.com

Si riparte dallo scivolone di Toprak in gara 2 a Portimao e un mondiale riaperto tra le frecciatine che i due contender e rispettivi team si sono lanciati a fine gara.

Il turco rimane con una race di vantaggio e potrebbe iniziare a marcare ad uomo Rea, “accontentandosi” di finirgli sempre dietro perdendo meno punti possibile.

Ovviamente, considerando i trascorsi e l’indole di Toprak, non sarà così e ci sarà battaglia anche in questo round.

Per Rea fondamentale a questo punto “l’aiuto” di qualche terzo incomodo che si metta tra lui e Toprak perchè altrimenti dovrebbe davvero vincere tutte e sei le gare che restano.

Lowes non sembra poter ricoprire questo ruolo, che invece è più adatto ad un Redding che in teoria è ancora in lizza per il titolo. Cinquantaquattro punti sono tanti ma considerando la situazione, non ci stupiremmo se si arrivasse in Indonesia con l’inglese ancora a portata di mondiale.

D’altronde ha poco da perdere e i due davanti potrebbero darsene così tante da lasciare punti per strada.

Il team mate di Toprak, Locatelli, potrebbe essere di grande aiuto alla causa del turco. Vedremo se riuscirà a stare vicino a Rea per potergli dare qualche grattacapo.

In Argentina torna Davies per i suoi ultimi due round della carriera in superbike. Questo fa sì che Baz abbia finito le “vacanze”. Peccato perchè aveva mostrato un adattamento così rapido alla Panigale da far pensare di rivederlo nel 2022 sulla stessa moto.

immagine da tuttomotoriweb.it

Ecco, invece correrà con una BMW ufficiale nel team Bonovo. Mi sembra l’ennesimo autogol made in Borgo Panigale, forse era il caso di puntare qualcosa in più sul francese, considerando anche il fatto che in Go Eleven c’è ancora un posto libero lasciato da Davies.

Uno che invece ancora non ci sarà in Argentina è Sykes, per non ben precisati motivi di “tempistiche legate agli spostamenti in Argentina”. Cosa voglia dire non lo so ma è un peccato non rivederlo in pista, attendentdo il round indonesiano. Al suo posto ancora Laverty.

Bautista è pronto a sparare le ultime cartucce in sella alla CBR-RR che proprio alla fine sta facendo vedere qualcosa di molto interessante. Potrebbe essere anche lui l’ennesima variabile tra Toprak e Jonathan? Ce lo auguriamo in nome dello spettacolo.

Rea ha l’imperativo di ridurre ancora il distacco da Razgatlioglu prima dell’ultimo round in Indonesia. Arrivarci con lo stesso distacco attuale consentirebbe al turco di prendersela comoda nelle ultime tre gare stagionali.

D’altro canto Toprak sarà di sicuro determinato a tentare di chiudere il discorso già in Argentina, o comunque di arrivare all’ultimo round con un vantaggio più rassicurante.

Considerando la tensione crescente tra i due non ci aspettiamo delle gare da “ragionieri” ma bagarre come ce ne è stata fino ad oggi. Con annessi colpi di scena. Aspettiamo soltanto lo spegnersi del semaforo.

*immagine in evidenza da racinghd.net

Rocco Alessandro

 

BASTIAN CONTRARIO: L’USURA DELLA PAZIENZA

Il GP della Turchia, conclusosi domenica scorsa, ha riproposto nuovamente l’argomento che ormai, su questa rubrica, sta diventando stantìo per quanto viene ripetuto, che è quello dell’ipocrisia di tutto il circo (sempre con rispetto parlando dei circensi) della F1. Il sottoscritto, all’indomani dell’evento (una settimana prima per l’esattezza), invocava una fatwa sul tutto il mondo della F1, auspicando pioggia ad ogni GP, al fine di far collassare il sistema stesso e di farlo annegare nella sua stessa ipocrisia. Purtroppo, non riesco ad essere benevolo, a maggior ragione dopo lo spettacolo al quale abbiamo dovuto assistere, in cui alcuni piloti (dopo Sochi, questo è stato il secondo GP di seguito bagnato) per l’ennesima volta non volevano ascoltare il proprio box: solo che, in questo caso, i box non chiedono ai piloti di fermarsi per montare gomme da bagnato: no! In questo caso “li supplicano” per montare un altro treno di gomme intermedie… preghiera che poi viene esaudita da tutti e con riluttanza da pochi, tranne che da Ocon il quale si è sparato tutta la gara con lo stesso set di intermedie.

Hamilton, dopo aver saputo dell’impresa del francese, per poco non gli prendeva un coccolone visto e considerato che anche lui non avrebbe voluto fermarsi. Quindi il suo muretto, domenica in Russia gli ha “regalato” la vittoria con la chiamata tempestiva ai box, questa volta gli ha negato un risultato molto importante in termini di punti per la corsa all’iride. Il nodo gordiano, comunque, non è il disappunto del campione inglese, quanto proprio l’ipocrisia alla quale dobbiamo assistere. La F1 si spende tanto e vende con convinzione il “prodotto sicurezza” in pista e poi mostra al mondo tutta la sua vulnerabilità regolamentare. Tra Abu Dhabi 2020 (con Grosjean) e Monza 2021 (incidente tra Verstappen ed Hamilton), la F1 ha avuto un enorme ritorno mediatico a favore del dispositivo di protezione frontale denominato Halo. Chili di lodi sono state tessute in suo favore, mostrando a ripetizione come “l’infradito” abbia salvato Romain dall’impatto contro il guardrail o come lo stesso abbia salvato il malcapitato Hamilton dalla ruotata sulla testa da parte di Verstappen.

Eppure, le stesse immagini in HD ci hanno mostrato, in maniera inequivocabile, le gomme dell’alfiere francese della Alpine che erano arrivate praticamente sulle tele. Un preoccupatissimo Mario Isola, che veniva intervistato in diretta durante il GP, denunciava apertamente (il linguaggio del suo corpo era eclatante) il comportamento pericoloso delle squadre che stavano spingendo i loro piloti con il “prodotto” Pirelli ormai al limite. L’usura dello pneumatico era evidente, eppure nessuno accennava a fermarsi. Quindi, ricapitolando la F1 impone il cambio gomme in caso di gara asciutta e accetta il fatto che le gomme da bagnato, grazie all’usura, possano diventare delle slick!

Ad essere sinceri, non so se anche per voi miei cari ed affezionati (pochi) lettori, oltre ad essersi usurate le gomme, si è usurata anche la pazienza. Spiace ripetermi, eppure la F1 merita queste magre figure che, guarda caso, vengono a galle proprio quando piove: non è possibile cambiare gli assetti tra qualifica e gara (nonostante al sabato ci sia stato sole e alla domenica abbia piovuto o viceversa), bisogna andare al massimo anche su ettolitri d’acqua sparsi in pista, altrimenti la macchina non genera carico necessario… è possibile arrivare al traguardo con un unico set di gomme da bagnato senza mai cambiarlo! Dov’è la ricerca spasmodica della sicurezza in tutto questo? Il sottoscritto non vede nulla di tutto ciò, se non proprio il contrario di quanto richiesto. Il sistema tenderà sempre ad auto proteggersi, eppure fino a quando potrà andare avanti in questo modo, nascondendo i problemi come polvere sotto al tappeto? Singolare come l’attuale campione del mondo si sia incazzato, appena è venuto a sapere di Ocon: proprio lui che si è speso in preghiere social di ogni tipo, ringraziando Halo e chi lo ha voluto… proprio lui voleva continuare a rischio della tanto millantata sicurezza! L’usura, si sa, è relativa; specie se ti stai giocando un mondiale. Peccato che la pazienza si sia ormai consumata oltre le tele… passatemi l’assioma di stampo gommista.

Il set di gomme usurato di Ocon, almeno agli occhi del sottoscritto, ha fatto passare in secondo piano tutto il resto, sebbene il comportamento della rossa ed il risultato finale del podio meritano, comunque, una considerazione a parte.

Hamilton, a differenza del suo acerrimo avversario, non riesce a pescare il jolly dopo la sostituzione di una parte della sua pu. Ciò che più dovrebbe dar da pensare è proprio il fatto che Verstappen ha una unità completamente nuova e, partendo dal fondo della griglia, è arrivato a podio (secondo) in Russia. Hamilton retrocede di sole dieci posizioni e, nonostante questo ed il mezzo che si ritrova, arriva solo quinto. Scommetto che anche il campione del mondo a fine gara aveva la pazienza usurata: non deve essere rinfrancante vedere quel ragazzino dannatamente costante e sempre col fiato sul collo. Verstappen, se non vince, è praticamente sempre secondo, non mollando mai di un millimetro. Mi rendo conto che non è impresa impossibile, considerando che a parte i loro stessi compagni, i due contendenti al titolo non hanno praticamente nessuna concorrenza. Anche se si sa, con la pioggia tutti possono diventare eroi per un giorno, così piloti come Yuki “san” Tsunoda e, soprattutto Sergio Perez, tirano fuori “la scienza”, come si suole dire, e tengono dietro di loro il campione del mondo, il tempo necessario per far guadagnare un certo margine di sicurezza all’olandese volante, per arrivare a podio (Bottas questa volta ha fatto bene i compiti). Vedremo negli Stati Uniti, dove entrambi i contendenti partiranno alla pari, cosa combineranno.

Chi di certo non conosce usura al tempo è il tifoso ferrarista, che fermo come una roccia sta lì ad aspettare l’agognata prima vittoria dell’anno della rossa. Nel week end turco, la Ferrari ha dato spettacolo in qualifica, con quello splendido gioco di squadra tra i due alfieri rossi, prima, e la rimonta di Carlos e il passo gara mostrato da Charles in gara, dopo. La Ferrari è decisamente sulla strada giusta e prova ne è che anche lo spagnolo con pu nuova ha dato conferma della bontà del lavoro che si sta svolgendo a Maranello e , comunque, è in chiave 2022. Perché è bene ricordarlo: tutto il lavoro svolto sino ad ora è comunque rivolto principalmente all’anno che verrà. La Ferrari di Binotto, con le sue scelte a partire dai piloti innanzitutto, sta avendo ragione e, ad essere sinceri, il futuro lascia ben sperare. Ovvio che queste considerazioni (del tutto personali), si basano su quello che la rossa sta mostrando gara dopo gara: una cosa è certa e cioè che in Gestione sportiva e nella squadra c’è serenità ed armonia. Il gioco di scie tra Carlos e Charles, per permettere al monegasco di trarre un vantaggio, è stata una vera goduria per gli occhi, perché una intesa del genere non si vedeva da tempo a Maranello ed in pista. Ci preoccuperemo dei litigi tra i due piloti rossi quando “avremo” la monoposto competitiva, nel mentre dobbiamo resistere all’usura del tempo, attendendo giorni migliori e sperando che ciò sia sufficiente a non usurare la pazienza di noi ferraristi.

Vito Quaranta

BOTTAS DOMINA IN TURCHIA, MAX FA IL RAGIONIERE

Piove. Ancora una volta. E fa pure freddo, in Turchia. Per fortuna che, quest’anno, gli organizzatori non si sono fatti prendere alla sprovvista e hanno reso l’asfalto molto più abrasivo, per la gioia dei piloti. Di tutti, tranne che di quelli Red Bull, i quali si ritrovano una macchina difficile da guidare, forse conseguenza di simulazioni fatte coi parametri dello scorso anno.

E così, in una qualifica disputata su pista umida, le due Mercedes monopolizzano la prima fila, con Verstappen solo terzo e a debita distanza. Ma partirà comunque in prima fila, perchè il suo rivale ha cambiato parte della power unit, e si ritrova costretto a scattare dall’undicesima posizione. In seconda fila si ritrova Leclerc, che ha puntato tutto sul una gara asciutta. Forse.

Quando si spengono i semafori non piove ma la pista è bagnata, e per tutti la scelta delle intermedie è obbligata. I primi tre scattano bene, Alonso cerca di attaccare Gasly per la quarta posizione ma viene toccato dal francese e si gira. Hamilton guadagna così una posizione, ma la sua rimonta si preannuncia difficile. 

Dopo avere passato Vettel, Lewis si trova inchiodato dietro Tsunoda, il quale, ovviamente, cerca di tenerlo dietro in tutti i modi. L’inglese non può nemmeno usare il DRS, che in condizioni di pioggia è disabilitato. Ma con un bellissimo sorpasso all’esterno riesce a sbarazzarsi del giapponese. Poco dopo è il turno di Norris, e così, dopo 10 giri, Hamilton ha guadagnato 5 posizioni. E inizia a viaggiare un secondo più veloce di Verstappen, al momento in seconda posizione. In pochissimi giri arriva dietro a Gasly, che svernicia letteralmente.

Anche Sainz è autore di una splendida rimonta. Partito 19° per cambio della power unit, dopo 18 giri ha già guadagnato 10 posizioni.

I primi 3 viaggiano in fotocopia su un ottimo ritmo, distanziati fra loro di circa 3 secondi. Anche Leclerc, il cui assetto, evidentemente, è ottimo anche se non è asciutto. Dopo 20 giri, il consumo delle gomme intermedie sta diventando un problema. La pista si asciuga molto lentamente, e non è ancora il momento di montare le slick. Ma le intermedie sono ormai diventate delle slick e non è conveniente montarne di nuove dello stesso tipo.

Poco dopo metà gara, Hamilton raggiunge Perez e dopo qualche tornata di studio lo attacca al giro 35. Ma il messicano deve guadagnarsi lo stipendio, e Lewis lo sa. I due fanno diverse curve affiancati ma alla fine Sergio ha la meglio, e l’inglese, saggiamente, rinuncia per il momento alla quarta posizione.

La Pirelli, dopo avere esaminato le gomme delle prime macchine che si sono fermate, chiede ai team di non prendere in considerazione la possibilità di finire la gara senza pit-stop. Verstappen si ferma al giro 37 e Bottas a quello successivo. Entrambi rimontano le intermedie, Vettel tenta la carta delle slick, che però non funzionano e il tedesco si ferma nuovamente per rimettere le intermedie.

Hamilton e Leclerc decidono di non fermarsi. Il ferrarista si ritrova così in testa al gran premio, con 6 secondi di vantaggio su Bottas. Mancano 18 giri alla fine del GP e i suoi tempi sono buoni rispetto sia a quelli del finlandese che a quelli di Verstappen. Dai box gli confermano che può arrivare alla fine con questo set di gomme, contraddicendo quindi le indicazioni della Pirelli.

Ma l’azzardo non paga, e al giro 47 Bottas supera Charles. Verstappen è lontano, a 7 secondi, ma in Ferrari decidono, tardivamente, di cambiare le gomme. Il monegasco rientra in quarta posizione poco davanti a Perez e a 11 secondi da Hamilton. 

In Mercedes decidono, anche in questo caso tardivamente, di essere prudenti e fermano Lewis, che rientra in quinta posizione dietro a Perez. Il quale riesce a superare Leclerc portandosi in terza posizione. Il ferrarista ha problemi di graining con le gomme posteriori nuove, e in un solo giro viene raggiunto anche da Hamilton. Che però si ritrova a sua volta alle prese con gli stessi problemi, e mentre vede la Ferrari allontanarsi davanti a lui, deve pensare a difendersi da Gasly e Norris che lo hanno avvicinato di gran carriera.

Ma non c’è più tempo, e così la gara finisce con Bottas che vince dopo più di un anno, davanti alle due Red Bull di Verstappen e Perez, ad un deluso Leclerc che ha pagato una tattica discutibile del suo box, e ad Hamilton, la cui rimonta è riuscita a metà. Seguono Gasly, Norris, Sainz, che ha scontato un pt-stop lento, Stroll e Ocon.

Fuori dai punti per un soffio Giovinazzi, autore di una buona gara, 

Ora la F1 si allontana dall’Europa, con il trittico oltre oceano, e quello finale in medio oriente. Verstappen è tornato in testa al mondiale, ma in Turchia si è vista una Mercedes in forma, probabilmente grazie ai motori nuovi. Difficile dire, in questo momento, come potrà finire questo mondiale. Di sicuro, prima dell’inizio dell’anno mai ci saremmo aspettati gare così entusiasmanti, in una stagione che resterà nella storia come una delle più combattute.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

Life is racing, all the rest is waiting